StampaQuotidiana ,
Domani
avranno
luogo
le
elezioni
spagnole
di
secondo
turno
,
elezioni
supplettive
che
non
potranno
per
nulla
spostare
i
già
acquisiti
risultati
.
Le
sinistre
hanno
vinto
,
Azaña
ha
riconquistato
il
potere
,
le
rivendicazioni
del
Fronte
popolare
sono
già
in
via
di
realizzazione
.
Assai
simbolico
a
questo
proposito
è
il
fatto
che
i
condannati
politici
siano
stati
lasciati
liberi
e
portati
in
trionfo
per
le
città
ancora
prima
della
pubblicazione
della
generosa
amnistia
.
Che
significato
ha
il
grave
rivolgimento
avvenuto
nella
politica
spagnola
,
ed
a
quali
mete
tendono
i
nuovi
orientamenti
dell
'
opera
governativa
?
Su
questi
problemi
assai
complessi
rileviamo
le
impressioni
di
alcuni
dei
più
autorevoli
organi
dell
'
opinione
pubblica
internazionale
.
1
)
Immaturità
di
un
sistema
politico
.
Una
delle
ragioni
dei
troppo
facili
capovolgimenti
dell
'
ordinamento
politico
spagnolo
è
ritenuta
da
alcuni
l
'
immaturità
della
Spagna
ai
sistemi
democratici
.
«
La
verità
è
scrive
il
"
Journal
de
Génève
"
che
la
Spagna
non
è
matura
per
la
democrazia
.
Ne
aveva
già
date
prove
eloquenti
in
passato
,
e
le
ultime
elezioni
lo
riconfermano
una
volta
ancora
.
L
'
equilibrio
politico
che
solo
assicura
ad
una
nazione
un
massimo
di
benessere
,
non
si
acquista
né
in
un
qualche
mese
,
né
in
un
qualche
anno
.
I
cittadini
hanno
bisogno
della
pratica
di
più
generazioni
per
arrivare
a
comprendere
le
responsabilità
di
arbitri
dei
destini
del
loro
paese
.
Con
uomini
così
di
passione
come
gli
spagnoli
,
questo
tirocinio
è
più
difficile
che
altrove
.
Essi
si
lanciano
violentemente
da
sinistra
a
destra
e
da
destra
a
sinistra
,
ed
i
capi
popolari
passano
spesso
direttamente
dalla
prigione
al
potere
»
.
Tale
è
una
delle
spiegazioni
di
quella
che
lo
stesso
giornale
chiama
«
tempesta
d
'
inverno
»
.
2
)
Influenze
comuniste
sulla
formazione
dei
«
Fronti
popolari
»
.
In
Spagna
è
avvenuto
ciò
che
minaccia
d
'
avvenire
prossimamente
in
Francia
.
«
L
'
Echo
de
Paris
»
,
sotto
il
titolo
Régardez
l
'
Espagne
!
,
scrive
:
«
Gli
spagnoli
hanno
votato
con
un
sistema
di
scrutinio
il
quale
,
benché
assai
differente
dal
nostro
,
conduce
ugualmente
a
dividere
gli
elettori
in
due
blocchi
.
Anch
'
essi
hanno
avuto
un
Fronte
popolare
.
Pure
gli
spagnoli
hanno
subita
la
manovra
comunista
,
poiché
senza
dubbio
il
Komintern
intende
applicare
all
'
Occidente
(
Belgio
,
Francia
,
Spagna
)
la
sua
nuova
strategia
di
conquista
legale
del
potere
.
E
il
blocco
di
sinistra
ha
ottenuta
la
vittoria
»
.
Su
motivi
analoghi
insistono
molti
giornali
tedeschi
.
3
)
Mancanza
di
un
programma
governativo
delle
sinistre
.
La
vittoria
delle
sinistre
non
è
la
vittoria
di
un
programma
.
Per
questo
la
loro
opera
governativa
non
potrà
non
essere
incerta
,
indecisa
,
contraddittoria
.
«
Il
fronte
popolare
scrive
"
l
'
Intransigeant
"
non
è
un
partito
:
è
una
alleanza
elettorale
alla
quale
hanno
partecipato
in
Spagna
dei
repubblicani
avanzati
ma
uomini
di
governo
come
Azaña
,
e
degli
estremisti
come
Largo
Caballero
,
il
quale
vuoi
farsi
passare
come
una
specie
di
Lenin
spagnolo
»
.
«
Vi
è
un
disaccordo
completo
aggiunge
il
"
Journal
de
Génève
"
fra
i
borghesi
di
sinistra
ed
i
proletari
su
molti
punti
assai
importanti
.
Socialisti
e
comunisti
commettono
la
follia
di
voler
nazionalizzare
le
banche
,
mentre
i
loro
alleati
vi
si
oppongono
.
Contrasto
non
meno
accentuato
vi
è
sulla
questione
dei
sussidi
e
della
disoccupazione
.
Irritazione
ancora
maggiore
mostrano
í
repubblicani
di
sinistra
nei
riguardi
del
controllo
operaio
che
i
partigiani
di
Caballero
vorrebbero
instaurare
.
Opposizione
aperta
vi
è
infine
fra
le
due
ali
del
fronte
popolare
in
materia
di
nazionalizzazione
delle
terre
reclamata
dai
socialisti
»
.
4
)
Asservimento
del
governo
al
socialismo
.
Si
deve
agli
elementi
dell
'
estrema
sinistra
se
la
bilancia
è
piegata
in
un
senso
piuttosto
che
in
un
altro
.
Essi
anche
nel
Parlamento
restano
padroni
della
situazione
potendo
rovesciare
ad
ogni
momento
il
governo
di
Azaña
che
ha
bisogno
dei
loro
suffragi
.
«
Certamente
nota
il
"
Temps
"
il
gabinetto
Azaña
,
che
è
un
governo
di
minoranza
,
è
obbligato
a
dare
certe
soddisfazioni
immediate
ai
partiti
estremisti
che
furono
alleati
ai
repubblicani
di
sinistra
ed
ai
radicali
dissidenti
nella
lotta
elettorale
aprendo
così
la
via
al
potere
»
.
Solo
con
questa
politica
delle
progressive
soddisfazioni
e
dei
compromessi
Azaña
potrà
conservare
il
potere
.
5
)
Carattere
reazionario
dei
primi
provvedimenti
.
A
cominciare
dall
'
amnistia
fino
alla
distruzione
delle
chiese
,
i
provvedimenti
governativi
ed
i
movimenti
della
piazza
vanno
assumendo
un
carattere
rivoluzionario
.
Tutti
i
governatori
di
province
,
i
magistrati
,
i
funzionari
e
gli
agenti
sospetti
,
a
torto
o
a
ragione
,
di
essere
contrari
alle
sinistre
saranno
rimpiazzati
.
«
I
più
piccoli
impiegati
,
i
più
umili
funzionari
scrive
"
L
'
Echo
de
Paris
"
dovranno
cedere
il
posto
,
se
non
sono
di
sinistra
,
agli
antichi
occupanti
.
Ecco
ciò
che
si
chiama
governare
»
.
Le
misure
a
favore
delle
Camere
del
lavoro
,
delle
associazioni
anarchiche
,
dei
condannati
per
i
cosiddetti
delitti
sociali
che
non
sono
delitti
politici
ma
crimini
comuni
,
la
violenza
della
piazza
contro
le
sedi
di
associazioni
scuole
e
giornali
cattolici
determina
fin
d
'
ora
,
nelle
sue
grandi
linee
,
il
duplice
indirizzo
del
governo
e
della
massa
rivoluzionaria
.
6
)
Separatismo
.
Usciti
trionfalmente
dal
carcere
i
responsabili
dei
moti
separatisti
di
Barcellona
,
il
problema
catalano
e
quello
separatista
in
genere
si
ripresenta
in
tutta
la
sua
gravità
.
«
La
questione
nota
un
giornale
di
destra
è
posta
esattamente
come
all
'
indomani
della
caduta
della
monarchia
.
I
catalani
più
moderati
esigono
che
il
nuovo
governo
rimetta
in
vigore
lo
statuto
catalano
,
tale
quale
fu
votato
,
si
ricorda
bene
in
mezzo
a
quale
agitazione
,
dalle
prime
Cortes
nel
1931
»
.
Il
rovesciamento
delle
posizioni
politiche
ha
rimesso
sul
tappeto
anche
questo
grave
problema
che
certamente
è
uno
dei
più
preoccupanti
per
la
Spagna
repubblicana
.
Come
uscirà
il
governo
da
tutte
queste
incertezze
di
programmi
e
di
metodi
,
da
questa
pressione
delle
passioni
rivoluzionarie
,
da
questa
instabilità
parlamentare
che
lo
agganciò
al
socialismo
,
da
questa
complessità
di
problemi
che
toccano
le
radici
della
stessa
Costituzione
repubblicana
?
E
non
solamente
questi
sono
gli
interrogativi
davanti
ai
quali
viene
posto
l
'
osservatore
della
situazione
spagnola
.
StampaQuotidiana ,
Prima
di
giudicare
i
motivi
che
hanno
indotto
il
Reich
alla
inattesa
e
clamorosa
iniziativa
di
sabato
scorso
,
e
di
valutare
conseguentemente
la
gravità
dell
'
attuale
tensione
europea
è
necessario
avere
una
esatta
nozione
degli
impegni
ai
quali
la
Germania
,
con
iniziativa
unilaterale
,
intende
rinunciare
.
Le
azioni
diplomatiche
e
societarie
dei
prossimi
giorni
verteranno
sulle
seguenti
infrazioni
:
1
)
Trattato
di
Versailles
(
sezione
III
)
.
L
'
art
.
42
prescrive
:
«
È
interdetto
alla
Germania
mantenere
o
costruire
fortificazioni
sia
sulla
riva
sinistra
del
Reno
,
sia
sulla
riva
destra
ad
ovest
di
una
linea
tracciata
a
50
km
ad
est
di
questo
fiume
»
.
L
'
art
.
43
aggiunge
:
«
Sono
ugualmente
interdetti
nella
zona
definita
dall
'
art
.
42
lo
stanziamento
o
il
concentramento
di
forze
armate
,
sia
a
titolo
permanente
,
sia
a
titolo
temporaneo
,
nonché
tutte
le
manovre
militari
,
di
qualsiasi
natura
,
ed
il
mantenimento
di
ogni
opera
di
mobilitazione
»
.
Infine
l
'
art
.
44
prevede
:
«
Nel
caso
in
cui
la
Germania
contravvenga
,
in
qualsiasi
maniera
,
alle
disposizioni
degli
articoli
42
e
43
,
essa
sarà
considerata
come
commettente
un
atto
ostile
contro
le
potenze
firmatarie
del
presente
trattato
e
come
provocatrice
di
turbamento
della
pace
del
mondo
»
.
2
)
Patto
di
Locarno
.
I
predetti
articoli
del
trattato
di
Versailles
sono
esplicitamente
richiamati
dal
Patto
di
Locarno
che
mira
appunto
a
fornire
garanzie
nell
'
osservanza
di
tali
impegni
.
