StampaPeriodica ,
Comincerò
poiché
la
bontà
nella
vita
mi
piace
quanto
,
e
forse
più
,
la
nudità
bella
nell
'
arte
comincerò
dal
ringraziare
il
Chiarini
,
il
Nencioni
ed
anche
il
Panzacchi
,
che
con
me
sono
stati
tanto
buoni
.
Quattro
settimane
fa
,
colla
serena
sfacciataggine
d
'
una
scolaro
irrequieto
,
buttavo
giù
dalle
colonne
di
questa
Domenica
una
manata
di
punti
interrogativi
tutti
peccaminosamente
impertinenti
,
li
buttavo
via
per
l
'
Italia
,
implorando
una
risposta
,
che
sarebbe
stata
una
lezione
per
me
,
e
che
vale
assai
meglio
per
molti
ingegni
che
affaticano
nelle
prime
prove
dell
'
arte
.
La
mia
superbia
era
grande
,
lo
confesserò
:
confidavo
che
la
risposta
e
la
lezione
mi
anzi
ci
sarebbero
venute
dal
Chiarini
,
il
quale
,
per
ufficio
da
lungo
tempo
esercitato
,
ha
,
purtroppo
,
dovuto
piegar
l
'
animo
e
fortificar
la
pazienza
nell
'
insegnare
ai
ragazzi
.
Invece
oltre
ogni
misura
d
'
onesta
superbia
anche
il
Nencioni
ed
il
Panzacchi
hanno
voluto
mostrare
che
le
mie
domande
non
erano
del
tutto
inutili
,
hanno
voluto
,
con
affetto
paziente
,
discutere
le
mie
impertinenze
,
e
,
aggiungendo
bontà
a
bontà
,
i
due
primi
hanno
scritto
parole
cortesi
per
me
,
mentre
l
'
autore
del
Piccolo
romanziere
,
con
non
meno
gradita
cortesia
ha
tentato
di
nascondere
alla
gente
il
nome
di
così
grande
e
impudente
peccatore
.
Il
quale
si
proverà
ora
a
ribattere
,
ritornando
a
commettere
il
suo
peccato
,
non
per
amore
di
sudiceria
o
per
orgoglio
maniaco
;
ma
per
il
culto
,
coraggioso
,
e
un
po
'
anche
doveroso
,
che
ha
serbato
sempre
alle
sue
idee
,
unica
proprietà
e
consolazione
più
alta
ed
assidua
della
propria
giovinezza
.
Al
peccatore
pare
che
la
serena
confessione
e
la
costanza
del
peccato
siano
la
risposta
più
degna
alla
bontà
di
cui
tre
uomini
illustri
lo
hanno
onorato
.
Almeno
,
potranno
dire
:
costui
non
è
vigliacco
;
ha
delle
opinioni
e
le
proclama
in
faccia
a
tutti
,
le
difende
anche
contro
noi
.
E
compiuto
il
dovere
,
veniamo
alla
discussione
.
Quattro
settimane
fa
,
dunque
,
io
chiedeva
:
«
Quale
e
com
'
è
la
poesia
porca
?
»
Avevo
sentito
il
Chiarini
invocare
contro
di
lei
l
'
opera
vigile
e
ammanettatrice
della
Questura
,
ed
io
,
che
nel
Codice
non
aveva
trovato
nessun
articolo
,
nella
collezione
degli
Atti
ufficiali
nessuna
istruzione
sull
'
argomento
,
del
ministro
per
l
'
interno
ai
suoi
agenti
,
mi
andava
ripetendo
:
«
Assolutamente
bisogna
sapere
quando
un
autore
ha
il
dovere
di
consegnarsi
spontaneamente
al
procuratore
del
Re
;
quando
il
lettore
,
da
cittadino
onesto
,
deve
presentare
formale
querela
e
richiamare
sopra
un
libro
e
sopra
un
foglio
l
'
attenzione
,
disgraziatamente
distratta
,
delle
autorità
»
.
V
'
è
una
letteratura
chiamiamola
così
oscena
,
e
di
lei
so
benissimo
l
'
essenza
e
le
forme
:
c
'
è
una
legge
severa
che
la
definisce
con
assai
precisione
e
manda
i
suoi
dilettanti
alla
Corte
d
'
assise
,
che
sono
puniti
con
lodevole
sollecitudine
.
Ma
quest
'
arte
porca
,
che
i
magistrati
lasciano
tranquillamente
correre
per
la
Penisola
,
che
i
legislatori
non
hanno
posta
tra
i
reati
,
di
cui
si
è
sempre
parlato
,
in
mille
modi
per
mille
diversi
interessi
,
da
tutti
,
ma
che
non
si
è
mai
giunti
a
precisare
in
qual
guisa
sia
fatta
,
di
che
materia
consista
,
quest
'
arte
laida
e
perversa
per
cui
il
traduttore
di
Heine
si
commuove
e
si
sdegna
,
quale
è
,
e
com
'
è
conformata
?
