StampaQuotidiana ,
Si
parla
a
sufficienza
della
Chiesa
,
ma
considerando
soltanto
la
sua
azione
sociale
o
politica
;
una
minima
parte
di
quanto
si
è
scritto
anche
su
religiosi
di
grande
prestigio
,
don
Mazzolari
,
padre
Bevilacqua
,
don
Milani
,
non
analizza
l
'
essenza
della
loro
fede
.
È
quasi
un
luogo
comune
che
la
Chiesa
con
Giovanni
XXIII
e
Paolo
VI
ha
subìto
una
svolta
,
ma
questa
svolta
consisterebbe
nel
non
pretendere
più
privilegi
,
rivolgersi
ai
popoli
più
che
ai
governi
,
soprattutto
prospettare
in
primo
piano
la
questione
sociale
,
essere
la
Chiesa
dei
poveri
,
abbandonare
,
come
si
è
fatto
con
la
Populorum
progressio
,
il
secolare
concetto
della
proprietà
privata
diritto
naturale
,
che
il
legislatore
doveva
rispettare
.
Non
mi
consta
che
si
analizzi
mai
ciò
ch
'
è
mutato
nella
religione
non
solo
degl
'
italiani
,
ma
direi
di
tutti
gli
occidentali
;
né
se
ne
troverebbe
traccia
in
documenti
ufficiali
;
dove
come
in
passato
è
raccomandato
non
solo
il
culto
a
Maria
,
ma
la
devozione
al
S
.
Cuore
,
la
recita
del
Rosario
,
celebrate
le
rivelazioni
di
Fatima
.
Eppure
chi
sia
abbastanza
vecchio
per
ricordare
quella
ch
'
era
al
principio
del
secolo
la
fede
diffusa
nella
massa
dei
credenti
(
che
forse
neppure
allora
costituivano
la
maggioranza
degl
'
italiani
)
,
soprattutto
quella
ch
'
era
la
fede
degli
umili
,
si
accorge
dei
cambiamenti
.
Era
un
cattolicesimo
in
cui
il
Dio
Padre
era
lontano
,
poco
invocato
,
cui
si
parlava
attraverso
gl
'
intermediari
,
soprattutto
la
Vergine
ed
un
gran
numero
di
santi
,
tra
cui
era
dato
scegliere
il
proprio
intercessore
.
Una
fede
semplice
,
cui
non
a
torto
si
rimproverava
molto
antropomorfismo
;
si
credeva
in
una
sopravvivenza
,
ma
come
una
continuazione
della
vita
presente
;
un
cattolico
credeva
nelle
sofferenze
sensibili
e
senza
fine
dell
'
Inferno
,
nelle
anime
purganti
per
cui
si
prega
e
che
pregano
per
noi
,
in
un
Paradiso
in
cui
ci
si
ritrova
ancora
con
gli
affetti
della
vita
terrena
;
quando
si
consolava
chi
piangeva
sulla
salma
di
una
persona
cara
,
dicendogli
:
«
Tra
qualche
anno
vi
ricongiungerete
»
,
si
pensava
proprio
al
figlio
che
ritrova
la
madre
,
e
conversa
con
lei
,
ed
ancora
le
chiede
perdono
dei
suoi
mancamenti
,
allo
sposo
che
ritrova
la
sposa
,
i
genitori
,
il
figlio
.
L
'
intimo
sentire
non
era
un
confondersi
in
Dio
,
ma
un
ritrovare
proprio
le
persone
care
;
qualche
anno
,
e
poi
di
nuovo
la
famiglia
riunita
.
Un
aldilà
,
lo
si
concepiva
ancora
con
i
colori
,
le
forme
,
i
suoni
che
ci
sono
noti
;
in
un
culmine
di
bellezza
cui
non
possiamo
arrivare
,
ma
sempre
forme
,
sempre
colori
,
sempre
suoni
.
I
veri
credenti
erano
certi
che
le
indulgenze
abbreviano
l
'
espiazione
nel
Purgatorio
,
che
l
'
assoluzione
riporta
nello
stato
di
grazia
,
che
il
sacerdote
ha
dei
poteri
carismatici
e
può
quindi
quello
che
nessun
altro
uomo
può
,
rimettere
i
peccati
;
gli
ortodossi
ritenevano
esservi
una
sola
via
,
quella
della
Chiesa
cattolica
per
giungere
a
Dio
.
Cosa
rimane
di
questo
,
anche
in
un
giovane
iscritto
all
'
Azione
cattolica
?
Non
gli
darebbe
molestia
vedere
una
di
quelle
immaginette
,
tanto
diffuse
allorché
ero
bambino
,
le
anime
purganti
che
emergono
con
metà
del
corpo
da
un
mare
di
fiamme
,
giungendo
le
mani
e
levando
gli
occhi
'
al
cielo
?
O
ritrovare
in
un
vecchio
libro
una
delle
storie
edificanti
che
si
leggevano
allora
,
il
bambino
morto
che
alla
domanda
pressante
dei
genitori
se
è
in
Paradiso
,
risponde
che
è
all
'
Inferno
perché
è
morto
dopo
aver
commesso
un
atto
impuro
?
Ripeto
,
nulla
è
cambiato
nel
dogma
,
nell
'
insegnamento
ufficiale
;
ancora
pochi
giorni
fa
una
signora
mi
diceva
che
un
confessore
le
aveva
negato
l
'
assoluzione
s
'
ella
persisteva
nel
non
credere
nell
'
Inferno
(
non
gliel
'
avrebbe
negata
se
lo
accettava
,
ma
pensava
ad
un
carcere
senza
detenuti
)
.
Ma
anche
nel
Credo
non
si
parla
più
di
discesa
di
Cristo
all
'
Inferno
,
e
quando
sento
da
ottimi
sacerdoti
le
spiegazioni
del
Vangelo
odo
parlare
sì
di
vita
eterna
,
di
ricongiungersi
con
Dio
,
ma
non
già
quel
ritrovarsi
proprio
in
una
continuità
degli
affetti
terreni
,
anziché
come
scintille
che
ritornino
ad
una
grande
fiamma
;
e
se
pure
continuino
ad
annunciarsi
certe
indulgenze
,
come
quella
della
Porziuncola
,
non
sento
mai
accennare
alle
indulgenze
che
abbrevierebbero
le
pene
delle
anime
purganti
;
mentre
la
facilità
delle
riduzioni
allo
stato
laicale
,
il
non
considerare
più
il
sacerdote
che
gettava
la
veste
e
passava
al
matrimonio
come
un
disertore
,
un
reietto
,
non
può
(
accompagnata
all
'
abbandono
dell
'
abito
talare
,
alla
stessa
trasandatezza
frequente
del
rito
;
non
più
il
chierichetto
in
cotta
,
che
faceva
suonare
ad
un
certo
momento
il
campanellino
)
non
avere
diminuito
un
po
'
la
figura
del
sacerdote
cui
si
baciava
la
mano
.
Una
purificazione
del
cattolicesimo
da
troppe
scorie
inseritesi
nei
secoli
,
d
'
accordo
;
direi
anche
cattolicesimo
più
consono
alla
ragione
umana
,
che
se
qualcosa
può
proclamare
è
il
proprio
limite
;
non
può
né
provare
né
negare
l
'
esistenza
di
un
mondo
fuori
dell
'
ambito
dell
'
uomo
chiuso
nei
suoi
sensi
(
gli
argomenti
dimostrativi
di
questa
esistenza
poggiano
tutti
sempre
nella
cerchia
della
ragione
,
cioè
della
presumibilità
che
l
'
ordinamento
umano
in
cui
viviamo
abbia
caratteri
che
non
possono
essere
non
comuni
a
quello
in
cui
resusciteremo
:
effetto
che
richiama
una
causa
,
sviluppo
che
deve
portare
ad
una
mèta
,
niente
senza
una
ragion
d
'
essere
)
,
e
meno
che
mai
conoscere
quale
sarebbe
la
condizione
dell
'
uomo
che
più
non
fosse
tale
;
il
credente
è
tale
per
la
fede
,
e
già
Dante
ammoniva
sui
limiti
del
conoscibile
,
sulla
non
sostituibilità
della
fede
,
ché
se
no
,
d
'
uopo
non
era
partorir
Maria
.
Ed
ancora
esortazione
all
'
uomo
che
il
vero
modo
di
onorare
Dio
è
operare
bene
,
prodigarsi
per
i
fratelli
,
non
pensare
a
sé
,
che
è
la
spiegazione
dell
'
evangelico
e
misterioso
-
chi
ama
la
sua
vita
la
perde
,
e
chi
odia
la
sua
vita
in
questo
mondo
,
la
conserverà
per
la
vita
eterna
-
;
esortazione
ad
un
comportamento
che
è
certo
d
'
interesse
generale
,
che
permette
di
collaborare
credenti
e
non
credenti
;
e
già
i
migliori
sacerdoti
da
tempo
predicavano
contro
il
voler
ridurre
la
religione
a
«
sentimento
»
.
Tutto
questo
è
vero
;
prendiamo
atto
di
questo
tacito
mutamento
anche
con
soddisfazione
;
ma
non
disconosciamo
che
quella
che
pare
scomparsa
era
la
religione
dei
poveri
in
spirito
prediletti
nel
Vangelo
,
e
che
non
è
dato
supporre
un
Dio
che
non
accogliesse
come
una
preghiera
innalzata
a
lui
quella
diretta
al
santo
protettore
da
una
data
malattia
,
o
il
rosario
recitato
,
storpiando
le
parole
latine
,
dalla
povera
vecchietta
.
Né
so
pensare
ad
un
Cristo
che
amando
i
poveri
in
spirito
,
non
sia
stato
l
'
intercessore
presso
il
Padre
quale
fosse
la
loro
preghiera
,
non
gradisse
il
cuore
d
'
argento
che
appendevano
per
la
grazia
ricevuta
.
StampaQuotidiana ,
L
'
art.
315
del
vigente
codice
civile
suona
:
«
Il
figlio
,
di
qualunque
età
sia
,
deve
onorare
e
rispettare
i
genitori
»
.
