StampaPeriodica ,
Nelle
consuetudini
commerciali
dell
'
età
nostra
,
alle
quali
vanno
sempre
più
consentendo
la
letteratura
e
l
'
arte
,
sembrerà
quasi
naturale
che
un
giornale
letterario
faccia
,
ora
,
il
bilancio
dell
'
annata
,
metta
in
chiaro
,
cioè
,
su
due
file
di
contro
,
il
passivo
e
l
'
attivo
che
n
'
avanza
.
Né
ove
si
potesse
fare
con
brevità
e
sicurezza
aritmetica
di
buoni
commercianti
letterari
una
tale
operazione
sarebbe
inutile
a
sgradita
.
Ma
metter
giù
le
partite
,
fare
le
somme
,
e
quindi
paragonarle
fra
loro
,
non
è
facile
quest
'
anno
e
non
sarebbe
giovevole
.
Giacché
la
gente
si
diverte
,
per
una
stranezza
dell
'
avidità
umana
,
a
leggere
anche
i
bilanci
degli
altri
quando
sono
pieni
di
grosse
cifre
,
rotonde
e
magnifiche
;
a
addizionare
le
miserie
altrui
si
annoia
come
della
propria
.
Vi
sono
dei
popoli
che
non
hanno
storia
,
dice
l
'
antico
avvertimento
,
ed
è
tuttavia
vero
;
ma
siate
certi
che
,
se
non
l
'
hanno
,
è
perché
non
se
la
sono
meritata
,
facendosela
prima
da
sé
,
in
azione
.
Anch
'
essi
hanno
vissuto
,
si
sono
accresciuti
e
poi
sono
disparsi
,
ma
che
è
rimasto
nel
lavoro
del
mondo
della
loro
esistenza
?
Hanno
avuto
un
'
epoca
solenne
di
attività
,
di
cultura
,
di
forza
?
Dei
grandi
capitani
,
dei
grandi
artisti
,
dei
grandi
pensatori
,
nati
da
essi
,
che
possano
nutrire
ancora
la
gratitudine
,
l
'
ammirazione
e
l
'
invidia
di
chi
è
venuto
dopo
?
Ora
,
voltandosi
indietro
per
quest
'
anno
,
non
ci
viene
alla
mente
che
un
indice
lungo
e
monotono
di
libri
mediocri
,
senza
originalità
audace
,
senza
propositi
e
forme
nuove
;
senza
,
infine
,
alcuni
di
quei
saggi
o
di
quelle
promesse
che
formano
nella
produzione
letteraria
di
un
paese
come
un
largo
periodo
storico
,
che
sono
uno
di
quegli
avvenimenti
solenni
intorno
ai
quali
molti
altri
,
e
per
assai
tempo
,
si
legano
e
si
svolgono
.
A
questo
estremo
dell
'
anno
ci
pare
d
'
uscire
come
da
una
pianura
ben
coltivata
,
ben
seminata
,
ben
alberata
;
l
'
impressione
di
quella
uguaglianza
geometrica
ci
sfugge
a
mano
a
mano
che
ce
ne
allontaniamo
,
e
non
ci
rimane
più
nel
pensiero
nulla
di
quei
campi
perfettamente
regolari
,
di
quegli
alberi
stupendamente
acconciati
,
di
quelle
case
quadre
,
a
tinte
grige
,
con
tutte
le
finestre
verdi
.
Non
ci
rimane
,
tutt
'
al
più
,
nel
pensiero
e
dentro
di
noi
,
che
un
sentimento
di
stanchezza
e
di
noia
.
Cercando
dunque
fra
i
giorni
di
questi
dodici
mesi
che
sono
ormai
compiuti
,
ci
pare
che
l
'
attivo
maggiore
del
1883
sia
una
somma
negativa
,
ci
pare
infine
che
l
'
importanza
maggiore
di
quest
'
anno
stia
nel
lavoro
di
critica
e
di
demolizione
che
durante
esso
fu
compiuto
.
