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Quello che è cambiato nel cattolicesimo ( Jemolo Arturo Carlo , 1977 )
StampaQuotidiana ,
Si parla a sufficienza della Chiesa , ma considerando soltanto la sua azione sociale o politica ; una minima parte di quanto si è scritto anche su religiosi di grande prestigio , don Mazzolari , padre Bevilacqua , don Milani , non analizza l ' essenza della loro fede . È quasi un luogo comune che la Chiesa con Giovanni XXIII e Paolo VI ha subìto una svolta , ma questa svolta consisterebbe nel non pretendere più privilegi , rivolgersi ai popoli più che ai governi , soprattutto prospettare in primo piano la questione sociale , essere la Chiesa dei poveri , abbandonare , come si è fatto con la Populorum progressio , il secolare concetto della proprietà privata diritto naturale , che il legislatore doveva rispettare . Non mi consta che si analizzi mai ciò ch ' è mutato nella religione non solo degl ' italiani , ma direi di tutti gli occidentali ; né se ne troverebbe traccia in documenti ufficiali ; dove come in passato è raccomandato non solo il culto a Maria , ma la devozione al S . Cuore , la recita del Rosario , celebrate le rivelazioni di Fatima . Eppure chi sia abbastanza vecchio per ricordare quella ch ' era al principio del secolo la fede diffusa nella massa dei credenti ( che forse neppure allora costituivano la maggioranza degl ' italiani ) , soprattutto quella ch ' era la fede degli umili , si accorge dei cambiamenti . Era un cattolicesimo in cui il Dio Padre era lontano , poco invocato , cui si parlava attraverso gl ' intermediari , soprattutto la Vergine ed un gran numero di santi , tra cui era dato scegliere il proprio intercessore . Una fede semplice , cui non a torto si rimproverava molto antropomorfismo ; si credeva in una sopravvivenza , ma come una continuazione della vita presente ; un cattolico credeva nelle sofferenze sensibili e senza fine dell ' Inferno , nelle anime purganti per cui si prega e che pregano per noi , in un Paradiso in cui ci si ritrova ancora con gli affetti della vita terrena ; quando si consolava chi piangeva sulla salma di una persona cara , dicendogli : « Tra qualche anno vi ricongiungerete » , si pensava proprio al figlio che ritrova la madre , e conversa con lei , ed ancora le chiede perdono dei suoi mancamenti , allo sposo che ritrova la sposa , i genitori , il figlio . L ' intimo sentire non era un confondersi in Dio , ma un ritrovare proprio le persone care ; qualche anno , e poi di nuovo la famiglia riunita . Un aldilà , lo si concepiva ancora con i colori , le forme , i suoni che ci sono noti ; in un culmine di bellezza cui non possiamo arrivare , ma sempre forme , sempre colori , sempre suoni . I veri credenti erano certi che le indulgenze abbreviano l ' espiazione nel Purgatorio , che l ' assoluzione riporta nello stato di grazia , che il sacerdote ha dei poteri carismatici e può quindi quello che nessun altro uomo può , rimettere i peccati ; gli ortodossi ritenevano esservi una sola via , quella della Chiesa cattolica per giungere a Dio . Cosa rimane di questo , anche in un giovane iscritto all ' Azione cattolica ? Non gli darebbe molestia vedere una di quelle immaginette , tanto diffuse allorché ero bambino , le anime purganti che emergono con metà del corpo da un mare di fiamme , giungendo le mani e levando gli occhi ' al cielo ? O ritrovare in un vecchio libro una delle storie edificanti che si leggevano allora , il bambino morto che alla domanda pressante dei genitori se è in Paradiso , risponde che è all ' Inferno perché è morto dopo aver commesso un atto impuro ? Ripeto , nulla è cambiato nel dogma , nell ' insegnamento ufficiale ; ancora pochi giorni fa una signora mi diceva che un confessore le aveva negato l ' assoluzione s ' ella persisteva nel non credere nell ' Inferno ( non gliel ' avrebbe negata se lo accettava , ma pensava ad un carcere senza detenuti ) . Ma anche nel Credo non si parla più di discesa di Cristo all ' Inferno , e quando sento da ottimi sacerdoti le spiegazioni del Vangelo odo parlare sì di vita eterna , di ricongiungersi con Dio , ma non già quel ritrovarsi proprio in una continuità degli affetti terreni , anziché come scintille che ritornino ad una grande fiamma ; e se pure continuino ad annunciarsi certe indulgenze , come quella della Porziuncola , non sento mai accennare alle indulgenze che abbrevierebbero le pene delle anime purganti ; mentre la facilità delle riduzioni allo stato laicale , il non considerare più il sacerdote che gettava la veste e passava al matrimonio come un disertore , un reietto , non può ( accompagnata all ' abbandono dell ' abito talare , alla stessa trasandatezza frequente del rito ; non più il chierichetto in cotta , che faceva suonare ad un certo momento il campanellino ) non avere diminuito un po ' la figura del sacerdote cui si baciava la mano . Una purificazione del cattolicesimo da troppe scorie inseritesi nei secoli , d ' accordo ; direi anche cattolicesimo più consono alla ragione umana , che se qualcosa può proclamare è il proprio limite ; non può né provare né negare l ' esistenza di un mondo fuori dell ' ambito dell ' uomo chiuso nei suoi sensi ( gli argomenti dimostrativi di questa esistenza poggiano tutti sempre nella cerchia della ragione , cioè della presumibilità che l ' ordinamento umano in cui viviamo abbia caratteri che non possono essere non comuni a quello in cui resusciteremo : effetto che richiama una causa , sviluppo che deve portare ad una mèta , niente senza una ragion d ' essere ) , e meno che mai conoscere quale sarebbe la condizione dell ' uomo che più non fosse tale ; il credente è tale per la fede , e già Dante ammoniva sui limiti del conoscibile , sulla non sostituibilità della fede , ché se no , d ' uopo non era partorir Maria . Ed ancora esortazione all ' uomo che il vero modo di onorare Dio è operare bene , prodigarsi per i fratelli , non pensare a sé , che è la spiegazione dell ' evangelico e misterioso - chi ama la sua vita la perde , e chi odia la sua vita in questo mondo , la conserverà per la vita eterna - ; esortazione ad un comportamento che è certo d ' interesse generale , che permette di collaborare credenti e non credenti ; e già i migliori sacerdoti da tempo predicavano contro il voler ridurre la religione a « sentimento » . Tutto questo è vero ; prendiamo atto di questo tacito mutamento anche con soddisfazione ; ma non disconosciamo che quella che pare scomparsa era la religione dei poveri in spirito prediletti nel Vangelo , e che non è dato supporre un Dio che non accogliesse come una preghiera innalzata a lui quella diretta al santo protettore da una data malattia , o il rosario recitato , storpiando le parole latine , dalla povera vecchietta . Né so pensare ad un Cristo che amando i poveri in spirito , non sia stato l ' intercessore presso il Padre quale fosse la loro preghiera , non gradisse il cuore d ' argento che appendevano per la grazia ricevuta .
