StampaQuotidiana ,
CARPI
,
9
.
-
Vogliamo
dar
subito
la
parola
alle
cifre
?
Le
impressioni
sono
tante
,
i
ricordi
ci
vincono
al
punto
da
non
potere
,
a
distanza
di
poche
ore
,
tentar
di
dare
la
immagine
di
una
festa
che
ha
vinto
la
stessa
inclemenza
del
tempo
ed
è
rinata
come
la
Fenice
dalle
sue
ceneri
,
dal
fango
e
dalla
pioggia
ove
sembrava
per
sempre
miseramente
finita
.
I
compagni
si
mordevano
le
mani
a
veder
crollare
il
villaggio
che
avevano
innalzato
con
tanto
amore
,
le
bandiere
ripiegare
inzuppate
di
acqua
,
e
i
colori
,
i
fiori
,
gli
addobbi
dei
padiglioni
marcire
,
lasciando
a
nudo
i
tralicci
delle
impalcature
.
Se
la
nostra
carovana
,
come
sempre
,
ha
fermato
il
temporale
che
ci
ha
inseguiti
per
tutto
il
viaggio
,
da
Milano
alle
porte
di
Modena
,
forse
per
merito
del
nostro
Gavroche
che
se
ne
è
volato
bene
in
alto
a
guerreggiare
con
i
nembi
e
con
le
saette
,
tuttavia
i
compagni
di
Carpi
e
dei
paesi
vicini
si
sono
mostrati
tenaci
di
ogni
avversità
,
non
hanno
ceduto
mai
terreno
al
temporale
,
non
hanno
mollato
un
palmo
e
ricostruivano
subito
quello
che
andava
perduto
,
trasportavano
con
improvvisate
palafitte
,
lo
tenevano
allegro
col
proprio
buon
umore
.
Ma
vogliamo
dare
la
parola
alle
cifre
?
Undici
staffette
motociclistiche
ci
hanno
accompagnati
da
Carpi
a
Cibeno
.
Su
ogni
motocicletta
era
una
ragazza
con
la
bandiera
.
A
metà
strada
abbiamo
incontrato
altre
sessanta
fanciulle
in
bicicletta
,
ordinate
in
due
file
.
Indossavano
pantaloncini
blu
e
una
camiciola
bianca
e
portavano
sul
manubrio
il
piccolo
vessillo
de
"
l
'
Unità
"
.
Ci
hanno
preceduto
sino
al
colorato
ingresso
del
villaggio
,
al
viale
che
,
secondo
l
'
espressione
di
un
compagno
,
doveva
essere
tutto
una
«
galleria
fiorita
»
.
Una
colomba
bianca
veniva
liberata
nell
'
aria
e
Gavroche
,
al
vederla
,
si
è
staccato
dall
'
antenna
dove
Fortini
l
'
aveva
stretto
per
un
piede
,
inseguendola
nel
cielo
.
Altri
settecento
colombi
erano
lanciati
dietro
quella
candida
ancella
di
pace
:
le
nuvole
bluastre
,
arrossate
dalla
luce
del
tramonto
,
si
sono
aperte
,
promettendoci
il
sereno
.
Applaudivano
con
i
piedi
nel
fango
,
trattenuti
nel
volo
che
anche
noi
eravamo
pronti
a
spiccare
in
mezzo
al
coro
delle
ragazze
allineate
sulla
scalinata
della
villa
.
Il
villaggio
,
gocciolante
di
luce
,
era
tutto
un
tramestio
di
voci
,
di
richiami
,
di
canti
.
La
vita
lo
aveva
ripreso
in
un
attimo
.
Sulle
tavole
ancor
umide
,
e
come
dipinte
a
nuovo
,
già
si
allestivano
le
cene
e
il
vino
frizzante
spumeggiava
nei
bicchieri
.
Vogliamo
dare
la
parola
alle
cifre
?
Poco
prima
che
iniziassimo
il
comizio
,
più
di
seimila
biciclette
erano
già
allineate
ai
depositi
.
Dodici
quintali
di
dolci
e
di
ciambelle
,
undici
quintali
di
pane
,
diciassette
quintali
di
albana
,
duemila
bottiglie
di
vino
,
erano
presi
di
assalto
da
una
folla
allegra
e
vociante
che
riempiva
il
parco
e
le
strade
vicine
a
perdita
d
'
occhio
.
Dodicimila
e
più
abitanti
poteva
contare
il
nostro
villaggio
.
«
Ne
sarebbero
venuti
più
di
quarantamila
»
,
commentava
il
segretario
compagno
Turci
con
Bruno
Losi
,
il
sindaco
modello
di
Carpi
,
contenti
tuttavia
che
la
festa
si
fosse
risolta
col
pieno
successo
della
propria
iniziativa
,
mai
venuta
meno
.
«
Vedi
,
questa
è
l
'
Emilia
-
io
dicevo
a
Fortini
.
-
In
questa
organizzazione
,
in
questo
tenace
ottimismo
,
i
compagni
di
Carpi
sono
di
insegnamento
a
tutti
noi
»
.
E
Agostino
Melotti
,
presente
ovunque
,
a
dirigere
i
cori
,
a
rendersi
conto
della
organizzazione
dell
'
amministrazione
e
della
disciplina
,
ed
ancora
appassionato
oratore
al
comizio
,
ben
poteva
essere
indicato
da
tutti
i
compagni
,
vecchi
e
giovani
,
come
l
'
anima
del
Partito
in
questo
angolo
di
terra
rossa
.
StampaQuotidiana ,
RAVENNA
,
12
.
-
Ce
ne
è
voluto
,
a
staccarsi
da
Carpi
.
Fortini
,
finalmente
,
ha
avuto
una
donna
.
Era
da
giorni
che
andava
gridando
:
«
Datemi
una
donna
,
datemi
una
donna
»
.