La
mia
domanda
voleva
una
risposta
sollecita
e
piena
,
se
non
altro
per
ragioni
di
pubblica
utilità
.
Ma
i
tre
valenti
scrittori
non
rispondono
alla
mia
interrogazione
limitata
e
precisa
:
essi
mi
rivolgono
per
contro
dei
ragionamenti
vari
e
ricchi
di
erudizione
,
di
sentimento
,
di
critica
,
di
morale
;
ma
alla
definizione
esatta
non
arrivano
;
ma
alla
conclusione
sola
che
a
me
pareva
necessaria
si
ricusano
.
Tuttavia
,
per
la
gravità
dell
'
argomento
,
industriamoci
alla
meglio
:
cerchiamo
,
dalle
molte
descrizioni
che
i
miei
ammonitori
fanno
della
gran
colpevole
,
i
caratteri
suoi
sostanziali
,
quelli
che
realmente
costituiscono
il
suo
reato
.
Il
Panzacchi
dice
:
La
poesia
della
libidine
corrompe
l
'
arte
.
La
verecondia
e
la
nudità
non
sono
che
parte
accidentale
della
questione
.
Il
Chiarini
e
il
Nencioni
invece
l
'
accusano
unicamente
per
ragioni
di
verecondia
e
di
nudità
.
Il
primo
scrive
:
L
'
arte
invereconda
toglie
ai
giovanetti
la
gagliardìa
che
debbono
consacrare
alla
patria
.
Il
secondo
sentenzia
:
L
'
arte
nuda
corrompe
la
religione
della
donna
.
Andiamo
avanti
,
se
non
ci
riesce
ancora
di
capir
molto
:
cerchiamo
nelle
dissertazioni
dei
tre
critici
qualche
più
chiaro
contrassegno
.
Donde
è
nata
e
da
chi
è
stata
commessa
quest
'
arte
che
tante
cose
offende
e
tante
persone
?
Il
Panzacchi
risponde
:
È
un
'
invenzione
nuovissima
:
è
incominciata
,
verso
la
metà
del
secolo
,
in
Francia
.
No
,
ribatte
il
Chiarini
,
è
antica
:
infatti
debbo
riconoscere
che
Orazio
,
Heine
e
Byron
la
differenza
di
tempo
e
di
luogo
non
è
breve
da
poco
,
fuggevolmente
,
ne
fecero
.
Ma
il
Nencioni
entra
di
mezzo
ed
afferma
:
I
veramente
grandi
poeti
non
sono
mai
pornografici
;
come
non
lo
sono
mai
i
grandi
romanzieri
.
Byron
non
lo
è
mai
,
nemmeno
nel
Don
Giovanni
.
Continuiamo
pure
nelle
nostre
ricerche
:
se
ci
pare
di
trovare
un
po
'
di
confusione
,
d
'
indeterminatezza
e
di
contraddizione
al
principio
,
alla
fine
troveremo
la
chiarezza
,
la
precisione
e
l
'
ordine
;
la
verità
è
una
sola
,
e
vanno
ripetendo
da
un
pezzo
si
fa
strada
sempre
.
Il
Nencioni
nega
che
gli
artisti
amino
ora
la
nudità
e
che
il
pubblico
la
guardi
con
compiacenza
:
l
'
arte
sensualistica
,
assicura
,
volge
irreparabilmente
al
suo
termine
fra
l
'
abbandono
e
il
disgusto
di
tutti
.
Però
trova
che
il
D
'
Annunzio
scrive
ancora
de
'
bei
versi
,
concepisce
tuttavia
delle
immagini
forti
e
dilicate
,
ha
soffio
e
movimento
lirico
.
Il
Panzacchi
di
riscontro
giudica
che
la
lirica
della
libidine
egli
non
parla
del
romanzo
e
neppure
della
pittura
è
oggi
«
in
pieno
rigoglio
e
mostra
per
tutto
i
suoi
fiori
lussureggianti
al
sole
,
e
dà
al
capo
della
gente
con
gli
acuti
profumi
di
cui
impregna
per
largo
tratto
l
'
atmosfera
.
»
Il
Chiarini
,
da
ultimo
e
pel
conto
suo
,
nega
risolutamente
alle
poesie
del
D
'
Annunzio
ogni
merito
letterario
.
Finiamo
,
dopo
ciò
,
le
indagini
,
i
ravvicinamenti
,
i
confronti
:
tanto
non
verremmo
a
capo
di
sentirci
una
buona
volta
definire
che
cosa
è
e
dove
fiorisce
l
'
arte
porca
.
