StampaQuotidiana ,
Uno
dei
membri
della
delegazione
italiana
,
testé
ritornato
dalla
Russia
sovietica
,
riferì
ai
lavoratori
torinesi
che
la
tribuna
destinata
all
'
accoglienza
della
delegazione
di
Kronstadt
era
fregiata
con
la
seguente
iscrizione
:
"
Evviva
lo
sciopero
generale
torinese
dell
'
aprile
1920
"
.
Gli
operai
appresero
questa
notizia
con
molto
piacere
e
grande
soddisfazione
.
La
maggior
parte
dei
componenti
la
delegazione
italiana
recatasi
in
Russia
erano
stati
contrari
allo
sciopero
generale
d
'
aprile
.
Essi
sostenevano
nei
loro
articoli
contro
lo
sciopero
che
gli
operai
torinesi
erano
stati
vittime
di
un
'
illusione
e
avevano
sopravvalutato
l
'
importanza
dello
sciopero
.
I
lavoratori
torinesi
appresero
perciò
con
piacere
l
'
atto
di
simpatia
dei
compagni
di
Kronstadt
ed
essi
si
dissero
:
"
I
nostri
compagni
comunisti
russi
hanno
meglio
compreso
e
valutato
l
'
importanza
dello
sciopero
di
aprile
che
non
gli
opportunisti
italiani
,
dando
così
a
questi
ultimi
una
buona
lezione
"
.
Lo
sciopero
di
aprile
Il
movimento
torinese
dell
'
aprile
fu
infatti
un
grandioso
avvenimento
nella
storia
non
soltanto
del
proletariato
italiano
,
ma
di
quello
europeo
,
e
possiamo
dirlo
,
nella
storia
del
proletariato
di
tutto
il
mondo
.
Per
la
prima
volta
nella
storia
,
si
verificò
infatti
il
caso
di
un
proletariato
che
impegna
la
lotta
per
il
controllo
della
produzione
,
senza
essere
stato
spinto
all
'
azione
dalla
fame
o
dalla
disoccupazione
.
Di
più
non
fu
soltanto
una
minoranza
,
un
'
avanguardia
della
classe
operaia
che
intraprese
la
lotta
,
ma
la
massa
intiera
dei
lavoratori
di
Torino
scese
in
campo
e
portò
la
lotta
,
incurante
di
privazioni
e
di
sacrifizi
,
fino
alla
fine
.
I
metallurgici
scioperarono
per
un
mese
,
le
altre
categorie
dieci
giorni
.
Lo
sciopero
generale
degli
ultimi
dieci
anni
dilagò
in
tutto
il
Piemonte
,
mobilizzando
circa
mezzo
milione
di
operai
industriali
e
agricoli
,
e
coinvolse
quindi
circa
quattro
milioni
di
popolazione
.
I
capitalisti
italiani
tesero
tutte
le
loro
forze
per
soffocare
il
movimento
operaio
torinese
;
tutti
i
mezzi
dello
Stato
borghese
furono
posti
a
loro
disposizione
,
mentre
gli
operai
sostennero
da
soli
la
lotta
senza
alcun
aiuto
né
dalla
direzione
del
Partito
socialista
,
né
dalla
Confederazione
Generale
del
Lavoro
.
Anzi
,
i
dirigenti
del
Partito
e
della
Confederazione
schernirono
i
lavoratori
e
contadini
italiani
da
qualsiasi
azione
rivoluzionaria
colla
quale
essi
intendevano
manifestare
la
loro
solidarietà
coi
fratelli
torinesi
,
e
portare
a
essi
un
efficace
aiuto
.
Ma
gli
operai
torinesi
non
si
perdettero
d
'
animo
.
Essi
sopportarono
tutto
il
peso
della
reazione
capitalista
,
osservarono
la
disciplina
fino
all
'
ultimo
momento
e
rimasero
fino
dopo
la
disfatta
fedeli
alla
bandiera
del
comunismo
e
della
rivoluzione
mondiale
.
Anarchici
e
sindacalisti
La
propaganda
degli
anarchici
e
sindacalisti
contro
la
disciplina
di
partito
e
la
dittatura
del
proletariato
non
ebbe
alcuna
influenza
sulle
masse
,
anche
quando
,
causa
del
tradimento
dei
dirigenti
,
lo
sciopero
terminò
con
una
sconfitta
.
I
lavoratori
torinesi
giurarono
anzi
di
intensificare
la
lotta
rivoluzionaria
e
di
condurla
su
due
fronti
:
da
una
parte
contro
la
borghesia
vittoriosa
,
dall
'
altra
contro
i
capi
traditori
.
La
coscienza
e
la
disciplina
rivoluzionaria
,
di
cui
le
masse
torinesi
hanno
dato
prova
,
hanno
la
loro
base
storica
nelle
condizioni
economiche
e
politiche
in
cui
si
è
sviluppata
la
lotta
di
classe
a
Torino
.
Torino
è
un
centro
di
carattere
prettamente
industriale
.
Quasi
tre
quarti
della
popolazione
,
che
conta
mezzo
milione
di
abitanti
,
è
composta
di
operai
:
gli
elementi
piccolo
-
borghesi
sono
una
quantità
infima
.
A
Torino
vi
è
inoltre
una
massa
compatta
di
impiegati
e
tecnici
,
che
sono
organizzati
nei
sindacati
e
aderiscono
alla
Camera
del
Lavoro
.
Essi
furono
durante
tutti
i
grandi
scioperi
a
fianco
degli
operai
,
e
hanno
quindi
,
se
non
tutti
,
almeno
la
maggior
parte
,
acquistato
la
psicologia
del
vero
proletariato
,
in
lotta
contro
il
capitale
,
per
la
rivoluzione
e
il
comunismo
.
Due
insurrezioni
armate
Durante
la
guerra
imperialista
del
1914-18
,
Torino
vide
due
insurrezioni
armate
:
la
prima
insurrezione
,
che
scoppiò
nel
maggio
1915
,
aveva
l
'
obiettivo
di
impedire
l
'
intervento
dell
'
Italia
nella
guerra
contro
la
Germania
(
in
questa
occasione
venne
saccheggiata
la
Casa
del
popolo
)
;
la
seconda
insurrezione
,
nell
'
agosto
1917
,
assunse
il
carattere
di
una
lotta
rivoluzionaria
armata
,
su
grande
scala
.
La
notizia
della
Rivoluzione
di
marzo
in
Russia
era
stata
accolta
a
Torino
con
gioia
indescrivibile
.
Gli
operai
piangevano
di
commozione
quando
appresero
la
notizia
che
il
potere
dello
zar
era
stato
rovesciato
dai
lavoratori
di
Pietrogrado
.
Ma
i
lavoratori
torinesi
non
si
lasciarono
infinocchiare
dalla
fraseologia
demagogica
di
Kerenski
e
dei
menscevichi
(...)
.
Quando
nel
luglio
del
1917
arrivò
a
Torino
la
missione
inviata
nell
'
Europa
occidentale
dal
Soviet
di
Pietrogrado
,
i
delegati
Smirnov
e
Goldemberg
,
che
si
presentarono
dinanzi
a
una
folla
di
cinquantamila
operai
,
vennero
accolti
da
grida
assordanti
di
"
Evviva
Lenin
!
Evviva
i
bolscevichi
!
"
.
Goldemberg
non
era
troppo
soddisfatto
di
questa
accoglienza
;
egli
non
riusciva
a
capire
in
che
maniera
il
compagno
Lenin
si
fosse
acquistata
tanta
popolarità
fra
gli
operai
torinesi
.
E
non
bisogna
dimenticare
che
questo
episodio
avvenne
dopo
la
repressione
della
rivolta
bolscevica
del
luglio
,
che
la
stampa
borghese
italiana
infuriava
contro
Lenin
e
contro
i
bolscevichi
,
denunziandoli
come
briganti
,
intriganti
,
agenti
e
spie
dell
'
imperialismo
tedesco
.
Dal
principio
della
guerra
italiana
(
24
maggio
1915
)
il
proletariato
torinese
non
aveva
fatto
nessuna
manifestazione
di
massa
.
Barricate
,
trincee
,
reticolati
L
'
imponente
comizio
che
era
stato
organizzato
in
onore
dei
delegati
del
Soviet
pietrogradese
segnò
l
'
inizio
di
un
nuovo
periodo
di
movimenti
di
masse
.
Non
passò
un
mese
,
che
i
lavoratori
torinesi
insorsero
con
le
armi
in
pugno
contro
l
'
imperialismo
e
il
militarismo
italiano
.
L
'
insurrezione
scoppiò
il
23
agosto
1917
.
Per
cinque
giorni
gli
operai
combatterono
nelle
vie
della
città
.
Gli
insorti
,
che
disponevano
di
fucili
,
granate
e
mitragliatrici
,
riuscirono
persino
a
occupare
alcuni
quartieri
della
città
e
tentarono
tre
o
quattro
volte
di
impadronirsi
del
centro
ove
si
trovavano
le
istituzioni
governative
e
i
comandi
militari
.
Ma
i
due
anni
di
guerra
e
di
reazione
avevano
indebolito
la
già
forte
organizzazione
del
proletariato
,
e
gli
operai
inferiori
di
armamento
furono
vinti
.
Invano
sperarono
in
un
appoggio
da
parte
dei
soldati
;
questi
si
lasciarono
ingannare
dall
'
insinuazione
che
la
rivolta
era
stata
inscenata
dai
tedeschi
.
Il
popolo
eresse
barricate
,
scavò
trincee
,
circondò
qualche
rione
di
reticolati
a
corrente
elettrica
e
respinse
per
cinque
giorni
tutti
gli
attacchi
delle
truppe
e
della
polizia
.
Caddero
più
di
500
operai
,
più
di
2000
vennero
gravemente
feriti
,
Dopo
la
sconfitta
i
migliori
elementi
furono
arrestati
e
allontanati
e
il
movimento
proletario
perdette
di
intensità
rivoluzionaria
.
Ma
i
sentimenti
comunisti
del
proletariato
torinese
non
erano
spenti
.
Nel
dopoguerra
Dopo
la
fine
della
guerra
imperialista
il
movimento
proletario
fece
rapidi
progressi
.
La
massa
operaia
di
Torino
comprese
che
il
periodo
storico
aperto
dalla
guerra
era
profondamente
diverso
dall
'
epoca
precedente
la
guerra
.
La
classe
operaia
torinese
intuì
subito
che
la
III
Internazionale
è
un
'
organizzazione
del
proletariato
mondiale
per
la
direzione
della
guerra
civile
,
per
la
conquista
del
potere
politico
,
per
l
'
istituzione
della
dittatura
proletaria
,
per
la
creazione
di
un
nuovo
ordine
nei
rapporti
economici
e
sociali
.
I
problemi
della
rivoluzione
,
economici
e
politici
,
formavano
oggetto
di
discussione
in
tutte
le
assemblee
degli
operai
.
Le
migliori
forze
dell
'
avanguardia
operaia
si
riunirono
per
diffondere
un
settimanale
di
indirizzo
comunista
,
"
l
'
Ordine
Nuovo
"
.
