StampaQuotidiana ,
Mentre
i
generali
atlantici
se
ne
stavano
riuniti
a
Londra
a
pensare
alla
guerra
,
noi
passavamo
le
giornate
a
segnare
su
una
grande
carta
geografica
aperta
sul
tavolo
le
tappe
della
nostra
avanzata
.
Vedevamo
le
grandi
strade
napoleoniche
,
adoravamo
già
il
verde
della
laguna
,
e
i
fiori
dei
prati
alpini
,
salutavamo
fuggendo
città
e
paesi
,
fiumi
e
monti
,
ci
fermavamo
alla
porta
delle
piccole
Sezioni
a
stringere
la
mano
ai
compagni
e
a
raccomandar
loro
la
data
del
prossimo
appuntamento
.
Che
stavamo
combinando
?
Ulisse
seguiva
le
nostre
manovre
dall
'
alto
,
caricando
la
pipa
.
Terenzi
da
Roma
ci
telefonava
gli
ultimi
accordi
e
i
nomi
dei
componenti
la
carovana
.
Una
spedizione
polare
?
No
.
Soltanto
un
"
Giro
d
'
Italia
"
.
Come
,
dopo
tanti
e
tanti
chilometri
di
strada
che
sono
passati
sui
giornali
attraverso
le
corrispondenze
di
quattro
o
cinque
tours
in
Europa
,
ancora
un
'
altra
corsa
a
tappe
?
E
chi
sono
i
corridori
?
E
ci
saranno
gli
assi
?
Piano
,
piano
,
amici
lettori
.
Questo
"
Giro
d
'
Italia
"
ha
una
storia
tutta
sua
e
merita
che
voi
la
conosciate
.
I
corridori
ci
sono
e
hanno
il
loro
bravo
motore
a
prua
e
il
vento
in
poppa
.
Gli
assi
ci
sono
pure
:
Fortini
,
asso
del
volante
.
E
io
stesso
,
Gatto
,
sono
o
non
sono
un
asso
,
un
assiolo
almeno
se
mi
piace
cantare
?
Un
piccolo
spunto
personale
c
'
è
stato
.
Occorre
che
ve
lo
confessi
.
Con
due
Giri
d
'
Italia
sulle
spalle
,
alla
ruota
di
Coppi
e
di
Bartali
,
quest
'
anno
,
per
tante
ragioni
,
mi
sono
visto
lasciare
a
casa
.
Come
faccio
-
mi
son
detto
-
a
salutare
tanti
e
tanti
compagni
,
che
m
'
aspettavano
per
strada
?
Sarò
così
ingrato
con
loro
da
continuare
a
vederli
solo
all
'
orizzonte
?
Non
sia
mai
detto
.
Io
vado
a
cercarli
,
sia
pure
con
qualche
mese
di
ritardo
.
Questa
volta
,
invece
che
di
ciclismo
,
parleremo
di
noi
,
proprio
di
noi
,
de
"
l
'
Unità
"
.
Ecco
,
il
pensiero
era
chiaramente
formulato
.
"
l
'
Unità
"
va
a
visitare
i
suoi
milioni
di
lettori
,
va
a
far
festa
in
piazza
davanti
alle
loro
case
dove
non
si
ferma
mai
nessuno
.
E
con
noi
porteremo
parole
,
canti
,
film
da
proiettare
,
stampa
da
conoscere
e
da
far
leggere
.
La
nostra
gloriosa
macchina
-
che
ha
vetrine
per
i
libri
,
tetto
apribile
,
altoparlanti
e
sorprese
tutte
da
vedere
-
sarà
insieme
tribuna
e
cabina
di
proiezione
,
bottega
di
libraio
e
redazione
volante
.
Noi
stessi
parleremo
ai
compagni
,
scriveremo
di
loro
,
canteremo
con
loro
,
saremo
insomma
in
mezzo
a
loro
in
carne
e
ossa
,
come
si
dice
.
Migliaia
e
migliaia
di
Comuni
ha
l
'
Italia
:
tutti
buoni
da
scoprire
,
tutti
meritevoli
da
salutare
.
Ma
,
come
si
fa
per
la
prima
volta
a
toccarli
tutti
?
Questo
era
il
nostro
problema
.
Alle
prese
con
le
carte
geografiche
,
non
riuscivamo
mai
a
deciderci
.
«
Cominciamo
col
Veneto
-
ci
siamo
detti
-
continuiamo
per
la
Lombardia
e
per
l
'
Emilia
:
poco
più
di
un
mese
a
disposizione
per
le
tre
regioni
,
dal
12
agosto
al
14
settembre
.
Trentuno
paesi
o
città
,
da
raggiungere
per
un
giorno
,
è
un
bell
'
itinerario
.
Convenitene
»
.
(
E
pensate
ancora
:
31
corrispondenze
da
inviare
al
giornale
,
trentuno
comizi
da
tenere
,
senza
contare
i
chilometri
che
tracceremo
in
questo
nostro
bizzarro
itinerario
)
.
Studiate
attentamente
i
grafici
della
nostra
corsa
a
tappe
.
Vi
convincerete
che
non
abbiamo
scelto
a
caso
e
che
ai
paesi
e
alle
città
fissati
potranno
convenire
compagni
e
amici
della
provincia
e
della
zona
per
trovarsi
insieme
con
noi
.
Comunque
,
lungo
le
strade
,
ove
essi
incontreranno
la
nostra
macchina
,
potranno
fermarla
e
sentirsi
salutati
e
visitati
dal
suo
passaggio
.
Noi
non
correremo
indifferentemente
da
un
traguardo
all
'
altro
,
saremo
affacciati
a
tutti
i
paesi
che
attraverseremo
e
in
ogni
Sezione
,
in
ogni
cellula
riconosceremo
volentieri
una
stazione
,
sia
pure
volante
,
del
nostro
viaggio
.
Perché
noi
non
siamo
noi
stessi
,
ma
il
giornale
,
"
l
'
Unità
"
.
Considerate
che
dopo
il
15
settembre
il
nostro
"
giro
"
continuerà
per
altre
regioni
e
per
altre
provincie
d
'
Italia
,
a
Nord
ancora
e
poi
al
Centro
e
al
Sud
.
Spetterà
agli
amici
e
ai
compagni
del
Veneto
,
della
Lombardia
e
dell
'
Emilia
di
saper
organizzare
per
la
loro
parte
la
festa
nei
luoghi
di
tappa
,
sia
in
base
alle
disposizioni
indispensabili
date
dalla
Direzione
e
dalla
Segreteria
di
redazione
del
nostro
giornale
,
sia
mostrando
di
aver
iniziative
e
idee
che
integrino
il
nostro
programma
o
per
lo
meno
,
aiutino
a
realizzarlo
.
E
attenti
alla
data
fissata
per
ogni
tappa
,
noi
ci
atterremo
strettamente
ad
essa
,
a
meno
che
circostanze
davvero
eccezionali
e
imprevedibili
non
ce
l
'
impediscano
.
In
questi
giorni
che
ancora
mancano
alla
partenza
,
avremo
modo
ancora
d
'
intenderci
:
poi
la
parola
sarà
data
ai
nostri
incontri
.
Nelle
sere
di
festa
avremo
in
comune
parole
,
cori
,
allegria
.
Celebreremo
la
vita
e
l
'
Italia
sulle
piazze
nelle
notti
stellate
.
Molte
stelle
cadranno
sulla
nostra
bandiera
,
sulle
nostre
case
,
sulle
nostre
teste
.
Ed
esprimeremo
,
a
vederle
cadere
,
tutti
lo
stesso
desiderio
:
che
il
popolo
possa
sempre
così
ritrovarsi
in
pace
nel
riposo
dopo
un
giorno
di
lavoro
e
che
alla
nostra
lotta
e
alla
vittoria
della
causa
del
socialismo
siano
intenti
in
ogni
famiglia
,
in
ogni
casa
,
tutti
gli
italiani
di
buona
volontà
.
StampaQuotidiana ,
A
Adria
troveremo
il
Polo
,
a
Este
"
benestanti
proprietari
"
,
a
Legnago
Napoleone
,
a
Schio
il
caro
Fusinato
con
la
sua
bandierina
bianca
I
miei
amici
di
Mestre
,
i
compagni
di
Porto
Marghera
,
io
son
certo
di
trovarli
al
primo
appuntamento
.
Mestre
che
sta
quasi
per
lasciar
la
terra
e
dar
via
libera
alla
laguna
è
una
bella
città
rumorosa
e
affrettata
;
sembra
che
viva
sempre
tra
un
treno
e
l
'
altro
.
12
AGOSTO
:
"
l
'
Unità
"
parte
da
Mestre
per
il
suo
"
Giro
d
'
Italia
"
,
sulla
mezzanotte
,
quando
le
famiglie
parlano
ancora
nei
piccoli
giardini
delle
case
e
i
marinai
incominciano
a
cantare
sul
ponte
della
laguna
.
Compagni
,
avrete
una
sirena
tutta
per
noi
,
un
bel
fischio
lungo
di
locomotiva
,
una
nuvola
di
fumo
con
cui
vederci
scomparire
all
'
orizzonte
?
13
AGOSTO
:
PORTOGRUARO
.
Le
casette
che
si
specchiano
sul
Lemene
,
quel
bel
palazzo
di
cotto
ove
il
sindaco
respira
sempre
aria
di
vecchia
storia
,
i
ponti
,
i
mulini
:
in
questa
affettuosa
cartolina
illustrata
la
nostra
macchina
entrerà
strombettando
.
Gli
affezionati
del
sonno
pomeridiano
correranno
ai
balconi
e
alle
finestre
per
vederci
passare
.
"
Ci
sarà
spettacolo
questa
sera
-
grideremo
,
-
un
gatto
che
parla
,
cinema
all
'
aperto
e
"
l
'
Unità
"
in
mano
a
tutti
»
.
14
AGOSTO
:
MONFALCONE
.
So
che
gli
operai
di
Monfalcone
stanno
già
in
piazza
ad
aspettarci
:
guai
se
sbaglieremo
un
minuto
nel
nostro
orario
.
Questa
volta
le
raccomandazioni
di
puntualità
dovremo
farle
a
noi
stessi
e
alla
macchina
che
è
sempre
una
macchina
,
dopo
tutto
.
(
Al
compagno
Carlo
Pentich
di
Trieste
posso
dire
che
si
faccia
trovare
anche
lui
in
piazza
a
Monfalcone
e
che
mi
venga
a
cercare
alla
macchina
?
È
una
comunicazione
privata
,
credete
voi
?
Non
è
vero
.
Chissà
che
non
si
porti
dietro
mezza
San
Giacomo
)
.
15
AGOSTO
:
CIVIDALE
DEL
FRIULI
.
Io
che
vivo
in
mezzo
ai
libri
e
alle
tipografie
,
sporco
d
'
inchiostro
e
di
polvere
,
so
che
quel
tal
Fiammingo
verso
la
fine
del
Quattrocento
se
ne
venne
a
Cividale
a
stampare
il
suo
famoso
trattato
di
cucina
.
È
un
sicuro
auspicio
per
noi
:
buona
stampa
e
buona
cucina
.
16
AGOSTO
:
PORDENONE
.
Il
gioco
è
fatto
per
noi
.