Uno
alla
nostra
curiosità
risponde
che
essa
è
soltanto
un
malanno
per
l
'
estetica
;
un
secondo
,
invece
,
che
è
unicamente
un
pericolo
alla
gagliardìa
della
gioventù
maschia
;
un
terzo
,
che
è
singolarmente
ed
essenzialmente
un
oltraggio
alla
religione
della
donna
.
Da
una
parte
si
scrive
che
è
nata
una
cinquantina
d
'
anni
fa
;
dall
'
altra
,
che
viveva
ancora
,
benché
più
debolmente
,
quando
sfolgorava
la
maestà
di
Roma
,
da
poco
divenuta
imperiale
.
Vi
è
chi
assicura
che
il
Byron
non
fu
mai
pornografico
,
e
chi
lo
ammette
;
chi
trova
delle
cose
buone
nell
'
Intermezzo
di
rime
,
e
chi
non
ve
ne
riconosce
una
sola
.
Né
basta
:
il
Nencioni
sentenzia
che
l
'
arte
della
voluttà
precipita
,
il
Panzacchi
che
è
in
pieno
rigoglio
:
oh
come
debbo
ritrovare
io
,
e
con
me
il
pubblico
e
gli
autori
,
la
definizione
che
sarebbe
utile
ed
urgente
di
avere
?
Dalle
ricerche
e
dai
riscontri
che
sono
andato
facendo
,
un
costrutto
,
però
,
intanto
ho
raccolto
,
ed
è
questo
:
che
la
poesia
invereconda
è
infinitamente
più
potente
,
per
gli
effetti
che
produce
,
dell
'
altra
,
la
sua
opposta
.
La
Marsigliese
,
l
'
inno
del
Mercantini
sono
certamente
liriche
vereconde
;
ebbene
,
io
so
di
parecchi
non
molti
volontari
nel
Tirolo
,
che
colla
camicia
rossa
sulle
spalle
,
con
Giuseppe
Garibaldi
presente
e
l
'
inno
del
Mercantini
sulle
labbra
,
non
sapevano
vincere
la
paura
,
e
scappavano
;
so
di
moltissimi
,
migliaia
e
migliaia
di
francesi
,
che
a
Sedan
,
a
Metz
,
a
Parigi
,
cantavano
il
glorioso
ritornello
della
Marsigliese
,
e
deponevano
le
armi
.
Basta
,
invece
,
qualche
sonetto
,
un
centinaio
o
due
di
martelliani
o
di
decasillabi
i
quali
si
discute
ancora
se
sieno
belli
o
no
,
se
vi
sia
o
no
chi
li
legga
,
bastano
essi
perché
la
estetica
della
nazione
sia
corrotta
,
la
gagliardìa
dei
maschi
sia
tolta
,
la
religione
della
donna
sia
profanata
.
Evidentemente
,
secondo
i
precetti
della
eloquenza
antica
,
quella
di
Demostene
e
di
Cicerone
,
l
'
arte
porca
avrebbe
ragione
dell
'
arte
pulita
.
Ma
a
me
non
preme
di
provare
molta
abilità
di
polemica
ai
miei
lettori
:
preme
invece
di
risolvere
una
questione
che
riguarda
l
'
arte
e
parrà
strano
la
educazione
civile
del
mio
paese
.
Confesserò
dunque
che
,
se
una
propria
definizione
manca
in
tutti
e
tre
gli
articoli
che
i
tre
illustri
avversari
della
nudità
hanno
scritto
,
in
quelli
però
del
Chiarini
e
del
Nencioni
qualche
più
sicuro
contrassegno
,
qualche
più
chiara
indicazione
c
'
è
.
Entrambi
,
d
'
accordo
,
dicono
:
Il
D
'
Annunzio
nell
'
Intermezzo
di
rime
uscito
ora
ha
scritto
delle
porcherie
.
Ma
però
quando
,
subito
di
poi
,
vengono
a
dire
dove
e
come
il
D
'
Annunzio
le
ha
scritte
,
tornano
a
non
andare
più
insieme
e
,
per
poco
,
non
si
voltano
le
spalle
.
Il
Chiarini
,
infatti
,
porta
come
documento
della
sua
accusa
venti
o
venticinque
martelliani
del
Peccato
di
maggio
;
il
Nencioni
addita
,
senza
attentarsi
a
riprodurla
,
un
'
ottava
e
un
terzo
della
Venere
d
'
acqua
dolce
.
Per
tutto
questo
,
mio
povero
e
roseo
Gabriele
,
sei
stato
svergognato
in
tutte
le
contrade
d
'
Italia
;
per
questo
si
è
minacciata
la
pace
dolce
,
legittima
,
consacrata
dai
costumi
e
dalle
leggi
,
che
ora
godi
;
per
questo
sul
tuo
capo
ricciuto
e
candido
si
è
invocata
l
'
eloquenza
dei
Pubblici
Ministeri
e
la
correzione
del
carcere
cellulare
!
