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Leggi della Chiesa e legge dello Stato ( Jemolo Arturo Carlo , 1966 )
StampaQuotidiana ,
Come il cielo di primavera talora a brevi intervalli passa dal sereno al grigio cupo , così è tra noi di quelli che si sogliono chiamare rapporti tra società civile e società religiosa . Epoca giovannea continuata dal successore ; fine dell ' era costantiniana ; apertura ; rifiuto da parte della Chiesa del potere politico ; si può parlare di tutto , discutere di tutto ; colloquio tra cattolici e protestanti , tra credenti e laici ; si cerca onestamente di vedere ciò che può esserci di buono , di sano , nel sentire dell ' avversario . È il cielo sereno . Ma poi , si prospetti un disegno di legge sul divorzio , od un magistrato affermi in una sentenza che alla base del diritto statale v ' è un ' etica , un buon costume senza impronta confessionale , ed a questo soltanto i cittadini sono tenuti a conformarsi ; ed ecco si sente subito il brontolio del tuono . Altro che epoca giovannea ; torniamo indietro di centosedici anni . 1850 . il foro privilegiato per gli ecclesiastici è un ricordo remoto nei paesi più cattolici , la Restaurazione non Io ha risuscitato ; né in Francia né nel Belgio né in Austria i più zelanti degl ' interessi della Chiesa pensano a reclamarlo . Ma quando il Piemonte vuole sopprimerlo è la rottura , i rapporti fra Stato e Chiesa con la legge Siccardi si guastano irrimediabilmente , occorreranno tre quarti di secolo perché si ricompongano . 1966 : quasi tutti gli Stati europei hanno il divorzio , nessun partito cattolico , nessun episcopato pensa nei paesi dove esiste a porre sul tappeto la questione della sua soppressione , accettano che il precetto della indissolubilità senza eccezioni sia precetto religioso , vincolante i credenti come ogni comandamento di Dio , ma senza coercizione statale ; in Italia non se ne deve parlare . Intendiamoci . E proprio porsi sul terreno teologico - un precetto assoluto , di diritto divino ; obbligo dello Stato di conformare le sue leggi ad un tale precetto - parlare di un problema del divorzio genericamente . Su un terreno di opportunità umana , di convenienza politica , non si possono considerare che singoli modelli di legislazioni che consentano il divorzio ( già istituire un ufficio del pubblico ministero analogo al difensore del vincolo nei tribunali ecclesiastici , volto ad evitare inganni , darebbe un aspetto a sé ad una legge sul divorzio ) . E si può essere in massima antidivorzisti , anche per ragioni non religiose , nel senso che è ben possibile ispirare pure una morale laica al concetto del sacrificio , all ' austerità del soffrire insieme , e ritenere così che l ' infermità di mente di un coniuge non sia ragione per ridare la libertà all ' altro . Ma si finisce sempre di giungere a qualche caso estremo ( quello di chi ha sposato una straniera , e questa tornata al suo paese ha ottenuto il divorzio , si è risposata , è moglie e madre rispettata e felice , mentre il marito italiano rimane legato ) , in cui soltanto l ' argomento religioso , la forza del sacramento , la volontà imperscrutabile di Dio , può giustificare l ' indissolubilità . Ed il punto è proprio quello se lo Stato possa imporre anche ai non credenti la soluzione che abbia una base puramente religiosa . Discorso parallelo può farsi sulla questione : morale cattolica o morale della società civile ? La nostra società si è formata nella matrice del cattolicesimo , e , a parte conati di punte estreme che non hanno mai attecchito , non c ' è divario tra credenti e non credenti intorno alla quasi totalità dei precetti morali . Quando si discute sul Codice Penale , sul mantenimento o no di certi reati ; o quando in sede disciplinare si vuole accertare se il comportamento di un impiegato sia da tacciare come immorale , non si avvertono contrasti tra credenti e non credenti . Grazie a Dio , direi la totalità del popolo italiano - e non prenderei troppo sul serio le divagazioni di adolescenti - sa che un libero amore , una venere vaga , è il ritorno all ' animalità , la distruzione delle basi stesse della società . I divari nascono su pochissimi punti di sostanza - così la limitazione delle nascite - e su alcuni criteri di condotta politica : punibilità dell ' adulterio , o mera sanzione civile , considerandolo come causa di separazione ? Libertà di discutere di tutto , apertamente , o riserbo su certi problemi , non scriverne in giornali o libri che possano andare per le mani di chiunque ? Come vietare spettacoli che potrebbero essere eccitanti dell ' erotismo ( ma molti daremmo il primo posto nella nostra preoccupazione alla eccitazione alla violenza , che del resto è sorella carnale dell ' erotismo ) ? È qui che una sentenza ha potuto dire - e siamo moltissimi , anche credenti e praticanti , a consentire - che per il magistrato ( che personalmente può essere uomo piissimo ) non ci dev ' essere che la morale desumibile dal complesso dell ' ordinamento dello Stato . Per il credente non ci sono morali , ce n ' è una sola , si obietta . Sì , ci sono i precetti eterni , accolti nei testi sacri ; l ' amore per gli altri ; il sacrificio ; il superamento di tutti gli appetiti carnali , dal sesso alla gola , alla brama del potere e delle ricchezze , per conseguire la libertà dalle passioni ; cercare la verità , realizzare la giustizia . Ma le applicazioni di quella precettistica eterna mutano continuamente nel tempo ; ma i dubbi sull ' attuazione pratica della regola , sono quotidiani . Strano che dei credenti non si domandino se sarebbe necessaria una Chiesa docente , ove tutto fosse così chiaro e semplice come a volte affermano essere ; non riflettano che le trite accuse anticlericali all ' opera della Chiesa nei secoli dipendano dall ' incomprensione di ciò ch ' è lo spirito , il diffuso sentire di ogni epoca , attraverso cui faticosamente anche i santi , anche gli spiriti più illuminati , riescono a fare penetrare un po ' di luce . Il credente sa che Dio si rivela man mano agli uomini ; l ' ottimismo cristiano è nel credere che gli occhi degli uomini si stiano aprendo gradatamente alla luce ; che , se anche le azioni non seguano immediatamente , il senso del bene e del male vada man mano affinandosi . Per tornare al contrasto tra chi ritiene che il precetto religioso debba dominare la legislazione civile e chi lo vuole imperativo solo per i credenti : se dal lato cattolico si possono rievocare prese di posizione analoghe di oltre un secolo fa , manca ogni parallelo dell ' altro lato . Qui c ' è vero distacco . All ' inizio del secolo anche il socialismo accanto alle rivendicazioni economiche poneva una serie di premesse ideologiche : molte campagne che oggi paiono assurde ( Oddino Morgari che voleva far fischiare lo zar , un disprezzo becero dei valori religiosi ) , l ' antimilitarismo , le campagne contro la massoneria e contro il duello , condotte accanto alla lotta sindacale . Oggi lo sblocco dei fitti ha ben maggiore importanza del divorzio e della obiezione di coscienza . Certo è così per i più ; ma la vera democrazia consiste proprio nel seguire i più ? La Repubblica sociale di Mussolini fu larga di Stato e Chiesa promesse ai lavoratori ; ma trovò una generazione di operai e contadini che ancora sentiva esserci qualcosa di più importante delle conquiste sindacali . Forse ignoravano persino il nome di Croce , ma avrebbero detto con lui che ascoltare o no la Messa è più importante che conquistare Parigi .
