StampaPeriodica ,
Tutti
sanno
che
la
Dalmazia
è
quella
regione
costiera
della
penisola
Balcanica
che
scende
dal
sud
-
est
di
Fiume
fino
a
poco
più
in
giù
delle
Bocche
di
Cattaro
,
ma
pochi
sono
quelli
perfettamente
convinti
che
quella
terra
è
italianissima
almeno
quanto
le
altre
regioni
,
che
costituiscon
presentemente
il
nostro
Stato
.
La
storia
,
l
'
arte
e
il
residuo
martoriato
di
un
popolo
valoroso
ma
sottomesso
da
più
di
un
secolo
all
'
avvizzimento
delle
sue
più
sacre
aspirazioni
ci
dicono
chiaramente
che
la
Dalmazia
è
terra
anch
'
essa
di
passione
di
una
nobile
moltitudine
di
connazionali
,
che
attende
trepidante
da
più
di
un
secolo
la
diana
della
nostra
redenzione
.
Gli
italiani
che
vivono
una
vita
di
sacrificio
e
di
oscuro
eroismo
sull
'
altra
riva
del
nostro
Adriatico
,
soffrono
ancora
gli
insulti
e
le
prepotenze
degli
stranieri
burberi
e
insensibili
,
sono
disprezzati
e
malmenati
come
una
odiosa
schiera
di
malati
contagiosi
e
costretti
a
reprimere
in
singulti
di
dolorosa
commozione
il
nome
sacro
della
patria
.
Chi
ha
voglia
di
sincerarsi
di
questo
esoso
dato
di
fatto
,
legga
i
ricordi
di
Giulio
Menini
,
comandante
del
nostro
incrociatore
«
Puglia
»
,
che
per
un
anno
stette
ancorato
nel
porto
di
Spalato
,
nell
'
immediato
dopo
guerra
,
a
difesa
degli
italiani
colà
residenti
,
osservando
però
che
quelle
duecento
e
tante
pagine
di
commovente
narrazione
,
valgono
per
un
anno
solo
e
per
una
sola
città
,
in
un
'
epoca
in
cui
il
prestigio
dell
'
Italia
pareva
essere
all
'
acme
della
situazione
e
il
popolo
avversario
ancora
sotto
l
'
incubo
della
immane
sconfitta
.
Immaginatevi
ora
ciò
che
ne
potrebbe
venir
fuori
se
si
fosse
in
grado
di
raccogliere
tutto
quello
che
soffrirono
i
dalmatini
in
tanti
anni
di
oppressione
e
in
tutte
le
città
dalmate
.
Il
ricordo
più
commovente
e
più
significante
della
preziosa
opera
del
Menini
,
è
quello
dell
'
assassinio
del
comandante
Gulli
e
del
motorista
Rossi
,
figure
eroiche
di
soldati
sacrificati
per
la
causa
dalmatica
.
Quei
pochi
che
sono
al
corrente
di
questi
fatti
si
danno
da
fare
alacremente
per
divulgare
in
mezzo
al
popolo
italiano
questa
santa
idea
e
fondano
le
associazioni
Pro
Dalmazia
per
raccogliere
nel
suo
seno
tutta
la
balda
gioventù
studiosa
e
non
studiosa
,
allo
scopo
di
mantenere
sempre
viva
e
accesa
la
fiaccola
della
fede
e
per
assicurare
i
fratelli
gementi
dell
'
altra
sponda
,
esprimendo
loro
la
solidarietà
nel
patimento
,
l
'
aiuto
e
persino
il
sacrifizio
della
vita
,
se
la
necessità
lo
richiedesse
,
per
il
loro
riscatto
.
E
non
è
molto
,
in
verità
,
se
si
pensa
che
essi
solo
per
dirsi
nostri
fratelli
sono
esposti
da
oltre
un
secolo
e
in
ogni
momento
al
disprezzo
e
alle
insolenze
più
inaudite
,
quando
non
sono
addirittura
malmenati
e
bastonati
.
E
l
'
unico
loro
conforto
è
quello
di
sapersi
italiani
!