Nelle
colonne
di
questo
settimanale
si
trattarono
i
vari
problemi
della
rivoluzione
;
l
'
organizzazione
rivoluzionaria
delle
masse
che
dovevano
conquistare
i
sindacati
alla
causa
del
comunismo
;
il
trasferimento
della
lotta
sindacale
dal
campo
grettamente
corporativista
e
riformista
,
sul
terreno
della
lotta
rivoluzionaria
,
del
controllo
sulla
produzione
e
della
dittatura
del
proletariato
.
Anche
la
questione
dei
Consigli
di
fabbrica
fu
posta
all
'
ordine
del
giorno
.
Nelle
aziende
torinesi
esistevano
già
prima
piccoli
comitati
operai
,
riconosciuti
dai
capitalisti
,
e
alcuni
di
essi
avevano
già
ingaggiato
la
lotta
contro
il
funzionarismo
,
lo
spirito
riformista
e
le
tendenze
costituzionali
dei
sindacati
.
Ma
la
maggior
parte
di
questi
comitati
non
erano
creature
dei
sindacati
;
le
liste
dei
candidati
per
questi
comitati
(
commissioni
interne
)
venivano
proposte
dalle
organizzazioni
sindacali
,
le
quali
sceglievano
di
preferenza
operai
di
tendenze
opportuniste
che
non
avrebbero
dato
delle
noie
ai
padroni
,
e
avrebbero
soffocato
in
germe
ogni
azione
di
massa
.
I
seguaci
dell
'
"
Ordine
Nuovo
"
perorarono
nella
loro
propaganda
in
prima
linea
la
trasformazione
delle
commissioni
interne
,
e
il
principio
che
la
formazione
delle
liste
dei
candidati
dovesse
avvenire
nel
seno
della
massa
operaia
e
non
dalle
cime
della
burocrazia
sindacale
.
I
compiti
che
essi
assegnarono
ai
Consigli
di
fabbrica
furono
il
controllo
sulla
produzione
,
l
'
armamento
e
la
preparazione
militare
delle
masse
,
la
loro
preparazione
politica
e
tecnica
.
Essi
non
dovevano
più
compiere
l
'
antica
funzione
di
cani
da
guardia
che
proteggono
gli
interessi
delle
classi
dominanti
,
né
frenare
le
masse
nelle
loro
azioni
contro
il
regime
capitalistico
.
L
'
entusiasmo
per
i
Consigli
La
propaganda
per
i
Consigli
di
fabbrica
venne
accolta
con
entusiasmo
dalle
masse
;
nel
corso
di
mezzo
anno
vennero
costituiti
Consigli
di
fabbrica
in
tutte
le
fabbriche
e
officine
metallurgiche
,
i
comunisti
conquistarono
la
maggioranza
nel
sindacato
metallurgici
;
il
principio
dei
Consigli
di
fabbrica
e
del
controllo
sulla
produzione
venne
approvato
e
accettato
dalla
maggioranza
del
Congresso
e
dalla
maggior
parte
dei
sindacati
appartenenti
alla
Camera
del
Lavoro
.
L
'
organizzazione
dei
Consigli
di
fabbrica
si
basa
sui
seguenti
principi
:
in
ogni
fabbrica
in
ogni
officina
viene
costituito
un
organismo
sulla
base
della
rappresentanza
(
e
non
sull
'
antica
base
del
sistema
burocratico
)
il
quale
realizza
la
forza
del
proletariato
,
la
lotta
contro
l
'
ordine
capitalistico
o
esercita
il
controllo
sulla
produzione
,
educando
tutta
la
massa
operaia
per
la
lotta
rivoluzionaria
e
per
la
creazione
dello
Stato
operaio
.
Il
Consiglio
di
fabbrica
deve
essere
formato
secondo
il
principio
dell
'
organizzazione
per
industria
;
esso
deve
rappresentare
per
la
classe
operaia
il
modello
della
società
comunista
,
alla
quale
si
arriverà
attraverso
la
dittatura
del
proletariato
;
in
questa
società
non
esisteranno
più
divisioni
di
classe
,
tutti
i
rapporti
sociali
saranno
regolati
secondo
le
esigenze
tecniche
della
produzione
e
della
organizzazione
corrispondente
,
e
non
saranno
subordinati
a
un
potere
statale
organizzato
.
La
classe
operaia
deve
comprendere
tutta
la
bellezza
e
nobiltà
dell
'
ideale
per
il
quale
essa
lotta
e
si
sacrifica
;
essa
deve
rendersi
conto
che
per
raggiungere
questo
ideale
è
necessario
passare
attraverso
alcune
tappe
;
essa
deve
riconoscere
la
necessità
della
disciplina
rivoluzionaria
e
della
dittatura
.
Ogni
azienda
si
suddivide
in
reparti
e
ogni
reparto
in
squadre
di
mestiere
;
ogni
squadra
compie
una
determinata
parte
del
lavoro
;
gli
operai
di
ogni
squadra
eleggono
un
operaio
con
mandato
imperativo
e
condizionato
.
L
'
assemblea
dei
delegati
di
tutta
l
'
azienda
forma
un
Consiglio
che
elegge
dal
suo
seno
un
comitato
esecutivo
.
L
'
assemblea
dei
segretari
politici
dei
comitati
esecutivi
forma
il
comitato
centrale
dei
Consigli
che
elegge
dal
suo
seno
un
comitato
urbano
di
studio
per
la
organizzazione
della
propaganda
,
la
elaborazione
dei
piani
di
lavoro
,
per
l
'
approvazione
dei
progetti
e
delle
proposte
delle
singole
aziende
perfino
di
singoli
operai
,
e
infine
per
la
direzione
generale
di
tutto
il
movimento
.
Consigli
e
commissioni
interne
durante
gli
scioperi
Alcuni
compiti
dei
Consigli
di
fabbrica
hanno
carattere
prettamente
tecnico
e
perfino
industriale
,
come
ad
esempio
,
il
controllo
sul
personale
tecnico
,
il
licenziamento
di
dipendenti
che
si
dimostrano
nemici
della
classe
operaia
,
la
lotta
con
la
direzione
per
la
conquista
dei
diritti
e
libertà
,
il
controllo
della
produzione
dell
'
azienda
e
delle
operazioni
finanziarie
.
I
Consigli
di
fabbrica
presero
presto
radici
.
Le
masse
accolsero
volentieri
questa
forma
di
organizzazione
comunista
,
si
schierarono
intorno
ai
comitati
esecutivi
e
appoggiarono
energicamente
la
lotta
contro
l
'
autocrazia
capitalista
.
Quantunque
né
gli
industriali
,
né
la
burocrazia
sindacale
volessero
riconoscere
i
Consigli
e
i
comitati
,
questi
ottennero
tuttavia
notevoli
successi
:
essi
scacciarono
gli
agenti
e
le
spie
dei
capitalisti
,
annodarono
rapporti
con
gli
impiegati
e
coi
tecnici
per
avere
delle
informazioni
d
'
indole
finanziaria
e
industriale
;
negli
affari
dell
'
azienda
essi
concentrarono
nelle
loro
mani
il
potere
disciplinare
e
dimostrarono
alle
masse
disunite
e
disgregate
ciò
che
significa
la
gestione
diretta
degli
operai
nell
'
industria
.
L
'
attività
dei
Consigli
e
delle
commissioni
interne
si
manifestò
più
chiaramente
durante
gli
scioperi
;
questi
scioperi
perdettero
il
loro
carattere
impulsivo
,
fortuito
e
divennero
l
'
espressione
dell
'
attività
cosciente
delle
masse
rivoluzionarie
.
L
'
organizzazione
tecnica
dei
Consigli
e
delle
commissioni
interne
,
la
loro
capacità
di
azione
si
perfezionò
talmente
,
che
fu
possibile
ottenere
in
cinque
minuti
la
sospensione
dal
lavoro
di
15
mila
operai
dispersi
in
42
reparti
della
Fiat
.
Il
3
dicembre
1919
i
Consigli
di
fabbrica
diedero
una
prova
tangibile
della
loro
capacità
di
dirigere
movimenti
di
masse
in
grande
stile
;
dietro
ordine
della
sezione
socialista
,
che
concentrava
nelle
sue
mani
tutto
il
meccanismo
del
movimento
di
massa
,
i
Consigli
di
fabbrica
mobilizzarono
senza
alcuna
preparazione
,
nel
corso
di
un
'
ora
,
centoventimila
operai
,
inquadrati
secondo
le
aziende
.
Un
'
ora
dopo
si
precipitò
l
'
armata
proletaria
come
una
valanga
fino
al
centro
della
città
e
spazzò
dalle
strade
e
dalle
piazze
tutto
il
canagliume
nazionalista
e
militarista
.
La
lotta
contro
i
Consigli
Alla
testa
del
movimento
per
la
costruzione
dei
Consigli
di
fabbrica
furono
i
comunisti
appartenenti
alla
sezione
socialista
e
alle
organizzazioni
sindacali
;
vi
presero
pure
parte
gli
anarchici
,
i
quali
cercarono
di
contrapporre
la
loro
fraseologia
ampollosa
al
linguaggio
chiaro
e
preciso
dei
comunisti
marxisti
.
Il
movimento
incontrò
la
resistenza
accanita
dei
funzionari
sindacali
,
della
direzione
del
Partito
socialista
e
dell
'
"
Avanti
!
"
.
La
polemica
di
questa
gente
si
basava
sulla
differenza
fra
il
concetto
di
Consiglio
di
fabbrica
e
quello
di
Soviet
.
Le
loro
conclusioni
ebbero
un
carattere
puramente
teorico
,
astratto
,
burocratico
.
Dietro
le
loro
frasi
altisonanti
si
celava
il
desiderio
di
evitare
la
partecipazione
diretta
delle
masse
alla
lotta
rivoluzionaria
,
il
desiderio
di
conservare
la
tutela
delle
organizzazioni
sindacali
sulle
masse
.
I
componenti
la
direzione
del
Partito
si
rifiutarono
sempre
di
prendere
l
'
iniziativa
di
una
azione
rivoluzionaria
,
prima
che
non
fosse
attuato
un
piano
di
azione
coordinato
,
ma
non
facevano
mai
nulla
per
preparare
ed
elaborare
questo
piano
.
Il
movimento
torinese
non
riuscì
però
ad
uscire
dall
'
ambito
locale
,
poiché
tutto
il
meccanismo
burocratico
dei
sindacati
venne
messo
in
moto
per
impedire
che
le
masse
operaie
delle
altre
parti
d
'
Italia
seguissero
l
'
esempio
di
Torino
.
Il
movimento
torinese
venne
deriso
,
schernito
,
calunniato
e
criticato
in
tutti
i
modi
.
Le
aspre
critiche
degli
organismi
sindacali
e
della
direzione
del
Partito
socialista
incoraggiarono
nuovamente
i
capitalisti
i
quali
non
ebbero
più
freno
nella
loro
lotta
contro
il
proletariato
torinese
e
contro
i
Consigli
di
fabbrica
.
La
conferenza
degli
industriali
,
tenutasi
nel
marzo
1920
a
Milano
,
elaborò
un
piano
d
'
attacco
;
ma
i
"
tutori
della
classe
operaia
"
,
le
organizzazioni
economiche
e
politiche
non
si
curarono
di
questo
fatto
.
