StampaQuotidiana ,
Ahimè
!
La
vanità
ci
assedia
da
ogni
parte
;
e
la
nostra
fede
è
in
gran
pericolo
.
Io
ho
visto
l
'
immenso
pellegrinaggio
che
in
questi
giorni
muove
da
tutti
i
punti
dell
'
Urbe
verso
la
basilica
di
San
Pietro
e
le
altre
chiese
cattoliche
;
ma
il
mio
cuore
non
ha
avuto
cagione
di
allegrezza
.
Non
il
puro
desiderio
della
penitenza
e
del
raccoglimento
anima
quei
pellegrini
,
ma
una
curiosa
vaghezza
di
diletto
e
di
amore
profano
.
La
piazza
San
Pietro
con
i
prodigiosi
portici
non
abbraccia
in
sè
un
popolo
di
fedeli
umiliati
dalla
vicinanza
della
casa
di
Dio
,
ma
una
folla
gaia
e
clamorosa
che
la
primavera
inebria
.
Un
romore
vasto
sale
verso
la
basilica
.
Le
carrozze
attraversano
la
piazza
in
tutti
i
sensi
,
con
una
frequenza
che
dà
la
vertigine
.
Or
sì
or
no
,
secondo
le
vicende
delle
nuvole
,
il
sole
glorifica
la
sommità
dei
portici
.
La
fontana
d
'
Innocenzo
VIII
spumeggia
e
scroscia
lanciando
l
'
acqua
sino
all
'
obelisco
di
Sisto
V
,
e
la
fontana
di
Clemente
x
scintilla
come
un
favoloso
albero
di
diamante
che
muti
la
sua
forma
ad
ogni
attimo
.
Le
donne
salgono
e
discendono
per
le
scalinate
.
La
basilica
è
piena
di
gente
che
continuamente
si
rinnova
.
Qua
e
là
grandi
gruppi
si
formano
.
Intorno
alla
statua
di
San
Pietro
,
che
campeggia
sopra
un
mosaico
rosso
e
oro
,
gira
una
corona
di
spettatori
apatici
i
quali
restano
lungo
tempo
a
guardare
con
un
occhio
stupido
e
fisso
il
piede
destro
del
divino
Apostolo
,
logorato
dalle
labbra
dei
credenti
.
Passano
vecchi
,
donne
belle
,
preti
,
monache
;
e
baciano
il
piede
con
un
atto
macchinale
.
Presso
l
'
altar
maggiore
,
sotto
la
statua
estatica
di
Santa
Giuliana
Falconieri
,
intorno
al
vuoto
seggio
del
Penitenziere
,
stanno
seduti
altri
cristiani
su
panche
disposte
a
rettangolo
.
Quasi
tutti
hanno
le
mani
incrociate
sul
ventre
e
guardano
il
pavimento
,
resi
immobili
dalla
pazienza
dell
'
aspettazione
.
Fuori
del
rettangolo
si
fermano
i
curiosi
,
come
d
'
innanzi
a
una
gabbia
di
animali
strani
.
Sotto
la
gran
cupola
,
intorno
alla
Confessione
di
San
Pietro
,
si
adunano
per
lo
più
i
soldati
,
attratti
dallo
splendore
delle
centosedici
lampade
che
pendono
dalle
cornucopie
d
'
oro
.
Appoggiati
alla
balaustrata
di
marmo
,
guardano
la
statua
di
Pio
VI
e
si
lasciano
a
poco
a
poco
prendere
da
una
specie
di
stupefazione
,
come
certi
uccelli
alla
vista
delle
cose
lucenti
.
D
innanzi
alla
cappella
del
coro
la
folla
è
più
densa
;
ma
la
porta
di
bronzo
è
ancora
chiusa
.
Sotto
il
sarcofago
d
'
Innocenzo
VIII
,
l
'
elegantissima
opera
del
Pollajuolo
,
si
raccoglie
un
gruppo
di
dame
d
'
onde
emerge
alta
e
bionda
e
purissima
la
più
cattolica
delle
marchese
romane
.
Per
tutta
la
basilica
si
diffonde
una
luce
bianca
e
fredda
;
e
una
zona
più
vivida
attraversa
da
cima
a
fondo
la
navata
centrale
.
Qui
,
o
mio
Dio
,
la
profanazione
è
maggiore
.
Dalla
tribuna
di
S
.
Pietro
alla
porta
di
Antonio
Filarete
,
è
un
lungo
ed
empio
passeggiare
di
uomini
e
di
donne
.
Le
dame
portano
abiti
neri
di
una
studiosa
semplicità
,
che
rendono
più
snelle
ed
evidenti
le
grazie
dei
corpi
loro
;
talune
hanno
su
la
faccia
veli
sottilissimi
,
a
traverso
i
quali
li
occhi
sono
più
insidiosamente
languenti
;
talune
hanno
un
profumo
acuto
e
istigatore
che
rimane
nell
'
aria
anche
dopo
il
loro
passaggio
a
turbare
i
sensi
dei
giovini
;
e
talune
anche
portano
sul
petto
fiori
.
Camminano
lentamente
,
fermandosi
ad
ogni
tratto
,
parlando
delle
cose
del
mondo
,
chiamando
gli
sguardi
degli
uomini
,
dilettandosi
d
'
essere
seguite
e
ammirate
.
Recano
nella
casa
dell
'
Altissimo
i
loro
amori
.
O
mio
Dio
,
verità
sovrana
e
sovranamente
amabile
,
torcete
li
occhi
loro
dalla
verità
che
da
ogni
parte
le
circonda
!
Empite
la
loro
mente
di
pensieri
e
d
'
imagini
che
le
inalzino
verso
di
voi
;
penetrate
i
loro
cuori
di
quella
ineffabile
soavità
che
attira
le
anime
all
'
effluvio
de
'
vostri
aromi
;
consacrate
i
loro
corpi
con
la
presenza
stessa
della
vostra
santa
carne
,
così
che
tutto
in
loro
esulti
verso
il
Dio
vivente
.