E
se
per
caso
qualche
patriota
capita
fra
loro
,
quali
feste
,
quali
cure
gli
prodigano
!
È
cosa
da
non
aversi
idea
.
E
vedere
le
lacrime
amare
che
versano
per
la
Patria
perduta
eppure
tanto
vicina
è
commovente
davvero
.
E
dire
che
noi
appena
appena
ci
ricordiamo
di
loro
!
Questa
è
la
macchia
che
deve
scomparire
fra
noi
ed
è
perciò
necessario
renderci
pienamente
coscienti
e
consapevoli
di
tutto
quello
che
soffrono
i
nostri
fratelli
non
solo
,
ma
anche
di
mantenerci
sempre
pronti
per
difenderli
,
nel
caso
disgraziatamente
non
raro
,
con
proteste
e
minacce
all
'
oppressore
che
deve
intendere
una
buona
volta
che
l
'
italianità
di
quelle
terre
è
finita
per
essere
lettera
morta
e
incompresa
in
Patria
.
La
Dalmazia
conserva
la
stessa
toponomastica
delle
incantevoli
terre
d
'
Italia
e
nel
diretto
confronto
colla
sua
riva
opposta
nell
'
Adriatico
ha
la
prevalenza
per
il
fatto
che
mentre
la
costa
italiana
si
prolunga
generalmente
bassa
,
uniforme
e
pressoché
importuosa
,
quella
dalmatica
invece
è
infinitamente
più
ricca
di
frastagliamenti
che
la
rendono
pittoresca
e
ammirata
come
e
forse
più
delle
coste
settentrionali
della
Scandinavia
.
La
Dalmazia
è
cinta
in
tutta
la
sua
lunghezza
da
una
collana
di
bellissime
,
numerose
,
lussureggianti
isole
,
sicché
svariato
e
magnifico
è
il
colpo
d
'
occhio
che
dal
monte
aspro
e
scosceso
scendente
improvvisamente
a
picco
del
mare
profondo
,
si
porta
alla
collina
ricca
di
vegetazione
che
degradando
dolcemente
s
'
adagia
dirimpetto
nello
stesso
mare
;
dall
'
impetuoso
ruscello
che
dopo
diverse
centinaia
di
metri
s
'
ingolfa
gorgogliosamente
in
uno
stretto
canale
,
alla
rumorosa
cascata
d
'
acqua
che
uscendo
da
un
antro
nero
del
monte
si
getta
nel
laghetto
sottostante
;
e
tutto
questo
completato
da
una
cornice
di
vegetazione
rigogliosa
e
abbondante
e
sotto
un
cielo
non
meno
sereno
,
azzurro
e
scintillante
del
nostro
.
Ebbene
questa
nostra
bella
regione
può
essere
visitata
da
tutti
i
popoli
del
mondo
tranquillamente
,
fuorché
da
noi
italiani
.
E
il
motivo
è
giustificato
.
Infatti
gli
jugoslavi
temono
maledettamente
gli
italiani
e
perciò
vogliono
che
in
Italia
si
continui
a
dimenticare
che
la
Dalmazia
è
stata
ed
è
tuttora
terra
prettamente
italiana
,
unicamente
per
il
timore
che
noi
,
freschi
e
ben
coscienti
degli
eventi
,
un
giorno
possiamo
giustamente
pigliar
possesso
di
un
bene
toltoci
da
loro
con
inganno
e
cacciarli
nelle
loro
dimore
che
sono
i
monti
e
le
steppe
,
abbastanza
capaci
di
contenerli
comodamente
.
Essi
sanno
che
l
'
Italia
non
ha
terra
sufficiente
per
permettersi
più
a
lungo
il
lusso
di
dar
loro
dimora
gratis
nella
sua
casa
e
appunto
perciò
si
dimenano
e
urlano
come
se
fossero
sui
carboni
accesi
.
Lo
sanno
bene
perché
,
più
fortunati
di
noi
,
la
storia
di
quella
regione
l
'
hanno
sott
'
occhio
in
ogni
momento
,
guardando
le
mura
,
le
chiese
,
le
case
e
persino
le
fortezze
con
le
quali
ci
minacciano
.
