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> autore_s:"Grazzini Giovanni"
StampaQuotidiana ,
Pasolini continua a farci sorprese . Ora ha inventato il film « ideo - comico » , che sarebbe l ' umorismo applicato alla politica e alla sociologia , ovverosia l ' impegno ideologico superato dalla favola ; insomma , il cervello scavalcato dalla poesia . Per capirci meglio : Pasolini è un intellettuale scontento , che andando in là con gli anni sente l ' insufficienza degli schemi razionali della cultura di sinistra , e capisce come qualmente la storia proceda per vie ignote e misteriose , sulle quali però l ' intelligenza del cuore incide più delle formule dottrinarie . Questa presa di coscienza è netta , ma poiché Pasolini diffida di se stesso ( ancora qualche anno , e l ' Immoralista sarà tutto risucchiato nella sua matrice borghese ) , intanto ha prodotto una singolare figura di artista , il quale non vuole rinunziare alla speranza marxista ma nel contempo è corretto dall ' esperienza sentimentale , e faticosamente cerca di rispondere al solito « quo vadis ? » sposando Cristo a Marx , passando se occorre attraverso il Croce . Chiamato ad esprimere questo viluppo di stati d ' animo e di stimoli intellettuali , ha avvertito che l ' unico modo per cautelarsi dalle tentazioni di un pio storicismo era di ribaltare il suo sentimento d ' amore , di pietà , di tolleranza universale in ironia punteggiata di sarcasmo verso il proprio ambiente : un « mea culpa » pronunciato con tono giocoso e scanzonato , cominciando dai titoli di testa che esorcizzano l ' amarezza dell ' autoritratto , ma dove è facile leggere cicatrici sempre aperte , dalle quali sgorgano umori contraddittori , non ancora decantati nell ' ispirazione poetica . Uccellacci e uccellini è appunto la confessione , sincera e confusa , di un momento di crisi successivo alla sconfitta , ma espresso in un tal cocktail di polemica culturale e di slanci lirici , e così vagamente risolto sul piano del racconto , che il film assume il carattere di un ' agenda di fatti personali ; certamente di grande interesse per l ' intellighenzia che si diverte a riconoscere , fra gli interpreti , artisti e scrittori del bel mondo romano , poco più di un amabile gioco cabalistico per il grande pubblico , costretto a dibattersi in una rete di simboli e di citazioni che vanno da Lukács a Giorgio Pasquali . Il film consiste grosso modo di due episodi , ambedue interpretati da Totò e dal giovane Ninetto Davoli : due figure picaresche assunte a simbolo dell ' umanità incamminata verso l ' ignoto . In un paesaggio di periferia , i due , padre e figlio , si aggirano fra le borgate ; nei loro strani incontri si ricapitola l ' assurdità del mondo contemporaneo , dove l ' antico mistero della vita e della morte si intreccia alle sorprese dei nuovi costumi , e ne nascono interrogativi sul destino di fronte ai quali i due innocenti pellegrini rimangono muti . La realtà è così indecifrabile che in loro non desta alcuna , sorpresa l ' arrivo di un corvo parlante . L ' animale dichiara di venire dal paese di Ideologia , d ' esser figlio del dubbio e della coscienza . E racconta a suo modo un fatto accaduto nel Milleduecento . Ora Totò è frate Ciccillo , che insieme al giovane frate Ninetto ha avuto da san Francesco l ' ordine di predicare l ' amore agli uccelli . Come dirla , bisogna intanto imparare il linguaggio dei pennuti . Dopo un armo d ' immobilità e di preghiera , frate Ciccillo canta vittoria ; in un colloquio fatto di stridi trasmette ai falchi il messaggio evangelico . Un altro anno di meditazione , quanto basta per capire che i passeri si esprimono saltellando , e il contatto è stabilito , con una specie di balletto , anche con quei mansueti uccellini . Ma la predicazione non dà frutti , perché i falchi continuano ad azzannare i passerotti . Addolorati e delusi , i due frati si convincono che questa è la fatalità del mondo , la sopraffazione dei deboli . « Bisogna cambiarlo , il mondo » , ribatte san Francesco , e li manda a ricominciare tutto da capo . Vale a dire , spiegherà Pasolini , che le singole classi sociali possono essere singolarmente evangelizzate , ma non sono ancora sufficientemente educate a rispettarsi fra loro . Con tanti saluti alla lotta di classe . ( E infatti Pasolini farà sapere che le parole del suo san Francesco riecheggiano le considerazioni sulla pace espresse da Paolo VI all ' Onu ) . Secondo episodio , sul tema . dell ' egoismo e del diritto di proprietà . Dopo essere stato preso a fucilate perché ha abusivamente concimato un campo , ed essersi visto ripagato con una patacca ( antifecondativi fuori uso in luogo d ' un callifugo ) dell ' aiuto prestato a una compagnia di guitti , Totò si presenta , in veste di padrone di casa , a una povera donna , e per sfrattarla assume il tono del più spietato uomo d ' affari . Ma poco dopo , sempre accompagnato dal corvo chiacchierone , tocca a lui prostrarsi , in veste di debitore insolvente , a un riccone che sta offrendo un party intellettuale . Stesi a terra , lui e Ninetto , da minacciosi cani lupo , supplicano pietà . Riprendono il cammino , assistono ai funerali di Togliatti ( un inserto di cinegiornale che ci ripaga , con la sua verità , degli apologhi cifrati ) , si svagano , padre e figlio , con una sgualdrinella di nome Luna . E finalmente , ammazzano il corvo saccente che per tutto il tempo ha continuato a fare sfoggio di dialettica marxista , se lo mangiano e continuano il viaggio . Con l ' aiuto del libro che Pasolini ha dedicato al film si viene a sapere come sotto il velame sia da intendere che l ' umanità nel suo procedere verso un orizzonte ignoto divora quel che deve divorare ; in questo caso un certo razionalismo ideologico di tipo stalinista , ormai superato ma non tanto da non servire di nutrimento , ecc. ecc. È che il discorso degli anni Cinquanta è superato dal messaggio giovanneo . Orbene . Impenetrabile ai più nello sterpeto delle metafore , Uccellacci e uccellini è uno scherzo surreale ( imparentato talvolta con Zavattini ) , un girotondo fittiziamente popolaresco , in realtà uno sfogo personale che rivela ancora una volta i guasti portati dal sovraccarico di cultura in una personalità artistica sempre notevole sul piano dell ' immediatezza espressiva . Anche chi , e saranno i più , non riuscirà ad afferrare i nessi logici e i sottintesi del film ( il commento musicale alterna canti della Resistenza a brani classici ) , sarà infatti colpito dal buffo delle situazioni , dal controcanto ironico di Ninetto , dalla precisione con cui il paesaggio - il romanico di Tuscania soprattutto - è chiamato a evocare un ' atmosfera di grottesca magia ( ma il vecchio difetto , il racconto bloccato da certi estetismi , la trasandatezza della recitazione in attori usati soltanto come isole decorative , Pasolini non l ' ha perso ) . E il resto lo fa Totò , che col suo impagabile istinto comico , servito da una mimica stavolta magistralmente controllata , riassume e affranca il film mutando un personaggio bislacco nella vivente idea dell ' assurdo .