Vi
ricordate
?
C
'
era
una
letteratura
facile
,
volgare
,
d
'
improvvisatori
,
che
,
per
poco
,
non
è
parsa
durevole
monumento
fra
noi
.
C
'
erano
i
romanzieri
di
moda
,
verbosamente
sgrammaticati
,
lividamente
sentimentali
,
volgarmente
luridi
,
c
'
erano
i
poeti
flaccidi
,
viventi
per
il
discredito
della
prosodia
,
chitarronisti
e
galeotti
plebei
;
c
'
erano
i
giornali
che
si
erano
proposti
,
e
lo
confessavano
,
l
'
incremento
della
patria
ignoranza
,
gli
articolisti
che
si
acquistavano
il
nome
di
critici
e
il
favor
delle
dame
,
con
qualche
citazione
dal
francese
,
parecchie
freddure
e
un
gran
lusso
di
romanticismo
bolso
;
c
'
era
una
grande
falsità
,
una
volgarità
insoffribile
,
una
povertà
impudente
e
gloriosa
;
ebbene
,
tutto
questo
è
ormai
scomparso
interamente
.
Quei
romanzieri
,
quei
poeti
,
quegli
articolisti
non
trovano
più
editori
,
si
sono
rassegnati
e
non
dànno
più
nulla
a
stampare
,
e
,
in
ogni
modo
,
non
v
'
ha
più
nessuno
che
si
degni
di
guardarli
.
Il
Giusti
non
potrebbe
ripetere
ancora
son
intenzioni
ironiche
i
suoi
versi
:
Il
regno
letterario
È
tutta
una
morìa
!
Avrebbe
paura
d
'
insultare
troppi
cadaveri
!
E
ciò
che
più
consola
ancora
,
è
che
questa
condanna
del
pubblico
si
è
meglio
dimostrata
là
proprio
dove
il
suo
giudizio
si
esercita
più
direttamente
:
nel
teatro
.
Non
sono
quattro
anni
da
quando
il
Martini
,
per
aver
osato
di
scrivere
che
una
commedia
di
Paolo
Ferrari
non
gli
piaceva
,
si
destò
contro
come
una
sollevazione
di
popolo
indignato
:
adesso
,
a
Napoli
,
è
tutto
un
teatro
che
fischia
una
commedia
di
Paolo
Ferrari
.
Il
Marenco
fu
,
per
un
poco
,
il
poeta
drammatico
favorito
delle
platee
italiane
:
in
quest
'
anno
egli
ha
dato
a
provare
sulla
scena
tre
lavori
suoi
,
e
nessuno
ha
potuto
avere
il
magro
conforto
d
'
una
seconda
rappresentazione
:
ha
raccolti
in
volumi
gli
idilli
suoi
che
ebbero
più
fortuna
,
che
gli
procurarono
,
non
è
neppure
un
decennio
,
tanta
gioia
d
'
applausi
;
non
c
'
è
stato
neanche
un
cronista
teatrale
che
abbia
osato
di
esclamare
:
Che
belle
cose
!
E
così
,
gli
uni
dopo
gli
altri
,
i
nostri
scrittori
di
drammi
,
di
commedie
che
più
sono
convenzionali
e
falsi
,
che
più
ebbero
,
per
troppo
lungo
tempo
,
l
'
ammirazione
della
folla
.
Se
,
pertanto
,
con
questi
intendimenti
consideriamo
il
bilancio
del
1883
,
ne
possiamo
trarre
una
ragione
di
speranza
e
di
consolazione
:
il
pubblico
italiano
,
la
gran
maggioranza
dei
leggenti
italiani
si
è
migliorata
di
coltura
e
di
gusto
:
comincia
ad
avere
il
sentimento
e
l
'
intuizione
del
vero
.