È
noto
che
ci
sono
stati
tanti
e
purtroppo
ce
ne
sono
ancora
che
hanno
detto
la
Dalmazia
non
essere
terra
italiana
.
Ebbene
costoro
o
sono
delle
persone
ignorantissime
educate
attraverso
le
bambinesche
corbellerie
della
scuola
jugoslava
,
falsa
e
bugiarda
più
di
quegli
dei
di
dantesca
memoria
,
o
evidentemente
sono
dei
politicanti
francofili
.
Per
entrambe
queste
categorie
è
superfluo
ogni
commento
.
Però
a
illustrare
la
volpesca
sagacia
della
politica
francese
basta
rammentare
la
metamorfosi
completa
nelle
loro
vedute
da
Napoleone
,
che
il
19
febbraio
1806
faceva
lanciare
un
proclama
dal
generale
Dumas
ai
cittadini
di
Zara
e
che
incominciava
precisamente
così
:
Dalmati
!
L
'
Imperatore
Napoleone
,
Re
d
'
Italia
,
vostro
Re
,
vi
rende
alla
vostra
patria
.
Egli
vi
ha
fissato
i
vostri
destini
:
il
trattato
di
Presburgo
garantisce
la
riunione
della
Dalmazia
al
Regno
d
'
Italia
;
ai
ministri
francesi
del
1920
che
negavano
ogni
diritto
di
italianità
in
quella
terra
.
Una
spregiudicatezza
così
enorme
per
i
francesi
transeat
,
ma
per
quel
famoso
Salvemini
...
non
me
la
so
capire
.
Vero
è
che
i
francesi
si
burlarono
di
lui
e
della
sua
ignoranza
facendolo
complice
dei
loro
misfatti
a
nostro
danno
.
Ed
è
per
obbligo
di
riconoscenza
che
se
lo
tengono
ospite
in
Francia
!
Se
Salvemini
invece
di
occuparsi
troppo
della
Francia
e
della
sua
Rivoluzione
si
fosse
occupato
della
Dalmazia
avrebbe
saputo
che
il
popolo
dalmatino
ebbe
origine
comune
coi
popoli
italiani
delle
coste
adriatiche
e
con
questi
ebbe
vita
comune
durante
e
dopo
l
'
imperio
romano
nel
mondo
allora
noto
.
Avrebbe
saputo
anche
che
il
re
barbaro
Atalarico
,
riconoscendo
lealmente
la
romanità
della
regione
,
emanò
un
editto
scritto
per
mano
di
Cassiodoro
e
che
cominciava
:
Universis
Romanis
per
Italiam
et
Dalmatiam
constitutis
;
avrebbe
saputo
che
i
dalmati
solevano
esclamare
:
Ab
ira
Almissanorum
libera
nos
,
Domine
!
,
quando
erano
minacciati
dalla
feroce
cupidigia
dei
barbari
croati
che
avevano
come
loro
sede
Almissa
,
cittadina
posta
sul
fiume
Tizio
(
Cetina
)
;
avrebbe
saputo
che
S
.
Girolamo
,
che
negli
scatti
d
'
ira
esclamava
:
Parce
mihi
,
quia
Dalmata
sum
,
Domine
!
,
e
S
.
Marino
,
che
fondò
la
nostra
millenaria
repubblica
,
erano
non
solo
dalmati
,
ma
anche
più
italiani
di
lui
;
e
infine
avrebbe
saputo
della
preghiera
che
il
romano
popolo
di
Salona
scolpì
sull
'
architrave
del
tempio
distrutto
con
la
città
dall
'
orda
barbara
croata
e
ora
rinvenuto
negli
scavi
:
Deus
noster
,
propitius
esto
Reipublicae
Romanorum
!
.
Quelli
che
pregavano
così
erano
dalmatini
che
sentivano
,
come
ancora
ora
,
pieno
e
cosciente
il
sentimento
della
propria
Patria
.