Abbandonato
da
tutti
,
il
proletariato
torinese
fu
costretto
ad
affrontare
da
solo
,
colle
proprie
forze
,
il
capitalismo
nazionale
e
il
potere
dello
Stato
.
Torino
venne
inondata
da
un
esercito
di
poliziotti
;
intorno
alla
città
si
piazzarono
cannoni
e
mitragliatrici
nei
punti
strategici
.
E
quando
tutto
questo
apparato
militare
fu
pronto
,
i
capitalisti
cominciarono
a
provocare
il
proletariato
.
E
'
vero
che
di
fronte
a
queste
gravissime
condizioni
di
lotta
il
proletariato
esitò
ad
accettare
la
sfida
;
ma
quando
si
vide
che
lo
scontro
era
inevitabile
,
la
classe
operaia
uscì
coraggiosamente
dalle
sue
posizioni
di
riserva
e
volle
che
la
lotta
fosse
condotta
fino
alla
sua
fine
vittoriosa
.
Il
Consiglio
nazionale
socialista
di
Milano
I
metallurgici
scioperarono
un
mese
intero
,
le
altre
categorie
dieci
giorni
;
l
'
industria
in
tutta
la
provincia
era
ferma
,
le
comunicazioni
paralizzate
.
Il
proletariato
torinese
fu
però
isolato
dal
resto
d
'
Italia
;
gli
organi
centrali
non
fecero
niente
per
aiutarlo
;
ma
non
pubblicarono
nemmeno
un
manifesto
per
spiegare
al
popolo
italiano
l
'
importanza
della
lotta
dei
lavoratori
torinesi
;
L
'
"
Avanti
!
"
si
rifiutò
di
pubblicare
il
manifesto
della
sezione
torinese
del
partito
.
I
compagni
torinesi
si
buscarono
dappertutto
epiteti
di
anarchici
e
avventurieri
.
In
quell
'
epoca
si
doveva
avere
a
Torino
il
Consiglio
nazionale
del
Partito
;
tale
convegno
venne
però
trasferito
a
Milano
,
perché
una
città
"
in
preda
a
uno
sciopero
generale
"
sembrava
poco
adatta
come
teatro
di
discussioni
socialiste
.
In
questa
occasione
si
manifestò
tutta
l
'
impotenza
degli
uomini
chiamati
a
dirigere
il
Partito
;
mentre
la
massa
operaia
difendeva
a
Torino
coraggiosamente
i
Consigli
di
fabbrica
,
la
prima
organizzazione
basata
sulla
democrazia
operaia
,
incarnante
il
potere
del
proletario
,
a
Milano
si
chiacchierava
intorno
a
progetti
e
metodi
teorici
per
la
formazione
di
Consigli
come
forma
di
potere
politico
da
conquistare
dal
proletariato
;
si
discuteva
sul
modo
di
sistemare
le
conquiste
non
avvenute
e
si
abbandonava
il
proletariato
torinese
al
suo
destino
,
si
lasciava
alla
borghesia
la
possibilità
di
distruggere
il
potere
operaio
già
conquistato
.
Le
masse
proletarie
italiane
manifestarono
la
loro
solidarietà
coi
compagni
torinesi
in
varie
forme
;
i
ferrovieri
di
Pisa
,
Livorno
e
Firenze
si
rifiutarono
di
trasportare
le
truppe
destinate
a
Torino
,
i
lavoratori
dei
porti
e
i
marinari
di
Livorno
e
Genova
sabotarono
il
movimento
dei
porti
;
il
proletariato
di
molte
città
scese
in
sciopero
contro
gli
ordini
dei
sindacati
.
Lo
sciopero
generale
di
Torino
e
del
Piemonte
cozzò
contro
il
sabotaggio
e
la
resistenza
delle
organizzazioni
sindacali
e
del
Partito
stesso
.
Esso
fu
tuttavia
di
grande
importanza
educativa
perché
dimostrò
che
l
'
unione
pratica
degli
operai
e
contadini
è
possibile
,
e
riprovò
l
'
urgente
necessità
di
lottare
contro
tutto
il
meccanismo
burocratico
delle
organizzazioni
sindacali
,
che
sono
il
più
solido
appoggio
per
l
'
opera
opportunistica
dei
parlamentari
e
dei
riformisti
mirante
al
soffocamento
di
ogni
movimento
rivoluzionario
delle
masse
lavoratrici
.
StampaQuotidiana ,
I
comunisti
non
avranno
la
maggioranza
nel
congresso
confederale
che
sta
per
riunirsi
a
Livorno
;
è
anzi
quasi
certo
che
neppure
nei
futuri
congressi
,
nonostante
ogni
sforzo
di
propaganda
e
organizzazione
,
i
comunisti
avranno
la
maggioranza
.
La
situazione
si
presenta
in
questi
termini
:
per
avere
la
maggioranza
nei
congressi
,
i
comunisti
dovrebbero
essere
in
grado
di
rinnovare
radicalmente
lo
statuto
,
ma
per
rinnovare
lo
statuto
è
necessario
avere
già
la
maggioranza
.
Se
i
comunisti
si
lasciassero
impigliare
in
questo
circolo
vizioso
,
essi
farebbero
il
giuoco
della
burocrazia
sindacale
:
è
necessario
perciò
che
l
'
opposizione
abbia
un
indirizzo
preciso
e
un
metodo
capace
di
spezzare
l
'
attuale
condizione
di
cose
.
La
Confederazione
generale
del
lavoro
(
negli
altri
paesi
esiste
una
situazione
identica
a
quella
italiana
)
è
un
meccanismo
di
governo
che
non
può
essere
paragonato
allo
Stato
parlamentare
borghese
:
essa
può
trovare
dei
modelli
solo
nelle
antiche
organizzazioni
statali
assire
e
babilonesi
o
nelle
associazioni
guerriere
che
ancor
oggi
nascono
e
si
sviluppano
in
Mongolia
e
in
Cina
.
Ciò
si
spiega
da
un
punto
di
vista
storico
.
Le
masse
sono
entrate
nel
movimento
sindacale
per
la
paura
di
essere
schiacciate
da
un
avversario
che
sanno
strapotente
e
del
quale
non
sono
in
grado
di
prevedere
i
colpi
e
le
iniziative
.
Preoccupate
di
questa
loro
condizione
di
inferiorità
assoluta
,
prive
di
ogni
educazione
costituzionale
,
le
masse
hanno
completamente
abdicato
a
ogni
sovranità
e
a
ogni
potere
;
l
'
organizzazione
è
per
loro
diventata
una
stessa
cosa
con
la
persona
dell
'
organizzatore
,
allo
stesso
modo
che
per
un
esercito
in
campo
la
persona
del
condottiero
diventa
il
palladio
della
salute
comune
,
diventa
la
garanzia
del
successo
e
della
vittoria
.
Sarebbe
stato
il
compito
del
Partito
socialista
dare
alle
masse
proletarie
la
preparazione
politica
e
l
'
educazione
costituzionale
di
cui
esse
difettavano
.
Sarebbe
stato
compito
del
partito
socialista
innovare
gradualmente
le
forme
organizzative
e
trasferire
il
massimo
del
potere
nelle
mani
delle
masse
.
Il
Partito
non
fece
nulla
in
questo
senso
;
l
'
organizzazione
fu
completamente
lasciata
in
balìa
di
un
ristretto
gruppo
di
funzionari
,
che
minuziosamente
montarono
su
la
macchina
che
oggi
dà
loro
l
'
assoluto
dominio
.
Sette
anni
senza
congresso
hanno
permesso
di
più
:
tutto
un
nugolo
di
funzionari
è
stato
scaglionato
nelle
più
importanti
posizioni
,
e
si
è
costituita
una
fortezza
imprendibile
e
inaccessibile
anche
ai
più
tenaci
e
volenterosi
.
Il
Congresso
socialista
di
Livorno
si
spiega
solo
per
questa
condizione
di
cose
esistente
nel
campo
sindacale
:
il
Partito
socialista
è
completamente
caduto
nelle
mani
della
burocrazia
sindacale
che
,
del
resto
,
col
suo
personale
e
coi
mezzi
delle
organizzazioni
,
aveva
procurato
la
maggioranza
alla
tendenza
unitaria
;
il
Partito
socialista
è
ridotto
a
far
da
giannizzero
ai
mandarini
e
ai
condottieri
che
sono
alla
testa
delle
Federazioni
e
della
Confederazione
.
I
comunisti
devono
riconoscere
questo
stato
di
fatto
e
operare
conseguentemente
.
I
comunisti
devono
considerare
la
Confederazione
alla
stessa
stregua
dello
Stato
parlamentare
,
cioè
come
un
organismo
la
cui
conquista
non
può
avvenire
per
vie
costituzionali
.
Inoltre
la
questione
confederale
deve
essere
riguardata
tenendo
conto
di
questi
altri
postulati
:
che
si
vuole
raggiungere
l
'
unità
proletaria
e
che
si
vuole
impostare
in
senso
rivoluzionario
il
problema
del
controllo
sulla
produzione
.
Il
campo
di
attività
del
Partito
comunista
è
tutta
la
massa
degli
operai
e
contadini
;
la
Confederazione
è
teatro
di
maggior
propaganda
e
maggiore
attività
solo
perché
numericamente
abbraccia
la
maggior
parte
degli
operai
e
contadini
italiani
organizzati
,
cioè
più
consapevoli
e
preparati
.
La
lotta
per
la
formazione
e
per
lo
sviluppo
dei
Consigli
di
fabbrica
e
di
azienda
crediamo
sia
la
lotta
specifica
del
Partito
comunista
.
Essa
deve
porre
in
grado
il
partito
di
innestarsi
direttamente
con
una
organizzazione
accentrata
della
massa
operaia
,
organizzazione
che
deve
essere
riconosciuta
dalle
masse
come
l
'
unica
competente
e
autorizzata
a
emanare
parole
d
'
ordine
per
l
'
azione
generale
.
Con
la
lotta
per
i
Consigli
sarà
possibile
conquistare
in
modo
stabile
e
permanente
la
maggioranza
della
Confederazione
,
e
giungere
,
se
non
nel
periodo
rivoluzionario
,
certo
nel
periodo
postrivoluzionario
,
a
conquistare
anche
i
posti
direttivi
.
Questo
processo
si
è
verificato
in
Russia
:
nelle
giornate
rivoluzionarie
del
novembre
1917
,
i
proclami
e
i
manifesti
del
Partito
bolscevico
non
recavano
la
firma
dell
'
Unione
panrussa
dei
sindacati
,
recavano
la
firma
della
Centrale
panrussa
dei
Consigli
di
fabbrica
.
E
'
certo
importante
avere
nel
seno
della
Confederazione
una
forte
minoranza
comunista
organizzata
e
centralizzata
,
e
a
questo
fine
devono
essere
rivolti
tutti
i
nostri
sforzi
di
propaganda
e
di
azione
.
Ma
più
importante
storicamente
e
tatticamente
è
che
nessuno
sforzo
sia
risparmiato
perché
subito
dopo
il
Congresso
di
Livorno
sia
possibile
convocare
un
congresso
dei
Consigli
e
delle
Commissioni
interne
di
tutte
le
fabbriche
e
le
aziende
italiane
e
che
da
questo
congresso
venga
nominata
una
Centrale
che
abbracci
nei
suoi
quadri
organizzativi
tutta
la
massa
operaia
.