Fate
,
o
Signore
,
che
allorquando
lo
spirito
seduttore
le
tenterà
,
o
con
la
sensualità
,
o
con
la
curiosità
,
o
con
la
vanità
,
esse
non
sieno
scosse
più
di
quel
che
voi
non
foste
nel
deserto
.
Date
loro
le
ali
come
alla
colomba
,
affinché
volino
e
si
riposino
in
grembo
alla
vostra
pace
!
Ma
come
più
manca
la
luce
,
per
tutta
la
basilica
la
folla
più
si
addensa
.
Pare
che
dalle
alte
finestre
non
discenda
che
una
specie
di
vapore
azzurrognolo
.
Il
mormorio
delle
voci
empie
li
angoli
più
riposti
e
oscuri
.
Dalla
cappella
del
coro
giungono
i
cantici
sacri
affievoliti
.
Accanto
alla
tomba
enorme
e
atroce
di
Alessandro
VII
,
l
'
altare
è
tutto
illuminato
di
ceri
e
parato
di
drappi
rossi
.
Ivi
l
'
aria
è
ardente
,
la
luce
è
quasi
purpurea
,
gli
smisurati
candelabri
fiammeggiano
come
alberi
in
fuoco
,
lo
scheletro
di
rame
dorato
scintilla
simile
ad
uno
scarabeo
mostruoso
.
Di
tratto
in
tratto
una
dama
vestita
di
nero
entra
dal
fondo
,
attraversa
la
folla
,
si
dirige
verso
il
sepolcro
per
pregare
.
Le
amiche
per
via
la
chiamano
,
l
'
attirano
,
la
distraggono
dal
proposito
,
la
tentano
,
la
trattengono
per
le
mani
.
Li
amici
la
salutano
ridendo
.
Ella
abbassa
il
capo
,
si
svincola
,
va
innanzi
,
cerca
di
resistere
,
vede
già
il
mistico
splendore
vermiglio
della
cappella
lontana
.
O
Signore
,
mettete
in
fuga
i
fantasmi
che
sono
per
traviarla
;
riunite
in
voi
tutti
i
sensi
di
lei
!
Fate
ch
'
ella
oblii
tutte
le
cose
del
mondo
,
e
datele
la
forza
di
respingere
con
pronto
disprezzo
quelle
frivole
imagini
.
Scuotetela
,
o
Verità
sovrana
,
affinché
nessuna
vanità
la
tocchi
.
Scendete
in
dei
,
o
celeste
Dolcezza
,
affinché
tutto
ciò
che
non
è
puro
si
dilegui
d
'
avanti
a
voi
.
Possa
ella
,
o
Signore
,
dall
'
intimo
della
sua
coscienza
tranquilla
offrirvi
una
preghiera
degna
di
unirsi
ai
cori
delli
Angeli
!
Ma
la
tenebra
cresce
;
e
i
canti
della
cappella
del
coro
salgono
più
pieni
.
I
cristiani
,
a
due
,
a
tre
,
a
quattro
,
a
dieci
,
a
venti
per
volta
,
vanno
ad
inginocchiarsi
d
'
innanzi
al
Penitenziere
che
omai
tocca
le
teste
con
un
gesto
quasi
incosciente
.
Un
chierico
va
tra
un
arco
e
l
'
altro
piantando
un
cero
acceso
.
Alla
luce
dubbia
,
da
tutti
quei
tesori
di
marmo
e
di
metallo
sorge
non
so
qual
gran
sogno
di
amori
angelici
e
di
lussi
paradisali
.
Allora
su
'1
limitare
della
cappella
clementina
,
e
a
piè
della
cappella
del
Sacramento
,
dove
il
ciborio
di
bronzo
e
di
lapislazzuli
brilla
come
un
faro
,
e
sotto
il
sepolcro
di
Gregorio
Buoncompagni
,
e
accanto
alle
pile
d
'
acqua
benedetta
,
e
tra
de
colonne
di
granito
nero
,
e
dentro
le
tre
cappelle
aggiunte
da
Paolo
V
,
in
tutti
i
luoghi
più
oscuri
e
più
segreti
,
li
amanti
convengono
a
colloquio
.
I
bisbigli
scellerati
si
propagano
lungo
la
nave
;
e
sono
a
quando
a
quando
coperti
dalle
voci
del
Miserere
.
Le
dame
passano
,
a
due
,
a
tre
,
con
un
fruscio
di
vesti
di
seta
,
con
uno
scintillio
vivo
per
tutta
la
persona
,
parlando
quasi
ad
alta
voce
,
talune
ridendo
,
talune
trascinando
l
'
ombrellino
sul
pavimento
con
una
graziosa
incuranza
,
come
se
la
basilica
di
San
Pietro
non
fosse
che
una
grande
galleria
aperta
al
diletto
della
gente
oziosa
o
ai
ritrovi
della
gente
disiosa
.
Il
maggior
peccato
che
le
donne
fanno
è
quello
di
portare
nella
casa
di
Dio
li
odori
del
loro
bagno
,
le
essenze
sottili
e
venefiche
che
turbano
anche
i
devoti
nella
preghiera
e
li
fa
ricadere
nella
colpa
aborrita
.
Voi
lo
sapete
,
o
mio
Dio
:
non
v
'
è
nella
vita
angoscia
più
amara
di
quella
che
mi
danno
queste
ricadute
.
Talvolta
l
'
angoscia
è
così
violenta
,
ch
'
essa
mi
getta
in
gravi
turbamenti
e
in
singolari
costernazioni
.
Ahimè
!
Ricominciare
,
sempre
ricominciare
,
contro
le
insidie
della
vanità
,
della
sensualità
e
della
mollezza
!
Ancora
una
volta
ho
fallato
,
o
padre
;
ma
voi
vedete
che
io
ho
orrore
della
mia
debolezza
.
Rialzatemi
,
voi
che
solo
siete
la
forza
e
la
virtù
.
La
vita
dell
'
uomo
,
così
breve
,
è
piena
di
molte
miserie
.