E
,
d
'
altra
parte
,
tutta
questa
morìa
non
ci
pare
che
sia
seguita
senza
dare
qualche
accenno
e
speranza
di
vita
nuova
.
C
'
è
forse
forse
,
in
questo
silenzio
,
la
fermentazione
oscura
,
sotterranea
,
ignota
,
delle
sementi
in
inverno
:
c
'
è
forse
una
primavera
letteraria
che
sta
per
inalzare
su
di
noi
una
gloria
di
splendore
,
di
freschezza
,
di
beltà
.
Si
avvertono
gli
inizi
o
almeno
le
prove
,
i
tâtonnements
,
dicono
i
francesi
.
Più
che
nei
volumi
,
ne
troveremo
facilmente
le
tracce
nei
giornali
.
La
prosa
si
è
fatta
più
solida
,
più
forte
,
più
agile
:
si
è
liberata
così
dalla
riboboleria
,
dalla
vacuità
,
dalla
freddezza
dei
falsi
manzoniani
,
come
dall
'
arcaica
pretensiosità
degli
ultimi
cruscheggianti
.
La
critica
è
diventata
anch
'
essa
più
seria
,
più
sicura
,
onesta
,
e
alcuni
giovani
hanno
provato
di
saper
giudicare
d
'
un
libro
e
d
'
un
autore
senza
intemperanze
di
scuole
,
con
molta
o
almeno
discreta
conoscenza
della
nostra
letteratura
e
di
alcune
fra
le
straniere
,
con
maturità
di
coltura
ed
eleganza
di
stile
.
L
'
arte
non
si
divide
più
come
qualche
anno
fa
in
realista
e
in
idealista
,
ma
in
brutta
e
bella
,
in
vera
e
falsa
.
Per
arrivare
a
così
poco
,
è
bisognato
molto
cammino
.
Ma
nel
romanzo
,
nella
novella
e
sino
nella
lirica
,
si
sentono
ancora
,
e
più
di
prima
,
le
preoccupazioni
scolastiche
e
la
preponderanza
meccanica
.
I
romanzieri
e
i
novellieri
d
'
oggi
,
per
la
più
parte
,
si
propongono
troppo
d
'
essere
,
affermano
essi
,
naturalisti
;
in
realtà
,
invece
che
narratori
,
il
più
delle
volte
non
sono
che
descrittori
.
E
,
per
poter
più
largamente
liberarsi
a
questa
nuova
furia
del
descrivere
,
si
son
buttati
ai
campi
,
tra
i
monti
del
mezzogiorno
,
ed
hanno
riempite
di
carminio
e
di
cobalto
le
loro
pagine
.
Poi
,
a
rendere
con
maggiore
precisione
l
'
ambiente
,
hanno
cercato
anche
di
riprodurre
il
linguaggio
,
nella
povertà
del
periodo
e
sino
nella
frase
,
di
quella
gente
,
tanto
che
non
solo
i
personaggi
,
ma
l
'
autore
adoperano
stile
e
parole
della
Sicilia
o
della
Calabria
.
Ma
a
loro
è
seguìto
come
ai
pittori
di
paesi
.
Fanno
con
molta
precisione
il
cielo
,
le
macchie
,
i
torrenti
,
tutto
il
mondo
esteriore
che
avvolge
,
che
si
stende
sopra
,
che
sta
fermo
e
non
sente
:
l
'
uomo
no
.
E
poi
fanno
troppo
,
cioè
nel
disporre
le
tinte
,
negli
accarezzamenti
del
pennello
paiono
troppo
meccanici
e
sono
monotoni
.
Anche
la
descrizione
,
pertanto
,
così
sopraccarica
di
colori
riesce
fredda
.
E
in
questa
freddezza
generale
l
'
anima
umana
non
prorompe
mai
in
un
movimento
gagliardo
,
come
raggio
di
sole
che
scalda
;
quei
contadini
non
pensano
,
non
amano
,
non
vogliono
mai
nobilmente
,
non
sono
,
infine
,
per
i
nostri
novellatori
d
'
oggi
,
che
altrettanti
pezzi
di
descrizione
come
i
porci
,
gli
asini
rognosi
e
le
galline
nauseabonde
.