Pordenone
è
o
non
è
il
maggior
centro
industriale
del
Friuli
con
i
suoi
150
mila
fusi
,
i
suoi
1500
telai
nelle
filande
,
con
le
sue
fabbriche
di
laterizi
e
cementi
?
Tra
noi
napoletani
e
voi
di
Pordenone
c
'
è
un
vecchio
conto
da
regolare
a
proposito
di
un
re
.
Una
volta
voi
facevate
festa
e
a
Napoli
si
moriva
per
il
colera
.
Umberto
I
doveva
venire
da
voi
a
divertirsi
,
invece
decise
di
andare
a
Napoli
a
fare
il
suo
dovere
di
piangere
.
"
A
Pordenone
si
fa
festa
,
a
Napoli
si
muore
-
egli
disse
.
-
Vado
a
Napoli
»
.
Che
coraggio
,
dire
convenitene
.
17
AGOSTO
:
FELTRE
.
A
Feltre
non
fa
freddo
,
nemmeno
d
'
inverno
,
anche
se
i
denigratori
continuano
a
affermare
che
sia
la
città
più
inclemente
d
'
Italia
.
A
Feltre
è
nato
e
vive
qualche
mese
all
'
anno
uno
dei
miei
più
cari
compagni
,
il
Silvio
Guarnieri
.
Che
fortuna
sarebbe
poterlo
riabbracciare
in
mezzo
a
voi
,
amici
di
Feltre
.
18
AGOSTO
:
CASTELFRANCO
VENETO
.
Voi
avete
risolto
la
quadratura
del
circolo
.
Dicono
tutte
le
guide
che
il
vostro
panorama
è
un
"
quadrato
quasi
perfetto
»
.
Siete
inoltre
pratici
di
mercati
di
piazze
,
di
allestimenti
,
di
feste
.
Organizzare
una
bella
serata
per
voi
,
risolutori
di
tanti
problemi
,
sarà
uno
scherzo
.
19
AGOSTO
:
ADRIA
.
Che
bel
nome
siberiano
e
polare
ha
quel
vostro
Tartar
-
Canal
Bianco
!
Me
lo
porterei
a
Milano
sotto
le
finestre
di
casa
mia
.
I
Greci
,
gli
Etruschi
,
i
Galli
Boi
,
i
Romani
,
tutti
pretendono
di
essere
stati
vostri
antenati
.
È
un
bel
problema
,
senza
dubbio
.
Ma
noi
avremo
altri
da
parlarne
insieme
.
Date
voce
al
Polesine
,
mi
raccomando
.
20
AGOSTO
:
ESTE
.
Trovo
scritto
testualmente
nella
Treccani
:
«
vi
sono
molti
benestanti
proprietari
»
.
Invitateli
,
vi
prego
,
ad
ascoltare
che
non
tutti
stanno
bene
.
21
AGOSTO
:
LEGNAGO
.
Napoleone
,
lo
so
,
ce
l
'
aveva
con
voi
,
a
proposito
del
Quadrilatero
.
Se
proprio
vorrete
,
parleremo
male
di
Napoleone
.
Ma
perché
non
parlare
male
,
una
volta
per
sempre
,
delle
"
fortezze
"
?
Sarebbe
l
'
ora
.
Dalle
fortezze
appiedate
alle
fortezze
volanti
e
alla
bomba
atomica
il
passo
è
stato
così
breve
che
quasi
mi
sembra
di
averlo
fatto
noi
stessi
,
aiutandoci
al
braccio
del
nonno
.
Chiamate
a
raccolta
tutti
i
contadini
come
se
fosse
giorno
di
mercato
.
22
AGOSTO
:
SCHIO
.
Chissà
come
avrete
caldo
con
tutte
le
vostre
lane
.
Meno
male
che
le
montagne
vi
danno
un
po
'
di
fresco
,
anzi
ce
n
'
è
una
che
vi
toglie
addirittura
il
sole
.
Il
sole
ve
lo
porteremo
noi
,
grande
,
raggiante
.
E
date
un
buon
posto
in
piazza
,
ci
raccomandiamo
,
al
caro
Arnaldo
Fusinato
.
"
Poeta
popolare
"
lo
chiamano
le
storie
letterarie
.
Non
potrà
dunque
mancare
a
una
nostra
festa
,
sventolerà
la
sua
piccola
bandiera
bianca
per
salutarci
.
23
AGOSTO
:
RIVA
DI
TRENTO
.
Ulisse
,
durante
un
suo
comizio
,
s
'
ebbe
un
uditorio
di
bambini
.
Potessimo
averlo
anche
noi
.
Reciteremmo
le
poesie
nostre
e
di
Lino
Picco
,
proietteremmo
una
comica
di
Ridolini
e
chiederemmo
loro
:
«
Dove
nasce
il
sole
?
»
.
24
AGOSTO
:
BOLZANO
.
Avremo
una
sola
tristezza
:
che
il
nostro
"
Giro
del
Veneto
"
sia
finito
.
Toccherà
a
voi
compagni
biondi
e
celesti
dell
'
Alto
Adige
di
farcelo
finir
bene
.
Arrivederci
a
tutti
,
allora
.
Tra
poche
ore
finiremo
di
viaggiare
sulle
mappe
,
sulle
guide
e
sui
libri
.
Arrivederci
anche
agli
avversari
e
ai
nemici
che
non
vorranno
essere
tuttavia
cattivi
ospiti
se
il
nostro
amore
per
le
città
,
per
i
paesi
e
per
le
contrade
che
attraverseremo
si
rivolge
anche
a
loro
.
StampaQuotidiana ,
MESTRE
,
13
.
-
Questa
grande
piazza
di
Mestre
,
da
cui
i
compagni
ci
hanno
dato
il
"
via
"
ha
tutto
in
sé
:
casette
alla
veneziana
e
palazzetti
con
le
colonne
,
caffè
e
alberghi
,
banche
e
cinematografi
,
portici
e
altane
.
Vi
s
'
affacciano
,
a
pochi
passi
,
la
nostra
sezione
e
il
commissariato
di
P.S.
,
e
le
gialle
filovie
incrociano
al
largo
,
senza
disturbare
per
nulla
le
famiglie
che
,
alla
sera
,
si
godono
la
passeggiata
.
Su
tutto
e
su
tutti
si
affaccia
il
cielo
fresco
,
già
autunnale
:
ieri
era
tutto
stellato
.
Al
Lido
si
era
da
poco
inaugurato
il
Gran
Festival
Cinematografico
e
l
'
on.
Andreotti
era
ancora
su
quella
plaga
mondana
col
suo
smoking
bianco
,
quando
è
stato
informato
che
un
altro
Festival
popolare
si
celebrava
nella
città
degli
operai
ancorata
sulla
terra
ferma
.
Non
è
venuto
a
salutarci
,
lui
,
e
a
darci
il
"
buon
viaggio
"
;
ha
raccomandato
forse
soltanto
al
questore
che
ci
tenesse
d
'
occhio
.
«
In
piazza
sono
migliaia
-
gli
hanno
riferito
-
ma
sullo
schermo
ce
ne
sono
altre
centinaia
e
centinaia
di
migliaia
e
sembra
che
stiano
tutti
insieme
.
Sono
sempre
gli
stessi
comunisti
,
comunisti
sempre
,
e
c
'
è
anche
Togliatti
che
sta
parlando
»
.
Nella
grande
piazza
di
Mestre
parlava
infatti
Togliatti
,
affacciato
dallo
schermo
,
in
quella
ariosa
giornata
di
settembre
che
lo
vide
tornare
al
suo
Partito
.
Non
ci
siamo
sbagliati
a
partire
da
Mestre
,
dal
cuore
di
questa
grande
città
operaia
.
Sulla
piazza
,
col
calar
della
notte
,
si
erano
spente
tutte
le
luci
,
anche
le
insegne
pubblicitarie
avevano
finito
di
gridare
i
propri
nomi
:
si
distingueva
,
nel
buio
,
la
vasta
platea
di
operai
in
manica
di
camicia
,
bianchi
come
se
avessero
addosso
la
luna
.
Abbiamo
parlato
in
silenzio
intenso
e
la
nostra
voce
si
specchiava
nelle
case
aperte
.
Poi
,
quando
la
macchina
di
proiezione
ha
incominciato
a
girare
,
alle
finestre
ed
ai
balconi
si
sono
affacciate
tutte
le
famiglie
e
i
bambini
si
sono
arrampicati
sui
tavolini
dei
caffè
ed
in
braccio
alle
mamme
per
veder
meglio
.
Questo
nostro
era
un
altro
cinema
e
non
ci
narrava
la
solita
piccola
storia
d
'
amore
,
ma
l
'
amore
stesso
di
tutto
un
popolo
,
colto
nelle
sue
immagini
più
incantate
.
L
'
applauso
che
è
rimasto
nella
piazza
,
quando
il
film
si
è
chiuso
sulla
bandiera
del
nostro
Partito
,
che
continuava
a
sventolare
dallo
schermo
,
era
con
un
fresco
rumore
di
mare
.
L
'
orologio
illuminato
della
torre
batteva
già
la
mezzanotte
.
Sono
tornate
le
luci
e
si
è
vista
,
allora
,
quant
'
era
la
folla
,
quante
erano
le
biciclette
che
si
allontanavano
nella
grande
notte
del
litorale
,
punteggiata
di
lumi
e
come
ampliata
nel
chiarore
dei
cantieri
.
"
l
'
Unità
"
,
ieri
sera
,
era
sulla
bocca
di
tutti
,
come
il
nome
di
una
persona
:
noi
tre
compagni
della
carovana
eravamo
,
forse
,
"
l
'
Unità
"
in
carne
ed
ossa
.
E
tutti
lavoravano
e
si
affaccendavano
per
l
'
ospite
di
eccezione
,
volevano
che
la
sua
voce
si
sentisse
ovunque
e
ai
quattro
lati
della
piazza
levavano
le
trombe
degli
altoparlanti
:
volevano
che
tutti
la
vedessero
e
l
'
invitavano
a
salire
su
un
tavolino
panneggiato
di
tricolore
:
volevano
che
avesse
la
voce
chiara
e
le
offrivano
un
bicchiere
di
aranciata
.
A
braccio
del
caro
Sannicolò
e
della
bella
Laura
,
che
a
sera
era
ingarbugliata
di
sonno
come
una
bambina
,
questa
"
Unità
"
ha
fatto
anche
la
civettona
in
piazza
,
facendo
l
'
occhio
ai
giovanotti
.
Mentre
vi
telefono
,
sta
dormendo
su
un
durissimo
letto
di
libri
che
quell
'
uomo
senza
cuore
di
Fortini
le
ha
preparato
alla
meglio
sull
'
automobile
.
Tra
qualche
ora
salperemo
sulla
strada
di
Trieste
,
verso
Portogruaro
.
Innalzeremo
sul
tetto
la
bella
nuvola
che
ci
hanno
regalato
i
bambini
,
faremo
fiato
alla
sirena
.
Sul
cielo
,
l
'
angelo
dei
monelli
sta
già
scrivendo
col
gesso
le
sue
belle
frasi
di
congedo
.
Ecco
,
scrive
:
«
Arrivederci
,
cari
maestrini
:
arrivederci
tutti
;
uomini
belli
e
uomini
brutti
.
E
che
nessuno
si
lagni
,
siamo
tutti
compagni
»
.