Tra Cavour e De Gasperi ( Jemolo Arturo Carlo , 1966 )
StampaQuotidiana ,
Come si giunse dalla opposizione netta , irreducibile , disposta ad utilizzare ogni strumento , anche a benedire eserciti stranieri che intervenissero a ristabilire il vecchio ordine , propria ai cattolici politici , a quelli che " sentivano col Papa " , negli anni dalla unificazione al primo decennio circa dopo la presa di Roma ; come si giunse da questo estremo al clima di alleanza del 1929 , alle visite dei papi al Quirinale ? Parlare di opera del tempo , non è rispondere . Sono gli uomini a far sì che il tempo porti dimenticanza , o mantenga inalterati , talvolta inasprisca i rancori . Il bruciore della Francia per la sconfitta del 1870-71 ed il desiderio di rivincita eran più vivi che mai dopo quarant ' anni ; in uno spazio di tempo di gran lunga minore l ' Austria aveva quasi perduto il ricordo delle sconfitte del 1859 e del 1866 . De Gaulle ha potuto fare accettare alla Francia un riavvicinamento fattivo alla Germania anche dopo gli orrori della seconda guerra mondiale . Il tempo è una parola ; gli uomini sono la realtà . I punti salienti di questa traiettoria che si svolge in un secolo circa sono evocati nella bella raccolta dei suoi articoli che Giovanni Spadolini ci dà col titolo Il Tevere più largo ( ed. Morano , 1967 ) , preceduta da una introduzione , la cui sintesi è questa : la Chiesa ha potuto accettare come un fatto provvidenziale la scomparsa del potere temporale ; si è operata una svolta per cui i cattolici hanno quasi riscoperto " quei valori della libertà religiosa , e del pluralismo democratico , che tutta la tradizione del Sillabo aveva condannato o svalutato o comunque offuscato " ; ma non si può parlare di conflitti eliminati per sempre . Superato un clericalismo di tipo reazionario " non manca talvolta di affacciarsi all ' orizzonte con burbanzoso cipiglio un nuovo clericalismo , di opposto segno nell ' apparenza , ma gravido di eguali pericoli nella sostanza ... che si muove nella linea strumentale e machiavellica dell ' articolo 7; che non escluderebbe di salvare domani il Concordato ... col concorso determinante del partito che fu di Togliatti " ; e la prefazione termina esaltando De Gasperi come quegli che meglio comprese il pericolo di questo nuovo clericalismo . I capisaldi della evoluzione che Spadolini evoca sono : la preoccupazione di Cavour di ricevere in punto di morte i sacramenti ; la corrispondenza , fattaci conoscere dal padre Pirri , tra Vittorio Emanuele II e Pio IX , da cui appare l ' opera moderatrice del re contro ogni intemperanza anticlericale dei ministri , il desiderio costante di non rompere con la Chiesa ; il Sillabo come conseguenza del 1859 , momento in cui la S . Sede perde la fiducia nella diplomazia e nelle soluzioni politiche , e si rende conto che la riconquista da operare è quella delle coscienze . Del pari il Concilio Vaticano e la proclamazione della infallibilità pontificia esprimono " la scissione della Chiesa dal mondo , in vista di contrapporre l ' assolutezza della fede alle sconfitte della storia " ; e dopo il 20 settembre Pio IX rifiuta di abbandonare Roma , comprendendo che una rinascita cattolica solo da qui sarebbe partita ; rinascita che trova come avversario non tanto gli Stati , quanto lo " spirito borghese " , cioè la fede del borghese in se stesso , nella sua ragione e nel suo equilibrio , del borghese " ai cui occhi l ' oro si santifica , il lavoro si riscatta , il commercio si purifica " . E pur senza dirlo , Spadolini pare contrapporre a questa visuale del borghese , quella del cattolico liberale , considerato in De Sanctis , per cui " il peso dei valori morali ha una importanza forse superiore a quella delle esperienze intellettuali ... la fermezza dell ' animo sembra più importante della vastità della cultura , che non si accompagni all ' integrità della coscienza " . Leone XIII rappresenta un rinnovato " imperialismo cattolico " col rafforzamento delle missioni , l ' allargamento dell ' attività diplomatica ; l ' appoggio a determinate forme della scienza e del pensiero moderni , e soprattutto l ' iniziativa sociale , la fiducia nella democrazia come strumento per riaffermare l ' iniziativa del papato nel mondo . Il periodo giolittiano rappresentò " la conciliazione silenziosa " ; e di questo periodo viene ricordato Romolo Murri , le cui speranze saranno tutte deluse , e le cui parole non potevano trovare alcuna eco in Giolitti . Pio X " sentiva in modo sovrumano , esclusivo , con una forza di ispirazione degna dei Pontefici del Medio Evo , la preminenza della Chiesa sulla società civile " ; fra tutti i Pontefici dell ' età moderna , fu quello " che più fieramente ribadirà il dovere di una devozione e di una sudditanza totale , senza sottintesi , senza riserve , al magistero pastorale " . Benedetto XV , pur così dissimile , era sostanzialmente sulla stessa linea quando condannava la guerra " come la conseguenza diretta della stessa visione della vita che dominava il mondo moderno , fondata come era sui valori della lotta , dell ' emulazione , della selezione e della concorrenza " . È rievocata la nascita del partito popolare , e belle pagine sono dedicate a don Sturzo , dandosi tutto il suo valore a quello che fu il lato più brillante e più durevole della creazione del partito popolare , averlo fatto nascere disancorato dalla gerarchia ecclesiastica , staccato dall ' Azione cattolica . Ed è esaltato De Gasperi , considerato cattolico - liberale e riformatore sociale . Gli ultimi capitoli sono dedicati al nostro decennio : indicano ciò che abbia rappresentato , per chi possegga senso storico , la risposta del Nunzio a nome del Papa Giovanni XXIII agli auguri fatti pervenire dal segretario del partito liberale ; l ' atteggiamento di Giovanni XXIII verso i paesi di oltre - cortina e le ripercussioni che può avere avuto sui cattolici italiani , come ammissione della libertà del voto cattolico . Affermano che il pontificato roncalliano , pur nelle sue audacie , non lascia la minima traccia d ' innovazioni sul piano dei principii : né nella questione sociale , né sul tema della pace e del pacifismo . Ricordano la visita di Giovanni XXIII al presidente Segni , quella di Paolo VI al presidente Saragat , ed il discorso di questo , che giustamente fece scaturire i principii ispiratori della Costituzione repubblicana dal tronco dell ' etica cristiana . Sono tutte pagine letterariamente molto belle , scritte in un puro italiano che ormai è raro ritrovare , con piena conoscenza dei temi , vivacità giovanile e calore di convinzione . Va da sé che non concorderei sempre con Spadolini . Accetto la sua visione dei Pontefici - non tutti i giudizi particolari ; non escludo com ' egli fa che Benedetto XV non potesse meglio frenare certi empiti di nazionalismo cattolico , e credo che Pio XII , pur non potendo compiere nulla più di quanto compì in favore degli ebrei , avrebbe potuto , senza inasprire Hitler , scaldare il cuore dei cattolici facendo meglio sentire il dolore ch ' egli veramente soffriva per la persecuzione e che ogni credente doveva dividere - ; sottoscriverei alle pagine su Vittorio Emanuele II e su Giolitti . Sono molto dubbioso sul sentimento cattolico di Cavour , che mi appare piuttosto un deista , che vuoi morire da cattolico secondo la tradizione dei suoi avi , e soprattutto per il male che verrebbe all ' Italia da una sua morte che permettesse di dirlo empio impenitente . Ritengo De Gasperi un grande cattolico , che rese un servizio inestimabile alla Chiesa contrastando a certe tendenze del Pontefice che avrebbero favorito un riformarsi di blocchi anticlericali ; un intelligentissimo cattolico che ebbe chiara l ' idea della linea di condotta da seguire per ottenere per la Chiesa il massimo che i tempi consentivano ( credo anche che nel suo intimo , se non ci fosse stata una decisa volontà pontificia , non avrebbe così fermamente voluto l ' art. 7 della Costituzione nei suoi attuali termini ) ; ma non scorgo nella sua opera quella riaffermazione vigorosa dell ' autorità dello Stato , della dignità e sovranità del potere centrale , che scorge Spadolini . Né son d ' accordo con l ' amico Spadolini quando teme che un certo clericalismo possa vagheggiare un ' " operazione Sturzo " con il partito comunista . Non amo gli uomini di quel clericalismo , ma non li credo né scettici né privi di intelligenza ; essi sanno che i comunisti sono tutt ' oggi , malgrado ogni dialogo , gli uomini del materialismo ; che a differenza dei vecchi liberali non concepiscono in seno ai loro ranghi - se non proprio all ' ultimo posto tra i proseliti - chi appartenga ad una qualsiasi religione . Perché i " clericali " potessero accettare una tale alleanza occorrerebbe che il comunismo fosse così lontano dai suoi principi dottrinali , quanto il liberalismo del 1900 lo era dall ' Illuminismo e dall ' Enciclopedismo , sua remota matrice . Nulla di simile sull ' orizzonte .
