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> autore_s:"Jemolo Arturo Carlo"
Quello che è cambiato nel cattolicesimo ( Jemolo Arturo Carlo , 1977 )
StampaQuotidiana ,
Si parla a sufficienza della Chiesa , ma considerando soltanto la sua azione sociale o politica ; una minima parte di quanto si è scritto anche su religiosi di grande prestigio , don Mazzolari , padre Bevilacqua , don Milani , non analizza l ' essenza della loro fede . È quasi un luogo comune che la Chiesa con Giovanni XXIII e Paolo VI ha subìto una svolta , ma questa svolta consisterebbe nel non pretendere più privilegi , rivolgersi ai popoli più che ai governi , soprattutto prospettare in primo piano la questione sociale , essere la Chiesa dei poveri , abbandonare , come si è fatto con la Populorum progressio , il secolare concetto della proprietà privata diritto naturale , che il legislatore doveva rispettare . Non mi consta che si analizzi mai ciò ch ' è mutato nella religione non solo degl ' italiani , ma direi di tutti gli occidentali ; né se ne troverebbe traccia in documenti ufficiali ; dove come in passato è raccomandato non solo il culto a Maria , ma la devozione al S . Cuore , la recita del Rosario , celebrate le rivelazioni di Fatima . Eppure chi sia abbastanza vecchio per ricordare quella ch ' era al principio del secolo la fede diffusa nella massa dei credenti ( che forse neppure allora costituivano la maggioranza degl ' italiani ) , soprattutto quella ch ' era la fede degli umili , si accorge dei cambiamenti . Era un cattolicesimo in cui il Dio Padre era lontano , poco invocato , cui si parlava attraverso gl ' intermediari , soprattutto la Vergine ed un gran numero di santi , tra cui era dato scegliere il proprio intercessore . Una fede semplice , cui non a torto si rimproverava molto antropomorfismo ; si credeva in una sopravvivenza , ma come una continuazione della vita presente ; un cattolico credeva nelle sofferenze sensibili e senza fine dell ' Inferno , nelle anime purganti per cui si prega e che pregano per noi , in un Paradiso in cui ci si ritrova ancora con gli affetti della vita terrena ; quando si consolava chi piangeva sulla salma di una persona cara , dicendogli : « Tra qualche anno vi ricongiungerete » , si pensava proprio al figlio che ritrova la madre , e conversa con lei , ed ancora le chiede perdono dei suoi mancamenti , allo sposo che ritrova la sposa , i genitori , il figlio . L ' intimo sentire non era un confondersi in Dio , ma un ritrovare proprio le persone care ; qualche anno , e poi di nuovo la famiglia riunita . Un aldilà , lo si concepiva ancora con i colori , le forme , i suoni che ci sono noti ; in un culmine di bellezza cui non possiamo arrivare , ma sempre forme , sempre colori , sempre suoni . I veri credenti erano certi che le indulgenze abbreviano l ' espiazione nel Purgatorio , che l ' assoluzione riporta nello stato di grazia , che il sacerdote ha dei poteri carismatici e può quindi quello che nessun altro uomo può , rimettere i peccati ; gli ortodossi ritenevano esservi una sola via , quella della Chiesa cattolica per giungere a Dio . Cosa rimane di questo , anche in un giovane iscritto all ' Azione cattolica ? Non gli darebbe molestia vedere una di quelle immaginette , tanto diffuse allorché ero bambino , le anime purganti che emergono con metà del corpo da un mare di fiamme , giungendo le mani e levando gli occhi ' al cielo ? O ritrovare in un vecchio libro una delle storie edificanti che si leggevano allora , il bambino morto che alla domanda pressante dei genitori se è in Paradiso , risponde che è all ' Inferno perché è morto dopo aver commesso un atto impuro ? Ripeto , nulla è cambiato nel dogma , nell ' insegnamento ufficiale ; ancora pochi giorni fa una signora mi diceva che un confessore le aveva negato l ' assoluzione s ' ella persisteva nel non credere nell ' Inferno ( non gliel ' avrebbe negata se lo accettava , ma pensava ad un carcere senza detenuti ) . Ma anche nel Credo non si parla più di discesa di Cristo all ' Inferno , e quando sento da ottimi sacerdoti le spiegazioni del Vangelo odo parlare sì di vita eterna , di ricongiungersi con Dio , ma non già quel ritrovarsi proprio in una continuità degli affetti terreni , anziché come scintille che ritornino ad una grande fiamma ; e se pure continuino ad annunciarsi certe indulgenze , come quella della Porziuncola , non sento mai accennare alle indulgenze che abbrevierebbero le pene delle anime purganti ; mentre la facilità delle riduzioni allo stato laicale , il non considerare più il sacerdote che gettava la veste e passava al matrimonio come un disertore , un reietto , non può ( accompagnata all ' abbandono dell ' abito talare , alla stessa trasandatezza frequente del rito ; non più il chierichetto in cotta , che faceva suonare ad un certo momento il campanellino ) non avere diminuito un po ' la figura del sacerdote cui si baciava la mano . Una purificazione del cattolicesimo da troppe scorie inseritesi nei secoli , d ' accordo ; direi anche cattolicesimo più consono alla ragione umana , che se qualcosa può proclamare è il proprio limite ; non può né provare né negare l ' esistenza di un mondo fuori dell ' ambito dell ' uomo chiuso nei suoi sensi ( gli argomenti dimostrativi di questa esistenza poggiano tutti sempre nella cerchia della ragione , cioè della presumibilità che l ' ordinamento umano in cui viviamo abbia caratteri che non possono essere non comuni a quello in cui resusciteremo : effetto che richiama una causa , sviluppo che deve portare ad una mèta , niente senza una ragion d ' essere ) , e meno che mai conoscere quale sarebbe la condizione dell ' uomo che più non fosse tale ; il credente è tale per la fede , e già Dante ammoniva sui limiti del conoscibile , sulla non sostituibilità della fede , ché se no , d ' uopo non era partorir Maria . Ed ancora esortazione all ' uomo che il vero modo di onorare Dio è operare bene , prodigarsi per i fratelli , non pensare a sé , che è la spiegazione dell ' evangelico e misterioso - chi ama la sua vita la perde , e chi odia la sua vita in questo mondo , la conserverà per la vita eterna - ; esortazione ad un comportamento che è certo d ' interesse generale , che permette di collaborare credenti e non credenti ; e già i migliori sacerdoti da tempo predicavano contro il voler ridurre la religione a « sentimento » . Tutto questo è vero ; prendiamo atto di questo tacito mutamento anche con soddisfazione ; ma non disconosciamo che quella che pare scomparsa era la religione dei poveri in spirito prediletti nel Vangelo , e che non è dato supporre un Dio che non accogliesse come una preghiera innalzata a lui quella diretta al santo protettore da una data malattia , o il rosario recitato , storpiando le parole latine , dalla povera vecchietta . Né so pensare ad un Cristo che amando i poveri in spirito , non sia stato l ' intercessore presso il Padre quale fosse la loro preghiera , non gradisse il cuore d ' argento che appendevano per la grazia ricevuta .