La famiglia cambia ( Jemolo Arturo Carlo , 1973 )
StampaQuotidiana ,
L ' art. 315 del vigente codice civile suona : « Il figlio , di qualunque età sia , deve onorare e rispettare i genitori » . Nel progetto unificato di modifiche al diritto di famiglia scompare l ' onorare e si menziona l ' obbligo del figlio , finché viva in seno alla famiglia , di contribuire ai bisogni di questa in proporzione alle sue sostanze e al suo reddito . La scomparsa dell ' onorare è priva d ' importanza pratica ; il legislatore non può ispirare sentimenti . Ma è una delle modifiche al codice inserite nel progetto che coglie un giovane professore , Ennio Russo , nella sua introduzione « Le idee della riforma del diritto di famiglia » ad un volume di studi in argomento , opera dell ' Istituto di diritto privato della Università di Messina . La monografia del Russo , che si distacca da troppe altre lette in questi anni , afferma che la disciplina data in passato dai codici alla famiglia legittima intendeva proteggerla come centro politico elementare , come depositaria di valori ( così l ' idea di Patria ) , che premeva al legislatore di conservare ; mentre anche la trasmissione ereditaria di patrimoni rispondeva ad una concezione politica . Mutata questa , lo Stato attenua la protezione della famiglia legittima , e tende sempre più a parificarle la famiglia nascente dall ' adozione e quella naturale . Appare così che la famiglia non è istituto naturale , ma il concetto di famiglia varia storicamente secondo gl ' interessi fondamentali della comunità . Oggi la famiglia non costituisce più una remora per i suoi componenti ; i partiti possono tutti consentire nel vedere scemare la protezione alla famiglia , perché essa non assicura più neppure un gruppo omogeneo di voti . L ' interesse del legislatore è ora volto ai singoli , non al gruppo familiare ; la famiglia viene regolata nell ' interesse dei singoli , lo Stato cessa di proteggere i rapporti familiari quando essi non realizzino più l ' interesse del soggetto al libero dispiegamento della propria personalità . Quindi il gruppo familiare deve potersi disgregare se non realizzi più la tutela dei diritti ed interessi degli appartenenti . Non ci sono interessi della famiglia che non siano interessi dei coniugi o dei figli ; un potere familiare non può venire concepito se non come strumento per l ' adempimento di doveri : tra cui primeggia quello della educazione dei minori : si recidano i vincoli di sangue se altre formazioni sociali possano meglio occuparsi della formazione del bambino . Ma la prole è elemento che non sempre esiste e comunque provvisorio nella famiglia , che è eminentemente società coniugale ; sicché la tutela della dignità , e soprattutto del lavoro della donna , è punto fondamentale nella riforma del diritto di famiglia . Che il Russo , il quale peraltro ricorda che in materia il diritto entra in funzione quando non operano più gli affetti , sintetizzi felicemente la ispirazione del progetto , mi pare certo , e convengo che in tutti questi punti coglie bene la realtà della famiglia odierna e delle preoccupazioni legislative , che spesso non si osa formulare . Questo suscita in me molte considerazioni . È difficile parlare di tendenze individualiste o invece di annullamento dell ' individuo nel gruppo , in una data epoca . Oggi anche se molto anticonformismo sia in realtà un conformismo di opposizione al passato , c ' è una diversità di opinamenti su ogni punto quale non si dava in altri periodi ; non scorgo un solo postulato in cui tutti convengano . E , quando non crolla , s ' indebolisce il più vecchio gruppo , la famiglia : prevalenza individualista , si direbbe . Ma viceversa nei contrasti del mondo del lavoro , non c ' è che il gruppo : è quasi impossibile al singolo affermare una volontà in contrasto con quella del sindacato , dell ' ordine professionale . Preoccupazione saliente è certo l ' educazione dei bambini , dei ragazzi , a prescindere da come poi si attui questa educazione ; invece s ' accetta che con l ' adolescenza , con la prima giovinezza , il figlio abbia diritto di staccarsi anche materialmente , con una abitazione a sé , dalla famiglia , e non debba più dipendere in alcun modo da questa . I legami si allentano fino a rompersi . Non posso non ricordare che questo avviene negli animali ; cagne e gatte sono mamme amorosissime con i piccoli , ma poi li ignorano una volta divenuti adulti . Che l ' incesto non ispiri più l ' orrore che un tempo ispirava indistintamente a tutti , mi pare anche un segno di questo ritorno verso l ' animalità ; contrassegnato poi anche dalla indifferenza verso i vecchi , dallo svanire di ogni pietà verso di loro : si vide mai un cane od un gatto soccorrere il vecchio genitore ? Non riesco a convincermi che sia una mia fantasia morbosa quella di una parabola dell ' umanità che ritorna verso le origini . È vero che non ha più peso l ' idea della famiglia società naturale , come definisce la famiglia legittima l ' art. 29 della Costituzione . Ciò porge adito ad altra osservazione . Si disse ampiamente che nel redigere la Costituzione la Democrazia cristiana era riuscita a fare accogliere in essa le concezioni fondamentali della dottrina cristiano - sociale , che appunto aveva alla sua volta recepito le idee dei teoretici cattolici del diritto naturale , padre Taparelli , padre Liberatore , i quali affermavano i diritti delle società naturali , e la tirannide dello Stato che non li rispettasse : la famiglia non era che la prima delle società naturali , poi venivano le cerchie territoriali , così i Comuni . A distanza di un quarto di secolo non mi pare che resti più nulla di una posizione del partito di maggioranza relativa in difesa di queste concezioni . Esso è certo fra tutti i partiti quello che ha mutato di più i propri orientamenti , pure conservando alcuni degli uomini delle origini ( e non di secondaria importanza ) , e non perdendo quelli che sopravvivono dei suoi originari elettori . Ciò che induce a riflessioni su quel che è il partito e soprattutto su quella che è oggi la partecipazione del popolo alla vita politica . Per tanti elettori il partito è quel che rappresenta per il cliente il nome di un ' affermata ditta commerciale ; non si chiede al partito quali siano oggi i suoi propositi , quali le posizioni prese negli ultimi anni , non si giudica ; basta quel nome . Torniamo alla famiglia . Non idealizzo la famiglia tradizionale ; so come spesso sotto l ' apparente concordia fervevano avversioni profonde , gelosie tra fratelli e sorelle , incomprensioni , come l ' essere la famiglia centro d ' interessi patrimoniali portasse anche ad odi feroci a proposito di eredità o di divisioni . La stessa solidarietà familiare quando esisteva diveniva talora omertà , diniego del diritto altrui . Tuttavia da quell ' idea del vincolo obbligatorio , del legame di sangue , diciamo pure dal mito della società naturale , si sviluppavano non di rado devozioni profonde ( anche tra coniugi uniti in origine in matrimoni combinati , senza un amore iniziale ) , affetti delicati ; l ' individuo trovava nella famiglia il conforto di cuori fratelli , quell ' armonia dei sentimenti , quelle stesse vibrazioni delle emozioni , che vale molto più della comunanza d ' idee : ho presenti fratelli e sorelle che si sostennero con infinita carità per il corso di una lunga vita . La famiglia non provvisoria , che legava ancora i figli cinquantenni ai genitori in tarda età , la famiglia larga , che comprendeva zii e cugini , era stata una bella conquista dell ' umanità , elevandosi al di sopra delle specie animali .