Il Papato ( Jemolo Arturo Carlo , 1958 )
StampaQuotidiana ,
Nella storia quasi due volte millenaria del Papato si possono tracciare periodi che hanno una propria inconfondibile fisionomia . Anche qui la Rivoluzione francese ha aperto una fase , che non so se si possa considerare ancor chiusa . Mentre rispetto a tanti altri atteggiamenti della vita collettiva ci pare che un nuovo periodo sia stato aperto dalla Rivoluzione russa dell ' ottobre '17 , relegando nel passato molti problemi , quando guardiamo al Papato non appaiono avvenimenti che segnino l ' inizio di un capitolo nuovo . Se la religione fu sempre opposta alla incredulità e considerata caposaldo d ' una ordinata vita associata , è dalla Rivoluzione francese che anche gl ' increduli pongono l ' accento sul Papa . Scorgono in lui la difesa di una società , non minata più soltanto dallo scetticismo religioso , ma dal rifiuto di quell ' ordine sociale che da una lunga serie di generazioni era sembrato fondamento incrollabile . Du Pupe del De Maistre è della Restaurazione , opera di un uomo di forte ingegno che ben sa che , malgrado l ' abbattimento di Napoleone ed il Congresso di Vienna , la rivoluzione continua ; peraltro è ben noto come De Maistre sia tipico esponente dell ' aristocrazia ch ' era stata illuminista , e che ora , voltasi al culto dell ' ordine , scorge nel Papa il pilastro della difesa sociale . Negli anni della Rivoluzione , di Napoleone , della Restaurazione , gli aspetti che più sono da cogliere nell ' azione del Papato , come inizi di direttive che non verranno mai meno , mi paiono tre . La condanna dei preti che hanno accettato la Costituzione civile : è la stessa linea che oggi la Chiesa pratica di fronte al movimento polacco di " Pax " ed ai sacerdoti cinesi che hanno aderito al governo di Mao . La Chiesa preferisce , in linguaggio tattico , perdere il territorio , ma conservare l ' esercito ; il nerbo di questo è l ' obbedienza ; non la tocca l ' argomento che nella Francia della rivoluzione , nella Cina d ' oggi , meglio vale ci siano cristiani non obbedienti a Roma piuttosto che increduli . Il Papa , inoltre , non si lascia attrarre alla difesa del legittimismo , del diritto divino dei re . Lo sconfessa con l ' incoronazione di Napoleone ; dappertutto i fautori del diritto divino , che vorrebbero scomunicati i popoli che non accettano i sovrani legittimi , non troveranno che delusioni , rivolgendosi a Roma . Sopra i diritti dei sovrani legittimi , c ' è il bene della cristianità . Ferdinando VII può adontarsi , ma i Papi riconoscono le Repubbliche del Sud e del Centro America , rispondono al re di Spagna che non possono lasciarle abbandonate alla propaganda protestante del Nord . Ferdinando II di Napoli non otterrà dal foglio che più rispecchia le idee di Pio IX , l ' affermazione che la monarchia assoluta sia l ' ottimo dei regimi . La Santa Sede crede che ogni forma di governo sia conciliabile con uno Stato cattolico . Terzo punto : il Papato non si lascia smuovere dal divampare delle passioni nazionali . Le guarda dapprima con diffidenza ; finisce di riconoscere la legittimità dell ' aspirazione dei popoli a dare vita a Stati nazionali , ma non considererà mai questi i soli Stati legittimi ; vedrà sempre nel troppo forte senso nazionale una insidia al concetto della universalità della famiglia cristiana . L ' Ottocento volge verso la fine , s ' inizia il nuovo secolo . Siamo nell ' epoca delle mirabili scoperte , delle grandi creazioni meccaniche , apparentemente del primato dell ' economia . Ma l ' inevitabile resistenza del trascendente , del mondo della metafisica , s ' impernia sempre più sul Papa . Con Pio IX , come ha notato Salvatorelli , s ' inizia quel culto della persona del Papa , quell ' affetto per la persona fisica del Vicario di Cristo , che oggi è abito naturale di tutti i cattolici , ma che non è esclusivo a loro . Liberato dal peso del potere temporale , l ' ascendente morale del Papato , pur nei paesi protestanti , nell ' Inghilterra per cui era stato fino a pochi decenni innanzi nemico tradizionale , sale rapidamente . Diviene presto il grande potere mondiale , di cui debbono tener conto anche paesi di civiltà extraeuropea , del tutto estranei alla storia del vecchio mondo , dove i cattolici rappresentano l ' un per cento . La storia ha visto negli ultimi quarant ' anni movimenti d ' enorme vastità , trasformazioni così rapide che sarebbero sembrate impensabili ( vivono in non avanzata vecchiaia coloro che ricordano la Cina degli imperatori e dei mandarini , i cinesi dal codino , le cinesi dai piedi deformati ) . Salvatorelli ha sintetizzato la situazione attuale nella divisione del mondo in tre settori e nella crisi , che nel settore occidentale sembra minacciare i rapporti tra società civile e società religiosa . Io porrei l ' accento sulla debolezza , che in gran parte d ' Europa presentano le forme tradizionali che per secoli hanno espresso la società civile ; e sulla tendenza degli organi della società religiosa ad assumere la direttiva anche della società civile . Questo potrebbe segnare una trasformazione dei contrasti tra mondo occidentale e resto del mondo in lotta religiosa ; ma ad altri occhi potrebbe anche apparire una radicale trasformazione dell ' Occidente , la quale attutisse le avversioni che in Asia ed Africa si hanno contro di lui : dubito che oggi nel mondo arabo ci sia , per il prete o la suora , l ' avversione che si dà per il funzionario coloniale o per il militare . Nulla di più vano delle profezie . Ma sembra certo che , nella vicenda dei prossimi decenni , il rilievo della Santa Sede sarà sempre maggiore . Alla figura del futuro Papa - questo sovrano assoluto , che non ha parlamenti né maggioranze cui debba rendere conto - non a torto si guarda con un ' ansia che non sarebbe giustificata in alcun ' alba di regno , in alcuna vigilia di elezione presidenziale .
Il Concilio: realtà e mito ( Jemolo Arturo Carlo , 1962 )
StampaQuotidiana ,
In tempo di guerra coloro cui incombe controllare e dirigere l ' opinione pubblica paventano il disfattismo , ma altresì le false notizie di vittorie , i presagi di rapida felice conclusione che , non verificandosi , portano a reazioni di sfiducia . È ciò cui penso vedendo l ' attesa , in alcuni ambienti troppo trepida , del Concilio : il formarsi di un suo mito . Per quanto grande possa esserne il successo , poco muterà , immediatamente od in breve volgere di tempo , soprattutto agli occhi di chi non segue nei dettagli le questioni di disciplina ecclesiastica . Se si avrà un qualche ritorno all ' ovile , non sarà che da parte di minori chiese scismatiche , forse di qualche rito orientale , meno improbabilmente di gruppi che le vicende politiche hanno allontanato dalle sedi originarie . I mutamenti disciplinari , consistessero anche in un più deciso impiego dei laici , od in una maggiore autonomia dei vescovi ( che non so se augurarmi : coloro che deprecano l ' accentramento romano non pensano a quanto è valso a salvare le chiese dei singoli paesi dal pericolo di scivolare nel nazionalismo , di essere completamente dominate volta a volta dalle esasperazioni dell ' opinione pubblica locale ) , non saranno appariscenti , atti a colpire l ' immaginazione popolare . Non verrà certo meno la distinzione tra chierici e laici , la potestà di magistero riservata ai primi , né il celibato del clero , né il rigore nelle cause di nullità matrimoniale . Per parare il pericolo della delusione , occorre ricordare pure agli entusiasti che non solo l ' aspetto esteriore , ma l ' andamento generale della vita ecclesiastica non è soggetto a subire profondi mutamenti per via del Concilio ( i preti meno zelanti , i religiosi meno illuminati , resteranno quel che sono ) ; e soggiungere subito che tuttavia l ' evento conciliare si presenta come di primaria importanza non tanto nella storia della Chiesa quanto in quella del secolo , ed è probabilmente destinato a segnare una data memoranda . Giustamente s ' insegnava che dopo il Vaticano I , con la proclamazione dell ' infallibilità pontificia , dopo che il Codice di diritto canonico aveva ribadito che le delibere conciliari non hanno efficacia se non approvate e promulgate dal Papa , che il Concilio non può trattare argomenti se non proposti dal Papa o da lui preventivamente approvati , non appariva l ' opportunità di nuovi Concili ; onde si riteneva che quello del 1869-'70 sarebbe rimasto l ' ultimo . Ed in effetto tutto ciò che statuirà il Concilio avrebbe potuto essere sancito con singoli atti pontifici . I questionari che sono stati rivolti ai vari episcopati su una serie di punti , e che hanno raccolto volumi e volumi di risposte - si ammira in particolare la solerzia dell ' episcopato germanico - avrebbero potuto essere del pari inviati e valutati in vista di Bolle pontificie , elaborate nella competente congregazione . Sarebbe stato dell ' indole del Pontefice , del suo apprezzamento della situazione , seguire o meno le direttive emananti da tali risposte , scegliere tra le opinioni diverse . Il Concilio implica la discussione in assemblea , il porre quindi alla luce del sole ( anche se i verbali non dovessero venire pubblicati integralmente , se in essi venissero smussati alcuni dissensi , non è mai segreto quel che segue in un ' assemblea di quasi tremila persone ) i reciproci punti di vista , il far sapere in un secondo momento che certe decisioni furono adottate a maggioranza e non alla unanimità . Ciò che ha importanza non come accenno ad una impossibile riforma di struttura della Chiesa ( dove il potere non può venire che dall ' alto , dove nessuna maggioranza può imporsi al Vicario di Cristo ) , ma come fatto di costume . L ' obbedire a ciò che si sa essere stato proposto in base a certe esperienze , discusso , approvato in virtù di argomenti noti , è il rationabile obsequium , contrapposto all ' obbedienza a ciò che misteriosi superiori nella loro imperscrutabile saggezza avessero ordinato per ragioni a loro soltanto note . Su un terreno di annientamento del proprio io , indubbiamente più meritevole la seconda obbedienza ; ma è significativo che ci si preoccupi oggi , a differenza che in altri momenti , di vedere nell ' ecclesiastico , nel fedele , non tanto quegli pronto ad umiliare la propria ragione sull ' ara della disciplina , quanto quegli che deve essere convinto per poter convincere , per rendersi portatore di luce . Sul terreno dei rapporti interconfessionali : se neppure il più piccolo gruppo dissenziente avesse a riunirsi alla Chiesa cattolica , rimarrebbe del pari grandissimo fatto l ' invito rivolto a tutte le confessioni ed eminentemente il mutato stile di fronte ai separati . I meno giovani si rendono conto che il linguaggio attuale verso greco - orientali ortodossi e verso protestanti sarebbe stato semplicemente impensabile sotto Pio X , ancora sotto Pio XI ; anche in omaggio al nuovo clima avrei preferito che la risposta valdese fosse diversa , con minor timore di un equivoco che non poteva sorgere in alcuna persona sensata . Senza pensare a conversioni od a ritrattazioni , ci si può dire lieti di cooperare in qualche opera di bene , soprattutto nella difesa dei valori comuni a tutto il cristianesimo di fronte a chi nega ogni luce del divino . La grande svolta che a mio avviso segna il Concilio , è proprio in un mutamento di prospettiva . Va da sé che per la Chiesa cattolica oggi come domani come ieri , chi non accetta tutti i suoi dogmi , e così il Papa vicario infallibile di Cristo , è in errore . Ma posizioni opposte sono : l ' arrestarsi su quel che divide , l ' isterilirsi nel ribadire all ' infinito l ' antitesi " verità - errore " , ed il dire invece : " accantoniamo questi punti , su cui le opinioni di ciascuno sono note e nette ( ognuno potrà anche aggiungere : le mie , immutabili ) , e cerchiamo di lavorare insieme " . Ciò che significa anche : " guardiamoci gli uni e gli altri con occhio amico , e confrontiamo altresì le nostre esperienze sul miglior modo per rendere gli uomini più buoni , per condurli a Dio " . Mi sembra che non solo ogni cattolico , ma ogni uomo di buona volontà , di qualsiasi convincimento , debba augurare successo a chi si pone su questa via .