I
compagni
di
Carpi
gli
hanno
messo
tra
le
braccia
una
donna
di
bronzo
,
modellata
dallo
scultore
Baraldi
.
«
Scriverò
anche
questa
avventura
nelle
mie
memorie
»
,
ha
detto
con
bella
semplicità
e
con
la
sua
abituale
faccia
tosta
il
nostro
eroe
.
Un
'
ora
dopo
il
cielo
era
sgombro
da
ogni
minaccia
e
il
comizio
è
andato
benissimo
,
nonostante
tutte
le
avversità
avessero
impedito
ai
compagni
ed
agli
amici
dei
paesi
vicini
di
raggiungerci
.
Cento
è
un
po
'
la
pecora
nera
dell
'
Emilia
,
ma
noi
le
abbiamo
strigliato
il
pelo
come
si
conveniva
.
Abbiamo
parlato
a
molti
nemici
ed
a
molti
avversari
presenti
,
i
quali
sono
rimasti
sino
a
tarda
notte
a
vedere
il
film
.
Tanto
meglio
.
Sono
seguite
due
giornate
movimentate
sullo
sfondo
del
più
drammatico
e
del
più
dolce
paesaggio
che
abbia
l
'
Italia
.
Ma
il
nostro
dovere
di
cronisti
ci
impone
,
prima
,
di
parlare
di
Portomaggiore
e
della
bella
festa
che
sabato
vi
abbiamo
tenuto
a
battesimo
.
Non
fosse
altro
che
per
quel
palco
alto
quasi
otto
metri
,
dal
quale
abbiamo
parlato
,
arrampicandoci
per
raggiungerlo
su
una
scala
da
pompieri
che
dava
le
vertigini
.
Per
me
è
stata
una
vera
e
propria
ascensione
di
sesto
grado
.
Ma
,
una
volta
lassù
,
che
spettacolo
!
La
piazza
era
illuminata
a
giorno
e
i
compagni
davano
gli
ultimi
ritocchi
ai
padiglioni
,
agli
spacci
,
al
parcheggio
del
ballo
:
segavano
,
inchiodavano
,
davano
di
mano
ai
pennelli
:
c
'
era
lavoro
per
tutti
,
per
gli
uomini
,
per
le
donne
,
per
i
bambini
.
E
la
folla
,
che
si
andava
raccogliendo
da
tutti
i
paesi
che
punteggiavano
la
notte
di
lumi
,
guardava
con
fiducia
il
cielo
stellato
rimesso
a
nuovo
dal
fresco
e
dal
sereno
.
Robustini
,
il
giovanissimo
segretario
,
e
Nino
Beltrami
,
nero
e
barbuto
come
un
marinaio
,
erano
finalmente
tranquilli
e
ringraziavano
la
carovana
di
aver
dato
alla
festa
della
domenica
una
vigilia
così
ricca
di
promesse
.
Da
Runco
,
da
Voghenza
,
da
Voghiera
,
da
tutti
i
paesi
che
innalzano
sulla
vasta
pianura
fasci
e
fasci
di
canapa
avvicinati
insieme
come
tende
di
un
accampamento
,
erano
venuti
i
braccianti
che
avevano
lavorato
per
tutto
il
giorno
alla
dura
fatica
dei
maceri
.
Eravamo
in
uno
dei
paesi
più
distrutti
dalla
guerra
,
dove
l
'
acqua
che
stagna
e
si
ammala
nei
canali
è
ancora
un
miraggio
alla
sete
degli
abitanti
,
che
sono
costretti
a
comprarla
alla
ferrovia
o
ad
attingerla
coi
pozzi
artesiani
in
fondo
alla
terra
.
La
tubercolosi
miete
vittime
tra
i
bambini
,
le
donne
e
gli
uomini
piegati
per
tutta
la
stagione
in
un
lavoro
durissimo
.
Parlavamo
a
questi
amici
,
a
questi
compagni
,
anche
alla
colonia
dei
saragattiani
,
che
quaggiù
vantano
qualche
successo
.
La
domenica
era
dedicata
a
Comacchio
.
Nella
bella
mattina
siamo
partiti
verso
Ostellato
e
verso
l
'
ampio
orizzonte
delle
valli
salate
,
ove
anche
il
cielo
sembra
solo
,
affacciato
sullo
specchio
immobile
delle
acque
.
Comacchio
vuole
dire
povertà
,
vuol
dire
sete
,
abbandono
.
Nella
vecchia
cittadina
che
ha
addosso
il
viscido
e
il
colore
della
laguna
,
il
tenente
dei
carabinieri
Caroppo
,
che
è
famoso
quasi
quanto
il
maresciallo
Cau
,
aveva
già
pronto
in
mano
il
suo
Verboten
e
gli
stessi
compagni
,
purtroppo
,
non
avevano
da
mostrarci
altro
che
la
loro
stessa
rassegnazione
.
Che
ci
restava
da
fare
,
nella
domenica
,
se
non
andare
in
cerca
di
qualche
nostra
festa
,
o
là
dove
i
compagni
,
anziché
lasciarci
andare
,
si
sarebbero
prodigati
invece
a
trattenerci
?
Siamo
andati
a
trovare
Garibaldi
,
a
Porto
Garibaldi
,
dove
il
vecchio
cippo
è
rimasto
ancora
a
ricordarlo
sulla
spiaggia
ingombra
di
macerie
e
di
sbarramenti
anticarro
.
Addentrandoci
poi
nella
strada
che
,
tagliando
canali
e
canali
,
porta
a
Ravenna
,
la
fortuna
doveva
portarci
ad
incontrare
compagni
che
restano
sempre
soli
.
Alla
Cantoniera
vi
sono
poche
case
di
legno
,
un
pontone
che
viaggia
da
una
sponda
all
'
altra
.