Scuola: grande accusata ( Jemolo Arturo Carlo , 1974 )
StampaQuotidiana ,
La grande accusata è la scuola classica . Anzitutto dal lato politico : la scuola dei signori . Lo è stata , lo è ? Non certo per gl ' insegnanti , di solito persone che vivevano di un gramo stipendio ( ricordi di Augusto Monti : il fratello impiegato privato guadagna quasi il doppio di lui , giovane professore ; il cognato viaggiatore di commercio circa cinque volte ) ; ma neppure per gli studenti : la frequentavano convittori di collegi di orfani retti da istituti di beneficenza o mutualistici . Però era quella che dava , essa sola - oggi non è più così - accesso a tutte le facoltà universitarie ; mentre in proprio non rilasciava alcun titolo , non si usciva né ragioniere né geometra né maestro . Ma che laureato equivalesse a signore sarebbe stato difficile dimostrare . Tuttavia in un certo senso l ' appellativo aveva qualcosa di vero ; nei pochi casi in cui la scuola classica riusciva a plasmare , dava vita a quel tipo di honnéte hommi , che si riscontra nella nobiltà di toga e nella buona borghesia della Francia di Luigi XIV ; l ' uomo che si compiace dei classici , che ammira il mondo grecolatino , per cui il riposo è la lettura di Platone o di Orazio ; se passa ai moderni , si compiace di Montaigne o Pascal . La scuola classica , fuori dell ' ambito dei professori , produsse questi appassionati della classicità : il clinico Domenico Majocchi ed il grande avvocato e presidente della Banca commerciale Camillo Giussani , ad esempio . Difficile concepire uomini tali capaci di mescolarsi al popolo che trepida negli stadi o dinanzi ai televisori quando riproducono campionati , in genere di partecipare alle schiette manifestazioni di entusiasmi popolani . Ma erano rari parti della scuola classica ; io ne uscii incapace di comprendere una satira di Orazio se non edita con molte note ; altri imbottiti solo di ricordi grammaticali e sintattici . In effetto per pochi la scuola raggiungeva l ' effetto di dare la bella armoniosa visione del mondo classico , una sia pur non dettagliata comprensione del miracolo del pensiero greco , delle altezze dell ' epica omerica , di ciò che aveva rappresentato Roma nell ' arte di governare e nella creazione del diritto . Tra i sei ed i dieci anni possono impressionare episodi fiabeschi leggendari , gl ' inganni di Ulisse , Laocoonte , Polifemo , Muzio Scevola ed Orazio Coclite , ma solo prossimi ai vent ' anni giovani non eccezionali sono in grado di rendersi conto di quel che fu il mondo classico e le sue ricchezze . Gli anni ingrati in cui si percorreva il ginnasio e s ' iniziava il liceo erano i meno atti per quella comprensione ; ed il Cicerone a tutto spiano che si faceva digerire era il testo meno acconcio per raggiungere la visione della classicità . Inoltre pochi erano gl ' insegnanti , anche perché assillati dai programmi e dalla infausta traduzione dall ' italiano in latino , in grado di presiedere ad un così difficile compito . Non è a stupire che talora desse maggiori frutti l ' insegnamento del greco , iniziato più tardi , già nella prima espansione della adolescenza . Veramente il male della scuola classica era quello che sarà comune ad una scuola unica che si voglia protrarre fino alla Università , di voler preparare a tutte le vie : ciò che implica non preparare adeguatamente per nessuna . Le letterature straniere non vi avevano alcun posto ; s ' imparava una lingua straniera , ma non in grado di parlarla , e spesso su testi vecchi di tre secoli , con tempi e modi ora in disuso , sicché un romanzo contemporaneo appariva ricco di parole ignote . La matematica , la chimica , la fisica erano insegnate in modo da formare l ' uomo di discreta cultura , ma chi s ' iscriveva poi a quelle facoltà doveva ricominciare da capo . Tuttavia l ' allievo che non avesse trascorso proprio inutilmente quegli anni , si era formato un abito logico , l ' attitudine al ragionamento , buona per qualsiasi disciplina . Se ora si guarda all ' avvenire , sono persuaso che sarebbe nefasta la continuazione della scuola unica ; a meno di prolungare ancora , contro tutte le tendenze dei giovani , che oggi vogliono sposarsi presto , i corsi scolastici , con bienni pre - universitari dove finalmente si avesse una selezione . Dubito molto della riforma che consente ogni iscrizione universitaria con qualsiasi preparazione scolastica ; credo nella utilità dei licei scientifici , degl ' istituti tecnici , delle magistrali . Ma la scuola classica ha a morire ? Proprio l ' Italia deve abbandonare un ramo di studi che ha eletti cultori nelle Università americane , in quelle di lingua inglese e tedesca , che neppure la Russia ha condannato ? Considererei una vera vergogna per l ' Italia la morte della scuola media superiore classica ; ma dovrebbe cessare di essere la scuola che apre tutte le porte , divenire quella per i futuri insegnanti di greco e di latino , archeologi , studiosi di storia antica . Quindi trenta o quaranta licei classici , con cinque anni di corso , sarebbero sufficienti ; il latino si può imparare in cinque anni come il greco , specie se s ' inizia lo studio non a dieci od undici anni , ma a quattordici . Occorrerebbe però che tutta la scuola classica fosse orientata in vista di questo suo specifico fine . Due lingue moderne , ma insegnate col preciso scopo d ' insegnare a leggere lavori di storia e di critica ; non la ricchezza del vocabolario che occorre possedere per leggere un romanzo contemporaneo , non finezze grammaticali . Una matematica volta soprattutto a far comprendere la profondità , le intuizioni , lo spirito di analisi del pensiero greco ; una letteratura italiana con il continuo raffronto dei greci e dei latini , che illustri , ad esempio , quel che può ravvisarsi di comparabile al romanticismo in dati scrittori greci e romani . E storia non di soli avvenimenti , ma di quel che fu per gli antichi il senso della storia , del succedersi degli eventi umani ; la loro idea del fato ; una adeguata illustrazione delle religioni dell ' antichità , dell ' elemento eterogeneo e da respingere che furono per i romani i culti orientali . Occorrono certo insegnanti di prim ' ordine per un tale compito ; ma se i licei classici sono nel numero esiguo che ho accennato , si trovano ; penso soltanto alla Facoltà di Torino ed a quel suscitatore di passione per la romanità che è Italo Lana . L ' obiezione che prevedo è questa : può un ragazzo di quindici anni scegliere una via con così pochi sbocchi come quella che indico ? Penso che sì , e so poi che ad ogni età si possono compiere scelte sbagliate ; anche i matrimoni dei quarantenni possono contenerle . Ma il peggio nella vita è non saper mai effettuare delle scelte .
