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> autore_s:"Gatto Alfonso"
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CARPI , 9 . - Vogliamo dar subito la parola alle cifre ? Le impressioni sono tante , i ricordi ci vincono al punto da non potere , a distanza di poche ore , tentar di dare la immagine di una festa che ha vinto la stessa inclemenza del tempo ed è rinata come la Fenice dalle sue ceneri , dal fango e dalla pioggia ove sembrava per sempre miseramente finita . I compagni si mordevano le mani a veder crollare il villaggio che avevano innalzato con tanto amore , le bandiere ripiegare inzuppate di acqua , e i colori , i fiori , gli addobbi dei padiglioni marcire , lasciando a nudo i tralicci delle impalcature . Se la nostra carovana , come sempre , ha fermato il temporale che ci ha inseguiti per tutto il viaggio , da Milano alle porte di Modena , forse per merito del nostro Gavroche che se ne è volato bene in alto a guerreggiare con i nembi e con le saette , tuttavia i compagni di Carpi e dei paesi vicini si sono mostrati tenaci di ogni avversità , non hanno ceduto mai terreno al temporale , non hanno mollato un palmo e ricostruivano subito quello che andava perduto , trasportavano con improvvisate palafitte , lo tenevano allegro col proprio buon umore . Ma vogliamo dare la parola alle cifre ? Undici staffette motociclistiche ci hanno accompagnati da Carpi a Cibeno . Su ogni motocicletta era una ragazza con la bandiera . A metà strada abbiamo incontrato altre sessanta fanciulle in bicicletta , ordinate in due file . Indossavano pantaloncini blu e una camiciola bianca e portavano sul manubrio il piccolo vessillo de " l ' Unità " . Ci hanno preceduto sino al colorato ingresso del villaggio , al viale che , secondo l ' espressione di un compagno , doveva essere tutto una « galleria fiorita » . Una colomba bianca veniva liberata nell ' aria e Gavroche , al vederla , si è staccato dall ' antenna dove Fortini l ' aveva stretto per un piede , inseguendola nel cielo . Altri settecento colombi erano lanciati dietro quella candida ancella di pace : le nuvole bluastre , arrossate dalla luce del tramonto , si sono aperte , promettendoci il sereno . Applaudivano con i piedi nel fango , trattenuti nel volo che anche noi eravamo pronti a spiccare in mezzo al coro delle ragazze allineate sulla scalinata della villa . Il villaggio , gocciolante di luce , era tutto un tramestio di voci , di richiami , di canti . La vita lo aveva ripreso in un attimo . Sulle tavole ancor umide , e come dipinte a nuovo , già si allestivano le cene e il vino frizzante spumeggiava nei bicchieri . Vogliamo dare la parola alle cifre ? Poco prima che iniziassimo il comizio , più di seimila biciclette erano già allineate ai depositi . Dodici quintali di dolci e di ciambelle , undici quintali di pane , diciassette quintali di albana , duemila bottiglie di vino , erano presi di assalto da una folla allegra e vociante che riempiva il parco e le strade vicine a perdita d ' occhio . Dodicimila e più abitanti poteva contare il nostro villaggio . « Ne sarebbero venuti più di quarantamila » , commentava il segretario compagno Turci con Bruno Losi , il sindaco modello di Carpi , contenti tuttavia che la festa si fosse risolta col pieno successo della propria iniziativa , mai venuta meno . « Vedi , questa è l ' Emilia - io dicevo a Fortini . - In questa organizzazione , in questo tenace ottimismo , i compagni di Carpi sono di insegnamento a tutti noi » . E Agostino Melotti , presente ovunque , a dirigere i cori , a rendersi conto della organizzazione dell ' amministrazione e della disciplina , ed ancora appassionato oratore al comizio , ben poteva essere indicato da tutti i compagni , vecchi e giovani , come l ' anima del Partito in questo angolo di terra rossa .