Nel
progetto
unificato
di
modifiche
al
diritto
di
famiglia
scompare
l
'
onorare
e
si
menziona
l
'
obbligo
del
figlio
,
finché
viva
in
seno
alla
famiglia
,
di
contribuire
ai
bisogni
di
questa
in
proporzione
alle
sue
sostanze
e
al
suo
reddito
.
La
scomparsa
dell
'
onorare
è
priva
d
'
importanza
pratica
;
il
legislatore
non
può
ispirare
sentimenti
.
Ma
è
una
delle
modifiche
al
codice
inserite
nel
progetto
che
coglie
un
giovane
professore
,
Ennio
Russo
,
nella
sua
introduzione
«
Le
idee
della
riforma
del
diritto
di
famiglia
»
ad
un
volume
di
studi
in
argomento
,
opera
dell
'
Istituto
di
diritto
privato
della
Università
di
Messina
.
La
monografia
del
Russo
,
che
si
distacca
da
troppe
altre
lette
in
questi
anni
,
afferma
che
la
disciplina
data
in
passato
dai
codici
alla
famiglia
legittima
intendeva
proteggerla
come
centro
politico
elementare
,
come
depositaria
di
valori
(
così
l
'
idea
di
Patria
)
,
che
premeva
al
legislatore
di
conservare
;
mentre
anche
la
trasmissione
ereditaria
di
patrimoni
rispondeva
ad
una
concezione
politica
.
Mutata
questa
,
lo
Stato
attenua
la
protezione
della
famiglia
legittima
,
e
tende
sempre
più
a
parificarle
la
famiglia
nascente
dall
'
adozione
e
quella
naturale
.
Appare
così
che
la
famiglia
non
è
istituto
naturale
,
ma
il
concetto
di
famiglia
varia
storicamente
secondo
gl
'
interessi
fondamentali
della
comunità
.
Oggi
la
famiglia
non
costituisce
più
una
remora
per
i
suoi
componenti
;
i
partiti
possono
tutti
consentire
nel
vedere
scemare
la
protezione
alla
famiglia
,
perché
essa
non
assicura
più
neppure
un
gruppo
omogeneo
di
voti
.
L
'
interesse
del
legislatore
è
ora
volto
ai
singoli
,
non
al
gruppo
familiare
;
la
famiglia
viene
regolata
nell
'
interesse
dei
singoli
,
lo
Stato
cessa
di
proteggere
i
rapporti
familiari
quando
essi
non
realizzino
più
l
'
interesse
del
soggetto
al
libero
dispiegamento
della
propria
personalità
.
Quindi
il
gruppo
familiare
deve
potersi
disgregare
se
non
realizzi
più
la
tutela
dei
diritti
ed
interessi
degli
appartenenti
.
Non
ci
sono
interessi
della
famiglia
che
non
siano
interessi
dei
coniugi
o
dei
figli
;
un
potere
familiare
non
può
venire
concepito
se
non
come
strumento
per
l
'
adempimento
di
doveri
:
tra
cui
primeggia
quello
della
educazione
dei
minori
:
si
recidano
i
vincoli
di
sangue
se
altre
formazioni
sociali
possano
meglio
occuparsi
della
formazione
del
bambino
.
Ma
la
prole
è
elemento
che
non
sempre
esiste
e
comunque
provvisorio
nella
famiglia
,
che
è
eminentemente
società
coniugale
;
sicché
la
tutela
della
dignità
,
e
soprattutto
del
lavoro
della
donna
,
è
punto
fondamentale
nella
riforma
del
diritto
di
famiglia
.
Che
il
Russo
,
il
quale
peraltro
ricorda
che
in
materia
il
diritto
entra
in
funzione
quando
non
operano
più
gli
affetti
,
sintetizzi
felicemente
la
ispirazione
del
progetto
,
mi
pare
certo
,
e
convengo
che
in
tutti
questi
punti
coglie
bene
la
realtà
della
famiglia
odierna
e
delle
preoccupazioni
legislative
,
che
spesso
non
si
osa
formulare
.
Questo
suscita
in
me
molte
considerazioni
.
È
difficile
parlare
di
tendenze
individualiste
o
invece
di
annullamento
dell
'
individuo
nel
gruppo
,
in
una
data
epoca
.
Oggi
anche
se
molto
anticonformismo
sia
in
realtà
un
conformismo
di
opposizione
al
passato
,
c
'
è
una
diversità
di
opinamenti
su
ogni
punto
quale
non
si
dava
in
altri
periodi
;
non
scorgo
un
solo
postulato
in
cui
tutti
convengano
.
E
,
quando
non
crolla
,
s
'
indebolisce
il
più
vecchio
gruppo
,
la
famiglia
:
prevalenza
individualista
,
si
direbbe
.
Ma
viceversa
nei
contrasti
del
mondo
del
lavoro
,
non
c
'
è
che
il
gruppo
:
è
quasi
impossibile
al
singolo
affermare
una
volontà
in
contrasto
con
quella
del
sindacato
,
dell
'
ordine
professionale
.
Preoccupazione
saliente
è
certo
l
'
educazione
dei
bambini
,
dei
ragazzi
,
a
prescindere
da
come
poi
si
attui
questa
educazione
;
invece
s
'
accetta
che
con
l
'
adolescenza
,
con
la
prima
giovinezza
,
il
figlio
abbia
diritto
di
staccarsi
anche
materialmente
,
con
una
abitazione
a
sé
,
dalla
famiglia
,
e
non
debba
più
dipendere
in
alcun
modo
da
questa
.
I
legami
si
allentano
fino
a
rompersi
.
Non
posso
non
ricordare
che
questo
avviene
negli
animali
;
cagne
e
gatte
sono
mamme
amorosissime
con
i
piccoli
,
ma
poi
li
ignorano
una
volta
divenuti
adulti
.
Che
l
'
incesto
non
ispiri
più
l
'
orrore
che
un
tempo
ispirava
indistintamente
a
tutti
,
mi
pare
anche
un
segno
di
questo
ritorno
verso
l
'
animalità
;
contrassegnato
poi
anche
dalla
indifferenza
verso
i
vecchi
,
dallo
svanire
di
ogni
pietà
verso
di
loro
:
si
vide
mai
un
cane
od
un
gatto
soccorrere
il
vecchio
genitore
?
Non
riesco
a
convincermi
che
sia
una
mia
fantasia
morbosa
quella
di
una
parabola
dell
'
umanità
che
ritorna
verso
le
origini
.
È
vero
che
non
ha
più
peso
l
'
idea
della
famiglia
società
naturale
,
come
definisce
la
famiglia
legittima
l
'
art.
29
della
Costituzione
.
Ciò
porge
adito
ad
altra
osservazione
.
Si
disse
ampiamente
che
nel
redigere
la
Costituzione
la
Democrazia
cristiana
era
riuscita
a
fare
accogliere
in
essa
le
concezioni
fondamentali
della
dottrina
cristiano
-
sociale
,
che
appunto
aveva
alla
sua
volta
recepito
le
idee
dei
teoretici
cattolici
del
diritto
naturale
,
padre
Taparelli
,
padre
Liberatore
,
i
quali
affermavano
i
diritti
delle
società
naturali
,
e
la
tirannide
dello
Stato
che
non
li
rispettasse
:
la
famiglia
non
era
che
la
prima
delle
società
naturali
,
poi
venivano
le
cerchie
territoriali
,
così
i
Comuni
.
A
distanza
di
un
quarto
di
secolo
non
mi
pare
che
resti
più
nulla
di
una
posizione
del
partito
di
maggioranza
relativa
in
difesa
di
queste
concezioni
.
Esso
è
certo
fra
tutti
i
partiti
quello
che
ha
mutato
di
più
i
propri
orientamenti
,
pure
conservando
alcuni
degli
uomini
delle
origini
(
e
non
di
secondaria
importanza
)
,
e
non
perdendo
quelli
che
sopravvivono
dei
suoi
originari
elettori
.
Ciò
che
induce
a
riflessioni
su
quel
che
è
il
partito
e
soprattutto
su
quella
che
è
oggi
la
partecipazione
del
popolo
alla
vita
politica
.
Per
tanti
elettori
il
partito
è
quel
che
rappresenta
per
il
cliente
il
nome
di
un
'
affermata
ditta
commerciale
;
non
si
chiede
al
partito
quali
siano
oggi
i
suoi
propositi
,
quali
le
posizioni
prese
negli
ultimi
anni
,
non
si
giudica
;
basta
quel
nome
.
Torniamo
alla
famiglia
.
Non
idealizzo
la
famiglia
tradizionale
;
so
come
spesso
sotto
l
'
apparente
concordia
fervevano
avversioni
profonde
,
gelosie
tra
fratelli
e
sorelle
,
incomprensioni
,
come
l
'
essere
la
famiglia
centro
d
'
interessi
patrimoniali
portasse
anche
ad
odi
feroci
a
proposito
di
eredità
o
di
divisioni
.
La
stessa
solidarietà
familiare
quando
esisteva
diveniva
talora
omertà
,
diniego
del
diritto
altrui
.
Tuttavia
da
quell
'
idea
del
vincolo
obbligatorio
,
del
legame
di
sangue
,
diciamo
pure
dal
mito
della
società
naturale
,
si
sviluppavano
non
di
rado
devozioni
profonde
(
anche
tra
coniugi
uniti
in
origine
in
matrimoni
combinati
,
senza
un
amore
iniziale
)
,
affetti
delicati
;
l
'
individuo
trovava
nella
famiglia
il
conforto
di
cuori
fratelli
,
quell
'
armonia
dei
sentimenti
,
quelle
stesse
vibrazioni
delle
emozioni
,
che
vale
molto
più
della
comunanza
d
'
idee
:
ho
presenti
fratelli
e
sorelle
che
si
sostennero
con
infinita
carità
per
il
corso
di
una
lunga
vita
.
La
famiglia
non
provvisoria
,
che
legava
ancora
i
figli
cinquantenni
ai
genitori
in
tarda
età
,
la
famiglia
larga
,
che
comprendeva
zii
e
cugini
,
era
stata
una
bella
conquista
dell
'
umanità
,
elevandosi
al
di
sopra
delle
specie
animali
.
StampaQuotidiana ,
La
grande
accusata
è
la
scuola
classica
.
Anzitutto
dal
lato
politico
:
la
scuola
dei
signori
.
Lo
è
stata
,
lo
è
?
