StampaPeriodica ,
10
Gennaio
1884
Parliamo
un
poco
della
luce
elettrica
.
Essa
è
la
vera
lionne
(
trattandosi
di
luce
e
di
elettricità
,
uso
del
vocabolo
al
femminile
)
di
Milano
.
Entrata
timidamente
,
quale
semplice
esperimento
,
un
anno
fa
,
in
alcuni
magazzini
dei
portici
della
piazza
del
Duomo
,
essa
andò
man
mano
allargandosi
,
sinché
un
giorno
si
sentì
susurrare
che
si
era
costituita
una
società
per
introdurre
il
sistema
Edison
nella
pubblica
illuminazione
;
che
questa
società
,
formata
da
pochi
e
intelligenti
capitalisti
,
mandava
a
New
York
il
professor
Colombo
per
studi
e
trattative
con
l
'
inventore
,
e
che
seralmente
in
breve
sarebbero
cominciati
i
lavori
d
'
impianto
per
la
stazione
elettrica
.
E
infatti
il
prof
.
Colombo
partì
per
l
'
America
stette
assente
pochissimo
e
senza
alcuna
réclame
combinò
tranquillamente
ogni
cosa
.
Subito
dopo
arrivarono
le
macchine
arrivò
pure
un
ingegnere
americano
per
la
semplice
vigilanza
dei
lavori
,
e
il
nostro
Colombo
,
con
quella
fenomenale
intuizione
e
attività
che
possiede
,
in
brevissimo
tempo
creò
,
non
solo
la
stazione
elettrica
,
che
funzionò
benissimo
sino
dal
primo
giorno
,
ma
,
ciò
che
è
più
curioso
,
creò
d
'
un
tratto
degli
ingegneri
collaboratori
,
scegliendoli
tra
i
suoi
scolari
recentemente
laureati
dall
'
istituto
tecnico
.
E
formò
degli
operai
abilissimi
,
togliendoli
a
qualunque
officina
,
purché
presentassero
qualche
garanzia
d
'
intelligenza
e
di
buona
volontà
.
Strana
tempra
di
ingegno
che
è
questo
professore
Colombo
.
In
lui
vi
è
lo
scienziato
illustre
il
tecnico
tenace
l
'
uomo
d
'
affari
avveduto
.
Un
altro
sarebbe
ritornato
dall
'
America
con
un
volume
di
note
e
avrebbe
tenuto
delle
conferenze
diligentissime
ma
,
quanto
all
'
impianto
pratico
della
stazione
,
ci
avrebbero
pensato
gli
operai
americani
,
e
così
al
primo
intoppo
eccoti
una
dissertazione
dottissima
,
ma
in
pari
tempo
un
telegramma
a
Edison
perché
faccia
ritornare
a
Milano
gli
operai
.
Il
Colombo
,
invece
,
impiantò
lo
stazione
come
non
avesse
fatto
altro
in
tutta
la
sua
vita
,
e
se
oggi
si
verifica
un
qualche
inconveniente
in
un
filo
o
in
una
lampada
,
ti
vedi
arrivare
a
casa
il
tuo
bravo
operaio
praticissimo
,
seguito
anche
dall
'
ingegnere
o
da
lui
stesso
il
Colombo
;
e
in
mezz
'
ora
,
al
più
,
tutto
procede
benissimo
.
E
benissimo
procede
tale
illuminazione
,
checché
ne
dicano
gli
eterni
brontoloni
.
Non
sarà
economica
,
ma
è
pratica
;
e
per
una
invenzione
di
ieri
ciò
è
moltissimo
.
Oltre
di
che
bisogna
tener
conto
della
facilità
quasi
fulminea
con
la
quale
si
accendono
le
lampade
girando
il
robinetto
della
eliminazione
quasi
compiuta
del
calorico
e
il
pericolo
d
'
incendio
si
può
dire
tolto
affatto
.
Lasciatemi
quindi
inneggiare
alla
nuova
luce
.
Tanto
non
sono
un
azionista
della
nuova
società
la
mia
réclame
è
quindi
affatto
spontanea
.
Ma
non
ho
ancora
finito
.
Vogliatemi
accompagnare
alla
stazione
centrale
.
L
'
ambiente
è
curioso
.
Il
laboratorio
sorge
sull
'
area
dove
era
il
piccolo
e
poco
elegante
teatrino
di
Santa
Radegonda
;
area
prima
occupata
parlo
di
un
secolo
fa
dal
convento
delle
monache
Benedettine
,
celebri
siamo
discreti
per
la
loro
cultura
musicale
e
la
loro
pietà
...
naturalmente
.