Questo
angelo
lo
abbiamo
incontrato
,
per
la
prima
volta
,
all
'
alba
alle
porte
di
Milano
.
Da
allora
ci
segue
sempre
dolcemente
in
volo
.
Qualche
volta
si
ferma
su
una
terrazza
.
La
notte
scompare
.
Io
penso
che
vada
a
dormire
su
un
campanile
.
Qualche
miracolo
è
già
avvenuto
:
le
lapidi
,
i
cippi
e
i
monumenti
per
Garibaldi
,
dacché
lui
è
con
noi
,
sono
bianchi
come
se
li
avessero
lavati
di
fresco
nella
nottata
.
Fortini
è
preoccupato
di
dargli
un
nome
.
Ho
detto
:
«
Chiamiamolo
Gavroche
»
.
La
proposta
è
stata
accettata
all
'
unanimità
in
una
riunione
a
porte
chiuse
,
tenutasi
dopo
la
mezzanotte
.
Quel
benedetto
angelo
certamente
ascoltava
dietro
la
finestra
:
questa
mattina
rispondeva
già
a
sentirsi
chiamato
per
nome
.
Fortini
ha
detto
:
«
Gli
angeli
non
mangiano
e
Terenzi
e
Lodi
saranno
contenti
»
.
Così
sia
.
StampaQuotidiana ,
CIVIDALE
DEL
FRIULI
,
16
.
-
Quello
che
abbiamo
visto
per
tre
giorni
,
da
Portogruaro
a
Monfalcone
,
a
Ronchi
dei
Legionari
,
a
Turriaco
,
a
Starenzano
,
a
Cividale
del
Friuli
,
difficilmente
potremo
raccontare
per
filo
e
per
segno
come
una
storia
che
si
svolga
da
una
tappa
all
'
altra
del
nostro
viaggio
,
dall
'
uno
all
'
altro
traguardo
.
La
poesia
ha
rotto
spesso
gli
argini
del
tempo
,
così
come
l
'
affetto
ha
spesso
rivoluzionato
il
calendario
.
Ci
siamo
fermati
tante
volte
più
del
previsto
,
tante
volte
più
del
previsto
abbiamo
parlato
nelle
piazze
dei
paesi
che
ci
ospitavano
al
passaggio
:
possiamo
veramente
dire
di
aver
frugato
il
Veneto
in
queste
ultime
province
di
confine
,
quasi
per
ogni
dove
,
per
stradette
secondarie
e
per
viottoli
,
tagliando
fiumi
e
torrenti
,
affacciandosi
ad
osterie
cariche
di
allegria
nel
Ferragosto
e
fermandoci
a
scampare
alla
pioggia
sotto
i
portoni
.
Dappertutto
ci
siamo
trovati
come
a
casa
nostra
,
tra
gruppi
di
amici
e
di
compagni
che
cantavano
,
mai
soli
,
forse
nemmeno
durante
il
sonno
,
se
sotto
le
finestre
ancora
passavano
le
voci
delle
brigate
di
ragazzi
e
di
ragazze
che
tornavano
ai
propri
paesi
.
Siamo
stanchi
,
noi
della
carovana
,
stanchi
e
felici
.
Il
Veneto
si
sta
svegliando
alle
nostre
trombe
e
i
contadini
si
affacciano
ai
campi
a
salutarci
,
gli
operai
si
fanno
alle
porte
durante
le
giornate
di
riposo
e
ci
salutano
sino
all
'
orizzonte
con
la
mano
.
"
l
'
Unità
"
si
è
fatta
più
rossa
per
l
'
emozione
e
Gavroche
,
il
nostro
angelo
,
è
volato
in
mezzo
agli
aquiloni
dei
bambini
,
risollevato
dal
fresco
degli
acquazzoni
e
dalla
luce
degli
arcobaleni
.
"
l
'
Unità
"
non
è
uscita
per
due
giorni
e
noi
abbiamo
le
nostre
cronache
zeppe
di
appunti
,
di
nomi
,
di
immagini
colte
sul
vivo
delle
feste
.
Il
nostro
angelo
ci
ha
consigliato
di
ascoltarlo
e
vuol
dettarci
lui
la
corrispondenza
.
Abituato
a
guardare
dall
'
alto
,
egli
forse
più
di
noi
può
spalancare
sotto
i
nostri
occhi
il
panorama
delle
tre
indimenticabili
giornate
.
Gli
lasciamo
la
parola
.
PORTOGRUARO
.
-
Vi
giungeste
sull
'
imbrunire
e
trovaste
i
compagni
raccolti
nella
stanza
della
Camera
del
Lavoro
.
Era
una
bella
sera
fresca
e
rosea
,
il
Lemene
scorreva
dolcemente
tra
le
case
ed
il
cielo
nel
quale
mi
ero
fermato
era
slargato
dalle
campane
della
grande
chiesa
.
Sulla
piazza
ove
guarda
il
municipio
dugentesco
,
fermaste
l
'
automobile
e
i
compagni
in
bicicletta
vi
furono
presto
intorno
,
guardando
alle
vetrine
dei
libri
,
comperando
distintivi
da
Fortini
,
intrattenendosi
intorno
all
'
operatore
che
stava
innalzando
lo
schermo
.
Quando
si
fece
notte
,
Gatto
incominciò
a
parlare
e
la
piazza
,
che
gli
specchiava
netta
la
voce
,
si
riempiva
a
poco
a
poco
non
soltanto
di
compagni
,
ma
di
cittadini
che
erano
usciti
per
la
passeggiata
.
I
bambini
avevano
già
accaparrato
i
posti
di
prima
fila
,
le
donne
si
erano
sedute
ai
caffè
per
godersi
meglio
lo
spettacolo
.
Sembrava
che
la
stessa
città
,
cinta
di
acque
e
di
silenzio
,
si
raccogliesse
intorno
a
voi
sotto
il
cielo
stellato
.
Quando
incominciò
la
proiezione
,
la
piazza
era
piena
e
fresca
di
voci
.
Sullo
schermo
passavano
fiumi
di
popolo
,
in
quella
memorabile
giornata
di
settembre
.
Poi
sembrò
che
Togliatti
,
con
quella
sua
voce
accorata
,
veramente
parlasse
affacciato
ad
una
finestra
e
che
la
dolce
notte
veneta
gli
portasse
gli
applausi
di
tutte
le
contrade
d
'
Italia
.
Era
bello
,
veramente
bello
.
Io
che
sono
un
angelo
e
me
ne
intendo
,
dissi
:
«
Questa
è
veramente
la
pace
:
nella
piazza
e
sullo
schermo
stavate
bene
insieme
,
eravate
gli
stessi
uomini
,
gli
stessi
italiani
»
.
Ragazzi
e
biciclette
MONFALCONE
.
-
I
compagni
di
Monfalcone
che
erano
venuti
fino
a
Pieris
a
farvi
scorta
voi
non
li
avete
visti
.
Io
sì
,
dall
'
alto
.
E
spingendo
l
'
occhio
all
'
orizzonte
vedevo
pure
i
ragazzi
di
Trieste
che
pedalavano
verso
la
città
dei
cantieri
col
fazzoletto
rosso
al
collo
.
Quando
giungeste
alla
sezione
di
Monfalcone
quei
brutti
ceffi
che
avevano
minacciato
di
aspettarvi
al
varco
non
seppero
fare
altro
che
lanciarvi
qualche
insulto
.
Sono
pochi
miserabili
che
ogni
giorno
vanno
perdendo
terreno
,
i
mandanti
pare
che
li
tengano
al
verde
e
la
professione
di
patriottardi
e
di
anticomunisti
non
rende
più
.
A
loro
confronto
quale
nobiltà
era
sulla
faccia
dei
compagni
che
vi
aspettavano
alla
Sezione
,
quale
luce
sulla
faccia
di
Conar
!
Che
piacere
che
egli
si
chiami
Angelo
come
me
.
E
Tura
,
Pentich
,
la
Franca
e
quel
napoletano
che
parlava
triestino
da
tanti
anni
che
vive
laggiù
,
tutti
venuti
da
Trieste
insieme
con
i
ragazzi
garibaldini
vi
erano
intorno
,
vi
stringevano
le
mani
come
se
tutti
vi
conoscessero
da
tanti
anni
e
aveste
da
confondere
insieme
pensieri
e
ricordi
.
A
Ronchi
c
'
era
la
festa
dei
partigiani
e
nei
paesi
vicini
vi
aspettavano
.
Quel
vecchio
teatrino
di
Turriaco
,
stipato
di
folla
fino
alle
porte
,
vi
accolse
come
in
trionfo
.
Per
due
ore
e
più
io
rimasi
a
aspettare
e
sentivo
applausi
vicino
e
lontano
,
canti
vicini
e
lontani
.
Attraverso
un
buco
del
soffitto
vidi
il
compagno
di
Pieris
e
la
ragazza
della
Sezione
di
Turriaco
che
offrivano
panieri
di
pesche
grandi
e
rotonde
.
La
sera
paesana
Com
'
era
contento
e
rosso
di
emozione
il
compagno
Ulian
,
segretario
della
Sezione
e
con
lui
Millo
,
il
sindaco
comunista
di
Pieris
.
Poi
vi
colse
la
pioggia
ma
nei
paesi
dove
passavate
da
Pieris
a
Belliano
,
da
San
Canziano
e
San
Pietro
dell
'
Isonzo
,
erano
compagni
a
aspettarvi
e
a
applaudirvi
,
famiglie
che
si
affacciavano
alle
finestre
.
"
l
'
Unità
"
passava
come
in
una
luminaria
paesana
nella
sera
che
si
accendeva
di
lampi
tra
le
nebbie
.
A
Starenzano
,
nella
grande
sala
di
spettacolo
che
i
lavoratori
hanno
costruito
con
le
proprie
mani
e
col
proprio
danaro
,
tanti
compagni
erano
venuti
a
piedi
e
in
bicicletta
anche
dai
paesi
vicini
.
E
la
giornata
approdava
nella
notte
e
voi
eravate
ancora
a
parlare
a
Ronchi
,
finché
quel
compagno
lungo
e
forte
che
abita
in
una
casetta
da
bambole
non
portò
Gatto
a
dormire
nel
letto
di
suo
figlio
rimboccandogli
quasi
le
coltri
al
mento
come
un
papà
.
I
compagni
di
Gradisca
ve
l
'
avevano
detto
la
sera
prima
che
volevano
una
fermata
obbligatoria
nella
loro
piazza
.
E
voi
,
tagliato
l
'
Isonzo
,
giraste
in
tempo
per
vederveli
venire
incontro
.
Lo
so
.
Bastano
poche
parole
e
un
saluto
per
farvi
ritrovare
insieme
.
Gatto
prese
appuntamento
per
l
'
anno
prossimo
;
dovevano
scappare
.
Così
foste
a
Gagliano
,
nella
prima
frazione
di
Cividale
e
smontaste
a
tagliare
la
cabana
,
la
colossale
torta
innalzata
a
cupola
nel
nome
de
"
l
'
Unità
"
,
e
a
bere
quel
vino
che
ha
il
colore
dell
'
uva
e
la
leggera
brezza
dei
sogni
.
Nella
stanza
che
aveva
la
freschezza
e
la
pulizia
delle
case
di
campagna
,
quanti
amici
e
giovani
e
vecchi
ebbero
attorno
e
la
torta
era
così
grande
che
si
faceva
saggiare
da
tutti
e
il
riso
e
l
'
allegria
scivolarono
nei
bicchieri
insieme
col
vino
.