StampaQuotidiana ,
Ogni
volta
che
la
politica
manda
a
effetto
una
operazione
contro
la
classe
operaia
,
i
primi
a
gioirne
o
,
"
meglio
"
,
i
primi
a
dare
manifestazioni
esteriori
della
loro
contentezza
non
sono
i
"
pezzi
grossi
"
,
commissari
di
polizia
od
ufficiali
delle
regie
guardie
o
dei
carabinieri
,
ma
sono
i
più
umili
agenti
,
i
più
modesti
carabinieri
,
l
'
ultima
delle
guardie
regie
.
Sono
cioè
gli
agenti
del
governo
usciti
dalle
file
del
proletariato
più
arretrato
,
costretti
a
questo
passo
dalla
miseria
o
dalla
speranza
di
trovare
,
abbandonando
il
campo
o
l
'
officina
,
una
vita
migliore
,
dalla
persuasione
di
divenire
qualche
cosa
di
più
di
un
povero
contadino
relegato
in
un
paesetto
sperduto
fra
i
monti
,
di
un
manovale
abbruttito
dal
quotidiano
lavoro
d
'
officina
.
Questa
gente
odia
,
dopo
averne
disertato
le
file
,
la
classe
lavoratrice
con
un
accanimento
che
supera
ogni
immaginazione
.
"
Ecco
le
armi
"
,
urlò
trionfante
non
so
se
un
agente
investigativo
od
un
carabiniere
in
borghese
,
scoprendo
una
rivoltella
durante
la
perquisizione
all
'
"
Ordine
Nuovo
"
.
E
rimase
stupito
,
spiacente
che
nonostante
tutta
la
buona
volontà
non
si
riusciva
a
trovare
nulla
di
compromettente
per
il
nostro
giornale
.
Pochi
minuti
dopo
,
un
altro
agente
udendo
uno
scambio
di
parole
tra
il
commissario
ed
un
nostro
redattore
,
esclamò
:
"
Finiremo
per
arrestarli
tutti
!
Li
arresteremo
tutti
!
"
A
questo
pensiero
la
sua
bocca
si
aprì
ad
un
riso
tanto
cattivo
da
sbalordire
chiunque
non
sia
abituato
a
questo
genere
di
fratellanza
umana
.
Ho
compreso
allora
perché
nelle
caserme
e
nei
posti
di
polizia
,
carabinieri
,
guardie
regie
ed
agenti
gareggino
nel
bastonare
gli
operai
arrestati
,
nel
rallegrarsi
delle
loro
torture
.
E
'
un
odio
di
lunga
data
.
Gli
agenti
dello
Stato
addetti
al
mantenimento
dell
'
ordine
pubblico
sentono
attorno
a
sé
il
disprezzo
che
tutta
la
classe
lavoratrice
ha
per
i
rinnegati
,
per
quelli
che
sono
passati
nell
'
altro
campo
,
per
i
mercenari
che
impegnano
ogni
loro
energia
per
soffocare
qualsiasi
movimento
del
proletariato
.
E
al
disprezzo
del
proletariato
s
'
aggiunge
quello
di
gran
parte
della
borghesia
che
guarda
con
occhio
diffidente
tutta
questa
puzza
di
questura
.
Perché
?
Perché
questa
è
la
sorte
di
tutti
i
mercenari
:
al
disprezzo
e
all
'
odio
degli
avversari
s
'
aggiunge
quasi
sempre
il
disprezzo
dei
padroni
.
Ed
è
naturale
,
è
umano
che
nell
'
animo
di
questa
gente
mal
pagata
,
che
non
sempre
riesce
a
procurarsi
quanto
occorre
per
una
vita
piena
di
stenti
e
di
privazioni
e
che
si
sente
circondata
da
una
barriera
che
la
divide
dagli
altri
uomini
,
che
la
mette
quasi
fuori
dalla
società
,
germogli
l
'
odio
,
metta
radici
la
crudeltà
:
odio
contro
quelli
che
prima
erano
i
fratelli
,
i
compagni
di
lavoro
e
che
ora
disprezzano
con
maggior
forza
,
crudeltà
che
si
esplica
contro
di
essi
sotto
mille
forme
diverse
.
Così
,
arrestare
un
operaio
è
una
gioia
,
un
trionfo
,
bastonarlo
e
malmenarlo
,
una
festa
,
rinchiuderlo
in
carcere
una
rivincita
.
Solo
nel
momento
in
cui
essi
tengono
un
uomo
fra
le
mani
e
sanno
di
poter
disporre
della
sua
libertà
,
della
sua
incolumità
,
sentono
di
possedere
una
forza
che
in
qualche
momento
della
vita
li
rende
superiori
ai
loro
simili
.
La
gioia
di
acciuffare
un
uomo
non
proviene
dalla
consapevolezza
di
servire
la
legge
,
di
difendere
l
'
integrità
dello
Stato
:
è
una
piccola
bassa
soddisfazione
personale
,
è
la
gioia
di
poter
dire
:
"
Io
sono
più
forte
"
.
Quale
altra
gioia
possono
essi
provare
?
Quanti
di
essi
sono
in
grado
di
formarsi
una
famiglia
senza
che
la
vita
di
stenti
diventi
vita
di
patimenti
?
Non
è
forse
vero
che
a
molti
di
questi
transfughi
del
proletariato
la
vita
non
riserva
altre
soddisfazioni
che
qualche
umile
offerta
di
una
passeggiatrice
notturna
in
cerca
di
protezione
?
Noi
li
abbiamo
visti
pochi
giorni
or
sono
nella
nostra
redazione
.
Moltissimi
,
dall
'
abito
,
potevano
benissimo
essere
scambiati
per
operai
in
miseria
.
E
'
certo
che
erano
umilmente
,
più
che
umilmente
vestiti
non
solo
per
introdursi
tra
gli
operai
,
per
raccoglierne
i
discorsi
,
per
spiarli
,
ma
anche
perché
non
potrebbero
fare
diversamente
.
E
guardavano
con
odio
gli
operai
veri
,
quelli
che
si
dibattono
tra
la
reazione
e
la
fame
e
cercano
affannosamente
la
via
della
liberazione
.
Essi
comprendevano
,
sentivano
che
chi
lotta
è
sempre
superiore
a
chi
serve
.
E
quando
hanno
ammanettato
i
giovani
che
difendevano
il
giornale
del
loro
partito
,
il
giornale
della
loro
classe
,
il
loro
giornale
,
gli
agenti
hanno
avuto
un
lampo
di
trionfo
,
hanno
riso
.
Ma
non
era
un
riso
spontaneo
,
giocondo
.
Era
un
riso
a
cui
erano
costretti
dalla
rabbia
,
dal
disprezzo
degli
altri
,
dalla
loro
vita
,
dal
destino
a
cui
non
potevano
sottrarsi
.
Quel
riso
era
la
smorfia
di
Gwynplaine
.
StampaQuotidiana ,
Gli
operai
della
Fiat
sono
ritornati
al
lavoro
.
Tradimento
?
Rinnegamento
delle
idealità
rivoluzionarie
?
Gli
operai
della
Fiat
sono
uomini
in
carne
e
ossa
.
Hanno
resistito
per
un
mese
.
Sapevano
di
lottare
e
resistere
non
solo
per
sé
,
non
solo
per
la
restante
massa
operaia
torinese
,
ma
per
tutta
la
classe
operaia
italiana
.
Hanno
resistito
per
un
mese
.
Erano
estenuati
fisicamente
perché
da
molte
settimane
e
da
molti
mesi
i
loro
salari
erano
ridotti
e
non
erano
più
sufficienti
al
sostentamento
familiare
,
eppure
hanno
resistito
per
un
mese
.
Erano
completamente
isolati
dalla
nazione
,
immersi
in
un
ambiente
generale
di
stanchezza
,
di
indifferenza
,
di
ostilità
,
eppure
hanno
resistito
per
un
mese
.
Sapevano
di
non
poter
sperare
aiuto
alcuno
dal
di
fuori
:
sapevano
che
ormai
alla
classe
operaia
italiana
erano
stati
recisi
i
tendini
,
sapevano
di
essere
condannati
alla
sconfitta
,
eppure
hanno
resistito
per
un
mese
.
Non
c
'
è
vergogna
nella
sconfitta
degli
operai
della
Fiat
.
Non
si
può
domandare
a
una
massa
di
uomini
che
è
aggredita
dalle
più
dure
necessità
dell
'
esistenza
,
che
ha
la
responsabilità
dell
'
esistenza
di
una
popolazione
di
40.000
persone
,
non
si
può
domandare
più
di
quanto
hanno
dato
questi
compagni
che
sono
ritornati
al
lavoro
,
tristemente
,
accoratamente
,
consapevoli
della
immediata
impossibilità
di
resistere
più
oltre
o
di
reagire
.
Specialmente
noi
comunisti
,
che
viviamo
gomito
a
gomito
con
gli
operai
,
che
ne
conosciamo
i
bisogni
,
che
della
situazione
abbiamo
una
concezione
realistica
,
dobbiamo
comprendere
il
perché
di
questa
conclusione
della
lotta
torinese
.
Da
troppi
anni
le
masse
lottano
,
da
troppi
anni
esse
si
esauriscono
in
azioni
di
dettaglio
,
sperperando
i
loro
mezzi
e
le
loro
energie
.
E
'
stato
questo
il
rimprovero
che
fin
dal
maggio
1919
noi
dell
'
"
Ordine
Nuovo
"
abbiamo
incessantemente
mosso
alle
centrali
del
movimento
operaio
e
socialista
:
non
abusate
troppo
della
resistenza
e
della
virtù
di
sacrificio
del
proletariato
;
si
tratta
di
uomini
comuni
,
uomini
reali
,
sottoposti
alle
stesse
debolezze
di
tutti
gli
uomini
comuni
che
si
vedono
passare
nelle
strade
,
bere
nelle
taverne
,
discorrere
a
crocchi
sulle
piazze
,
che
hanno
frame
e
freddo
,
che
si
commuovono
a
sentir
piangere
i
loro
bambini
e
lamentarsi
acremente
le
loro
donne
.
Il
nostro
ottimismo
rivoluzionario
è
stato
sempre
sostanziato
da
questa
visione
crudamente
pessimistica
della
realtà
umana
,
con
cui
inesorabilmente
bisogna
fare
i
conti
.
Già
un
anno
fa
noi
avevamo
previsto
quale
sbocco
fatalmente
avrebbe
avuto
la
situazione
italiana
,
se
i
dirigenti
responsabili
avessero
continuato
nella
loro
tattica
di
schiamazzo
rivoluzionario
e
di
pratica
opportunistica
.
E
abbiamo
lottato
disperatamente
per
richiamare
questi
responsabili
a
una
visione
più
reale
,
a
una
pratica
più
congrua
e
più
adeguata
allo
svolgersi
degli
avvenimenti
.
Oggi
scontiamo
il
fio
,
anche
noi
,
dell
'
inettitudine
e
della
cecità
altrui
;
oggi
anche
il
proletariato
torinese
deve
sostenere
l
'
urto
dell
'
avversario
,
rafforzato
dalla
non
resistenza
degli
altri
.