Non
certo
per
gl
'
insegnanti
,
di
solito
persone
che
vivevano
di
un
gramo
stipendio
(
ricordi
di
Augusto
Monti
:
il
fratello
impiegato
privato
guadagna
quasi
il
doppio
di
lui
,
giovane
professore
;
il
cognato
viaggiatore
di
commercio
circa
cinque
volte
)
;
ma
neppure
per
gli
studenti
:
la
frequentavano
convittori
di
collegi
di
orfani
retti
da
istituti
di
beneficenza
o
mutualistici
.
Però
era
quella
che
dava
,
essa
sola
-
oggi
non
è
più
così
-
accesso
a
tutte
le
facoltà
universitarie
;
mentre
in
proprio
non
rilasciava
alcun
titolo
,
non
si
usciva
né
ragioniere
né
geometra
né
maestro
.
Ma
che
laureato
equivalesse
a
signore
sarebbe
stato
difficile
dimostrare
.
Tuttavia
in
un
certo
senso
l
'
appellativo
aveva
qualcosa
di
vero
;
nei
pochi
casi
in
cui
la
scuola
classica
riusciva
a
plasmare
,
dava
vita
a
quel
tipo
di
honnéte
hommi
,
che
si
riscontra
nella
nobiltà
di
toga
e
nella
buona
borghesia
della
Francia
di
Luigi
XIV
;
l
'
uomo
che
si
compiace
dei
classici
,
che
ammira
il
mondo
grecolatino
,
per
cui
il
riposo
è
la
lettura
di
Platone
o
di
Orazio
;
se
passa
ai
moderni
,
si
compiace
di
Montaigne
o
Pascal
.
La
scuola
classica
,
fuori
dell
'
ambito
dei
professori
,
produsse
questi
appassionati
della
classicità
:
il
clinico
Domenico
Majocchi
ed
il
grande
avvocato
e
presidente
della
Banca
commerciale
Camillo
Giussani
,
ad
esempio
.
Difficile
concepire
uomini
tali
capaci
di
mescolarsi
al
popolo
che
trepida
negli
stadi
o
dinanzi
ai
televisori
quando
riproducono
campionati
,
in
genere
di
partecipare
alle
schiette
manifestazioni
di
entusiasmi
popolani
.
Ma
erano
rari
parti
della
scuola
classica
;
io
ne
uscii
incapace
di
comprendere
una
satira
di
Orazio
se
non
edita
con
molte
note
;
altri
imbottiti
solo
di
ricordi
grammaticali
e
sintattici
.
In
effetto
per
pochi
la
scuola
raggiungeva
l
'
effetto
di
dare
la
bella
armoniosa
visione
del
mondo
classico
,
una
sia
pur
non
dettagliata
comprensione
del
miracolo
del
pensiero
greco
,
delle
altezze
dell
'
epica
omerica
,
di
ciò
che
aveva
rappresentato
Roma
nell
'
arte
di
governare
e
nella
creazione
del
diritto
.
Tra
i
sei
ed
i
dieci
anni
possono
impressionare
episodi
fiabeschi
leggendari
,
gl
'
inganni
di
Ulisse
,
Laocoonte
,
Polifemo
,
Muzio
Scevola
ed
Orazio
Coclite
,
ma
solo
prossimi
ai
vent
'
anni
giovani
non
eccezionali
sono
in
grado
di
rendersi
conto
di
quel
che
fu
il
mondo
classico
e
le
sue
ricchezze
.
Gli
anni
ingrati
in
cui
si
percorreva
il
ginnasio
e
s
'
iniziava
il
liceo
erano
i
meno
atti
per
quella
comprensione
;
ed
il
Cicerone
a
tutto
spiano
che
si
faceva
digerire
era
il
testo
meno
acconcio
per
raggiungere
la
visione
della
classicità
.
Inoltre
pochi
erano
gl
'
insegnanti
,
anche
perché
assillati
dai
programmi
e
dalla
infausta
traduzione
dall
'
italiano
in
latino
,
in
grado
di
presiedere
ad
un
così
difficile
compito
.
Non
è
a
stupire
che
talora
desse
maggiori
frutti
l
'
insegnamento
del
greco
,
iniziato
più
tardi
,
già
nella
prima
espansione
della
adolescenza
.
Veramente
il
male
della
scuola
classica
era
quello
che
sarà
comune
ad
una
scuola
unica
che
si
voglia
protrarre
fino
alla
Università
,
di
voler
preparare
a
tutte
le
vie
:
ciò
che
implica
non
preparare
adeguatamente
per
nessuna
.
Le
letterature
straniere
non
vi
avevano
alcun
posto
;
s
'
imparava
una
lingua
straniera
,
ma
non
in
grado
di
parlarla
,
e
spesso
su
testi
vecchi
di
tre
secoli
,
con
tempi
e
modi
ora
in
disuso
,
sicché
un
romanzo
contemporaneo
appariva
ricco
di
parole
ignote
.
La
matematica
,
la
chimica
,
la
fisica
erano
insegnate
in
modo
da
formare
l
'
uomo
di
discreta
cultura
,
ma
chi
s
'
iscriveva
poi
a
quelle
facoltà
doveva
ricominciare
da
capo
.
Tuttavia
l
'
allievo
che
non
avesse
trascorso
proprio
inutilmente
quegli
anni
,
si
era
formato
un
abito
logico
,
l
'
attitudine
al
ragionamento
,
buona
per
qualsiasi
disciplina
.
Se
ora
si
guarda
all
'
avvenire
,
sono
persuaso
che
sarebbe
nefasta
la
continuazione
della
scuola
unica
;
a
meno
di
prolungare
ancora
,
contro
tutte
le
tendenze
dei
giovani
,
che
oggi
vogliono
sposarsi
presto
,
i
corsi
scolastici
,
con
bienni
pre
-
universitari
dove
finalmente
si
avesse
una
selezione
.
Dubito
molto
della
riforma
che
consente
ogni
iscrizione
universitaria
con
qualsiasi
preparazione
scolastica
;
credo
nella
utilità
dei
licei
scientifici
,
degl
'
istituti
tecnici
,
delle
magistrali
.
Ma
la
scuola
classica
ha
a
morire
?
Proprio
l
'
Italia
deve
abbandonare
un
ramo
di
studi
che
ha
eletti
cultori
nelle
Università
americane
,
in
quelle
di
lingua
inglese
e
tedesca
,
che
neppure
la
Russia
ha
condannato
?
Considererei
una
vera
vergogna
per
l
'
Italia
la
morte
della
scuola
media
superiore
classica
;
ma
dovrebbe
cessare
di
essere
la
scuola
che
apre
tutte
le
porte
,
divenire
quella
per
i
futuri
insegnanti
di
greco
e
di
latino
,
archeologi
,
studiosi
di
storia
antica
.
Quindi
trenta
o
quaranta
licei
classici
,
con
cinque
anni
di
corso
,
sarebbero
sufficienti
;
il
latino
si
può
imparare
in
cinque
anni
come
il
greco
,
specie
se
s
'
inizia
lo
studio
non
a
dieci
od
undici
anni
,
ma
a
quattordici
.
Occorrerebbe
però
che
tutta
la
scuola
classica
fosse
orientata
in
vista
di
questo
suo
specifico
fine
.
Due
lingue
moderne
,
ma
insegnate
col
preciso
scopo
d
'
insegnare
a
leggere
lavori
di
storia
e
di
critica
;
non
la
ricchezza
del
vocabolario
che
occorre
possedere
per
leggere
un
romanzo
contemporaneo
,
non
finezze
grammaticali
.
Una
matematica
volta
soprattutto
a
far
comprendere
la
profondità
,
le
intuizioni
,
lo
spirito
di
analisi
del
pensiero
greco
;
una
letteratura
italiana
con
il
continuo
raffronto
dei
greci
e
dei
latini
,
che
illustri
,
ad
esempio
,
quel
che
può
ravvisarsi
di
comparabile
al
romanticismo
in
dati
scrittori
greci
e
romani
.
E
storia
non
di
soli
avvenimenti
,
ma
di
quel
che
fu
per
gli
antichi
il
senso
della
storia
,
del
succedersi
degli
eventi
umani
;
la
loro
idea
del
fato
;
una
adeguata
illustrazione
delle
religioni
dell
'
antichità
,
dell
'
elemento
eterogeneo
e
da
respingere
che
furono
per
i
romani
i
culti
orientali
.
Occorrono
certo
insegnanti
di
prim
'
ordine
per
un
tale
compito
;
ma
se
i
licei
classici
sono
nel
numero
esiguo
che
ho
accennato
,
si
trovano
;
penso
soltanto
alla
Facoltà
di
Torino
ed
a
quel
suscitatore
di
passione
per
la
romanità
che
è
Italo
Lana
.
L
'
obiezione
che
prevedo
è
questa
:
può
un
ragazzo
di
quindici
anni
scegliere
una
via
con
così
pochi
sbocchi
come
quella
che
indico
?
Penso
che
sì
,
e
so
poi
che
ad
ogni
età
si
possono
compiere
scelte
sbagliate
;
anche
i
matrimoni
dei
quarantenni
possono
contenerle
.
Ma
il
peggio
nella
vita
è
non
saper
mai
effettuare
delle
scelte
.
StampaQuotidiana ,
Che
gl
'
italiani
d
'
oggi
siano
più
istruiti
di
quelli
di
trenta
e
soprattutto
di
cinquant
'
anni
or
sono
,
mi
pare
fuor
di
dubbio
.
Allora
certe
nozioni
cosmiche
(
la
terra
che
rotea
intorno
al
sole
,
cosa
sia
la
luna
)
erano
ancora
sconosciute
o
confuse
nella
mente
dei
più
umili
,
mentre
sono
oggi
note
pure
agli
analfabeti
;
e
così
dicasi
per
quanto
è
oltre
frontiera
,
altri
continenti
,
altri
Stati
.
Merito
della
scuola
(
delle
elementari
,
specificherei
,
che
mi
sembra
siano
ancora
le
meglio
funzionanti
:
recenti
pagine
,
amene
ma
amare
,
di
Remo
Gianuzzi
,
Esami
di
Stato
,
confermano
la
mia
diffidenza
per
le
attuali
scuole
secondarie
)
;
ma
anche
della
televisione
,
delle
emigrazioni
ed
immigrazioni
.