Io
gemo
nella
maggiore
di
tutte
,
che
è
di
vedermi
ogni
giorno
cader
nel
peccato
.
Io
soffro
in
questo
mondo
,
ove
tanti
scandali
mi
circondano
,
ove
non
posso
impedire
che
il
mio
Dio
sia
continuamente
offeso
.
Perdonatemi
,
o
mio
Dio
,
ogni
volta
che
nella
preghiera
penso
ad
altre
cose
e
non
a
voi
;
poiché
io
confesso
umilmente
che
la
distrazione
m
'
è
abituale
.
Per
lo
più
io
non
sono
nel
luogo
occupato
dal
mio
corpo
,
ma
là
dove
la
mia
immaginazione
mi
trae
.
Io
sono
là
dov
'
è
il
mio
pensiero
;
e
il
mio
pensiero
è
per
lo
più
là
dov
'
è
quel
ch
'
io
prediligo
.
O
eterna
Verità
,
voi
avete
detto
:
Dove
è
il
vostro
tesoro
,
ivi
anche
è
il
vostro
cuore
.
Se
amo
il
cielo
,
io
penso
volentieri
alle
cose
del
cielo
;
se
amo
il
mondo
,
ne
porto
nel
mio
spirito
il
ricordo
.
Ma
felice
colui
,
o
Signore
,
che
per
amor
vostro
caccia
dal
suo
cuore
ogni
creatura
!
Per
fuggire
le
tentazioni
,
non
sentendomi
forte
alla
battaglia
,
io
esco
dalla
Santa
Chiesa
madre
.
Tutta
la
scalinata
è
piena
di
donne
che
socchiudono
li
occhi
,
un
poco
abbarbagliate
dalla
luce
esteriore
.
Un
romore
vasto
e
profondo
sale
dalla
piazza
attraversata
da
mille
vetture
,
un
romore
come
di
fiume
che
precipiti
da
una
rupe
a
valle
.
L
'
obelisco
è
tutto
roseo
all
'
estremo
fuoco
del
sole
;
le
fontane
,
nell
'
aria
senza
vento
,
spumeggiano
con
tranquilla
pompa
superando
le
statue
dei
porticati
;
il
Redentore
e
i
dodici
Apostoli
campeggiano
sopra
un
cielo
leggermente
verde
,
sparso
di
vapori
luminosi
.
Una
mollezza
irresistibile
discende
da
quel
cielo
di
primavera
.
Pare
che
dai
giardini
del
Vaticano
muovano
i
profumi
e
sorpassando
li
edifici
giungano
fino
all
'
atrio
della
basilica
...
O
mio
Dio
,
e
quando
voi
sarete
per
me
tutto
in
tutte
le
cose
?
O
Gesù
,
tre
volte
caduto
sotto
il
peso
dei
peccati
del
mondo
e
tre
volte
risollevato
dalla
forza
d
'
un
amore
invincibile
,
risollevate
me
dall
'
abbattimento
in
cui
mi
gettano
le
mie
tristi
esitazioni
.
Fate
ch
'
io
sia
umile
nel
riconoscimento
della
mia
miseria
,
umile
nel
cambiamento
subitaneo
delle
mie
disposizioni
interiori
.
Un
giorno
,
o
mio
Dio
,
questi
ondeggiamenti
continui
dell
'
animo
si
placheranno
,
ed
io
sentirò
allora
,
amandovi
,
la
felice
sicurezza
di
amarvi
per
sempre
.
O
giorno
,
o
sole
divino
,
d
'
innanzi
a
cui
si
dilegueranno
perfino
le
ombre
del
peccato
,
quando
risplenderai
?
Così
sia
.
Amen
.
StampaQuotidiana ,
Sono
de
dieci
.
Nel
Corso
,
nella
piazza
Colonna
,
nella
piazza
di
Montecitorio
,
in
tutte
de
vicinanze
del
gran
Palazzo
Innocenziano
,
la
moltitudine
si
accalca
con
una
densità
tenace
ed
impenetrabile
.
Tutte
de
finestre
sono
gremite
.
Su
la
loggia
sostenuta
dal
portico
di
Vejo
gli
ombrellini
multicolori
ondeggiano
e
risplendono
come
una
gigantesca
fioritura
di
papaveri
,
di
gigli
e
di
rose
...
artificiali
.
Il
sole
è
ardente
e
fastidioso
.
Gli
spettatori
sono
assai
più
pigiati
e
schiacciati
che
non
sieno
i
guerrieri
Marcomanni
su
per
la
colonna
del
glorioso
imperatore
Marco
Aurelio
,
e
de
loro
facce
sono
assai
più
varie
che
non
i
geroglifici
dell
'
obelisco
di
Psammetico
primo
.
Vi
rammentate
i
versi
degli
Emaux
?
La
sentinelle
granitique
,
Gardienne
des
énormités
,
Se
dresse
entre
un
faux
temple
antique
Et
la
chambre
des
députés
.
Je
vois
,
de
janvier
à
décembre
La
procession
de
bourgeois
,
Les
Solons
qui
vont
à
la
chambre
,
Et
les
Arthurs
qui
vont
au
Bois
...
Il
caldo
aumenta
di
minuto
in
minuto
.
L
'
aspettazione
è
immensa
.
I
gendarmi
mettono
un
argine
di
ferro
alla
folla
invadente
.
Di
tanto
in
tanto
sorgono
voci
alte
e
fioche
.
L
'
operaio
,
il
piccolo
possidente
,
il
commesso
di
negozio
,
il
pick
pocket
,
la
donnetta
politica
,
il
tribuno
da
strapazzo
,
il
vecchio
impiegato
memore
delle
antiche
pompe
pontificie
,
l
'
ozioso
che
prende
diletto
ad
ogni
spettacolo
e
che
assiste
immancabilmente
dalla
piazzetta
di
Sciarra
alla
discesa
della
palla
meridiana
,
e
il
dilettante
che
conosce
tutte
le
celebrità
politiche
e
le
ha
seguite
nella
loro
carriera
,
e
il
reduce
delle
patrie
battaglie
,
e
l
'
elettore
,
tutti
questi
varissimi
tipi
tumultuano
su
l
'
asfalto
del
marciapiede
e
giuocano
di
gomiti
per
conquistare
un
posto
da
cui
poter
godere
la
grande
cerimonia
regale
...
