StampaQuotidiana ,
Mentre
infuria
alla
Camera
la
battaglia
sul
decreto
Iva
,
incominciano
lentamente
a
diffondersi
oli
interrogativi
sull
'
effettivo
risanamento
dei
conti
pubblici
.
L
'
occasione
ultima
è
stata
la
presentazione
del
rapporto
Cer
(
il
centro
di
ricerche
economiche
diretto
da
Luigi
Spaventa
e
Giorgio
Ruffolo
)
che
ha
tra
l
'
altro
evidenziato
come
la
manovra
da
25mila
miliardi
per
il'98
in
realtà
sfiora
,
sì
e
no
,
i
20mila
.
La
verità
è
che
il
ministro
del
Tesoro
è
ricorso
a
mille
trucchi
,
come
testimoniano
i
dati
svelati
ieri
dal
Giornale
,
per
raggiungere
,
senza
lacrime
e
sangue
,
il
famoso
3%
nel
rapporto
deficit
-
Pil
.
Trucchi
di
ogni
tipo
che
,
in
altre
epoche
,
avrebbero
procurato
l
'
"
impeachement
"
del
ministro
del
Tesoro
.
E
per
capire
di
che
cosa
parliamo
facciamo
solo
tre
esempi
.
Primo
.
Sembra
che
l
'
Ufficio
italiano
cambi
abbia
venduto
una
certa
quantità
di
oro
alla
Bankitalia
realizzando
notevoli
plusvalenze
sulle
quali
pagherà
alcune
migliaia
di
miliardi
di
imposta
.
Insomma
con
un
passaggio
di
mano
dalla
destra
alla
sinistra
si
aiuta
il
ministero
delle
Finanze
che
a
fine
d
'
anno
avrebbe
avuto
un
buco
nel
gettito
tributario
non
indifferente
.
Secondo
.
La
cancellazione
dal
bilancio
dello
Stato
dei
ratei
di
mutui
accesi
dalle
Ferrovie
dello
Stato
e
la
riallocazione
della
stessa
quantità
di
quattrini
sotto
la
voce
"
accrediti
di
capitale
"
ha
evitato
di
registrare
oltre
3mila
miliardi
di
debiti
.
Insomma
carta
vince
,
carta
perde
e
Ciampi
con
il
turbante
in
testa
.
Terzo
ed
ultimo
dato
di
carattere
generale
:
nel
primo
semestre
1997
la
differenza
tra
impegni
di
spesa
(
317mila
miliardi
)
e
pagamenti
e
effettivi
213mila
miliardi
)
è
stata
più
di
centomila
miliardi
mentre
nello
stesso
periodo
del
'96
era
stata
di
60mila
miliardi
(
352
di
impegni
e
292
di
pagamenti
)
.
Tutto
ciò
sta
a
significare
che
il
buon
Ciampi
ha
trovato
la
ricetta
miracolosa
per
risanare
il
bilancio
dello
Stato
e
cioè
quella
di
non
pagare
più
nessuno
.
Sono
mesi
che
denunciamo
questo
sconcio
,
testimoniato
ultimamente
anche
dalla
protesta
degli
imprenditori
veneti
per
il
mancato
rimborso
dei
crediti
d
'
Iva
.
Così
come
da
mesi
denunciamo
la
mancata
ripresa
degli
investimenti
pubblici
nonostante
i
tanti
decreti
sblocca
-
cantieri
e
le
riunioni
un
po
'
ridicole
fatte
al
Quirinale
all
'
inizio
di
quest
'
anno
con
un
notevole
numero
di
ministri
di
spesa
.
Questa
politica
di
bilancio
che
non
paga
ciò
che
si
è
già
speso
o
ciò
che
si
deve
restituire
o
ciò
che
si
deve
investire
,
maschera
il
mancato
risanamento
strutturale
del
Paese
che
passa
per
la
riduzione
della
spesa
corrente
e
in
particolare
di
quella
pensionistica
.
Come
ha
ricordato
ultimamente
Antonio
Fazio
la
spesa
corrente
italiana
è
bene
al
di
sopra
della
media
europea
e
il
suo
tasso
d
'
incremento
per
il
1997
viaggia
intorno
al
4%
nonostante
gli
impegni
di
Ciampi
che
avrà
previsto
un
aumento
di
appena
l'1%
.
Il
risultato
finale
è
che
il
governo
raggiungerà
alla
fine
dell
'
anno
il
3%
nel
rapporto
deficit
-
Pil
ma
avrà
nascosto
sotto
il
tappeto
debiti
per
almeno
15mila
miliardi
,
avrà
spinto
verso
l
'
indebitamento
società
pubbliche
come
le
Ferrovie
che
,
a
parità
di
tariffe
e
di
costo
del
lavoro
,
avranno
una
riduzione
dei
trasferimenti
.
,
avrà
spinto
enti
pubblici
a
pagare
solo
una
parte
(
il
90%
)
di
ciò
che
hanno
speso
(
ma
perchè
non
tagliare
anche
gli
stanziamenti
di
competenza
?
)
e
continuerà
a
far
segnare
il
passo
agli
investimenti
pubblici
.
Sul
terreno
dell
'
economia
reale
ciò
vuol
dire
mantenere
basso
il
profilo
di
crescita
del
Paese
con
tutto
quanto
significa
sul
versante
dell
'
occupazione
che
,
secondo
i
dati
Istat
di
agosto
,
registra
una
nuova
flessione
di
oltre
il
3%
di
media
fra
grande
impresa
e
servizi
.
Per
dirla
in
breve
,
insomma
,
una
di
bilancio
in
parte
truccata
per
conti
falsificati
per
almeno
un
punto
di
Pil
e
con
oltre
un
milione
di
disoccupati
veri
che
si
toccano
con
mano
e
che
,
a
loro
volta
,
toccano
con
mano
la
crescente
disperazione
in
particolare
nel
mezzogiorno
del
Paese
.
Prendiamo
atto
con
soddisfazione
che
alcuni
osservatori
economici
come
Francesco
Giavazzi
e
Federico
Rampini
incominciano
a
riflettere
pubblicamente
sul
rischio
di
un
risanamento
che
ha
queste
contraddizioni
e
che
presenta
queste
finzioni
finanziarie
.
Queste
riflessioni
autorevoli
non
ci
lasciano
più
soli
nel
denunciare
il
gioco
delle
tre
carte
di
Ciampi
-
Pinocchio
che
,
con
1'ausilio
della
volpe
-
Giarda
(
"
Il
malandrino
"
sottosegretario
al
Tesoro
)
e
con
i
silenzi
interrotti
solo
da
qualche
sincero
miagolio
del
gatto
-
Monorchio
,
ha
fatto
credere
agli
italiani
che
si
poteva
fare
il
risanamento
dei
conti
pubblici
senza
riformare
nessun
settore
della
spesi
pubblica
.
In
questa
direzione
il
"
filibustering
"
delle
opposizioni
contro
il
governo
alla
Camera
ha
un
significato
che
va
ben
oltre
i
5mila
miliardi
del
decreto
sull
'
Iva
,
perchè
getta
l
'
allarme
,
tra
l
'
altro
,
sul
rischio
di
un
Parlamento
sempre
più
soffocato
dall
'
accordo
governo
-
sindacato
e
dai
relativi
voti
di
fiducia
che
ne
blindano
i
contenuti
.
E
piaccia
o
non
piaccia
,
quel
rischio
si
chiama
libertà
.