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RAVENNA , 12 . - Ce ne è voluto , a staccarsi da Carpi . Fortini , finalmente , ha avuto una donna . Era da giorni che andava gridando : « Datemi una donna , datemi una donna » . I compagni di Carpi gli hanno messo tra le braccia una donna di bronzo , modellata dallo scultore Baraldi . « Scriverò anche questa avventura nelle mie memorie » , ha detto con bella semplicità e con la sua abituale faccia tosta il nostro eroe . Un ' ora dopo il cielo era sgombro da ogni minaccia e il comizio è andato benissimo , nonostante tutte le avversità avessero impedito ai compagni ed agli amici dei paesi vicini di raggiungerci . Cento è un po ' la pecora nera dell ' Emilia , ma noi le abbiamo strigliato il pelo come si conveniva . Abbiamo parlato a molti nemici ed a molti avversari presenti , i quali sono rimasti sino a tarda notte a vedere il film . Tanto meglio . Sono seguite due giornate movimentate sullo sfondo del più drammatico e del più dolce paesaggio che abbia l ' Italia . Ma il nostro dovere di cronisti ci impone , prima , di parlare di Portomaggiore e della bella festa che sabato vi abbiamo tenuto a battesimo . Non fosse altro che per quel palco alto quasi otto metri , dal quale abbiamo parlato , arrampicandoci per raggiungerlo su una scala da pompieri che dava le vertigini . Per me è stata una vera e propria ascensione di sesto grado . Ma , una volta lassù , che spettacolo ! La piazza era illuminata a giorno e i compagni davano gli ultimi ritocchi ai padiglioni , agli spacci , al parcheggio del ballo : segavano , inchiodavano , davano di mano ai pennelli : c ' era lavoro per tutti , per gli uomini , per le donne , per i bambini . E la folla , che si andava raccogliendo da tutti i paesi che punteggiavano la notte di lumi , guardava con fiducia il cielo stellato rimesso a nuovo dal fresco e dal sereno . Robustini , il giovanissimo segretario , e Nino Beltrami , nero e barbuto come un marinaio , erano finalmente tranquilli e ringraziavano la carovana di aver dato alla festa della domenica una vigilia così ricca di promesse . Da Runco , da Voghenza , da Voghiera , da tutti i paesi che innalzano sulla vasta pianura fasci e fasci di canapa avvicinati insieme come tende di un accampamento , erano venuti i braccianti che avevano lavorato per tutto il giorno alla dura fatica dei maceri . Eravamo in uno dei paesi più distrutti dalla guerra , dove l ' acqua che stagna e si ammala nei canali è ancora un miraggio alla sete degli abitanti , che sono costretti a comprarla alla ferrovia o ad attingerla coi pozzi artesiani in fondo alla terra . La tubercolosi miete vittime tra i bambini , le donne e gli uomini piegati per tutta la stagione in un lavoro durissimo . Parlavamo a questi amici , a questi compagni , anche alla colonia dei saragattiani , che quaggiù vantano qualche successo . La domenica era dedicata a Comacchio . Nella bella mattina siamo partiti verso Ostellato e verso l ' ampio orizzonte delle valli salate , ove anche il cielo sembra solo , affacciato sullo specchio immobile delle acque . Comacchio vuole dire povertà , vuol dire sete , abbandono . Nella vecchia cittadina che ha addosso il viscido e il colore della laguna , il tenente dei carabinieri Caroppo , che è famoso quasi quanto il maresciallo Cau , aveva già pronto in mano il suo Verboten e gli stessi compagni , purtroppo , non avevano da mostrarci altro che la loro stessa rassegnazione . Che ci restava da fare , nella domenica , se non andare in cerca di qualche nostra festa , o là dove i compagni , anziché lasciarci andare , si sarebbero prodigati invece a trattenerci ? Siamo andati a trovare Garibaldi , a Porto Garibaldi , dove il vecchio cippo è rimasto ancora a ricordarlo sulla spiaggia ingombra di macerie e di sbarramenti anticarro . Addentrandoci poi nella strada che , tagliando canali e canali , porta a Ravenna , la fortuna doveva portarci ad incontrare compagni che restano sempre soli . Alla Cantoniera vi sono poche case di legno , un pontone che viaggia da una sponda all ' altra . I pochi