I
pochi
abitanti
erano
raccolti
davanti
alla
porta
di
un
'
abitazione
poco
più
grande
di
una
garitta
.
«
Sta
per
nascere
un
bambino
-
ci
hanno
detto
-
forse
è
già
nato
»
.
Fortini
ha
preparato
il
disco
,
ha
alzato
il
pennone
,
Gavroche
ha
spiegato
le
ali
.
Tutti
eravamo
in
silenzio
:
si
vedeva
in
lontananza
la
casa
dove
morì
Anita
e
le
pinete
correre
nel
cielo
.
Un
vagito
è
risuonato
,
il
pianto
del
bambino
che
si
affacciava
alla
vita
in
quella
capanna
solitaria
.
È
risuonato
l
'
inno
di
Garibaldi
.
E
il
padre
,
dopo
qualche
tempo
,
affacciandosi
alla
porta
insieme
con
la
levatrice
che
aveva
il
pupo
tra
le
braccia
,
ha
detto
:
«
Lo
chiamerò
Garibaldi
»
.
Siamo
rimasti
sino
a
notte
con
quelle
poche
decine
di
compagni
.
Abbiamo
suonato
tutti
i
nostri
dischi
,
abbiamo
fatto
il
cinematografo
.
E
la
nuova
mamma
,
dal
suo
letto
,
attraverso
la
finestra
aperta
,
guardava
anche
lei
sul
piccolo
schermo
.
Proiettato
14
luglio
,
la
dove
si
vede
un
paese
del
Sud
con
un
pontone
che
attraversa
il
fiume
da
una
sponda
all
'
altra
.
«
Anche
laggiù
stanno
come
noi
-
diceva
un
vecchio
-
non
hanno
nemmeno
un
ponte
»
.
Così
sotto
la
notte
stellata
,
in
quel
silenzio
ove
il
bambino
appena
nato
si
era
raccolto
nel
braccio
della
mamma
addormentata
,
eravamo
veramente
pionieri
di
una
terra
leggendaria
,
di
una
umanità
nuova
,
Bret
Harte
,
il
vecchio
scrittore
del
far
West
,
era
con
noi
,
con
le
mani
ficcate
nelle
tasche
,
e
rideva
.
StampaQuotidiana ,
CESENA
,
13
.
-
Sul
palazzo
del
ridotto
,
ove
ha
sede
il
Partito
,
c
'
è
una
colossale
statua
di
Pio
VI
.
A
questo
grosso
papa
seduto
,
capita
oggi
spesso
di
avere
tra
le
gambe
,
sulla
ringhiera
della
balconata
,
una
lunga
bandiera
rossa
.
Ad
indignarsene
non
sono
tanto
i
democristiani
,
assenti
o
quasi
dalla
vita
politica
della
città
,
quanto
i
cosiddetti
"
storioni
"
,
i
repubblicani
che
hanno
tutti
in
testa
il
cappello
da
prete
.
Se
hanno
assistito
a
questa
nostra
grande
festa
,
certamente
se
ne
saranno
tornati
a
casa
carichi
di
meraviglia
e
di
dispetto
.
Sulla
piazza
della
Biblioteca
Malatestiana
,
una
gloriosa
biblioteca
alla
quale
Renato
Serra
guarda
ancora
dal
suo
piccolo
monumento
,
ieri
sera
pioveva
,
nonostante
che
il
cielo
fosse
stellato
.
E
come
pioveva
!
Piovevano
biglietti
da
mille
,
da
cinquecento
,
da
cento
,
da
dieci
,
da
cinque
,
piovevano
monete
,
piovevano
nomi
e
nomi
di
Sezioni
e
di
compagni
.
Una
bella
,
fragorosa
pioggia
di
autunno
e
il
compagno
Sigfrido
Sozzi
,
il
fratello
del
martire
Gastone
,
raccoglieva
a
piene
mani
le
masse
di
oro
e
di
argento
che
si
rovesciava
sul
telone
,
sommerso
anche
dagli
applausi
,
dalle
musiche
che
si
rispondevano
da
tutte
le
vie
.
È
stata
una
mezz
'
ora
e
più
di
diluvio
.
"
l
'
Unità
"
poteva
raccogliere
nel
suo
grembiule
quasi
150
mila
lire
e
caricarsi
inoltre
le
spalle
di
cassette
di
uva
e
di
vino
d
'
Albana
,
attaccarsi
alle
braccia
,
come
il
buon
Pastore
,
pariglie
di
capponi
,
festoni
di
frutta
,
salami
,
libri
,
sì
da
diventare
a
poco
a
poco
una
vera
statua
dell
'
Abbondanza
.
Che
dispetto
per
i
repubblicani
:
persino
alcuni
loro
compagni
lasciavano
piovere
le
proprie
offerte
.
Avevano
perduto
completamente
la
battaglia
e
,
anche
a
cacciarsi
in
casa
,
la
festa
li
avrebbe
raggiunti
col
suo
clamore
,
con
le
sue
musiche
,
con
i
suoi
canti
.
Da
tutte
le
Sezioni
continuavano
a
giungere
colonne
e
colonne
di
compagni
,
con
bandiere
,
ritratti
,
fiaccole
,
fanfare
.
La
piazzetta
Eduardo
Fabbri
era
già
piena
e
la
vicina
piazza
Bufalini
,
via
Mazzini
,
via
Zeffirino
Re
,
si
andavano
affollando
sempre
più
.
Aveva
dato
il
via
alla
corsa
podistica
,
al
giro
notturno
della
città
.
I
ragazzi
,
fra
due
ali
di
popolo
,
scavalcavano
barriera
e
barriera
verso
il
traguardo
.