Forse
vi
è
stato
eccesso
di
severità
.
Se
non
che
,
io
non
ho
a
fare
il
paladino
né
a
Gabriele
D
'
Annunzio
né
a
'
suoi
ultimi
versi
,
che
fra
l
'
altre
cose
mi
paiono
dei
men
belli
fra
quanti
egli
ha
pubblicati
da
quattro
anni
in
poi
;
io
mi
affatico
e
come
vedete
non
mi
diverto
alla
sudata
ricerca
di
quella
essenza
così
importante
alla
poesia
,
alla
pubblica
moralità
e
alla
personale
sicurezza
dei
poeti
.
Il
Chiarini
ed
il
Nencioni
hanno
disegnati
due
punti
precisi
di
lirica
infame
;
vediamo
pertanto
che
cosa
contengono
e
come
son
fatti
.
Per
ordine
,
cominciamo
dal
Peccato
di
maggio
.
L
'
autore
immagina
due
giovani
innamorati
,
belli
,
forti
,
che
passeggiano
per
un
bosco
.
È
il
plenilunio
reo
di
calendimaggio
il
sole
trionfale
discende
,
mentre
dalla
terra
fresca
,
verde
,
s
'
alza
,
nella
placidezza
odorosa
dei
campi
,
l
'
inno
della
primavera
.
E
tutto
uno
sbocciamento
intorno
:
la
grande
risurrezione
dell
'
anno
.
In
lui
scoppiano
più
ardenti
,
più
acuti
,
gli
ardori
del
senso
:
lei
,
fra
tanta
esuberanza
di
vita
,
ha
la
rivelazione
di
sé
:
è
soprafatta
da
un
desiderio
nuovo
,
da
un
tormento
infinito
di
carne
inappagata
e
intatta
che
scotta
...
Ma
sentite
i
versi
:
Io
sono
tanto
stanca
ella
disse
,
piegando
ne
la
persona
...
Oh
come
si
scoperse
la
gola
tra
l
'
onda
de
le
chiome
e
le
iridi
si
persero
,
fiori
ne
l
latte
,
in
fondo
a
l
cerchio
de
le
pàlpebre
!
Oh
come
il
sen
rotondo
sgorgò
fuor
de
la
tunica
!
Io
mi
sentii
su
li
occhi
scendere
un
denso
velo
;
e
le
caddi
ai
ginocchi
e
con
avide
mani
su
pe
l
suo
torso
ascesi
,
e
tremar
come
un
'
arpa
viva
il
suo
torso
intesi
.
Atterrita
a
quei
subiti
vibramenti
d
'
ignote
fibre
,
ella
con
aneliti
,
gemiti
,
con
immote
le
pupille
e
la
bocca
dilatata
,
pendeva
su
me
.
Ne
le
sue
giovini
carni
il
peccato
d
'
Eva
squillava
a
gran
martello
,
come
sopra
sonore
lamine
di
metallo
:
È
l
'
ora
de
l
'
amore
!
O
voi
tutti
,
vecchi
e
giovani
,
che
custodite
con
religione
d
'
amore
e
di
gratitudine
,
come
la
più
gagliarda
e
gelosa
lirica
della
vostra
esistenza
,
il
ricordo
dell
'
ora
felice
in
cui
una
giovinetta
,
inconscia
,
vinta
dal
prorompere
della
sua
vigorìa
insoddisfatta
,
del
suo
affetto
,
dell
'
istinto
umano
superiore
e
benefico
,
si
è
abbandonata
a
voi
stanca
,
oppressa
,
come
non
fu
mai
bella
;
voi
tutti
che
credete
quell
'
abbandono
,
quella
dedizione
ineffabile
,
buona
,
fatale
,
una
gioia
squillante
dell
'
anima
vostra
,
badate
al
Chiarini
che
vi
ammonisce
:
quel
ricordo
,
quella
lirica
,
quella
gioia
meno
dimenticabili
della
vostra
esistenza
sono
tante
porcherie
.
Perché
se
il
descriver
tutto
ciò
in
versi
,
il
che
vuol
dire
immaginarlo
soltanto
,
è
disonesto
,
a
commetterlo
in
verità
,
in
una
notte
stellata
o
sotto
un
sole
di
fuoco
,
deve
essere
assai
ancora
più
turpe
,
più
scellerato
,
più
porco
.
E
avete
inteso
;
perché
si
conservi
robusta
e
cresca
alla
patria
la
gioventù
che
la
deve
onorare
e
difendere
,
queste
cose
non
si
hanno
a
scrivere
,
e
molto
meno
quindi
a
fare
.
Oh
,
Origene
!
Passiamo
al
secondo
corpo
di
reato
:
un
'
ottava
più
un
quarto
e
cinque
sillabe
.
Il
D
'
Annunzio
omai
a
ricopiare
dei
versi
mi
stanco
racconta
un
bacio
dato
nel
modo
proprio
del
bacio
vero
.