Siamo più colti o più istruiti? ( Jemolo Arturo Carlo , 1975 )
StampaQuotidiana ,
Che gl ' italiani d ' oggi siano più istruiti di quelli di trenta e soprattutto di cinquant ' anni or sono , mi pare fuor di dubbio . Allora certe nozioni cosmiche ( la terra che rotea intorno al sole , cosa sia la luna ) erano ancora sconosciute o confuse nella mente dei più umili , mentre sono oggi note pure agli analfabeti ; e così dicasi per quanto è oltre frontiera , altri continenti , altri Stati . Merito della scuola ( delle elementari , specificherei , che mi sembra siano ancora le meglio funzionanti : recenti pagine , amene ma amare , di Remo Gianuzzi , Esami di Stato , confermano la mia diffidenza per le attuali scuole secondarie ) ; ma anche della televisione , delle emigrazioni ed immigrazioni . Pur ciò ch ' è cattivo ha qualcosa di buono : compiangiamo gli emigrati che si trovano male nel Paese in cui non s ' inseriscono , ma il loro campo visivo si allarga ; e pure i peggiori rotocalchi , con le brutte o sciocche vicende che narrano , danno un qualche orientamento di luoghi e di costumi . Va da sé che il contenuto della istruzione desiderabile varia nel tempo ; non nego la qualifica d ' istruito a chi pure ignori vicende e personaggi ben noti quando ero ragazzo ( ed accetterei mi si escludesse dal novero degl ' istruiti per la mia ignoranza su calciatori , cantautori , divi e dive del cinema , che tanto posto hanno nel mondo d ' oggi ) . Più istruiti , sì ; ma anche per chi , come me , non ha il disprezzo per il nozionismo ( senza una piattaforma di nozioni si ciancia a vuoto ) istruito non equivale a colto . Siamo più colti ? gl ' incolti sono soltanto quelli che rispondono sempre non so ai questionari Doxa , anche alle domande che i radiocronisti pongono per strada ? Prescindo dalla cultura specializzata ( è un caso a sé quello dell ' universitario dottissimo in un ramo , ed incapsulatosi in quello , ignaro di letteratura , di arte , di scienza ) ; quel che interessa è la quantità di cultura diffusa che permette di dire che un popolo è colto . A prima vista ci viene spontaneo dire che siamo più colti che non fossimo cinquanta o trent ' anni fa . Almeno in politica , ma anche nel considerare i possibili modelli sociali , pochi sono gli agnostici ; le lettere inviate ai giornali anche dai più umili contengono opinioni : chi vuole la pena di morte e chi l ' aborre ; chi ritiene i colpevoli siano dei malati , chi vittime della società consumistica , chi della indulgenza di genitori e maestri , chi della miseria , e chi invece li giudica colpevoli che occorra punire . Così chi pensa il primum della economia sia evitare la disoccupazione , e chi impedire la lira perda ogni potere di acquisto ; chi crede nella necessità di una moneta stabile che incoraggi il risparmio . Ma è sufficiente avere opinioni per essere fuori del mondo degl ' incolti ? a ben guardare , opinioni primordiali , sui problemi fondamentali , ne avevano pure gli analfabeti di oltre cent ' anni or sono . E qualche conservatore , se ne esistessero ed osassero esprimersi , soggiungerebbe : più sane delle attuali . A mio avviso la cultura non sta né nel nozionismo , né nell ' avere delle opinioni , sia pur radicate ; bensì nel ragionare . E temo molto che siamo più istruiti , cioè con più nozioni , meno agnostici , maggior numero di opinioni , ma più che colti , indottrinati ; come del resto la maggioranza è sempre stata dovunque : risparmiando la fatica del pensare , accettando le opinioni , le tavole dei valori , formate da altri : che può essere volta a volta il direttore di coscienza o confessore , il dittatore , il giornale di partito che è il solo che si legga ed in cui è sempre stabilito chi sia il buono e chi il cattivo , il libro che diffonde la sana dottrina , e quello che è l ' occulto strumento ora dei padroni ora dei sovvertitori . Non vorrei si confondesse l ' uomo dai fermissimi convincimenti con l ' uomo che non accetta la discussione . L ' uomo dai più fermi convincimenti non paventa di ascoltare le ragioni altrui , di opporre le proprie ; senza cambiar bandiera , riconoscerà che qualche punto secondario del suo sistema va rimeditato , che qualche suo argomento è debole , che occorre invocarne altri a sostegno della idea politica o della confessione che professa . L ' uomo colto è a desiderare nel suo ragionare sia sempre leale , ma possiede pure l ' arte del sofisma . E soprattutto è l ' uomo che armonizza i suoi giudizi , che naturalmente hanno oggetti diversi , toccano vari aspetti della vita . Li armonizza guardando alla realtà . L ' indottrinato parte da assiomi che di solito non rispondono affatto alla realtà ; o vede l ' uomo naturalmente buono o asserisce apoditticamente che ogni uomo ha per sua natura di sbranare i fratelli . L ' uomo colto , invece , non è un poeta od un fabbricante di utopie ( si può essere ottimi poeti , costruttori di utopie piacevoli a leggersi , ma sapendole appunto irrealizzabili , e scriverle con lo spirito di chi scrive belle favole , conscio che gli animali non parlano e non danno saggi consigli ) . L ' uomo colto , se si fabbrica un sistema od aderisce a quello da altri proposto , si chiede se sia realizzabile ; non dimentica i dati economici , le risorse di ogni paese , l ' elementare verità che nessuno Stato è disposto a far vivere più poveramente i propri cittadini per alzare il benessere in altri Stati , che gli uomini non sono tutti virtuosi , che l ' egoismo abbonda , che gli entusiasmi svaniscono . Se parla di scuola , ricorda il livello mentale diverso degli allievi , che è un dato di natura , non s ' illude si diano maestri capaci di far divenire tutti intelligenti , ne auspica soltanto tali da interessare la quasi totalità degli allievi ( quasi ; gli apatici sono una realtà ineliminabile ) , di ottenere da ciascuno il massimo che può dare . Se parla di giustizia sociale , non dimentica che ogni uomo ha un suo giudizio in cui entra l ' interesse , e che non si realizzerà mai un regime in cui tutti siano convinti di avere i riconoscimenti , morali e materiali , cui credono di aver diritto . L ' uomo colto è quello che guarda alla realtà e pensa in ogni ambito , a cominciare dalla costruzione di una sua famiglia , al realizzabile ; e si distingue appunto dall ' utopista ( che può anche essere un genio , ma , se non sa che la sua è utopia , non qualificherei uomo colto ) per ciò che accetta il meno peggio ; difende un regime , un tipo di scuola , se ritiene che nelle condizioni del momento ogni altro sarebbe peggiore . Ora temo proprio che , se si intende in questo modo la cultura , non siamo cresciuti . Ricordo l ' argomentare anche di analfabeti in anni molto lontani , ed a volte mi pare superiore a quello di giovani « indottrinati » , con un bel sistema di valori fisso nella mente , ma che non saprebbero difendere in una discussione se non ripetendo all ' infinito gli assiomi , indimostrabili , da cui hanno preso le mosse . Scuola della discussione , su una piattaforma di nozioni indispensabili ; certamente è l ' ideale ; ma che discussioni siano , e non indottrinamento , accettazione passiva d ' idee altrui ; e che siano idee concrete , base all ' edificare , e quindi sempre con l ' occhio volto alla realtà , e non enunciati astratti . Santi i concetti di buono , di giusto , ma uomo colto è quello che scorge anche le vie per realizzarli quanto si può ; e le esperienze del passato gl ' insegnano qualcosa .