Libertà religiosa e spirito di carità ( Jemolo Arturo Carlo , 1963 )
StampaQuotidiana ,
Ha avuto giusta eco il discorso del cardinale Bea alla Università " Pro Deo " , specie nel passo in cui ricorda come il segretariato per l ' unione dei cristiani abbia preparato uno schema da proporre al Concilio sul tema della libertà dell ' uomo di seguire anche in materia religiosa solo la propria coscienza , sul dovere dell ' individuo e della società di rispettare tale libertà ed autodecisione . Forse le parole più salienti del discorso sono quelle che insistono sui due doni che debbono sempre restare congiunti : « L ' amore della verità e l ' amore della persona , cioè la carità del prossimo ... L ' amore della verità , senza carità , diviene intollerante e respinge . La carità senza la verità è cieca e non può durare . La grazia che il credente deve impetrare da Dio è anzitutto " l ' armonia tanto difficile da realizzarsi : tra l ' amore della verità e la carità ... " » . Non so se sia caso , o riserbo , il discorso non è stato riprodotto dall ' Osservatore Romano . Esso è meno ardito di quanto potrebbe sembrare , se si riflette che la Chiesa ha sempre considerato come dogma fondamentale , da cui deriva la responsabilità dell ' uomo , quello della libera scelta , del nessun valore del gesto coartato . Non si salva l ' anima di alcuno legando il suo corpo per impedirgli di compiere il male cui anela . Ma in altri punti ci sono stati lenti , non sempre facilmente coglibili , mutamenti . Si è sempre ammesso in teoria che si possa errare per ignoranza , in buona fede ; solo , per lunghissimi periodi , fin quasi ai giorni nostri , si stentava a riconoscere questa buona fede ; gli eretici erano incalliti nell ' errore , perché attraverso le Scritture che professavano di venerare dovevan riconoscere la verità della fede cattolica , anzitutto il magistero del Pontefice ; pervicaci gli ebrei , nel non voler constatare , attraverso i loro Profeti , che con Gesù era venuto il Messia ; imperdonabili gli atei , perché con gli argomenti della ragione dovevano pervenire all ' esistenza di Dio , ai principi fondamentali della fede , da cui , per corollari , si giunge a tutta la dottrina della vera religione . Molte generazioni di teologi , di pastori , fino ad epoca vicina a noi , hanno creduto in questo splendere della verità , che occorre chiudere volutamente gli occhi per non scorgere . Ma l ' evidenza finisce sempre d ' imporsi ; anche quella che gli argomenti della logica formale non hanno la penetrazione che poté attribuir loro un tempo il cattedratico ; che in ogni ragionamento , appena si esca fuori dell ' ambito delle scienze fisiche ( e non giurerei neppure in questa esclusione ) c ' è un elemento passionale , una spinta fideistica , non eliminabile . Gli uomini di chiesa hanno dovuto constatare come argomenti che a loro , in virtù della formazione ricevuta , parevano irrefutabili , nulla dicevano a chi aveva ricevuto formazione diversa . I sempre più larghi contatti con il mondo di quelli che per la Chiesa sono i ciechi o gli erranti , han persuaso della loro buona fede . Le avversioni si sono attutite . Altro discorso : a giustificare la intolleranza si è sempre addotta la necessità di difendere dall ' errore le masse , i giovani , gl ' inesperti . Padre Taparelli oltre cento anni or sono ne L ' esame critico degli ordini rappresentativi , rispondeva agli assertori della libertà di opinioni : chi oppone che non si può strappare con la forza l ' assenso degli intelletti , non si rende conto " che chi mette in catena il mostro dell ' errore , come chi mette la musoliera all ' orso , non pretende convertire la fiera , ma camparne i galantuomini " . Diciassette anni or sono , L ' Osservatore Romano rispondeva quasi con i medesimi termini a quanti , alla morte di Buonaiuti , si erano lagnati che l ' intransigenza ecclesiastica non gli avesse permesso di risalire sulla cattedra : dovere della Chiesa , il preservare i giovani dall ' errore . Ma già nel secolo scorso veniva innanzi la famosa distinzione della tesi e dell ' ipotesi ; cioè vera in massima la tesi del dovere di chiudere il varco all ' errore ; doversi però fare l ' ipotesi che quest ' atteggiamento generi tali contrasti , tali reazioni , avversioni alla Chiesa , da risultare un maggior male . Oggi ricorre sempre più , almeno nei paesi liberi - ché i regimi totalitari sono ancora sul terreno del chiudere la bocca a quelli che per loro sono gli erranti - , il presupposto dello scandalo dato dalla repressione del supposto errore . V ' è anche un lato teologico che normalmente si dimentica ; il rigorismo agostiniano scorgeva la massa dannata , da cui occorre staccarsi , per giungere a far parte del piccolo numero di salvati ; nel Trecento un Gregorio da Rimini era convinto del fuoco sensibile cui sarebbero stati condannati per l ' eternità gl ' infanti morti senza battesimo . Il cancellarsi di queste concezioni , una maggior fiducia nella comprensione e nella bontà di Dio , porta anche gli uomini più pii ad avere minor preoccupazione per la sorte di quanti , aspirando al bene , non trovassero la retta dottrina . Ma l ' antitesi tra liberali ed autoritari è antitesi che non verrà mai interamente meno ; non si supera con argomenti di pura ragione . Quanti siamo per la soluzione liberale , sappiamo di essere sospinti da una fiducia nell ' uomo , nella sua scintilla divina , che gli permetterà , sia pure attraverso lunghe traversie , di trovare la via migliore ; ed altresì da una simpatia spontanea per l ' uomo liberale , sempre pronto ad ascoltare , a comprendere , a rivedere le proprie posizioni ; fede è simpatia che altri possono non condividere . Contemporaneamente al discorso del card . Bea seguiva , cosa di ben minore importanza , un convegno dell ' associazione per la libertà religiosa : dove naturalmente si auspicavano diritti positivi rispettosi di tutti i convincimenti ; che riconoscano a tutti , appartenenti ad una fede od uomini che non si appellano a Dio , libertà di cercare proseliti . Ma nelle nostre conversazioni ci accorgevamo di essere divisi , tra quanti crediamo in un Dio che preghiamo , quanti hanno un vivo senso del sacro , che non riescono a fissare in una concreta religione , e quanti invece dichiarano di sentirsi pienamente appagati nell ' ambito della ragione , senz ' avvertire altri bisogni . Ed anche in un altro punto nelle nostre molto amichevoli conversazioni non eravamo concordi ; convinti tutti del dovere dell ' uomo di dichiarare al mondo le sue convinzioni , io assumevo il temperamento della pietà . Allo sdegno di alcuni per ciò , che la vedova di un nostro comune amico aveva voluto per lui funerale religioso , là dov ' egli mai era stato aderente alla fede cattolica , opponevo che se la povera donna ( che non aveva smentito inesistenti conversioni ) aveva tratto da ciò conforto , da quei funerali non era certo rimasto falsato il pensiero del marito , le cui pagine , nobili e belle , sono ben chiare . La congiunzione che fa il card . Bea tra amore della verità e carità del prossimo , m ' induce a perseverare in questo sentire , che ad altri più rigidi sembrerà lassismo .