Le
trombe
squillano
.
Gli
ufficiali
gridano
un
comando
.
Le
canne
dei
fucili
,
nel
movimento
rapido
e
preciso
,
mandano
un
baleno
che
si
propaga
per
tutta
l
'
ala
militare
.
In
fondo
al
Corso
,
verso
la
piazza
di
Venezia
,
si
vedono
luccicare
de
dorature
della
prima
carrozza
di
Corte
sormontate
dalle
parrucche
e
dagli
abiti
rossi
degli
staffieri
.
Le
corazze
delle
guardie
folgoreggiano
meravigliosamente
polite
come
quelle
dei
paladini
di
messer
Lodovico
.
La
pompa
s
'
avvicina
.
Viva
il
Re
!
Nell
'
aula
di
Montecitorio
lo
spettacolo
è
diverso
,
ma
l
'
impazienza
è
in
tutti
egualmente
viva
.
Quei
felici
mortali
che
posseggono
un
biglietto
,
guadagnato
a
furia
di
insistenze
e
fastidii
infiniti
,
giungono
tutti
sudanti
e
anelanti
,
con
la
cravatta
a
sghimbescio
,
con
il
frac
dalle
maniche
troppo
lunghe
e
dalle
code
troppo
larghe
,
preso
in
affitto
per
la
grande
occasione
,
con
la
tuba
tutta
arruffata
.
Attraversano
la
folla
a
testa
bassa
,
non
si
curano
né
delle
spinte
né
delle
pestate
né
delle
imprecazioni
,
pur
di
giungere
in
un
posto
da
cui
si
possa
vedere
il
Re
o
almeno
la
Regina
.
Le
signore
,
entrando
,
a
quel
fiato
torrido
che
sale
dall
'
emiciclo
e
dagli
scanni
inferiori
,
impallidiscono
,
restano
un
momento
smarrite
,
non
sanno
dove
andare
a
sedere
,
si
peritano
a
scomodare
tante
persone
.
Sorgono
dei
brontolii
qua
e
là
,
poco
cavallereschi
.
Non
soltanto
le
alte
tribune
,
ma
tutti
i
corridoi
intorno
intorno
,
dietro
gli
scanni
dei
deputati
,
e
le
scalinate
,
si
riempiono
in
un
attimo
.
Un
cinguettio
confuso
e
ineguale
suona
da
un
capo
all
'
altro
,
sotto
la
cupola
grigia
e
azzurra
che
pare
di
cartone
.
Non
è
possibile
,
in
mezzo
a
tanta
folla
,
distinguere
le
persone
amiche
,
le
signore
note
,
le
eleganti
,
quelle
che
empiono
dei
loro
nomi
tutte
le
cronache
mondane
.
A
pena
a
pena
,
qua
e
là
,
una
toilette
vivace
,
molto
chiara
o
molto
rossa
,
un
cappellino
molto
carico
di
fiori
o
molto
scintillante
di
jais
,
un
ventaglio
molto
ampio
,
dalle
stecche
dorate
o
dalle
pitture
vistose
o
dalle
piume
magnifiche
,
rompono
la
monotonia
,
chiamano
l
'
occhio
,
fanno
volgere
i
cannocchiali
.
Nella
tribuna
degli
ambasciatori
alcune
dame
,
vestite
con
una
gaia
leggerezza
estiva
,
si
muovono
,
parlano
,
ridono
,
agitano
il
ventaglio
tra
i
diplomatici
ben
gallonati
e
decorati
.
Tutte
le
insegne
cavalleresche
del
mondo
civile
brillano
su
quei
petti
giovenili
o
senili
.
Il
vecchio
Keudell
trionfa
.
Un
attaché
biondo
di
Russia
sorride
amaramente
sotto
il
peso
delle
sue
pellicce
magnatizie
.
Il
bel
conte
d
'
Arco
,
tutto
vermiglio
su
le
lunghe
gambe
bianche
,
pare
un
fenicottero
del
lago
d
'
Albufera
.
Il
ministro
di
Turchia
è
tutto
un
'
opera
di
oreficeria
e
,
fatta
eccezione
per
la
barba
e
per
la
fede
maomettana
,
rammenta
la
venerata
immagine
della
madonna
di
Loreto
.
I
ciondoli
,
i
nastri
,
gli
alamari
,
le
croci
,
i
tosoni
,
i
collari
sono
innumerevoli
.
Tutti
i
più
bizzarri
simboli
della
onorificenza
umana
sono
chiusi
tra
quelle
quattro
colonne
di
cartapesta
,
come
in
un
reliquiario
.
Mancano
le
vetrine
.
Ma
il
rombo
del
cannone
giunge
con
un
tuono
sordo
nell
'
aula
;
e
per
le
tribune
corre
un
mormorio
più
sonoro
.
Ci
vogliono
ancora
dieci
minuti
all
'
arrivo
del
Re
.
Le
conversazioni
si
rianimano
.
Tutti
si
alzano
su
la
punta
dei
piedi
per
guardare
i
deputati
che
o
stanno
seduti
negli
scanni
o
girano
distribuendo
e
ricevendo
strette
di
mano
.
I
nuovi
eletti
si
riconoscono
subito
:
molti
hanno
una
miserevole
aria
provinciale
,
si
sentono
impacciati
nell
'
abito
nero
,
nella
camicia
inamidata
,
nei
guanti
bianchi
.
Si
guardano
intorno
con
sospetto
,
temendo
sempre
di
sorprendere
su
le
labbra
dei
colleghi
un
sorriso
ironico
.
Hanno
in
cuore
una
certa
palpitazione
pensando
al
momento
in
cui
di
tra
la
insidiosa
barba
dell
'
onorevole
Depretis
uscirà
il
loro
nome
.
Con
qual
tono
di
voce
dovranno
essi
pronunziare
il
giuro
?