Le
biblioteche
dalmate
contengono
un
'
infinità
di
documenti
scritti
esclusivamente
in
latino
o
in
dialetto
veneziano
o
in
italiano
,
che
testimoniano
alla
luce
del
sole
l
'
italianità
della
Dalmazia
.
Salvemini
prima
di
vomitare
tanti
turpi
sacrilegi
contro
di
essa
avrebbe
dovuto
consumare
prima
la
sua
vita
a
consultare
tutti
gli
archivi
delle
biblioteche
dalmate
!
Le
opere
d
'
arte
della
Dalmazia
sono
meravigliosi
frutti
di
artisti
autoctoni
dalmati
.
Artisti
di
anima
e
di
ingegno
italiani
.
E
l
'
arte
in
Dalmazia
ebbe
il
suo
largo
sviluppo
quando
questa
nostra
regione
a
modello
delle
regioni
sorelle
d
'
Italia
,
si
governò
a
comune
libero
e
indipendente
in
ogni
sua
città
.
Gli
architetti
più
insigni
furono
:
Radovano
,
Buvina
,
Giorgio
Orsini
detto
da
Sebenico
,
Luciano
Laurana
,
Giovanni
da
Traù
detto
il
Dalmata
,
Andrea
Alessi
ed
altri
.
Questi
stessi
per
lo
più
,
come
suole
,
furono
anche
scultori
,
però
quello
che
s
'
elevò
al
disopra
di
tutti
fu
Francesco
da
Laurana
,
fratello
di
Luciano
.
Qualche
toscano
adornò
colle
sue
opere
la
Dalmazia
,
e
fra
questi
celebri
sono
:
Niccolò
Fiorentino
e
Michelozzo
,
e
inoltre
Onofrio
di
Giordano
della
Cava
che
però
era
del
napoletano
.
Fra
i
pittori
ricorderemo
il
Meldola
,
lo
Squarcina
,
Francesco
Salghetti
Drioli
ed
altri
.
Chi
volesse
farsi
una
cultura
completa
dell
'
opera
d
'
arte
dalmatica
non
ha
che
da
leggere
la
meravigliosa
opera
di
Alessandro
Dudan
,
ferventissimo
patriota
dalmata
di
vecchia
data
.
Ma
come
se
tutto
questo
non
bastasse
,
la
redenzione
della
Dalmazia
ce
la
chiede
anche
il
senso
della
nostra
sicurezza
nazionale
.
Poiché
se
vogliamo
davvero
che
l
'
Adriatico
sia
il
mare
nostrum
per
eccellenza
,
dobbiamo
costantemente
pensare
a
far
nostra
quella
costa
frastagliata
e
insidiosa
costa
al
grado
estremo
per
la
nostra
marina
in
caso
di
guerra
.
Le
migliaia
di
isole
,
di
canali
,
di
porti
e
di
nascondigli
di
ogni
genere
che
sembrano
fatti
apposta
dalla
Natura
per
darci
noia
continuamente
e
nello
stesso
tempo
per
farci
pensare
sempre
ad
essa
,
rendono
sicuro
quel
popolo
,
venutoci
dall
'
interno
e
che
non
ha
avuto
mai
un
mare
,
il
quale
suole
ripetere
che
non
ha
bisogno
di
flotta
per
la
sua
difesa
perché
gli
bastano
le
isole
soltanto
.
E
se
la
Jugoslavia
ha
la
possibilità
di
costruirsi
una
flotta
potente
,
come
è
suo
desiderio
,
si
viene
alla
sorprendente
per
quanto
comica
constatazione
che
il
regno
trino
è
veramente
lo
spauracchio
dell
'
obbrobrioso
impero
Austro
-
Ungarico
,
che
torna
a
darci
noia
con
immensa
consolazione
della
nostra
cosidetta
sorella
latina
,
e
quel
ch
'
è
peggio
dopo
aver
sofferto
la
perdita
di
mezzo
milione
di
uomini
per
toglierci
quella
seccatura
di
triste
ricordo
.