Tutti
i
bar
,
le
botteghe
più
note
,
avevano
offerto
premi
al
passaggio
degli
atleti
davanti
alla
loro
porta
:
bottiglie
di
liquori
,
di
sciroppi
,
cioccolato
,
caramella
,
danaro
.
Una
piccola
dea
dell
'
Abbondanza
c
'
era
anche
per
loro
e
li
precedeva
bendata
aprendo
il
vaso
dei
suoi
doni
.
Anche
Gavroche
era
in
testa
a
indicare
la
strada
a
Fortini
,
che
aveva
preso
parte
alla
gara
come
indipendente
,
e
che
ora
era
buon
ultimo
,
nonostante
che
tutti
i
ragazzi
facessero
il
tifo
per
lui
e
gli
gridassero
:
«
Dai
vecchio
,
dai
vecchio
!
»
.
Il
nostro
Giulio
è
arrivato
con
sette
minuti
di
ritardo
ed
ha
guadagnato
un
sacchetto
di
cioccolatini
,
che
porterà
a
Roma
al
suo
ragazzo
.
La
folla
entusiasta
,
che
pure
aveva
avuto
modo
,
nei
giorni
scorsi
,
di
fare
la
sua
grande
festa
alla
vecchia
Rocca
,
dimostrava
di
essere
così
inesauribile
e
così
spontanea
da
accorrere
ancora
al
richiamo
de
"
l
'
Unità
"
e
rovesciarle
nel
grembo
le
proprie
tasche
,
il
proprio
cuore
,
la
propria
passione
.
Bravi
,
amici
e
compagni
di
Cesena
.
Bravo
Sozzi
,
bravo
il
compagno
imbonitore
che
al
microfono
ininterrottamente
ripeteva
nomi
e
nomi
di
sottoscrittori
,
tenendo
dietro
con
vivacità
e
con
fantasia
al
ritmo
sempre
più
accelerato
e
febbrile
della
emulazione
che
aveva
preso
tutti
,
anche
i
bambini
che
sollevava
tra
le
braccia
,
le
donne
,
i
vecchi
,
gli
avversari
.
Bravo
a
Pieri
,
bravo
ad
Adria
ed
al
ragazzetto
e
alle
signorinelle
vestite
di
rosso
,
bravo
a
Baffonero
e
alla
sua
ottima
cucina
,
bravi
ai
miei
vecchi
allievi
che
ho
ritrovato
a
dipingere
in
una
torre
della
vecchia
Rocca
.
StampaQuotidiana ,
BAGNOCAVALLO
,
14
.
-
Una
cartolina
illustrata
,
piccola
,
molto
piccola
,
da
questo
paesetto
di
Romagna
che
si
gira
intorno
facendo
grandi
cerchi
sulla
campagna
e
ritrovandosi
sempre
la
piazza
sotto
la
torre
dell
'
orologio
illuminato
dalla
quale
,
tra
qualche
mese
,
squillerà
la
nuova
campana
che
ricorda
i
350
civili
caduti
nella
guerra
.
Il
fronte
,
allora
,
era
a
pochi
passi
da
qui
,
verso
Alfonsine
e
verso
Cotignola
fermo
sul
Senio
.
Dovevamo
andare
a
Lugo
,
come
sapete
,
ma
a
Lugo
non
c
'
era
più
posto
per
noi
.
Tutta
la
città
era
occupata
dalla
Fiera
:
la
grande
piazza
del
monumento
a
Baracca
ed
anche
le
altre
piazze
più
piccole
,
le
vie
adiacenti
e
persino
il
campo
sportivo
,
erano
occupati
da
macchine
agricole
,
da
aratri
,
da
buoi
,
vitelli
,
muli
,
cavalli
,
asini
.
Nulla
da
fare
.
E
siamo
andati
a
Bagnacavallo
,
invitati
dal
sindaco
compagno
Martini
,
che
domenica
avevamo
visto
a
Ravenna
.
Fortini
e
Regi
hanno
riposato
:
nello
stesso
grande
cinema
dove
abbiamo
parlato
,
si
proiettava
L
'
educazione
dei
sentimenti
e
i
nostri
documentari
non
hanno
osato
mettere
il
naso
fuori
dalla
scatola
ove
sono
rinchiusi
.
In
compenso
,
tutti
gli
intervenuti
sedevano
comodamente
in
poltrona
:
erano
stati
invitati
gli
intellettuali
e
gli
avversari
,
e
si
può
calcolare
che
pochi
siano
rimasti
in
casa
e
che
il
nostro
improvvisato
comizio
abbia
raccolto
gli
stessi
ascoltatori
che
sarebbero
stati
presenti
in
piazza
.
Ma
Gavroche
era
indispettito
lo
stesso
e
non
si
è
fatto
vedere
.
Convenite
,
ad
ogni
modo
,
che
è
strano
andare
a
Bagnacavallo
per
vivere
due
lunghe
ore
in
Siberia
,
tra
paesaggi
indimenticabili
,
fiumi
ghiacciati
,
infinite
distese
di
neve
e
quei
bellissimi
bambini
mongoli
che
si
affacciano
dai
banchi
delle
scuole
.
È
strano
affacciarsi
ad
una
notte
bianca
sulla
Neva
e
poi
ritrovarsi
a
pochi
passi
da
quei
verdi
fiumiciattoli
che
pure
hanno
avuto
un
nome
nella
guerra
.
Fortini
non
si
raccapezzava
più
:
«
Come
faccio
a
tornare
a
casa
?
»
,
si
chiedeva
.
È
strano
che
siamo
andati
a
vedere
a
Bagnacavallo
,
per
la
prima
volta
,
un
bellissimo
film
che
mai
c
'
era
stato
possibile
di
vedere
,
per
colpa
nostra
,
a
Roma
o
a
Milano
.
Vedete
che
in
questo
mondo
tutto
torna
.