Parliamo della scuola ( Jemolo Arturo Carlo , 1976 )
StampaQuotidiana ,
Fine dell ' anno scolastico . Anche il discorso sulla scuola ha non poche note tristi , ma almeno non gronda sangue , non è tragico come quello sulle bombe e sui sequestri di persone , non ci fa evocare l ' abisso della svalutazione totale della lira . Bilancio di ventotto anni di Repubblica . Non si può riassumere in poche righe . Partiamo dalla base . Non si è dato sufficiente rilievo alla scuola materna , che diviene sempre più necessaria , man mano che cresce il numero delle madri lavoratrici ; e non ci si è chiesto se per questa scuola non occorressero insegnanti di prim ' ordine , a non ridurle a custodia dei piccoli ed all ' apprendimento di pochi esercizi . Peraltro proprio la visione di quel che può essere una scuola materna con insegnanti che abbiano il senso della missione , l ' amore che genera tanta pazienza , e la comprensione di piccoli esseri così diversi tra loro - gl ' introversi , gli spavaldi , i timidi , gli angosciati , i ridanciani - mi avverte della impossibilità di creare una rete adeguata lungo tutta l ' Italia . Mi chiedo se non sarebbe occorso restringere lo sforzo alle zone d ' immigrazione interna : non avendo paura delle parole ( come si usa volentieri il termine « ghetti » ) , scuole materne per i figli degl ' immigrati ; con maestre della loro regione , ma provette , che parlassero il dialetto , e l ' italiano senza accenti regionali ; e che abituassero questi piccoli ad un bilinguismo , ciò che sembra sia facile , a giudicare dalle famiglie dove i due coniugi sono di nazionalità diversa o dove c ' è una bambinaia straniera ; ed i figli vengono su con l ' acquisizione naturale di due lingue . Al grado immediatamente superiore le elementari : che mi paiono ancora il frutto più sano di tutto l ' albero scolastico . Certo diviene sempre più raro il maestro che risiede nel paese , e ch ' era un elemento vivificatore dei villaggi e delle borgate ; in un raggio di poco men di cento chilometri dalla città o dalla cittadina , il maestro difficilmente si adatta a vivere nel paesello ; diviene sporadico quegli che seguiva due generazioni , che nel nuovo allievo vedeva riflesso il padre qual era venticinque anni prima , e gli era tanto più facile comprendere il bambino . Ma nell ' insieme mi sembra che le scuole elementari funzionino ancora bene ; e credo che dappertutto si sia abbandonata la retorica di un tempo , le immagini idilliache della famiglia modello e dell ' ottimo ragazzo , l ' insegnamento cerchi di seguire il bambino in quella che è già la sua esperienza , nei discorsi che sentirà a casa : problemi di lavoro , difficoltà economiche , scioperi , violenze . Qui pure l ' insegnamento ai bambini è una missione , il dono di essere buon maestro è una grazia , e nessun corso di pedagogia può darla ( né nascondo il mio scetticismo per le integrazioni di psicologi ; ho fiducia solo nella comprensione che viene dalla bontà intelligente , dall ' affetto ) . Spero che dell ' insegnamento di don Milani si sia colto quel punto dell ' allargare il vocabolario , della differenziazione sociale che importa il vocabolario ristretto ; e che s ' insegni soprattutto a parlare chiaro . Non compiti sulla bella giornata di primavera , ma la letterina all ' amministratore del condominio per dire che piove in casa , o la lettera al padre emigrato per dargli una sommaria cronaca della vita familiare . Gradino più su , la scuola media . Penso che nel '62 il Governo adempisse ad un dovere di prestigio nazionale , in un punto in cui vi sono sensibile , portando il limite di età per l ' istruzione obbligatoria al livello in cui è nelle altre nazioni ; e se qualcuno obiettasse che in un Paese ove ancora vengono su analfabeti e semianalfabeti , che si sono fermati alla prima od alla seconda elementare , meglio sarebbe valso concentrare ogni sforzo perché tutte le cinque classi elementari fossero da tutti frequentate , darei una risposta molto semplice : ch ' era impossibile perseguire in tutti i quartieri , villaggi , campagne d ' Italia , i poverissimi , i primitivi , le mamme che tengono a casa la bambina di otto anni perché assista il piccolo che non cammina ; come cercarli uno ad uno , sussidiarli o togliere il bambino che non frequenta per metterlo in un collegio ? Impossibilità assoluta . Solo a mio avviso , meglio sarebbe stato creare , in luogo della scuola media , la sesta settima ed ottava classe elementare ; con quel programma , d ' insegnare ad esporre chiaramente il proprio pensiero , di dare una visione non proprio nebulosa di ciò ch ' è lo Stato , di quel che sono i partiti ed i sindacati , una prima nozione delle assicurazioni sociali , d ' insegnare a leggere un orario ferroviario od a riempire un modulo per un versamento in banca , quei rudimenti di contabilità , che occorrono al piccolo bottegaio od al garagista : e dattilografia e stenografia : se possibile , una lingua , francese o inglese o tedesco . Perché avrei voluto ancora classi elementari ? Per quella mia fede nell ' opera dello stesso maestro che accompagna per il più lungo tratto di strada ; ed anche perché se sono pochi i maestri che risiedono , notevolmente più scarso è quello degl ' insegnanti di scuole medie ; ma soprattutto per una ragione psicologica , perché da Roma in giù , almeno , il ragazzo che ha frequentato la scuola media si sente defraudato se non ha poi il suo tavolo d ' impiegato , se dovrà essere operaio ( non diciamo agricoltore ) . Non sono convinto che dovesse crearsi un ' unica scuola per chi non continuava oltre e per chi continuava ; sono rari in meccanica i pezzi fine a sé stessi e al tempo stesso suscettibili di divenir parte di più complessi meccanismi . Ricordo solo la vecchia scuola tecnica che all ' inizio del secolo fornì schiere d ' impiegati di banca , di rappresentanti di commercio , di ufficiali postali , cancellieri , ma che consentiva di proseguire fin verso le lauree in matematica ed ingegneria . Comunque qui premeva sul Governo l ' esigenza politica , che non ci fosse la « scuola dei signori » , l ' idea di una fusione di ceti che si formi sui banchi di scuola , là dove televisione , passione sportiva , passione per l ' automobile sono stati i più efficaci strumenti di avvicinamento . Avrei voluto escluso del tutto il latino dalla scuola media ( per chi segua gli studi classici si può apprenderlo in cinque anni , come il greco ) , ed insistito di più su quegli elementi cui ho accennato . Comunque elementari e scuola media soffrono naturalmente di tutti i mali della vita nazionale - indisciplina , inconcludenti assemblee , paura di fare scontenti allievi e famiglia con le riprovazioni ( ministri , provveditori , presidi , raccomandano di promuovere tutti ) , impossibilità di aiutare chi ne avrebbe bisogno con classi differenziali , perché sarebbe mortificarli , rarità d ' insegnanti che si offrano per ore suppletive , e se si offrono protestano i bidelli , scarsità di locali e doppi turni - ma nell ' insieme non li direi organi malati od inerti . Il peggio lo scorgerei più in alto .