L
'
art
.
1
del
Patto
di
Locarno
prescrive
:
«
Le
Alte
parti
contraenti
garantiscono
individualmente
e
collettivamente
,
come
è
stipulato
negli
articoli
seguenti
,
il
mantenimento
dello
statu
quo
territoriale
risultante
dalle
frontiere
fra
la
Germania
ed
il
Belgio
,
fra
la
Germania
e
la
Francia
,
e
la
inviolabilità
delle
dette
frontiere
come
sono
state
fissate
da
od
in
esecuzione
del
trattato
di
pace
firmato
a
Versailles
il
28
giugno
1919
,
nonché
l
'
osservanza
delle
disposizioni
dell
'
art
.
42
,
43
del
detto
trattato
riguardanti
la
zona
demilitarizzata
»
.
L
'
art
.
8
stabilisce
:
«
Il
presente
trattato
sarà
registrato
presso
la
Società
delle
Nazioni
in
conformità
del
Patto
della
Società
.
Esso
resterà
in
vigore
fino
a
che
,
su
domanda
di
una
delle
Alte
parti
contraenti
,
notificata
alle
altre
potenze
firmatarie
tre
mesi
prima
,
il
Consiglio
,
votando
alla
maggioranza
di
due
terzi
almeno
,
constati
che
la
Società
delle
Nazioni
assicura
alle
Alte
parti
contraenti
delle
garanzie
sufficienti
,
ed
il
trattato
cesserà
allora
i
suoi
effetti
allo
spirare
del
termine
di
un
anno
»
.
Dunque
per
ciò
che
riguarda
la
sostanza
(
ingresso
delle
truppe
nella
zona
smilitarizzata
)
si
avrebbe
un
'
infrazione
degli
articoli
42
e
43
del
trattato
di
Versailles
e
dell
'
art
.
1
del
Patto
di
Locarno
,
per
ciò
che
riguarda
la
procedura
della
denuncia
del
Patto
di
Locarno
si
avrebbe
un
'
infrazione
dell
'
art
.
8
di
detto
Patto
,
nonché
dell
'
art
.
3
che
prescrive
di
sottoporre
le
controversie
a
procedure
arbitrali
e
di
conciliazione
.
Nel
caso
delle
predette
infrazioni
quali
procedimenti
sono
previsti
dal
Patto
di
Locarno
?
Anzitutto
l
'
art
.
2
stabilisce
che
le
parti
non
stipulano
un
impegno
di
«
non
ricorso
»
alla
guerra
per
il
caso
in
cui
sia
necessaria
«
un
'
azione
immediata
»
di
carattere
militare
provocata
da
un
concentramento
di
forze
armate
nella
zona
smilitarizzata
.
In
secondo
luogo
si
determina
(
art
.
4
)
che
una
delle
parti
può
portare
immediatamente
la
controversia
davanti
al
Consiglio
della
Lega
,
il
quale
,
quando
avrà
constatato
che
una
tale
violazione
è
stata
commessa
,
ne
darà
avviso
alle
Potenze
firmatarie
del
trattato
le
quali
si
impegnano
di
prestare
immediata
assistenza
alla
Potenza
i
cui
interessi
sono
lesi
dall
'
infrazione
.
Tali
sono
i
termini
giuridici
della
controversia
.
In
realtà
la
questione
è
ben
più
ampia
,
e
va
,
con
i
suoi
aspetti
politici
e
militari
,
assai
oltre
queste
determinazioni
di
Patti
.
L
'
iniziativa
germanica
:..,
rimesso
sul
tappeto
,
in
una
forma
clamorosa
,
la
validità
non
solo
del
trattato
di
pace
che
nel
discorso
di
Hitler
viene
definito
«
funesto
»
,
«
insensato
»
,
«
odioso
»
,
«
irragionevole
»
,
ecc
.
ma
anche
di
un
Patto
,
quale
è
quello
di
Locarno
,
che
le
parti
hanno
volontariamente
e
liberamente
sottoscritto
.
Anzi
,
di
tale
Patto
fu
appunto
Stresemann
l
'
iniziatore
,
mentre
da
parte
franco
-
inglese
non
mancarono
titubanze
e
riserve
,
almeno
inizialmente
.
Lo
stesso
Hitler
riconfermava
la
volontà
di
rispettare
questo
accordo
negoziato
su
un
piede
di
uguaglianza
.
Il
trattato
franco
-
sovietico
,
non
ancora
ratificato
da
ambedue
i
rami
del
Parlamento
francese
,
viene
considerato
dalla
Germania
come
disse
Hitler
un
'
alleanza
militare
antitedesca
:
tale
sarebbe
stato
il
motivo
della
denuncia
del
Patto
di
Locarno
.
La
stampa
francese
fa
presente
come
una
parte
non
abbia
libertà
di
rinunciare
agli
impegni
se
non
secondo
le
procedure
che
prevedono
il
ricorso
a
Ginevra
,
il
deferimento
all
'
arbitrato
di
ogni
eventuale
controversia
,
il
perdurare
degli
effetti
del
Patto
fino
ad
un
anno
dopo
l
'
abrogazione
che
deve
essere
effettuata
non
dalle
parti
ma
dalla
Lega
(
art
.
8
)
.
Per
queste
ragioni
l
'
opinione
francese
considera
il
gesto
germanico
non
una
denuncia
ma
una
violazione
,
e
,
come
risulta
dalle
dichiarazioni
di
Sarraut
,
l
'
esame
delle
nuove
proposte
germaniche
viene
posposto
alla
questione
fondamentale
e
preliminare
di
trarre
le
conseguenze
contro
la
violazione
,
secondo
quanto
prevede
il
Patto
.
Passa
quindi
in
seconda
linea
la
questione
della
compatibilità
del
Patto
franco
-
russo
col
Patto
di
Locarno
,
sulla
quale
questione
del
resto
il
governo
francese
si
era
dichiarato
disposto
di
adire
alla
Corte
dell
'
Aja
davanti
alla
quale
la
Germania
avrebbe
potuto
far
valere
le
sue
argomentazioni
.
Quindi
da
parte
francese
come
ha
esplicitamente
detto
Sarraut
viene
rifiutata
ogni
trattativa
sulle
proposte
tedesche
e
sul
Patto
franco
-
sovietico
.
Il
punto
di
partenza
d
'
ogni
azione
della
Lega
,
alla
quale
la
Francia
si
è
rivolta
,
sarà
un
giudizio
sul
fatto
compiuto
della
militarizzazione
della
Renania
e
sul
fatto
compiuto
del
ripudio
unilaterale
dei
trattati
.
Le
riunioni
di
domani
a
Parigi
e
di
venerdì
a
Ginevra
verteranno
su
tali
argomenti
.
Prescindendo
dai
vari
e
complessi
motivi
extra
-
giuridici
che
hanno
determinata
l
'
iniziativa
tedesca
e
che
sono
presentati
sul
piano
di
imprescindibili
rivendicazioni
dell
'
onore
nazionale
,
si
assiste
con
preoccupazione
assai
viva
all
'
eclisse
di
quel
Patto
di
Locarno
il
quale
,
nella
foresta
delle
convenzioni
internazionali
,
si
poteva
considerare
il
principale
punto
di
orientamento
e
la
principale
garanzia
della
pace
.
Con
tale
Patto
veniva
posto
fine
alle
controversie
territoriali
in
quella
zona
renana
che
fu
sempre
motivo
di
penosi
turbamenti
,
ed
il
reciproco
riconoscimento
dei
confini
fra
la
Francia
,
il
Belgio
e
la
Germania
veniva
posto
sotto
la
garanzia
dell
'
Italia
e
dell
'
Inghilterra
.
Nessuna
soluzione
più
rispondente
alle
necessità
di
un
riavvicinamento
franco
-
germanico
,
di
una
cooperazione
anglo
-
italiana
poteva
essere
trovata
in
vista
di
un
assetto
della
pace
europea
sulla
base
di
una
sicurezza
veramente
«
collettiva
»
.
Collettivismo
pratico
e
positivo
,
non
rettorico
ed
astratto
.
A
Locarno
un
passo
gigantesco
era
stato
fatto
,
ma
l
'
ombra
del
trattato
di
Versailles
è
rimasta
proiettata
sugli
articoli
del
Patto
.
Oggi
il
rinato
nazionalismo
germanico
dà
alle
costruzioni
giuridiche
e
contrattuali
una
scossa
che
Hitler
ritiene
«
finale
nella
lotta
per
l
'
uguaglianza
dei
diritti
della
Germania
»
,
mentre
si
chiamano
gli
uomini
e
le
donne
del
Reich
a
«
fare
il
giuramento
di
non
retrocedere
davanti
ad
alcuna
misura
di
forza
per
ristabilire
l
'
onore
del
popolo
»
.
È
questa
la
strada
che
conduce
alla
ricostruzione
della
«
famiglia
europea
»
auspicata
da
Hitler
?
Troppo
odio
avvelena
il
mondo
mentre
la
parola
data
perde
il
suo
carattere
sacro
.
StampaQuotidiana ,
La
relazione
presentata
da
Stalin
all
'
Assemblea
plenaria
del
Comitato
Centrale
del
Partito
comunista
riunito
a
Mosca
il
3
marzo
viene
solo
ora
pubblicata
dalla
stampa
ufficiale
sovietica
.
Le
parole
del
dittatore
rosso
sono
autorevole
fonte
per
giudicare
quali
siano
i
propositi
della
nuova
politica
sovietica
sia
interna
che
estera
dopo
la
promulgazione
del
nuovo
ordinamento
costituzionale
dello
scorso
dicembre
,
ordinamento
che
ora
si
va
progressivamente
attuando
.
La
relazione
di
Stalin
,
alla
quale
non
manca
la
solita
prolissità
della
verbosa
eloquenza
sovietica
,
ha
soprattutto
la
preoccupazione
,
o
presunzione
,
di
mettere
le
cose
in
chiaro
a
proposito
dei
recenti
processi
e
della
ferocia
con
la
quale
si
è
proceduto
contro
la
vecchia
guardia
leninista
la
quale
è
stata
spazzata
via
dalla
nuova
ondata
di
terrore
staliniano
.
Nel
groviglio
delle
notizie
contraddittorie
e
tendenziose
è
bene
ascoltare
la
voce
che
viene
dal
Kremlino
,
poiché
nelle
stesse
parole
di
Stalin
vi
è
già
una
denuncia
della
miseria
morale
del
sistema
trionfante
.
Lo
spettro
interno
,
il
grande
e
spaventoso
spettro
del
bolscevismo
ufficiale
,
è
stato
ed
è
il
«
trotzkismo
»
.
È
opportuno
tener
presente
il
duplice
senso
che
ha
il
termine
«
trotzkismo
»
.
Anzitutto
significa
una
dottrina
rivoluzionaria
,
la
dottrina
rivoluzionaria
della
IV
Internazionale
che
sostiene
la
necessità
della
diffusione
del
comunismo
e
la
necessità
della
rivoluzione
mondiale
come
condizione
del
consolidamento
del
sistema
interno
del
comunismo
russo
(
questa
teoria
è
in
contrasto
con
quella
staliniana
che
inverte
i
termini
ponendo
in
primo
piano
il
consolidamento
del
sistema
comunista
in
Russia
)
.