Era
il
vostro
Ferragosto
.
A
Cividale
ci
fu
l
'
ingresso
da
trionfatore
inneggiando
al
giornale
e
gridando
saluti
.
Io
dall
'
alto
scoprivo
una
città
bellissima
e
antica
,
aperta
sul
Natisone
verde
e
profonda
tra
le
rocce
.
Questa
storia
antica
,
ma
quanta
storia
nuova
il
popolo
sta
tracciando
in
quella
terra
.
La
giornata
di
Cividale
non
la
dimenticherete
mai
.
Non
dimenticherete
nei
volti
dei
compagni
e
delle
compagne
la
loro
gioia
,
la
loro
ospitalità
,
il
piacere
di
che
avevano
di
farvi
contenti
e
di
rendere
onore
al
Partito
e
a
"
l
'
Unità
"
.
In
questa
città
bisogna
che
voi
torniate
.
Vi
hanno
detto
che
hanno
bisogno
di
voi
per
aprirvi
il
cuore
.
Il
comizio
che
avete
tenuto
in
quella
bella
piazza
dedicata
a
Paolo
Diacono
è
stato
il
più
bello
che
io
abbia
visto
in
questa
piazza
.
Anche
il
cielo
si
era
fatto
stellato
e
il
coro
di
Moimacco
,
diretto
dal
maestro
Riepi
,
portava
nella
piazza
l
'
amore
e
la
nostalgia
di
tutto
il
Friuli
,
l
'
odore
della
primavera
e
il
sole
della
campagna
.
Così
vuole
il
nostro
Angelo
,
e
noi
ritorneremo
nella
vostra
città
compagni
di
Cividale
,
ritorneremo
in
tutti
i
paesi
del
Veneto
che
abbiamo
attraversato
come
in
un
sogno
.
Arrivederci
a
tutti
e
un
nuovo
abbraccio
.
StampaQuotidiana ,
PORDENONE
,
17
.
-
A
Cividale
i
soliti
topi
della
chiavica
fascista
avevano
messo
in
giro
lo
slogan
:
«
Gatto
parlerà
a
quattro
gatti
»
.
Invece
i
gatti
erano
tanti
da
riempire
una
piazza
.
Quando
siamo
ripartiti
dalla
cara
città
friulana
,
Gavroche
,
il
nostro
angelo
,
ha
tenuto
un
comizio
per
suo
conto
.
Non
parlava
in
latino
,
non
parlava
in
italiano
,
aveva
la
bocca
sigillata
,
ma
con
le
mani
prendeva
a
volo
le
nuvole
che
passavano
sul
campanile
,
le
sfioccava
una
a
una
,
modellando
consonanti
e
vocali
,
e
stampava
nel
cielo
azzurro
parole
e
parole
,
frasi
,
un
discorso
insomma
.
I
cividalesi
,
col
capo
levato
in
aria
,
leggevano
il
celeste
messaggio
.
Gavroche
aveva
scritto
:
«
Questa
notte
ho
parlato
con
i
monelli
e
con
i
bambini
di
Cividale
,
hanno
rotto
tutti
i
loro
salvadanai
e
mi
hanno
riempito
il
grembiule
di
foglietti
da
cinque
e
da
dieci
lire
.
Attento
,
Fortini
,
io
li
lascio
cadere
,
prendili
al
volo
»
.
Alla
visita
di
quella
pioggia
d
'
oro
,
Fortini
non
sapeva
più
che
fare
,
si
è
tolto
il
berretto
bianco
,
ha
allungato
le
braccia
,
chiamava
in
aiuto
Gigi
Regi
,
l
'
operatore
,
perché
stesse
attento
a
non
perdere
nemmeno
una
di
quelle
farfalle
preziose
.
Finito
il
racconto
ci
siamo
rimessi
in
macchina
alla
volta
di
Udine
e
di
Pordenone
.
Dopo
Udine
,
la
marcia
di
avvicinamento
a
Pordenone
è
stata
un
corteo
a
passo
d
'
uomo
.
I
giovani
compagni
di
San
Vito
al
Tagliamento
,
al
Ponte
della
Delizia
,
ci
hanno
posto
l
'
"
alt
"
.
Erano
in
tanti
,
con
le
bandiere
,
e
sei
di
essi
portavano
una
grande
lettera
rossa
stampata
sul
petto
,
sicché
a
vederli
sfilare
allineati
tutti
,
potevano
compilare
il
nome
de
"
l
'
Unità
"
.
Li
comandava
Galante
,
il
segretario
della
Sezione
,
che
ci
sorrideva
sotto
i
baffi
.
Abbiamo
innalzato
le
trombe
degli
altoparlanti
e
dato
fiato
agli
inni
.
Camminavamo
a
dieci
,
a
quindici
chilometri
all
'
ora
.
Grandi
case
quadrate
ai
bordi
della
campagna
,
silenzio
,
sole
e
bambini
:
entravamo
a
Madonna
di
rosa
che
le
famiglie
abbandonavano
per
venirci
a
salutare
.
Gavroche
accarezzava
l
'
intonaco
delle
case
e
si
portava
le
mani
alle
guance
per
darsi
un
po
'
di
colore
.
Spuntava
il
campanile
lontano
di
San
Vito
,
uno
dei
tanti
campanili
quadrati
che
svettano
all
'
orizzonte
ed
annunciano
paesi
che
sono
ancor
lontani
sulle
grandi
diritture
della
campagna
.
A
San
Vito
il
nostro
comizio
volante
era
già
stato
annunciato
su
tutti
i
muri
,
e
i
compagni
,
non
sapendo
più
cosa
fare
per
me
,
mi
avevano
concesso
,
motu
proprio
,
il
titolo
di
onorevole
e
senatore
.
Pasolini
,
il
caro
poeta
di
Casarsa
,
era
ad
aspettarmi
,
da
tanti
anni
che
non
ci
vedevamo
,
e
toccò
a
lui
presentarmi
.
Forse
avrei
preferito
leggere
io
una
delle
sue
belle
poesie
friulane
in
quella
grande
piazza
e
sentirmi
rispondere
il
cuore
e
la
povera
felicità
dei
contadini
e
degli
operai
che
c
'
erano
intorno
.
Alla
una
,
con
la
stessa
staffetta
,
siamo
ripartiti
:
l
'
estate
,
dopo
gli
acquazzoni
,
è
tornata
al
suo
colmo
e
noi
svegliavamo
,
nel
nome
de
"
l
'
Unità
"
,
paesi
assediati
dal
sole
e
dalle
cicale
.
Ecco
San
Giovanni
di
Cesarz
,
ecco
Casarsa
.
Al
ponte
sul
Meduna
,
la
staffetta
che
proveniva
da
Pordenone
si
è
incontrata
con
la
nostra
.
Il
corteo
si
è
ingrossato
con
gli
operai
che
uscivano
dalle
fabbriche
,
pedalando
sulla
grande
via
napoleonica
.
Sotto
gli
alberi
,
marciavamo
ormai
al
passo
di
uomo
e
le
automobili
,
passandoci
accanto
,
rallentavano
la
andatura
.
Così
,
lungo
chilometri
e
chilometri
di
canti
,
sino
a
Pordenone
,
ed
a
quella
enorme
colonna
bianca
che
ne
annuncia
la
piazza
all
'
orizzonte
.
Entravamo
nel
più
grande
centro
industriale
del
Friuli
ed
io
pensavo
alle
donne
dei
cotonifici
di
torre
,
che
nel
1924
e
nel
'28
ancora
resistevano
ai
fascisti
,
pensavo
a
Partor
,
il
"
generale
rosso
"
,
come
lo
chiamavano
nonostante
non
avesse
più
di
22
anni
,
che
nel
sobborgo
di
Pordenone
comandava
le
barricate
nel
1921
.
I
fascisti
non
riuscirono
mai
a
rompere
quella
barriera
,
dove
ogni
donna
combatteva
come
un
uomo
.
Torre
si
arrese
soltanto
dopo
trattative
ai
soldati
dell
'
esercito
.
Partor
doveva
morire
anni
dopo
in
Belgio
,
ma
Masulli
e
Gottardo
erano
con
la
Resistenza
,
vivono
e
combattono
ancora
nella
loro
città
,
insieme
coi
compagni
più
giovani
ai
quali
ormai
io
già
stringevo
la
mano
come
destato
dai
miei
pensieri
.
«
Dove
ti
ho
visto
?
»
,
chiedevo
ad
uno
di
loro
,
e
subito
la
memoria
mi
riportava
al
14
luglio
dell
'
anno
scorso
,
a
quel
triste
e
grande
giorno
che
da
Pordenone
passammo
di
corsa
,
lanciando
un
pacco
di
giornali
nel
nostro
fulmineo
viaggio
da
Trieste
a
Venezia
.
Tanti
partigiani
abbiamo
incontrato
nella
piazza
,
garibaldini
della
gloriosa
Divisione
che
fece
suo
il
nome
di
Ippolito
Nievo
,
garibaldini
della
Modotti
.
Li
abbiamo
salutati
tutti
,
stringendo
la
mano
a
Sergio
,
al
loro
commissario
che
era
comunista
sin
da
ragazzo
,
sì
da
avere
oggi
tanta
storia
sua
e
del
Partito
sulle
spalle
.
A
Cordenonsci
aspettava
Ario
con
la
moglie
e
con
un
bambinello
biondo
seduto
sul
manubrio
della
bicicletta
.
I
compagni
erano
intorno
al
segretario
della
Sezione
,
e
uno
si
diceva
contento
di
chiamarsi
Alfonso
come
me
e
il
pesatore
pubblico
senza
il
braccio
destro
,
era
quasi
lieto
di
potermi
stringere
la
mano
più
e
più
volte
con
la
sua
sinistra
.
«
È
la
mano
del
cuore
e
del
Partito
»
,
mi
confidava
.
Nella
periferia
industriale
di
Pordenone
abbiamo
girato
a
lungo
,
chiamando
uomini
,
donne
e
bambini
alla
festa
della
sera
.
Fortini
si
sbizzarriva
a
inventare
i
richiami
più
affettuosi
e
romaneschi
:
Gavroche
,
il
nostro
angelo
,
si
fermava
sempre
indietro
a
giocare
con
i
bambini
.
Insegnava
loro
un
giuoco
che
ha
inventato
lui
per
non
vederli
più
intenti
alla
guerra
.
E
la
compagna
Evelina
,
che
ama
Pascoli
e
i
bambini
della
sua
scuola
,
era
contenta
.
Il
comizio
nella
grande
piazza
è
stato
un
trionfo
per
"
l
'
Unità
"
.
I
compagni
non
prevedevano
nemmeno
tanto
successo
,
il
più
grande
,
insieme
con
quello
di
Cividale
,
che
sia
stato
sino
ad
oggi
decretato
al
nostro
viaggio
.
Poi
,
dopo
il
cinema
,
si
è
ballato
sino
a
tardi
e
Bandiera
Rossa
era
la
musica
preferita
per
i
partigiani
,
che
calzavano
ancora
le
scarpe
della
montagna
.
StampaQuotidiana ,
FELTRE
,
18
.