abitanti erano raccolti davanti alla porta di un ' abitazione poco più grande di una garitta . « Sta per nascere un bambino - ci hanno detto - forse è già nato » . Fortini ha preparato il disco , ha alzato il pennone , Gavroche ha spiegato le ali . Tutti eravamo in silenzio : si vedeva in lontananza la casa dove morì Anita e le pinete correre nel cielo . Un vagito è risuonato , il pianto del bambino che si affacciava alla vita in quella capanna solitaria . È risuonato l ' inno di Garibaldi . E il padre , dopo qualche tempo , affacciandosi alla porta insieme con la levatrice che aveva il pupo tra le braccia , ha detto : « Lo chiamerò Garibaldi » . Siamo rimasti sino a notte con quelle poche decine di compagni . Abbiamo suonato tutti i nostri dischi , abbiamo fatto il cinematografo . E la nuova mamma , dal suo letto , attraverso la finestra aperta , guardava anche lei sul piccolo schermo . Proiettato 14 luglio , la dove si vede un paese del Sud con un pontone che attraversa il fiume da una sponda all ' altra . « Anche laggiù stanno come noi - diceva un vecchio - non hanno nemmeno un ponte » . Così sotto la notte stellata , in quel silenzio ove il bambino appena nato si era raccolto nel braccio della mamma addormentata , eravamo veramente pionieri di una terra leggendaria , di una umanità nuova , Bret Harte , il vecchio scrittore del far West , era con noi , con le mani ficcate nelle tasche , e rideva .
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CESENA , 13 . - Sul palazzo del ridotto , ove ha sede il Partito , c ' è una colossale statua di Pio VI . A questo grosso papa seduto , capita oggi spesso di avere tra le gambe , sulla ringhiera della balconata , una lunga bandiera rossa . Ad indignarsene non sono tanto i democristiani , assenti o quasi dalla vita politica della città , quanto i cosiddetti " storioni " , i repubblicani che hanno tutti in testa il cappello da prete . Se hanno assistito a questa nostra grande festa , certamente se ne saranno tornati a casa carichi di meraviglia e di dispetto . Sulla piazza della Biblioteca Malatestiana , una gloriosa biblioteca alla quale Renato Serra guarda ancora dal suo piccolo monumento , ieri sera pioveva , nonostante che il cielo fosse stellato . E come pioveva ! Piovevano biglietti da mille , da cinquecento , da cento , da dieci , da cinque , piovevano monete , piovevano nomi e nomi di Sezioni e di compagni . Una bella , fragorosa pioggia di autunno e il compagno Sigfrido Sozzi , il fratello del martire Gastone , raccoglieva a piene mani le masse di oro e di argento che si rovesciava sul telone , sommerso anche dagli applausi , dalle musiche che si rispondevano da tutte le vie . È stata una mezz ' ora e più di diluvio . " l ' Unità " poteva raccogliere nel suo grembiule quasi 150 mila lire e caricarsi inoltre le spalle di cassette di uva e di vino d ' Albana , attaccarsi alle braccia , come il buon Pastore , pariglie di capponi , festoni di frutta , salami , libri , sì da diventare a poco a poco una vera statua dell ' Abbondanza . Che dispetto per i repubblicani : persino alcuni loro compagni lasciavano piovere le proprie offerte . Avevano perduto completamente la battaglia e , anche a cacciarsi in casa , la festa li avrebbe raggiunti col suo clamore , con le sue musiche , con i suoi canti . Da tutte le Sezioni continuavano a giungere colonne e colonne di compagni , con bandiere , ritratti , fiaccole , fanfare . La piazzetta Eduardo Fabbri era già piena e la vicina piazza Bufalini , via Mazzini , via Zeffirino Re , si andavano affollando sempre più . Aveva dato il via alla corsa podistica , al giro notturno della città . I ragazzi , fra due ali di popolo , scavalcavano barriera e barriera verso il traguardo . Tutti i bar , le botteghe più note , avevano offerto premi al passaggio degli atleti davanti alla loro porta : bottiglie di liquori , di sciroppi , cioccolato , caramella , danaro . Una piccola dea dell ' Abbondanza c ' era anche per loro e li precedeva bendata aprendo il vaso dei suoi doni . Anche Gavroche era in testa a indicare la strada a