Pur
ciò
ch
'
è
cattivo
ha
qualcosa
di
buono
:
compiangiamo
gli
emigrati
che
si
trovano
male
nel
Paese
in
cui
non
s
'
inseriscono
,
ma
il
loro
campo
visivo
si
allarga
;
e
pure
i
peggiori
rotocalchi
,
con
le
brutte
o
sciocche
vicende
che
narrano
,
danno
un
qualche
orientamento
di
luoghi
e
di
costumi
.
Va
da
sé
che
il
contenuto
della
istruzione
desiderabile
varia
nel
tempo
;
non
nego
la
qualifica
d
'
istruito
a
chi
pure
ignori
vicende
e
personaggi
ben
noti
quando
ero
ragazzo
(
ed
accetterei
mi
si
escludesse
dal
novero
degl
'
istruiti
per
la
mia
ignoranza
su
calciatori
,
cantautori
,
divi
e
dive
del
cinema
,
che
tanto
posto
hanno
nel
mondo
d
'
oggi
)
.
Più
istruiti
,
sì
;
ma
anche
per
chi
,
come
me
,
non
ha
il
disprezzo
per
il
nozionismo
(
senza
una
piattaforma
di
nozioni
si
ciancia
a
vuoto
)
istruito
non
equivale
a
colto
.
Siamo
più
colti
?
gl
'
incolti
sono
soltanto
quelli
che
rispondono
sempre
non
so
ai
questionari
Doxa
,
anche
alle
domande
che
i
radiocronisti
pongono
per
strada
?
Prescindo
dalla
cultura
specializzata
(
è
un
caso
a
sé
quello
dell
'
universitario
dottissimo
in
un
ramo
,
ed
incapsulatosi
in
quello
,
ignaro
di
letteratura
,
di
arte
,
di
scienza
)
;
quel
che
interessa
è
la
quantità
di
cultura
diffusa
che
permette
di
dire
che
un
popolo
è
colto
.
A
prima
vista
ci
viene
spontaneo
dire
che
siamo
più
colti
che
non
fossimo
cinquanta
o
trent
'
anni
fa
.
Almeno
in
politica
,
ma
anche
nel
considerare
i
possibili
modelli
sociali
,
pochi
sono
gli
agnostici
;
le
lettere
inviate
ai
giornali
anche
dai
più
umili
contengono
opinioni
:
chi
vuole
la
pena
di
morte
e
chi
l
'
aborre
;
chi
ritiene
i
colpevoli
siano
dei
malati
,
chi
vittime
della
società
consumistica
,
chi
della
indulgenza
di
genitori
e
maestri
,
chi
della
miseria
,
e
chi
invece
li
giudica
colpevoli
che
occorra
punire
.
Così
chi
pensa
il
primum
della
economia
sia
evitare
la
disoccupazione
,
e
chi
impedire
la
lira
perda
ogni
potere
di
acquisto
;
chi
crede
nella
necessità
di
una
moneta
stabile
che
incoraggi
il
risparmio
.
Ma
è
sufficiente
avere
opinioni
per
essere
fuori
del
mondo
degl
'
incolti
?
a
ben
guardare
,
opinioni
primordiali
,
sui
problemi
fondamentali
,
ne
avevano
pure
gli
analfabeti
di
oltre
cent
'
anni
or
sono
.
E
qualche
conservatore
,
se
ne
esistessero
ed
osassero
esprimersi
,
soggiungerebbe
:
più
sane
delle
attuali
.
A
mio
avviso
la
cultura
non
sta
né
nel
nozionismo
,
né
nell
'
avere
delle
opinioni
,
sia
pur
radicate
;
bensì
nel
ragionare
.
E
temo
molto
che
siamo
più
istruiti
,
cioè
con
più
nozioni
,
meno
agnostici
,
maggior
numero
di
opinioni
,
ma
più
che
colti
,
indottrinati
;
come
del
resto
la
maggioranza
è
sempre
stata
dovunque
:
risparmiando
la
fatica
del
pensare
,
accettando
le
opinioni
,
le
tavole
dei
valori
,
formate
da
altri
:
che
può
essere
volta
a
volta
il
direttore
di
coscienza
o
confessore
,
il
dittatore
,
il
giornale
di
partito
che
è
il
solo
che
si
legga
ed
in
cui
è
sempre
stabilito
chi
sia
il
buono
e
chi
il
cattivo
,
il
libro
che
diffonde
la
sana
dottrina
,
e
quello
che
è
l
'
occulto
strumento
ora
dei
padroni
ora
dei
sovvertitori
.
Non
vorrei
si
confondesse
l
'
uomo
dai
fermissimi
convincimenti
con
l
'
uomo
che
non
accetta
la
discussione
.
L
'
uomo
dai
più
fermi
convincimenti
non
paventa
di
ascoltare
le
ragioni
altrui
,
di
opporre
le
proprie
;
senza
cambiar
bandiera
,
riconoscerà
che
qualche
punto
secondario
del
suo
sistema
va
rimeditato
,
che
qualche
suo
argomento
è
debole
,
che
occorre
invocarne
altri
a
sostegno
della
idea
politica
o
della
confessione
che
professa
.
L
'
uomo
colto
è
a
desiderare
nel
suo
ragionare
sia
sempre
leale
,
ma
possiede
pure
l
'
arte
del
sofisma
.
E
soprattutto
è
l
'
uomo
che
armonizza
i
suoi
giudizi
,
che
naturalmente
hanno
oggetti
diversi
,
toccano
vari
aspetti
della
vita
.
Li
armonizza
guardando
alla
realtà
.
L
'
indottrinato
parte
da
assiomi
che
di
solito
non
rispondono
affatto
alla
realtà
;
o
vede
l
'
uomo
naturalmente
buono
o
asserisce
apoditticamente
che
ogni
uomo
ha
per
sua
natura
di
sbranare
i
fratelli
.
L
'
uomo
colto
,
invece
,
non
è
un
poeta
od
un
fabbricante
di
utopie
(
si
può
essere
ottimi
poeti
,
costruttori
di
utopie
piacevoli
a
leggersi
,
ma
sapendole
appunto
irrealizzabili
,
e
scriverle
con
lo
spirito
di
chi
scrive
belle
favole
,
conscio
che
gli
animali
non
parlano
e
non
danno
saggi
consigli
)
.
L
'
uomo
colto
,
se
si
fabbrica
un
sistema
od
aderisce
a
quello
da
altri
proposto
,
si
chiede
se
sia
realizzabile
;
non
dimentica
i
dati
economici
,
le
risorse
di
ogni
paese
,
l
'
elementare
verità
che
nessuno
Stato
è
disposto
a
far
vivere
più
poveramente
i
propri
cittadini
per
alzare
il
benessere
in
altri
Stati
,
che
gli
uomini
non
sono
tutti
virtuosi
,
che
l
'
egoismo
abbonda
,
che
gli
entusiasmi
svaniscono
.
Se
parla
di
scuola
,
ricorda
il
livello
mentale
diverso
degli
allievi
,
che
è
un
dato
di
natura
,
non
s
'
illude
si
diano
maestri
capaci
di
far
divenire
tutti
intelligenti
,
ne
auspica
soltanto
tali
da
interessare
la
quasi
totalità
degli
allievi
(
quasi
;
gli
apatici
sono
una
realtà
ineliminabile
)
,
di
ottenere
da
ciascuno
il
massimo
che
può
dare
.
Se
parla
di
giustizia
sociale
,
non
dimentica
che
ogni
uomo
ha
un
suo
giudizio
in
cui
entra
l
'
interesse
,
e
che
non
si
realizzerà
mai
un
regime
in
cui
tutti
siano
convinti
di
avere
i
riconoscimenti
,
morali
e
materiali
,
cui
credono
di
aver
diritto
.
L
'
uomo
colto
è
quello
che
guarda
alla
realtà
e
pensa
in
ogni
ambito
,
a
cominciare
dalla
costruzione
di
una
sua
famiglia
,
al
realizzabile
;
e
si
distingue
appunto
dall
'
utopista
(
che
può
anche
essere
un
genio
,
ma
,
se
non
sa
che
la
sua
è
utopia
,
non
qualificherei
uomo
colto
)
per
ciò
che
accetta
il
meno
peggio
;
difende
un
regime
,
un
tipo
di
scuola
,
se
ritiene
che
nelle
condizioni
del
momento
ogni
altro
sarebbe
peggiore
.
Ora
temo
proprio
che
,
se
si
intende
in
questo
modo
la
cultura
,
non
siamo
cresciuti
.
Ricordo
l
'
argomentare
anche
di
analfabeti
in
anni
molto
lontani
,
ed
a
volte
mi
pare
superiore
a
quello
di
giovani
«
indottrinati
»
,
con
un
bel
sistema
di
valori
fisso
nella
mente
,
ma
che
non
saprebbero
difendere
in
una
discussione
se
non
ripetendo
all
'
infinito
gli
assiomi
,
indimostrabili
,
da
cui
hanno
preso
le
mosse
.
Scuola
della
discussione
,
su
una
piattaforma
di
nozioni
indispensabili
;
certamente
è
l
'
ideale
;
ma
che
discussioni
siano
,
e
non
indottrinamento
,
accettazione
passiva
d
'
idee
altrui
;
e
che
siano
idee
concrete
,
base
all
'
edificare
,
e
quindi
sempre
con
l
'
occhio
volto
alla
realtà
,
e
non
enunciati
astratti
.
Santi
i
concetti
di
buono
,
di
giusto
,
ma
uomo
colto
è
quello
che
scorge
anche
le
vie
per
realizzarli
quanto
si
può
;
e
le
esperienze
del
passato
gl
'
insegnano
qualcosa
.
StampaQuotidiana ,
Fine
dell
'
anno
scolastico
.
Anche
il
discorso
sulla
scuola
ha
non
poche
note
tristi
,
ma
almeno
non
gronda
sangue
,
non
è
tragico
come
quello
sulle
bombe
e
sui
sequestri
di
persone
,
non
ci
fa
evocare
l
'
abisso
della
svalutazione
totale
della
lira
.
Bilancio
di
ventotto
anni
di
Repubblica
.
Non
si
può
riassumere
in
poche
righe
.