La
vita
della
stazione
incomincia
alla
sera
e
continua
fino
all
'
albeggiare
.
Nella
giornata
la
calma
è
compiuta
.
Affacciandosi
dunque
di
sera
alla
porta
del
laboratorio
lo
spettacolo
che
si
presenta
allo
sguardo
è
fantastico
.
Immaginate
un
locale
vastissimo
,
al
quale
si
scende
per
mezzo
di
una
scaletta
a
chiocciola
di
ferro
.
In
questo
locale
stanno
sei
macchine
a
vapore
,
le
quali
danno
il
movimento
ad
altrettante
dinamo
-
elettriche
.
Intorno
stanno
i
distributori
i
regolatori
,
il
gran
quadro
delle
lampade
per
la
manovra
delle
macchine
lampade
a
sbalzo
illuminate
e
spente
.
Alle
macchine
,
operai
silenziosi
vigilanti
:
i
giovani
ingegneri
.
Ordine
dappertutto
minuzioso
silenzio
monastico
.
Al
primo
piano
,
le
caldaie
a
forma
di
colossali
armadi
i
focolari
rossi
dal
carbone
incandescente
nella
semi
-
oscurità
del
locale
.
Al
basso
invece
una
luce
smagliante
.
Non
voglio
entrare
in
particolari
tecnici
e
per
conseguenza
noiosi
.
Accenno
solo
che
la
stazione
alimenta
4000
lampade
,
di
cui
2500
pel
solo
teatro
alla
Scala
.
E
a
proposito
del
teatro
alla
Scala
,
amo
accennare
ad
un
fatto
assai
importante
.
Esso
è
il
solo
teatro
importante
del
mondo
che
sia
totalmente
illuminato
a
luce
elettrica
.
E
l
'
effetto
ne
è
stupendo
.
Il
vasto
ambiente
presenta
un
aspetto
più
simpatico
con
quella
luce
così
diffusa
così
eguale
.
Anche
le
toilettes
delle
signore
non
perdono
nulla
come
non
soffre
l
'
incarnato
delle
loro
guance
e
il
fulgore
dei
loro
occhi
.
Oltre
alla
Scala
abbiamo
illuminato
con
lo
stesso
sistema
il
Manzoni
Terzo
centro
importante
è
il
Club
dell
'
Unione
il
club
high
life
di
Milano
anche
questo
il
primo
club
illuminato
con
tale
sistema
.
Ma
discorriamo
d
'
altro
,
o
meglio
ritorniamo
alla
Scala
.
È
tardi
per
parlarvi
dello
spettacolo
del
Santo
Stefano
;
però
qualche
cosa
bisogna
pure
che
dica
.
E
innanzi
tutto
un
'
appendice
alla
geremiade
contro
l
'
apatia
delle
signore
,
cui
accennavo
nell
'
antecedente
mio
corriere
.
Se
la
prima
sera
abbiamo
veduto
brillare
nei
palchetti
il
solito
olimpo
,
al
domani
vuoto
compiuto
.
Perché
ciò
?
Lo
spettacolo
è
assolutamente
buono
.
La
Gioconda
è
sempre
quell
'
opera
eminentemente
teatrale
,
piena
di
fascino
melodico
di
passione
di
antitesi
terribili
e
sublimi
.
La
Pantaleoni
,
se
non
ha
gli
impeti
quasi
selvaggi
della
Mariani
che
creò
la
parte
è
artista
di
grandissimo
merito
.
Ella
ha
dato
al
personaggio
una
tinta
forse
più
umana
:
ella
piange
ella
soffre
ella
è
più
donna
felina
nell
'
abbandono
straziante
nel
dolore
affascinante
nell
'
ebbrezza
.
Il
resto
della
compagnia
anche
buono
perfetto
il
complesso
ricca
la
messa
in
scena
meravigliosa
sempre
l
'
orchestra
.
Lascio
il
ballo
,
perché
morto
prima
di
nascere
morto
come
muore
una
rosa
avvizzita
vecchia
decrepita
,
innanzi
ad
un
pubblico
abituato
alla
féerie
abbagliante
dell
'
Excelsior
al
punto
di
trovare
orpello
e
imitazione
bambinesca
ciò
che
fu
e
sembrò
oro
purissimo
e
creazione
originale
.
Ma
fermandoci
alla
sola
opera
perché
,
ripetiamo
,
questo
abbandono
questa
indifferenza
di
pubblico
?
Speriamo
un
risveglio
nel
Don
Carlos
,
la
cui
prima
rappresentazione
è
annunciata
per
domani
.
Intanto
facciamo
una
rapida
corsa
al
Manzoni
.