Il
ricordo
di
Bagnacavallo
ove
una
volta
si
abbeveravano
e
si
lustravano
i
cavalli
di
Tiberio
,
sarà
per
noi
sempre
legato
alla
Siberia
,
a
quel
piccolo
paese
che
ingrandisce
sotto
i
nostri
occhi
o
a
misura
che
l
'
incantata
e
bellissima
educatrice
invecchia
e
saluta
,
nei
colossali
soldati
che
tornano
dalla
guerra
ad
abbracciarla
,
i
suoi
primi
scolari
ai
quali
insegnò
l
'
alfabeto
,
il
nome
delle
stelle
,
il
nome
dei
fiumi
,
le
meraviglie
del
creato
e
,
soprattutto
,
i
grandi
sentimenti
che
fanno
migliore
la
vita
.
StampaQuotidiana ,
BUDRIO
,
15
.
-
Quirico
Filopanti
,
dall
'
alto
del
suo
monumento
,
ci
ha
dato
il
benvenuto
.
Se
ne
sta
in
mezzo
alla
piazza
della
sua
città
natale
,
il
nostro
caro
enciclopedico
,
e
dal
piedistallo
le
lapidi
dicono
tutto
di
lui
,
che
amò
il
cielo
,
gli
uomini
e
la
libertà
.
Ha
smesso
per
un
istante
di
tendere
il
braccio
contro
la
chiesa
che
gli
è
di
fronte
e
ci
ha
dato
la
mano
,
una
mano
larga
,
buona
,
da
contadino
.
Budrio
è
uno
dei
più
grandi
comuni
del
Bolognese
e
la
sua
voce
,
da
secoli
,
è
quella
delle
ocarine
,
che
lo
hanno
reso
celebre
in
tutto
il
mondo
:
nell
'
ingenuo
strumento
,
che
è
come
un
bizzarro
passerotto
di
creta
che
il
suonatore
raccoglie
nelle
mani
,
tutti
i
nostri
amici
che
ci
aspettavano
si
son
dati
a
soffiare
a
piene
gote
.
Gavroche
,
che
se
ne
stava
ancora
crucciato
in
disparte
,
si
è
alfine
rasserenato
e
,
avuto
tra
le
mani
anche
lui
il
suo
uccellino
di
terracotta
,
ne
ha
cavato
un
filo
di
canto
che
ha
mandato
in
sollucchero
anche
i
virtuosi
concertisti
del
luogo
.
Siamo
andati
a
trovare
Guido
Chiesa
,
che
da
cinquant
'
anni
,
nella
sua
bicocca
di
mattoni
rossi
,
lavora
a
costruire
ocarine
.
Chiesa
è
un
artigiano
ormai
celebre
,
abituato
alle
visite
dei
giornalisti
e
dei
curiosi
.
Ci
aspettava
sotto
il
pergolato
del
suo
vecchio
laboratorio
di
campagna
,
indossando
un
camice
lungo
e
consunto
,
come
una
bandiera
.
La
parola
era
subito
data
ai
ricordi
.
Ed
egli
aiutava
la
memoria
ponendoci
sotto
gli
occhi
vecchie
fotografie
di
concertisti
di
Budrio
,
i
quali
erano
adanti
a
suonare
le
ocarine
al
Palazzo
di
Cristallo
a
Londra
e
alla
Corte
dello
zar
di
Russia
,
giornali
e
riviste
ormai
ingialliti
che
la
moglie
cavava
fuori
dal
cassetto
di
un
comò
.
Sul
tavolo
erano
allineati
sette
ocarine
che
ci
sarebbero
state
offerte
in
dono
:
dalla
più
piccola
alla
più
grande
,
dal
bombardino
al
basso
e
al
«
bassone
»
,
una
specie
di
dirigibile
di
terracotta
.
Il
vecchio
artigiano
le
provava
a
una
a
una
,
cavandone
dolci
motivi
di
opere
,
di
mazurche
e
di
canzoni
.
Speravamo
che
la
dolce
musica
delle
ocarine
si
portasse
dietro
,
finalmente
,
il
sereno
.
A
Bologna
aveva
diluviato
per
tutto
il
pomeriggio
,
ma
il
cielo
rimaneva
chiuso
nel
più
ostinato
dispetto
.
Una
città
musicale
ha
pur
sempre
un
grande
teatro
:
e
questo
,
all
'
ora
del
comizio
,
era
già
affollato
in
ogni
ordine
di
posti
,
dalla
platea
alle
due
balconate
:
un
vero
golfo
di
luce
,
nel
quale
navigavano
anche
le
ciambelle
di
fumo
di
molti
intellettuali
,
di
molti
amanti
della
poesia
e
dell
'
arte
,
che
erano
stati
invitati
a
passare
qualche
ora
con
noi
nel
dopo
lo
spettacolo
.
Sulla
tarda
sera
,
da
Bologna
erano
venuti
in
molti
i
compagni
ad
assistere
alla
belle
festa
:
erano
venuti
Bottonelli
,
Fabrizio
Onofri
,
Masetti
,
Romagnoli
,
Melloni
,
Bugatti
,
Natoli
della
nostra
Redazione
bolognese
.
L
'
infaticabile
Masi
,
col
suo
faccione
da
ragazzo
,
era
contento
.
Era
già
passata
da
molto
la
mezzanotte
,
quando
siamo
andati
a
visitare
la
bella
Pinacoteca
che
il
Comune
ha
allestito
nelle
sale
attigue
al
teatro
.
Un
'
ora
insolita
per
guardare
pitture
e
forse
anche
solo
per
tenere
aperti
gli
occhi
.
Ma
la
passione
del
bravo
dottore
che
è
anche
archivista
del
Comune
,
il
quale
ci
accompagnava
nella
visita
e
ci
illustrava
con
sobrietà
e
con
gusto
le
opere
esposte
,
claudicando
sul
suo
bastoncello
,
meritava
anche
qualche
ora
rubata
al
sonno
.