Un Papa ottimista ( Jemolo Arturo Carlo , 1964 )
StampaQuotidiana ,
Se scrivessi di avere visto negli ultimi quindici anni riaccendersi il contrasto religioso che percorre la seconda metà del '600 e gran parte del '700 tra giansenisti e gesuiti , tra fautori del rigorismo morale ed assertori dell ' indulgenza , tra sostenitori della porta stretta , della salvezza dei pochi , dell ' essere l ' umanità massa dannata , e chi asserisce che la Redenzione consente la salvezza di tutti : ogni lettore penserebbe che sia uscito di senno . I più indulgenti accennerebbero alla deformazione dell ' uomo di studio , che crede di vedere il mondo riflesso nel piccolissimo settore su cui si è affisso . Ed in effetto chiunque sa che viviamo in un mondo in cui le preoccupazioni religiose hanno scarso posto , e solo strette cerchie le condividono . Se ci si limita però a queste , è tuttavia agevole cogliere che la posizione di quelli che si chiamano conservatori rispecchia l ' atteggiamento dei giansenisti di tre secoli or sono : gli uomini si debbono piegare alla legge di Dio , se pure la trovino dura o sembri loro irragionevole ; e non possono pretendere sia invece tale legge a piegarsi alle loro esigenze ; la natura umana è sostanzialmente cattiva , ed occorre il principio di autorità per tenerla a freno ; le passioni vanno rattenute : nulla di più deleterio del lasciar credere che il peccato universalmente praticato cessi di esser tale . Quelli che sembrano innovatori non pretendono certo ad un ' abrogazione di leggi divine per volontà umana , ma ritengono che solo poche norme fondamentali siano dettate per gli uomini di ogni tempo e luogo , ed il precetto , veramente immutabile , di carità ed amore vada tradotto in regole di condotta diverse secondo i tempi . E così che certa precettistica , che una volta raggiungeva un fine di bene , abbia ad essere abbandonata se si constata che ottiene oggi un risultato antitetico ; la regola sempre valida , di cercare di trarre alla verità , alla buona condotta di vita , i fratelli , implica metodi di attuazione differenti secondo i tempi ; nello stesso modo che i genitori si comportano diversamente verso i figli a seconda della loro età , dei caratteri , delle crisi che attraversano . Contrasto che non assume le note acute di quello già ricordato di altri secoli ; ma che sussiste ; ed in cui sono del pari rispettabili le posizioni delle due parti . Non vorrei dispiacere al padre Ernesto Balducci dicendogli che queste considerazioni mi venivano innanzi man mano che leggevo il suo libro così bello , così ricco , Papa Giovanni , uscito in questi giorni : che lo leggevo con vivo consenso . Non vorrei dispiacergli , in quanto egli ha scritto in testa al libro : " Papa Giovanni non è stato per me un pretesto per dire altre cose ... è così facile partire da lui per sviluppare un discorso tutto nostro , di cui egli non avrebbe mai accettato la paternità " ; e potrebbe apparire che io voglia contrastargli . Ma chi ha vena di storico non può non inquadrare ; e l ' uomo più religioso avverte che nulla si opera per salti , che anche gli eventi che sono frutto immediato della grazia di Dio , persino i miracoli , hanno una preparazione storica : quella che porta gli uomini a comprenderli . Nulla di eterodosso nel dire che l ' avvento del Messia fu preceduto da almeno tre secoli che portarono una spiritualizzazione dell ' ebraismo , l ' attitudine a divenire da religione di un popolo religione universale , e , nel mondo pagano , fecero lievitare l ' idea di un Dio unico , dietro lo schermo di dei troppo simili ad uomini . Papa Giovanni non poteva nascere nel medioevo ; e se un neo c ' è nel libro del Balducci , è di lasciare in ombra che ci furono non pochi che pur tacendo , perché in posizioni religiose o politiche che non consentivano la critica ad un Papa , ritennero dannosa la sua mansuetudine , ed hanno rialzato alquanto la testa dopo la sua scomparsa . D ' altronde anche padre Balducci , pure proponendosi di guardare la mirabile vita ed indole di Angelo Roncalli , e volendo evitare ogni inquadratura storica , deve ricordare quella che sarebbe stata la caratteristica del suo pontificato : il mondo moderno si era organizzato secondo valori nuovi , " che la Chiesa misurava più nelle loro energie di divergenza dalla fede che nella loro virtualità di convergenza " ; la teologia sviluppava " un certo tipo di formulazione , che ben rispondeva all ' intenzionalità polemica che guidava la Chiesa , ma rendeva sempre meno accessibile all ' uomo laicizzato il patrimonio dell ' insegnamento cattolico " ; papa Giovanni ha compreso " che l ' opera della Chiesa non può esaurirsi nella polemica " , che gli errori persistono , ma hanno perduto gran parte dell ' antica pertinacia e soprattutto la presunzione di porsi come alternativa alla verità di Cristo ; onde la Chiesa può piuttosto che arrestarsi nella polemica , " attendere a riproporre la verità cattolica entro una formulazione più adatta all ' intelligenza moderna " . Mi pare quindi si possa ben dire che il papato di Giovanni XXIII , pur essendo la rivelazione di un uomo che alla profondissima fede univa la scintilla del genio , s ' inquadra in un ' epoca ; ha nella storia la sua preparazione ; sbocca nel riconoscere che molti valori fino allora oppugnati non sono inconciliabili con la Chiesa , che questa deve proseguire il suo cammino , anziché spendere il meglio delle sue forze in vecchie polemiche . La preparazione consiste da una parte in movimenti interni alla Chiesa , ma avversati o condannati dalla S . Sede , che sono le varie sinistre cattoliche , e soprattutto i gruppi francesi che vogliono il colloquio con tutti , anche e soprattutto con il mondo comunista , e ( a ragione od a torto , non importa ) sono tratti a vedere negli atteggiamenti antireligiosi od anticristiani del mondo d ' oltre cortina od afroasiatico non connotazioni incancellabili , ma reazioni a posizioni tradizionali cattoliche . Per un ' altra parte questa preparazione si ha nel pontificato di Pio XII , in lati che sfuggono all ' attenzione degli studiosi laici : la rottura dell ' immobilismo , anche a rischio di dare scandalo , con le innovazioni liturgiche ( la Messa pomeridiana che trova ancor oggi ripugnanze in chi non sa disgiungere liturgia e tradizione ) e l ' accettazione , in tema di interpretazione della parte più antica , ma essenziale , del Vecchio Testamento , di tesi che sarebbero state sicuramente condannate al tempo della campagna antimodernista . Naturalmente non era questa che preparazione : che avrebbe pur potuto costituire una via senza uscita se non fosse sopravvenuto Angelo Roncalli . E bene nel libro di padre Balducci si accentua che con l ' elezione al pontificato parve nascere un altro uomo ; nunzio in Francia era stato ritenuto un integralista ; né nunzio né patriarca aveva neppure accennato agli ardimenti che ebbe pontefice . Padre Balducci spiega ciò con il profondo senso chiesastico , la completa obbedienza del prelato ; fino a che in posizione subordinata , sole sue direttive quelle del papa regnante ; soltanto dopo salito al soglio pontificio poté imprimere alla Chiesa un impulso diverso da quello datovi dai suoi predecessori . Pure felicemente il libro ricorda come nell ' opera di Giovanni XXIII tutto seguisse alla insegna della semplicità : " Le decisioni più geniali egli le ha prese come se fossero normali provvedimenti , dissimulando la loro effettiva grandiosità con sorriso casalingo e con linguaggio festivo ... ha detto con parole povere , cose grandi " . E pur questo , del mutato tono , del rendersi conto che oggi i popoli non sono più portati alla riverenza dallo stile e dalle forme esteriori , è stato un adeguamento ai tempi ; ma altresì un aderire alla posizione ottimistica , che non giudica gli uomini incapaci a comprendere quel che può esservi di grande in un messaggio , ad esserne toccati , se non attraverso la magniloquenza . Un credere nei fratelli .
Si riapre il Concilio ( Jemolo Arturo Carlo , 1965 )
StampaQuotidiana ,
L ' ultima sessione del Concilio non si apre nel clima di grandi speranze che in molti - non in chi da anni segue attentamente la vita della Chiesa - ne avevano accompagnato gli inizi . Non ci saranno ritorni di fratelli separati ; probabilmente usciranno attenuati od edulcorati i testi su cui più si appuntava l ' attenzione generale , quello in tema di libertà religiosa , l ' altro che avrebbe dovuto togliere all ' antisemitismo ogni arma suscettibile di passare come di marca cattolica . Attraverso la già pubblicata costituzione dogmatica " De Ecclesia " sappiamo che , con tutte le parole di alto rispetto per la dignità dei vescovi , nulla è mutato alle posizioni poste dal primo Concilio Vaticano ; viene ribadito che il corpo dei vescovi ha potere solo quando agisce con il Papa , che quanto questi dispone ha valore immediato , non per il consenso della Chiesa ( e che non si sia mosso alcun passo verso un episcopalismo , non è ragione di rammarico per chi teme la debolezza degli episcopati nazionali di fronte al potere politico od alle passioni popolari ) . La medesima Costituzione parla di una dignità e di un apostolato dei laici , ma in nulla modifica la posizione loro fatta dal vecchio diritto canonico . Non sembra probabile che si abbia qualche novità sensazionale : diaconi coniugati od una norma generale che autorizzi il sacerdote a ritornare al secolo ed a contrarre matrimonio quando non si senta più pari al suo compito . Quel che invece sicuramente rimarrà , sarà il clima di distensione nei rapporti con le altre confessioni ed altresì con quanti , pure dichiarando di non avere la fede , non siano oppositori della Chiesa , non cerchino di distruggere la fede altrui . La prevalenza dei latini sui cattolici di rito e tradizione orientale trova termine ; si ammette nella Costituzione dedicata alla Chiesa d ' oriente che siano possibili matrimoni tra cattolici ed acattolici con la semplice presenza di un sacerdote , ma senza seguire il rito dei cattolici ; si ammette , sia pure eccezionalmente , la possibilità di funzioni sacre celebrate insieme con gli appartenenti a Chiese separate da Roma . Il decreto sull ' ecumenismo , pieno di rispetto per le Chiese sedicenti ortodosse , è pur riguardoso nei pochi paragrafi destinati ai protestanti ; naturalmente parte dal principio che la Chiesa soltanto ha la pienezza della verità ; onde riprova certo irenismo che per venire incontro ai separati danneggerebbe la purezza della dottrina cattolica cd oscurerebbe il suo senso genuino . Nella Costituzione sulla Chiesa , quel che è detto della Vergine non allarga ulteriormente il fossato che separa dai protestanti . Fuori delle Costituzioni e del diritto scritto , pare certo che il clima è molto mutato , e probabilmente senza ritorni , da quello ch ' era ancora trent ' anni or sono ; non c ' è più l ' orrore per il sacerdote che ha dismesso l ' abito e si è sposato ; oggi il vescovo benefico , veramente paterno , è più considerato di quello grande costruttore di seminari e di chiese per cui riusciva a trovare fondi , grande manipolatore di elezioni . Delusione per l ' evoluzione seguita dal giorno dell ' apertura del Concilio ? In certi ambienti , più d ' oltr ' Alpe che italiani , sicuramente sì . Ma sarebbe scambiare la minor parte con la massa dei cattolici parlare di delusione senz ' altro . Invero oggi più che mai lo schieramento cattolico è così vasto e con tale diversità di posizioni , che resta impossibile valutare in termini generali . Ci sono quelli che vorrebbero tornare alla purezza evangelica , alla Chiesa povera , e quelli attaccati più che mai al clima costantiniano , ai concordati , allo Stato che paga le congrue , al braccio