StampaQuotidiana ,
Sono
de
dieci
.
Nel
Corso
,
nella
piazza
Colonna
,
nella
piazza
di
Montecitorio
,
in
tutte
de
vicinanze
del
gran
Palazzo
Innocenziano
,
la
moltitudine
si
accalca
con
una
densità
tenace
ed
impenetrabile
.
Tutte
de
finestre
sono
gremite
.
Su
la
loggia
sostenuta
dal
portico
di
Vejo
gli
ombrellini
multicolori
ondeggiano
e
risplendono
come
una
gigantesca
fioritura
di
papaveri
,
di
gigli
e
di
rose
...
artificiali
.
Il
sole
è
ardente
e
fastidioso
.
Gli
spettatori
sono
assai
più
pigiati
e
schiacciati
che
non
sieno
i
guerrieri
Marcomanni
su
per
la
colonna
del
glorioso
imperatore
Marco
Aurelio
,
e
de
loro
facce
sono
assai
più
varie
che
non
i
geroglifici
dell
'
obelisco
di
Psammetico
primo
.
Vi
rammentate
i
versi
degli
Emaux
?
La
sentinelle
granitique
,
Gardienne
des
énormités
,
Se
dresse
entre
un
faux
temple
antique
Et
la
chambre
des
députés
.
Je
vois
,
de
janvier
à
décembre
La
procession
de
bourgeois
,
Les
Solons
qui
vont
à
la
chambre
,
Et
les
Arthurs
qui
vont
au
Bois
...
Il
caldo
aumenta
di
minuto
in
minuto
.
L
'
aspettazione
è
immensa
.
I
gendarmi
mettono
un
argine
di
ferro
alla
folla
invadente
.
Di
tanto
in
tanto
sorgono
voci
alte
e
fioche
.
L
'
operaio
,
il
piccolo
possidente
,
il
commesso
di
negozio
,
il
pick
pocket
,
la
donnetta
politica
,
il
tribuno
da
strapazzo
,
il
vecchio
impiegato
memore
delle
antiche
pompe
pontificie
,
l
'
ozioso
che
prende
diletto
ad
ogni
spettacolo
e
che
assiste
immancabilmente
dalla
piazzetta
di
Sciarra
alla
discesa
della
palla
meridiana
,
e
il
dilettante
che
conosce
tutte
le
celebrità
politiche
e
le
ha
seguite
nella
loro
carriera
,
e
il
reduce
delle
patrie
battaglie
,
e
l
'
elettore
,
tutti
questi
varissimi
tipi
tumultuano
su
l
'
asfalto
del
marciapiede
e
giuocano
di
gomiti
per
conquistare
un
posto
da
cui
poter
godere
la
grande
cerimonia
regale
...
Le
trombe
squillano
.
Gli
ufficiali
gridano
un
comando
.
Le
canne
dei
fucili
,
nel
movimento
rapido
e
preciso
,
mandano
un
baleno
che
si
propaga
per
tutta
l
'
ala
militare
.
In
fondo
al
Corso
,
verso
la
piazza
di
Venezia
,
si
vedono
luccicare
de
dorature
della
prima
carrozza
di
Corte
sormontate
dalle
parrucche
e
dagli
abiti
rossi
degli
staffieri
.
Le
corazze
delle
guardie
folgoreggiano
meravigliosamente
polite
come
quelle
dei
paladini
di
messer
Lodovico
.
La
pompa
s
'
avvicina
.
Viva
il
Re
!
Nell
'
aula
di
Montecitorio
lo
spettacolo
è
diverso
,
ma
l
'
impazienza
è
in
tutti
egualmente
viva
.
Quei
felici
mortali
che
posseggono
un
biglietto
,
guadagnato
a
furia
di
insistenze
e
fastidii
infiniti
,
giungono
tutti
sudanti
e
anelanti
,
con
la
cravatta
a
sghimbescio
,
con
il
frac
dalle
maniche
troppo
lunghe
e
dalle
code
troppo
larghe
,
preso
in
affitto
per
la
grande
occasione
,
con
la
tuba
tutta
arruffata
.
Attraversano
la
folla
a
testa
bassa
,
non
si
curano
né
delle
spinte
né
delle
pestate
né
delle
imprecazioni
,
pur
di
giungere
in
un
posto
da
cui
si
possa
vedere
il
Re
o
almeno
la
Regina
.
Le
signore
,
entrando
,
a
quel
fiato
torrido
che
sale
dall
'
emiciclo
e
dagli
scanni
inferiori
,
impallidiscono
,
restano
un
momento
smarrite
,
non
sanno
dove
andare
a
sedere
,
si
peritano
a
scomodare
tante
persone
.
Sorgono
dei
brontolii
qua
e
là
,
poco
cavallereschi
.
Non
soltanto
le
alte
tribune
,
ma
tutti
i
corridoi
intorno
intorno
,
dietro
gli
scanni
dei
deputati
,
e
le
scalinate
,
si
riempiono
in
un
attimo
.
Un
cinguettio
confuso
e
ineguale
suona
da
un
capo
all
'
altro
,
sotto
la
cupola
grigia
e
azzurra
che
pare
di
cartone
.
Non
è
possibile
,
in
mezzo
a
tanta
folla
,
distinguere
le
persone
amiche
,
le
signore
note
,
le
eleganti
,
quelle
che
empiono
dei
loro
nomi
tutte
le
cronache
mondane
.