Fortini , che aveva preso parte alla gara come indipendente , e che ora era buon ultimo , nonostante che tutti i ragazzi facessero il tifo per lui e gli gridassero : « Dai vecchio , dai vecchio ! » . Il nostro Giulio è arrivato con sette minuti di ritardo ed ha guadagnato un sacchetto di cioccolatini , che porterà a Roma al suo ragazzo . La folla entusiasta , che pure aveva avuto modo , nei giorni scorsi , di fare la sua grande festa alla vecchia Rocca , dimostrava di essere così inesauribile e così spontanea da accorrere ancora al richiamo de " l ' Unità " e rovesciarle nel grembo le proprie tasche , il proprio cuore , la propria passione . Bravi , amici e compagni di Cesena . Bravo Sozzi , bravo il compagno imbonitore che al microfono ininterrottamente ripeteva nomi e nomi di sottoscrittori , tenendo dietro con vivacità e con fantasia al ritmo sempre più accelerato e febbrile della emulazione che aveva preso tutti , anche i bambini che sollevava tra le braccia , le donne , i vecchi , gli avversari . Bravo a Pieri , bravo ad Adria ed al ragazzetto e alle signorinelle vestite di rosso , bravo a Baffonero e alla sua ottima cucina , bravi ai miei vecchi allievi che ho ritrovato a dipingere in una torre della vecchia Rocca .
A Bagnacavallo passava la Neva ( Gatto Alfonso , 1949 )
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BAGNOCAVALLO , 14 . - Una cartolina illustrata , piccola , molto piccola , da questo paesetto di Romagna che si gira intorno facendo grandi cerchi sulla campagna e ritrovandosi sempre la piazza sotto la torre dell ' orologio illuminato dalla quale , tra qualche mese , squillerà la nuova campana che ricorda i 350 civili caduti nella guerra . Il fronte , allora , era a pochi passi da qui , verso Alfonsine e verso Cotignola fermo sul Senio . Dovevamo andare a Lugo , come sapete , ma a Lugo non c ' era più posto per noi . Tutta la città era occupata dalla Fiera : la grande piazza del monumento a Baracca ed anche le altre piazze più piccole , le vie adiacenti e persino il campo sportivo , erano occupati da macchine agricole , da aratri , da buoi , vitelli , muli , cavalli , asini . Nulla da fare . E siamo andati a Bagnacavallo , invitati dal sindaco compagno Martini , che domenica avevamo visto a Ravenna . Fortini e Regi hanno riposato : nello stesso grande cinema dove abbiamo parlato , si proiettava L ' educazione dei sentimenti e i nostri documentari non hanno osato mettere il naso fuori dalla scatola ove sono rinchiusi . In compenso , tutti gli intervenuti sedevano comodamente in poltrona : erano stati invitati gli intellettuali e gli avversari , e si può calcolare che pochi siano rimasti in casa e che il nostro improvvisato comizio abbia raccolto gli stessi ascoltatori che sarebbero stati presenti in piazza . Ma Gavroche era indispettito lo stesso e non si è fatto vedere . Convenite , ad ogni modo , che è strano andare a Bagnacavallo per vivere due lunghe ore in Siberia , tra paesaggi indimenticabili , fiumi ghiacciati , infinite distese di neve e quei bellissimi bambini mongoli che si affacciano dai banchi delle scuole . È strano affacciarsi ad una notte bianca sulla Neva e poi ritrovarsi a pochi passi da quei verdi fiumiciattoli che pure hanno avuto un nome nella guerra . Fortini non si raccapezzava più : « Come faccio a tornare a casa ? » , si chiedeva . È strano che siamo andati a vedere a Bagnacavallo , per la prima volta , un bellissimo film che mai c ' era stato possibile di vedere , per colpa nostra , a Roma o a Milano . Vedete che in questo mondo tutto torna . Il ricordo di Bagnacavallo ove una volta si abbeveravano e si lustravano i cavalli di Tiberio , sarà per noi sempre legato alla Siberia , a quel piccolo paese che ingrandisce sotto i nostri occhi o a misura che l ' incantata e bellissima educatrice invecchia e saluta , nei colossali soldati che tornano dalla guerra ad abbracciarla , i suoi primi scolari ai quali insegnò l ' alfabeto , il nome delle stelle , il nome dei fiumi , le meraviglie del creato e , soprattutto , i grandi sentimenti che fanno migliore la vita .