Il
paese
non
è
caldo
,
gli
uomini
non
hanno
passione
,
ai
romanzi
e
alle
novelle
manca
uno
degli
elementi
più
necessari
d
'
una
vera
opera
d
'
arte
.
Un
esempio
ci
spiegherà
meglio
.
Prima
delle
Novelle
rusticane
il
Verga
aveva
scritto
Nedda
.
Ma
questa
destò
entusiasmo
nel
pubblico
,
di
quelle
si
è
detto
che
sono
molto
studiate
,
molto
accuratamente
eseguite
,
ma
non
hanno
avuto
un
successo
sicuro
e
compiuto
.
La
ragione
ci
pare
evidentemente
questa
:
che
allora
l
'
autore
di
Eva
non
si
proponeva
di
svolgere
un
limitato
sistema
estetico
,
era
libero
interamente
nell
'
applicare
le
sue
rare
attitudini
d
'
artista
,
e
il
paesaggio
meridiano
serbava
l
'
intima
poesia
della
natura
,
e
la
povera
contadina
,
e
quell
'
innamorato
che
moriva
di
febbre
di
povertà
e
di
lavoro
facevano
vibrare
le
più
profonde
delle
commozioni
umane
;
lo
stile
ritraeva
con
felice
energia
lo
splendore
tormentoso
dell
'
ambiente
e
la
disperazione
rassegnata
,
ignara
,
di
quelle
vite
;
nel
bozzetto
siciliano
c
'
era
calore
d
'
affetto
e
potenza
d
'
arte
.
Nelle
Novelle
rusticane
no
,
o
almeno
molto
meno
.
L
'
autore
si
è
fissato
a
voler
rimanere
freddo
,
impassibile
discovritore
di
quel
suo
mondo
animale
,
e
il
divin
sole
d
'
Italia
nella
parte
dov
'
è
più
bello
non
illumina
,
e
non
fa
fermentare
quasi
mai
se
non
avanzi
di
concime
.
Il
lettore
,
in
quel
vuoto
di
passione
,
d
'
amore
,
d
'
intelligenza
,
non
si
scalda
,
si
affanna
,
si
scontenta
;
gli
pare
,
e
non
a
torto
,
che
gli
si
dia
avanti
un
'
arte
monca
.
Così
che
alcuni
lavori
di
questi
scrittori
apparsi
nell
'
annata
,
e
certamente
ricchi
di
egregie
qualità
,
come
l
'
Eredità
Ferramonti
,
non
hanno
trovato
nel
pubblico
un
'
accoglienza
festevole
.
Un
romanzo
solo
ha
ottenuto
,
come
si
dice
,
un
grande
successo
,
non
solo
nella
critica
,
ma
nei
molti
che
leggono
o
vorrebbero
leggere
:
Fantasia
di
Matilde
Serao
.
Ma
il
buon
successo
riconferma
le
ragioni
che
siamo
venuti
esponendo
.
Giacché
,
il
romanzo
della
signorina
Serao
è
il
più
fortunato
tradimento
alla
scuola
cui
vorrebbe
conferire
:
l
'
intenzione
naturalista
s
'
intravvede
alla
prima
pagina
e
certamente
ha
consigliato
la
scrittrice
nell
'
impastatura
dei
caratteri
divisi
in
grassi
ed
in
magri
,
in
malati
ed
in
sani
,
in
febbricitanti
ed
in
mangiatori
.