Partiamo
dalla
base
.
Non
si
è
dato
sufficiente
rilievo
alla
scuola
materna
,
che
diviene
sempre
più
necessaria
,
man
mano
che
cresce
il
numero
delle
madri
lavoratrici
;
e
non
ci
si
è
chiesto
se
per
questa
scuola
non
occorressero
insegnanti
di
prim
'
ordine
,
a
non
ridurle
a
custodia
dei
piccoli
ed
all
'
apprendimento
di
pochi
esercizi
.
Peraltro
proprio
la
visione
di
quel
che
può
essere
una
scuola
materna
con
insegnanti
che
abbiano
il
senso
della
missione
,
l
'
amore
che
genera
tanta
pazienza
,
e
la
comprensione
di
piccoli
esseri
così
diversi
tra
loro
-
gl
'
introversi
,
gli
spavaldi
,
i
timidi
,
gli
angosciati
,
i
ridanciani
-
mi
avverte
della
impossibilità
di
creare
una
rete
adeguata
lungo
tutta
l
'
Italia
.
Mi
chiedo
se
non
sarebbe
occorso
restringere
lo
sforzo
alle
zone
d
'
immigrazione
interna
:
non
avendo
paura
delle
parole
(
come
si
usa
volentieri
il
termine
«
ghetti
»
)
,
scuole
materne
per
i
figli
degl
'
immigrati
;
con
maestre
della
loro
regione
,
ma
provette
,
che
parlassero
il
dialetto
,
e
l
'
italiano
senza
accenti
regionali
;
e
che
abituassero
questi
piccoli
ad
un
bilinguismo
,
ciò
che
sembra
sia
facile
,
a
giudicare
dalle
famiglie
dove
i
due
coniugi
sono
di
nazionalità
diversa
o
dove
c
'
è
una
bambinaia
straniera
;
ed
i
figli
vengono
su
con
l
'
acquisizione
naturale
di
due
lingue
.
Al
grado
immediatamente
superiore
le
elementari
:
che
mi
paiono
ancora
il
frutto
più
sano
di
tutto
l
'
albero
scolastico
.
Certo
diviene
sempre
più
raro
il
maestro
che
risiede
nel
paese
,
e
ch
'
era
un
elemento
vivificatore
dei
villaggi
e
delle
borgate
;
in
un
raggio
di
poco
men
di
cento
chilometri
dalla
città
o
dalla
cittadina
,
il
maestro
difficilmente
si
adatta
a
vivere
nel
paesello
;
diviene
sporadico
quegli
che
seguiva
due
generazioni
,
che
nel
nuovo
allievo
vedeva
riflesso
il
padre
qual
era
venticinque
anni
prima
,
e
gli
era
tanto
più
facile
comprendere
il
bambino
.
Ma
nell
'
insieme
mi
sembra
che
le
scuole
elementari
funzionino
ancora
bene
;
e
credo
che
dappertutto
si
sia
abbandonata
la
retorica
di
un
tempo
,
le
immagini
idilliache
della
famiglia
modello
e
dell
'
ottimo
ragazzo
,
l
'
insegnamento
cerchi
di
seguire
il
bambino
in
quella
che
è
già
la
sua
esperienza
,
nei
discorsi
che
sentirà
a
casa
:
problemi
di
lavoro
,
difficoltà
economiche
,
scioperi
,
violenze
.
Qui
pure
l
'
insegnamento
ai
bambini
è
una
missione
,
il
dono
di
essere
buon
maestro
è
una
grazia
,
e
nessun
corso
di
pedagogia
può
darla
(
né
nascondo
il
mio
scetticismo
per
le
integrazioni
di
psicologi
;
ho
fiducia
solo
nella
comprensione
che
viene
dalla
bontà
intelligente
,
dall
'
affetto
)
.
Spero
che
dell
'
insegnamento
di
don
Milani
si
sia
colto
quel
punto
dell
'
allargare
il
vocabolario
,
della
differenziazione
sociale
che
importa
il
vocabolario
ristretto
;
e
che
s
'
insegni
soprattutto
a
parlare
chiaro
.
Non
compiti
sulla
bella
giornata
di
primavera
,
ma
la
letterina
all
'
amministratore
del
condominio
per
dire
che
piove
in
casa
,
o
la
lettera
al
padre
emigrato
per
dargli
una
sommaria
cronaca
della
vita
familiare
.
Gradino
più
su
,
la
scuola
media
.
Penso
che
nel
'62
il
Governo
adempisse
ad
un
dovere
di
prestigio
nazionale
,
in
un
punto
in
cui
vi
sono
sensibile
,
portando
il
limite
di
età
per
l
'
istruzione
obbligatoria
al
livello
in
cui
è
nelle
altre
nazioni
;
e
se
qualcuno
obiettasse
che
in
un
Paese
ove
ancora
vengono
su
analfabeti
e
semianalfabeti
,
che
si
sono
fermati
alla
prima
od
alla
seconda
elementare
,
meglio
sarebbe
valso
concentrare
ogni
sforzo
perché
tutte
le
cinque
classi
elementari
fossero
da
tutti
frequentate
,
darei
una
risposta
molto
semplice
:
ch
'
era
impossibile
perseguire
in
tutti
i
quartieri
,
villaggi
,
campagne
d
'
Italia
,
i
poverissimi
,
i
primitivi
,
le
mamme
che
tengono
a
casa
la
bambina
di
otto
anni
perché
assista
il
piccolo
che
non
cammina
;
come
cercarli
uno
ad
uno
,
sussidiarli
o
togliere
il
bambino
che
non
frequenta
per
metterlo
in
un
collegio
?
Impossibilità
assoluta
.
Solo
a
mio
avviso
,
meglio
sarebbe
stato
creare
,
in
luogo
della
scuola
media
,
la
sesta
settima
ed
ottava
classe
elementare
;
con
quel
programma
,
d
'
insegnare
ad
esporre
chiaramente
il
proprio
pensiero
,
di
dare
una
visione
non
proprio
nebulosa
di
ciò
ch
'
è
lo
Stato
,
di
quel
che
sono
i
partiti
ed
i
sindacati
,
una
prima
nozione
delle
assicurazioni
sociali
,
d
'
insegnare
a
leggere
un
orario
ferroviario
od
a
riempire
un
modulo
per
un
versamento
in
banca
,
quei
rudimenti
di
contabilità
,
che
occorrono
al
piccolo
bottegaio
od
al
garagista
:
e
dattilografia
e
stenografia
:
se
possibile
,
una
lingua
,
francese
o
inglese
o
tedesco
.
Perché
avrei
voluto
ancora
classi
elementari
?
Per
quella
mia
fede
nell
'
opera
dello
stesso
maestro
che
accompagna
per
il
più
lungo
tratto
di
strada
;
ed
anche
perché
se
sono
pochi
i
maestri
che
risiedono
,
notevolmente
più
scarso
è
quello
degl
'
insegnanti
di
scuole
medie
;
ma
soprattutto
per
una
ragione
psicologica
,
perché
da
Roma
in
giù
,
almeno
,
il
ragazzo
che
ha
frequentato
la
scuola
media
si
sente
defraudato
se
non
ha
poi
il
suo
tavolo
d
'
impiegato
,
se
dovrà
essere
operaio
(
non
diciamo
agricoltore
)
.
Non
sono
convinto
che
dovesse
crearsi
un
'
unica
scuola
per
chi
non
continuava
oltre
e
per
chi
continuava
;
sono
rari
in
meccanica
i
pezzi
fine
a
sé
stessi
e
al
tempo
stesso
suscettibili
di
divenir
parte
di
più
complessi
meccanismi
.
Ricordo
solo
la
vecchia
scuola
tecnica
che
all
'
inizio
del
secolo
fornì
schiere
d
'
impiegati
di
banca
,
di
rappresentanti
di
commercio
,
di
ufficiali
postali
,
cancellieri
,
ma
che
consentiva
di
proseguire
fin
verso
le
lauree
in
matematica
ed
ingegneria
.
Comunque
qui
premeva
sul
Governo
l
'
esigenza
politica
,
che
non
ci
fosse
la
«
scuola
dei
signori
»
,
l
'
idea
di
una
fusione
di
ceti
che
si
formi
sui
banchi
di
scuola
,
là
dove
televisione
,
passione
sportiva
,
passione
per
l
'
automobile
sono
stati
i
più
efficaci
strumenti
di
avvicinamento
.
Avrei
voluto
escluso
del
tutto
il
latino
dalla
scuola
media
(
per
chi
segua
gli
studi
classici
si
può
apprenderlo
in
cinque
anni
,
come
il
greco
)
,
ed
insistito
di
più
su
quegli
elementi
cui
ho
accennato
.
Comunque
elementari
e
scuola
media
soffrono
naturalmente
di
tutti
i
mali
della
vita
nazionale
-
indisciplina
,
inconcludenti
assemblee
,
paura
di
fare
scontenti
allievi
e
famiglia
con
le
riprovazioni
(
ministri
,
provveditori
,
presidi
,
raccomandano
di
promuovere
tutti
)
,
impossibilità
di
aiutare
chi
ne
avrebbe
bisogno
con
classi
differenziali
,
perché
sarebbe
mortificarli
,
rarità
d
'
insegnanti
che
si
offrano
per
ore
suppletive
,
e
se
si
offrono
protestano
i
bidelli
,
scarsità
di
locali
e
doppi
turni
-
ma
nell
'
insieme
non
li
direi
organi
malati
od
inerti
.
Il
peggio
lo
scorgerei
più
in
alto
.
StampaQuotidiana ,
Di
fronte
ai
centoquattro
anni
che
segnarono
la
vita
del
Concordato
napoleonico
,
ai
duecentosettantacinque
durante
cui
ebbe
vigore
quello
di
Francesco
I
,
quaranta
sono
una
ancor
piccola
età
.
Però
molti
dei
concordati
conchiusi
durante
il
pontificato
di
Pio
XI
,
che
scorgeva
in
essi
una
garanzia
per
la
Chiesa
,
sono
decaduti
da
tempo
:
quelli
con
la
Polonia
,
con
la
Lituania
,
con
la
Romania
;
oggetto
di
accanite
discussioni
,
cosa
sopravviva
del
Concordato
col
Reich
del
1933
,
mentre
la
centralizzazione
e
le
vicende
tedesche
fanno
ritenere
superati
quelli
con
la
Baviera
,
la
Prussia
,
il
Baden
.