In
secondo
luogo
per
«
trotzkismo
»
si
intende
il
nemico
interiore
,
il
nemico
che
il
comunismo
esprime
dal
suo
stesso
seno
,
diversamente
dal
nemico
esteriore
definito
sinteticamente
«
fascismo
»
.
La
relazione
di
Stalin
è
particolarmente
espressiva
nel
dipingere
a
chiare
tinte
questo
nemico
interiore
che
il
Kremlino
potrà
chiamare
anche
«
trotzkismo
»
ma
che
noi
chiamiamo
quintessenza
del
sistema
politico
e
del
costume
morale
sovietico
.
Stalin
ci
racconta
che
questi
comunisti
non
ortodossi
esercitavano
prevalentemente
la
loro
attività
in
combutta
con
elementi
dello
spionaggio
straniero
penetrando
con
la
loro
azione
corrosiva
nelle
«
organizzazioni
base
»
dello
Stato
.
Sulle
spalle
di
questi
cosiddetti
sabotatori
si
caricano
le
accuse
delle
peggiori
immoralità
pubbliche
e
private
,
e
Stalin
conclude
definendo
questa
gente
«
una
banda
di
sabotatori
senza
princìpi
,
di
spioni
e
di
assassini
»
.
Di
fronte
a
queste
definizioni
si
possono
porre
vari
interrogativi
.
Anzitutto
,
quale
è
il
regime
dal
cui
ambiente
i
sabotatori
,
gli
spioni
,
gli
assassini
escono
in
così
ricca
schiera
?
Si
tratta
forse
dell
'
immancabile
zavorra
di
ogni
regime
?
Per
rispondere
a
questa
domanda
bisogna
ricordare
che
,
escluso
Stalin
,
tutti
coloro
che
Lenin
ha
nel
suo
testamento
espressamente
nominati
come
suoi
eredi
spirituali
(
se
di
spirito
si
può
parlare
)
,
proprio
tutti
costoro
sono
stati
o
giustiziati
o
banditi
.
Quindi
i
sabotatori
,
gli
spioni
e
gli
assassini
sono
appunto
la
quintessenza
del
leninismo
.
Tutto
ciò
era
ben
noto
al
mondo
;
ma
la
definizione
staliniana
è
una
conferma
troppo
autorevole
per
non
esser
archiviata
.
Quale
fu
la
causa
di
questa
corrosione
interiore
esercitata
perfino
nelle
organizzazioni
-
base
?
Stalin
risponde
:
«
I
nostri
camerati
,
nel
corso
degli
ultimi
anni
,
sono
stati
interamente
assorbiti
dal
lavoro
economico
.
Offuscati
dai
successi
ottenuti
sul
terreno
economico
,
sono
arrivati
a
considerare
come
secondarie
,
poco
importanti
le
altre
questioni
che
sono
invece
essenziali
»
.
Evidentemente
si
tratta
di
mascherare
con
palliativi
le
ragioni
vere
del
disordine
,
cioè
la
crisi
del
sistema
che
si
allarga
ed
ingigantisce
malgrado
il
terrorismo
,
malgrado
la
vasta
rete
delle
organizzazioni
poliziesche
che
sono
costituite
da
camerati
non
certo
«
assorbiti
dal
lavoro
economico
»
.
Per
ridare
ossigeno
all
'
organizzazione
del
partito
,
che
è
in
crisi
sia
per
ciò
che
riguarda
i
principi
come
per
ciò
che
riguarda
la
pratica
,
Stalin
propone
un
nuovo
sistema
di
formazione
dei
dirigenti
e
di
organizzazione
dei
quadri
mediante
rigorose
selezioni
per
l
'
avanzamento
dei
lavoratori
nel
rango
dirigenti
.
Ciò
si
impone
specialmente
in
vista
delle
prossime
elezioni
nelle
quali
la
vantata
libertà
elettorale
dovrà
essere
arginata
dall
'
azione
del
partito
.
Stalin
riafferma
con
particolare
vigore
la
necessità
di
tener
fede
al
principio
della
lotta
di
classe
.
Ciò
può
servire
in
modo
particolare
a
coloro
che
si
illudono
ritenendo
possibile
un
miglioramento
del
sistema
sovietico
,
coloro
i
quali
,
come
affermava
il
Santo
Padre
nella
sua
enciclica
,
«
riferendosi
a
certi
cambiamenti
introdotti
recentemente
nella
legislazione
sovietica
ne
concludono
che
il
comunismo
sia
per
abbandonare
il
suo
programma
di
lotta
contro
Dio
»
.
«
Procurate
,
Venerabili
Fratelli
aggiungeva
il
Santo
Padre
che
i
fedeli
non
si
lascino
ingannare
.
Il
comunismo
è
intrinsecamente
perverso
»
.
A
proposito
della
lotta
di
classe
che
si
poteva
ritenere
almeno
assopita
con
la
dittatura
del
proletariato
,
Stalin
dice
:
«
È
necessario
combattere
e
rigettare
la
teoria
cattiva
secondo
la
quale
,
a
misura
che
avanziamo
,
la
lotta
di
classe
dovrebbe
per
noi
diminuire
,
la
teoria
cattiva
secondo
la
quale
a
misura
che
aumentano
i
nostri
successi
dovrebbe
diminuire
la
resistenza
dei
nostri
nemici
:
al
contrario
,
più
avanziamo
più
otterremo
successo
e
più
i
resti
delle
classi
che
abbiamo
vinte
si
eserciteranno
contro
di
noi
»
.
Quindi
,
rinnovata
insistenza
nella
lotta
classista
.
Quanto
alla
politica
estera
il
rapporto
di
Stalin
dice
ben
poco
.
Invece
è
espressiva
la
rimozione
avvenuta
negli
ultimi
giorni
del
sottosegretario
agli
Esteri
Krestinskij
il
quale
era
fautore
di
una
politica
di
avvicinamento
alla
Germania
in
contrasto
con
Litvinov
che
si
mantiene
favorevole
al
trattato
franco
-
sovietico
ed
alla
politica
societaria
.
Il
passaggio
di
Krestinskij
ad
altro
dicastero
è
considerato
come
un
rafforzamento
delle
direttive
di
Litvinov
che
,
anche
negli
avvenimenti
spagnoli
,
ha
una
politica
prevalentemente
interventista
nelle
cose
occidentali
.
StampaQuotidiana ,
Il
caso
Yagoda
interessa
non
tanto
come
episodio
del
terrorismo
sovietico
quanto
come
sintomo
di
una
evoluzione
del
regime
.
La
conoscenza
delle
cose
russe
è
spesso
così
indiretta
e
contraddittoria
che
la
politica
europea
è
costretta
a
far
tesoro
anche
di
semplici
episodi
per
poi
collegarli
allo
sviluppo
generale
delle
cose
russe
.
L
'
episodio
Yagoda
è
considerato
rivelatore
rispetto
i
rapporti
fra
la
politica
e
l
'
esercito
.
Le
grandi
organizzazioni
della
polizia
segreta
(
Ceka
,
Ghepeù
)
che
hanno
foscamente
caratterizzato
il
regime
sovietico
nel
primo
ventennio
di
vita
tendono
a
lasciare
posto
all
'
affermarsi
sempre
più
accentuato
di
una
dittatura
di
carattere
militare
la
quale
finirebbe
per
soppiantare
in
modo
definitivo
quell
'
oligarchia
politica
degli
intimi
collaboratori
di
Lenin
che
si
ritenevano
gli
eredi
della
dottrina
rivoluzionaria
.
Finché
il
regime
conservava
un
carattere
oligarchico
la
polizia
segreta
aveva
una
funzione
di
primo
piano
,
specialmente
in
rapporto
ai
sospetti
ed
agli
antagonismi
fra
i
vari
capi
.
Frantumata
l
'
oligarchia
con
la
strage
dei
leninisti
della
prima
ora
,
tutto
il
regime
tende
ad
assumere
un
'
altra
fisionomia
.
La
fisionomia
militarista
e
dittatoriale
,
lo
zarismo
rinnovato
nella
forma
,
ricopiato
nella
sostanza
.
Che
l
'
oligarchia
sia
negli
ultimi
anni
tramontata
,
è
stato
sufficientemente
ricordato
dalle
cronache
degli
ultimi
anni
.
Il
«
Temps
»
,
ricordando
sinteticamente
il
cammino
percorso
dal
1924
,
cioè
dall
'
anno
della
morte
di
Lenin
,
rileva
che
a
quell
'
epoca
Stalin
non
era
che
uno
dei
membri
del
triumvirato
supremo
del
quale
facevano
parte
anche
Zinoviev
e
Kamenev
.
Trotzkij
aveva
in
mano
l
'
esercito
,
ed
ai
supremi
posti
di
comando
dell
'
oligarchia
sovietica
stavano
Bucharin
,
Rykov
e
Tomskij
,
dei
quali
erano
primi
collaboratori
Radek
,
Piatakov
,
Sokolnikov
.
Questo
stato
maggiore
è
scomparso
e
con
esso
è
scomparso
il
regime
oligarchico
.
Trotzkij
si
è
salvato
in
esilio
,
Radek
è
in
prigione
,
Bucharin
e
Rykov
,
espulsi
dal
partito
sono
sorvegliati
speciali
:
tutti
gli
altri
furono
giustiziati
.
Stalin
non
è
però
rimasto
solo
:
il
potere
è
diventato
una
specie
di
condominio
con
Voroscilov
,
il
capo
dell
'
esercito
,
il
maresciallo
sovietico
che
prima
di
essere
un
uomo
di
partito
è
un
uomo
d
'
arme
,
un
soldato
.
Stalin
domina
la
Russia
con
il
braccio
di
Voroscilov
.
Yagoda
non
serve
più
,
la
Ceka
e
le
istituzioni
che
ne
hanno
ereditato
lo
spirito
(
se
di
spirito
si
può
parlare
)
non
servono
più
:
sono
state
aggregate
al
commissariato
degli
Interni
.
Il
dittatore
comanda
con
l
'
esercito
,
quindi
in
fondo
è
l
'
esercito
che
comanda
.
Il
«
Temps
»
osserva
:
«
Questa
influenza
crescente
fino
ad
apparire
preponderante
dell
'
armata
è
uno
dei
tratti
caratteristici
del
nuovo
regime
russo
.
L
'
esercito
è
,
prima
del
partito
,
l
'
essenziale
sostegno
.
I
militari
costituiscono
nella
nazione
una
casta
ricolma
di
privilegi
»
.
Se
tale
è
la
nuova
fisionomia
della
politica
russa
,
è
legittimo
chiedersi
se
il
regime
non
tenda
a
rinnovare
,
sia
pure
con
nuove
forme
,
il
vecchio
Stato
zarista
,
dispotico
,
militarista
,
burocratico
,
asiatico
.
Anche
la
storia
delle
rivoluzioni
è
metodica
.