Cosa rimane del Concordato ( Jemolo Arturo Carlo , 1976 )
StampaQuotidiana ,
Di fronte ai centoquattro anni che segnarono la vita del Concordato napoleonico , ai duecentosettantacinque durante cui ebbe vigore quello di Francesco I , quaranta sono una ancor piccola età . Però molti dei concordati conchiusi durante il pontificato di Pio XI , che scorgeva in essi una garanzia per la Chiesa , sono decaduti da tempo : quelli con la Polonia , con la Lituania , con la Romania ; oggetto di accanite discussioni , cosa sopravviva del Concordato col Reich del 1933 , mentre la centralizzazione e le vicende tedesche fanno ritenere superati quelli con la Baviera , la Prussia , il Baden . Nei manuali ben pensanti credo si scriva sempre che il nostro concordato sanava i conflitti di coscienza che ancora dilaceravano l ' animo dei cattolici italiani ; ma non è punto vero . Quei conflitti , vivissimi e dolorosi a suo tempo , nel 1929 erano già cosa di una generazione scomparsa . Nessuno più pensava al potere temporale ; Benedetto XV e Pio XI avevano rinunciato all ' ultima forma di protesta , il rifiuto di ricevere sovrani cattolici che venissero a visitare il re d ' Italia ; i più zelanti cattolici facevano precedere il matrimonio civile a quello religioso ; la nobiltà nera aveva indossato con entusiasmo la divisa militare durante la guerra del '15 , e prestato omaggio al re ad ogni incontro . Per la Chiesa gli accordi lateranensi erano anzitutto una occasione per abbandonare decorosamente la forma di protesta del Papa che non usciva dal Vaticano , forma incomprensibile alle nuove generazioni ed , ormai , alla quasi totalità dei cattolici d ' Oltralpe ; ma erano altresì una rivincita contro il liberalismo . L ' espressione può suonare male ; ma non dev ' essere intesa come un puntiglio , ché sarebbe far torto ed al Pontefice che conchiuse gli accordi ed al cardinal Gasparri , che vi diede opera ; bensì nel senso che da parte della S . Sede , dell ' episcopato , di gran parte del clero , si credeva fermamente che il liberalismo , con la scuola aconfessionale , la piena libertà lasciata alla propaganda non solo anticlericale , ma atea , la laicità dello Stato , col togliere alla Chiesa ogni appoggio statale , ogni tributo di onore da parte delle autorità civili , avesse fortemente contribuito a sradicare dalle coscienze la religione . Si era convinti che lo Stato confessionale giovasse alla salute delle anime . Da parte del fascismo , non soltanto si otteneva l ' adesione di parte notevole della borghesia e dell ' aristocrazia conservatrice , che nel Concordato vedeva la più sicura manifestazione della rinuncia ad ogni conato di sovvertimento , ma ci si assicurava la simpatia di tutti i partiti cattolici . E c ' era anche un po ' di rivincita contro il liberalismo risorgimentale , c ' era il vanto di Mussolini di essere riuscito dove Cavour era fallito . Fu realmente lo Stato confessionale ; con la sostanziale rinuncia al matrimonio civile , con una effettiva eliminazione della libertà di propaganda per gli acattolici , con la degradazione civile del prete che abbandonasse l ' abito . Ma lo Stato confessionale dell ' Ancien Régime o della Restaurazione aveva a sostegno principi , funzionari , magistrati sinceramente religiosi ed altrettanto convinti dei diritti dello Stato che occorre difendere anche di fronte alla Chiesa . Senza quella condizione umana , non poteva rivivere ; questo ora suscitato poté dare qualche po ' di braccio secolare , aiuti economici , onori esteriori , non il supporto dell ' esempio dei capi . In effetto quasi tutti i matrimoni furono ora celebrati in forma religiosa , non si videro quasi più funerali civili , si prese a inaugurare con benedizioni ogni locale , anche quelli dagli usi che meno avevano che fare con la religione , nessun uomo ebbe più rispetto umano che gl ' impedisse di entrare in chiesa . Ma non credo ci fosse pastore così sordo da non accorgersi che non per questo gli italiani erano divenuti più religiosi . In quarant ' anni ci sono state variazioni , non intense peraltro , nel grado di confessionalità dello Stato , che appare non tanto dalla legislazione quanto dalla vita vissuta . Per quel ch ' è repressione di ogni tentativo di propaganda acattolica , anzitutto dei Pentecostali , mano pesante per quanto potesse apparire vilipendio dei principi cattolici ; presenza nelle scuole medie d ' insegnanti di religione paventati da presidi e provveditori : i primi nove o dieci anni di vigore della Costituzione repubblicana sono stati particolarmente duri . La legislazione è rimasta fino ad oggi immutata ( disposizioni del Codice penale Rocco con il vilipendio della religione dello Stato ) , ed in qualche lato è ancora divenuta più favorevole alla Chiesa con l ' onere addossatosi dallo Stato per la costruzione di nuove chiese . Ma molti vescovi oggi aborrono dall ' invocare il braccio secolare contro gli offensori della religione , e se la giurisprudenza della Cassazione è sempre severissima , e sul terreno civile difende la esclusività dei tribunali ecclesiastici in materia matrimoniale anche in punti dove una parte della dottrina non la scorge , le magistrature minori accennano ad un orientamento più elastico . Si parla di revisione del Concordato ; è stata anche nominata una commissione governativa di studio che fino ad oggi non è però stata convocata . Ma da parte di quegli elementi del clero , di giuristi cattolici , di avvocati rotali che s ' interessano di questi problemi ( ad onor del vero , la più gran parte del clero è oggi assai più preoccupata di problemi pastorali , di vita religiosa , che non di questioni giuridiche ) , si è subito sentito parlare di tali « punti irrinunciabili » , che se queste voci esprimessero , ciò che non credo , il pensiero della S . Sede , meglio varrebbe di smettere ogni idea di revisione . L ' esperienza storica , di quei concordati ch ' ebbero lunghissima vita cui accennavo all ' inizio , mostra che , meglio che con revisioni formali , si opera con le tacite intese , col lasciar cadere senza rumore le foglie secche . Così avrebbe potuto essere di quel disgraziato art. 5 del nostro ( il sacerdote che non può essere nominato ad ufficio né conservare questo senza il nulla osta , sempre revocabile , del suo vescovo ; il sacerdote apostata o irretito da censure escluso da insegnamenti , uffici od impieghi in cui sia a contatto col pubblico ) : una disposizione che oggi è in contrasto con il comportamento della S . Sede e che i nostri uffici continuano ad applicare . Non molti giorni fa mi narrava il suo caso un sacerdote dell ' Alta Italia : professore in un seminario , per contrasti con il suo rettore si era dimesso ed aveva preso ad insegnare come incaricato in una scuola statale ( sempre vestendo l ' abito , celebrando la Messa , mantenendo gli obblighi sacerdotali ) ; ora aveva vinto un concorso e si attendeva la nomina in ruolo . Ma il ministero dell ' Istruzione esaminando i suoi atti aveva notato che non aveva prestato servizio militare come ordinato in sacris ; ed allora gli aveva chiesto il nulla osta del suo vescovo che lo rifiutò . Il sacerdote , non più giovane , era disperato , vedendo sfuggirsi questo pane sicuro che riteneva ormai assicurato . Siamo in uno dei casi in cui senza protocolli , con un discorso a mezza bocca tra un ambasciatore ed un cardinale segretario di Stato , e con una circolare riservatissima dei ministri ai loro direttori generali , si sarebbe potuto lasciar cadere la norma , dimenticandola da entrambe le parti , con reciproco vantaggio . Se c ' è virtù che gli uomini di Stato odierni hanno ereditato dai loro remoti predecessori , è quella di saper dimenticare le norme che disturbano ; ma qui non ha agito . Me ne dispiace . Io sono tra quelli che non hanno creduto nel '29 , e non credono oggi , che il Concordato abbia recato e rechi beneficio vuoi alla Chiesa , vuoi all ' Italia : resto fedele all ' ideale dei vescovi che non domandano mai aiuto al braccio secolare , dei cattolici che obbediscono propter amorem , che si fanno un vanto ed un onore di sopperire con i loro mezzi economici ai bisogni della Chiesa ( ciò che i cattolici di altri paesi realizzano , talora anche generosamente ) . Ma non vorrei una denuncia unilaterale : giustificabile quando si formò la Costituzione per incompatibilità con questa , sarebbe oggi atto di ostilità ; e rispetto chi è di diverso avviso , crede nella virtù dei concordati . Proprio questi , però , dovrebbero curarsi che il tempo operasse quella levigazione delle asprezze , che qui è il miglior modo per conservare .