Le ocarine di Budrio ( Gatto Alfonso , 1949 )
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BUDRIO , 15 . - Quirico Filopanti , dall ' alto del suo monumento , ci ha dato il benvenuto . Se ne sta in mezzo alla piazza della sua città natale , il nostro caro enciclopedico , e dal piedistallo le lapidi dicono tutto di lui , che amò il cielo , gli uomini e la libertà . Ha smesso per un istante di tendere il braccio contro la chiesa che gli è di fronte e ci ha dato la mano , una mano larga , buona , da contadino . Budrio è uno dei più grandi comuni del Bolognese e la sua voce , da secoli , è quella delle ocarine , che lo hanno reso celebre in tutto il mondo : nell ' ingenuo strumento , che è come un bizzarro passerotto di creta che il suonatore raccoglie nelle mani , tutti i nostri amici che ci aspettavano si son dati a soffiare a piene gote . Gavroche , che se ne stava ancora crucciato in disparte , si è alfine rasserenato e , avuto tra le mani anche lui il suo uccellino di terracotta , ne ha cavato un filo di canto che ha mandato in sollucchero anche i virtuosi concertisti del luogo . Siamo andati a trovare Guido Chiesa , che da cinquant ' anni , nella sua bicocca di mattoni rossi , lavora a costruire ocarine . Chiesa è un artigiano ormai celebre , abituato alle visite dei giornalisti e dei curiosi . Ci aspettava sotto il pergolato del suo vecchio laboratorio di campagna , indossando un camice lungo e consunto , come una bandiera . La parola era subito data ai ricordi . Ed egli aiutava la memoria ponendoci sotto gli occhi vecchie fotografie di concertisti di Budrio , i quali erano adanti a suonare le ocarine al Palazzo di Cristallo a Londra e alla Corte dello zar di Russia , giornali e riviste ormai ingialliti che la moglie cavava fuori dal cassetto di un comò . Sul tavolo erano allineati sette ocarine che ci sarebbero state offerte in dono : dalla più piccola alla più grande , dal bombardino al basso e al « bassone » , una specie di dirigibile di terracotta . Il vecchio artigiano le provava a una a una , cavandone dolci motivi di opere , di mazurche e di canzoni . Speravamo che la dolce musica delle ocarine si portasse dietro , finalmente , il sereno . A Bologna aveva diluviato per tutto il pomeriggio , ma il cielo rimaneva chiuso nel più ostinato dispetto . Una città musicale ha pur sempre un grande teatro : e questo , all ' ora del comizio , era già affollato in ogni ordine di posti , dalla platea alle due balconate : un vero golfo di luce , nel quale navigavano anche le ciambelle di fumo di molti intellettuali , di molti amanti della poesia e dell ' arte , che erano stati invitati a passare qualche ora con noi nel dopo lo spettacolo . Sulla tarda sera , da Bologna erano venuti in molti i compagni ad assistere alla belle festa : erano venuti Bottonelli , Fabrizio Onofri , Masetti , Romagnoli , Melloni , Bugatti , Natoli della nostra Redazione bolognese . L ' infaticabile Masi , col suo faccione da ragazzo , era contento . Era già passata da molto la mezzanotte , quando siamo andati a visitare la bella Pinacoteca che il Comune ha allestito nelle sale attigue al teatro . Un ' ora insolita per guardare pitture e forse anche solo per tenere aperti gli occhi . Ma la passione del bravo dottore che è anche archivista del Comune , il quale ci accompagnava nella visita e ci illustrava con sobrietà e con gusto le opere esposte , claudicando sul suo bastoncello , meritava anche qualche ora rubata al sonno . Quando siamo tornati in piazza e l ' allegra brigata degli " Amici de l ' Unità " ha rotto le fila , Quirico Filopanti all ' improvviso si è mosso a declamare : « Tu sol pensando , o ideale , sei vero » . Abbiamo applaudito . Poi sotto il cielo ritornato sereno e stellato , Guido Chiesa con le sue ocarine ha suonato finalmente il silenzio . E tutti siamo andati a dormire .