La
Rivoluzione
francese
finì
a
normalizzarsi
nell
'
esercito
,
che
ben
presto
ripose
in
luce
e
sfarzo
e
protocolli
e
costume
dell
'
antico
regime
.
Di
instaurazione
del
capitalismo
borghese
non
si
parla
,
ma
in
nessun
tempo
l
'
economia
russa
ebbe
una
struttura
capitalistica
.
Evidente
è
invece
la
progressiva
liquidazione
delle
aziende
agricole
statali
(
sovkhoz
)
che
sono
sostituite
da
aziende
cooperative
(
kolkhoz
)
nelle
quali
l
'
iniziativa
privata
tende
a
divenire
sempre
più
preminente
.
L
'
evoluzione
della
politica
sovietica
,
oltre
avere
la
caratteristica
di
tendere
ad
uno
Stato
dittatoriale
-
militaristico
con
rinuncia
all
'
integrale
socializzazione
,
ha
altre
note
non
meno
degne
di
rilievo
.
La
scomparsa
dell
'
oligarchia
leninista
ha
prodotto
pure
la
scomparsa
di
gran
parte
dell
'
elemento
semita
che
caratterizzava
la
vecchia
guardia
.
Stalin
è
caucasico
,
e
l
'
affermazione
della
sua
supremazia
dittatoriale
è
accompagnata
da
una
progressiva
eliminazione
dell
'
elemento
ebraico
dai
posti
di
comando
:
alcuni
osservatori
sono
arrivati
perfino
a
considerare
l
'
azione
di
Stalin
come
una
forma
di
larvato
antisemitismo
.
In
realtà
,
il
motivo
antisemita
non
è
mai
emerso
nei
recenti
processi
e
si
può
perciò
ritenere
che
la
persecuzione
contro
la
vecchia
guardia
di
Lenin
sia
stata
operata
da
Stalin
per
motivi
di
gelosia
di
potere
e
non
per
motivi
razziali
o
religiosi
.
Conferma
di
ciò
si
ha
nel
fatto
che
la
politica
estera
sovietica
è
attualmente
guidata
da
elemento
in
grande
prevalenza
ebraico
.
La
questione
semitica
nei
riguardi
della
politica
sovietica
è
oggetto
di
considerazioni
in
rapporto
all
'
antagonismo
fra
Berlino
e
Mosca
.
La
stampa
francese
considera
l
'
ipotetico
antisemitismo
di
Mosca
come
una
delle
cause
atte
ad
attenuare
il
contrasto
germano
-
sovietico
,
contrasto
che
si
ritiene
ancor
più
riducibile
nel
caso
in
cui
la
politica
tedesca
venga
influenzata
da
Ludendorf
e
dalla
Reichswehr
che
è
in
parte
non
contraria
ad
un
riavvicinamento
con
Mosca
.
Si
tratta
però
di
congetture
,
poiché
ufficialmente
sia
a
Mosca
che
a
Berlino
si
insiste
nell
'
intransigenza
.
L
'
unica
cosa
veramente
positiva
è
la
militarizzazione
progressiva
del
regime
sovietico
,
militarizzazione
che
è
stata
documentata
dai
vari
episodi
che
hanno
accompagnato
lo
scandalo
Yagoda
.
StampaQuotidiana ,
Accanto
all
'
evoluzione
della
situazione
militare
spagnola
vi
è
una
evoluzione
della
situazione
civile
che
è
non
meno
significativa
della
prima
e
non
meno
necessaria
ad
integrare
il
quadro
delle
cose
spagnole
.
Dal
luglio
dello
scorso
anno
la
Spagna
che
si
definisce
«
governativa
»
ha
assistito
alla
nascita
e
morte
di
decine
di
governi
costituiti
non
solo
in
seguito
al
frantumarsi
dell
'
unità
nazionale
che
ha
incoraggiato
da
parte
repubblicana
lo
sviluppo
delle
autonomie
,
ma
anche
in
seguito
alla
lotta
fra
le
varie
correnti
dell
'
estremismo
socialista
ed
anarchico
in
perenne
dissenso
ed
in
perenne
difficoltà
a
mantenere
ordine
.
Dove
le
frazioni
si
contendono
manu
militari
il
potere
non
vi
è
legge
,
e
dove
non
vi
è
legge
non
vi
è
ordine
.
Questa
vicenda
di
trasformazioni
governative
,
che
caratterizza
la
politica
di
coloro
che
appunto
si
chiamano
«
governativi
»
,
deve
essere
documentata
in
quanto
fornisce
elementi
essenziali
per
un
giudizio
d
'
assieme
di
una
delle
più
micidiali
e
disastrose
convulsioni
della
storia
moderna
,
la
guerra
civile
spagnola
.
La
situazione
catalana
è
,
a
questo
proposito
,
sempre
simbolica
.
Gli
avvenimenti
degli
ultimi
giorni
hanno
riconfermato
che
in
tale
territorio
,
il
quale
si
dichiara
il
più
tenacemente
rosso
,
non
vi
è
un
governo
degno
di
tale
nome
.
A
Barcellona
la
Generalità
non
comanda
,
e
tanto
meno
comanda
il
remoto
governo
di
Valenza
,
il
quale
nei
consessi
internazionali
dichiara
di
rappresentare
tutta
la
Spagna
.
Una
delle
pagine
più
oscure
della
guerra
spagnola
è
il
trionfo
dell
'
arbitrio
anarchizzante
che
in
Catalogna
ha
instaurato
i
metodi
dell
'
assassinio
e
del
banditismo
:
anzi
la
stessa
organizzazione
del
banditismo
è
divenuta
organizzazione
statale
,
poiché
la
sorte
e
la
vita
stessa
dei
cittadini
è
rimasta
e
rimane
nelle
mani
dei
comitati
rivoluzionari
dal
cui
beneplacito
dipende
quel
minimo
di
libertà
che
può
essere
ancora
riconosciuta
.
Ed
i
profughi
catalani
ne
sanno
qualche
cosa
.
Ma
il
banditismo
e
l
'
anarchia
non
sono
forme
di
governo
:
sono
improvvisazioni
del
predominio
della
piazza
.
Per
questo
i
conflitti
degli
ultimi
giorni
fra
coloro
che
detengono
il
potere
non
possono
essere
oggetto
di
meraviglia
.
Sembra
che
la
causa
dell
'
ultimo
colpo
di
Stato
catalano
si
debba
cercare
nel
fatto
che
la
Generalità
,
sostenuta
dal
governo
di
Valenza
,
abbia
tentato
di
togliere
alla
Federazione
anarchica
la
sua
posizione
di
privilegio
.
Gli
anarchici
hanno
reagito
violentemente
e
la
«
crisi
governativa
»
si
è
tramutata
in
conflitti
armati
nelle
strade
di
Barcellona
.
La
Fai
è
passata
all
'
offensiva
:
le
sue
guardie
di
assalto
hanno
occupato
i
punti
strategici
della
città
ed
hanno
privata
la
Generalità
di
ogni
controllo
della
situazione
costringendo
il
presidente
Companys
a
fare
appello
alle
truppe
del
fronte
di
Aragona
,
ed
a
lanciare
un
manifesto
nel
quale
si
invitano
gli
operai
a
cessare
dalle
lotte
intestine
che
«
fanno
colare
il
sangue
a
fiotti
»
.
Secondo
testimonianze
dirette
,
il
pretesto
occasionale
sarebbe
stato
una
proposta
del
governo
di
Valenza
secondo
la
quale
un
generale
avrebbe
dovuto
essere
posto
a
capo
delle
forze
militari
catalane
.
Gli
anarchici
catalani
,
che
sono
pur
essi
«
governativi
»
,
hanno
opposto
resistenza
a
quanto
voleva
Valenza
:
la
Generalità
ha
allora
cercato
di
applicare
ugualmente
il
deliberato
di
Valenza
ma
ciò
ha
dato
motivo
allo
scontro
armato
.
Mentre
la
Generalità
ha
occupato
il
centro
di
Barcellona
,
la
Fai
ha
tenuto
sotto
il
suo
controllo
tutta
la
periferia
.
La
ragione
del
conflitto
è
però
ben
più
remota
.
Si
tratta
di
determinare
il
peso
che
deve
avere
la
Federazione
anarchica
iberica
nelle
nuove
condizioni
della
situazione
.
Gli
anarchici
,
osserva
il
«
Temps
»
,
avendo
dato
alla
guerra
civile
il
più
considerevole
contributo
di
forze
,
pretendono
ora
di
non
perdere
il
beneficio
che
tale
contributo
dovrebbe
loro
assicurare
.
Essendo
stati
dominati
a
Madrid
ed
a
Valenza
dalle
forze
socialcomuniste
,
unite
sotto
l
'
egida
di
Mosca
e
per
l
'
intervento
diretto
del
famoso
ambasciatore
sovietico
Rosenberg
,
la
cui
scomparsa
è
ancora
avvolta
nel
mistero
,
gli
anarchici
pretendono
continuare
,
almeno
in
Catalogna
,
il
controllo
assoluto
della
situazione
.
Quindi
la
lotta
fra
Barcellona
e
Valenza
non
è
che
una
lotta
fra
l
'
elemento
anarchico
e
l
'
elemento
socialcomunista
dei
«
governativi
»
.
Malgrado
le
assicurazioni
contenute
nei
comunicati
ufficiali
di
Barcellona
(
nei
quali
,
per
esempio
si
parla
di
morte
«
puramente
accidentale
»
del
«
camerata
Sesé
»
capo
dell
'
Unione
generale
dei
lavoratori
)
,
le
informazioni
dei
testimoni
passati
per
via
aerea
in
Francia
non
sono
rassicuranti
.
La
lotta
continuerebbe
per
le
strade
,
e
nello
stesso
palazzo
del
governo
ove
sarebbe
stato
assassinato
il
dirigente
socialista
Sesé
il
quale
era
stato
recentemente
nominato
consigliere
di
Giustizia
nel
Consiglio
provvisorio
della
Generalità
.
Questa
morte
è
un
sintomo
evidente
della
realtà
della
situazione
e
contribuisce
a
smentire
quelle
informazioni
ufficiali
secondo
le
quali
i
torbidi
di
Barcellona
sarebbero
stati
provocati
dall
'
elemento
monarchico
.
Assieme
al
Sesé
furono
assassinati
altri
elementi
del
socialismo
meno
rivoluzionario
.
Va
pure
sottolineato
che
lo
stesso
ambasciatore
di
Valenza
a
Parigi
,
in
un
comunicato
trasmesso
alla
stampa
,
riconosce
l
'
esistenza
a
Barcellona
di
«
qualche
gruppo
di
anarchici
in
buona
fede
i
quali
,
o
per
ideologia
o
per
temperamento
,
si
rifiutano
di
accettare
il
processo
di
consolidamento
e
di
rinforzamento
del
principio
di
autorità
rappresentato
dal
governo
di
Valenza
»
.
Con
parole
molto
prudenti
si
viene
a
riconoscere
ciò
che
tutti
affermano
:
che
le
stragi
di
Barcellona
hanno
il
loro
motivo
nel
contrasto
fra
gli
anarchici
catalani
ed
i
socialcomunisti
di
Valenza
.