Quando
siamo
tornati
in
piazza
e
l
'
allegra
brigata
degli
"
Amici
de
l
'
Unità
"
ha
rotto
le
fila
,
Quirico
Filopanti
all
'
improvviso
si
è
mosso
a
declamare
:
«
Tu
sol
pensando
,
o
ideale
,
sei
vero
»
.
Abbiamo
applaudito
.
Poi
sotto
il
cielo
ritornato
sereno
e
stellato
,
Guido
Chiesa
con
le
sue
ocarine
ha
suonato
finalmente
il
silenzio
.
E
tutti
siamo
andati
a
dormire
.
StampaQuotidiana ,
MINERBIO
,
16
.
-
Spesse
volte
,
durante
questo
nostro
lungo
viaggio
,
abbiamo
incontrato
per
strada
i
carrozzoni
degli
zingari
o
le
casette
ambulanti
dei
saltimbanchi
che
mettono
le
tende
nelle
piazze
dei
paesi
:
ci
scambiavamo
i
saluti
con
la
mano
,
regalavamo
i
nostri
giornaletti
illustrati
ai
bambini
mocciosi
accoccolati
sulle
stanghe
.
Non
credevamo
mai
di
doverci
imbattere
in
due
comici
vestiti
da
frati
missionari
,
i
quali
ci
avevano
preceduto
a
Minerbio
e
,
da
due
sere
,
recitavano
nella
chiesa
parrocchiale
.
Come
nei
dialoghi
di
Platone
,
uno
dei
frati
faceva
la
parte
dell
'
imbecille
che
cade
dalle
nuvole
,
l
'
altro
la
parte
del
filosofo
che
istruisce
l
'
ingenuo
interlocutore
e
,
via
via
,
lo
riporta
sulla
strada
della
verità
.
Domande
e
risposte
erano
preparate
in
sagrestia
,
anche
con
i
consigli
e
con
le
prestazioni
dell
'
arciprete
,
che
dava
ragguagli
sulla
particolare
situazione
del
paese
,
sugli
usi
e
i
costumi
dei
parrocchiani
,
su
gli
amici
signorotti
e
sui
nemici
poveri
in
canna
.
In
realtà
i
due
frati
missionari
,
non
che
attingere
sia
pure
lontanamente
un
decoro
socratico
,
si
sono
accontentati
di
essere
piccoli
imitatori
di
varietà
,
di
quelli
che
rifanno
le
mosse
dei
fratelli
De
Rege
,
facendo
ridere
il
pubblico
più
che
per
loro
battute
,
per
l
'
imparaticcio
della
finzione
che
non
riescono
nemmeno
a
sostenere
.
Nella
chiesa
di
Minerbio
il
pubblico
,
scarso
in
verità
,
ha
riso
come
a
teatro
ed
anche
i
più
ingenui
si
chiedevano
come
mai
il
Vaticano
non
riesca
a
scritturare
comici
più
provveduti
,
a
meno
che
non
si
proponga
di
ottenere
il
successo
soltanto
con
una
carnevalata
.
E
iinfatti
i
due
zelanti
missionari
avevano
raccolto
,
sì
e
no
,
cinquanta
bambini
e
,
portandoli
a
sfilare
incolonnati
per
il
paese
,
davano
loro
da
gridare
frasi
solenni
come
questa
:
«
Viva
il
papa
dei
lavoratori
»
,
contentandosi
di
qualche
applauso
dalla
parte
dei
saragattiani
appollaiati
sulla
terrazza
del
caffè
Centrale
.
Sotto
il
Municipio
si
fermavano
,
lanciando
grida
ancora
più
marziali
,
da
guerra
santa
.
Per
l
'
arrivo
della
nostra
carovana
essi
avevano
annunciato
in
chiesa
una
novità
teatrale
dallo
strano
titolo
:
«
Il
rinfresco
di
Gatto
»
.
Ma
,
all
'
ora
di
inizio
dello
spettacolo
,
per
mancanza
di
spettatori
,
accorsi
tutti
al
nostro
comizio
,
il
sagrestano
si
è
visto
costretto
a
chiudere
le
porte
.
Soltanto
il
parroco
è
rimasto
ad
ascoltare
il
dialogo
dei
due
imbecilli
.
Minerbio
usciva
appena
dallo
sciopero
di
protesta
per
l
'
arbitrario
fermo
del
compagno
sindacalista
Mazzoli
,
avvenuto
a
Ca
'
de
'
Fabbri
,
una
frazione
che
aveva
mandato
incontro
alla
nostra
macchina
donne
,
uomini
e
bambini
a
salutarci
ed
a
lanciare
tra
le
nostre
mani
grappoli
di
uva
come
fiori
.
In
questo
paese
,
la
lotta
sindacale
è
continua
,
quotidiana
:
gli
operai
della
terra
devono
difendersi
da
tutte
le
manovre
di
scissione
tentate
dai
saragattiani
,
solidali
coi
grandi
agrari
,
che
hanno
chiuso
per
dispetto
la
bella
e
storica
colombella
,
uccise
tutte
le
colombe
,
pur
di
non
sentir
parlare
di
pace
.
Ma
il
Comune
è
di
esempio
ai
cittadini
,
il
Partito
dirige
la
lotta
con
un
'
opera
lenta
e
sicura
di
mobilitazione
di
tutti
i
lavoratori
.
La
festa
de
"
l
'
Unità
"
della
scorsa
domenica
ha
battuto
sagre
,
processioni
e
parate
di
preti
e
di
Azione
Cattolica
:
è
stato
un
trionfo
.