-
Abbiamo
avuto
anche
noi
la
nostra
tappa
di
montagna
:
da
Pordenone
a
Vittorio
Veneto
,
a
Belluno
,
a
Feltre
.
L
'
aria
chiara
e
fresca
accarezzava
il
Lago
Morto
e
il
lago
di
Santa
Croce
,
i
villeggianti
seduti
alle
panchine
dei
piccoli
alberghi
ci
salutavano
con
dignità
.
Fortini
,
col
suo
naso
alla
Coppi
,
si
sentiva
nelle
vene
il
sangue
del
campione
.
«
Comunque
-
egli
diceva
-
tutti
i
traguardi
della
montagna
sono
rossi
»
.
A
Ponte
nelle
Alpi
ha
risposto
,
sorridendo
come
un
vincitore
,
agli
applausi
che
lo
hanno
accolto
,
e
dal
microfono
ha
mandato
i
soliti
saluti
alla
moglie
,
assicurandola
che
stava
bene
e
che
era
contento
di
aver
vinto
per
lei
e
per
i
bambini
.
Gavroche
,
il
nostro
angelo
,
si
era
allontanato
alla
chetichella
,
aveva
scritto
col
dito
sulla
polvere
della
macchina
,
questo
biglietto
:
«
Ho
da
fare
,
ci
vedremo
questa
sera
a
Feltre
,
all
'
ora
del
comizio
»
.
Gigi
,
l
'
operatore
,
non
si
dava
pace
:
«
Ma
dove
mai
si
sarà
cacciato
,
e
che
aveva
da
fare
?
Non
sarà
stato
mica
una
guardia
del
Santo
Uffizio
a
chiuderlo
in
sagrestia
?
Bisogna
andare
a
liberarlo
»
.
C
'
è
voluto
del
bello
e
del
buono
per
convincerlo
che
gli
angeli
passano
dovunque
,
anche
attraverso
il
buco
di
una
serratura
,
e
che
il
nostro
Gavroche
non
correva
alcun
pericolo
.
A
Belluno
è
accaduto
per
noi
il
miracolo
dei
gatti
.
Eravamo
giunti
alle
prime
case
della
città
,
quando
ci
siamo
visti
la
strada
sbarrata
da
una
barriera
di
gatti
che
ci
aspettavano
a
piè
fermo
e
con
le
orecchie
ritte
.
Erano
di
tutti
i
colori
e
di
ogni
età
,
gatti
di
razza
e
di
pelo
,
gatti
libertini
dei
tetti
,
bianchi
,
neri
,
gialli
tigrati
.
Al
vederci
hanno
cominciato
a
miagolare
.
Sono
sceso
di
macchina
e
ne
ho
preso
uno
tra
le
braccia
.
Il
più
piccolo
che
mi
era
a
portata
di
mano
,
e
ho
detto
loro
:
«
Credo
che
siate
venuti
a
salutarmi
,
non
è
vero
?
»
.
Tutti
hanno
assentito
con
la
testa
.
Fortini
muoveva
le
sue
orecchie
a
sventola
ed
abbassava
,
per
conferma
,
il
capo
anche
lui
.
«
Che
ti
piglia
?
»
,
gli
ho
chiesto
preoccupato
,
invitandolo
a
guardarsi
allo
specchietto
del
parabrezza
.
«
Mamma
mia
»
,
ha
gridato
Fortini
saltando
,
e
si
è
portato
la
mano
indietro
per
toccarsi
la
coda
.
Per
fortuna
non
l
'
aveva
,
ma
i
gatti
si
sono
messi
a
ridere
lo
stesso
.
Ridevano
veramente
come
noi
e
,
voltandosi
di
schiena
per
lasciar
libera
la
strada
,
ci
hanno
finalmente
spiegato
perché
erano
venuti
.
Tutti
portavano
alla
coda
un
cartellino
sul
quale
era
scritto
il
mio
nome
.
Dai
portoni
delle
case
vicine
sono
sbucati
allora
,
a
frotte
,
ragazzi
e
ragazze
di
tutte
le
età
,
circondando
la
nostra
macchina
e
chiedendoci
notizie
di
Picci
e
Pucci
,
Lino
Picco
,
di
Noè
e
della
sua
arca
,
della
"
Domenica
dei
piccoli
"
e
di
"
Piccolo
mondo
nuovo
"
.
Fortini
si
era
commosso
e
,
finalmente
,
aveva
messo
mano
alle
cartoline
ed
ai
distintivi
per
contentare
tutte
quelle
mani
tese
.
«
Significa
che
li
paghiamo
noi
»
,
egli
ha
detto
.
«
E
ai
gatti
non
diamo
nulla
,
nemmeno
un
fiocco
rosso
?
»
,
ho
aggiunto
io
.
Fortini
ha
tirato
fuori
un
rotolo
di
nastro
che
teneva
nascosto
e
,
aiutato
dai
ragazzi
,
prendendo
in
braccio
i
gatti
ad
uno
ad
uno
,
si
è
dato
a
infiocchettarli
.
Così
siamo
entrati
a
Belluno
,
in
mezzo
a
una
folla
di
piccoli
lettori
e
di
gatti
con
la
coccarda
.
Di
topi
,
nemmeno
la
traccia
.
«
In
tutto
questo
c
'
è
la
mano
di
Gavroche
»
,
ha
sentenziato
Gigi
Regi
.
L
'
on.
Bettiol
è
salito
con
noi
in
macchina
,
alla
volta
di
Feltre
.
«
A
Feltre
verranno
compagni
di
tutti
i
paesi
vicini
-
ci
ha
annunciato
-
e
da
Belluno
giungerà
anche
il
coro
.
Parlerai
nella
città
vecchia
»
.
E
,
infatti
,
quale
posto
migliore
per
parlare
,
di
quella
antica
piazza
Maggiore
ove
si
affacciano
le
terrazze
a
portico
delle
vecchie
case
e
la
torre
quadrata
del
Castello
,
abitato
oggi
da
famiglie
povere
.
Lì
ci
siamo
ritrovati
al
cader
della
notte
,
i
compagni
guadagnavano
la
salita
della
bella
via
Mezzaterra
e
,
al
traguardo
,
trovavano
"
l
'
Unità
"
con
le
sue
luci
e
con
le
sue
musiche
.
Il
primo
a
giungere
della
brigata
è
stato
Guido
Lise
,
di
Zermen
,
che
alla
domenica
diffonde
cento
copie
del
giornale
percorrendo
quaranta
chilometri
in
bicicletta
.
Onore
al
merito
.
Se
le
medaglie
non
si
stampano
,
i
baci
sì
.
E
Lise
ne
ha
avuto
due
,
uno
per
guancia
,
da
noi
tre
.
Gavroche
,
perché
non
si
faceva
vivo
?
Incominciavo
ad
essere
preoccupato
e
dovevo
pur
aprire
il
comizio
.
All
'
improvviso
si
è
visto
una
gran
luce
nel
cielo
.
Gavroche
planava
dolcemente
e
sulle
spalle
,
tra
le
ali
,
portava
un
bambino
biondo
e
ben
pettinato
.
Me
lo
ha
lasciato
sulla
balaustra
della
terrazza
.
Il
bambino
mostrava
,
spiccata
in
una
mano
,
una
busta
gialla
,
e
si
presentava
al
microfono
:
«
Sono
il
bambino
Gianni
Cozzarolo
e
abito
a
Bardies
di
Lentiai
»
.
Ho
aperto
la
busta
:
c
'
erano
mille
lire
e
queste
parole
:
«
Caro
compagno
Gatto
,
permettimi
che
anch
'
io
,
benché
piccolo
,
partecipi
con
tutto
il
mio
entusiasmo
alla
festa
de
"
l
'
Unità
"
.
Permettimi
che
,
come
contributo
,
io
ti
offra
per
il
giornale
dei
diseredati
,
per
il
giornale
dei
figli
del
bisogno
e
della
lotta
,
tutti
i
miei
risparmi
.
Sebbene
piccolo
,
col
ricordo
delle
persecuzioni
fatte
al
mio
babbo
durante
venticinque
anni
di
fascismo
,
sento
che
la
nostra
battaglia
sarà
vinta
.
Viva
"
l
'
Unità
"
!
»
.
Gavroche
,
il
nostro
angelo
,
si
era
sentito
chiamare
da
lontano
nel
mattino
ed
era
volato
alla
piccola
casa
dove
Giovanni
l
'
attendeva
con
la
busta
gialla
in
mano
.
Nella
piazza
applaudivano
tutti
e
qualche
donna
si
asciugava
gli
occhi
.
Bettiol
era
felice
nel
veder
tanta
gente
raccolta
,
compagni
,
amici
,
e
uomini
e
donne
che
,
forse
per
la
prima
volta
,
si
affacciavano
a
vedere
cosa
era
il
Partito
e
ad
ascoltare
quali
parole
dicevano
i
comunisti
.
Il
giovane
responsabile
della
Sezione
mi
confessava
:
«
Da
domani
lavoreremo
meglio
,
col
cuore
più
confortato
dopo
la
vittoria
di
questa
sera
»
.
StampaQuotidiana ,
CASTELFRANCO
VENETO
,
19
.
-
Per
rendere
vero
un
vecchio
proverbio
occorre
,
da
oggi
in
poi
,
dare
ai
signori
,
questori
e
ai
signori
prefetti
della
Repubblica
,
gli
attributi
di
Dio
.
Uomo
,
allora
,
propone
e
il
signor
questore
o
il
signor
prefetto
dispone
.
Ne
avevano
fatti
,
di
propositi
e
di
preparativi
,
i
bravi
compagni
di
Castelfranco
,
ma
il
signore
questore
di
Treviso
,
all
'
ultimo
momento
,
ha
mandato
tutti
in
aria
:
niente
cinematografo
in
piazza
,
niente
ballo
all
'
aperto
:
soltanto
il
comizio
.
Non
è
valso
che
molti
compagni
di
Castelfranco
abbiano
perduto
quella
che
doveva
essere
una
loro
giornata
di
festa
,
nelle
anticamere
della
Questura
e
della
Prefettura
,
non
è
valso
che
siano
intervenuti
,
presso
quelle
autorità
,
i
deputati
nostri
della
provincia
:
il
signor
questore
,
che
mi
dicono
piccolo
di
statura
e
corti
di
vista
,
è
stato
irremovibile
ed
ha
,
così
,
potuto
aggiungere
un
'
altra
credenziale
alla
sua
carriera
di
fedele
servitore
della
sacristia
trevigiana
e
della
Chiesa
di
Roma
.
Eppure
,
di
fronte
ai
carabinieri
che
non
erano
del
tutto
convinti
del
suo
ordine
,
non
ha
fatto
una
bella
figura
:
e
,
al
comizio
,
ha
ricevuto
il
debito
omaggio
di
riconoscenza
di
migliaia
di
lavoratori
che
avevano
seguito
,
per
tutto
il
giorno
,
le
trattative
del
"
gran
rifiuto
"
.
Ma
per
Castelfranco
ci
vuole
altro
che
un
qualunque
Celestino
per
mandare
a
monte
la
festa
.
E
la
festa
nei
cuori
è
stata
grande
:
e
al
comizio
,
nella
grande
piazza
circondata
dalle
rosse
mura
e
dai
giardini
in
cui
guarda
Giorgione
,
la
gioia
dei
compagni
e
dei
cittadini
,
di
ritrovarsi
insieme
a
"
l
'
Unità
"
,
si
è
riversata
incontenibile
.