La
risoluzione
di
compromesso
sembra
ora
assai
provvisoria
.
Continua
la
guerra
civile
nella
guerra
civile
.
StampaQuotidiana ,
Il
discorso
che
il
cancelliere
Schuschnigg
ha
tenuto
alla
Dieta
federale
austriaca
è
un
nobile
documento
di
dignità
e
di
coraggio
politico
.
In
un
momento
storico
nel
quale
i
destini
dell
'
Austria
sono
ritornati
ad
essere
oggetto
di
controversia
sotto
lo
stimolo
delle
rivendicazioni
razziali
,
il
successore
di
Dollfuss
ha
saputo
dire
una
parola
che
riassume
tutta
la
volontà
di
resistenza
della
nuova
Austria
:
dal
programma
di
Dollfuss
non
si
torna
indietro
.
Austria
indipendente
,
autonoma
,
tedesca
e
cristiana
.
Questa
è
la
pietra
di
paragone
della
condotta
degli
amici
e
dei
nemici
del
popolo
austriaco
,
questa
l
'
unica
bandiera
sotto
la
quale
possono
militare
le
formazioni
politiche
austriache
.
La
riaffermazione
del
principio
di
Dollfuss
offre
ancora
una
volta
una
orientazione
rettilinea
sia
per
la
politica
estera
che
per
la
politica
interna
.
All
'
estero
e
all
'
interno
gli
amici
ed
i
nemici
dell
'
Austria
si
manifestano
nel
riconoscere
o
nel
misconoscere
quel
principio
programmatico
.
Austria
indipendente
significa
che
il
popolo
austriaco
non
intende
subire
ingerenze
o
imposizioni
che
diminuiscano
o
tentino
diminuire
la
sua
autonomia
statale
.
Austria
tedesca
sì
,
ma
nell
'
ambito
dell
'
indipendenza
,
cioè
Austria
Stato
tedesco
:
ciò
significa
che
il
popolo
austriaco
non
intende
essere
considerato
«
minoranza
nazionale
»
di
nessun
altro
paese
,
non
intende
offrire
materia
agli
irredentismi
altrui
,
non
intende
che
la
sua
indipendenza
sia
considerata
come
una
delle
criticate
conseguenze
del
trattato
di
Versailles
,
essendo
essa
un
'
indipendenza
di
secolare
storia
.
Austria
cristiana
significa
che
il
popolo
austriaco
,
fedele
ad
una
millenaria
tradizione
religiosa
,
vuole
che
il
cristianesimo
continui
ad
essere
il
fondamentale
principio
ispiratore
della
sua
politica
.
Vuole
che
la
nazionalità
veda
nel
cristianesimo
non
un
nemico
da
perseguitare
ma
la
piattaforma
spirituale
della
vita
pubblica
e
privata
,
non
un
ordine
di
valori
da
posporre
ai
valori
razziali
ma
una
insurrogabile
spiritualità
alla
quale
deve
essere
categoricamente
subordinata
l
'
antropologia
razziale
.
La
vasta
eco
internazionale
del
discorso
di
Schuschnigg
si
deve
non
solo
alla
riaffermazione
della
politica
di
Dollfuss
ma
al
modo
ed
al
momento
nel
quale
questo
programma
viene
riaffermato
.
Il
cancelliere
Schuschnigg
il
quale
non
ha
attaccata
la
stampa
internazionale
per
ciò
che
è
stato
scritto
sull
'
incontro
di
Berchtesgaden
invece
di
illustrare
i
particolari
dei
colloqui
ha
preferito
inquadrare
storicamente
le
conclusioni
dell
'
incontro
.
Ed
il
quadro
storico
dice
che
fin
dal
1932
Dollfuss
aveva
sostenuta
l
'
amicizia
con
il
popolo
germanico
,
ma
aveva
pure
aggiunto
che
si
deve
trattare
di
una
«
amicizia
che
crea
diritti
ed
obblighi
»
.
Quindi
la
reciprocità
dei
diritti
e
dei
doveri
è
considerata
come
la
conditio
sine
qua
non
di
tale
amicizia
.
Il
cancelliere
Schuschnigg
ha
cercato
di
vedere
la
reciprocità
anche
nelle
conclusioni
di
Berchtesgaden
:
riaffermazione
dei
princìpi
di
non
-
ingerenza
contenuti
nell
'
accordo
dell'11
luglio
,
da
parte
della
Germania
;
da
parte
dell
'
Austria
,
invece
,
misure
di
clemenza
verso
i
condannati
politici
che
furono
vittime
e
strumenti
dell
'
inframmettenza
straniera
nelle
cose
interne
dell
'
Austria
.
Però
,
a
questo
proposito
,
Schuschnigg
ha
insistito
su
un
aspetto
fondamentale
delle
iniziative
prese
in
Austria
dopo
l
'
incontro
di
Berchtesgaden
:
ogni
ripresa
di
attività
politica
da
parte
degli
avversari
dell
'
attuale
regime
è
condizionata
al
riconoscimento
del
programma
di
Dollfuss
;
ciò
significa
che
è
condizionata
all
'
abbandono
di
quei
princìpi
di
nazionalsocialismo
che
servivano
di
motivo
per
combattere
la
politica
d
'
indipendenza
inaugurata
da
Dollfuss
.
La
precisazione
di
Schuschnigg
è
veramente
sostanziale
in
quanto
fa
comprendere
che
i
recenti
atti
di
clemenza
non
possono
avere
alcun
influsso
sulla
evoluzione
della
politica
interna
dell
'
Austria
,
né
possono
mutare
le
direttive
segnate
dal
successore
di
Dollfuss
;
vogliono
essere
solo
una
riconferma
che
la
politica
austriaca
non
ha
di
sua
natura
alcun
carattere
volutamente
ostile
alla
politica
dell
'
altro
Stato
tedesco
.
La
giornata
di
Berchtesgaden
è
ritenuta
una
giornata
di
pace
perché
,
da
parte
del
Reich
,
furono
rinnovate
assicurazioni
di
non
intervento
nelle
faccende
interne
dell
'
Austria
e
di
non
protezione
dei
movimenti
antigovernativi
austriaci
.
Ciò
che
ha
detto
Schuschnigg
in
proposito
deve
essere
letteralmente
sottolineato
poiché
non
si
trova
detto
in
maniera
così
dettagliata
né
in
discorsi
né
in
articoli
di
parte
germanica
.
«
Da
parte
del
Reich
tedesco
precisa
Schuschnigg
è
stata
rinnovata
l
'
assicurazione
che
si
intende
decisamente
garantire
il
non
intervento
nelle
faccende
interne
dell
'
Austria
essendo
il
governo
del
Reich
pronto
a
prendere
le
misure
che
escludano
l
'
intervento
da
parte
del
Reich
stesso
nelle
faccende
interne
dell
'
Austria
;
si
è
convenuto
e
precisato
che
quanti
finora
in
Austria
hanno
svolto
attività
illegale
non
possono
contare
in
nessun
modo
sulla
protezione
di
uffici
extrastatali
»
.
Si
sa
bene
quali
fossero
questi
uffici
extrastatali
e
fin
dove
mirava
arrivare
la
loro
azione
.
La
precisazione
di
Schuschnigg
che
invano
si
cercherebbe
altrove
dimostra
che
le
garanzie
e
riconferme
verbali
non
difettano
.
Assai
opportuna
è
stata
la
smentita
del
cancelliere
relativa
ad
un
mutamento
di
rapporti
con
l
'
Italia
.
Tra
i
due
paesi
vi
è
continuità
di
cooperazione
e
di
amicizia
e
l
'
Austria
conserva
vivo
il
ricordo
di
quanto
l
'
Italia
ha
fatto
nei
momenti
in
cui
l
'
indipendenza
austriaca
è
apparsa
particolarmente
minacciata
.
In
conclusione
il
discorso
di
Schuschnigg
chiarisce
molti
equivoci
,
mette
nella
loro
giusta
cornice
gli
avvenimenti
recenti
,
e
soprattutto
è
un
monito
severo
verso
quanti
o
con
le
parole
o
con
i
fatti
intendono
minacciare
il
programma
di
Dollfuss
al
quale
il
popolo
austriaco
conserva
fedeltà
:
Austria
indipendente
,
tedesca
,
cristiana
.
StampaQuotidiana ,
I
precipitosi
avvenimenti
austriaci
richiedono
un
'
ordinata
e
chiarificatrice
esposizione
dei
fatti
mediati
ed
immediati
che
hanno
portato
l
'
Europa
di
fronte
all
'
improvvisa
situazione
odierna
.
In
questi
ultimi
anni
la
situazione
interna
della
Repubblica
austriaca
presentava
un
'
incognita
nelle
forze
di
parte
più
efficienti
e
quindi
sulle
sue
sorti
specialmente
in
rapporto
alle
aspirazioni
germaniche
nazistiche
:
un
sol
popolo
e
un
solo
Reich
.
Se
il
pubblico
potere
aveva
potuto
fronteggiare
le
correnti
socialiste
e
comuniste
,
quelle
naziste
non
erano
mai
state
nettamente
dominate
sempre
per
rispetto
al
potente
vicino
che
non
aveva
lasciato
occasione
per
dichiarare
che
dalle
condizioni
che
sarebbero
state
create
ai
suoi
amici
austriaci
,
dipendevano
i
buoni
rapporti
con
la
Germania
e
la
sua
condotta
verso
il
secondo
piccolo
Stato
tedesco
.
Lo
stesso
assassinio
di
Dollfuss
se
aveva
potuto
imprimere
una
maggiore
energia
ai
tutori
dell
'
indipendenza
austriaca
,
non
aveva
però
,
per
l
'
intervento
diplomatico
del
Reich
,
posto
l
'
Austria
su
un
definitivo
e
pacifico
terreno
a
questo
riguardo
.
Mentre
in
Europa
la
causa
austriaca
,
che
in
quell
'
ora
tragica
sembrava
essere
tornata
al
primo
piano
delle
intangibili
situazioni
territoriali
create
dalla
guerra
,
rientrava
nelle
incertezze
e
nelle
alternative
delle
varie
gare
e
combinazioni
politiche
,
si
accreditava
sempre
più
all
'
estero
l
'
idea
che
le
forze
preponderanti
nella
Repubblica
fossero
naziste
e
soprattutto
fra
i
giovani
.
Il
cancellierato
del
dr
.
Schuschnigg
si
volse
ad
una
progressiva
normalizzazione
delle
condizioni
interne
,
riunendo
nel
governo
tutto
il
controllo
della
vita
pubblica
e
,
quali
si
fossero
le
reali
proporzioni
delle
correnti
politiche
,
cercando
di
convogliarle
mediante
un
Fronte
patriottico
che
doveva
associare
coloro
,
che
,
quale
ne
fosse
il
particolare
pensiero
,
erano
tuttavia
per
la
Patria
indipendente
e
cristiana
.
Indubbiamente
questo
pur
faticoso
sforzo
dovette
riuscir
proficuo
,
se
la
Germania
si
decise
all
'
incontro
di
Berchtesgaden
,
soccorrendo
il
nazismo
austriaco
,
incapace
di
ostacolare
l
'
opera
unificatrice
del
cancelliere
.