C
'
è
una
statua
greca
,
ammirata
in
una
pubblica
galleria
,
di
su
le
più
pubbliche
incisioni
,
in
cui
la
rappresentazione
è
non
meno
esatta
ed
ha
sincerità
forse
maggiore
.
Ma
se
un
bacio
non
è
dato
in
fronte
,
come
nei
romanzi
di
cavalleria
gli
eroi
belli
ed
ingenui
baciavano
le
vergini
inconscie
,
e
,
purtroppo
,
clorotiche
,
se
non
è
dato
sulla
mano
,
come
ai
monsignori
,
è
una
sconcezza
e
offende
la
religione
delle
donne
.
Dopo
ciò
,
sentite
ancora
un
galantuomo
,
o
voi
che
mi
leggete
?
Io
per
me
scampo
alle
rimembranze
,
alle
curiosità
,
alla
discussione
,
come
gli
eruditi
alle
questioni
grosse
:
con
una
citazione
.
Eccola
qua
,
ed
è
di
autore
non
mai
sospettato
quale
corruttore
né
dalla
Corte
del
Re
né
dalla
Curia
Romana
:
Michele
de
Montaigne
.
Egli
ha
detto
,
molti
anni
fa
:
«
Qu
'
a
fait
l
'
action
génitale
aux
homme
,
si
naturelle
,
si
nécessaire
et
si
juste
,
pour
n
'
en
oser
parler
sans
vergogne
,
et
pour
l
'
exclure
des
propos
sérieux
et
réglés
?
»
Che
ha
fatto
,
domando
anch
'
io
,
dacché
,
dopo
questi
molti
anni
che
sono
passati
,
le
pretensioni
d
'
un
certo
pudore
e
le
proibizioni
di
certa
critica
rimangono
identiche
?
Ci
sono
stati
,
ci
sono
e
ci
saranno
dei
pittori
che
hanno
dipinto
il
tradimento
di
Giuda
il
più
abbietto
dei
tradimenti
leggendari
;
degli
storici
che
hanno
narrate
e
debitamente
documentate
le
turpitudini
di
Tiberio
,
le
pazzie
di
Nerone
,
le
ferocie
di
Caligola
;
dei
tragici
che
hanno
messo
sulla
scena
la
passione
ripugnante
di
Mirra
;
degli
epici
che
han
raccontato
come
un
padre
mangiasse
i
suoi
figli
;
dei
romanzieri
che
hanno
descritto
come
una
madre
vendesse
la
figlia
al
maggior
offerente
;
dei
lirici
che
hanno
dedicate
le
loro
strofe
al
disertore
,
alla
spia
,
al
più
furibondo
assassino
:
tutte
le
brutture
,
le
colpe
,
le
anormalità
dell
'
individuo
si
son
raccontate
,
documentate
,
analizzate
,
conservate
nei
quadri
,
nelle
statue
,
negli
archivi
,
nelle
storie
,
nei
romanzi
,
nei
poemi
,
di
generazione
in
generazione
,
di
secolo
in
secolo
;
ora
le
prodezze
di
Troppmann
,
di
Pietro
Ceneri
,
del
Cardinali
,
si
illustrano
di
vignette
realiste
sui
giornali
più
ricchi
ed
eleganti
:
nessuno
ha
mai
protestato
,
non
si
è
mai
indignato
contro
Tacito
o
contro
Dante
,
contro
Victor
Hugo
o
contro
i
gerenti
dell
'
Illustrazione
,
del
Gil
Blas
o
del
Figaro
;
non
ha
mai
invocato
l
'
opera
vindice
della
Questura
.
È
permesso
dunque
istruire
i
giovanetti
in
quanto
l
'
uomo
ha
commesso
di
più
sanguinoso
,
di
più
pazzo
,
di
più
stomachevole
,
di
più
codardo
,
durante
tutta
la
storia
dell
'
umanità
;
non
è
permesso
accennare
come
la
vita
della
umanità
si
consòli
nell
'
affetto
,
si
conservi
nella
moltiplicazione
.
Documentare
le
sozzurre
di
papa
Borgia
è
,
per
esempio
,
nobile
ufficio
di
storico
civile
;
rendere
omaggio
di
memoria
all
'
amore
che
è
sano
,
forte
,
necessario
è
azione
di
iniquo
e
si
deve
scontare
colla
galera
.
È
logica
questa
?
Se
non
che
,
osservate
:
la
logica
comune
non
presta
ubbidiente
il
suo
aiuto
alla
causa
,
in
questo
modo
definita
,
della
moralità
.