Sotto
migliaia
di
applausi
è
stato
sepolto
il
piccolo
Verboten
della
polizia
.
Il
deputato
democristiano
Sartor
e
anche
il
sindaco
del
doppio
gioco
avranno
certamente
visto
coi
propri
occhi
che
i
comunisti
non
si
arrendono
all
'
idea
che
li
si
possa
fermare
con
un
ordine
ingiusto
ed
arbitrario
.
Avranno
visto
quanta
folla
si
è
assiepata
intorno
al
piccolo
portone
della
sezione
,
per
vedere
in
sala
quel
documentario
di
cui
era
stata
proibita
la
visione
in
piazza
.
E
come
,
mancando
la
luce
per
estremo
tentativo
di
sabotaggio
,
i
nostri
compagni
si
siano
arrampicati
alle
finestre
e
alle
gronde
delle
case
vicine
per
attaccare
un
nuovo
cavo
.
Contro
il
cielo
stellato
,
nella
fresca
notte
,
quei
compagni
che
salivano
affacciandosi
e
chiamandosi
a
voce
erano
il
Partito
che
resiste
e
vince
con
la
tenacia
dei
propositi
,
col
trovare
in
sé
una
forza
ed
una
iniziativa
sempre
maggiori
di
quelle
di
cui
dispongono
gli
avversari
.
E
i
compagni
di
sotto
,
anche
le
donne
con
i
bambini
addormentati
sulla
spalla
,
aspettavano
con
pazienza
,
senza
dar
segno
alcuno
di
disappunto
e
di
stanchezza
.
La
luce
è
stata
salutata
dagli
applausi
e
,
nelle
saletta
gremita
sino
all
'
inverosimile
,
con
gli
spettatori
aggrappati
ovunque
,
l
'
entusiasmo
montava
sempre
più
a
misura
che
,
sullo
schermo
,
s
'
affollava
tutto
il
Partito
e
l
'
Italia
popolare
passava
nei
nomi
delle
città
e
delle
regioni
,
selva
di
uomini
e
di
bandiere
.
I
compagni
di
Castelfranco
,
che
avevano
preparato
in
piazza
insegne
luminose
ed
un
bellissimo
stand
per
la
vendita
della
stampa
,
alla
fine
erano
contenti
:
i
più
contenti
di
tutti
erano
il
buon
Luigi
Bovolato
,
della
cellula
Fervet
,
che
per
tutto
il
giorno
aveva
venduto
libri
,
distintivi
e
giornali
,
senza
nemmeno
muoversi
per
andare
a
mangiare
,
e
i
due
fratelli
Piazza
,
che
prima
si
mordevano
le
mani
nel
veder
andare
a
monte
la
festa
che
essi
stavano
curando
da
una
settimana
.
Ma
quanti
,
di
cui
non
ho
mai
saputo
il
nome
e
di
cui
conservo
preciso
il
ricordo
,
ci
sono
stati
intorno
ed
hanno
lavorato
e
trepidato
per
noi
,
pregandoci
di
credere
che
essi
non
avevano
colpa
se
,
all
'
ultimo
momento
,
il
loro
affetto
ed
i
loro
propositi
di
onorare
"
l
'
Unità
"
ed
il
Partito
erano
stati
così
miseramente
impediti
da
un
ordine
di
polizia
.
Vi
ho
dovuto
promettere
di
tornare
l
'
anno
venturo
,
per
farvi
tranquilli
e
per
vendicarsi
di
questo
piccolo
smacco
,
che
è
già
stato
cancellato
.
Come
ve
l
'
ho
promesso
di
cuore
,
e
non
soltanto
a
nome
mio
,
ma
del
giornale
.
Ho
visto
come
i
più
poveri
tra
voi
cacciavano
dalle
tasche
le
poche
lire
delle
sigarette
per
buttarle
nella
bandiera
e
quanti
si
avvicinavano
al
banco
e
soppesavano
con
la
mano
il
libro
o
i
libri
che
non
potevano
comprare
,
ho
ascoltato
i
vostri
discorsi
semplici
e
precisi
.
Ecco
:
quello
che
provo
io
,
a
volte
,
è
una
incontenibile
tenerezza
,
con
cui
vorrei
saccheggiare
la
gioia
stessa
per
lasciarvela
negli
occhi
:
i
vostri
occhi
,
migliaia
e
migliaia
di
occhi
che
mi
guardano
in
tutte
le
città
ove
siamo
stati
insieme
per
una
sera
della
nostra
vita
che
non
potremo
dimenticare
.
E
tu
,
vecchio
custode
della
sezione
di
Castelfranco
,
roseo
e
bianco
,
tu
che
sei
il
più
calmo
,
rassicura
i
compagni
che
riuscirete
ad
alzare
,
mattone
su
mattone
,
la
vostra
Casa
del
Popolo
e
che
,
l
'
anno
venturo
,
io
la
troverò
bianca
e
linda
,
con
la
rossa
bandiera
sul
tetto
.
Gavroche
,
che
era
rimasto
per
tutto
il
giorno
a
villeggiare
su
un
albero
,
si
è
vendicato
per
tutti
noi
.
Appena
saputo
che
il
divieto
era
irremovibile
,
è
scomparso
,
ed
invano
Fortini
si
è
messo
sulla
sua
traccia
.
Era
appena
finito
il
comizio
,
che
un
grande
rettangolo
di
luce
bianca
è
apparso
sugli
alberi
delle
mura
.
I
carabinieri
si
sono
precipitati
su
quel
fantasma
,
altri
sulla
macchina
di
proiezione
per
trovarla
.
La
luce
bianca
era
scomparsa
d
'
incanto
,
ma
balenava
più
lontano
su
una
casa
,
si
spostava
ancora
,
inquadrava
gli
stessi
agenti
.
Chi
era
l
'
invisibile
operatore
?
A
poco
a
poco
,
in
tutta
la
città
,
si
sono
visti
apparire
schermi
bianchi
,
nella
piazza
,
nelle
vie
adiacenti
e
nella
più
lontana
periferia
.
Come
rincorrerli
tutti
?
Il
maresciallo
agitava
,
in
una
mano
,
l
'
ordine
del
questore
.
Voleva
dire
:
«
Vi
arresto
tutti
»
,
ma
non
aveva
più
voce
.
Per
tutta
la
notte
è
durata
la
corsa
ai
fantasmi
.
Pare
che
lo
stesso
signor
questore
sia
intervenuto
nella
battuta
.
Gigi
Regi
si
trovava
nella
saletta
della
sezione
,
dietro
la
sua
piccola
macchina
gialla
e
nera
.
E
allora
?
Era
soltanto
Gavroche
,
che
aveva
sbottonato
un
bottone
della
sua
camiciola
al
posto
del
cuore
ed
illuminava
lui
,
invisibile
ambasciatore
della
nostra
vendetta
,
la
città
vegliata
dagli
angeli
di
Giorgione
.
StampaQuotidiana ,
ADRIA
,
30
.
-
Il
Polesine
è
una
vecchia
terra
di
dolore
:
sembra
che
il
cielo
non
sia
mai
abbastanza
trasparente
per
ascoltare
i
gridi
e
le
parole
.
E
questa
città
arsa
e
trasandata
,
posta
all
'
incontro
dei
canali
con
le
sue
caratteristiche
vie
alla
veneziana
,
con
i
suoi
ponticelli
e
le
grandi
piazze
ove
si
allineano
case
così
piccole
che
l
'
orizzonte
ne
resta
scoperto
in
tutta
la
sua
ampiezza
,
sembra
che
annunci
già
da
una
porta
lo
squallido
colore
di
Chioggia
e
di
Pellestrina
,
dall
'
altra
la
miseria
e
la
solitudine
di
Lagosanto
e
di
Comacchio
.
Qui
,
dove
tanti
fiumi
passano
per
andare
a
morire
nel
mare
,
la
gente
non
ha
acqua
da
bere
ed
è
costretta
a
percorrere
chilometri
e
chilometri
per
non
soffrire
la
sete
:
qui
la
tubercolosi
e
la
miseria
assediano
,
in
una
sola
stanza
,
le
famiglie
dei
poveri
braccianti
disoccupati
.
Il
primo
messaggio
che
ho
avuto
entrando
in
Adria
,
è
stato
quello
del
dott.
Domenico
Rosiello
,
medico
chirurgo
di
Papozze
.
Me
lo
ha
portato
una
ragazza
.
Dice
il
messaggio
:
«
Dopo
la
fine
dell
'
ultima
guerra
mondiale
,
nel
Comune
di
Papozze
si
è
avuta
una
recrudescenza
dei
casi
di
tubercolosi
polmonare
e
tra
la
popolazione
esistono
molte
persone
,
soprattutto
bambini
,
macilenti
e
denutriti
per
insufficienza
di
alimentazione
.
Quest
'
ultima
è
legata
,
indubbiamente
,
alla
disoccupazione
,
che
impedisce
a
molte
famiglie
di
provvedersi
di
un
cibo
sano
e
sostanzioso
»
.
Triste
messaggio
,
che
mi
invitava
ad
ascoltare
i
compagni
responsabili
di
tutte
le
Sezioni
di
Adria
e
dei
Comuni
vicini
:
al
primo
pomeriggio
,
in
un
'
aula
delle
scuole
comunali
,
ci
siamo
ritrovati
ed
il
nostro
lungo
colloquio
ha
avuto
,
spesso
,
accenti
drammatici
.
«
Nelle
nostre
condizioni
,
leggere
diventa
difficile
-
ha
detto
il
compagno
di
Donada
,
un
paesetto
del
basso
Polesine
,
distante
15
chilometri
da
Adria
verso
il
mare
.
Su
undicimila
abitanti
,
abbiamo
ottocento
disoccupati
permanenti
,
la
percentuale
dei
tubercolotici
è
altissima
ed
un
medico
condotto
solo
non
basta
.
Quasi
tutte
le
case
sono
formate
da
una
sola
cameretta
appena
appoggiata
sulla
terra
.
Una
piccola
bufera
può
portarle
via
,
come
capitò
l
'
anno
scorso
.
In
ognuna
di
queste
camere
vivono
famiglie
di
nove
e
dieci
persone
»
.
«
A
Corbola
-
ha
riferito
un
altro
compagno
-
su
seimila
abitanti
c
'
è
lavoro
solo
per
venti
famiglie
»
.
La
ragazza
di
Papozze
ha
detto
,
a
questo
punto
:
«
Al
mio
paese
,
le
mamme
vendono
un
uovo
e
,
col
denaro
ricavato
,
comprano
un
'
anguria
,
con
la
quale
mangia
tutta
la
famiglia
»
.
Questa
immagine
reale
ed
incisiva
,
raffigurante
quasi
la
donna
che
cede
il
piccolo
uovo
per
poter
avere
fra
le
braccia
un
'
anguria
,
che
per
lo
meno
è
divisibile
,
vale
più
di
un
discorso
.