Nel
colloquio
,
è
noto
,
si
chiese
in
modo
che
il
rappresentante
del
piccolo
Stato
non
poté
rifiutare
che
i
nazisti
fossero
ammessi
nel
Fronte
patriottico
e
nel
governo
,
e
libera
fosse
la
loro
propaganda
,
sebbene
non
come
azione
di
partito
.
L
'
influenza
che
essi
avrebbero
d
'
ora
in
poi
potuto
spiegare
e
conquistare
inserendosi
nel
Fronte
patriottico
,
non
rendeva
questa
azione
più
necessaria
.
In
questi
termini
si
segnò
la
«
pace
tedesca
»
che
Hitler
al
Reichstag
e
Schuschnigg
a
Vienna
illustrarono
,
con
una
certa
uniformità
di
linguaggio
,
pur
lasciando
trasparire
in
quello
del
cancelliere
austriaco
la
persuasione
che
l
'
esperimento
,
cui
aveva
dovuto
accedere
,
poteva
essere
ancora
fecondo
di
risultati
positivi
per
l
'
indipendenza
dell
'
Austria
;
soprattutto
per
la
indubbia
reazione
suscitata
all
'
interno
e
all
'
estero
.
All
'
interno
anzi
,
si
manifestò
la
netta
preponderanza
del
Fronte
patriottico
.
Di
qui
,
subito
,
un
atteggiamento
di
reazione
dei
nazisti
o
per
una
più
larga
interpretazione
sulle
attività
loro
concesse
,
o
addirittura
contro
la
«
pace
tedesca
»
basata
sullo
statu
quo
della
preponderanza
dell
'
autorità
e
delle
forze
governative
.
Il
discorso
del
nuovo
ministro
dell
'
Interno
Seyss
Inquart
a
Linz
si
può
dire
l
'
indice
più
significativo
di
codesto
stato
di
animo
,
mentre
quello
del
ministro
Zernatto
,
segretario
del
Fronte
patriottico
,
alla
radio
di
Vienna
,
rappresentò
il
pensiero
del
cancelliere
secondo
le
intese
conchiuse
.
La
«
pace
tedesca
»
era
già
ai
due
fronti
,
l
'
uno
contro
l
'
altro
armati
.
Ad
affrontare
con
sicura
coscienza
e
in
piena
responsabilità
il
compito
che
così
si
delineava
,
cioè
l
'
attuazione
dei
patti
di
Berchtesgaden
nella
premessa
inviolabile
dell
'
indipendenza
austriaca
,
decise
il
cancelliere
al
plebiscito
.
Le
forze
naziste
si
schierarono
immediatamente
alla
opposizione
,
affermando
la
sorpresa
della
deliberazione
e
la
sua
illegalità
.
Ma
mentre
il
loro
centro
di
Graz
inviava
in
questo
senso
una
protesta
al
presidente
della
Repubblica
,
per
ottenere
almeno
un
rinvio
,
le
dimostrazioni
per
le
vie
di
Graz
,
di
Vienna
,
di
Linz
si
svolgevano
al
grido
di
:
viva
Hitler
,
un
sol
popolo
,
un
solo
Reich
.
Evidente
segno
che
la
«
pace
tedesca
»
non
era
stata
accettata
sulla
base
e
con
il
fine
dell
'
indipendenza
austriaca
;
che
comunque
vi
si
era
scorto
solo
il
cavallo
di
Troia
,
per
portare
entro
la
riproclamata
indipendenza
dell
'
Austria
l
'
unione
con
la
Germania
il
solo
führer
e
il
solo
Reich
d
'
un
solo
popolo
;
che
infine
queste
intenzioni
e
tendenze
potevan
essere
frustrate
dal
plebiscito
impostato
sull
'
Austria
libera
e
tedesca
,
indipendente
e
sociale
,
cristiana
e
unita
.
In
verità
il
plebiscito
non
era
cosa
nuova
.
Per
suo
conto
nel
discorso
di
Innsbruck
il
dr
.
Schuschnigg
,
in
cui
l
'
annunciava
,
aveva
ricordato
come
da
anni
lo
si
chiedesse
.
D
'
altra
parte
le
correnti
naziste
l
'
avevano
sempre
preconizzato
così
che
l
'
Europa
prevedeva
il
«
mezzo
legale
»
con
cui
si
sarebbe
arrivato
all
'
Anschluss
;
e
l
'
avrebbero
reclamato
improrogabilmente
quando
fossero
giunte
alla
possibilità
o
alla
persuasione
di
averlo
favorevole
.
Per
ciò
che
riguarda
la
illegalità
bisogna
precisare
che
,
in
questo
caso
,
il
significato
della
parola
«
plebiscito
»
era
letterale
,
in
quanto
era
un
appello
al
popolo
ma
non
nel
senso
giuridico
e
politico
,
assegnatogli
dalle
tradizioni
e
dalle
Costituzioni
.
Qui
si
trattava
di
una
consultazione
popolare
che
il
cancelliere
del
governo
austriaco
intendeva
di
fare
per
ragioni
non
differenti
dalle
ragioni
di
un
qualsiasi
capo
di
governo
,
che
voglia
consultare
il
Parlamento
.
Ogni
qualvolta
un
voto
di
fiducia
può
confortare
il
suo
atteggiamento
e
i
suoi
intendimenti
o
comunque
indicargli
la
via
da
seguire
,
la
consultazione
dei
rappresentanti
del
popolo
rientra
neI
campo
di
una
normale
prudenza
,
utile
alle
stesse
opposizioni
,
e
di
un
riconosciuto
diritto
.
Il
cancelliere
in
Austria
non
faceva
altrimenti
di
fronte
al
popolo
,
in
un
'
ora
decisiva
,
in
cui
non
solo
per
la
sua
condotta
,
ma
per
i
termini
stessi
della
pace
stabilita
,
credette
necessario
che
nessun
dubbio
indebolisse
o
rendesse
incerto
il
lavoro
che
la
doveva
attuare
.
Gli
avvenimenti
che
susseguirono
,
sono
così
recenti
che
è
superfluo
riassumerli
.
Bisognava
però
illuminarli
nelle
loro
premesse
.
StampaQuotidiana ,
Ad
una
settimana
di
distanza
dall
'
occupazione
nazista
dell
'
Austria
,
negli
ambienti
diplomatici
permane
un
certo
nervosismo
per
la
situazione
cecoslovacca
.
Il
nervosismo
prende
motivo
dall
'
instabilità
della
situazione
provocata
dal
repentino
crollo
del
blocco
di
garanzie
dei
trattati
che
impegnavano
tutte
le
grandi
potenze
al
mantenimento
dello
statu
quo
territoriale
nel
centro
-
Europa
.
Solo
ora
si
incomincia
ad
individuare
con
chiarezza
i
molteplici
aspetti
della
nuova
situazione
danubiana
,
quale
viene
stabilizzandosi
attorno
al
forte
impulso
di
espansione
nazista
verso
il
Sud
.
Dal
punto
di
vista
della
situazione
interna
dell
'
Austria
è
in
atto
un
processo
di
estensione
al
territorio
austriaco
della
nota
politica
del
3°
Reich
,
con
i
suoi
piani
economici
e
politici
,
con
la
sua
legislazione
alla
quale
il
nazismo
ha
impresso
una
impronta
inconfondibile
.
Pur
essendo
del
massimo
interesse
questa
applicazione
del
nazismo
sul
territorio
recentemente
occupato
(
territorio
che
in
seno
ad
una
comunità
tedesca
ha
proprie
caratteristiche
tradizioni
religiose
,
sociali
e
politiche
)
,
la
stampa
internazionale
rivolge
la
propria
attenzione
non
tanto
al
fatto
compiuto
quanto
allo
sviluppo
generale
della
politica
nazista
la
quale
procede
con
similarità
di
metodi
anche
nelle
sue
affermazioni
che
hanno
riflessi
internazionali
(
dalla
rimilitarizzazione
della
Renania
all
'
occupazione
militare
dell
'
Austria
)
.
È
questo
interesse
per
i
riflessi
internazionali
che
continua
a
tener
desta
la
diplomazia
in
merito
alla
questione
cecoslovacca
.
Infatti
l
'
Anschluss
,
dal
punto
di
vista
geografico
,
ha
raddoppiate
le
frontiere
germaniche
con
la
Svizzera
,
ha
creato
nuove
frontiere
della
Germania
con
l
'
Italia
,
con
la
Jugoslavia
,
con
l
'
Ungheria
,
ed
ha
aumentate
di
quasi
un
terzo
le
frontiere
con
la
Cecoslovacchia
.
Ma
non
è
semplicemente
questo
aumento
di
frontiere
che
provoca
preoccupazioni
.
Le
preoccupazioni
nascono
dal
fatto
che
la
nuova
situazione
geografica
in
cui
si
viene
a
trovare
la
Cecoslovacchia
(
situazione
che
i
tecnici
militari
considerano
duramente
sostenibile
data
la
morsa
nella
quale
è
stretta
la
Boemia
)
coincide
con
le
agitazioni
delle
forti
minoranze
tedesche
aggregate
allo
Stato
cecoslovacco
.
Queste
minoranze
tedesche
hanno
preso
motivo
dal
recente
fatto
per
riaffermare
la
loro
simpatia
verso
il
Reich
tedesco
.
I
capi
del
Partito
dei
sudeti
(
Henlein
,
Frank
Rosche
)
hanno
tenuto
discorsi
in
Parlamento
ed
in
piazza
per
manifestare
il
loro
entusiasmo
verso
l
'
Anschluss
.
Malgrado
che
il
governo
di
Praga
abbia
cercato
di
accordare
uguaglianza
assoluta
dei
diritti
alle
minoranze
tedesche
(
basti
ricordare
l
'
ultimo
accordo
del
18
febbraio
1937
)
l
'
agitazione
minoritaria
è
ben
lungi
dal
calmarsi
.
Anche
i
mutamenti
in
seno
al
governo
cecoslovacco
(
mutamenti
che
ne
hanno
allargata
la
base
)
non
sono
serviti
a
limitare
l
'
agitazione
.
Pur
non
avendo
questa
agitazione
dei
fini
espliciti
,
si
afferma
che
data
la
difficoltà
di
realizzare
un
'
altra
Anschluss
vi
sarebbero
correnti
tedesche
che
desidererebbero
una
trasformazione
dello
Stato
cecoslovacco
in
un
senso
federale
con
rinuncia
delle
sue
alleanze
con
Parigi
e
Mosca
e
passaggio
alla
condizione
di
Stato
neutrale
.
In
questo
modo
la
politica
germanica
verso
l
'
Est
non
avrebbe
più
sul
fianco
la
potenza
militare
cecoslovacca
.
Mentre
si
manifestano
questi
pareri
le
cancellerie
lavorano
.