La
nudità
ampia
e
serena
,
dice
il
Nencioni
,
non
offende
il
pudore
;
ma
è
poi
offeso
dal
racconto
d
'
un
bacio
;
e
il
Chiarini
,
per
mostrarsi
meno
scrupoloso
ancora
,
racconta
come
egli
voleva
lasciare
al
puttin
di
marmo
,
che
è
nella
poesia
del
Carducci
per
il
processo
Fadda
,
anche
quella
cosellina
che
l
'
autore
vi
aveva
messa
ed
il
Martini
vi
tolse
.
Ma
perché
,
mio
buon
signore
,
gli
voleva
lasciare
quella
cosellina
,
se
poi
gli
era
proibito
il
peccato
reo
di
calendimaggio
?
Oh
,
per
me
sto
col
Martini
:
dati
questi
precetti
di
morale
,
egli
fu
più
giusto
e
pio
tagliando
via
subito
.
Nell
'
infanzia
il
pericolo
di
morte
è
meno
sicuro
.
Comunque
,
osserverò
che
un
grande
progresso
s
'
è
fatto
.
Senza
ricordare
più
lontani
esempi
;
non
sono
dieci
anni
che
il
poeta
porco
era
il
povero
Praga
,
già
morto
,
poveretto
,
di
romanticheria
e
di
tisi
;
più
tardi
il
porco
divenne
il
Carducci
,
benché
nota
egli
,
ripetendo
l
'
aggettivo
,
benché
abbia
scritto
l
'
Ideale
e
le
Primavere
elleniche
;
poi
capitò
al
Verga
,
al
Capuana
,
un
po
'
anche
al
Martini
ricordate
:
«
Il
peggio
passo
è
quel
dell
'
uscio
»
e
molto
,
moltissimo
,
ad
Olindo
Guerrini
.
Ma
allora
s
'
invocava
la
morale
,
la
rettorica
e
l
'
orror
della
carne
.
Il
Praga
aveva
dedicato
delle
strofe
a
una
cortigiana
morta
di
tifo
;
il
Carducci
,
a
parte
Satana
e
Dio
,
aveva
dei
gusti
barbari
di
stile
,
così
che
in
un
epodo
solenne
diceva
che
il
tradimento
e
la
vigliaccheria
a
un
certo
punto
della
storia
d
'
Italia
s
'
accoppiavano
pubblicamente
in
piazza
in
presenza
del
popolo
;
immagine
del
tutto
contraria
alla
dignità
dello
stile
lirico
e
al
buon
galateo
:
il
Verga
avea
narrato
,
benché
coperto
di
tutti
i
veli
in
cui
si
avvolge
ora
Tersicore
dea
al
cospetto
del
pubblico
,
la
passione
d
'
un
giovane
d
'
ingegno
per
una
ballerina
,
di
quelle
che
si
possono
,
con
gloria
dell
'
onestà
,
tirare
in
carrozza
a
forza
di
schiena
,
ma
non
si
debbono
amare
;
il
Capuana
era
reo
della
Giacinta
e
della
Fosca
;
il
Guerrini
dei
Postuma
,
dove
per
tutto
trionfa
l
'
amore
sensualistico
.
Insomma
:
quale
scrittore
durante
questo
secolo
non
è
stato
un
poco
porco
?
Anche
al
Manzoni
rimproverano
la
Monaca
di
Monza
.
Ma
allora
si
difendevano
delle
cose
grandi
e
vecchie
:
la
morale
buona
che
non
può
consentire
che
una
femmina
perduta
sia
amata
,
la
rettorica
buona
che
non
ammette
trivialità
,
il
candore
delle
modiste
,
delle
cameriere
,
delle
signorine
uscite
di
collegio
,
che
alla
vista
d
'
un
puttin
di
marmo
che
mostrasse
qualcosellina
al
sole
si
sarebbe
d
'
un
tratto
offuscato
e
perduto
;
allora
si
era
severi
,
ma
logici
:
Victor
Hugo
,
che
aveva
fatto
rispondere
in
quel
modo
Cambronne
,
era
un
porco
quanto
Musset
che
aveva
raccontato
l
'
amore
in
tutti
i
modi
.
Ora
abbiamo
una
morale
,
una
verecondia
,
un
candore
a
prezzi
ridotti
,
con
diminuzione
,
almeno
,
d
'
un
tanto
per
cento
.
La
nudità
non
entra
nella
questione
scrive
il
Panzacchi
.
E
che
importa
la
nudità
al
Nencioni
?
il
sonetto
del
D
'
Annunzio
,
per
esempio
,
che
io
citai
quattro
settimane
fa
...
Il
Chiarini
poi
è
anche
più
di
manica
larga
:
egli
racconta
che
nel
Museo
di
Napoli
vide
il
gruppo
del
satiro
e
della
capra
e
non
gridò
subito
:
porco
!
all
'
autore
,
che
certo
non
avrebbe
sentito
.
