StampaQuotidiana ,
FELTRE
,
18
.
-
Abbiamo
avuto
anche
noi
la
nostra
tappa
di
montagna
:
da
Pordenone
a
Vittorio
Veneto
,
a
Belluno
,
a
Feltre
.
L
'
aria
chiara
e
fresca
accarezzava
il
Lago
Morto
e
il
lago
di
Santa
Croce
,
i
villeggianti
seduti
alle
panchine
dei
piccoli
alberghi
ci
salutavano
con
dignità
.
Fortini
,
col
suo
naso
alla
Coppi
,
si
sentiva
nelle
vene
il
sangue
del
campione
.
«
Comunque
-
egli
diceva
-
tutti
i
traguardi
della
montagna
sono
rossi
»
.
A
Ponte
nelle
Alpi
ha
risposto
,
sorridendo
come
un
vincitore
,
agli
applausi
che
lo
hanno
accolto
,
e
dal
microfono
ha
mandato
i
soliti
saluti
alla
moglie
,
assicurandola
che
stava
bene
e
che
era
contento
di
aver
vinto
per
lei
e
per
i
bambini
.
Gavroche
,
il
nostro
angelo
,
si
era
allontanato
alla
chetichella
,
aveva
scritto
col
dito
sulla
polvere
della
macchina
,
questo
biglietto
:
«
Ho
da
fare
,
ci
vedremo
questa
sera
a
Feltre
,
all
'
ora
del
comizio
»
.
Gigi
,
l
'
operatore
,
non
si
dava
pace
:
«
Ma
dove
mai
si
sarà
cacciato
,
e
che
aveva
da
fare
?
Non
sarà
stato
mica
una
guardia
del
Santo
Uffizio
a
chiuderlo
in
sagrestia
?
Bisogna
andare
a
liberarlo
»
.
C
'
è
voluto
del
bello
e
del
buono
per
convincerlo
che
gli
angeli
passano
dovunque
,
anche
attraverso
il
buco
di
una
serratura
,
e
che
il
nostro
Gavroche
non
correva
alcun
pericolo
.
A
Belluno
è
accaduto
per
noi
il
miracolo
dei
gatti
.
Eravamo
giunti
alle
prime
case
della
città
,
quando
ci
siamo
visti
la
strada
sbarrata
da
una
barriera
di
gatti
che
ci
aspettavano
a
piè
fermo
e
con
le
orecchie
ritte
.
Erano
di
tutti
i
colori
e
di
ogni
età
,
gatti
di
razza
e
di
pelo
,
gatti
libertini
dei
tetti
,
bianchi
,
neri
,
gialli
tigrati
.
Al
vederci
hanno
cominciato
a
miagolare
.
Sono
sceso
di
macchina
e
ne
ho
preso
uno
tra
le
braccia
.
Il
più
piccolo
che
mi
era
a
portata
di
mano
,
e
ho
detto
loro
:
«
Credo
che
siate
venuti
a
salutarmi
,
non
è
vero
?
»
.
Tutti
hanno
assentito
con
la
testa
.
Fortini
muoveva
le
sue
orecchie
a
sventola
ed
abbassava
,
per
conferma
,
il
capo
anche
lui
.
«
Che
ti
piglia
?
»
,
gli
ho
chiesto
preoccupato
,
invitandolo
a
guardarsi
allo
specchietto
del
parabrezza
.
«
Mamma
mia
»
,
ha
gridato
Fortini
saltando
,
e
si
è
portato
la
mano
indietro
per
toccarsi
la
coda
.
Per
fortuna
non
l
'
aveva
,
ma
i
gatti
si
sono
messi
a
ridere
lo
stesso
.
Ridevano
veramente
come
noi
e
,
voltandosi
di
schiena
per
lasciar
libera
la
strada
,
ci
hanno
finalmente
spiegato
perché
erano
venuti
.
Tutti
portavano
alla
coda
un
cartellino
sul
quale
era
scritto
il
mio
nome
.
Dai
portoni
delle
case
vicine
sono
sbucati
allora
,
a
frotte
,
ragazzi
e
ragazze
di
tutte
le
età
,
circondando
la
nostra
macchina
e
chiedendoci
notizie
di
Picci
e
Pucci
,
Lino
Picco
,
di
Noè
e
della
sua
arca
,
della
"
Domenica
dei
piccoli
"
e
di
"
Piccolo
mondo
nuovo
"
.
Fortini
si
era
commosso
e
,
finalmente
,
aveva
messo
mano
alle
cartoline
ed
ai
distintivi
per
contentare
tutte
quelle
mani
tese
.
«
Significa
che
li
paghiamo
noi
»
,
egli
ha
detto
.