Paul
Boncour
,
dopo
una
serie
di
colloqui
con
il
rappresentante
del
governo
cecoslovacco
a
Parigi
,
ha
rivolto
domanda
al
Foreign
Office
per
sapere
quale
sarà
l
'
atteggiamento
dell
'
Inghilterra
nel
caso
in
cui
la
Francia
fosse
costretta
ad
un
intervento
per
assistere
la
Cecoslovacchia
.
Il
comunicato
ufficiale
dell
'
Havas
parla
esplicitamente
di
una
«
nuova
minaccia
che
pesa
ormai
sulla
Cecoslovacchia
,
alleata
della
Francia
e
considerata
come
l
'
ultimo
baluardo
contro
l
'
espansione
pangermanica
nell
'
Europa
centrale
ed
orientale
»
.
Mentre
la
Piccola
Intesa
,
sotto
l
'
influenza
jugoslava
,
non
ha
creduto
neppure
di
riunirsi
per
esaminare
la
situazione
nuova
che
la
interessa
così
da
vicino
,
uno
scambio
di
idee
è
in
corso
fra
Parigi
e
Londra
.
Nel
suo
discorso
ai
Comuni
,
Chamberlain
ha
fatto
comprendere
che
l
'
Inghilterra
non
ha
alcun
obbligo
di
intervenire
a
difesa
della
Cecoslovacchia
,
non
avendo
alcun
impegno
di
assistenza
.
Con
ciò
l
'
Inghilterra
non
intende
disinteressarsi
di
tale
situazione
.
Anzi
Chamberlain
,
polemizzando
ai
Comuni
con
la
lettera
di
von
Neurath
,
ha
detto
che
la
questione
austro
-
germanica
non
è
una
questione
interna
della
Germania
,
come
sosteneva
la
lettera
,
poiché
l
'
Austria
,
quale
membro
della
Lega
,
era
direttamente
legata
con
gli
altri
membri
della
Sdn
.
Lo
stesso
rilievo
viene
ripetuto
a
proposito
della
Cecoslovacchia
.
L
'
atteggiamento
inglese
non
è
ancora
definito
nelle
sue
linee
precise
,
mentre
la
Francia
ha
riaffermato
i
suoi
impegni
di
assistenza
.
Londra
invece
sta
studiando
la
situazione
che
è
stata
discussa
in
tutti
i
recenti
consigli
dei
ministri
britannici
.
È
stato
pure
chiesto
il
parere
dei
tecnici
militari
.
Oltre
questi
pareri
l
'
Inghilterra
ha
chiesto
a
Praga
informazioni
dirette
sullo
stato
attuale
dei
suoi
rapporti
con
il
Reich
.
È
noto
infatti
che
il
sorvolo
del
territorio
cecoslovacco
da
parte
di
aeroplani
germanici
nei
giorni
dell
'
occupazione
dell
'
Austria
ha
dato
motivo
ad
un
passo
diplomatico
cecoslovacco
a
Berlino
.
Il
governo
tedesco
ha
dato
delle
assicurazioni
affermando
che
ogni
eventuale
sorvolo
era
in
contrasto
con
ordini
impartiti
:
ha
aggiunto
che
al
momento
di
effettuare
la
marcia
su
Vienna
fu
ordinato
alle
truppe
germaniche
di
restare
a
quindici
chilometri
di
distanza
dalla
frontiera
cecoslovacca
.
Inoltre
il
maresciallo
Goering
avrebbe
dichiarato
al
ministro
cecoslovacco
a
Parigi
,
Mastny
,
che
il
Reich
non
ha
intenzioni
ostili
verso
Praga
.
Altre
assicurazioni
ufficiali
non
sono
mancate
e
non
mancheranno
.
I
giornali
di
Praga
però
attribuiscono
scarso
valore
alle
espressioni
verbali
,
dato
il
carattere
e
la
vivacità
delle
agitazioni
minoritarie
.
Non
si
esclude
la
possibilità
di
una
garanzia
multipla
dell
'
integrità
territoriale
della
Cecoslovacchia
e
,
in
attesa
pure
di
nuove
assicurazioni
nel
discorso
che
Hitler
terrà
al
Reichstag
,
l
'
atteggiamento
inglese
continua
ad
essere
riservato
.
StampaQuotidiana ,
L
'
attesissimo
discorso
di
Chamberlain
si
può
considerare
l
'
ultima
e
definitiva
parola
sulle
prospettive
della
politica
inglese
nei
tre
settori
:
mediterraneo
,
renano
,
danubiano
.
Per
il
settore
mediterraneo
nessun
nuovo
elemento
è
offerto
dalle
dichiarazioni
del
premier
inglese
.
Infatti
la
fiducia
di
una
conclusione
positiva
dei
negoziati
con
l
'
Italia
ha
sempre
animate
le
direttive
di
Chamberlain
che
di
tali
negoziati
è
sempre
stato
convinto
ed
attivo
sostenitore
.
Importa
solo
sottolineare
l
'
ottimismo
del
capo
del
governo
britannico
e
la
soddisfazione
per
i
risultati
dei
colloqui
in
corso
i
quali
avrebbero
già
portato
all
'
accordo
su
varie
questioni
.
Anche
per
la
Spagna
nulla
di
nuovo
,
contrariamente
a
quanto
la
stampa
,
specialmente
di
sinistra
aveva
congetturato
negli
ultimi
tempi
.
L
'
Inghilterra
,
dice
Chamberlain
,
è
per
il
non
intervento
,
anche
se
il
non
intervento
è
violato
dagli
altri
.
Esprime
solo
il
desiderio
che
la
situazione
spagnola
non
venga
mutata
con
l
'
invio
di
nuove
truppe
straniere
,
ma
non
chiede
espressamente
che
ora
i
volontari
italiani
siano
ritirati
,
né
si
illude
che
sia
possibile
ed
attuabile
un
'
operazione
del
genere
.
Insiste
invece
sulle
garanzie
ottenute
dall
'
Italia
in
fatto
di
intangibilità
del
territorio
continentale
della
Spagna
nonché
delle
isole
.
La
politica
inglese
nel
settore
danubiano
è
una
chiara
ed
esplicita
riconferma
degli
impegni
che
l
'
Inghilterra
si
è
assunti
con
il
trattato
di
Locarno
:
portare
aiuto
sia
alla
Francia
che
al
Belgio
nel
caso
in
cui
queste
due
nazioni
siano
vittime
di
un
'
ingiusta
aggressione
.
Questa
riconferma
delle
garanzie
inglesi
della
frontiera
renana
fa
sì
che
in
questo
settore
le
posizioni
siano
ben
più
chiare
di
quanto
non
lo
fossero
nel
1914
:
si
sa
esplicitamente
che
l
'
Inghilterra
interverrà
automaticamente
a
favore
sia
della
Francia
che
del
Belgio
se
questi
due
paesi
sono
aggrediti
.
Le
cose
si
complicano
quando
si
passa
al
settore
dell
'
Europa
centro
-
orientale
.
Sono
ormai
universalmente
note
le
cause
delle
preoccupazioni
per
questa
delicata
zona
della
politica
europea
.
Infatti
la
zona
critica
dell
'
equilibrio
europeo
non
è
più
,
come
nel
1914
,
ad
occidente
ma
ad
oriente
.
(
Del
resto
non
si
può
dimenticare
che
le
occasioni
della
conflagrazione
mondiale
furono
offerte
dai
contrasti
fra
grandi
e
piccoli
Stati
proprio
nell
'
Europa
danubiana
)
.
Tranquillizzate
per
10
anni
(
patto
decennale
germano
-
polacco
)
le
controversie
fra
Berlino
e
Praga
per
il
corridoio
polacco
che
divide
la
Prussia
orientale
dalla
occidentale
,
liquidata
la
questione
austriaca
con
l
'
occupazione
del
territorio
dell
'
Austria
,
i
punti
nevralgici
restano
due
:
la
Lituania
al
Nord
,
la
Cecoslovacchia
al
centro
.
Le
controversie
germano
-
lituane
furono
in
passato
assai
animose
,
ma
nel
momento
attuale
sono
in
una
fase
di
calma
:
il
contrasto
si
è
spostato
fra
la
Lituania
e
la
Polonia
oramai
in
via
di
composizione
.
Resta
invece
sempre
aperta
e
viva
la
questione
cecoslovacca
.
Infatti
il
Reich
ha
dato
garanzie
di
rispettare
la
neutralità
del
Belgio
e
della
Svizzera
;
ha
pure
dichiarato
che
nessuna
controversia
territoriale
è
viva
con
la
Francia
e
che
i
confini
con
l
'
Italia
sono
intangibili
.
Invece
nessuna
specifica
garanzia
è
stata
data
a
Praga
.
Al
contrario
,
l
'
agitazione
delle
minoranze
tedesche
offre
motivi
a
serie
preoccupazioni
.
Diplomaticamente
la
situazione
della
Cecoslovacchia
è
chiara
.
Nessun
patto
di
assistenza
Praga
ha
concluso
né
con
la
Germania
,
né
con
la
Polonia
,
né
con
l
'
Ungheria
.
Alla
Romania
è
unita
per
mezzo
delle
garanzie
piccolo
-
intesiste
.
Con
la
Francia
e
con
la
Russia
,
Praga
ha
impegni
positivi
concretati
in
due
patti
di
mutua
assistenza
.
In
funzione
di
questi
patti
,
se
la
Cecoslovacchia
è
attaccata
,
la
Francia
e
la
Russia
dovrebbero
muovere
in
suo
aiuto
.
È
noto
che
né
la
Francia
né
la
Russia
hanno
frontiere
in
comune
con
la
Cecoslovacchia
.
Quindi
,
se
l
'
assistenza
dovesse
essere
militare
,
la
sua
attuazione
potrebbe
far
scoppiare
almeno
tre
focolai
di
guerra
in
Europa
.
Di
fronte
a
queste
prospettive
l
'
Inghilterra
è
rimasta
sempre
perplessa
.
Londra
non
è
unita
con
Praga
da
alcun
patto
di
assistenza
:
ha
verso
Praga
solo
i
doveri
che
ha
un
membro
della
Lega
verso
un
altro
membro
.
Questi
doveri
sono
precisati
dall
'
art
.
16
del
Patto
e
possono
arrivare
fino
all
'
assistenza
militare
.
Però
l
'
obbligo
non
è
automatico
.
Anche
se
il
Consiglio
dichiara
che
vi
è
aggressione
e
delibera
le
sanzioni
sia
militari
che
economiche
,
dipende
sempre
dall
'
arbitrio
di
ciascun
paese
l
'
applicazione
o
no
dell
'
assistenza
deliberata
.
Nessun
automatismo
è
previsto
dal
Patto
.
Chamberlain
,
nel
suo
discorso
di
ieri
,
invece
di
fissare
un
programma
della
politica
britannica
nell
'
Europa
centro
-
orientale
,
ha
preferito
ricordare
quali
siano
gli
impegni
di
Londra
verso
Praga
,
ed
in
questo
modo
ha
prospettati
i
possibili
atteggiamenti
della
politica
inglese
di
fronte
alle
ipotetiche
controversie
centro
-
europee
.
Parigi
aveva
chiesto
a
Londra
che
cosa
farà
l
'
Inghilterra
neI
caso
in
cui
la
Francia
entri
in
guerra
per
portare
aiuto
alla
Cecoslovacchia
aggredita
.