E
se
la
voce
mancasse
?
E
se
fosse
ridicola
?
E
se
suscitasse
l
'
ilarità
nei
colleghi
?
Mio
Dio
,
quale
incertezza
!
Alcuni
,
più
arditi
,
già
invasi
dalla
febbre
dell
'
ambizione
,
meditano
un
piano
.
Si
faranno
notare
anche
nel
pronunziare
quel
semplice
giuro
.
Vibreranno
il
verbo
con
una
voce
sonora
,
ferma
,
chiarissima
,
facendo
un
gesto
risoluto
.
Altri
sognano
,
guardando
con
gli
occhi
imbambolati
la
rossa
tribuna
della
Regina
.
Essi
un
giorno
si
leveranno
dal
loro
banco
,
d
'
improvviso
,
e
in
un
istante
abbatteranno
il
ministero
,
con
un
discorso
,
con
un
solo
grande
discorso
che
poi
appassionerà
l
'
Italia
intiera
...
Altri
sono
commossi
;
si
sentono
su
la
bocca
dello
stomaco
un
tremolio
singolare
.
E
dalle
tribune
gli
spettatori
si
chinano
,
si
sporgono
,
tendono
il
collo
,
fiutando
la
grandezza
politica
,
simili
a
quegli
affamati
che
vanno
a
respirare
,
dagli
spiragli
delle
cucine
principesche
,
gli
odori
dei
tartufi
e
degli
arrosti
fini
.
Così
anche
i
dieci
minuti
passano
.
La
Regina
entra
fra
gli
applausi
,
ringrazia
con
quei
lenti
e
nobilissimi
inchini
che
sono
una
delle
sue
grazie
regali
.
Le
dame
di
Corte
le
fanno
intorno
corona
.
La
contessa
di
Santafiora
,
tutta
bianca
,
con
delle
piume
leggere
tra
i
capelli
,
emerge
su
le
altre
.
Dietro
una
colonna
s
'
affaccia
il
profilo
bellissimo
della
contessa
Taverna
.
I
gentiluomini
sono
pieni
di
ricami
d
'
oro
.
Gli
applausi
crescono
e
scoppia
un
lungo
grido
che
fa
tremare
i
vetri
del
lucernario
e
tutta
la
puerile
architettura
.
Viva
il
Re
!
Il
Re
d
'
Italia
è
entrato
in
Parlamento
.
StampaQuotidiana ,
Ieri
sera
dunque
avemmo
al
teatro
Costanzi
l
'
ultima
rappresentazione
del
Don
Giovanni
di
Mozart
.
Il
teatro
era
pienissimo
;
e
,
se
bene
«
popolare
»
,
era
onorato
dalla
presenza
di
molte
fra
le
più
magnifiche
dame
di
Roma
.
La
principessa
d
'
Antuni
riceveva
nel
suo
palco
molte
visite
:
il
meraviglioso
gilet
bianco
del
conte
d
'
Arco
risplendeva
come
un
plenilunio
d
'
agosto
,
oscurando
la
vivace
esiguità
del
conte
Barbiellini
.
Questa
principessa
venuta
a
noi
dalla
patria
di
Tenorio
(
dove
forse
abitava
un
palazzo
moresco
dalle
mura
di
filigrana
)
,
questa
Gracia
,
che
forse
immergeva
il
piccolo
piede
nell
'
acqua
del
Guadalquivir
,
ha
nel
suo
pallore
la
trasparenza
del
più
puro
elettro
e
certi
movimenti
di
cigno
nelle
pose
del
collo
e
certi
petits
airs
penchés
e
certe
maniere
d
'
appoggiarsi
e
di
tener
le
sue
belle
mani
bianche
,
che
fanno
pensare
ai
quadri
in
cui
Zurbaran
rappresentava
sotto
il
nome
di
una
santa
,
in
abito
sivigliano
,
una
dama
ornata
di
piume
e
di
oreficerie
doviziose
.
Ieri
sera
,
in
verità
,
«
il
cavaliere
crudele
e
bello
»
poteva
essere
contento
.
Tutta
la
Spagna
romana
era
venuta
ad
ascoltare
la
serenata
.
La
duchessa
Sforza
-
Cesarini
,
questa
Martirio
la
cui
nobile
bellezza
acquista
maggior
fascino
dall
'
abito
di
merletti
constellato
di
diamanti
,
stava
nel
palco
D
'
un
air
de
reine
qui
s
'
ennuie
Au
milieu
de
sa
tour
à
genoux
,
Superbe
et
distraite
...
Donna
Maria
Bruschi
,
tutta
vestita
di
rosso
,
d
'
un
rosso
di
fiamma
,
non
interrotto
da
alcun
altro
accenno
di
colore
(
oh
felice
audacia
!
)
,
alle
buffonerie
di
Leporello
rideva
di
quel
riso
aperto
e
abbagliante
che
affascinò
Teofilo
Gautier
mentre
passava
da
Vergara
.
Rammentate
?
«
No
vaya
usted
a
ver
eso
...
»
E
quelli
altri
versi
che
non
so
se
qualcuno
abbia
già
scritti
sul
ventaglio
di
Donna
Maria
?
Ses
paupières
de
jais
frangées
Filtrent
des
rayons
de
soleil
.
Entre
ses
lèvres
d
'
écarlate
Scintille
un
éclair
argenté
,
Et
sa
beauté
splendide
éclate
Comme
une
grenade
en
été
.
Gli
applausi
alla
musica
mozartiana
ieri
sera
furono
più
frequenti
e
più
spontanei
.
Pareva
che
il
pubblico
avesse
finalmente
incominciato
a
comprendere
e
a
gustare
le
molte
e
grandi
bellezze
che
l
'
opera
racchiude
.
Tutta
la
Sinfonia
,
mirabile
e
,
secondo
me
,
non
inferiore
per
nulla
a
quella
delle
Nozze
di
Figaro
,
fu
ascoltata
con
men
fredda
indifferenza
.