Non
c
'
è
nessuna
vergogna
nella
resa
degli
operai
della
Fiat
.
Ciò
che
doveva
avvenire
è
avvenuto
implacabilmente
.
La
classe
operaia
italiana
è
livellata
sotto
il
rullo
compressore
della
reazione
capitalistica
.
Per
quanto
tempo
?
Nulla
è
perduto
se
rimane
intatta
la
coscienza
e
la
fede
,
se
i
corpi
si
arrendono
ma
non
gli
animi
.
Gli
operai
della
Fiat
per
anni
e
anni
hanno
lottato
strenuamente
,
hanno
bagnato
del
loro
sangue
le
strade
,
hanno
sofferto
la
fame
e
il
freddo
;
essi
rimangono
,
per
questo
loro
passato
glorioso
,
all
'
avanguardia
del
proletariato
italiano
,
essi
rimangono
militi
fedeli
e
devoti
della
rivoluzione
.
Hanno
fatto
quanto
è
dato
fare
a
uomini
di
carne
ed
ossa
;
togliamoci
il
cappello
dinanzi
alla
loro
umiliazione
,
perché
anche
in
essa
è
qualcosa
di
grande
che
si
impone
ai
sinceri
e
agli
onesti
.
StampaQuotidiana ,
Le
conclusioni
che
si
possono
trarre
dall
'
andamento
di
questa
manifestazione
di
Primo
Maggio
sono
confortanti
.
La
manifestazione
è
riuscita
come
intervento
di
masse
,
come
estensione
di
solidarietà
operaia
.
Ha
dimostrato
come
il
proletariato
italiano
malgrado
la
reazione
è
sempre
rosso
.
Ed
è
anche
riuscita
come
prova
di
spirito
di
combattività
che
si
risveglia
nelle
file
dei
lavoratori
.
I
fascisti
si
sono
preoccupati
di
dimostrare
col
loro
contegno
e
colle
loro
stesse
dichiarazioni
che
si
trattava
di
una
manifestazione
antifascista
.
E
tale
è
stato
il
significato
della
astensione
dal
lavoro
e
dell
'
intervento
alle
dimostrazioni
di
grandissime
masse
,
da
un
capo
all
'
altro
d
'
Italia
,
e
senza
escludere
le
zone
percosse
dal
fascismo
.
Se
i
cortei
non
si
sono
fatti
si
deve
alla
imposizione
del
governo
:
se
si
fossero
potuti
tenere
,
oggi
conteremmo
un
maggior
numero
di
morti
operai
,
ma
anche
un
maggior
numero
di
morti
fascisti
.
Tuttavia
,
accanto
alla
confortante
constatazione
della
vastità
ed
imponenza
della
manifestazione
e
dell
'
elevato
morale
della
massa
,
dobbiamo
porre
quella
che
l
'
organizzazione
ha
lasciato
in
generale
a
desiderare
.
La
cosa
non
è
senza
ragione
:
la
tattica
dell
'
unità
di
fronte
adottata
in
questo
Primo
Maggio
da
tutti
gli
organismi
proletari
,
esperimento
dell
'
Alleanza
del
lavoro
italiana
,
ha
recato
insieme
questo
benefizio
e
questo
vantaggio
,
che
vanno
dai
comunisti
attentamente
considerati
.
Ci
limitiamo
qui
ad
accennare
brevemente
alla
cosa
,
in
presenza
del
comunicato
diramato
dal
Comitato
dell
'
Alleanza
del
lavoro
dopo
il
Primo
Maggio
.
Con
la
tattica
dell
'
unità
di
fronte
si
sono
potute
radunare
ai
comizi
di
Primo
Maggio
grandi
moltitudini
operaie
anche
dove
era
ben
chiaro
nella
coscienza
fin
dell
'
ultimo
intervenuto
che
non
si
trattava
della
solita
e
tradizionale
coreografia
,
ma
di
una
giornata
di
lotta
.
Ma
questa
dimostrazione
dell
'
avversione
del
proletariato
alla
reazione
e
al
fascismo
,
dello
spirito
di
classe
che
tuttora
anima
le
grandi
moltitudini
di
lavoratori
,
non
è
abbastanza
per
poter
aver
ragione
del
fascismo
e
della
reazione
.
Il
fascismo
non
sarà
soffocato
da
unanimità
platoniche
:
le
rivoltelle
e
i
pugni
non
saranno
rese
impotenti
col
gettarvi
sopra
una
materassa
.
Il
fascismo
non
ha
il
numero
,
ma
ha
l
'
organizzazione
,
unitaria
e
centralizzata
,
ed
è
in
ciò
la
sua
forza
,
integrata
nella
centralizzazione
del
potere
ufficiale
borghese
.
L
'
Alleanza
del
lavoro
che
oggi
ha
permesso
di
raggruppare
masse
imponenti
deve
divenire
capace
di
inquadrarle
con
disciplina
unitaria
.
Qui
è
il
compito
dei
comunisti
,
nel
conseguire
questo
risultato
,
verso
il
quale
non
si
è
fatto
che
il
primo
passo
.
Quando
sarà
possibile
che
le
grandi
adunate
possano
contare
sul
concorso
proletario
,
e
nello
stesso
tempo
su
una
razionale
preparazione
delle
nostre
forze
,
allora
il
proletariato
potrà
dominare
il
suo
nemico
.
In
questo
Primo
Maggio
si
è
potuto
notare
che
i
comizi
e
i
movimenti
concordati
dalle
organizzazioni
alleate
mancavano
un
po
'
di
preparazione
organizzativa
anche
al
modesto
effetto
della
loro
protezione
dagli
attacchi
degli
avversari
,
e
questo
dipendeva
dal
fatto
che
non
era
ben
chiaro
chi
avesse
organizzato
i
comizi
e
disposto
il
piano
del
loro
svolgimento
sotto
tutti
gli
aspetti
.
I
comitati
locali
dell
'
Alleanza
non
sono
che
di
recente
formazione
,
e
non
hanno
chiara
consistenza
organizzativa
,
e
sufficienti
poteri
.
Tuttavia
,
è
già
un
gran
vantaggio
quello
di
aver
potuto
avere
radunate
comuni
delle
masse
,
perché
ciò
eleva
il
morale
proletario
e
consente
ai
comunisti
di
portare
a
tutto
il
proletariato
la
loro
franca
parola
.
Tutto
un
ulteriore
sviluppo
dell
'
interessante
esperimento
italiano
della
tattica
del
fronte
unico
condurrà
ad
integrare
con
questo
vantaggio
innegabile
l
'
altro
dell
'
effettiva
ed
intima
unità
di
organizzazione
.
L
'
argomento
si
presta
ad
importantissime
considerazioni
:
vogliamo
ora
solo
notare
che
il
terreno
sindacale
su
cui
l
'
Alleanza
è
costituita
,
permette
ai
comunisti
di
premere
perché
essa
divenga
sempre
più
stretta
organizzativamente
,
giungendosi
così
all
'
unità
sindacale
proletaria
che
sempre
noi
abbiamo
auspicata
e
che
il
programma
del
Partito
comunista
solo
può
e
dovrà
riempire
di
contenuto
rivoluzionario
.
Per
ora
vi
è
da
reagire
contro
il
carattere
pigro
ed
incerto
che
ha
fino
ad
oggi
la
dirigenza
dell
'
Alleanza
del
lavoro
.
I
comunisti
hanno
già
formulato
in
modo
preciso
e
concreto
le
loro
proposte
per
lo
sviluppo
,
per
il
ravvivamento
,
per
il
potenziamento
dell
'
Alleanza
,
che
potrebbe
,
se
la
campagna
non
venisse
spinta
energicamente
innanzi
,
parallelamente
alle
eloquenti
esperienze
dell
'
azione
proletaria
,
degenerare
in
una
burocratica
ed
ingombrante
diplomazia
di
capi
esitanti
ed
opportunisti
.
Quanto
le
proposte
comuniste
siano
urgenti
lo
dimostra
il
contegno
passivo
dell
'
Alleanza
dinanzi
alle
gravissime
provocazioni
che
hanno
subito
il
Primo
Maggio
le
folle
operaie
e
,
nonostante
gli
inviti
all
'
azione
giunti
da
tante
parti
,
lo
dimostra
la
sua
insensibilità
alla
pressione
che
viene
oggi
dal
proletariato
italiano
disposto
a
procedere
rapidamente
sulla
via
della
controffensiva
.
E
lo
dimostra
,
eloquentissimo
documento
,
il
comunicato
diramato
dal
Comitato
nazionale
,
che
con
le
sue
frasi
piatte
e
banali
declina
la
suggestione
sorgente
dalle
masse
anelanti
la
lotta
:
comunicato
al
quale
non
vogliamo
scrivere
altro
commento
,
sicuri
che
,
come
la
quistione
è
ormai
irrevocabilmente
posta
innanzi
alle
masse
,
così
queste
non
mancheranno
di
commentare
e
giudicare
esse
,
per
trarre
da
quest
'
altra
delusione
nuovo
stimolo
a
proseguire
sull
'
aspra
ma
sicura
via
della
loro
riscossa
.
StampaQuotidiana ,
L
assenza
del
pensiero
caratterizza
l
azione
politica
della
classe
dirigente
.
Provando
e
riprovando
,
è
il
motto
d
ordine
,
distolto
dalla
sua
sede
naturale
la
scienza
sperimentale
,
che
prova
e
riprova
sulla
materia
bruta
e
trasportato
alla
politica
e
all
amministrazione
,
le
quali
operano
sugli
uomini
,
che
nelle
prove
e
riprove
soffrono
,
sono
danneggiati
,
sono
taglieggiati
in
tutti
i
modi
.
Avviene
così
che
la
molla
dello
sviluppo
storico
non
sia
il
pensiero
,
ma
sia
il
dolore
,
il
male
.
Il
pensiero
,
antivedendo
le
logiche
conseguenze
di
una
premessa
,
delibera
di
operare
subito
come
se
quelle
conseguenze
si
fossero
verificate
,
e
pertanto
evita
il
male
e
la
sofferenza
:
la
storia
si
sviluppa
allora
con
una
certa
armonia
,
le
correzioni
da
introdurre
all
organizzazione
degli
istituti
necessari
per
la
convivenza
sociale
si
riducono
al
minimo
,
a
quel
minimo
di
imprevedibile
che
è
contenuto
nello
svolgimento
di
ogni
fatto
umano
.
L
assenza
di
pensiero
,
l
empirismo
che
procede
a
tastoni
per
il
provando
e
riprovando
,
lascia
che
il
male
si
accumuli
,
che
le
sofferenze
si
moltiplichino
:
quando
la
vita
ne
è
diventata
insopportabile
,
provvede
e
toglie
di
mezzo
la
premessa
,
che
di
tutto
quel
male
,
di
tutte
quelle
sofferenze
è
stata
la
sorgente
avvelenata
.
La
storia
procede
così
per
eliminazioni
di
passività
:
è
un
perenne
fallimento
,
una
perenne
revisione
di
conti
sbagliati
,
fallimento
e
sbagli
non
necessari
,
ma
dovuti
al
solo
fatto
che
gli
amministratori
non
avevano
alcuna
capacità
per
il
delicato
loro
compito
.