secolare . Ci sono quelli cui il catechismo , certe dottrine tradizionali , certe devozioni sembrano scorie morte ; certe credenze , che non costituiscono articolo di fede ma che sarebbe irrispettoso dichiarare superstizione , offendono . Altri , invece , si trovano a loro agio nelle vecchie forme ; c ' è una massa che non vive nel clima del tomismo né in quello del Vangelo , bensì nell ' altro dei santi miracolosi , delle rivelazioni di S . Margherita Alacoque o della Vergine di Fatima , che ignora tutto del Vecchio e del Nuovo Testamento , per cui la grande figura del Cristo è al più il S . Cuore . L ' uomo di fede sa che Dio gradirà i più umili omaggi , che probabilmente più di un semplice dell ' ultima schiera passerà dinanzi a quelli che hanno cercato l ' acqua più pura della Rivelazione . Ma quali problemi si presentano ai reggitori . Se siamo in un certo numero a ringraziare Dio di averci fatto vivere gli anni di Giovanni XXIII , molti ne furono scandalizzati ( circolò alla sua morte la frase che sarebbero occorsi quarant ' anni per riparare al male che aveva fatto in quattro ) ; parecchi sono rimasti turbati dalle novità liturgiche succedutesi da Pio XII a Paolo VI . E c ' è un dato conturbante . Contro tutte le previsioni che il mondo colto , la classe politica formulava cento anni or sono , l ' ascendente morale , la potenza della Chiesa è andata costantemente crescendo , senza interruzioni . Lo scandalo dato alla cultura dalla formulazione dei decreti antimodernisti non ha nemmeno rallentato quest ' ascesa . Nei paesi già rigorosamente protestanti , Olanda , molti Cantoni svizzeri , Ginevra anzitutto , l ' avanzata cattolica è impressionante ; gli Stati Uniti hanno potuto avere un presidente cattolico , la posizione dell ' attuale presidente non è stata nemmeno scalfita dalla conversione di una sua figlia al cattolicesimo . Conversioni in senso opposto non se ne danno ( nessun rilievo certi movimenti di umili ; ondate che si dissolvono nell ' ambito di una generazione ) . Di fronte a quest ' ascesa costante si comprendono le esitazioni all ' idea di mutamenti profondi . Quando mai si abbandona una direttiva nel momento che segna i maggiori successi ? E tuttavia un profondo istinto , che trova nella ragione argomenti di conforto , ci dice che questo successo non è in profondità , non è caratterizzato da un ritorno degli uomini alla preoccupazione del volere di Dio , al bene . I sacerdoti più a contatto con le coscienze non hanno la tonalità ottimistica di quelli che vivono nel clima costantiniano , che stipulano concordati . Malgrado certo ottimismo di comando l ' umanità ha preoccupazioni come non mai . Si eviterà l ' urto delle razze ? Si otterranno tanti beni da soddisfare la popolazione del mondo sempre in aumento ? Si potranno abbassare le muraglie che dividono paesi poveri e ricchi , o la difesa del proprio benessere non renderà sempre più aspri e crudeli , fino a far risorgere mostruosità che speriamo debellate per sempre ? La Chiesa non può senza rinnegare il suo ecumenismo rassegnarsi a restare spettatrice , sia pure orante , in quella che sarà la vicenda , speriamo non tragica , dei prossimi cento anni . Non può non esserle d ' incitamento il ricordo di quel che fu , all ' incirca tredici secoli or sono , il suo compito nella fusione di popoli già plasmati dalla civiltà greco - romana e di barbari . Ma tutti avvertiamo che ad espletare questo compito di patrocinare fusioni , di mitigare egoismi e ferocie , non saranno idonei quanti credono che la fede sbocchi dall ' apprendere il catechismo , quanti sono attaccati alle leggende ed alle pie devozioni , quanti vivono sotto l ' incubo della eresia , e neppure quanti , legati al clima costantiniano , reclamano privilegi per la Chiesa . Solo uomini de ] clima giovanneo , capaci come il Redentore di guardare oltre le dottrine nel cuore dei fratelli , con tesori di comprensione e di amore che rompono ogni argine teologico , con il coraggio che consente di camminare sulle acque , potranno essere atti a tanto .
Il volto nuovo della Chiesa ( Jemolo Arturo Carlo , 1964 )
StampaQuotidiana ,
Talora i contemporanei non hanno coscienza di vivere anni che la storia considererà come periodo ( l ' importanza vitale per un paese od una istituzione , se non per tutta una civiltà ( ed a volte invece sembrano di somma importanza eventi che tra non molto appariranno di nessun rilievo ) . Ho l ' impressione che stiasi verificando ( con il ritmo accelerato , la condensazione nel tempo , che distingue il nostro secolo rispetto ai precedenti ) una nuova riforma cattolica , di non minore rilievo di quelle del sec. XI e della seconda metà del Cinquecento . Mi parrebbe ingiusto non ricordare che la prima scossa all ' immobilismo venne da Pio XII ; quello di Giovanni XXIII fu il periodo eroico , Paolo VI lo continua e ne segnerà , pensiamo , le realizzazioni . Molti avevamo avuto il torto di scorgere il Concilio come teso verso una unione delle Chiese , e non irragionevolmente , guardando questa mèta , eravamo piuttosto scettici ; pensavamo che già un grande passo si era compiuto smussando tutte le asprezze , non parlando più di eretici e scismatici , ma di fratelli separati , e che altro non si poteva ora ottenere . Chi aveva occhi spassionati si accorgeva , sì , che appariva nella Chiesa un rigoglio di riacquistata giovinezza , quale ahimè non si nota negli organismi statali ; nuove leve di chierici volenterosi fino all ' entusiasmo , qualche raro fenomeno di turbolenza chiaramente originata da troppo amore ( i volontari che muovono all ' attacco prima del tempo ) . Ma non ci eravamo resi conto - ed occorre riconoscere che per questo l ' Italia non era l ' osservatorio più adatto - che il tempo era maturo per qualcosa di ben più importante che non la riunione a Roma di qualche Chiesa orientale : per una grande revisione delle posizioni del cattolicesimo , una depurazione dalle incrostazioni ben più radicale di quella che costantemente ma lentamente segue , un adeguamento intelligente al compito di riconquista di un mondo che molte generazioni di uomini di chiesa si limitavano a condannare . Giovedì scorso , dopo il voto sulla collegialità dell ' episcopato , il giornale Le Monde scriveva : " Il Vaticano II ha provato il proprio vigore , la propria intuizione di un ' epoca caratterizzata ad un tempo dal bisogno di decentramento e di libertà e dalla sua nostalgia di convergenza . Il Vaticano II ha realmente completato il Vaticano I senza soluzione di continuità con il passato , senza scosse inutili , senza respingere quelli che erano più propensi a guardare il passato che l ' avvenire " . Senza attendere i testi definitivi , che potranno anche contenere qualche attenuazione , qualche concessione ai vescovi italiani e spagnoli che rispecchiano masse di fedeli timorose di sentir pronunciare parole nuove , mi pare definitiva e senza possibilità di ritorno l ' ammissione del pieno rispetto che merita l ' uomo che opera secondo i suoi convincimenti , che cerca la verità anche se giunga a conclusioni antitetiche a quelle della Chiesa ; il togliere ogni appoggio in testi ecclesiastici all ' antisemitismo : proclamare che i vescovi , indipendentemente dall ' essere preposti ad una sede , formano il corpo che esprime il sentire della Chiesa ; riconoscere che il laico può essere qualcosa di più del destinatario della missione di questa , un missionario egli pure , un insegnante , un partecipe attivo del culto ; fermo il celibato del clero , non considerare più un reietto , un colpevole il sacerdote che sveste l ' abito ; non umiliare nella forma stessa della celebrazione il matrimonio misto . Ancora : se storicamente il cristianesimo è nato dall ' innesto di un germoglio ebraico su un ceppo greco - romano , questa origine non è una prigione ; l ' avere versato la sua dottrina immutabile in forme tratte dalla filosofia greca non preclude che quella dottrina possa essere domani portata in nuove forme , con un diverso linguaggio , ai popoli asiatici ed africani . ( Ma il succo , i Vangeli , non sono legati ad alcuna filosofia , valgono per tutti gli uomini , penetrano nel cuore del negro come del bianco ) . Forse non sarà soddisfatta l ' aspirazione a certe pronunce in tema di rapporti tra il fedele e lo Stato : fermo l ' orrore per la guerra , ripetuto con la più alta parola che nulla di buono si crea con la violenza e con il terrore , non si giungerà alla condanna di certe armi , non si rinnegherà , pur tenendolo in sordina , il secolare concetto della guerra giusta ( considerata comunque come guerra strettamente difensiva ) ; non ci sarà pronuncia della liceità dell ' obiezione di coscienza , che pure discende direttamente dalle affermazioni sulla libertà di credere e sulla dignità dell ' uomo . Probabilmente non si stabilirà neppure che al rapporto di collaborazione tra pontefice e vescovi , alla riconosciuta libertà di parola e di consiglio di questi , debba corrispondere nell ' interno delle diocesi analogo rapporto tra vescovo e sacerdoti . Ma in compenso anche fuori dalle pronunce conciliari c ' è il rifiuto di ogni solidarietà tra la Chiesa e determinate strutture economiche ; c ' è la rivendicazione del primato , che viene dal Sermone della montagna , al povero e all ' umile ; c ' è il riconoscimento che se la Chiesa corpo mistico non può macchiare il proprio abito , la Chiesa storica ha nei secoli mancato attraverso i suoi ministri nella mitezza , nella carità , nel non applicare l ' insegnamento di Cristo , anzitutto con le guerre di religione , con la persecuzione dei dissidenti ; c ' è l ' ammissione che anche quelle dottrine che dominano il mondo contemporaneo e che storicamente si sono formate spesso in antitesi alla Chiesa , possono avere elementi di verità , soprattutto spunti pratici suscettibili di essere produttivi di bene : con questo mondo è necessario il colloquio . Tutta una visuale che sarebbe stata inconcepibile non solo al tempo di Pio X , ma ancora all ' inizio della seconda guerra mondiale . Non mi sembra quindi ardito supporre che nella storia della Chiesa il Vaticano II , ma soprattutto il fervore di spiriti che lo accompagna , possano apparire più importanti del Concilio di Trento , forse anche della Controriforma . Ci saranno certo resistenze , riluttanze ; due secoli non bastarono perché certi abusi condannati dal Concilio di Trento fossero in effetto sradicati . Ma il cammino compiuto è irreversibile ; in pochi anni si è percorsa più strada che nei due secoli precedenti . Naturalmente occorrerà un ' opera di penetrazione , anzitutto ridare tranquillità ai cattolici che questo vento impetuoso ha turbato ( ce ne sono non pochi , accanto ai moltissimi che ne sono rinvigoriti ed ai molti che , virtualmente fuori fino ad ieri , rientrano ora ) . Mi sembrano giuste - non un semplice voto , ma una ragionevole previsione - le parole che Padre Balducci scrive nella prefazione alla traduzione italiana dell ' opera del P . P . R . Bernard , Le mystère de Jésus ( Mantova , " L ' Arco " ) : " Nei prossimi anni la Chiesa dovrà mettere in opera , in conformità alle decisioni conciliari , una vasta e profonda revisione delle sue strutture , dei suoi metodi e del suo comportamento ; dai catechismi , in cui la mirabile unità del Cristo vivo si frantuma in formule arcaiche e intellettualistiche , ai testi di teologia , dove la preoccupazione del sistema di tipo razionale pregiudica l ' umile aderenza al mistero , che è il suo vero oggetto ; dal culto religioso , in cui la millenaria vegetazione devozionale fa lo schermo al volto dell ' unico Mediatore , alla precettistica morale , in cui troppo spesso le formule dell ' Etica a Nicomaco prendono il posto del Discorso della montagna " .