Qualcuno
anche
notò
il
terzetto
delle
maschere
nella
scena
diciottesima
,
che
è
d
'
una
straordinaria
potenza
drammatica
,
quantunque
malamente
eseguita
da
Donn
'
Anna
e
da
Donna
Elvira
.
Ma
pur
troppo
la
scena
del
ballo
nella
casa
di
Don
Giovanni
,
quella
scena
che
è
una
meraviglia
di
composizione
e
che
potrebbe
bastar
da
sola
alla
gloria
del
maestro
,
rimane
oscura
ai
più
,
e
non
ebbe
né
pure
un
accenno
di
applauso
da
quel
pubblico
che
s
'
è
acceso
di
tanto
entusiasmo
per
la
musica
mediocre
e
assai
spesso
volgare
della
Gioconda
.
La
serenata
«
Deh
,
vieni
alla
finestra
...
»
,
cantata
con
grazia
inimitabile
dal
signor
Cotogni
e
accompagnata
un
po
'
liberamente
dal
mandolino
,
fu
ripetuta
tre
volte
.
Il
resto
passò
quasi
inosservato
,
anche
perché
li
esecutori
non
facevano
che
cangiare
in
piombo
greve
ed
oscuro
il
nitido
e
purissimo
oro
mozartiano
.
Ma
la
freddezza
del
pubblico
di
nuovo
si
sciolse
alle
ultime
due
scene
funerali
,
che
sono
musicalmente
di
una
terribilità
direi
quasi
shakespeariana
,
con
tale
profonda
inspirazione
è
compresa
la
leggenda
del
commendatore
e
con
tale
alta
potenza
ed
insieme
con
tale
sapiente
sobrietà
di
mezzi
sinfonici
l
'
elemento
tragico
e
il
comico
sono
fusi
.
Ed
ecco
che
anche
questo
Don
Giovanni
è
passato
,
non
servendo
ad
altro
per
avventura
che
a
suscitare
pettegolezzi
di
palcoscenico
ed
ire
ingenerose
contro
un
celebrato
direttore
d
'
orchestra
ospite
di
Roma
.
Ed
ecco
che
anche
questo
«
grande
avvenimento
artistico
»
annunziato
con
tanto
clamore
e
con
tanta
impazienza
di
aspettazione
desiderata
,
si
risolve
in
un
insuccesso
.
Ohibò
!
Andiamo
a
San
Giovanni
a
goderci
gli
organini
.
Forse
ancora
vedremo
passare
tra
le
nuvole
,
al
lume
torbido
della
luna
,
il
nobile
sposo
di
donna
Elvira
,
travolto
lungi
dalle
streghe
orride
e
ululanti
,
nascosto
il
volto
dalla
bautta
dell
'
abate
Da
Ponte
(
in
nomine
Patris
et
Filii
et
Spiritus
Sancti
,
amen
!
)
.
StampaQuotidiana ,
Roma
diventa
la
città
delle
demolizioni
.
La
gran
polvere
delle
rovine
si
leva
da
tutti
i
punti
dell
'
Urbe
e
si
va
disperdendo
a
questi
dolci
soli
maggesi
.
All
'
imboccatura
di
certe
vie
,
una
tabella
in
cima
ad
un
'
asta
proibisce
il
passaggio
.
Quasi
tutte
le
case
a
destra
e
a
sinistra
sono
vuote
;
e
i
demolitori
stanno
all
'
opera
,
vestiti
di
camiciotti
bianchi
e
armati
di
picconi
.
Le
imposte
e
i
vetri
delle
finestre
restano
appoggiati
contro
le
facciate
;
tutte
le
botteghe
son
chiuse
,
e
qua
e
là
si
leggono
le
scritte
:
vetrine
in
vendita
,
oppure
:
il
negozio
si
trasferisce
il
15
corrente
in
via
tale
per
causa
di
espropriazione
.
Dinanzi
alle
vetrine
polverose
,
gruppi
di
bottegai
delle
vicinanze
gesticolano
e
parlottano
mercanteggiando
col
proprietario
espropriato
.
Sono
per
lo
più
uomini
panciuti
,
mezzi
calvi
,
rossastri
in
faccia
,
con
grosse
mani
che
ripetono
continuamente
un
gesto
particolare
.
Le
pietre
,
i
mattoni
,
i
calcinacci
si
accumulano
e
formano
barriere
lungo
i
marciapiedi
.
In
alto
,
a
un
terzo
piano
,
un
piccolo
balcone
di
pietra
sorretto
da
mensole
scolpite
,
un
piccolo
balcone
poetico
di
dove
qualche
fanciulla
clorotica
avrà
contemplato
il
plenilunio
o
le
stelle
pudiche
,
sta
per
cadere
.
Le
mensole
tremano
nel
muro
,
verdastre
per
la
pioggia
e
per
il
musco
e
corrose
,
come
in
una
gengiva
di
vecchia
i
denti
cariati
.
In
alto
,
a
un
quarto
piano
,
un
altro
balcone
tutto
coperto
di
piante
rampicanti
vien
saccheggiato
senza
misericordia
.
Le
belle
piante
lunghissime
e
flessibili
,
ondeggiano
,
scompigliate
,
come
capigliature
verdi
tra
il
polverio
che
sale
.
Alcuni
rami
pendono
spezzati
,
reggendosi
alla
pianta
madre
per
mezzo
d
'
una
sola
fibra
sottile
.
Tutta
la
massa
vegetale
ha
in
sé
qualche
cosa
di
doloroso
come
per
una
violazione
e
per
uno
strazio
.
E
pensare
quante
buone
merende
su
quel
balcone
e
quante
buone
cene
nelle
notti
d
'
estate
,
quando
le
piante
fiorivano
e
odoravano
!
Passando
nella
via
ed
alzando
li
occhi
,
si
vedevano
allora
dei
visi
femminili
fra
il
verde
,
o
si
vedeva
qualche
cappellino
appeso
a
un
ramo
e
qualche
scialle
di
colore
vivo
o
anche
,
talora
,
una
bambola
rosea
.