Ma
poi
,
la
natura
vera
dell
'
artista
ha
sopravvanzato
gli
intendimenti
estetici
dell
'
autrice
:
il
romanzo
si
è
svolto
in
un
duetto
d
'
amore
come
un
racconto
del
bel
tempo
antico
;
lo
stile
,
segnatamente
alle
due
prime
parti
,
è
diventato
caldo
,
colorito
,
appassionato
,
e
la
descrizione
spontanea
,
affettuosa
come
in
una
lirica
.
La
poesia
abbiam
detto
subisce
pur
essa
questi
difetti
del
romanzo
e
della
novella
:
è
troppo
esclusivamente
meccanica
.
C
'
è
esuberanza
di
colori
,
artificio
di
metro
,
ricchezza
di
aggettivo
;
la
descrizione
è
ricca
,
la
strofa
piena
di
musica
,
il
periodo
largo
e
studiato
;
insomma
c
'
è
tutta
la
parte
ornamentale
,
la
elevazione
lirica
non
c
'
è
.
Anche
a
lei
,
come
alla
novellistica
,
manca
l
'
alta
e
umana
passione
;
non
ha
,
tutt
'
al
più
,
che
l
'
istinto
.
Però
quella
turgidezza
d
'
epitetare
,
quello
sforzo
d
'
armonia
,
quel
grande
accavallamento
d
'
immagini
,
di
perifrasi
e
d
'
iperboli
,
messi
tutti
a
dipingere
,
a
colorire
e
a
miniare
,
ricordano
,
infine
,
i
pittori
della
decadenza
,
del
bizantinismo
e
del
barocco
.
E
in
realtà
,
nella
sua
smania
di
riprodurre
esattamente
con
lo
stile
l
'
idea
e
lo
stato
della
cosa
,
la
nostra
letteratura
novelliera
e
poetica
va
incontro
alla
peggiore
delle
accademie
;
al
Seicento
.
Riassumiamo
,
ora
,
per
quanto
è
possibile
:
durante
l
'
anno
che
finirà
domani
fra
molti
lavori
o
comuni
o
inferiori
,
sotto
come
a
una
prostrazione
e
a
una
stanchezza
generali
d
'
autori
e
di
pubblico
,
la
critica
negativa
ha
fatti
grandi
progressi
e
alcuno
anche
la
letteratura
attiva
e
spicciola
.
Ma
i
progressi
di
questa
son
tutti
nella
forma
esteriore
:
in
una
cognizione
a
volte
discreta
e
a
volte
anche
fortissima
della
lingua
.
Ma
non
così
è
seguìto
alla
letteratura
nella
sua
parte
intima
,
in
quello
che
è
il
contenuto
,
gli
ideali
e
i
propositi
degli
artisti
.
Dall
'
affettazione
manzoniana
si
va
precipitando
nell
'
affettazione
naturalista
un
pregiudizio
scolastico
importato
a
noi
,
e
malamente
,
dalla
Francia
dove
ormai
è
finito
;
dalla
rettorica
etica
siam
venuti
alla
rettorica
turgida
,
da
quella
della
santità
a
quella
dell
'
animalità
.
A
questi
nostri
scrittori
difetta
un
sincero
ed
elevato
senso
della
vita
,
un
concetto
uguale
dell
'
arte
loro
.
Ma
,
forse
,
l'84
incomincia
con
annunzi
consolatori
;
l
'
anno
che
sparisce
ha
preparato
all
'
altro
che
lo
seguirà
un
viatico
potente
d
'
esempi
e
di
eccitamenti
,
due
volumi
di
Giosuè
Carducci
.
A
noi
sembra
che
essi
debbano
sonare
come
le
trombe
mistiche
dellùa
bibbia
per
la
vallata
a
cui
è
discesa
la
giovane
letteratura
d
'
oggi
,
risonare
per
la
vallata
,
e
ricondurla
via
,
in
alto
,
in
vetta
al
monte
donde
nello
splendore
del
cielo
senza
nubi
si
mira
da
ogni
parte
serenamente
,
con
un
senso
di
tenerezza
e
d
'
amore
,
la
vita
umana
.