Nei
manuali
ben
pensanti
credo
si
scriva
sempre
che
il
nostro
concordato
sanava
i
conflitti
di
coscienza
che
ancora
dilaceravano
l
'
animo
dei
cattolici
italiani
;
ma
non
è
punto
vero
.
Quei
conflitti
,
vivissimi
e
dolorosi
a
suo
tempo
,
nel
1929
erano
già
cosa
di
una
generazione
scomparsa
.
Nessuno
più
pensava
al
potere
temporale
;
Benedetto
XV
e
Pio
XI
avevano
rinunciato
all
'
ultima
forma
di
protesta
,
il
rifiuto
di
ricevere
sovrani
cattolici
che
venissero
a
visitare
il
re
d
'
Italia
;
i
più
zelanti
cattolici
facevano
precedere
il
matrimonio
civile
a
quello
religioso
;
la
nobiltà
nera
aveva
indossato
con
entusiasmo
la
divisa
militare
durante
la
guerra
del
'15
,
e
prestato
omaggio
al
re
ad
ogni
incontro
.
Per
la
Chiesa
gli
accordi
lateranensi
erano
anzitutto
una
occasione
per
abbandonare
decorosamente
la
forma
di
protesta
del
Papa
che
non
usciva
dal
Vaticano
,
forma
incomprensibile
alle
nuove
generazioni
ed
,
ormai
,
alla
quasi
totalità
dei
cattolici
d
'
Oltralpe
;
ma
erano
altresì
una
rivincita
contro
il
liberalismo
.
L
'
espressione
può
suonare
male
;
ma
non
dev
'
essere
intesa
come
un
puntiglio
,
ché
sarebbe
far
torto
ed
al
Pontefice
che
conchiuse
gli
accordi
ed
al
cardinal
Gasparri
,
che
vi
diede
opera
;
bensì
nel
senso
che
da
parte
della
S
.
Sede
,
dell
'
episcopato
,
di
gran
parte
del
clero
,
si
credeva
fermamente
che
il
liberalismo
,
con
la
scuola
aconfessionale
,
la
piena
libertà
lasciata
alla
propaganda
non
solo
anticlericale
,
ma
atea
,
la
laicità
dello
Stato
,
col
togliere
alla
Chiesa
ogni
appoggio
statale
,
ogni
tributo
di
onore
da
parte
delle
autorità
civili
,
avesse
fortemente
contribuito
a
sradicare
dalle
coscienze
la
religione
.
Si
era
convinti
che
lo
Stato
confessionale
giovasse
alla
salute
delle
anime
.
Da
parte
del
fascismo
,
non
soltanto
si
otteneva
l
'
adesione
di
parte
notevole
della
borghesia
e
dell
'
aristocrazia
conservatrice
,
che
nel
Concordato
vedeva
la
più
sicura
manifestazione
della
rinuncia
ad
ogni
conato
di
sovvertimento
,
ma
ci
si
assicurava
la
simpatia
di
tutti
i
partiti
cattolici
.
E
c
'
era
anche
un
po
'
di
rivincita
contro
il
liberalismo
risorgimentale
,
c
'
era
il
vanto
di
Mussolini
di
essere
riuscito
dove
Cavour
era
fallito
.
Fu
realmente
lo
Stato
confessionale
;
con
la
sostanziale
rinuncia
al
matrimonio
civile
,
con
una
effettiva
eliminazione
della
libertà
di
propaganda
per
gli
acattolici
,
con
la
degradazione
civile
del
prete
che
abbandonasse
l
'
abito
.
Ma
lo
Stato
confessionale
dell
'
Ancien
Régime
o
della
Restaurazione
aveva
a
sostegno
principi
,
funzionari
,
magistrati
sinceramente
religiosi
ed
altrettanto
convinti
dei
diritti
dello
Stato
che
occorre
difendere
anche
di
fronte
alla
Chiesa
.
Senza
quella
condizione
umana
,
non
poteva
rivivere
;
questo
ora
suscitato
poté
dare
qualche
po
'
di
braccio
secolare
,
aiuti
economici
,
onori
esteriori
,
non
il
supporto
dell
'
esempio
dei
capi
.
In
effetto
quasi
tutti
i
matrimoni
furono
ora
celebrati
in
forma
religiosa
,
non
si
videro
quasi
più
funerali
civili
,
si
prese
a
inaugurare
con
benedizioni
ogni
locale
,
anche
quelli
dagli
usi
che
meno
avevano
che
fare
con
la
religione
,
nessun
uomo
ebbe
più
rispetto
umano
che
gl
'
impedisse
di
entrare
in
chiesa
.
Ma
non
credo
ci
fosse
pastore
così
sordo
da
non
accorgersi
che
non
per
questo
gli
italiani
erano
divenuti
più
religiosi
.
In
quarant
'
anni
ci
sono
state
variazioni
,
non
intense
peraltro
,
nel
grado
di
confessionalità
dello
Stato
,
che
appare
non
tanto
dalla
legislazione
quanto
dalla
vita
vissuta
.
Per
quel
ch
'
è
repressione
di
ogni
tentativo
di
propaganda
acattolica
,
anzitutto
dei
Pentecostali
,
mano
pesante
per
quanto
potesse
apparire
vilipendio
dei
principi
cattolici
;
presenza
nelle
scuole
medie
d
'
insegnanti
di
religione
paventati
da
presidi
e
provveditori
:
i
primi
nove
o
dieci
anni
di
vigore
della
Costituzione
repubblicana
sono
stati
particolarmente
duri
.
La
legislazione
è
rimasta
fino
ad
oggi
immutata
(
disposizioni
del
Codice
penale
Rocco
con
il
vilipendio
della
religione
dello
Stato
)
,
ed
in
qualche
lato
è
ancora
divenuta
più
favorevole
alla
Chiesa
con
l
'
onere
addossatosi
dallo
Stato
per
la
costruzione
di
nuove
chiese
.
Ma
molti
vescovi
oggi
aborrono
dall
'
invocare
il
braccio
secolare
contro
gli
offensori
della
religione
,
e
se
la
giurisprudenza
della
Cassazione
è
sempre
severissima
,
e
sul
terreno
civile
difende
la
esclusività
dei
tribunali
ecclesiastici
in
materia
matrimoniale
anche
in
punti
dove
una
parte
della
dottrina
non
la
scorge
,
le
magistrature
minori
accennano
ad
un
orientamento
più
elastico
.
Si
parla
di
revisione
del
Concordato
;
è
stata
anche
nominata
una
commissione
governativa
di
studio
che
fino
ad
oggi
non
è
però
stata
convocata
.
Ma
da
parte
di
quegli
elementi
del
clero
,
di
giuristi
cattolici
,
di
avvocati
rotali
che
s
'
interessano
di
questi
problemi
(
ad
onor
del
vero
,
la
più
gran
parte
del
clero
è
oggi
assai
più
preoccupata
di
problemi
pastorali
,
di
vita
religiosa
,
che
non
di
questioni
giuridiche
)
,
si
è
subito
sentito
parlare
di
tali
«
punti
irrinunciabili
»
,
che
se
queste
voci
esprimessero
,
ciò
che
non
credo
,
il
pensiero
della
S
.
Sede
,
meglio
varrebbe
di
smettere
ogni
idea
di
revisione
.
L
'
esperienza
storica
,
di
quei
concordati
ch
'
ebbero
lunghissima
vita
cui
accennavo
all
'
inizio
,
mostra
che
,
meglio
che
con
revisioni
formali
,
si
opera
con
le
tacite
intese
,
col
lasciar
cadere
senza
rumore
le
foglie
secche
.
Così
avrebbe
potuto
essere
di
quel
disgraziato
art.
5
del
nostro
(
il
sacerdote
che
non
può
essere
nominato
ad
ufficio
né
conservare
questo
senza
il
nulla
osta
,
sempre
revocabile
,
del
suo
vescovo
;
il
sacerdote
apostata
o
irretito
da
censure
escluso
da
insegnamenti
,
uffici
od
impieghi
in
cui
sia
a
contatto
col
pubblico
)
:
una
disposizione
che
oggi
è
in
contrasto
con
il
comportamento
della
S
.
Sede
e
che
i
nostri
uffici
continuano
ad
applicare
.
Non
molti
giorni
fa
mi
narrava
il
suo
caso
un
sacerdote
dell
'
Alta
Italia
:
professore
in
un
seminario
,
per
contrasti
con
il
suo
rettore
si
era
dimesso
ed
aveva
preso
ad
insegnare
come
incaricato
in
una
scuola
statale
(
sempre
vestendo
l
'
abito
,
celebrando
la
Messa
,
mantenendo
gli
obblighi
sacerdotali
)
;
ora
aveva
vinto
un
concorso
e
si
attendeva
la
nomina
in
ruolo
.
Ma
il
ministero
dell
'
Istruzione
esaminando
i
suoi
atti
aveva
notato
che
non
aveva
prestato
servizio
militare
come
ordinato
in
sacris
;
ed
allora
gli
aveva
chiesto
il
nulla
osta
del
suo
vescovo
che
lo
rifiutò
.
Il
sacerdote
,
non
più
giovane
,
era
disperato
,
vedendo
sfuggirsi
questo
pane
sicuro
che
riteneva
ormai
assicurato
.
Siamo
in
uno
dei
casi
in
cui
senza
protocolli
,
con
un
discorso
a
mezza
bocca
tra
un
ambasciatore
ed
un
cardinale
segretario
di
Stato
,
e
con
una
circolare
riservatissima
dei
ministri
ai
loro
direttori
generali
,
si
sarebbe
potuto
lasciar
cadere
la
norma
,
dimenticandola
da
entrambe
le
parti
,
con
reciproco
vantaggio
.
Se
c
'
è
virtù
che
gli
uomini
di
Stato
odierni
hanno
ereditato
dai
loro
remoti
predecessori
,
è
quella
di
saper
dimenticare
le
norme
che
disturbano
;
ma
qui
non
ha
agito
.
Me
ne
dispiace
.