A
molte
case
sono
già
state
demolite
le
facciate
.
Le
stanze
rimangono
quindi
scoperte
e
con
le
loro
tappezzerie
di
carta
somigliano
a
scenarii
d
'
un
teatrucolo
di
provincia
.
Su
le
pareti
i
mobili
hanno
lasciato
i
segni
.
Facilmente
si
riconosce
il
posto
del
letto
matrimoniale
e
il
posto
della
specchiera
e
quello
dell
'
armadio
,
e
quello
del
canterano
,
e
quello
dei
quadri
.
Qua
e
là
le
carte
sono
ridotte
a
brandelli
,
e
i
brandelli
tremano
all
'
aria
miserevolmente
.
Una
gran
linea
nera
di
fuliggine
segna
il
camino
atterrato
.
Dappertutto
si
scorgono
le
tracce
untuose
e
laboriose
della
vita
domestica
;
dappertutto
,
alla
cruda
luce
solare
,
si
scorge
quel
che
v
'
è
di
sudiciume
e
di
gretteria
e
di
meschinità
nella
vita
casalinga
dei
piccoli
borghesi
.
I
piccoli
borghesi
romaneschi
guardano
dal
mezzo
della
via
le
demolizioni
ingoiando
con
molta
pazienza
la
polvere
bianca
.
Tutti
stanno
col
naso
all
'
aria
e
con
il
collo
teso
e
con
li
occhi
spalancati
e
con
in
tutta
la
persona
una
espressione
grottesca
di
stupidità
;
e
tutti
nell
'
attitudine
e
nella
melensaggine
somigliano
a
quei
venti
o
trenta
beati
che
quotidianamente
si
mettono
innanzi
alla
chiesa
di
Sant
'
Ignazio
ad
aspettare
che
il
colpo
del
cannone
di
mezzogiorno
faccia
discendere
dalla
cima
dell
'
asta
il
globo
indicatore
.
Ma
dalle
rovine
sorgerà
e
risplenderà
la
nuova
Roma
,
la
Roma
nitida
,
spaziosa
e
salutare
,
la
Roma
costruita
dalli
architetti
giovani
che
lasceranno
da
parte
le
eleganze
del
Bramante
e
si
inspireranno
utilmente
al
palazzo
del
Ministero
delle
Finanze
,
al
gran
mostro
della
moderna
architettura
,
alla
caserma
degl
'
impiegati
.
Oh
nobilissima
oziosa
amplitudine
dei
palagi
patrizi
!
Ieri
,
passando
dal
palazzo
Corsini
,
entrammo
per
vedere
le
decorazioni
pittoriche
e
le
restaurazioni
che
l
'
esimio
professore
Bruschi
dell
'
Accademia
eseguisce
nella
volta
della
gran
sala
destinata
alle
sedute
solenni
dei
Lincei
.
Il
professore
che
è
un
uomo
di
media
statura
,
con
baffi
grigi
,
con
lineamenti
che
non
ricordano
per
nulla
quelli
angelici
di
Rafael
d
'
Urbino
né
quelli
sensuali
di
Giulio
Romano
,
stava
in
alto
su
le
impalcature
e
teneva
il
capo
coperto
d
'
un
semplice
giornale
,
precisamente
della
Rassegna
(
oh
,
infelice
professore
!
)
foggiato
a
berretto
alquanto
michelangiolesco
.
Quasi
incurante
del
grave
pondo
torrachiano
,
il
buon
accademico
toccava
vivacemente
l
'
imperial
manto
bizantino
d
'
una
Giurisprudenza
e
cantarellava
.
Quei
tocchi
erano
li
ultimi
,
e
quella
canzonetta
era
di
liberazione
.
La
sala
,
rettangolare
,
è
di
stile
settecentistico
,
architettata
dal
cavalier
Fuga
con
una
certa
nobiltà
di
scompartimenti
.
Nella
vòlta
già
esistevano
le
cornici
ed
esistevano
anche
alcuni
fregi
un
po
'
barocchi
;
cosicché
il
Bruschi
ha
dovuto
nell
'
opera
sua
trar
partito
dalle
cornici
e
dai
fregi
e
armonizzare
le
decorazioni
nuove
alle
vecchie
.
Il
Bruschi
in
questo
è
riuscito
con
molta
abilità
.
Non
volendo
essere
interamente
barocco
per
rimaner
nello
stile
,
ha
saputo
usare
certe
fini
astuzie
di
decoratore
consumato
,
e
fondere
sapientemente
le
sue
pitture
un
po
'
cinquecentistiche
con
i
cartocci
e
gli
svolazzi
del
barocchismo
.
A
ciò
tendono
le
molte
volute
dei
papiri
sorretti
dai
putti
e
gli
animali
chimerici
che
occupano
molti
piccoli
spazii
intermedi
.
Le
pitture
girano
in
torno
alla
volta
,
rappresentanti
figurativamente
le
varie
Scienze
che
i
Lincei
coltivano
.
Ogni
figura
muliebre
è
disegnata
con
tranquillità
di
linee
e
colorita
con
varietà
di
toni
.
L
'
esecuzione
delle
parti
nude
ci
è
sembrata
finissima
.
Un
'
Astronomia
avvolta
d
'
un
azzurro
drappo
stellato
,
con
li
occhi
all
'
alto
,
ha
,
per
esempio
,
nelle
nudità
delle
braccia
e
del
seno
e
nella
faccia
una
illuminazione
quasi
lunare
,
una
specie
di
lievissimo
azzurreggiare
notturno
,
di
effetto
squisito
.
Una
Matematica
,
pensosa
,
avvolta
in
un
drappo
violaceo
,
è
dipinta
con
una
venustà
di
forme
veramente
rafaellesca
.
Tutte
le
figure
stanno
al
loro
posto
,
non
invadono
lo
spazio
,
non
opprimono
lo
spettatore
,
non
escono
troppo
fuori
della
superficie
a
loro
assegnata
.
L
'
occhio
si
riposa
in
un
'
armonia
generale
.