Si
possono
adesso
dire
tutte
le
cose
che
erano
vietate
dieci
,
cinque
anni
fa
,
e
tornare
a
scrivere
l
'
Eva
o
i
Postuma
magari
!
senza
che
nessuno
strilli
:
in
faccia
a
San
Pietro
si
potrebbe
mettere
una
bella
femmina
ignuda
,
si
potrebbe
anche
in
un
angolo
di
Montecitorio
simbolo
dell
'
ignoranza
serena
mettere
un
puttino
di
marmo
purché
fosse
assolutamente
piccino
e
non
si
trattasse
che
di
qualcosellina
:
il
livello
della
moralità
,
insomma
,
si
è
abbassato
,
anzi
è
dato
indietro
,
molto
indietro
.
Ed
in
pochi
anni
!
Fra
qualche
tempo
,
un
altro
decennio
al
più
,
ci
accorgeremo
che
in
qualche
luogo
è
sprofondato
ritirandosi
:
per
fermo
non
è
più
visibile
.
E
sulla
fossa
per
dove
sarà
scomparsa
quella
miseria
di
pudore
accademico
,
l
'
arte
e
la
civile
educazione
della
patria
esulteranno
,
perché
quel
giorno
tutti
noi
,
finalmente
,
saremo
più
sereni
,
più
schietti
,
più
nobilmente
innamorati
della
bellezza
e
della
vigorìa
umana
.
Perché
,
signori
miei
,
il
Boccaccio
era
un
porco
?
E
le
donne
e
gli
uomini
della
Repubblica
fiorentina
poco
dopo
appunto
gli
ordinamenti
di
giustizia
erano
tutti
porci
?
Perché
,
signori
,
l
'
Ariosto
era
un
maiale
,
e
come
lui
il
duca
e
il
cardinale
d
'
Este
,
ogni
gentiluomo
,
ogni
dama
che
capitasse
alla
Corte
di
Ferrara
?
Credete
voi
il
fiorentino
abbia
raccontata
l
'
astuzia
di
Peronella
o
l
'
incantagione
fatta
alla
coda
della
cavalla
,
che
il
ferrarese
abbia
rimate
le
maliarde
seduzioni
d
'
Alcina
o
le
varie
avventure
di
Giocondo
,
proprio
per
bassa
compiacenza
della
volgarità
sudicia
o
per
vendere
qualche
copia
di
più
del
Decamerone
o
dell
'
Orlando
furioso
?
E
notate
bene
:
le
novelle
di
Dioneo
erano
narrate
in
una
buona
società
del
Trecento
,
quella
buona
società
borghese
della
grande
Repubblica
che
edificò
tante
chiese
,
ributtò
l
'
imperatore
tedesco
più
durabilmente
che
non
avessero
fatto
i
Comuni
lombardi
segnatari
della
pace
di
Costanza
,
ed
infine
instaurò
la
nuova
storia
d
'
Italia
.
Le
dame
sentivano
Dioneo
fare
i
suoi
racconti
nudi
,
e
non
iscappavano
via
.
Il
canto
d
'
Alcina
e
quello
di
Giocondo
erano
letti
da
messer
Ludovico
Ariosto
,
che
dovette
mantener
fama
di
galantuomo
se
fu
mandato
a
nettare
dai
ladri
una
provincia
;
erano
letti
in
presenza
del
Duca
,
del
Cardinale
,
delle
dame
,
dei
gentiluomini
più
cospicui
di
Ferrara
,
degli
artisti
più
illustri
della
nazione
.
Il
Cardinale
,
col
suo
grasso
ghigno
di
prete
,
disse
una
volgarità
famosa
al
poeta
,
ma
chi
uscì
mai
fuori
a
gridare
:
«
Duca
,
fate
arrestare
costui
?
»
Così
pertanto
,
signori
,
rinasceva
e
cresceva
di
bellezza
,
di
ricchezza
,
di
giocondità
l
'
arte
e
la
storia
d
'
Italia
,
quando
noi
,
come
diceva
quello
a
Gino
,
noi
eravamo
grandi
e
al
di
là
del
mare
e
delle
Alpi
non
eran
nati
:
così
,
con
un
sorriso
luminoso
,
sereno
,
sicuro
,
il
popolo
nostro
benedetto
di
felicità
,
di
produzione
,
di
pensiero
,
toglieva
al
medio
evo
l
'
Europa
.
Che
grande
giocondità
d
'
opere
e
di
vita
in
quei
due
secoli
gloriosi
della
Rinascenza
!
Nulla
era
vietato
,
nulla
conteso
,
nulla
celato
;
nessuna
paura
,
nessuna
falsità
era
imposta
,
solo
l
'
amore
della
beltà
e
dell
'
ingegno
regnava
.
Il
mondo
sentiva
come
la
gioia
sonante
della
nuova
vita
che
si
riedificava
.