Al
parroco
e
ai
due
comici
missionari
non
restò
altro
che
guardare
dalla
canonica
-
una
agiata
canonica
dipinta
in
giallo
,
con
le
persiane
verdi
-
l
'
eccezionale
corteo
che
passava
sotto
le
loro
finestre
.
La
sera
stessa
,
il
missionario
che
faceva
nella
commedia
la
parte
dell
'
imbecille
,
chiese
con
la
sua
aria
candida
:
«
Chi
erano
,
padre
,
quegli
scomunicati
che
stamattina
sono
passati
per
via
?
»
.
«
Tutto
il
paese
»
,
gli
rispose
pronta
una
donna
che
era
tra
il
pubblico
dei
fedeli
.
Al
filosofo
in
gonnella
,
che
già
gli
alzava
le
braccia
dal
pulpito
per
chissà
quale
risposta
biblica
,
la
parola
si
strozzò
in
gola
.
E
per
trarsi
comunque
d
'
impaccio
,
intonò
il
Miserere
.
StampaQuotidiana ,
VILLA
MINOZZO
,
20
.
-
La
carovana
è
andata
a
trovare
l
'
Appennino
,
il
cielo
azzurro
,
i
pascoli
verdi
,
i
castagni
carichi
di
ricci
,
le
pecorelle
:
è
andata
a
dormire
sotto
le
coperte
imbottite
a
1200
metri
.
Da
Modena
,
a
Pavullo
,
a
Lama
Mocogno
,
a
La
Santona
,
e
poi
,
per
Sassuolo
e
Castellarano
,
a
Baiso
,
a
Carpinati
,
sino
a
Villa
Minozzo
,
siamo
passati
per
valli
,
monti
,
fiumi
,
e
torrenti
che
ai
giorni
della
guerra
partigiana
furono
teatro
di
lotte
memorabili
e
che
,
ancora
oggi
,
testimoniano
con
le
lapidi
e
con
le
croci
,
con
le
case
dirute
e
bruciate
,
la
triste
eredità
della
guerra
.
Sulla
strada
dell
'
Abetone
,
ove
tante
volte
eravamo
passati
di
volo
dietro
la
ruota
di
Coppi
e
di
Bartali
,
andando
venerdì
sera
incontro
al
cielo
tempestoso
che
non
prometteva
nulla
di
buono
,
chiamavamo
alle
finestre
uomini
,
le
donne
e
i
bambini
della
montagna
;
"
l
'
Unità
"
arrivava
anche
lassù
e
la
sua
casetta
viaggiante
su
quattro
ruote
,
con
le
bandierine
del
gran
pavese
,
i
libri
variopinti
affacciati
dalle
vetrinette
,
l
'
angelo
luccicante
sul
pennone
,
si
colorava
di
fiaba
,
stava
bene
in
quel
gran
presepe
di
monti
di
case
,
di
pascoli
,
di
greggi
.
A
La
Santona
c
'
era
la
medaglia
d
'
oro
Borellini
insieme
con
altre
ragazze
.
A
quegli
ultimi
villeggianti
,
insieme
a
giuocare
interminabili
partite
a
carte
,
abbiamo
portato
le
ultime
copie
del
nostro
giornale
,
le
notizie
della
città
,
delle
festa
di
Modena
che
li
chiamava
tutti
al
ritorno
.
A
Pavullo
,
sabato
sera
,
ci
aspettava
Armando
,
il
generale
leggendario
di
queste
montagne
,
e
intorno
a
lui
erano
i
partigiani
che
lo
chiamavano
ancora
nelle
loro
canzoni
.
Pavullo
è
un
lungo
paese
affacciato
sulla
strada
,
a
700
metri
di
altezza
.
Per
venire
ad
ascoltarci
,
i
montanari
avevano
fatto
a
piedi
chilometri
e
chilometri
,
portandoci
tra
le
braccia
un
agnellino
di
latte
.
Dopo
il
cinema
,
in
una
casa
di
campagna
,
ci
avevano
allestito
una
cena
a
base
di
«
crescentine
»
e
di
prosciutto
,
di
vino
e
di
canzoni
accompagnate
dalla
chitarra
.
Le
«
crescentine
»
sono
piccole
focacce
cotte
al
momento
su
una
lastra
di
ferro
rovente
.
Anche
un
poeta
estemporaneo
improvvisava
rime
e
saluti
per
tutti
.
Villa
Minozzo
è
un
povero
paese
dell
'
Appennino
reggiano
.
Il
prete
la
fa
da
padrone
e
,
da
una
settimana
,
aveva
istruito
i
fedeli
e
le
devote
sul
modo
come
disertare
la
nostra
festa
.
Era
corso
ai
ripari
in
tutti
i
modi
:
alle
ragazze
aveva
ordinato
tre
giorni
di
ritiro
per
gli
esercizi
spirituali
.
I
giovani
li
aveva
mobilitati
per
una
partita
di
calcio
al
pomeriggio
.
A
Cavola
,
un
paese
vicino
dove
pontificava
un
vescovo
,
aveva
dirottato
una
parte
della
popolazione
.
E
nella
mattinata
,
prima
che
noi
arrivassimo
,
lui
stesso
aveva
improvvisato
,
per
le
strade
del
paese
,
una
piccola
processione
.
Ma
i
montanari
del
vastissimo
comune
,
che
raggiunge
quasi
i
confini
della
Garfagnana
,
gli
hanno
dato
una
giusta
risposta
.
Hanno
fatto
persino
cinque
ore
a
piedi
per
ritrovarsi
alla
festa
de
"
l
'
Unità
"
,
venendo
da
Civago
,
da
Cerrè
,
da
Sologno
,
da
Cervarola
,
da
Asta
,
da
Gova
.
Settecento
,
ottocento
persone
erano
presenti
al
comizio
e
gli
stessi
abitanti
di
Villa
ci
ascoltavano
nascosti
dietro
le
imposte
delle
finestre
apparentemente
chiuse
.