Le
pareti
,
coperte
di
stucchi
,
sono
illustrate
da
busti
marmorei
.
Di
qual
colore
dovranno
essere
le
tende
delle
finestre
e
le
portiere
?
Di
qual
forma
e
di
qual
colore
dovranno
essere
i
mobili
?
Chi
a
questo
presiede
non
s
'
è
curato
della
questione
che
pure
è
importantissima
.
Le
tende
,
le
portiere
,
i
mobili
sono
stati
comperati
assai
prima
che
il
professor
Bruschi
incominciasse
a
decorare
la
sala
!
Con
quale
criterio
?
Oh
,
asinità
dei
provvedimenti
!
Ma
di
demolizioni
e
di
restaurazioni
i
lettori
ne
avranno
abbastanza
.
Parliamo
di
cose
più
allegre
,
per
finire
;
di
cose
parigine
,
e
precisamente
di
sport
.
Al
Campo
di
Marte
in
questi
giorni
il
Canis
-
Club
ha
data
la
prima
festa
cinegetica
,
una
festa
nuova
per
Parigi
e
interessantissima
,
una
corsa
di
levrieri
.
Una
tribuna
,
simile
a
quella
di
Longchamp
,
ma
assai
minore
,
accoglieva
l
'
high
-
life
;
e
il
campo
era
limitato
in
cerchio
non
da
palizzate
né
da
corde
,
ma
da
un
grillage
metallico
che
impediva
ogni
deviazione
ai
corridori
e
alle
lepri
.
Un
Canis
-
Club
dovrebbe
anche
sorgere
a
Roma
,
qui
dove
ogni
genere
di
sport
terrestre
potrebbe
vigorosamente
fiorire
.
Chi
non
conosce
e
non
ammira
i
levrieri
,
quei
cani
lunghi
e
smilzi
ed
eleganti
che
Diana
prediligeva
e
che
Paolo
Veronese
dipingeva
con
tanto
amore
?
I
levrieri
sono
,
secondo
noi
,
i
più
nobili
fra
tutti
i
cani
.
Essi
non
hanno
,
come
il
comune
dei
cani
,
la
volgare
abitudine
della
fedeltà
al
padrone
,
quella
vile
abitudine
che
i
poveri
di
spirito
gabellano
per
virtù
.
Essi
certamente
non
si
lascerebbero
morir
di
fame
su
la
tomba
del
loro
signore
;
e
la
tomba
di
Edoardo
III
informi
.
Essi
sono
liberi
,
forti
,
indipendenti
,
pugnaci
,
audaci
,
volubili
;
hanno
la
grazia
del
serpente
e
la
terribilità
dei
felini
.
Le
loro
forme
sono
rappresentate
sugli
antichi
monumenti
egizii
.
I
tartari
,
i
persiani
,
gli
abitatori
dell
'
Asia
Minore
,
i
beduini
,
gli
arabi
,
i
sudanesi
,
gli
indiani
e
molte
altre
genti
dell
'
Africa
e
dell
'
Asia
Centrale
li
onorano
e
li
stimano
quasi
al
pari
dei
cavalli
.
In
certi
luoghi
il
valore
del
levriere
è
determinato
da
leggi
.
Nel
Jemen
,
per
esempio
,
chi
uccide
un
levriere
è
costretto
per
multa
a
pagare
tanto
frumento
quanto
ne
bisogna
per
coprire
intieramente
l
'
animale
morto
,
appeso
per
la
coda
e
toccante
con
le
narici
il
suolo
.
In
Arabia
il
prezzo
di
uno
sloughi
cacciatore
di
gazzelle
e
di
antilopi
eguaglia
il
prezzo
di
un
cammello
.
Dicono
gli
arabi
:
«
Se
lo
sloughi
vede
una
gazzella
pascente
,
la
giunge
prima
che
essa
trangugi
l
'
erba
carpita
»
.
In
Arabia
,
ove
accada
che
una
levriera
ceda
all
'
amore
di
un
cane
d
'
altra
stirpe
,
il
padrone
rugge
di
vergogna
e
di
dolore
.
L
'
incauta
viene
subito
uccisa
affinché
non
metta
alla
luce
figli
di
sangue
plebeo
.
La
purezza
della
razza
vien
conservata
con
una
specie
di
religiosità
e
di
superstizione
.
Tale
è
il
levriere
,
nostre
dolci
signore
.
E
se
il
panegirico
non
vi
tediasse
,
seguiteremmo
ancora
per
molto
a
noverare
le
virtù
dei
nobili
animali
nostri
prediletti
.
A
Parigi
una
corsa
è
stata
eseguita
da
sedici
levrieri
puri
,
di
Russia
e
d
'
Inghilterra
,
d
'
una
età
dai
due
ai
quattro
anni
.
I
competitori
spiccavano
salti
d
'
una
larghezza
prodigiosa
.
A
due
di
quelli
che
avevano
riportata
la
vittoria
,
fu
poi
data
in
caccia
una
lepre
;
e
la
lepre
,
dopo
molte
giravolte
e
molti
scambietti
e
molte
furberie
di
fuga
,
venne
afferrata
e
a
mezzo
uccisa
dai
focosi
persecutori
.
Riportò
,
nell
'
agone
,
la
prima
delle
vittorie
una
levriera
nera
d
'
Inghilterra
,
nomata
Kiss
,
una
meravigliosa
bestia
che
darà
eccellenti
rampolli
.
In
ultimo
,
al
rally
-
coursing
corsero
in
torma
tutti
i
veltri
,
al
suono
gioioso
delle
fanfare
.
E
lo
spettacolo
doveva
essere
magnifico
e
inebriante
.
O
belle
dame
di
Roma
,
proteggete
i
levrieri
!
Fate
che
anche
qui
i
levrieri
salgano
in
onore
,
i
grandi
cani
lucidi
come
la
seta
,
smilzi
,
dalle
gambe
nervose
,
dal
muso
di
luccio
,
dal
ventre
roseo
,
dal
fianco
palpitante
,
come
voi
ardenti
,
come
voi
audaci
,
come
voi
infedeli
.