StampaPeriodica ,
Sono
degli
anni
che
si
fa
tra
gli
anarchici
un
gran
discutere
su
questa
questione
.
E
,
come
avviene
spesso
,
quando
si
piglia
passione
in
una
discussione
ed
alla
ricerca
della
verità
subentra
il
puntiglio
di
aver
ragione
,
o
quando
le
discussioni
teoriche
non
sono
che
un
tentativo
per
giustificare
una
condotta
pratica
ispirata
da
altri
motivi
,
si
è
prodotta
una
grande
confusione
d
'
idee
e
di
parole
.
Ricordiamo
di
passaggio
,
tanto
per
sbarazzarcene
,
le
semplici
questioni
di
parole
,
che
a
volte
han
raggiunto
le
più
alte
cime
del
ridicolo
,
come
per
esempio
:
noi
non
vogliamo
l
'
organizzazione
ma
l
'
armonizzazione
;
siamo
contrari
all
'
associazione
,
ma
ammettiamo
l
'
intesa
;
noi
non
vogliamo
segretario
e
cassiere
,
perché
sono
cose
autoritarie
,
ma
incarichiamo
un
compagno
di
tenere
la
corrispondenza
,
ed
un
altro
di
custodire
il
denaro
-
e
passiamo
alla
discussione
seria
.
Vi
sono
tra
coloro
che
rivendicano
,
con
aggettivi
vari
o
senza
aggettivi
,
il
nome
di
anarchici
,
due
frazioni
:
i
partigiani
e
gli
avversari
dell
'
organizzazione
.
Se
non
possiamo
riuscire
a
metterci
d
'
accordo
,
cerchiamo
almeno
di
comprenderci
.
E
prima
di
tutto
distinguiamo
,
poiché
la
questione
è
triplice
:
-
l
'
organizzazione
in
generale
come
principio
e
condizione
di
vita
sociale
,
oggi
e
nella
società
futura
;
-
l
'
organizzazione
del
partito
anarchico
;
-
l
'
organizzazione
delle
forze
popolari
e
specialmente
quella
delle
masse
operaie
per
la
resistenza
contro
il
governo
e
contro
il
capitalismo
.
La
necessità
dell
'
organizzazione
nella
vita
sociale
,
e
quasi
direi
la
sinonimia
tra
organizzazione
e
società
,
è
cosa
tanto
evidente
che
si
stenta
a
credere
come
si
sia
potuta
negare
.
Per
rendersene
conto
bisogna
ricordare
quale
è
la
funzione
,
specifica
,
caratteristica
del
movimento
anarchico
,
e
come
gli
uomini
e
i
partiti
sono
soggetti
a
lasciarsi
assorbire
dalla
questione
che
più
direttamente
li
riguarda
,
dimenticando
tutte
le
questioni
connesse
,
a
guardare
più
la
forma
che
la
sostanza
,
infine
a
vedere
le
cose
da
un
lato
solo
e
perdere
così
la
giusta
nozione
della
realtà
.
Il
movimento
anarchico
cominciò
come
reazione
contro
lo
spirito
di
autorità
,
dominante
nella
società
civile
,
nonché
in
tutti
i
partiti
e
tutte
le
organizzazioni
operaie
,
e
si
è
andato
ingrossando
man
mano
di
tutte
le
rivolte
sollevatesi
contro
le
tendenze
autoritarie
ed
accentratrici
.
Era
naturale
quindi
che
molti
anarchici
fossero
come
ipnotizzati
da
questa
lotta
contro
l
'
autorità
e
che
,
credendo
,
per
l
'
influenza
dell
'
educazione
autoritaria
ricevuta
,
che
l
'
autorità
è
l
'
anima
della
organizzazione
sociale
,
per
combattere
quella
combattessero
e
negassero
questa
.
E
veramente
l
'
ipnotizzazione
arrivò
al
punto
da
far
sostenere
cose
veramente
incredibili
.
Si
combatté
ogni
sorta
di
cooperazione
e
di
intesa
,
ritenendo
che
l
'
associazione
era
l
'
antitesi
dell
'
anarchia
;
si
sostenne
che
senza
accordi
,
senza
obblighi
reciproci
,
facendo
ognuno
quello
che
gli
passa
per
il
capo
senza
nemmeno
informarsi
di
quello
che
fa
l
'
altro
,
tutto
si
sarebbe
spontaneamente
armonizzato
;
che
anarchia
significa
che
ogni
uomo
deve
bastare
a
sé
stesso
e
farsi
da
sé
tutto
quello
che
gli
occorre
senza
scambio
e
senza
lavoro
associato
;
che
le
ferrovie
potevano
funzionare
benissimo
senza
organizzazione
,
anzi
che
questo
avveniva
di
già
in
Inghilterra
(
!
