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> autore_s:"Jemolo Arturo Carlo"
Giudici e amministrazione ( Jemolo Arturo Carlo , 1965 )
StampaQuotidiana ,
Alcuni processi contro note personalità della scienza e della politica hanno interessato l ' opinione pubblica , per le figure degli imputati , per i problemi che sollevavano . Nell ' arringa al processo dei dirigenti l ' Istituto di Sanità , il Pubblico Ministero mi fece l ' onore di citarmi , polemizzando con quanto avevo sostenuto in un convegno svoltosi su quei problemi . Premetto che ritengo questi processi siano stati nell ' insieme benefici . Come tutte le cose umane , hanno anche avuto effetti non buoni : incoraggiamento alla inerzia della burocrazia , alla paura delle responsabilità ; qualche istituto ha in pratica arrestato la sua attività ; ricatti d ' impiegati di enti pubblici che minacciano se non siano promossi di mandare memoriali « all ' autorità competente » . Ma scuotere le acque , incutere un salutare timore , avvertire che non si deve spendere il danaro pubblico a cuor leggero , è in sé un bene . Dove si può dissentire con certe tesi dell ' accusa e di alcuni giudici ? Dove si scorge una ragione di preoccupazione ? Non certo quando si proclama che nessun merito scientifico rende perdonabile il mal fare ; le benemerenze passate potranno giustificare provvedimenti di clemenza , ma non debbono arrestare il magistrato . Più in alto si è nella scala sociale , più si deve avere sensibilità in tema di lecito e d ' illecito . E nessuno , fosse anche la più alta personalità mondiale della cultura , deve aver compensi per un ' opera che non abbia svolta . Chi si è appropriato del pubblico danaro , o ne ha fatto godere parenti ed amici senza ch ' essi nulla dessero in compenso allo Stato od alla res publica , è sicuramente colpevole . Si insegnava un tempo che la sanzione penale colpisce i più gravi tra gl ' illeciti morali . Oggi la dottrina dà definizioni meno semplici del dolo penale ; peraltro resta sempre nella coscienza comune questa idea , che il carcere possa punire soltanto un grave mal fare ; piuttosto vittima che reo chi sul terreno morale appare impeccabile . Anche il reato colposo implica una imprudenza , e giustamente oggi i sacerdoti accentuano il peccato di porre a repentaglio la vita dei nostri simili . Reato colposo , ma non infamante , secondo la vecchia nozione , quello commesso per omissione . Ed omissione può essere anche il non sorvegliare i propri dipendenti . Qui però si avverte il difetto di un sistema , che non scevera compiti degli uomini di scienza e compiti amministrativi , che dà responsabilità di maneggio di miliardi a direttori d ' istituti scientifici , rettori di università , e sia pure di minori somme a direttori di scavi o di pinacoteche , i quali , illustri uomini di studio , possono ben essere ignari di contabilità , Quanto desiderabile che per tutto quel ch ' è amministrazione , erogazione di fondi ci sia il funzionario , solo responsabile , responsabile anche di ammonire l ' uomo di studio del valore delle attestazioni e dichiarazioni , in base a cui chiede sia effettuata una certa spesa . Ma il dissenso con l ' opinione della pubblica accusa si dà quando questa vuole elevare a dolo penale l ' avere ampliato i compiti di un istituto - ad esempio , averne fatto da istituto di applicazioni scientifiche istituto di ricerca pura - o ritenere estranee a quei compiti certe spese ( sempre che sia certo che furono effettuate , e che l ' asserito responsabile non profittò ) . Per questo ho espresso quella voce contraria dopo la sentenza Ippolito . Dissenso perché tutto continuamente muta ed evolve e non c ' è scrittore di diritto che non conosca come in tutti i tempi gl ' istituti sono mutati , nei fini e nelle strutture , assai prima che mutassero le leggi . ( Non farei quindi neppure appello alla paralisi legislativa attuale ; trattasi di un fenomeno costante , in ogni regime ) . Dissenso non perché non sia vero che molto pubblico danaro è speso male ( dalla costruzione di strade inutili , alle biblioteche d ' istituti