Due preti saltimbanchi ( Gatto Alfonso , 1949 )
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MINERBIO , 16 . - Spesse volte , durante questo nostro lungo viaggio , abbiamo incontrato per strada i carrozzoni degli zingari o le casette ambulanti dei saltimbanchi che mettono le tende nelle piazze dei paesi : ci scambiavamo i saluti con la mano , regalavamo i nostri giornaletti illustrati ai bambini mocciosi accoccolati sulle stanghe . Non credevamo mai di doverci imbattere in due comici vestiti da frati missionari , i quali ci avevano preceduto a Minerbio e , da due sere , recitavano nella chiesa parrocchiale . Come nei dialoghi di Platone , uno dei frati faceva la parte dell ' imbecille che cade dalle nuvole , l ' altro la parte del filosofo che istruisce l ' ingenuo interlocutore e , via via , lo riporta sulla strada della verità . Domande e risposte erano preparate in sagrestia , anche con i consigli e con le prestazioni dell ' arciprete , che dava ragguagli sulla particolare situazione del paese , sugli usi e i costumi dei parrocchiani , su gli amici signorotti e sui nemici poveri in canna . In realtà i due frati missionari , non che attingere sia pure lontanamente un decoro socratico , si sono accontentati di essere piccoli imitatori di varietà , di quelli che rifanno le mosse dei fratelli De Rege , facendo ridere il pubblico più che per loro battute , per l ' imparaticcio della finzione che non riescono nemmeno a sostenere . Nella chiesa di Minerbio il pubblico , scarso in verità , ha riso come a teatro ed anche i più ingenui si chiedevano come mai il Vaticano non riesca a scritturare comici più provveduti , a meno che non si proponga di ottenere il successo soltanto con una carnevalata . E iinfatti i due zelanti missionari avevano raccolto , sì e no , cinquanta bambini e , portandoli a sfilare incolonnati per il paese , davano loro da gridare frasi solenni come questa : « Viva il papa dei lavoratori » , contentandosi di qualche applauso dalla parte dei saragattiani appollaiati sulla terrazza del caffè Centrale . Sotto il Municipio si fermavano , lanciando grida ancora più marziali , da guerra santa . Per l ' arrivo della nostra carovana essi avevano annunciato in chiesa una novità teatrale dallo strano titolo : « Il rinfresco di Gatto » . Ma , all ' ora di inizio dello spettacolo , per mancanza di spettatori , accorsi tutti al nostro comizio , il sagrestano si è visto costretto a chiudere le porte . Soltanto il parroco è rimasto ad ascoltare il dialogo dei due imbecilli . Minerbio usciva appena dallo sciopero di protesta per l ' arbitrario fermo del compagno sindacalista Mazzoli , avvenuto a Ca ' de ' Fabbri , una frazione che aveva mandato incontro alla nostra macchina donne , uomini e bambini a salutarci ed a lanciare tra le nostre mani grappoli di uva come fiori . In questo paese , la lotta sindacale è continua , quotidiana : gli operai della terra devono difendersi da tutte le manovre di scissione tentate dai saragattiani , solidali coi grandi agrari , che hanno chiuso per dispetto la bella e storica colombella , uccise tutte le colombe , pur di non sentir parlare di pace . Ma il Comune è di esempio ai cittadini , il Partito dirige la lotta con un ' opera lenta e sicura di mobilitazione di tutti i lavoratori . La festa de " l ' Unità " della scorsa domenica ha battuto sagre , processioni e parate di preti e di Azione Cattolica : è stato un trionfo . Al parroco e ai due comici missionari non restò altro che guardare dalla canonica - una agiata canonica dipinta in giallo , con le persiane verdi - l ' eccezionale corteo che passava sotto le loro finestre . La sera stessa , il missionario che faceva nella commedia la parte dell ' imbecille , chiese con la sua aria candida : « Chi erano , padre , quegli scomunicati che stamattina sono passati per via ? » . « Tutto il paese » , gli rispose pronta una donna che era tra il pubblico dei fedeli . Al filosofo in gonnella , che già gli alzava le braccia dal pulpito per chissà quale risposta biblica , la parola si strozzò in gola . E per trarsi comunque d ' impaccio , intonò il Miserere .