A
pena
a
pena
,
qua
e
là
,
una
toilette
vivace
,
molto
chiara
o
molto
rossa
,
un
cappellino
molto
carico
di
fiori
o
molto
scintillante
di
jais
,
un
ventaglio
molto
ampio
,
dalle
stecche
dorate
o
dalle
pitture
vistose
o
dalle
piume
magnifiche
,
rompono
la
monotonia
,
chiamano
l
'
occhio
,
fanno
volgere
i
cannocchiali
.
Nella
tribuna
degli
ambasciatori
alcune
dame
,
vestite
con
una
gaia
leggerezza
estiva
,
si
muovono
,
parlano
,
ridono
,
agitano
il
ventaglio
tra
i
diplomatici
ben
gallonati
e
decorati
.
Tutte
le
insegne
cavalleresche
del
mondo
civile
brillano
su
quei
petti
giovenili
o
senili
.
Il
vecchio
Keudell
trionfa
.
Un
attaché
biondo
di
Russia
sorride
amaramente
sotto
il
peso
delle
sue
pellicce
magnatizie
.
Il
bel
conte
d
'
Arco
,
tutto
vermiglio
su
le
lunghe
gambe
bianche
,
pare
un
fenicottero
del
lago
d
'
Albufera
.
Il
ministro
di
Turchia
è
tutto
un
'
opera
di
oreficeria
e
,
fatta
eccezione
per
la
barba
e
per
la
fede
maomettana
,
rammenta
la
venerata
immagine
della
madonna
di
Loreto
.
I
ciondoli
,
i
nastri
,
gli
alamari
,
le
croci
,
i
tosoni
,
i
collari
sono
innumerevoli
.
Tutti
i
più
bizzarri
simboli
della
onorificenza
umana
sono
chiusi
tra
quelle
quattro
colonne
di
cartapesta
,
come
in
un
reliquiario
.
Mancano
le
vetrine
.
Ma
il
rombo
del
cannone
giunge
con
un
tuono
sordo
nell
'
aula
;
e
per
le
tribune
corre
un
mormorio
più
sonoro
.
Ci
vogliono
ancora
dieci
minuti
all
'
arrivo
del
Re
.
Le
conversazioni
si
rianimano
.
Tutti
si
alzano
su
la
punta
dei
piedi
per
guardare
i
deputati
che
o
stanno
seduti
negli
scanni
o
girano
distribuendo
e
ricevendo
strette
di
mano
.
I
nuovi
eletti
si
riconoscono
subito
:
molti
hanno
una
miserevole
aria
provinciale
,
si
sentono
impacciati
nell
'
abito
nero
,
nella
camicia
inamidata
,
nei
guanti
bianchi
.
Si
guardano
intorno
con
sospetto
,
temendo
sempre
di
sorprendere
su
le
labbra
dei
colleghi
un
sorriso
ironico
.
Hanno
in
cuore
una
certa
palpitazione
pensando
al
momento
in
cui
di
tra
la
insidiosa
barba
dell
'
onorevole
Depretis
uscirà
il
loro
nome
.
Con
qual
tono
di
voce
dovranno
essi
pronunziare
il
giuro
?
E
se
la
voce
mancasse
?
E
se
fosse
ridicola
?
E
se
suscitasse
l
'
ilarità
nei
colleghi
?
Mio
Dio
,
quale
incertezza
!
Alcuni
,
più
arditi
,
già
invasi
dalla
febbre
dell
'
ambizione
,
meditano
un
piano
.
Si
faranno
notare
anche
nel
pronunziare
quel
semplice
giuro
.
Vibreranno
il
verbo
con
una
voce
sonora
,
ferma
,
chiarissima
,
facendo
un
gesto
risoluto
.
Altri
sognano
,
guardando
con
gli
occhi
imbambolati
la
rossa
tribuna
della
Regina
.
Essi
un
giorno
si
leveranno
dal
loro
banco
,
d
'
improvviso
,
e
in
un
istante
abbatteranno
il
ministero
,
con
un
discorso
,
con
un
solo
grande
discorso
che
poi
appassionerà
l
'
Italia
intiera
...
Altri
sono
commossi
;
si
sentono
su
la
bocca
dello
stomaco
un
tremolio
singolare
.
E
dalle
tribune
gli
spettatori
si
chinano
,
si
sporgono
,
tendono
il
collo
,
fiutando
la
grandezza
politica
,
simili
a
quegli
affamati
che
vanno
a
respirare
,
dagli
spiragli
delle
cucine
principesche
,
gli
odori
dei
tartufi
e
degli
arrosti
fini
.
Così
anche
i
dieci
minuti
passano
.
La
Regina
entra
fra
gli
applausi
,
ringrazia
con
quei
lenti
e
nobilissimi
inchini
che
sono
una
delle
sue
grazie
regali
.
Le
dame
di
Corte
le
fanno
intorno
corona
.
La
contessa
di
Santafiora
,
tutta
bianca
,
con
delle
piume
leggere
tra
i
capelli
,
emerge
su
le
altre
.
Dietro
una
colonna
s
'
affaccia
il
profilo
bellissimo
della
contessa
Taverna
.
I
gentiluomini
sono
pieni
di
ricami
d
'
oro
.
Gli
applausi
crescono
e
scoppia
un
lungo
grido
che
fa
tremare
i
vetri
del
lucernario
e
tutta
la
puerile
architettura
.
Viva
il
Re
!
Il
Re
d
'
Italia
è
entrato
in
Parlamento
.