Riconosciamo
dunque
nel
male
il
salvatore
della
fortuna
progressiva
degli
uomini
,
la
sicurezza
che
alfine
qualcosa
si
farà
;
la
tigna
,
il
colera
,
il
vaiolo
hanno
costretto
,
con
le
stragi
d
altri
tempi
,
all
esercizio
metodico
di
norme
igieniche
che
ponessero
al
riparo
dal
ripetersi
delle
stragi
.
I
mali
che
oggi
si
verificano
costringeranno
alla
riflessione
e
ai
ripari
per
l
avvenire
.
Aspettiamo
che
la
passività
cavi
gli
occhi
,
che
rappresenti
un
pericolo
:
la
pazienza
è
ormai
diventata
la
prima
virtù
cardinale
dell
uomo
politico
e
sociale
.
Una
,
due
,
tre
,
dieci
,
venti
volte
.
Dei
malandrini
si
presentano
di
notte
a
una
portineria
.
Fanno
destare
i
dormienti
.
Si
dichiarano
agenti
di
polizia
agli
ordini
di
un
delegato
;
devono
compiere
una
perquisizione
negli
appartamenti
per
assicurarsi
che
nella
casa
non
siano
nascosti
dei
ricercati
speciali
,
ecc
.
ecc
.
Parlano
con
quella
sicurezza
e
prepotenza
che
si
addice
ai
rappresentanti
della
legge
che
sanno
di
essere
superiori
a
ogni
legge
.
Alla
minima
obiezione
distribuiscono
largamente
cazzotti
,
preludio
delle
scene
selvagge
che
si
svolgono
ai
commissariati
.
Il
cittadino
,
abbandonato
da
ogni
forza
umana
,
conoscendo
,
o
per
dolorosa
esperienza
propria
o
per
esperienza
raccontata
,
i
costumi
della
«
giustizia
»
,
lascia
l
ingresso
libero
,
e
per
una
,
due
,
tre
,
dieci
,
venti
volte
gli
appartamenti
vengono
saccheggiati
da
malandrini
.
Che
fare
?
si
domanda
il
cittadino
.
Aspettare
,
non
c
è
altro
che
aspettare
.
Che
le
gesta
si
moltiplichino
,
che
i
malandrini
acquistino
sempre
una
maggiore
fiducia
nell
impunità
,
ed
allarghino
il
campo
della
loro
azione
.
Che
divenga
loro
vittima
un
qualche
grasso
cittadino
,
che
la
grassa
proprietà
sia
in
pericolo
.
Allora
l
opinione
pubblica
sarà
satura
.
Allora
si
dirà
:
ma
perché
non
si
cerca
di
dar
modo
ai
cittadini
di
distinguere
subito
un
malandrino
da
un
agente
di
polizia
?
Perché
non
si
dà
una
divisa
a
tutti
gli
agenti
di
polizia
?
Perché
non
si
toglie
via
l
agente
in
borghese
che
determina
questi
equivoci
e
provoca
queste
possibilità
di
malfare
?
Lasciate
che
la
passività
diventi
cumulo
,
che
essa
metta
in
pericolo
di
fallimento
presso
i
benpensanti
e
gli
indifferenti
l
azienda
dell
«
ordine
»
.
Provando
e
riprovando
,
si
arriverà
a
provvedere
.
Lo
sviluppo
della
storia
è
tutto
così
,
nelle
piccole
come
nelle
grandi
cose
.
StampaQuotidiana ,
Il
popolo
italiano
ha
seguito
la
cerimonia
d
'
apertura
della
XXVI
legislatura
con
la
stessa
curiosità
con
la
quale
ha
seguito
la
corsa
ciclistica
per
il
giro
d
'
Italia
.
Ha
guardato
alla
coreografia
,
non
ha
meditato
sul
discorso
,
perché
sapeva
che
quel
discorso
stava
a
completare
la
coreografia
,
quindi
non
poteva
essere
che
insincero
ed
irreale
?
Gli
stessi
uomini
politici
manifestano
segni
di
nausea
e
stanchezza
.
Ma
malgrado
ciò
il
discorso
della
Corona
è
stato
sventrato
,
frugato
da
capo
a
fondo
,
ed
ogni
partito
si
è
sforzato
di
trarre
da
esso
il
tema
per
qualche
discorso
brillante
sia
in
laude
che
in
opposizione
al
contenuto
.
Ma
mentre
sulla
scena
politica
si
seguono
queste
banali
rappresentazioni
,
nelle
quali
tutte
le
ambizioni
umane
intessono
la
loro
menzogna
,
sullo
sfondo
giganteggia
la
maschera
sghignazzante
della
realtà
.
Ardono
per
le
vie
,
nelle
case
,
nell
'
intimità
tutte
le
passioni
di
cui
si
sente
capace
l
'
anima
umana
.
L
'
individualismo
ha
preso
il
sopravvento
sull
'
armonia
delle
collettività
operanti
ad
un
fine
.
La
vita
collettiva
si
è
spezzata
in
tante
singole
tragedie
.
Delitti
che
abbassano
e
riconducono
l
'
uomo
allo
stato
selvaggio
;
violenze
truccate
di
legalità
che
rivelano
,
sotto
la
mano
inguantata
dell
'
uomo
colto
e
aristocratico
,
il
callo
e
l
'
artiglio
del
negriero
;
torture
morali
e
materiali
che
strappano
gli
ultimi
veli
alle
ipocrisie
del
diritto
;
arbitrii
che
spezzano
i
rapporti
sociali
ma
non
osano
mettere
a
parte
i
ciarpami
delle
tradizioni
e
lanciare
la
grande
definitiva
parola
di
sfida
.
In
quest
'
ambiente
arroventato
,
slegato
,
tentennante
,
distratto
,
si
leva
un
ministro
della
monarchia
a
ripetere
,
con
la
puntualità
di
un
burocrate
,
le
menzogne
costituzionali
,
ed
a
colui
che
simboleggia
e
riassume
il
potere
monarchico
si
fanno
dire
pensieri
che
suonano
beffa
e
insulto
.
Beffa
ed
insulto
l
'
invocazione
all
'
equilibrio
delle
energie
di
lavoro
,
all
'
ordinato
ascendere
delle
classi
lavoratrici
,
alla
collaborazione
per
il
rafforzamento
dell
'
autorità
dello
Stato
!
Questo
Stato
che
vuol
farsi
paciere
fra
le
classi
a
condizione
che
la
lotta
della
classe
lavoratrice
segni
il
passo
col
cronometro
degli
interessi
di
classe
borghese
,
non
si
accorge
di
vivere
fuori
della
realtà
?
La
realtà
non
rivela
forse
tutto
un
popolo
buono
e
laborioso
sanguinante
per
mille
ferite
,
per
disoccupazione
,
fame
e
miseria
,
mentre
tutto
l
'
affarismo
agrario
e
siderurgico
minaccia
,
se
non
si
salvano
i
suoi
privilegi
,
di
affamare
l
'
Italia
del
lavoro
?
La
realtà
non
ci
fa
vedere
navi
di
emigranti
che
ritornano
,
onuste
di
proletariato
,
in
patria
,
perché
altrove
non
s
'
accettano
quelle
bestie
da
soma
?
Questo
spettro
di
Stato
incarognito
in
mille
delitti
,
questi
ministri
adusati
nell
'
arte
della
menzogna
e
del
cinismo
,
questo
canagliume
che
vuol
pontificare
dalla
cattedra
del
diritto
e
della
morale
crede
di
bendarci
gli
occhi
e
di
sollazzarci
per
non
vedere
in
faccia
la
realtà
?
La
sovranità
dello
Stato
per
placare
le
passioni
esorbitanti
?
Ma
chi
se
non
lo
Stato
ha
mandato
in
briciole
quel
poco
che
era
rimasto
di
puro
nei
rapporti
sociali
?
Lo
stesso
governo
s
'
è
fatto
brigante
e
non
osa
confessarlo
.
Il
delinquente
che
grida
viva
l
'
Italia
,
mentre
consuma
il
suo
delitto
,
spezza
tutti
gli
ostacoli
del
codice
e
non
va
in
galera
,
ma
ci
va
colui
che
vuol
tenere
fede
ad
un
'
idea
che
ha
sposato
fra
i
dolori
e
le
privazioni
e
sotto
il
giogo
del
lavoro
.
Non
si
parli
di
libertà
!
Bando
agli
omaggi
per
gli
uomini
che
dettarono
leggi
e
codificarono
i
rapporti
sociali
.
Siamo
giunti
al
punto
culminante
dei
contrasti
di
classe
,
e
la
realtà
ci
dimostra
come
il
potere
statale
vada
sempre
più
assumendo
carattere
di
oppressione
e
di
dominio
di
classe
.
Noi
non
ci
lasciamo
fuorviare
dalle
esteriorità
,
legga
o
non
legga
il
re
un
discorso
,
abbia
o
non
abbia
fiducia
un
ministero
,
si
battano
o
non
si
battano
i
partiti
per
un
progetto
di
legge
,
a
noi
la
realtà
dà
la
sensazione
che
tutto
ciò
serva
per
fare
indugiare
le
masse
operaie
,
per
farle
desistere
dagli
assalti
violenti
al
regime
.
Poiché
la
realtà
ha
gettato
per
le
vie
la
violenza
,
poiché
questa
è
partorita
dai
contrasti
di
classe
,
poiché
questa
classe
è
la
borghesia
in
orgasmo
per
ricacciare
indietro
il
proletariato
,
poiché
ovunque
trionfa
il
forte
in
barba
alle
leggi
e
alle
tradizioni
,
poiché
la
vendetta
sta
in
agguato
ovunque
porti
la
sua
attività
la
classe
operaia
,
poiché
tutto
questo
è
e
non
è
fantasia
che
valga
a
diminuire
la
portata
e
l
'
importanza
di
questi
fatti
,
noi
preferiamo
la
sincerità
dei
violenti
,
mercenari
o
non
della
borghesia
,
perché
,
rotte
le
menzogne
,
essi
stanno
insegnando
a
tutti
come
può
esercitarsi
il
dominio
di
classe
all
'
ombra
della
legalità
.
Chi
ha
fede
,
chi
solo
alla
realtà
attinge
l
'
energia
necessaria
per
combattere
le
lotte
sociali
deve
rimanere
sul
terreno
della
violenza
contro
la
violenza
e
non
subirà
umiliazioni
.
Se
vi
è
forza
nel
produrre
,
si
può
,
si
deve
usare
la
stessa
forza
perché
non
sia
conculcato
il
proprio
diritto
.
StampaQuotidiana ,
Il
fascismo
è
stata
l
'
ultima
"
rappresentazione
"
offerta
dalla
piccola
borghesia
urbana
nel
teatro
della
vita
politica
nazionale
.
La
miserevole
fine
dell
'
avventura
fiumana
è
l
'
ultima
scena
della
rappresentazione
.
Essa
può
assumersi
come
l
'
episodio
più
importante
del
processo
di
intima
dissoluzione
di
questa
classe
della
popolazione
italiana
.