Io
sono
tra
quelli
che
non
hanno
creduto
nel
'29
,
e
non
credono
oggi
,
che
il
Concordato
abbia
recato
e
rechi
beneficio
vuoi
alla
Chiesa
,
vuoi
all
'
Italia
:
resto
fedele
all
'
ideale
dei
vescovi
che
non
domandano
mai
aiuto
al
braccio
secolare
,
dei
cattolici
che
obbediscono
propter
amorem
,
che
si
fanno
un
vanto
ed
un
onore
di
sopperire
con
i
loro
mezzi
economici
ai
bisogni
della
Chiesa
(
ciò
che
i
cattolici
di
altri
paesi
realizzano
,
talora
anche
generosamente
)
.
Ma
non
vorrei
una
denuncia
unilaterale
:
giustificabile
quando
si
formò
la
Costituzione
per
incompatibilità
con
questa
,
sarebbe
oggi
atto
di
ostilità
;
e
rispetto
chi
è
di
diverso
avviso
,
crede
nella
virtù
dei
concordati
.
Proprio
questi
,
però
,
dovrebbero
curarsi
che
il
tempo
operasse
quella
levigazione
delle
asprezze
,
che
qui
è
il
miglior
modo
per
conservare
.
StampaQuotidiana ,
Nell
'
articolo
«
Il
Concordato
:
revisione
o
denuncia
unilaterale
?
»
l
'
amico
Paolo
Barile
ritiene
che
non
ci
sarebbero
oggi
,
e
ci
sarebbero
ancor
meno
domani
,
ostacoli
seri
ad
una
denuncia
unilaterale
del
Concordato
;
che
non
tutti
i
cattolici
vi
sarebbero
contrari
;
che
,
«
a
certe
condizioni
,
potrebbe
non
costituire
un
atto
di
ostilità
»
.
Le
condizioni
,
se
ben
comprendo
,
sarebbero
un
aggiornamento
delle
congrue
e
degli
aiuti
per
la
costruzione
ed
il
mantenimento
delle
chiese
.
Premesso
che
sarebbe
per
me
un
gran
bel
giorno
quello
in
cui
vedessi
il
Papa
dichiarare
che
considera
decaduti
tutti
i
concordati
,
intendendo
la
Chiesa
vivere
secondo
il
diritto
comune
,
senza
legami
giuridici
con
gli
Stati
,
cui
non
chiede
se
non
la
più
ampia
libertà
,
non
condivido
le
idee
di
Barile
.
Le
manifestazioni
ufficiali
delle
gerarchie
per
l'11
febbraio
sono
state
ancora
una
volta
di
celebrazione
del
grande
bene
che
gli
accordi
lateranensi
recarono
alla
Chiesa
ed
allo
Stato
,
senza
neppure
accenni
alla
revisione
.
Le
contestazioni
indiscriminate
,
senza
limiti
,
spesso
incomposte
,
manifestatesi
in
seno
alla
Chiesa
,
hanno
prodotto
il
consueto
effetto
,
ch
'
era
da
attendersi
in
un
organismo
sempre
forte
e
vitale
:
un
irrigidimento
,
il
rallentamento
di
un
cammino
che
portasse
ad
abbandonare
molte
scorie
del
passato
,
in
cui
molti
speravamo
;
ed
anche
in
questo
campo
delle
relazioni
con
lo
Stato
,
l
'
irrigidimento
si
avverte
.
Hanno
ripreso
lena
i
molti
ch
'
erano
stati
amareggiati
dal
periodo
giovanneo
.
Accanto
a
vescovi
comprensivi
,
con
lo
sguardo
volto
realisticamente
al
mondo
ed
alle
possibilità
che
consente
come
alle
barriere
che
oppone
,
ad
un
ottimo
giovane
clero
,
a
religiosi
e
religiose
eccellenti
educatori
ed
organizzatori
di
opere
di
bene
,
ad
un
piccolo
stuolo
di
laici
,
non
agitati
e
contestatori
,
e
non
attaccati
al
passato
,
rispuntano
quelli
che
nella
mia
gioventù
caratterizzavano
le
giunte
diocesane
:
cattolici
tenacemente
volti
al
passato
,
poco
pensosi
di
problemi
spirituali
e
molto
più
di
problemi
giuridici
,
attaccatissimi
ad
ogni
forma
che
ricordi
l
'
alleanza
del
trono
e
dell
'
altare
.
L
'
acredine
di
certa
polemica
antidivorzista
,
con
la
ripetizione
di
spunti
che
potevano
essere
efficaci
ancora
all
'
inizio
del
secolo
,
ma
che
non
hanno
alcuna
rispondenza
con
le
condizioni
della
famiglia
d
'
oggi
,
rappresenta
un
aspetto
di
questa
mentalità
.
Non
solo
la
reazione
ad
una
denuncia
unilaterale
sarebbe
vivissima
;
ma
mi
chiedo
quale
partito
s
'
imbarcherebbe
in
una
tale
impresa
.
Guardiamoci
intorno
,
amico
Barile
.
Può
essere
doloroso
per
entrambi
che
i
problemi
giuridici
abbiano
scarsa
presa
sulle
masse
;
molto
mi
duole
questo
disinteresse
per
i
problemi
dei
rapporti
tra
Chiesa
e
Stato
,
oggetto
di
meditazione
lungo
l
'
intero
corso
della
mia
vita
.
Ma
la
realtà
è
il
restringersi
sempre
più
del
numero
di
quelli
che
hanno
una
viva
sensibilità
in
materia
;
anche
la
tua
Facoltà
fiorentina
ha
preferito
non
coprire
con
un
titolare
la
cattedra
di
questa
branca
del
diritto
,
per
dare
preferenza
ad
altre
discipline
.
Sta
poi
che
la
soluzione
di
Barile
non
mi
persuade
neppur
essa
.
Tanto
tanto
chi
vuole
celebrare
il
matrimonio
religioso
compie
una
scelta
;
ma
perché
l
'
ateo
dovrebbe
concorrere
più
intensamente
d
'
oggi
alla
costruzione
di
chiese
ed
alle
congrue
?
Barile
non
è
favorevole
al
lasciar
disseccare
le
foglie
,
al
dimenticare
norme
di
legge
,
al
tolerari
posse
,
che
è
la
secolare
saggezza
della
Chiesa
.
Come
professore
di
diritto
,
ha
ragione
:
una
legge
c
'
è
o
non
c
'
è
;
se
c
'
è
,
occorre
applicarla
.
Ma
i
politici
fanno
bene
a
discostarsi
talora
dai
professori
di
diritto
.
Penso
allo
Statuto
albertino
,
al
come
si
lasciarono
cadere
la
censura
ecclesiastica
sui
libri
di
religione
,
la
mera
tolleranza
conformemente
alle
leggi
dei
culti
diversi
dal
cattolico
,
come
tutta
la
struttura
di
quel
testo
fu
silenziosamente
e
rapidamente
trasformata
.
Ma
poi
,
adagio
con
le
leggi
che
debbono
essere
applicate
.
Molta
parte
di
quella
che
chiamerei
l
'
impronta
confessionale
dello
Stato
non
deriva
dal
Concordato
,
ma
da
interpretazioni
,
talora
direi
creazioni
giurisprudenziali
,
che
la
Magistratura
potrebbe
anche
abbandonare
.
Per
restare
all
'
ambito
del
matrimonio
,
non
è
scritto
nel
Concordato
,
e
neppure
nella
legge
statale
sul
matrimonio
,
che
il
matrimonio
religioso
celebrato
con
l
'
intesa
che
non
dovesse
essere
trascritto
,
possa
invece
esserlo
ad
ogni
momento
a
richiesta
dell
'
autorità
ecclesiastica
,
anche
contro
la
volontà
dei
coniugi
.
Non
è
scritto
che
il
matrimonio
religioso
trascritto
possa
cadere
nel
nulla
anche
per
lo
Stato
,
se
si
scopra
la
esistenza
del
precedente
matrimonio
religioso
non
trascritto
di
uno
dei
coniugi
.
Non
è
scritto
che
anche
per
lo
Stato
,
all
'
infuori
di
ogni
previsione
di
legge
,
le
sentenze
ecclesiastiche
in
materia
di
nullità
non
passino
mai
in
giudicato
,
sicché
possa
cadere
la
nuova
famiglia
formatasi
dinanzi
allo
Stato
ed
alla
Chiesa
,
se
venga
riaperto
il
processo
e
posta
nel
nulla
la
sentenza
di
nullità
che
uno
dei
coniugi
aveva
ottenuto
.
Le
due
forme
di
matrimonio
,
con
diverse
conseguenze
per
le
cause
sulla
validità
,
si
sono
giustificate
con
la
libera
scelta
degli
sposi
;
ma
la
giurisprudenza
non
accetta
che
sia
invalida
la
scelta
che
appaia
operata
dall
'
incapace
non
interdetto
;
nel
caso
dell
'
infermo
di
mente
che
abbia
celebrato
matrimonio
in
forma
religiosa
,
il
giudice
statale
declina
la
propria
competenza
.
Non
è
scritto
che
il
giudice
straniero
non
possa
pronunciarsi
sui
matrimoni
concordatari
nemmeno
nei
casi
in
cui
avrebbe
competenza
a
pronunciarsi
rispetto
ai
matrimoni
civili
;
il
posto
che
il
magistrato
italiano
può
prendere
secondo
il
diritto
internazionale
,
non
può
prenderlo
rispetto
al
giudice
ecclesiastico
.
E
'
una
invenzione
della
giurisprudenza
,
senza
alcun
altro
precedente
,
che
se
sia
stata
pronunciata
una
condanna
per
incesto
tra
patrigno
e
figliastra
,
ove
la
Chiesa
consenta
il
loro
matrimonio
,
debba
cadere
la
sentenza
,
debbano
aprirsi
le
porte
del
carcere
,
senza
neppure
un
nuovo
giudizio
di
tribunale
.
Questo
in
un
solo
settore
.
Per
cui
insisterei
su
ciò
che
possa
ottenersi
:
meglio
,
con
una
revisione
compiuta
d
'
intesa
(
ma
che
abbia
una
qualche
estensione
;
se
non
tocchi
che
frange
,
meglio
non
farne
nulla
)
;
diversamente
,
con
quelle
tacite
tolleranze
su
reciproche
disapplicazioni
di
norme
;
infine
rivedendosi
dai
nostri
magistrati
certe
interpretazioni
radicatesi
negli
anni
fra
il
'30
ed
il
'35
,
ma
la
cui
base
a
me
pare
più
che
contestabile
.