La Controriforma e l'attuale Concilio ( Jemolo Arturo Carlo , 1964 )
StampaQuotidiana ,
Il Concilio Vaticano II ha dato luogo ad una letteratura d ' occasione . Direi che in una futura storia letteraria italiana questi anni saranno considerati una svolta : il ritorno nel filone dei libri diffusi , quelli che formano l ' opinione pubblica , di argomenti religiosi , dopo un lunghissimo periodo in cui letteratura su tali argomenti coincideva con libri chiesastici , di assoluta ortodossia , riservati ai credenti che non avevano bisogno di essere convinti . In questa letteratura sul Concilio poco posto trovano peraltro i raffronti con altri momenti di grande rilievo nella storia della Chiesa . Direi così , senza ricorrere al troppo abusato termine di crisi : la storia della Chiesa come di molte altre istituzioni può rappresentarsi come un fiume con pendenze disuguali , sicché a tratti l ' acqua ristagna , a tratti assume andamento torrentizio . Avrei desiderato che questi libri insistessero di più nel confronto con gli altri momenti della vita della Chiesa , dove si ebbe analogo ritmo : in pochi anni modificate molte cose che erano rimaste immutate per secoli . Uno di questi fu certo la Controriforma , gli anni intorno al Concilio di Trento ( tra il Sacco di Roma ed il 1580 , all ' incirca ) : che terrei ben distinti dal periodo stagnante del Seicento , sicché non parlerei a proposito della condanna di Galileo di clima della Controriforma , che già era lontana . Ripensavo a ciò visitando in questi giorni la mostra romana ( alla Sapienza , l ' antica Università ) Aspetti della Riforma cattolica e del Concilio di Trento : una mostra allestita dall ' Archivio di Stato , con l ' opera particolarmente intensa della dr. Edvige Aleandri Barletta , che ne ha pubblicato uno splendido catalogo , denso di richiami e di note critiche , con capitoli esplicativi dei singoli tratti del Cinquecento religioso che formano di per sé una bella monografia . Compaiono i santi popolari della Controriforma : Filippo Neri , Camillo De Lellis nelle varie tappe della sua vita , prima della fondazione dei ministri degl ' infermi , Gaetano da Thiene , Ignazio di Loyola nelle prime difficoltà romane , ed i due generali dei Gesuiti che lo seguono . Attraverso i documenti passano i grandi prelati del tempo : Gian Pietro Carafa prima dell ' ascesa al pontificato , nel periodo preconciliare Girolamo Aleandro e Gaspare Contarini , al Concilio Jacopo Sadoleto e Reginaldo Polo . L ' opera di rinascita cattolica s ' inizia in pieno Rinascimento . Si esplica come più immediata e spontanea manifestazione attraverso le Confraternite ; iniziativa di laici , che attendono oltre che alla preghiera ed alla meditazione ad opere di carità , sicché da esse nascono nuovi ospedali ( difficile immaginare gli squallori della Roma del Rinascimento sotto altri aspetti splendida , e le visioni di piaghe purulente , il lezzo d ' infermi mai ripuliti , che s ' incontrava ad ogni angolo della città ) . Sorge così anche un ospedale per i pazzi , che , almeno in un primo periodo , usa metodi nuovi e più umani : non catene , non percosse . Dalle Confraternite si originano pure ricoveri per i pellegrini , non più ristretti a quelli di una sola nazione , come n ' erano sorti nel Medioevo ; nasce un monastero delle Convertite , che dà tuttora il nome ad una via nel cuore di Roma , accanto a quello che per noi è sempre il Caffè Aragno . Per assicurarsi che siano convertite vere , spinte da spirito religioso e non dal bisogno , lo statuto escluderà le inferme , le vecchie e le brutte ; mentre S . Ignazio fonderà un rifugio di Santa Marta , in cui tutte le donne che vogliano mutare vita saranno accolte senza discriminazioni . La rinascita cattolica si concreta altresì nella creazione di nuovi Ordini che , al pari di quello dei Gesuiti , cercano di porre subito rimedio al grande male del tempo , i chierici che cercano benefici e prelature , con lo stabilire che i loro iscritti non potranno conseguire alcun ufficio né onore ; a differenza degli Ordini contemplativi o volti agli alti studi teologici sorti nei secoli precedenti , questi nuovi vogliono attendere alla istruzione dei giovani ed alla cura degl ' infermi ; così i Teatini , i Barnabiti , i Fatebenefratelli , le Orsoline . Insieme si hanno le " riforme " dei vecchi Ordini , e così nascono i Cappuccini , i Carmelitani riformati . C ' è anche l ' opera culturale , l ' edizione del Catechismo , la revisione del Breviario , e sorge in Roma la Tipografia Camerale diretta da Paolo Manuzio . La riforma , se si vuole conservare il vecchio nome , del nostro secolo avrebbe certo problemi più vari , prospettive più ampie ( oggi in primo piano i rapporti tra la Chiesa e le religioni non cristiane , il modo di presentare il Cristianesimo ai popoli afro - asiatici ) , ma non del tutto diverse . Se anche non vediamo più per le strade appestati o visi sfigurati da orribili piaghe , le miserie del corpo sono presenti come allora , le stesse cure materiali non sovrabbondano e non dovunque giungono , ed i conforti che possono recarsi attraverso la parola , per le vie dello spirito , a chi soffre , sono i medesimi . Il problema delle donne perdute da cercar di recuperare è vivo come nel Cinquecento . Come allora , una ripresa di vita cristiana non può fare affidamento su mezzi estrinseci , ma solo sull ' esempio , che alla sua volta presuppone un rifiorire di fede , una capacità di rinuncia , di vivere i princìpi del Cristianesimo per cui occorre sacrificare quasi tutti i propri impulsi , le proprie tendenze istintive , per preoccuparsi degli altri , dei compagni di via , anche di quelli che ispirano piuttosto avversione che simpatia , anche di quelli che sentiamo più lontani da noi . Il pericolo dello sfarzo , delle grandi ricchezze che col Rinascimento avevano dato a chi le possedeva anche le gioie dello spirito , quadri , arazzi , splendidi libri , oggi si è tradotto nel pericolo che incombe su tutti , della ricerca della casa sempre più comoda , dei sempre nuovi agi . Nessun cristiano confiderà nello spunto anticomunista del " da noi si vive meglio " fino al giorno in cui meglio non significherà : con più amore per il prossimo , più capacità di rinuncia , più attitudine alla meditazione , più desiderio di purificarsi . È continuato e continua il rinnovamento degli Ordini religiosi , con la nuova forma degl ' istituti secolari : la promessa di castità , povertà ed obbedienza , ma non l ' abito , ma la vita in gran parte nel secolo , in attività comuni ai laici . E se le Confraternite appaiono istituzioni isterilite , sono sorte molteplici nuove forme del laicato , che muovono in direttive non troppo diverse dalle Congregazioni o Confraternite del primo Cinquecento . Se le strutture politiche ed economiche del mondo esteriore sono in quattro secoli profondamente mutate , nulla è cambiato nell ' essenza dell ' uomo , nei suoi problemi fondamentali , nelle sue angosce ; nessuna risposta è stata data al problema fondamentale : donde veniamo , dove andiamo . Momenti di raccoglimento e di ripresa nella vita della Cattolicità , di cui uno per l ' Occidente precipuo fu la Controriforma , possono essere riconsiderati , in attesa dell ' ultima sessione del Vaticano II .