La polemica sui patti lateranensi ( Jemolo Arturo Carlo , 1976 )
StampaQuotidiana ,
Nell ' articolo « Il Concordato : revisione o denuncia unilaterale ? » l ' amico Paolo Barile ritiene che non ci sarebbero oggi , e ci sarebbero ancor meno domani , ostacoli seri ad una denuncia unilaterale del Concordato ; che non tutti i cattolici vi sarebbero contrari ; che , « a certe condizioni , potrebbe non costituire un atto di ostilità » . Le condizioni , se ben comprendo , sarebbero un aggiornamento delle congrue e degli aiuti per la costruzione ed il mantenimento delle chiese . Premesso che sarebbe per me un gran bel giorno quello in cui vedessi il Papa dichiarare che considera decaduti tutti i concordati , intendendo la Chiesa vivere secondo il diritto comune , senza legami giuridici con gli Stati , cui non chiede se non la più ampia libertà , non condivido le idee di Barile . Le manifestazioni ufficiali delle gerarchie per l'11 febbraio sono state ancora una volta di celebrazione del grande bene che gli accordi lateranensi recarono alla Chiesa ed allo Stato , senza neppure accenni alla revisione . Le contestazioni indiscriminate , senza limiti , spesso incomposte , manifestatesi in seno alla Chiesa , hanno prodotto il consueto effetto , ch ' era da attendersi in un organismo sempre forte e vitale : un irrigidimento , il rallentamento di un cammino che portasse ad abbandonare molte scorie del passato , in cui molti speravamo ; ed anche in questo campo delle relazioni con lo Stato , l ' irrigidimento si avverte . Hanno ripreso lena i molti ch ' erano stati amareggiati dal periodo giovanneo . Accanto a vescovi comprensivi , con lo sguardo volto realisticamente al mondo ed alle possibilità che consente come alle barriere che oppone , ad un ottimo giovane clero , a religiosi e religiose eccellenti educatori ed organizzatori di opere di bene , ad un piccolo stuolo di laici , non agitati e contestatori , e non attaccati al passato , rispuntano quelli che nella mia gioventù caratterizzavano le giunte diocesane : cattolici tenacemente volti al passato , poco pensosi di problemi spirituali e molto più di problemi giuridici , attaccatissimi ad ogni forma che ricordi l ' alleanza del trono e dell ' altare . L ' acredine di certa polemica antidivorzista , con la ripetizione di spunti che potevano essere efficaci ancora all ' inizio del secolo , ma che non hanno alcuna rispondenza con le condizioni della famiglia d ' oggi , rappresenta un aspetto di questa mentalità . Non solo la reazione ad una denuncia unilaterale sarebbe vivissima ; ma mi chiedo quale partito s ' imbarcherebbe in una tale impresa . Guardiamoci intorno , amico Barile . Può essere doloroso per entrambi che i problemi giuridici abbiano scarsa presa sulle masse ; molto mi duole questo disinteresse per i problemi dei rapporti tra Chiesa e Stato , oggetto di meditazione lungo l ' intero corso della mia vita . Ma la realtà è il restringersi sempre più del numero di quelli che hanno una viva sensibilità in materia ; anche la tua Facoltà fiorentina ha preferito non coprire con un titolare la cattedra di questa branca del diritto , per dare preferenza ad altre discipline . Sta poi che la soluzione di Barile non mi persuade neppur essa . Tanto tanto chi vuole celebrare il matrimonio religioso compie una scelta ; ma perché l ' ateo dovrebbe concorrere più intensamente d ' oggi alla costruzione di chiese ed alle congrue ? Barile non è favorevole al lasciar disseccare le foglie , al dimenticare norme di legge , al tolerari posse , che è la secolare saggezza della Chiesa . Come professore di diritto , ha ragione : una legge c ' è o non c ' è ; se c ' è , occorre applicarla . Ma i politici fanno bene a discostarsi talora dai professori di diritto . Penso allo Statuto albertino , al come si lasciarono cadere la censura ecclesiastica sui libri di religione , la mera tolleranza conformemente alle leggi dei culti diversi dal cattolico , come tutta la struttura di quel testo fu silenziosamente e rapidamente trasformata . Ma poi , adagio con le leggi che debbono essere applicate . Molta parte di quella che chiamerei l ' impronta confessionale dello Stato non deriva dal Concordato , ma da interpretazioni , talora direi creazioni giurisprudenziali , che la Magistratura potrebbe anche abbandonare . Per restare all ' ambito del matrimonio , non è scritto nel Concordato , e neppure nella legge statale sul matrimonio , che il matrimonio religioso celebrato con l ' intesa che non dovesse essere trascritto , possa invece esserlo ad ogni momento a richiesta dell ' autorità ecclesiastica , anche contro la volontà dei coniugi . Non è scritto che il matrimonio religioso trascritto possa cadere nel nulla anche per lo Stato , se si scopra la esistenza del precedente matrimonio religioso non trascritto di uno dei coniugi . Non è scritto che anche per lo Stato , all ' infuori di ogni previsione di legge , le sentenze ecclesiastiche in materia di nullità non passino mai in giudicato , sicché possa cadere la nuova famiglia formatasi dinanzi allo Stato ed alla Chiesa , se venga riaperto il processo e posta nel nulla la sentenza di nullità che uno dei coniugi aveva ottenuto . Le due forme di matrimonio , con diverse conseguenze per le cause sulla validità , si sono giustificate con la libera scelta degli sposi ; ma la giurisprudenza non accetta che sia invalida la scelta che appaia operata dall ' incapace non interdetto ; nel caso dell ' infermo di mente che abbia celebrato matrimonio in forma religiosa , il giudice statale declina la propria competenza . Non è scritto che il giudice straniero non possa pronunciarsi sui matrimoni concordatari nemmeno nei casi in cui avrebbe competenza a pronunciarsi rispetto ai matrimoni civili ; il posto che il magistrato italiano può prendere secondo il diritto internazionale , non può prenderlo rispetto al giudice ecclesiastico . E ' una invenzione della giurisprudenza , senza alcun altro precedente , che se sia stata pronunciata una condanna per incesto tra patrigno e figliastra , ove la Chiesa consenta il loro matrimonio , debba cadere la sentenza , debbano aprirsi le porte del carcere , senza neppure un nuovo giudizio di tribunale . Questo in un solo settore . Per cui insisterei su ciò che possa ottenersi : meglio , con una revisione compiuta d ' intesa ( ma che abbia una qualche estensione ; se non tocchi che frange , meglio non farne nulla ) ; diversamente , con quelle tacite tolleranze su reciproche disapplicazioni di norme ; infine rivedendosi dai nostri magistrati certe interpretazioni radicatesi negli anni fra il '30 ed il '35 , ma la cui base a me pare più che contestabile .