È
forse
per
ricordare
con
pari
realtà
la
triste
e
indicibile
situazione
di
Papozze
,
i
compagni
avevano
offerto
a
"
l
'
Unità
"
un
quadro
in
cui
era
tutto
espresso
attraverso
le
immagini
dipinte
:
si
vedono
le
donne
che
attingono
acqua
nel
Po
,
che
scorre
sotto
l
'
abitato
,
si
vede
la
grande
canonica
che
domina
lo
sparuto
gregge
delle
case
,
dalle
cui
finestre
guardano
i
malati
,
si
vedono
gli
ottomila
pioppi
che
i
reduci
disoccupati
piantarono
nelle
terre
demaniali
,
per
cui
furono
minacciati
di
arresto
o
addirittura
arrestati
.
Manca
solo
la
faccia
del
brigadiere
,
che
mi
dicono
cammini
in
paese
col
berretto
calato
sugli
occhi
,
dopo
essersi
guadagnato
i
galloni
di
maresciallo
per
aver
tenuto
in
galera
,
per
nove
mesi
,
il
responsabile
della
Sezione
.
A
Gorino
Veneto
,
che
è
una
frazione
di
Ariano
Polesine
,
i
240
ettari
di
terreno
del
Comune
e
le
case
dei
braccianti
sono
tutti
di
proprietà
della
Cassa
di
Risparmio
delle
Provincie
Lombarde
.
Manca
completamente
l
'
acqua
che
,
attinta
a
30
chilometri
di
distanza
nel
centro
di
Ariano
,
viene
distribuita
nella
quantità
di
un
secchio
per
persona
.
Soltanto
ora
hanno
portato
la
luce
elettrica
.
Non
ci
sono
strade
e
la
Cassa
di
Risparmio
è
padrona
anche
del
cimitero
.
Ad
Adria
,
la
disoccupazione
cronica
esaspera
gli
operai
:
la
città
viene
colpita
per
il
suo
spirito
di
lotta
.
Il
Governo
ha
stanziato
ultimamente
,
96
milioni
per
un
lavoro
di
dragaggio
,
ma
soltanto
dodici
operai
sono
stati
ingaggiati
a
servizio
di
una
vecchia
scavafondo
,
mentre
ne
potrebbero
essere
assunti
più
di
sessanta
.
Gli
agrari
non
rispettano
l
'
imponibile
di
mano
d
'
opera
.
Gli
ospedali
sono
pieni
di
tubercolosi
e
i
malati
sono
costretti
a
rimanere
a
casa
.
Di
queste
e
di
altre
tristezze
si
è
parlato
nella
riunione
che
s
'
è
svolta
nell
'
aula
della
grande
scuola
.
Soltanto
lo
spirito
di
lotta
dei
compagni
animava
la
monotona
realtà
di
quel
dolore
che
è
nelle
carni
dei
polesani
.
A
chi
,
se
non
al
loro
giornale
,
essi
dovevano
confidare
il
racconto
della
propria
vita
?
E
una
ragazza
(
che
fu
arrestata
durante
il
grande
sciopero
dei
braccianti
e
tenuta
in
galera
per
tredici
giorni
soltanto
perché
era
andata
a
convincere
i
crumiri
)
era
incoraggiata
dai
compagni
a
farsi
vedere
,
a
mostrarsi
a
"
l
'
Unità
"
.
Si
è
alzata
,
finalmente
,
Lina
Zanella
e
ha
detto
con
voce
fermissima
:
«
In
tutto
il
comune
di
Ariano
siamo
1900
comunisti
,
più
la
Sezione
giovanile
.
Dopo
lo
sciopero
,
siamo
diventate
tutte
più
combattive
»
.
Con
questo
animo
siamo
andati
al
comizio
.
Piazza
Cavour
,
affacciata
sul
canale
con
una
grandissima
stella
rossa
fra
gli
alberi
,
era
già
gremita
di
operai
,
di
donne
,
di
popolo
.
Altra
gente
era
scaglionata
sui
ponti
,
lungo
le
due
sponde
o
affacciata
alle
case
.
Dalla
terrazza
del
grande
teatro
,
la
nostra
voce
,
già
provata
da
tanti
comizi
,
ritrovava
a
poco
a
poco
forza
e
passione
nel
ricordo
di
tutti
i
dolori
e
di
tutti
i
sacrifici
vissuti
ogni
giorno
dai
poveri
braccianti
del
Polesine
.
Al
di
là
delle
case
,
io
mi
vedevo
parlare
all
'
orizzonte
di
questa
terra
sconsolata
,
che
viaggia
verso
il
mare
col
passo
delle
sue
miserie
e
con
i
suoi
comunisti
che
non
si
arrendono
.
Quando
si
sono
spente
le
luci
e
si
è
incominciato
a
proiettare
il
film
,
persino
gli
agenti
della
Celere
si
sono
dimenticati
tra
la
folla
.
Un
pubblico
enorme
era
dietro
il
piccolo
schermo
:
dietro
la
nostra
macchina
,
i
bambini
si
arrampicavano
per
veder
meglio
.
E
Gavroche
,
dall
'
altro
lato
,
aveva
preso
tra
le
mani
un
grandissimo
ritratto
di
Togliatti
dipinto
da
un
compagno
e
donato
a
"
l
'
Unità
"
.
Lo
aveva
ornato
con
un
nastro
di
pergamena
sul
quale
,
a
mo
'
delle
vecchie
pitture
,
era
scritto
:
«
In
hoc
signa
vinces
»
.
In
questo
segno
vincerai
.
StampaQuotidiana ,
LEGNAGO
,
22
.
-
Gavroche
ne
ha
fatto
una
delle
sue
.
Sabato
,
a
Este
,
è
entrato
di
soppiatto
in
tutte
le
case
ed
ha
lasciato
in
alcune
un
volantino
verde
,
su
cui
era
scritto
:
«
È
arrivato
il
poeta
pellegrino
»
,
in
altre
un
volantino
rosso
in
cui
era
stampato
a
grandi
lettere
:
«
Arriva
Mao
»
.
L
'
arciprete
in
canonica
si
è
attaccato
subito
al
telefono
per
parlare
col
collega
di
Montagnana
,
ormai
celebre
nel
padovano
più
del
papa
per
aver
annunciato
ai
suoi
fedeli
che
,
domenica
prossima
28
agosto
,
farà
un
falò
in
piazza
di
tutta
la
stampa
anticattolica
.
Gavroche
,
che
era
invisibile
nella
sacrestia
,
ha
stenografato
il
colloquio
segreto
che
si
è
svolto
tra
i
due
prelati
.
-
Qui
,
a
Este
,
è
arrivato
il
poeta
pellegrino
.
Ma
che
scherzi
sono
questi
?
Di
"
pellegrina
"
non
c
'
era
soltanto
la
Madonna
che
portiamo
a
girare
durante
la
notte
per
le
vie
?
Lei
,
che
legge
i
giornali
,
è
informata
per
caso
che
Mao
sia
giunto
già
in
Italia
?
-
Come
,
un
poeta
pellegrino
?
È
un
titolo
abusivo
.
Ne
parli
subito
col
maresciallo
.
E
la
popolazione
che
fa
?
Ma
chi
è
questo
Mao
,
benedetto
figliolo
,
l
'
ha
visto
in
faccia
?
-
Sento
che
in
piazza
stanno
applaudendo
.
Sono
tutti
usciti
di
casa
per
andargli
incontro
.
È
un
poeta
vero
,
in
carne
ed
ossa
,
per
quanto
riesco
a
vedere
.
È
pellegrino
sul
serio
,
è
tutto
impolverato
...
-
Di
pellegrina
non
c
'
è
che
la
nostra
Madonna
.
Un
uomo
in
carne
ed
ossa
che
parli
,
non
potrà
essere
altro
che
il
diavolo
,
un
comunista
.
Si
affacci
al
balcone
e
gli
ricordi
che
è
uno
scomunicato
.
Lo
dico
sempre
io
,
bisognerà
pur
arrivare
un
giorno
a
bruciarli
tutti
in
piazza
...
-
Lo
chiamano
Mao
,
è
la
stessa
persona
,
vivaddio
.
-
La
guardi
bene
,
è
un
cinese
?
-
Non
mi
sembra
.
-
Che
lingua
parla
?
-
Non
sento
,
ma
lo
capiscono
tutti
.
-
Lo
scomunichi
allora
in
latino
,
ma
subito
:
non
c
'
è
tempo
da
perdere
.
Proprio
in
quel
momento
entravo
in
canonica
umilmente
e
dicevo
all
'
arciprete
:
«
Provi
ad
ascoltare
questi
versi
:
-
Non
più
peccati
o
vergine
-
Non
più
l
'
orrendo
vizio
-
il
tuo
candore
fulgido
-
divenga
l
'
ideale
-
a
cui
si
ispira
il
giovane
-
mentre
passion
l
'
assale
.
Le
sembra
conveniente
parlare
così
alla
Vergine
?
»
-
Ma
chi
è
lei
?
-
Sono
Mao
,
il
poeta
pellegrino
.
È
rimasto
senza
parola
.
Quel
benedetto
angelo
di
Gavroche
,
sempre
invisibile
,
mi
aveva
attaccato
sul
capo
una
grande
aureola
e
tutta
la
sacrestia
ne
era
illuminata
come
se
fossimo
insieme
su
una
nuvola
del
paradiso
.
All
'
annuncio
di
questo
piccolo
miracolo
al
lampo
di
magnesio
,
l
'
arciprete
di
Montagnana
si
era
messo
a
letto
,
minacciando
i
fedeli
di
chiudere
tutte
le
porte
delle
vecchie
mura
che
cingono
il
paese
,
pur
di
non
far
passare
la
nostra
macchina
.
Ma
a
Este
,
sull
'
altissimo
pennone
della
piazza
,
il
gran
pavese
di
bandierine
multicolori
sventolava
all
'
orizzonte
e
,
come
un
faro
,
indicava
la
via
ai
compagni
dei
paesi
vicini
.
Non
c
'
era
nulla
da
fare
.
Il
Fortini
,
complice
di
Gavroche
nell
'
avermi
dato
quel
nome
di
"
pellegrino
"
,
si
portava
già
col
nostro
omnibus
sulla
piazza
della
vicina
città
,
dove
si
annunciano
prossime
le
tenebre
del
Medioevo
.
«
Compagni
,
noi
portiamo
il
sole
-
cantava
Fortini
,
mentre
l
'
angelo
gli
suggeriva
le
parole
all
'
orecchio
-
e
il
sole
illumina
le
tenebre
»
.
Era
diventato
un
evangelista
,
pronto
a
farsi
bruciare
,
insieme
con
i
suoi
libri
sul
rogo
dell
'
arciprete
di
Montagnana
,
che
per
prudenza
se
ne
stava
in
casa
con
tutte
le
imposte
chiuse
.
"
l
'
Unità
"
aveva
tanti
compagni
intorno
,
giunti
dai
paesi
lontani
.
E
il
vecchio
e
caro
Martina
le
aveva
portato
in
dono
,
a
nome
di
tutti
gli
amici
di
Padova
,
una
targa
lucida
,
come
d
'
oro
.
Legnago
è
così
vicina
a
Este
,
che
congedandosi
a
mezzanotte
,
molti
compagni
ci
dissero
di
voler
passare
insieme
con
noi
anche
la
domenica
nella
bella
cittadina
dell
'
Adige
.
Partendo
da
Montagnana
in
prima
mattina
,
abbiamo
fatto
a
passo
d
'
uomo
una
lunga
passeggiata
insieme
,
incontro
ai
compagni
che
ci
aspettavano
con
le
bandiere
a
San
Vito
di
Nogera
.