Port-Royal ( Jemolo Arturo Carlo , 1957 )
StampaQuotidiana ,
Le scene di Enrico De Montherlant che , dopo aver a lungo appassionato il pubblico francese , sono ora offerte a quello italiano , rievocano un episodio che circa trecento anni non hanno fatto dimenticare . Analoghe tragedie della fede si sono più volte prodotte ; questa ebbe la ventura di svolgersi nella Francia di Corneille e di Racine , in quello che era indubbiamente il cuore della nostra civiltà , in un tempo in cui l ' Europa era raccolta , unita , ignara che altre civiltà potessero darsi , orgogliosa della sua . I personaggi appartengono a quello che è allora il ceto che emerge , la nobiltà . Piccola nobiltà , che non conosce le armi né i grandi uffici politici , ma si raccoglie nello studio : di solito ci si presenta con l ' abito talare o con la toga del magistrato o con quella del professore . È un terreno che si rivela oltremodo fecondo , negli ottantadue anni che passano tra la pubblicazione degli Essais di Montaigne e la morte di Pascal . La Francia è ancora agitata dalle passioni politiche ; le minorità di Luigi XIII e di Luigi XIV hanno visto scatenarsi faziosità , particolarismi , che si riannodano alle non lontanissime guerre di religione ; ma la tradizione centralizzatrice monarchica è ben viva ; ed ha in fondo per sé la Francia popolana , che preferisce il re all ' aristocrazia , che si sente protetta dall ' assolutismo ed è pure cementata da un forte spirito nazionale . Luigi XIV non diverrà impopolare quante volte mostrerà il pugno duro contro i grandi o contro i dissidenti religiosi ; la sua gloria militare riscatterà ogni colpa dell ' uomo . Nel mondo religioso lavorano insensibilmente i germi del rinascimento , lo spirito di Rabelais . Ma quello è un cammino nascosto . Visibile invece il continuarsi dell ' opera della Controriforma , e della passione che hanno accesa le controversie religiose , connesse soprattutto al calvinismo , il lato del protestantesimo meno lontano dai latini . In Francia c ' è ancora un editto di Nantes , una parte non indifferente dell ' aristocrazia è ancora calvinista ( se pure le conversioni , necessarie per ottenere il favore del re , siano frequenti ) , lo spirito di proselitismo è vivo . Ed in tutta la Francia colta c ' è un interessamento per le questioni teologiche di cui in nessun momento la storia italiana registra I ' eguale . I temi essenziali ed eterni del cristianesimo ( ed a ben vedere di tutte le religioni ) , la predestinazione , il libero arbitrio , perché il peso del peccato originale , la spinta verso il male , sia così diversamente distribuito tra gli uomini , il destino dell ' uomo , la conciliazione del libero arbitrio con la prescienza di Dio che già conosce chi si salverà e chi sarà perduto , l ' interpretazione di alcune parole del Vangelo , " molti sono i chiamati e pochi gli eletti " ; la questione se nell ' operare il bene vi sia una parte dell ' uomo accanto alla parte di Dio - che è un aspetto del problema del libero arbitrio , e che si proietta su tutta la concezione della storia e sulla valutazione delle civiltà ( non vi sono virtù degli infedeli , se l ' uomo non ha nulla da dare di suo , e se Dio è presente solo in una religione ) - questi temi vengono discussi appassionatamente in tutta la Francia , come nel Belgio , come nel mondo riformato . I contemporanei non ne hanno chiara coscienza , ma si tratta in realtà di fare i conti con lo spirito del rinascimento . Una concezione che troppo abbassasse l ' uomo , che facesse in seno alla religione troppa parte all ' elemento imperscrutabile alla ragione umana , respingerebbe nella indifferenza molti tiepidi credenti . I gesuiti lavorano per una concezione che lasciando il suo posto alla grazia di Dio la renda meno misteriosa , assicuri gli uomini ch ' essi hanno sempre tanta forza quanta ne occorre per impetrarla , e che la grazia non viene negata a chi la domanda ; per un Dio un po ' meno imperscrutabile e che appaia giusto al giudizio degli uomini . Ma il fascino del mistero , dell ' impenetrabile , è forte . Vi sono credenti cui sembra di abbassar Dio se egli dimostri chiara la sua giustizia agli occhi degli uomini , e li esima dal dover credere in lei senza poter comprendere . La posizione dei giansenisti è sostanzialmente questa ; e sorge su un terreno dove il gallicismo è vecchia pianta , dove c ' è sempre una resistenza da vincere per obbedire al Papa , che è un italiano , vescovo di Roma . Ma questa volta è il re a spingere il papa , i gallicani non possono sperare di trovare aiuto nella corona . Innocenzo X ha condannato cinque proposizioni relative al libero arbitrio come estratte dall ' opera postuma di Giansenio vescovo d ' Ypres . Intorno all ' abbazia cistercense di Port - Royal ( poco lungi da Versailles ) si è radunato un cenacolo di teologi e di uomini di Chiesa dalla vita austera , tutti inclini al rigorismo , tutti avversari dei gesuiti : sono tra loro Pascal e Racine . Nell ' abbazia hanno gran posto religiose della famiglia Arnauld : nobiltà di toga , di cui un fratello e zio è dottore di Sorbona . Gli appartenenti a questo cenacolo - le religiose non seguono dibattiti teologici , ma sono devote ai loro direttori spirituali - s ' inchinano alla condanna delle cinque proposizioni dogmatiche , ma negano che siano contenute nell ' opera di Giansenio : si tratterebbe di una macchinazione avversaria . Gli spiriti si accendono ; a far rispettare la disciplina , la Chiesa impone la firma di un formulario che riconosce che le cinque proposizioni sono in Giansenio . I solitari di Port - Royal , le religiose , rifiutano di sottoscrivere . Drammatico contrasto tra l ' obbedienza e quello che si crede omaggio doveroso alla verità . Si può essere in grazia e disobbedire ? Nelle scene di Montherlant l ' arcivescovo ammonisce : " Nessuna sofferenza affrontata ed accettata ha valore se si è fuori della Chiesa " . E viene da ripensare alla tragedia di Savonarola , alle parole con cui afferma di poter essere separato dalla Chiesa militante , non dalla trionfante . Episodio che segna anche un punto nella storia della cattolicità : già prima del dogma della infallibilità questa riconosceva che il Papa potesse imporre regole di fede e di costume . Ma qui si tratta della obbedienza alle affermazioni sulle questioni di fatto : ciò che per il cattolico di oggi si traduce : " Sono obbligato a credere che certe dottrine sono erronee ; ma sono anche tenuto a credere che esse siano alla base dei principii di un dato partito , dove io non riesco a scorgerle ? " . Ed è l ' avvio all ' altro obbligo , quello di comportarsi in un dato modo , particolarmente in politica , dove le singole poste possono essere materie indifferenti per la religione e la morale , ma si tratta di far trionfare o lasciar perire le formazioni su cui la Chiesa conta per il trionfo della religione . Luigi XIV sente che lo spirito individualistico , la pretesa di giudizio individuale del cenacolo di Port - Royal , sono in opposizione anche all ' assolutismo monarchico ; ha asprezze che non adotterebbe Roma , sempre più mite . Le suore che non vogliono piegarsi sono disperse , vengono immesse nel monastero suore nemiche , foggiate da padri spirituali ostilissimi agli amici di Port - Royal . Il dramma di Port - Royal offrirà a tutti gli storici di poi il punto di partenza per una di quelle vane controversie proprie a chi vuole introdurre schemi logici e continuità causale nella storia : " Per le preoccupazioni , per le ansie che li agitano , per la loro visione della Chiesa , una Chiesa assai pretridentina , possono ben chiamarsi i giansenisti gli ultimi uomini del Medio Evo ; ma per questo rivendicato diritto al libero esame , per questo non piegarsi al Papa né al re , non so no invece gli antesignani del liberalismo , il primo squillo della rivoluzione ? " . Domande vane . Meglio guardare uno ad uno i personaggi che non conoscono vecchiaia : i tre principali Arnauld : la Mère Angelique ( già scomparsa , nei giorni rievocati da Montherlant ) , badessa ad undici anni , che a diciassette inizia con energia la riforma della regola , vincendo ogni legame affettivo ; la Mère Agnès , altra badessa ; il grande Antonio , prete , espulso dalla Sorbona , il maggior ispiratore delle " Provinciali " di Pascal ; poi , la sorella di Pascal , Jacqueline , maestra delle novizie a Port - Royal , che firma il formulario imposto dal re , ma ne è schiantata e poco appresso muore ; i solitari di Port - Royal : di molti ci restano le immagini attraverso le tele di Filippo di Champaigne : visi pallidi , austeri , dove non c ' è gioia . Forse è la suggestione che viene dalla conoscenza del personaggio , ma quei volti paiono rivelare uomini la cui vita non ha che una parola , il dovere , un amore , Dio , ma senza la certezza che l ' amore sia ricambiato , che si sia nel numero degli eletti . L ' uomo d ' oggi , anche il cattolico ortodosso per cui i giansenisti furono degli erranti , non può pensare che esseri così purificati da ogni traccia di appetiti carnali , che tanto guardavano al cielo , non abbiano fatto parte del raccolto di Dio . La vendetta di Dio sarà stata di folgorarli con quella misericordia verso gli uomini in cui non avevano abbastanza creduto .