«
E
ai
gatti
non
diamo
nulla
,
nemmeno
un
fiocco
rosso
?
»
,
ho
aggiunto
io
.
Fortini
ha
tirato
fuori
un
rotolo
di
nastro
che
teneva
nascosto
e
,
aiutato
dai
ragazzi
,
prendendo
in
braccio
i
gatti
ad
uno
ad
uno
,
si
è
dato
a
infiocchettarli
.
Così
siamo
entrati
a
Belluno
,
in
mezzo
a
una
folla
di
piccoli
lettori
e
di
gatti
con
la
coccarda
.
Di
topi
,
nemmeno
la
traccia
.
«
In
tutto
questo
c
'
è
la
mano
di
Gavroche
»
,
ha
sentenziato
Gigi
Regi
.
L
'
on.
Bettiol
è
salito
con
noi
in
macchina
,
alla
volta
di
Feltre
.
«
A
Feltre
verranno
compagni
di
tutti
i
paesi
vicini
-
ci
ha
annunciato
-
e
da
Belluno
giungerà
anche
il
coro
.
Parlerai
nella
città
vecchia
»
.
E
,
infatti
,
quale
posto
migliore
per
parlare
,
di
quella
antica
piazza
Maggiore
ove
si
affacciano
le
terrazze
a
portico
delle
vecchie
case
e
la
torre
quadrata
del
Castello
,
abitato
oggi
da
famiglie
povere
.
Lì
ci
siamo
ritrovati
al
cader
della
notte
,
i
compagni
guadagnavano
la
salita
della
bella
via
Mezzaterra
e
,
al
traguardo
,
trovavano
"
l
'
Unità
"
con
le
sue
luci
e
con
le
sue
musiche
.
Il
primo
a
giungere
della
brigata
è
stato
Guido
Lise
,
di
Zermen
,
che
alla
domenica
diffonde
cento
copie
del
giornale
percorrendo
quaranta
chilometri
in
bicicletta
.
Onore
al
merito
.
Se
le
medaglie
non
si
stampano
,
i
baci
sì
.
E
Lise
ne
ha
avuto
due
,
uno
per
guancia
,
da
noi
tre
.
Gavroche
,
perché
non
si
faceva
vivo
?
Incominciavo
ad
essere
preoccupato
e
dovevo
pur
aprire
il
comizio
.
All
'
improvviso
si
è
visto
una
gran
luce
nel
cielo
.
Gavroche
planava
dolcemente
e
sulle
spalle
,
tra
le
ali
,
portava
un
bambino
biondo
e
ben
pettinato
.
Me
lo
ha
lasciato
sulla
balaustra
della
terrazza
.
Il
bambino
mostrava
,
spiccata
in
una
mano
,
una
busta
gialla
,
e
si
presentava
al
microfono
:
«
Sono
il
bambino
Gianni
Cozzarolo
e
abito
a
Bardies
di
Lentiai
»
.
Ho
aperto
la
busta
:
c
'
erano
mille
lire
e
queste
parole
:
«
Caro
compagno
Gatto
,
permettimi
che
anch
'
io
,
benché
piccolo
,
partecipi
con
tutto
il
mio
entusiasmo
alla
festa
de
"
l
'
Unità
"
.
Permettimi
che
,
come
contributo
,
io
ti
offra
per
il
giornale
dei
diseredati
,
per
il
giornale
dei
figli
del
bisogno
e
della
lotta
,
tutti
i
miei
risparmi
.
Sebbene
piccolo
,
col
ricordo
delle
persecuzioni
fatte
al
mio
babbo
durante
venticinque
anni
di
fascismo
,
sento
che
la
nostra
battaglia
sarà
vinta
.
Viva
"
l
'
Unità
"
!
»
.
Gavroche
,
il
nostro
angelo
,
si
era
sentito
chiamare
da
lontano
nel
mattino
ed
era
volato
alla
piccola
casa
dove
Giovanni
l
'
attendeva
con
la
busta
gialla
in
mano
.
Nella
piazza
applaudivano
tutti
e
qualche
donna
si
asciugava
gli
occhi
.
Bettiol
era
felice
nel
veder
tanta
gente
raccolta
,
compagni
,
amici
,
e
uomini
e
donne
che
,
forse
per
la
prima
volta
,
si
affacciavano
a
vedere
cosa
era
il
Partito
e
ad
ascoltare
quali
parole
dicevano
i
comunisti
.
Il
giovane
responsabile
della
Sezione
mi
confessava
:
«
Da
domani
lavoreremo
meglio
,
col
cuore
più
confortato
dopo
la
vittoria
di
questa
sera
»
.