Per monti e valli fino a quota 1200 ( Gatto Alfonso , 1949 )
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VILLA MINOZZO , 20 . - La carovana è andata a trovare l ' Appennino , il cielo azzurro , i pascoli verdi , i castagni carichi di ricci , le pecorelle : è andata a dormire sotto le coperte imbottite a 1200 metri . Da Modena , a Pavullo , a Lama Mocogno , a La Santona , e poi , per Sassuolo e Castellarano , a Baiso , a Carpinati , sino a Villa Minozzo , siamo passati per valli , monti , fiumi , e torrenti che ai giorni della guerra partigiana furono teatro di lotte memorabili e che , ancora oggi , testimoniano con le lapidi e con le croci , con le case dirute e bruciate , la triste eredità della guerra . Sulla strada dell ' Abetone , ove tante volte eravamo passati di volo dietro la ruota di Coppi e di Bartali , andando venerdì sera incontro al cielo tempestoso che non prometteva nulla di buono , chiamavamo alle finestre uomini , le donne e i bambini della montagna ; " l ' Unità " arrivava anche lassù e la sua casetta viaggiante su quattro ruote , con le bandierine del gran pavese , i libri variopinti affacciati dalle vetrinette , l ' angelo luccicante sul pennone , si colorava di fiaba , stava bene in quel gran presepe di monti di case , di pascoli , di greggi . A La Santona c ' era la medaglia d ' oro Borellini insieme con altre ragazze . A quegli ultimi villeggianti , insieme a giuocare interminabili partite a carte , abbiamo portato le ultime copie del nostro giornale , le notizie della città , delle festa di Modena che li chiamava tutti al ritorno . A Pavullo , sabato sera , ci aspettava Armando , il generale leggendario di queste montagne , e intorno a lui erano i partigiani che lo chiamavano ancora nelle loro canzoni . Pavullo è un lungo paese affacciato sulla strada , a 700 metri di altezza . Per venire ad ascoltarci , i montanari avevano fatto a piedi chilometri e chilometri , portandoci tra le braccia un agnellino di latte . Dopo il cinema , in una casa di campagna , ci avevano allestito una cena a base di « crescentine » e di prosciutto , di vino e di canzoni accompagnate dalla chitarra . Le « crescentine » sono piccole focacce cotte al momento su una lastra di ferro rovente . Anche un poeta estemporaneo improvvisava rime e saluti per tutti . Villa Minozzo è un povero paese dell ' Appennino reggiano . Il prete la fa da padrone e , da una settimana , aveva istruito i fedeli e le devote sul modo come disertare la nostra festa . Era corso ai ripari in tutti i modi : alle ragazze aveva ordinato tre giorni di ritiro per gli esercizi spirituali . I giovani li aveva mobilitati per una partita di calcio al pomeriggio . A Cavola , un paese vicino dove pontificava un vescovo , aveva dirottato una parte della popolazione . E nella mattinata , prima che noi arrivassimo , lui stesso aveva improvvisato , per le strade del paese , una piccola processione . Ma i montanari del vastissimo comune , che raggiunge quasi i confini della Garfagnana , gli hanno dato una giusta risposta . Hanno fatto persino cinque ore a piedi per ritrovarsi alla festa de " l ' Unità " , venendo da Civago , da Cerrè , da Sologno , da Cervarola , da Asta , da Gova . Settecento , ottocento persone erano presenti al comizio e gli stessi abitanti di Villa ci ascoltavano nascosti dietro le imposte delle finestre apparentemente chiuse . Una battaglia vinta sulla montagna : i compagni di Correggio , una delle Sezioni più forti del Reggiano , che erano venuti quassù ad aiutare i parenti poveri , erano contenti . Ermes Grappi , ispettore del Partito per la montagna , ci comunicava felice che , nella mattinata , otto nuovi compagni avevano chiesto l ' iscrizione . Era questo il miglior dono che gli eroici comunisti della montagna reggiana potessero offrire al loro giornale .