Ma
a
metà
del
Cinquecento
questa
espansione
solenne
di
letizia
finisce
,
e
l
'
arte
e
la
fortuna
della
patria
rovinano
:
è
venuto
giù
da
Trento
un
pauroso
suono
di
preghiere
barbare
e
di
minacce
:
uno
sgomento
di
persecuzione
di
morte
passa
sopra
la
Penisola
,
sul
cattolicesimo
:
escono
dai
monti
del
Tirolo
la
censura
,
l
'
Inquisizione
,
la
morale
rigida
e
falsa
,
il
Seicento
,
il
Seicento
tetro
,
abbrunato
,
piangente
,
che
sopprime
gloria
e
vita
italiana
.
Alle
statue
greche
si
pongon
le
camicie
di
piombo
;
sul
Decamerone
si
cala
la
falce
purificatrice
d
'
un
frate
fanatico
ed
ignorante
;
l
'
Orlando
è
squartato
,
messo
all
'
indice
il
Machiavelli
,
e
frà
Paolo
Sarpi
messo
in
premio
al
pugnale
di
tutti
gli
assassini
.
La
bellezza
è
peccato
,
la
forza
è
peccato
,
la
ribellione
a
tutte
le
servitù
è
peccato
:
ogni
umana
virtù
è
peccato
.
Quando
la
civiltà
riprende
assai
tardi
il
suo
cammino
e
il
suo
lavoro
,
quando
la
filosofia
e
la
poesia
annunziano
la
rivoluzione
,
Diderot
,
Voltaire
,
Beaumarchais
,
Mirabeau
scrivono
delle
novelle
,
dei
poemi
,
dei
madrigali
,
delle
commedie
scelleratamente
glorificatrici
della
carne
.
Perché
glorificare
la
carne
significa
innalzare
l
'
uomo
,
nel
sentimento
della
sua
forza
,
alla
sincerità
della
sua
vita
,
alla
giocondità
operosa
della
sua
mente
.
L
'
uomo
ritorni
libero
,
superiore
alle
minacce
,
agli
sgomenti
,
alla
falsità
che
l
'
educazione
cattolica
per
tre
secoli
gli
ha
depositato
nel
sangue
;
senta
che
essendo
amante
e
diventando
padre
,
non
compie
atto
vergognoso
,
ma
adempie
alla
più
nobile
delle
sue
attività
.
L
'
arte
,
quando
era
,
narrava
tutta
sinceramente
la
vita
del
paese
;
ci
dava
la
Commedia
e
il
Canzoniere
insieme
al
Decamerone
;
insieme
il
Mosè
e
la
Trasfigurazione
,
insieme
l
'
Orlando
e
la
Mandragora
.
Ora
noi
siamo
beneducati
;
viviamo
nell
'
osservanza
del
galateo
che
un
monsignore
dettò
e
degli
abati
ricorressero
;
i
critici
dicono
:
oibò
!
alla
carne
,
ai
fiori
,
alle
immagini
ardite
della
lirica
che
ci
rimane
tuttavia
;
chiamano
le
guardie
se
un
poeta
immagina
nuda
una
fanciulla
stupendamente
bella
,
e
la
fa
baciare
da
un
maschio
innamorato
più
giù
della
fronte
;
gridano
maledizione
agli
scultori
che
mettono
qualche
cosa
al
sole
di
quello
che
anche
i
puttini
di
marmo
debbono
avere
;
e
se
un
romanziere
narra
l
'
amore
come
lo
fantastichiamo
,
lo
vogliamo
,
lo
facciamo
tutti
,
quando
ci
riesce
,
i
critici
ringhiano
:
la
religione
della
donna
è
vituperata
,
la
gagliardìa
dei
giovani
corrotta
.
Pertanto
la
nostra
arte
è
falsa
,
come
la
nostra
vita
:
dovunque
trionfa
il
trasformismo
morale
e
politico
personificato
in
Sua
Eccellenza
Agostino
Depretis
.
Ebbene
;
io
preferisco
l
'
arte
che
fu
messa
all
'
indice
,
che
fu
maledetta
,
squartata
,
decimata
:
io
preferisco
l
'
arte
che
raccontava
tutto
,
che
tutto
ciò
che
era
umano
credeva
onesto
e
bello
,
ed
era
forte
e
gioconda
.
Così
propriamente
;
io
preferisco
i
letterati
,
la
borghesia
,
le
Corti
del
Cinquecento
a
quelle
d
'
ora
:
mi
dànno
torto
il
Panzacchi
,
il
Chiarini
,
il
Nencioni
?
A
qualcheduno
,
forse
,
interesserà
di
saperlo
.
Per
me
tanto
fa
,
anche
se
non
mi
dànno
ragione
:
sto
nella
mia
opinione
e
non
mi
credo
un
porco
.
Vorrei
scrivere
,
come
Zola
,
l
'
Assommoir
,
e
combattere
,
come
Byron
,
per
la
libertà
.