Da
tanti
giorni
gli
amici
di
Legnago
ci
facevano
giungere
i
propri
telegrammi
e
i
propri
messaggi
sul
giornale
:
erano
stati
i
primi
a
rispondere
al
nostro
appello
,
contenti
che
il
calendario
li
avesse
favoriti
.
Hanno
avuto
,
finalmente
,
una
giornata
di
festa
e
nella
loro
città
,
dove
l
'
estate
si
era
un
'
altra
volta
distesa
lungo
i
grandi
viali
,
la
carovana
è
passata
fendendo
spesso
la
folla
domenicale
e
innalzando
alto
il
nome
del
giornale
e
del
Partito
.
Nella
grande
sala
della
Casa
del
Popolo
,
dove
per
tutto
il
pomeriggio
insieme
col
compagno
Lucarelli
,
segretario
della
Federazione
di
Verona
,
avevo
tenuto
una
riunione
con
tutti
i
responsabili
di
Sezione
del
Basso
Veronese
,
sino
a
tarda
notte
si
è
ballato
freneticamente
.
Palloncini
di
tutti
i
colori
pendevano
dal
soffitto
,
bambini
con
tutte
le
facce
ballavano
con
le
mamme
e
soldati
di
ogni
Arma
davano
il
braccio
alle
ragazze
,
mentre
dai
finestroni
aperti
entrava
la
musica
delle
giostre
vicine
e
splendevano
le
grandi
lampade
ad
acetilene
dei
cocomerai
.
Io
mi
ricordavo
del
Sud
e
il
compagno
Crocco
,
tenendo
per
mano
le
sue
due
gemelle
,
mi
confidava
di
essere
nato
anche
lui
su
un
golfo
che
,
a
quell
'
ora
,
aveva
acceso
tutti
i
suoi
lumi
.
Ma
non
avevamo
nostalgia
.
«
Il
nostro
Partito
-
lui
diceva
-
veramente
sta
facendo
l
'
unità
d
'
Italia
.
Era
tempo
»
.
StampaQuotidiana ,
SCHIO
,
23
.
-
Quando
raccoglieremo
le
esperienze
di
questo
lungo
viaggio
,
scopriremo
una
verità
che
sin
d
'
ora
è
certa
:
i
paesi
dai
quali
meno
ci
aspettavamo
,
sono
stati
i
più
pronti
,
i
più
decisi
a
smentirci
:
ieri
fu
Cividale
,
oggi
è
stata
Schio
,
la
bella
città
guardata
dal
Pasubio
,
dove
i
tessitori
hanno
un
affettuoso
monumento
in
piazza
,
datato
1879
e
raffigurante
un
operaio
,
col
suo
camiciotto
da
lavoro
,
che
ha
dietro
le
spalle
,
a
mo
'
di
colonnetta
,
una
pila
di
pezze
di
stoffa
.
Sulla
base
del
piedistallo
sono
scritte
tante
frasi
paternalistiche
ed
edificanti
che
sembra
preparare
quel
clima
di
dolce
"
fordismo
"
,
che
è
come
un
'
educata
corruzione
offerta
agli
operai
,
invitati
alla
più
pericolosa
tranquillità
e
a
una
perenne
vacanza
dal
proprio
spirito
di
classe
;
ma
è
scolpita
altresì
una
verità
,
sfuggita
forse
allo
scultore
Rossi
,
che
fu
l
'
ideatore
del
monumento
:
«
L
'
avvenire
è
dei
popoli
lavoratori
»
.
La
festa
de
"
l
'
Unità
"
è
servita
a
consacrare
nella
grande
piazza
del
teatro
Civico
,
affollata
a
perdita
d
'
occhio
,
questa
giusta
profezia
.
Trovandosi
tutti
insieme
,
uniti
nel
nome
del
proprio
giornale
,
i
lavoratori
del
mandamento
operaio
di
Schio
,
che
conta
19.000
operai
circa
su
una
popolazione
di
42.000
abitanti
,
sembravano
aver
perduta
persino
la
propria
timidità
,
dando
vita
alla
più
grande
festa
popolare
che
mai
ci
sia
stato
dato
di
vedere
in
questo
nostro
viaggio
attraverso
il
Veneto
.
Gavroche
me
lo
aveva
detto
alla
partenza
.
Durante
la
notte
,
volando
volando
,
lui
se
ne
era
andato
a
Magré
,
alla
casa
del
compagno
Walter
,
l
'
onorevole
calzolaio
che
da
anni
è
noto
agli
studiosi
internazionali
come
astronomo
dilettante
.
Lo
aveva
trovato
al
telescopio
e
aveva
dovuto
aspettare
un
bel
pezzo
prima
di
toccarlo
sulle
spalle
per
farsi
ascoltare
.
Walter
,
che
pur
guardando
sempre
al
cielo
ha
avuto
modo
da
trent
'
anni
e
più
di
lavorare
e
di
lottare
per
gli
operai
di
questa
terra
,
si
intrattenne
a
parlare
col
nostro
angelo
,
sino
all
'
alba
.
Parlarono
di
nuvole
e
di
pianeti
,
di
stelle
cadenti
e
di
terremoti
,
ma
soprattutto
si
confidarono
la
sorpresa
che
Schio
avrebbe
fatto
a
"
l
'
Unità
"
:
«
Saremo
in
tanti
a
festeggiare
la
carovana
-
egli
aveva
detto
-
abbiamo
preparato
tutto
per
il
meglio
.
Rassicura
pure
Gatto
e
digli
che
a
Malo
gli
verremo
incontro
con
la
bandiera
»
.
E
difatti
,
alle
prime
case
di
Malo
,
nell
'
improvviso
orizzonte
della
strada
che
si
allargava
in
vista
della
montagna
,
era
lui
Walter
che
ci
salutava
con
il
fazzoletto
rosso
dal
sediolino
della
motocicletta
.
Alla
Porta
d
'
Oro
,
qualche
chilometro
dopo
,
ci
aspettavano
gli
altri
compagni
,
operai
,
partigiani
,
ragazze
con
le
bandiere
.
Il
corteo
che
mosse
al
canto
dell
'
Internazionale
,
doveva
segnare
per
due
ore
,
sino
al
mezzogiorno
,
il
nostro
trionfale
ingresso
nella
città
di
Schio
.
L
'
aria
calma
delle
vie
e
delle
case
sospese
quasi
nel
silenzio
del
lavoro
,
era
rotta
dai
nostri
canti
e
dai
saluti
che
"
l
'
Unità
"
inviava
con
gli
altoparlanti
alle
migliaia
di
operai
chiusi
nelle
officine
.
Tante
fabbriche
,
tante
tappe
.
Il
primo
saluto
tocca
alla
I.L.M.A.
E
poi
,
via
via
,
alla
Carrozzeria
Dalla
Via
,
al
Lanificio
Conte
,
al
Lanificio
Rossi
,
alla
Macchina
Smith
,
al
Lanificio
Cazzola
,
alle
Officine
Gregori
.
Dal
centro
alla
periferia
,
dalla
periferia
al
centro
,
la
nostra
macchina
svegliava
la
città
,
le
case
,
i
caffè
,
i
negozi
:
la
gente
veniva
alle
porte
e
alle
finestre
.
Davanti
al
Sacrario
dei
Partigiani
ci
fermammo
.
L
'
inno
di
Garibaldi
portò
nella
stanza
silenziosa
,
dove
si
affacciavano
immagini
e
immagini
di
caduti
,
stinte
paginette
dei
giornali
di
brigate
,
divise
e
bandiere
,
l
'
unico
canto
che
potesse
destare
quei
morti
.
Il
silenzio
intenso
fu
rotto
dalle
sirene
del
mezzogiorno
.
Migliaia
e
migliaia
di
operai
in
tuta
azzurra
,
di
donne
,
di
biciclette
,
popolarono
all
'
improvviso
quella
strada
,
passarono
davanti
alla
nostra
macchina
ferma
accanto
all
'
edicola
che
vende
più
copie
de
"
l
'
Unità
"
,
ricambiandoci
il
saluto
che
prima
avevano
ascoltato
dai
loro
banchi
di
lavoro
.
C
'
eravamo
veramente
incontrati
con
tutta
Schio
,
con
tutti
gli
operai
,
con
tutte
le
famiglie
che
ci
salutavano
dalle
casette
del
villaggio
Pasubio
,
e
dalla
frazione
di
Magré
,
con
gli
ammalati
persino
del
sanatorio
.
E
Walter
,
che
era
con
noi
in
macchina
,
ci
diceva
i
nomi
dei
compagni
da
chiamare
alla
voce
:
Daré
,
il
vecchio
Marchioro
,
giovane
d
'
aspetto
,
come
se
fosse
sempre
rimasto
ai
tempi
che
era
tessitore
e
muoveva
le
prime
battaglie
sindacali
a
Covollo
Marcante
.
Un
compagno
che
portava
una
tavola
da
muratore
sulle
spalle
,
nel
sentirsi
chiamato
per
nome
nientemeno
che
da
"
l
'
Unità
"
,
si
voltò
di
scatto
,
lasciando
cadere
il
suo
peso
.
Il
poeta
Arnaldo
Fusinato
che
non
ha
perduto
la
sua
dignità
,
nonostante
che
la
guerra
gli
abbia
smozzicato
il
naso
,
dal
suo
busto
di
marmo
non
aveva
braccia
per
agitare
la
bandiera
bianca
del
gondoliere
;
ma
sorrideva
al
povero
collega
,
venuto
fin
quassù
a
trovarlo
e
a
preparargli
una
festa
in
mezzo
al
popolo
.
Anche
il
sen.
Alessandro
Rossi
,
in
piedi
con
il
suo
attillato
vestito
di
bronzo
,
levava
il
braccio
per
il
benvenuto
alla
carovana
.
E
nel
pomeriggio
,
salendo
il
nostro
omnibus
a
Pieve
,
a
Torre
Villavicina
,
a
Poeo
,
a
Santorso
,
svegliavamo
gli
applausi
non
soltanto
dei
compagni
,
ma
anche
di
alcuni
gruppi
di
democristiani
e
di
due
preti
;
tra
loro
eravamo
veramente
diventati
tutti
fratelli
.
Gavroche
,
il
nostro
angelo
era
raggiante
,
come
lui
solo
può
esserlo
e
a
sentir
cantare
Capinera
,
una
vecchia
canzone
della
nostra
infanzia
,
si
è
dato
a
scuotere
gli
alberi
del
viale
,
lasciando
cadere
sulle
ragazze
dai
capelli
d
'
oro
i
fiori
e
il
fresco
profumo
della
notte
.
Una
grande
navetta
lucida
di
metallo
,
con
una
falce
e
martello
e
una
stella
,
lavorata
dal
compagno
Marcante
,
è
il
dono
che
è
stato
offerto
a
"
l
'
Unità
"
.
È
un
messaggio
che
gli
operai
di
Schio
hanno
inviato
al
loro
giornale
:
essi
vogliono
sempre
più
tessere
,
l
'
unità
del
Partito
nella
propria
città
,
vincere
nella
lotta
lo
spirito
di
rinuncia
e
l
'
oscurantismo
di
coloro
che
ancora
restano
a
guardare
,
far
sì
che
la
profezia
scolpita
sul
monumento
della
piazza
,
sia
per
tutti
la
verità
di
domani
.