Il
processo
di
sfacelo
della
piccola
borghesia
si
inizia
nell
'
ultimo
decennio
del
secolo
scorso
.
La
piccola
borghesia
perde
ogni
importanza
e
scade
da
ogni
funzione
vitale
nel
campo
della
produzione
,
con
lo
sviluppo
della
grande
industria
e
del
capitale
finanziario
:
essa
diventa
pura
classe
politica
e
si
specializza
nel
"
cretinismo
parlamentare
"
.
Questo
fenomeno
che
occupa
una
gran
parte
della
storia
contemporanea
italiana
,
prende
diversi
nomi
nelle
sue
varie
fasi
:
si
chiama
originalmente
"
avvento
della
sinistra
al
potere
"
,
diventa
giolittismo
,
è
lotta
contro
i
tentativi
kaiseristici
di
Umberto
I
,
dilaga
nel
riformismo
socialista
.
La
piccola
borghesia
si
incrosta
nell
'
istituto
parlamentare
:
da
organismo
di
controllo
della
borghesia
capitalistica
sulla
Corona
e
sull
'
Amministrazione
pubblica
,
il
Parlamento
diviene
una
bottega
di
chiacchiere
e
di
scandali
,
diviene
un
mezzo
al
parassitismo
.
Corrotto
fino
alle
midolla
,
asservito
completamente
al
potere
governativo
,
il
Parlamento
perde
ogni
prestigio
presso
le
masse
popolari
.
Le
masse
popolari
si
persuadono
che
l
'
unico
strumento
di
controllo
e
di
opposizione
agli
arbitri
del
potere
amministrativo
è
l
'
azione
diretta
,
è
la
pressione
dall
'
esterno
.
La
settimana
rossa
del
giugno
1914
contro
gli
eccidi
,
è
il
primo
grandioso
intervento
delle
masse
popolari
nella
scena
politica
,
per
opporsi
direttamente
agli
arbitrii
del
potere
,
per
esercitare
realmente
la
sovranità
popolare
,
che
non
trova
più
una
qualsiasi
espressione
nella
Camera
rappresentativa
:
si
può
dire
che
nel
giugno
1914
il
parlamentarismo
è
,
in
Italia
,
entrato
nella
via
della
sua
organica
dissoluzione
e
col
parlamentarismo
la
funzione
politica
della
piccola
borghesia
.
La
piccola
borghesia
,
che
ha
definitivamente
perduto
ogni
speranza
di
riacquistare
una
funzione
produttiva
(
solo
oggi
una
speranza
di
questo
genere
si
riaffaccia
,
coi
tentativi
del
Partito
popolare
per
ridare
importanza
alla
piccola
proprietà
agricola
e
coi
tentativi
dei
funzionari
della
Confederazione
generale
del
Lavoro
per
galvanizzare
il
morticino
-
controllo
sindacale
)
cerca
in
ogni
modo
di
conservare
una
posizione
di
iniziativa
storica
:
essa
scimmieggia
la
classe
operaia
,
scende
in
piazza
.
Questa
nuova
tattica
si
attua
nei
modi
e
nelle
forme
consentiti
ad
una
classe
di
chiacchieroni
,
di
scettici
,
di
corrotti
:
lo
svolgimento
dei
fatti
che
ha
preso
il
nome
di
"
radiose
giornate
di
maggio
"
,
con
tutti
i
loro
riflessi
giornalistici
,
oratori
,
teatrali
,
piazzaioli
durante
la
guerra
,
è
come
la
proiezione
nella
realtà
di
una
novella
della
jungla
del
Kipling
:
la
novella
del
Bandar
-
Log
,
del
popolo
delle
scimmie
,
il
quale
crede
di
essere
superiore
a
tutti
gli
altri
popoli
della
jungla
,
di
possedere
tutta
l
'
intelligenza
,
tutta
l
'
intuizione
storica
,
tutto
lo
spirito
rivoluzionario
,
tutta
la
sapienza
di
governo
,
ecc
.
,
ecc
.
Era
avvenuto
questo
:
la
piccola
borghesia
,
che
si
era
asservita
al
potere
governativo
attraverso
la
corruzione
parlamentare
,
muta
la
forma
della
sua
prestazione
d
'
opera
,
diventa
antiparlamentare
e
cerca
di
corrompere
la
piazza
.
Nel
periodo
della
guerra
il
Parlamento
decade
completamente
:
la
piccola
borghesia
cerca
di
consolidare
la
sua
nuova
posizione
e
si
illude
di
aver
realmente
ucciso
la
lotta
di
classe
,
di
aver
preso
la
direzione
della
classe
operaia
e
contadina
,
di
aver
sostituito
l
'
idea
socialista
,
immanente
nelle
masse
,
con
uno
strano
e
bislacco
miscuglio
ideologico
di
imperialismo
nazionalista
,
di
"
vero
rivoluzionarismo
"
,
di
"
sindacalismo
nazionale
"
.
L
'
azione
diretta
delle
masse
nei
giorni
2-3-
dicembre
,
dopo
le
violenze
verificatesi
a
Roma
da
parte
degli
ufficiali
contro
i
deputati
socialisti
,
pone
un
freno
all
'
attività
politica
della
piccola
borghesia
,
che
da
quel
momento
cerca
di
organizzarsi
e
di
sistemarsi
intorno
a
padroni
più
ricchi
e
più
sicuri
che
non
sia
il
potere
di
Stato
ufficiale
,
indebolito
e
esaurito
dalla
guerra
.
L
'
avventura
fiumana
è
il
motivo
sentimentale
e
il
meccanismo
pratico
di
questa
organizzazione
sistematica
,
ma
appare
subito
evidente
che
la
base
solida
dell
'
organizzazione
è
la
diretta
difesa
della
proprietà
industriale
e
agricola
dagli
assalti
della
classe
rivoluzionaria
degli
operai
e
dei
contadini
poveri
.
Questa
attività
della
piccola
borghesia
,
divenuta
ufficialmente
"
il
fascismo
"
,
non
è
senza
conseguenza
per
la
compagine
dello
Stato
.
Dopo
aver
corrotto
e
rovinato
l
'
istituto
parlamentare
,
la
piccola
borghesia
corrompe
e
rovina
gli
altri
istituti
,
i
fondamentali
sostegni
dello
Stato
:
l
'
esercito
,
la
polizia
,
la
magistratura
.
Corruzione
e
rovina
condotte
in
pura
perdita
,
senza
alcun
fine
preciso
(
l
'
unico
fine
preciso
avrebbe
dovuto
essere
la
creazione
di
un
nuovo
Stato
:
ma
il
"
popolo
delle
scimmie
"
è
caratterizzato
appunto
dall
'
incapacità
organica
a
darsi
una
legge
,
a
fondare
uno
Stato
)
:
il
proprietario
,
per
difendersi
,
finanzia
e
sorregge
una
organizzazione
privata
,
la
quale
per
mascherare
la
sua
reale
natura
,
deve
assumere
atteggiamenti
politici
"
rivoluzionari
"
e
disgregare
la
più
potente
difesa
della
proprietà
,
lo
Stato
.
La
classe
proprietaria
ripete
,
nei
riguardi
del
potere
esecutivo
,
lo
stesso
errore
che
aveva
commesso
nei
riguardi
del
Parlamento
:
crede
di
potersi
meglio
difendere
dagli
assalti
della
classe
rivoluzionaria
,
abbandonando
gli
istituti
del
suo
Stato
ai
capricci
isterici
del
"
popolo
delle
scimmie
"
,
della
piccola
borghesia
.
La
piccola
borghesia
,
anche
in
questa
ultima
incarnazione
politica
del
"
fascismo
"
,
si
è
definitivamente
mostrata
nella
sua
vera
natura
di
serva
del
capitalismo
e
della
proprietà
terriera
,
di
agente
della
controrivoluzione
.
Ma
ha
anche
dimostrato
di
essere
fondamentalmente
incapace
a
svolgere
un
qualsiasi
compito
storico
:
il
popolo
delle
scimmie
riempie
la
cronaca
,
non
crea
storia
,
lascia
traccia
nel
giornale
,
non
offre
materiali
per
scrivere
libri
.
La
piccola
borghesia
,
dopo
aver
rovinato
il
Parlamento
,
sta
rovinando
lo
Stato
borghese
:
essa
sostituisce
,
in
sempre
più
larga
scala
,
la
violenza
privata
all
'
"
autorità
"
della
legge
,
esercita
(
e
non
può
fare
altrimenti
)
questa
violenza
caoticamente
,
brutalmente
,
e
fa
sollevare
contro
lo
Stato
,
contro
il
capitalismo
,
sempre
più
larghi
strati
della
popolazione
.
StampaQuotidiana ,
I
provvedimenti
contro
la
disoccupazione
sono
stati
discussi
alla
Camera
per
ultimi
,
come
un
affare
qualunque
che
interessasse
una
ristretta
categoria
di
una
piccola
borgata
.
Dal
modo
con
cui
essi
sono
stati
discussi
ed
approvati
,
un
fatto
risulta
evidente
:
la
certezza
che
i
provvedimenti
lasceranno
il
tempo
che
trovano
e
che
la
loro
approvazione
ha
solo
valore
formale
,
per
gli
sciocchi
che
ancora
si
illudono
sull
'
utilità
dei
tornei
accademici
parlamentari
.
La
Camera
è
,
nella
sua
maggioranza
,
persuasa
che
la
disoccupazione
non
ha
rimedi
e
che
quelli
proposti
devono
solo
servire
a
mostrare
l
'
apparente
buona
volontà
del
governo
a
risolvere
la
crisi
.
Non
ci
sono
ormai
che
i
socialisti
,
i
quali
credono
che
il
governo
con
una
saggia
politica
di
lavori
pubblici
possa
far
qualche
cosa
per
il
milione
di
operai
disoccupati
.
Governo
e
rappresentanza
parlamentare
borghese
sanno
ottimamente
che
la
crisi
non
può
avere
altra
soluzione
che
l
'
affamamento
di
una
parte
della
classe
operaia
e
contadina
.
Certo
essi
trovano
legittimo
che
questo
avvenga
,
poiché
per
loro
entra
nel
corso
naturale
delle
cose
.
Essi
spiegano
la
crisi
come
una
calamità
sociale
alla
quale
gli
operai
devono
sottomettersi
con
lo
stesso
animo
con
cui
affrontano
una
carestia
.
Il
governo
,
come
rappresentanza
borghese
,
e
tanto
più
in
quanto
vuole
apparire
di
essere
con
tutto
il
popolo
,
studia
progetti
,
presenta
disegni
di
legge
,
li
approva
,
per
far
credere
che
esso
si
interessa
realmente
alla
vita
degli
operai
e
contadini
.
Esiste
un
limite
però
:
esiste
il
limite
della
proprietà
privata
,
che
non
può
essere
violato
.
L
'
affamamento
degli
operai
non
può
giustificare
che
si
debba
ridurre
il
profitto
capitalistico
o
meglio
violare
il
diritto
della
proprietà
privata
.
Governo
e
rappresentanza
borghesi
sono
dunque
coerenti
,
quando
approvano
disegni
di
legge
che
lasciano
il
tempo
che
trovano
.