Due
sole
novità
hanno
attratto
l
'
attenzione
del
pubblico
:
La
Contessa
Maria
del
Rovetta
e
il
Sic
vos
non
vobis
del
Cavallotti
.
Poche
parole
sulla
prima
.
Fu
un
fiasco
fiasco
che
trova
la
sua
maggiore
spiegazione
nell
'
assoluta
deficienza
dell
'
esecuzione
e
in
quella
eccessiva
pretensione
del
pubblico
,
la
quale
degenera
subito
in
una
nervosità
permalosa
e
anche
partigiana
.
Non
nego
che
la
tesi
della
Contessa
Maria
sia
pericolosa
e
forse
non
bene
piantata
e
svolta
nel
lavoro
;
non
nego
che
certe
situazioni
o
vanno
affrontate
col
coraggio
di
chi
sa
arrivare
alle
ultime
conseguenze
,
o
si
devono
lasciare
ad
altre
spalle
più
robuste
:
ma
quando
un
autore
d
'
ingegno
quale
il
Rovetta
sa
cavare
da
un
ambiente
poco
simpatico
una
scena
stupenda
per
forza
e
per
verismo
quale
quella
del
terzo
atto
e
la
chiusa
del
lavoro
via
,
domandare
al
pubblico
un
poco
di
buona
volontà
nel
giudicare
,
non
è
soverchio
.
Per
fortuna
che
l
'
amico
Rovetta
sa
vendicarsi
tanto
bene
di
questo
pubblico
,
costringendolo
all
'
applauso
coi
suoi
romanzi
,
di
cui
uno
batte
già
alle
porte
della
difficile
Antologia
.
Il
nuovo
lavoro
di
Cavallotti
è
una
delle
solite
chincaglierie
dell
'
arte
.
Consideriamola
come
tale
,
e
dopo
di
esserci
divertiti
,
aspettiamo
dall
'
ingegno
dell
'
autore
qualche
lavoro
di
maggior
valore
.
Vorrei
parlarvi
della
solita
esposizione
artistica
che
viene
aperta
ogni
anno
alla
Società
Patriottica
.
È
una
esposizione
di
strenne
,
di
capo
d
'
anno
una
trovata
del
pittore
Pagliano
un
mezzo
per
vendere
qualche
cosa
e
rialzare
la
strenna
dalla
pacotiglia
all
'
opera
d
'
arte
.
Il
risultato
è
sempre
buono
,
e
gli
affari
Poiché
questo
benedetto
tasto
bisogna
pur
toccarlo
in
tutto
oggigiorno
discreti
.
All
'
esposizione
di
quest
'
anno
ho
notato
due
teste
di
Pagliano
e
un
acquarello
:
un
genietto
su
fondo
nero
Tiepolesco
,
disegnato
come
sa
disegnare
Pagliano
.
Altre
buone
tele
:
un
ritratto
fortissimo
per
impasto
di
colore
,
del
Gola
qualche
schizzo
del
Bazzero
una
testa
religiosa
del
Bucchi
le
marine
dello
Stefani
poi
quadretti
di
Gignous
,
Formis
,
Bianchi
,
De
Albertis
,
Giuliano
,
e
,
per
terminare
,
intendiamoci
,
cito
a
memoria
una
strana
marina
del
Mariani
un
effettista
di
gran
valore
.
Mi
accorgo
che
ho
scritto
a
lungo
senza
molto
interesse
.
Termino
dandovi
a
fascio
,
qualche
notizia
di
high
-
life
.
Abbiamo
tre
matrimoni
.
La
marchesina
Pallavicino
,
figlia
dell
'
ex
aiutante
di
Vittorio
Emanuele
,
si
fa
sposa
al
cugino
conte
Resta
,
figlio
di
quel
vero
tipo
di
gentiluomo
che
fu
il
Presidente
del
club
dell
'
Unione
.
Il
signor
Lattuada
elegante
sportman
sposa
la
signorina
Mazzucchelli
;
il
signor
Guerini
,
la
signorina
Pigni
.
Potrei
parlarvi
ancora
dell
'
inaugurazione
dell
'
anno
giuridico
alla
Corte
d
'
Appello
non
per
descrivere
la
cerimonia
tranquillatevi
ma
per
descrivervi
l
'
ambiente
;
tutte
quelle
toghe
rosse
in
quello
stupendo
salone
degli
arazzi
di
palazzo
Clerici
,
tra
quelle
specchiere
barocche
,
sotto
quel
prodigio
di
vòlta
dipinta
dal
Tiepolo
;
ma
ho
paura
di
farmi
chiudere
la
porta
del
vostro
salottino
,
ed
io
tengo
troppo
a
venirvi
a
vedere
tra
quindici
giorni
.