universitari che acquistano libri che nessuno legge o doppioni , a certi uffici di dirigenti ammobiliati con lusso soverchio , alle pubblicazioni infinite che vanno al macero intonse : anni fa mi capitò sott ' occhio persino l ' edizione in arabo d ' un opuscolo che un ente di riforma aveva fatto diramare ad illustrare la propria opera ) . Ma perché nella struttura dello Stato è pericoloso introdurre il principio fisiologico delle funzioni vicarie ( quando un organo non agisce , subentra provvidenzialmente un altro organo a supplirlo ) , e per ciò che gli istituti di controllo sono inefficienti , fare scendere sullo sperperatore la più grave sanzione penale . Dissenso perché se ci si pone su questa via si colpisce a caso , uno su mille . Non c ' è ente , non ufficio , che non potrebbe essere perseguito . Non credo esista un Comune che non faccia qualche spesa che è fuori del quadro della legge comunale ; non mi consta siaci nella legge di reclutamento alcuna disposizione , la quale stabilisca che gli avvisi di ammissione a corsi per la nomina a carabiniere o sergente od ufficiale non siano più quali furono per oltre sessant ' anni dalla unificazione , i comuni manifesti delle pubbliche autorità , ma opere d ' arte , affidate ad artisti di fama ; e si potrebbe incriminare ogni preside che stampi un opuscolino od un ricordo a celebrare il cinquantenario della sua scuola , perché nessuna norma di legge prevede una tale spesa . Non si può neppure tentare di scoprire tutti coloro che fanno spese non previste dalla legge organica ; sì colpirà dove ci sia la denuncia . Ora in tutti i governi con pluralità di partiti è stato compito delle prefetture invalidare come estranei ai fini d ' istituto certi provvedimenti delle amministrazioni avverse al governo , chiamando responsabile chi li aveva adottati , mentre si approvavano quelli delle amministrazioni amiche . Ma la fama di imparzialità delle prefetture non se n ' è accresciuta . Non vorrei vedere i tribunali prendere il loro posto . Evoluzione d ' istituti nel silenzio della legge ; i magistrati che la negano la stanno attuando . Ho sott ' occhio la requisitoria del Pubblico Ministero al processo della Sanità : che termina con un quadro di quelle che dovrebbero essere le riforme da introdurre nei vertici dell ' amministrazione , nei maggiori organi dello Stato . Ottimo argomento per una di quelle che avrei auspicato fossero discussioni del Parlamento ( gli ultimi mesi hanno dato argomenti , come gli scioperi dei pubblici impiegati , il prepotere dell ' alta burocrazia , quasi casta sacerdotale dell ' antico Egitto , i rapporti tra Corte Costituzionale e Cassazione , questi giudizi di responsabilità , che in altri tempi avrebbero formato oggetto di discussioni memorande , quelle che si ricordano ancora dopo un secolo , e si raccolgono in volumi come l ' antologia Il Parlamento nella storia d ' Italia di Giampiero Carocci ) . Ma di fronte ad un Parlamento che non ama affrontare questi temi , né cura la ripercussione sulla opinione pubblica della proposta , concorde , di aumento delle indennità , avviene che entri in gioco una « funzione vicaria » e la magistratura si sostituisca . E tuttavia ... l ' arringa del Pubblico Ministero in quel processo ricorda che non fu concessa autorizzazione a procedere contro i deputati implicati nello scandalo dell ' Ingic , ritenendosi non punibile chi attinga danaro da un ente pubblico per i partiti o spese elettorali ; e dice tale tesi assurdità giuridica . Se in un articolo avessi dovuto scrivere di quel disgustoso episodio avrei usato espressione più drastica , a rischio di commettere reato di vilipendio ; ma mi ha impressionato sentire in un ' arringa di P . M . quel giudizio su un voto del Parlamento . Stiamo assistendo ad una evoluzione d ' istituti costituzionali imprevista e di cui non vediamo l ' esito . Con tutto il rispetto per i magistrati come uomini , mi preoccupa quest ' assunzione di poteri da parte di un « ordine autonomo » , non soggetto né direttamente né indirettamente a quella ch ' è la volontà , l ' opinione popolare .