Londra
risponde
che
non
ha
alcun
obbligo
di
portare
aiuto
alla
Cecoslovacchia
,
non
essendo
legata
a
Praga
da
alcun
patto
d
'
assistenza
,
e
non
essendo
automatici
gli
impegni
di
assistenza
previsti
dal
Patto
.
Quindi
l
'
Inghilterra
non
seguirà
necessariamente
la
Francia
in
una
guerra
che
ha
per
obiettivo
l
'
assistenza
della
Cecoslovacchia
contro
gli
aggressori
.
Potrà
intervenire
o
non
intervenire
a
lato
della
Francia
.
Cioè
si
riserva
piena
libertà
d
'
azione
nel
giudicare
se
il
conflitto
sia
tale
(
per
le
sue
cause
e
le
sue
forme
)
da
rendere
opportuno
un
intervento
.
Tutto
ciò
dipende
dal
crollo
(
non
a
parole
ma
a
fatti
)
della
politica
societaria
che
solo
con
un
'
azione
collettiva
in
difesa
di
uno
Stato
aggredito
potrebbe
rialzare
il
suo
prestigio
.
Chamberlain
ha
ripetuto
varie
volte
anche
nel
suo
discorso
che
l
'
Inghilterra
entrerà
in
guerra
solo
per
difendere
la
sua
integrità
territoriale
e
le
sue
vie
di
comunicazione
.
Una
sola
eccezione
si
fa
per
le
frontiere
renane
(
le
quali
come
disse
Baldwin
sono
frontiere
inglesi
)
.
Quindi
le
garanzie
di
carattere
societario
,
data
la
carenza
di
ogni
automatismo
,
possono
restare
come
si
è
visto
nel
caso
dell
'
Austria
membro
della
Lega
lettera
morta
.
La
politica
europea
è
ormai
ritornata
in
pieno
alla
politica
prebellica
delle
alleanze
,
politica
di
cui
il
riarmo
universale
è
la
più
diretta
ed
inevitabile
conseguenza
.
StampaQuotidiana ,
Francia
ed
Inghilterra
hanno
ufficialmente
riconosciuto
il
governo
del
gen
.
Franco
.
I
dettagli
circa
la
nomina
degli
ambasciatori
interesseranno
la
cronaca
dei
prossimi
negoziati
internazionali
.
Ora
vi
è
il
fatto
capitale
del
riconoscimento
deliberato
dai
due
Consigli
dei
ministri
e
già
approvato
dal
Parlamento
francese
.
D
'
altra
parte
non
vi
è
alcun
dubbio
sull
'
approvazione
(
che
si
avrà
forse
domani
)
da
parte
della
Camera
dei
Comuni
.
È
necessario
,
al
di
sopra
dei
commenti
della
stampa
,
considerare
e
tenere
ferme
le
ragioni
del
riconoscimento
che
Daladier
e
Chamberlain
hanno
illustrato
nei
loro
brevi
ma
precisi
discorsi
.
Ciò
servirà
ad
eliminare
ogni
equivoco
circa
la
natura
del
riconoscimento
.
Daladier
ponendo
la
questione
di
fiducia
sulle
sue
dichiarazioni
in
risposta
ad
alcune
interpellanze
socialcomuniste
è
riuscito
ad
ottenere
,
dalla
Camera
del
Fronte
popolare
,
un
'
autorizzazione
preventiva
al
riconoscimento
di
Franco
.
Il
voto
della
Camera
si
è
avuto
venerdì
;
la
deliberazione
del
governo
è
stata
presa
ieri
.
Le
interpellanze
dell
'
opposizione
parlamentare
francese
si
possono
riassumere
in
un
solo
argomento
:
il
riconoscimento
di
Franco
implica
il
riconoscimento
di
una
situazione
caratterizzata
dalla
presenza
in
Spagna
di
eserciti
stranieri
che
non
permetterebbero
di
constatare
una
vera
e
propria
indipendenza
spagnola
.
Daladier
è
partito
dalla
considerazione
del
fatto
nuovo
:
la
presa
della
Catalogna
.
Dopo
questo
avvenimento
capitale
non
si
può
più
dire
che
in
Spagna
vi
sia
un
governo
repubblicano
.
I
territori
catalani
sono
stati
abbandonati
;
più
di
400
mila
uomini
sono
fuggiti
in
Francia
;
il
governo
repubblicano
non
ha
più
unità
;
non
ha
più
sede
determinata
,
né
direzione
responsabile
.
Ogni
rappresentanza
diplomatica
presso
un
simile
governo
è
di
fatto
impossibile
.
A
queste
constatazioni
di
fatto
nei
confronti
dei
repubblicani
,
si
aggiungono
per
il
governo
francese
altre
considerazioni
politiche
nei
confronti
di
Franco
.
L
'
opposizione
socialcomunista
francese
ha
messo
in
guardia
il
governo
circa
i
pericoli
a
cui
si
espone
la
Francia
dovendo
affrontare
dei
nemici
su
una
terza
frontiera
.
Prendendo
lo
spunto
da
questo
ammonimento
,
Daladier
ha
risposto
:
«
È
appunto
perché
ci
tengo
al
fatto
che
la
Francia
non
abbia
una
terza
frontiera
da
difendere
,
è
appunto
perché
intendo
lottare
con
tutte
le
mie
forze
per
impedire
questo
fatto
,
che
sostengo
essere
interesse
della
Francia
avere
relazioni
di
buon
vicinato
con
il
governo
reale
,
che
è
ormai
il
governo
del
gen
.
Franco
»
.
Dopo
la
caduta
della
Catalogna
,
alla
resistenza
repubblicana
non
ci
crede
più
nessuno
,
neppure
(
ha
detto
Daladier
fra
le
risa
della
Camera
)
il
presidente
della
Repubblica
spagnola
.
Infatti
Azaña
avrebbe
informato
il
governo
francese
che
ormai
riteneva
inutile
ogni
resistenza
e
che
aveva
«
energicamente
consigliato
il
governo
di
Negrin
ad
entrare
in
negoziati
per
concludere
la
pace
con
il
gen
.
Franco
»
.
Inoltre
il
governo
francese
si
è
deciso
al
riconoscimento
anche
per
continuare
una
politica
parallela
a
quella
britannica
che
già
si
è
manifestata
favorevole
al
riconoscimento
.
Questo
orientamento
è
considerato
come
un
aspetto
della
cosiddetta
«
politica
di
presenza
»
ed
è
in
stretta
connessione
con
i
grandi
interessi
politici
ed
economici
che
hanno
in
Spagna
sia
la
Francia
che
l
'
Inghilterra
(
prima
della
guerra
civile
gli
scambi
franco
-
spagnoli
salivano
a
vari
miliardi
)
.
Infine
l
'
ultima
e
decisiva
ragione
del
riconoscimento
si
deve
ricercare
secondo
Daladier
nel
timore
di
complicazioni
mediterranee
che
consigliano
Parigi
ad
una
grande
prudenza
nei
rapporti
franco
-
spagnoli
.
A
questo
proposito
Daladier
ha
detto
:
«
È
appunto
perché
credo
che
la
politica
internazionale
non
è
stabilizzata
,
è
proprio
perché
penso
che
si
possono
produrre
dei
gravi
remous
nelle
settimane
o
nei
mesi
prossimi
,
è
proprio
per
questo
che
preferisco
che
la
Francia
sia
presente
a
Burgos
»
.
Quindi
le
ragioni
del
riconoscimento
sono
,
da
parte
francese
,
le
seguenti
:
1
)
estensione
effettiva
del
dominio
di
Franco
alla
frontiera
dei
Pirenei
;
2
)
inutilità
di
ogni
resistenza
repubblicana
;
3
)
volontà
di
continuare
una
politica
parallela
a
quella
inglese
già
favorevole
al
riconoscimento
;
4
)
opportunità
di
una
politica
di
presenza
,
cioè
di
non
isolamento
;
5
)
necessità
di
tutelare
gli
interessi
economici
francesi
in
Spagna
;
6
)
timore
di
conflitti
mediterranei
.
Malgrado
l
'
opposizione
socialcomunista
,
la
Camera
francese
ha
approvato
la
politica
di
Daladier
con
62
voti
di
maggioranza
.
Le
ragioni
esposte
da
Chamberlain
ai
Comuni
sono
sostanzialmente
quelle
di
Daladier
.
Però
il
premier
britannico
in
luogo
di
insistere
sugli
interessi
inglesi
per
il
riconoscimento
di
Franco
ha
preferito
insistere
sul
fatto
dell
'
impossibilità
di
considerare
attualmente
come
effettiva
e
quindi
(
secondo
questa
dottrina
franco
-
inglese
)
di
considerare
come
legale
il
governo
repubblicano
.
Inoltre
le
dichiarazioni
di
Chamberlain
si
differenziano
da
quelle
di
Daladier
perché
contengono
un
accenno
alle
garanzie
date
da
Franco
su
due
punti
capitali
:
1
)
mantenimento
della
indipendenza
spagnola
;
2
)
limitazione
delle
pene
ai
responsabili
di
reati
comuni
;
cioè
esclusione
delle
vendette
politiche
.
Questi
due
punti
non
furono
oggetto
di
negoziati
,
ma
è
a
proposito
di
questi
argomenti
che
si
parlò
di
«
condizioni
»
del
riconoscimento
.
Chamberlain
non
accenna
a
condizioni
,
e
si
limita
a
prendere
atto
delle
garanzie
già
date
dal
gen
.
Franco
:
«
Il
governo
britannico
dice
Chamberlain
ha
preso
nota
con
soddisfazione
delle
dichiarazioni
pubbliche
del
gen
.
Franco
circa
la
decisione
del
suo
governo
di
mantenere
la
tradizionale
indipendenza
della
Spagna
e
di
prendere
provvedimenti
punitivi
solo
contro
i
colpevoli
di
reati
comuni
»
.
L
'
opposizione
laburista
,
per
quanto
violenta
,
non
potrà
mettere
alcun
ostacolo
reale
all
'
approvazione
della
politica
del
governo
britannico
.
Il
ristabilimento
dei
rapporti
normali
porterà
un
contributo
a
determinare
la
fine
della
guerra
che
si
può
ritenere
ormai
prossima
.
Forse
è
ancora
questione
di
qualche
giorno
.
Intanto
,
il
comunicato
ufficiale
pubblicato
a
Burgos
dal
governo
spagnolo
circa
le
conversazioni
del
senatore
Bérard
constata
che
i
colloqui
si
sono
svolti
in
un
'
atmosfera
di
«
mutua
cortesia
»
,
e
che
sono
stati
«
risolti
in
maniera
soddisfacente
qualcuno
dei
problemi
pendenti
fra
le
due
nazioni
vicine
»
.
Tali
accordi
sono
stati
firmati
e
segnano
l
'
inizio
di
un
ristabilimento
della
normalità
dei
rapporti
i
quali
saranno
resi
più
facili
dal
prossimo
scambio
di
rappresentanze
diplomatiche
.