StampaQuotidiana ,
Si
parla
più
che
mai
,
malgrado
ogni
smentita
,
di
«
repubblica
conciliare
»
,
cioè
di
un
Governo
in
cui
entrino
i
comunisti
,
riformandosi
quell
'
unità
di
programmi
e
d
'
intenti
tra
socialisti
e
comunisti
che
fu
già
per
alcuni
anni
.
Non
sono
tra
quelli
che
nel
'47
plaudirono
a
De
Gasperi
,
ritenendo
atto
di
grande
saggezza
avere
messo
i
comunisti
fuori
del
Governo
;
né
tra
coloro
che
(
echeggiando
Paolo
Sarpi
,
allorché
scriveva
che
i
gesuiti
sarebbero
stati
lieti
di
ritornare
a
Venezia
anche
come
schiavi
incatenati
al
remo
,
perché
pochi
anni
di
poi
sarebbero
divenuti
i
padroni
della
Repubblica
)
,
credono
ogni
partito
sia
fatalmente
destinato
ad
essere
presto
assorbito
o
soppresso
quando
i
comunisti
entrino
in
un
Governo
,
né
tra
gli
altri
che
pensano
i
comunisti
sarebbero
fagocitati
dai
democristiani
.
M
'
interessa
solo
di
cercar
d
'
intuire
quale
sarebbe
la
posizione
della
Chiesa
in
quella
che
si
suole
chiamare
«
repubblica
conciliare
»
;
e
,
poiché
difficilmente
l
'
esempio
dell
'
Italia
sarebbe
senza
seguito
,
quale
sarebbe
tale
posizione
in
un
'
Europa
dove
in
ogni
Stato
i
comunisti
fossero
elemento
importante
di
governo
.
Qui
pure
non
ho
la
visione
semplicistica
di
coloro
,
per
cui
il
colloquio
tra
comunisti
e
credenti
è
solo
una
trappola
dei
primi
per
sgominare
la
Chiesa
.
Obiettivamente
osservo
,
peraltro
,
che
le
maggiori
personalità
del
comunismo
sono
rimaste
fuori
da
questo
colloquio
;
e
credo
di
poter
dire
con
qualche
conoscenza
che
nel
campo
comunista
l
'
incontro
ha
portato
alcuni
ad
apprezzare
la
forza
sociale
della
religione
,
ma
nessuno
non
dico
ad
andare
a
Messa
,
bensì
ad
ammettere
soltanto
l
'
ipotesi
del
trascendente
.
Mentre
nel
campo
cattolico
vedo
più
d
'
uno
,
anche
tra
i
sacerdoti
,
che
ha
completamente
dimenticato
Il
mio
Regno
non
è
di
questo
mondo
,
pur
continuando
a
credere
di
battere
le
vie
tracciate
da
Cristo
.
E
quando
guardo
al
passato
,
al
Concordato
ed
ai
dibattiti
alla
Costituente
,
penso
sempre
che
i
rapporti
tra
Chiesa
e
Stato
si
siano
svolti
nell
'
ultimo
mezzo
secolo
sulla
trama
di
quelli
che
si
racconta
essere
stati
i
rapporti
tra
i
navigatori
d
'
altri
tempi
ed
i
selvaggi
che
incontravano
in
lontane
terre
:
scambi
in
cui
ciascuno
dava
quelle
che
per
lui
erano
bazzecole
,
e
riceveva
quello
che
per
lui
era
un
tesoro
.
Per
Mussolini
non
era
nulla
accordare
alla
Chiesa
la
legislazione
sul
matrimonio
,
i
tribunali
ecclesiastici
,
la
degradazione
civile
dei
sacerdoti
apostati
,
restituire
vecchi
edifici
acquisiti
allo
Stato
dalle
leggi
eversive
;
ed
era
molto
ottenere
al
regime
la
calda
adesione
delle
masse
cattoliche
,
allora
omogenee
e
subordinate
ai
pastori
,
ottenere
la
simpatia
(
che
ci
fu
,
e
fattiva
)
dei
partiti
cattolici
di
tutto
il
mondo
.
E
per
il
Papato
tutto
quel
che
riceveva
serbava
un
gran
valore
,
credeva
giovasse
a
rafforzare
la
religione
;
ed
a
chi
gli
avesse
rimproverato
d
'
avere
trattato
con
il
fascismo
,
avrebbe
potuto
rispondere
che
da
secoli
e
secoli
la
sua
politica
era
di
riconoscere
qualsiasi
tiranno
quando
ciò
poteva
servire
al
bene
delle
anime
(
i
tiranni
passano
,
il
filone
della
fede
resta
)
,
e
che
Mussolini
ed
anche
i
peggiori
dei
fascisti
erano
candidi
agnellini
di
fronte
a
Costantino
,
ai
vari
re
barbari
ch
'
erano
stati
decorati
dei
titoli
di
«
Protettori
della
Chiesa
»
,
«
Difensori
della
fede
»
.
Analogo
discorso
per
le
discussioni
alla
Costituente
,
la
salvezza
di
tutte
le
norme
concordatarie
.
Ed
il
discorso
potrebbe
ripetersi
domani
:
il
Concordato
,
che
la
S
.
Sede
continua
a
ritenere
efficace
presidio
,
non
darebbe
alcuna
noia
ad
un
Governo
ove
pur
predominassero
i
comunisti
.
Qui
,
tuttavia
,
non
è
facile
fare
presagi
.
Infatti
nessuno
è
in
grado
di
dire
se
l
'
avvenire
del
comunismo
sia
una
trasposizione
su
altra
chiave
del
cristiano
un
solo
gregge
ed
un
solo
ovile
,
o
invece
dell
'
impero
romano
,
una
potenza
che
è
come
il
Sole
,
accanto
a
cui
gravita
una
costellazione
di
staterelli
che
sono
come
i
pianeti
rotanti
intorno
all
'
astro
maggiore
.
Nel
primo
caso
,
non
sembra
che
si
avrebbero
giorni
di
pace
per
i
credenti
.
Sono
tra
quelli
che
avevano
pensato
che
il
comunismo
avrebbe
seguito
il
cammino
di
molti
altri
partiti
politici
,
nati
intorno
al
nucleo
d
'
una
concezione
filosofica
,
d
'
una
visuale
del
mondo
,
e
che
man
mano
se
ne
distaccano
per
svolgere
soltanto
un
piano
concreto
di
riforme
economiche
e
giuridiche
.
Ma
l
'
esperienza
di
oltre
mezzo
secolo
non
conferma
quest
'
attesa
;
il
comunismo
resta
legato
(
e
forse
è
la
sua
forza
)
ad
un
materialismo
che
domina
ogni
attività
intellettuale
,
da
cui
derivano
precise
regole
in
ogni
campo
,
anche
nei
vari
rami
dell
'
arte
.
Ma
se
invece
si
avesse
un
impero
russo
,
con
Stati
che
gli
facessero
corona
,
non
è
detto
che
a
questi
sarebbe
imposta
sempre
,
come
alla
Cecoslovacchia
,
la
fede
nella
medesima
Weltanschauung
.
La
Roma
d
'
Augusto
e
di
Tiberio
non
si
preoccupava
di
quel
che
si
credesse
nei
vari
Stati
alleati
od
associati
.
I
culti
orientali
ebbero
anche
dure
repressioni
a
Roma
,
come
quelli
che
potevano
corrompere
i
costumi
,
ma
non
furono
perseguitati
in
Oriente
.
Né
oggi
la
Russia
si
preoccupa
di
staccare
gli
arabi
dalla
fede
nel
Corano
,
dal
divieto
dei
cibi
impuri
,
dal
velo
alle
donne
.
Utilizza
la
forza
,
il
cemento
,
che
può
venire
dalla
fede
comune
ai
popoli
dell
'
Islam
.
Probabilmente
è
a
questo
possibile
rispetto
della
religione
che
pensano
,
quando
pensano
,
quegli
uomini
politici
cattolici
,
che
sembrano
desiderare
l
'
avvento
di
un
'
Italia
dai
connotati
comunisti
,
con
un
'
economia
che
escluda
l
'
iniziativa
privata
,
e
con
le
conseguenze
che
quei
connotati
portano
anche
per
ciò
ch
'
è
libertà
individuale
.
E
può
darsi
abbiano
ragione
.
Ma
a
me
tornano
al
pensiero
alcune
parole
che
scriveva
Manzoni
nel
Discorso
su
alcuni
punti
della
storia
longobardica
in
Italia
a
proposito
del
Papa
,
evocando
quei
secoli
dell
'
Alto
Medioevo
:
Roma
,
così
incapace
per
sé
di
farsi
temere
,
aveva
nel
suo
seno
un
oggetto
di
venerazione
,
e
qualche
volta
di
terrore
,
anche
per
i
suoi
nemici
,
un
personaggio
per
cui
verso
di
essa
si
volgeva
da
tanta
parte
del
mondo
uno
sguardo
di
reverenza
e
d
'
aspettazione
...
Solo
questo
personaggio
poteva
pronunziar
parole
che
diventavano
un
oggetto
d
'
attenzione
e
di
discussione
.
Se
c
'
è
cosa
che
pare
certa
,
è
che
nulla
di
simile
potrebbe
rinnovarsi
in
una
costellazione
di
Stati
comunisti
;
tolleranza
religiosa
,
autonomia
della
Chiesa
,
sua
potestà
sull
'
assottigliato
numero
dei
credenti
,
forse
sì
;
ma
tacere
o
lodare
lo
Stato
,
guardare
soltanto
al
cielo
e
non
alla
terra
(
l
'
antitesi
del
clero
contestatore
)
,
mai
e
poi
mai
ricordare
che
si
deve
obbedire
a
Dio
prima
che
agli
uomini
:
ché
appena
il
Papato
volesse
anche
soltanto
protestare
contro
iniquità
,
o
difendere
innocenti
,
un
'
altra
pagina
del
Medioevo
rischierebbe
di
ripetersi
,
con
i
papi
deposti
e
gli
antipapi
ligi
all
'
imperatore
.