E
nel
subdolo
e
raccapricciante
intento
di
toglierci
la
Dalmazia
non
solo
aderirono
gli
alleati
dell
'
intesa
unanimemente
,
ma
anche
i
famigerati
componenti
del
governo
rosso
sostenuti
dall
'
assordante
coro
delle
ubbriache
bestialità
che
Salvemini
e
compagni
andavano
scrivendo
sui
vari
giornali
e
predicando
nelle
varie
città
e
che
erano
citate
dagli
jugoslavi
prima
e
dagli
alleati
poi
come
vangelo
di
spontanea
confessione
rinunziatrice
dell
'
intero
popolo
d
'
Italia
.
E
il
grido
dei
dalmati
fu
allora
soffocato
crudelmente
!
E
a
Parigi
ci
privarono
anche
della
Dalmazia
,
accordataci
dal
trattato
di
Londra
del
1915
!
E
così
gli
alleati
stessi
vennero
a
dare
ragione
a
quel
Cancelliere
tedesco
che
prima
di
loro
disse
e
considerò
i
trattati
come
altrettanti
fogli
di
carta
qualunque
!
Invano
una
schiera
di
invitti
eroi
cercò
di
conservare
la
Dalmazia
,
ché
la
serie
degli
avvenimenti
vergognosi
di
quell
'
epoca
si
accavallarono
l
'
un
dietro
l
'
altro
come
disposti
da
una
mano
perfida
e
implacabile
,
e
si
dovette
lasciare
l
'
amata
terra
all
'
odioso
nemico
che
scontò
la
sua
ira
bestiale
,
perseguitando
i
nostri
connazionali
,
singhiozzanti
per
l
'
abbandono
dei
loro
bramati
fratelli
.
L
'
ingiuria
ignominiosa
alla
nostra
stirpe
e
lo
scempio
alla
nostra
dignità
di
grande
nazione
era
così
perpetrato
ignominiosamente
.
E
appena
a
stento
si
riuscì
a
salvare
Fiume
la
olocausta
,
l
'
indomita
Zara
e
l
'
isola
di
Lagosta
in
cambio
di
Lissa
!
E
in
Jugoslavia
ebbero
ferma
convinzione
della
nostra
debolezza
e
anche
oggi
credono
e
lo
ripetono
con
un
sorriso
di
scherno
beffardo
che
noi
siamo
gli
eroi
di
Caporetto
,
ignorando
o
fingendo
di
non
conoscere
la
solenne
pedata
di
Vittorio
Veneto
!
Ecco
la
falsa
luce
dalla
quale
siamo
visti
da
quel
popolo
fanatico
e
megalomane
,
che
ha
la
baldanza
sfacciata
di
parlare
abitualmente
contro
l
'
Italia
,
e
di
attizzare
il
fuoco
dell
'
odio
della
sua
gioventù
striminzita
,
esortandola
a
liberare
i
croati
irredenti
dell
'
Istria
e
della
Venezia
Giulia
!
E
naturalmente
non
sanno
che
l
'
Italia
del
Duce
,
la
nuova
,
la
vera
Italia
,
è
stata
formata
dalla
generosa
coscienza
del
manipolo
audace
di
eroi
della
marcia
di
Ronchi
e
della
marcia
su
Roma
,
che
seppero
temerariamente
sfidare
le
minacce
di
tutti
e
,
quel
ch
'
è
più
,
infondere
il
senso
del
terrore
nei
codardi
croati
della
Dalmazia
!
E
non
sanno
i
meschini
che
il
fango
,
che
un
tempo
li
favoriva
,
dei
rinnegati
incoscienti
e
dei
gretti
calunniatori
,
è
stato
cacciato
per
sempre
dalla
nostra
terra
,
e
che
al
loro
posto
è
stata
sostituita
la
forte
e
sana
gioventù
italica
di
oggi
che
,
udendo
la
voce
possente
e
autoritaria
della
razza
antica
,
si
è
proposta
di
lavare
col
valore
e
colla
giustizia
,
l
'
onta
impressa
dai
nemici
ai
nostri
più
sacrosanti
diritti
.