Essi
hanno
sempre
una
scusa
a
portata
di
mano
:
la
difesa
del
proprio
privilegio
e
l
'
impossibilità
di
fare
di
più
,
senza
correre
il
rischio
di
perire
.
Facendo
rispettare
questo
limite
,
i
governi
borghesi
sono
convinti
di
agire
realmente
anche
nell
'
interesse
dei
lavoratori
.
Ora
ai
socialisti
,
come
rappresentanza
proletaria
,
se
non
fossero
quello
che
sono
sarebbe
spettato
di
smascherare
questa
politica
di
classe
dei
governi
borghesi
e
d
'
opporvi
una
politica
propria
,
la
quale
non
potesse
lasciare
più
alcun
dubbio
nell
'
animo
dei
lavoratori
.
Ma
i
socialisti
si
pongono
anch
'
essi
sul
piano
delle
illusioni
e
perdono
il
loro
tempo
a
discutere
questo
o
quell
'
altro
articolo
di
progetto
di
legge
,
come
se
la
disoccupazione
,
specie
nel
periodo
attuale
,
possa
davvero
trovare
la
soluzione
nella
proposta
di
uno
o
più
emendamenti
,
che
accrescano
magari
il
sussidio
giornaliero
all
'
operaio
senza
lavoro
.
Far
credere
alle
grandi
masse
di
operai
disoccupati
che
essi
possono
guardare
con
fiducia
nell
'
opera
di
aiuto
del
governo
,
è
volerle
mantenere
nell
'
inganno
.
Oggi
che
il
numero
dei
disoccupati
va
rapidamente
crescendo
e
che
la
classe
padronale
non
ha
più
alcuno
scrupolo
nel
mettere
sul
lastrico
centinaia
di
migliaia
di
famiglie
operaie
,
altra
parola
d
'
ordine
si
richiederebbe
da
coloro
che
hanno
ricevuto
il
loro
mandato
dalla
classe
lavoratrice
.
Ma
la
realtà
è
fuori
del
Parlamento
.
Gli
organizzatori
operai
che
in
questo
avrebbero
dovuto
far
risuonare
forte
la
voce
di
protesta
dei
lavoratori
,
che
soffrono
nella
fame
e
nella
miseria
,
si
sono
limitati
invece
a
proporre
qualche
emendamento
al
disegno
di
legge
governativo
.
Intanto
che
gli
operai
disoccupati
crescono
e
che
la
fame
miete
sempre
maggiori
vittime
in
mezzo
alle
loro
famiglie
,
questa
condotta
parlamentare
degli
organizzatori
operai
non
può
che
giudicarsi
ingannevole
e
traditrice
.
Essa
ribadisce
l
'
illusione
che
si
tratti
di
uomini
di
governo
e
d
'
indirizzo
politico
,
mentre
la
quistione
sostanziale
è
nel
regime
.
E
'
questo
che
si
deve
additare
alle
masse
operaie
come
la
causa
dei
loro
mali
che
si
deve
prima
togliere
di
mezzo
,
per
giungere
alla
loro
liberazione
da
essi
.
Tutto
il
resto
è
retorica
,
accademia
;
ora
che
la
Camera
ha
di
fatto
approvato
i
provvedimenti
contro
la
disoccupazione
,
non
siamo
cattivi
profeti
dicendo
che
la
crisi
continuerà
a
rendersi
più
acuta
nel
paese
.
A
questo
non
ci
prepara
forse
l
'
offensiva
degli
industriali
per
la
riduzione
dei
salari
?
Già
i
tessili
sono
alla
vigilia
del
loro
sciopero
generale
in
tutta
Italia
,
se
i
padroni
non
accedono
alle
proposte
della
Federazione
.
Anche
in
ciò
non
bisogna
creare
illusioni
.
Nessun
aiuto
gli
operai
hanno
da
sperare
dall
'
intervento
dello
Stato
.
Gli
operai
ricordano
a
che
cosa
è
servito
l
'
intervento
di
Giolitti
nella
vertenza
metallurgica
;
né
hanno
dimenticato
i
frutti
che
ha
portato
in
Inghilterra
l
'
intervento
di
Lloyd
George
nella
vertenza
dei
minatori
.
Nel
primo
come
nell
'
altro
caso
,
il
governo
non
è
intervenuto
che
per
sviare
dai
suoi
propositi
di
lotta
e
di
resistenza
la
classe
operaia
,
consegnandola
,
con
la
complicità
dei
suoi
organizzatori
,
alla
volontà
padronale
.
La
classe
operaia
non
ha
nulla
da
sperare
da
questo
o
da
quell
'
altro
ministro
;
la
classe
operaia
non
può
fare
affidamento
che
in
se
stessa
.
Ogni
decreto
,
ogni
disegno
di
legge
non
sono
che
pezzi
di
carta
per
i
padroni
,
la
cui
volontà
può
trovare
un
limite
solo
nella
forza
medesima
degli
operai
e
non
mai
negli
organi
dello
Stato
.
Chi
dalla
tribuna
parlamentare
o
in
un
comizio
,
si
vale
della
sua
autorità
,
del
suo
prestigio
,
per
far
credere
alle
masse
che
oggi
la
soluzione
della
crisi
possa
essere
all
'
infuori
dell
'
abbattimento
dello
Stato
borghese
,
non
si
merita
titolo
diverso
da
quello
di
traditore
.
Tanto
se
si
tratti
di
combattere
contro
la
disoccupazione
che
contro
la
riduzione
dei
salari
,
il
governo
e
i
suoi
organi
non
possono
essere
che
coi
padroni
.
Gli
operai
ricordino
il
decreto
di
controllo
com
'
è
andato
a
finire
e
stiano
in
guardia
da
qualunque
intervento
dello
Stato
nelle
loro
lotte
contro
la
classe
padronale
.
La
sola
verità
che
essi
non
devono
dimenticare
mai
è
che
dai
padroni
otterranno
sempre
tanto
per
quanto
saranno
forti
e
che
oggi
l
'
unica
via
di
salvezza
consiste
non
nell
'
attendersi
aiuti
e
provvedimenti
dai
governi
della
borghesia
,
ma
nel
lottare
per
il
loro
abbattimento
definitivo
.
Non
è
inutile
se
si
ripete
una
volta
di
più
che
tutti
i
problemi
inerenti
alla
vita
della
classe
operaia
oggi
possono
trovare
la
loro
soluzione
solo
nella
conquista
del
potere
politico
da
parte
di
essa
.
Ogni
altra
via
non
può
condurre
che
a
soluzioni
parziali
ed
ingannevoli
per
la
classe
operaia
.
StampaQuotidiana ,
Stamane
,
verso
le
dieci
,
nei
pressi
di
Cascina
Vica
,
cioè
a
pochi
passi
da
Rivoli
,
un
muletto
,
impauritosi
del
tram
che
sopraggiungeva
,
corse
attraverso
al
binario
e
,
incespicando
,
si
abbatté
a
terra
,
cosicché
la
motrice
,
invano
frenata
a
tutta
forza
,
gli
fu
sopra
,
stroncandolo
completamente
.
All
improvviso
sobbalzo
che
ne
ricevette
tutto
il
convoglio
,
si
unirono
le
alte
grida
strazianti
del
fanciullo
che
custodiva
...
così
bene
il
muletto
,
per
cui
una
vera
folla
di
passeggeri
,
sgomenti
,
atterriti
,
credendo
che
il
travolto
fosse
il
fanciullo
,
precipitò
dalle
vetture
;
qualche
donna
svenne
,
fu
insomma
un
episodio
di
paura
e
di
pietà
.
Accertata
la
realtà
del
caso
,
cominciarono
i
ragionari
dei
passeggeri
,
reduci
dal
bagno
emotivo
;
cominciò
il
quarto
d
ora
di
storia
del
muletto
,
diventato
vivo
nella
mente
e
nel
cuore
degli
uomini
!
Le
donne
specialmente
con
un
lungo
sospiro
di
soddisfazione
mormoravano
un
«
meno
male
!
si
tratta
soltanto
di
un
muletto
»
.
Un
soldato
fiorentino
,
solidamente
imboscato
,
faceva
notare
invece
,
come
ne
facesse
un
commosso
funebre
elogio
,
ch
i
muletto
poteva
,
costare
du
boni
fogli
da
mille
!
Oh
dimmi
la
verità
,
fiorentino
spirito
bizzarro
sotto
quel
grigio
-
verde
di
imboscato
eroico
palpita
un
generoso
cuore
di
negoziante
di
vaccine
,
cavalli
e
specie
affini
!
non
me
lo
negare
.
Ed
ora
che
sarà
di
te
,
povero
muletto
?
Non
sei
mai
stato
così
vivo
,
come
oggi
che
tu
sei
morto
!
non
altrimenti
avviene
per
gli
uomini
,
credilo
.
Domani
tu
sarai
portato
a
Torino
:
il
mercatante
dirà
di
te
che
eri
giovane
,
bello
e
gagliardo
,
che
sei
stato
reciso
da
morte
violenta
,
come
un
fiore
,
che
tu
non
eri
una
rozza
esausta
,
una
bestia
avvizzita
,
consunta
dai
malanni
,
come
si
suole
portare
al
macello
.
Con
quale
eloquenza
diranno
le
tue
lodi
i
mercatanti
,
o
povero
muletto
!
La
tua
giovinezza
e
floridezza
sarà
esaltata
.
E
una
nobiltà
nuova
ti
attende
sicuramente
:
tu
entrerai
,
fatto
a
brani
,
in
uno
spaccio
di
carne
equina
;
ma
che
mulo
?
cavallo
,
il
nobile
cavallo
sarai
,
altro
che
mulo
;
e
sarai
ricercato
,
pagato
stupidamente
bene
,
masticato
anche
da
aristocratiche
,
ignoranti
mascelle
;
guarda
un
po
quanto
onore
ti
attende
!
E
,
ahimé
,
anche
vitello
tu
diventerai
!
e
dico
ahimé
,
perché
,
uso
purtroppo
agli
intrugli
del
trattore
,
farse
sarò
una
tua
vittima
anch
io
.
Ecco
tu
entrerai
sotto
forma
di
una
bella
portata
di
vitello
,
stufatino
,
in
guazzetto
,
con
certi
intingoli
da
far
gola
all
Artusi
e
a
Stecchetti
.
Cameriere
!
ma
questa
carne
è
coriacea
,
è
tigliosa
,
è
immasticabile
!
Ma
che
?
È
vitello
sano
,
giovanissimo
,
e
che
vuole
?
tempi
grami
questi
e
poi
c
è
ancora
il
caldo
,
non
si
può
tenere
la
carne
sotto
pelle
,
per
la
necessaria
frollatura
,
ci
vuole
un
po
di
tolleranza
,
d
altronde
,
tenuto
calcolo
di
questo
difettuccio
,
noi
non
le
facciamo
pagare
la
porzione
di
vitello
che
miserabili
dieci
lire
.
Povero
muletto
,
la
morte
ti
ha
conferito
due
gradi
di
dignità
:
di
vitello
e
di
cavallo
,
il
nobile
amico
dell
uomo
;
i
mercatanti
si
contendono
la
tua
spoglia
,
i
consumatori
ti
pagano
imperialmente
:
non
rammaricarti
di
essere
morto
.