Una festa che vale un poema ( Gatto Alfonso , 1949 )
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SCANDIANO , 21 . - A Scandiano , tutte le ragazze sono belle per far diventare sempre più furioso quel povero Orlando innamorato , ma Boiardo non gode molto onore tra i suoi concittadini , che dànno il proprio voto di preferenza a Lazzaro Spallanzani , al quale sono dedicate la grande piazza ed una piccola statua . La questione si fa scottante ora che il bel cinema - teatro , costruito dai lavoratori con le proprie prestazioni volontarie , è un fatto compiuto , il maggiore dei monumenti che i nostri compagni amino mostrare al visitatore . Scandiano ha un partito forte , un segretario di Sezione intelligente , mobile , attivo ; un sindaco che ha tra le sue armi migliori , la decisione e la calma , apprese con anni di insegnamento alle sue scolaresche di campagna . Da Reggio , io andavo dicendo a Fortini : « Ormai tu vivi nelle pagine dei poemi cavallereschi e il tuo passato di paladino ti verrà più di una credenziale a farti far buona accoglienza . Avrai baci di ragazze , fiori : so che ti verrà dato in dono il famoso scudo di Orlando » . « Scudi non ne voglio - mi ha risposto il nostro Giulio romano - preferisco l ' elmo di Mambrino » . Da quando siamo partiti non facciamo altro che dar battaglia alla linea retta . Sarebbe troppo facile andare da Reggio a Scandiano per la breve strada asfaltata : ma i nostri compagni ci sono venuti incontro con biciclette , motociclette , bandiere e stendardi , a pilotarci per venti e più chilometri attraverso vie , viottoli , erte e discese , a scoprire frazioni e borgate nascoste tra i campi . Un giro lungo per l ' autunno , nel dolce chiaro pomeriggio di settembre . " l ' Unità " è giunta alla soglia di ogni casa a prendere appuntamento con le donne e con i bambini per la serata di festa . Il Polisportivo era pieno di luci colorate , dalla pedana di ballo alle tribune , ai padiglioni , e su tutti i pilastri del muro di cinta bruciavano le fiaccole che segnavano il porto ai naviganti che viaggiavano nella notte . Migliaia e migliaia di persone , bellissime ragazze , paladini , guerrieri , palafrenieri , maniscalchi , erano intorno a Fortini che , nascosto dietro un lenzuolo , stava indossando il suo vestito di maglia di ferro . Quando è apparso alla grande folla cavalleresca alzando la celata dell ' elmo , il nostro Giulio ha gridato : « Abbasso la guerra ! » . Aveva tra le mani una scatola di scarpe avvolta in un foglio rosso . Si è dato a sciogliere lo spago lentamente , sperando di trovarci per lo meno le rose dei giardini di Armida . Tolto il coperchio , due bianche colombe si sono alzate in volo , battendogli le ali sulla faccia e ritornando poi ad appollaiarsi sul suo naso . Sino alla mezzanotte , la festa di Scandiano è stata un omaggio alla cavalleria e alla bellezza . Le dame e i cavalieri ricamavano ottave d ' oro sotto il cielo stellato . Sdraiati sul prato a vedere il cinema , mano nella mano , gli uomini e le donne insieme , anche le vecchie coppie di sposi sembravano tutti innamorati di prima stagione . " l ' Unità " li univa veramente . Anche Fortini , illuminandosi con la luce dei fari scriveva una lettera d ' amore alla moglie . Si portava la destra al cuore , sorrideva alle sue stesse parole . Gavroche gli aveva dato per penna una piuma delle sue ali . Che bella festa , che bella festa !