Il Papato, l'Italia e il clerical-comunismo ( Jemolo Arturo Carlo , 1976 )
StampaQuotidiana ,
Si parla più che mai , malgrado ogni smentita , di « repubblica conciliare » , cioè di un Governo in cui entrino i comunisti , riformandosi quell ' unità di programmi e d ' intenti tra socialisti e comunisti che fu già per alcuni anni . Non sono tra quelli che nel '47 plaudirono a De Gasperi , ritenendo atto di grande saggezza avere messo i comunisti fuori del Governo ; né tra coloro che ( echeggiando Paolo Sarpi , allorché scriveva che i gesuiti sarebbero stati lieti di ritornare a Venezia anche come schiavi incatenati al remo , perché pochi anni di poi sarebbero divenuti i padroni della Repubblica ) , credono ogni partito sia fatalmente destinato ad essere presto assorbito o soppresso quando i comunisti entrino in un Governo , né tra gli altri che pensano i comunisti sarebbero fagocitati dai democristiani . M ' interessa solo di cercar d ' intuire quale sarebbe la posizione della Chiesa in quella che si suole chiamare « repubblica conciliare » ; e , poiché difficilmente l ' esempio dell ' Italia sarebbe senza seguito , quale sarebbe tale posizione in un ' Europa dove in ogni Stato i comunisti fossero elemento importante di governo . Qui pure non ho la visione semplicistica di coloro , per cui il colloquio tra comunisti e credenti è solo una trappola dei primi per sgominare la Chiesa . Obiettivamente osservo , peraltro , che le maggiori personalità del comunismo sono rimaste fuori da questo colloquio ; e credo di poter dire con qualche conoscenza che nel campo comunista l ' incontro ha portato alcuni ad apprezzare la forza sociale della religione , ma nessuno non dico ad andare a Messa , bensì ad ammettere soltanto l ' ipotesi del trascendente . Mentre nel campo cattolico vedo più d ' uno , anche tra i sacerdoti , che ha completamente dimenticato Il mio Regno non è di questo mondo , pur continuando a credere di battere le vie tracciate da Cristo . E quando guardo al passato , al Concordato ed ai dibattiti alla Costituente , penso sempre che i rapporti tra Chiesa e Stato si siano svolti nell ' ultimo mezzo secolo sulla trama di quelli che si racconta essere stati i rapporti tra i navigatori d ' altri tempi ed i selvaggi che incontravano in lontane terre : scambi in cui ciascuno dava quelle che per lui erano bazzecole , e riceveva quello che per lui era un tesoro . Per Mussolini non era nulla accordare alla Chiesa la legislazione sul matrimonio , i tribunali ecclesiastici , la degradazione civile dei sacerdoti apostati , restituire vecchi edifici acquisiti allo Stato dalle leggi eversive ; ed era molto ottenere al regime la calda adesione delle masse cattoliche , allora omogenee e subordinate ai pastori , ottenere la simpatia ( che ci fu , e fattiva ) dei partiti cattolici di tutto il mondo . E per il Papato tutto quel che riceveva serbava un gran valore , credeva giovasse a rafforzare la religione ; ed a chi gli avesse rimproverato d ' avere trattato con il fascismo , avrebbe potuto rispondere che da secoli e secoli la sua politica era di riconoscere qualsiasi tiranno quando ciò poteva servire al bene delle anime ( i tiranni passano , il filone della fede resta ) , e che Mussolini ed anche i peggiori dei fascisti erano candidi agnellini di fronte a Costantino , ai vari re barbari ch ' erano stati decorati dei titoli di « Protettori della Chiesa » , « Difensori della fede » . Analogo discorso per le discussioni alla Costituente , la salvezza di tutte le norme concordatarie . Ed il discorso potrebbe ripetersi domani : il Concordato , che la S . Sede continua a ritenere efficace presidio , non darebbe alcuna noia ad un Governo ove pur predominassero i comunisti . Qui , tuttavia , non è facile fare presagi . Infatti nessuno è in grado di dire se l ' avvenire del comunismo sia una trasposizione su altra chiave del cristiano un solo gregge ed un solo ovile , o invece dell ' impero romano , una potenza che è come il Sole , accanto a cui gravita una costellazione di staterelli che sono come i pianeti rotanti intorno all ' astro maggiore . Nel primo caso , non sembra che si avrebbero giorni di pace per i credenti . Sono tra quelli che avevano pensato che il comunismo avrebbe seguito il cammino di molti altri partiti politici , nati intorno al nucleo d ' una concezione filosofica , d ' una visuale del mondo , e che man mano se ne distaccano per svolgere soltanto un piano concreto di riforme economiche e giuridiche . Ma l ' esperienza di oltre mezzo secolo non conferma quest ' attesa ; il comunismo resta legato ( e forse è la sua forza ) ad un materialismo che domina ogni attività intellettuale , da cui derivano precise regole in ogni campo , anche nei vari rami dell ' arte . Ma se invece si avesse un impero russo , con Stati che gli facessero corona , non è detto che a questi sarebbe imposta sempre , come alla Cecoslovacchia , la fede nella medesima Weltanschauung . La Roma d ' Augusto e di Tiberio non si preoccupava di quel che si credesse nei vari Stati alleati od associati . I culti orientali ebbero anche dure repressioni a Roma , come quelli che potevano corrompere i costumi , ma non furono perseguitati in Oriente . Né oggi la Russia si preoccupa di staccare gli arabi dalla fede nel Corano , dal divieto dei cibi impuri , dal velo alle donne . Utilizza la forza , il cemento , che può venire dalla fede comune ai popoli dell ' Islam . Probabilmente è a questo possibile rispetto della religione che pensano , quando pensano , quegli uomini politici cattolici , che sembrano desiderare l ' avvento di un ' Italia dai connotati comunisti , con un ' economia che escluda l ' iniziativa privata , e con le conseguenze che quei connotati portano anche per ciò ch ' è libertà individuale . E può darsi abbiano ragione . Ma a me tornano al pensiero alcune parole che scriveva Manzoni nel Discorso su alcuni punti della storia longobardica in Italia a proposito del Papa , evocando quei secoli dell ' Alto Medioevo : Roma , così incapace per sé di farsi temere , aveva nel suo seno un oggetto di venerazione , e qualche volta di terrore , anche per i suoi nemici , un personaggio per cui verso di essa si volgeva da tanta parte del mondo uno sguardo di reverenza e d ' aspettazione ... Solo questo personaggio poteva pronunziar parole che diventavano un oggetto d ' attenzione e di discussione . Se c ' è cosa che pare certa , è che nulla di simile potrebbe rinnovarsi in una costellazione di Stati comunisti ; tolleranza religiosa , autonomia della Chiesa , sua potestà sull ' assottigliato numero dei credenti , forse sì ; ma tacere o lodare lo Stato , guardare soltanto al cielo e non alla terra ( l ' antitesi del clero contestatore ) , mai e poi mai ricordare che si deve obbedire a Dio prima che agli uomini : ché appena il Papato volesse anche soltanto protestare contro iniquità , o difendere innocenti , un ' altra pagina del Medioevo rischierebbe di ripetersi , con i papi deposti e gli antipapi ligi all ' imperatore .