Una
battaglia
vinta
sulla
montagna
:
i
compagni
di
Correggio
,
una
delle
Sezioni
più
forti
del
Reggiano
,
che
erano
venuti
quassù
ad
aiutare
i
parenti
poveri
,
erano
contenti
.
Ermes
Grappi
,
ispettore
del
Partito
per
la
montagna
,
ci
comunicava
felice
che
,
nella
mattinata
,
otto
nuovi
compagni
avevano
chiesto
l
'
iscrizione
.
Era
questo
il
miglior
dono
che
gli
eroici
comunisti
della
montagna
reggiana
potessero
offrire
al
loro
giornale
.
StampaQuotidiana ,
SCANDIANO
,
21
.
-
A
Scandiano
,
tutte
le
ragazze
sono
belle
per
far
diventare
sempre
più
furioso
quel
povero
Orlando
innamorato
,
ma
Boiardo
non
gode
molto
onore
tra
i
suoi
concittadini
,
che
dànno
il
proprio
voto
di
preferenza
a
Lazzaro
Spallanzani
,
al
quale
sono
dedicate
la
grande
piazza
ed
una
piccola
statua
.
La
questione
si
fa
scottante
ora
che
il
bel
cinema
-
teatro
,
costruito
dai
lavoratori
con
le
proprie
prestazioni
volontarie
,
è
un
fatto
compiuto
,
il
maggiore
dei
monumenti
che
i
nostri
compagni
amino
mostrare
al
visitatore
.
Scandiano
ha
un
partito
forte
,
un
segretario
di
Sezione
intelligente
,
mobile
,
attivo
;
un
sindaco
che
ha
tra
le
sue
armi
migliori
,
la
decisione
e
la
calma
,
apprese
con
anni
di
insegnamento
alle
sue
scolaresche
di
campagna
.
Da
Reggio
,
io
andavo
dicendo
a
Fortini
:
«
Ormai
tu
vivi
nelle
pagine
dei
poemi
cavallereschi
e
il
tuo
passato
di
paladino
ti
verrà
più
di
una
credenziale
a
farti
far
buona
accoglienza
.
Avrai
baci
di
ragazze
,
fiori
:
so
che
ti
verrà
dato
in
dono
il
famoso
scudo
di
Orlando
»
.
«
Scudi
non
ne
voglio
-
mi
ha
risposto
il
nostro
Giulio
romano
-
preferisco
l
'
elmo
di
Mambrino
»
.
Da
quando
siamo
partiti
non
facciamo
altro
che
dar
battaglia
alla
linea
retta
.
Sarebbe
troppo
facile
andare
da
Reggio
a
Scandiano
per
la
breve
strada
asfaltata
:
ma
i
nostri
compagni
ci
sono
venuti
incontro
con
biciclette
,
motociclette
,
bandiere
e
stendardi
,
a
pilotarci
per
venti
e
più
chilometri
attraverso
vie
,
viottoli
,
erte
e
discese
,
a
scoprire
frazioni
e
borgate
nascoste
tra
i
campi
.
Un
giro
lungo
per
l
'
autunno
,
nel
dolce
chiaro
pomeriggio
di
settembre
.
"
l
'
Unità
"
è
giunta
alla
soglia
di
ogni
casa
a
prendere
appuntamento
con
le
donne
e
con
i
bambini
per
la
serata
di
festa
.
Il
Polisportivo
era
pieno
di
luci
colorate
,
dalla
pedana
di
ballo
alle
tribune
,
ai
padiglioni
,
e
su
tutti
i
pilastri
del
muro
di
cinta
bruciavano
le
fiaccole
che
segnavano
il
porto
ai
naviganti
che
viaggiavano
nella
notte
.
Migliaia
e
migliaia
di
persone
,
bellissime
ragazze
,
paladini
,
guerrieri
,
palafrenieri
,
maniscalchi
,
erano
intorno
a
Fortini
che
,
nascosto
dietro
un
lenzuolo
,
stava
indossando
il
suo
vestito
di
maglia
di
ferro
.
Quando
è
apparso
alla
grande
folla
cavalleresca
alzando
la
celata
dell
'
elmo
,
il
nostro
Giulio
ha
gridato
:
«
Abbasso
la
guerra
!
»
.
Aveva
tra
le
mani
una
scatola
di
scarpe
avvolta
in
un
foglio
rosso
.
Si
è
dato
a
sciogliere
lo
spago
lentamente
,
sperando
di
trovarci
per
lo
meno
le
rose
dei
giardini
di
Armida
.
Tolto
il
coperchio
,
due
bianche
colombe
si
sono
alzate
in
volo
,
battendogli
le
ali
sulla
faccia
e
ritornando
poi
ad
appollaiarsi
sul
suo
naso
.
Sino
alla
mezzanotte
,
la
festa
di
Scandiano
è
stata
un
omaggio
alla
cavalleria
e
alla
bellezza
.
Le
dame
e
i
cavalieri
ricamavano
ottave
d
'
oro
sotto
il
cielo
stellato
.
Sdraiati
sul
prato
a
vedere
il
cinema
,
mano
nella
mano
,
gli
uomini
e
le
donne
insieme
,
anche
le
vecchie
coppie
di
sposi
sembravano
tutti
innamorati
di
prima
stagione
.
"
l
'
Unità
"
li
univa
veramente
.
Anche
Fortini
,
illuminandosi
con
la
luce
dei
fari
scriveva
una
lettera
d
'
amore
alla
moglie
.
Si
portava
la
destra
al
cuore
,
sorrideva
alle
sue
stesse
parole
.
Gavroche
gli
aveva
dato
per
penna
una
piuma
delle
sue
ali
.
Che
bella
festa
,
che
bella
festa
!