)
;
che
la
posta
non
era
necessaria
e
che
chi
a
Parigi
voleva
scrivere
una
lettera
a
Pietroburgo
.
.
.
se
la
poteva
portare
da
sé
(
!
)
,
ecc
.
ecc
.
.
Ma
queste
sono
sciocchezze
,
si
dirà
,
e
non
vale
la
pena
di
rilevarle
.
Sì
,
ma
queste
sciocchezze
sono
state
dette
,
stampate
,
propagate
:
sono
state
accolte
da
gran
parte
del
pubblico
come
l
'
espressione
genuina
delle
idee
anarchiche
;
e
servono
sempre
come
armi
di
combattimento
agli
avversari
,
borghesi
e
non
borghesi
,
che
vogliono
aver
di
noi
una
facile
vittoria
.
E
poi
quelle
sciocchezze
non
mancano
del
loro
valore
,
in
quanta
sono
la
conseguenza
logica
di
certe
premesse
e
possono
servire
di
riprova
sperimentale
della
verità
a
meno
di
quelle
premesse
.
Alcuni
individui
,
di
mente
limitata
ma
forniti
di
potente
spirito
logico
,
quando
hanno
accettato
delle
premesse
ne
tirano
tutte
le
conseguenze
fino
all
'
ultimo
,
e
,
se
così
vuole
la
logica
,
arrivano
senza
scomporsi
alle
più
grandi
assurdità
,
alla
negazione
dei
fatti
più
evidenti
.
Ve
ne
sono
bensì
altri
più
colti
e
di
spirito
più
largo
,
che
trovan
sempre
modo
d
'
arrivare
a
conclusioni
più
o
meno
ragionevoli
,
anche
a
costo
di
strapazzare
la
logica
;
e
per
questi
gli
errori
teorici
hanno
poca
o
nessuna
influenza
sulla
condotta
pratica
.
Ma
insomma
,
fino
a
che
non
si
rinunzia
a
certi
errori
fondamentali
,
si
è
sempre
minacciati
dai
sillogizzatori
ad
oltranza
,
e
si
torna
sempre
da
capo
.
E
l
'
errore
fondamentale
degli
anarchici
avversari
dell
'
organizzazione
è
il
credere
che
non
sia
possibile
organizzare
senza
autorità
-
ed
il
preferire
,
ammessa
quella
ipotesi
,
piuttosto
rinunciare
a
qualsiasi
organizzazione
che
accettare
la
minima
autorità
.
Ora
,
che
l
'
organizzazione
,
vale
a
dire
l
'
associazione
per
uno
scopo
determinato
e
colle
forme
ed
i
mezzi
necessari
a
conseguire
quel
fine
,
sia
una
cosa
necessaria
alla
vita
sociale
ci
pare
evidente
.
L
'
uomo
isolato
non
può
vivere
nemmeno
la
vita
del
bruto
:
esso
è
impotente
,
salvo
nelle
regioni
tropicali
e
quando
la
popolazione
è
eccessivamente
rada
,
a
procurarsi
il
nutrimento
;
e
lo
è
sempre
,
senza
eccezioni
,
ad
elevarsi
ad
una
vita
alcun
poco
superiore
a
quella
degli
animali
.
Dovendo
perciò
unirsi
cogli
altri
uomini
,
anzi
trovandosi
unito
in
conseguenza
della
evoluzione
antecedente
della
specie
,
esso
deve
,
o
subire
la
volontà
degli
altri
(
essere
schiavo
)
,
o
imporre
la
volontà
propria
agli
altri
(
essere
un
'
autorità
)
,
o
vivere
cogli
altri
in
fraterno
accordo
in
vista
del
maggior
bene
di
tutti
(
essere
un
associato
)
.
Nessuno
può
esimersi
da
questa
necessità
;
ed
i
più
eccessivi
antiorganizzatori
non
solo
subiscono
l
'
organizzazione
generale
della
società
in
cui
vivono
,
ma
anche
negli
atti
volontari
della
loro
vita
,
anche
nelle
loro
rivolte
contro
l
'
organizzazione
si
uniscono
,
si
dividono
il
compito
,
si
organizzano
con
quelli
con
cui
vanno
d
'
accordo
e
utilizzano
i
mezzi
che
la
società
mette
a
loro
disposizione
.
.
.
sempre
,
s
'
intende
,
che
si
tratti
di
cose
volute
e
fatte
davvero
e
non
di
vaghe
aspirazioni
platoniche
,
di
sogni
sognati
.
Anarchia
significa
società
organizzata
senza
autorità
,
intendendosi
per
autorità
la
facoltà
di
imporre
la
propria
volontà
e
non
già
il
fatto
inevitabile
e
benefico
che
chi
meglio
intende
e
sa
fare
una
cosa
riesce
più
facilmente
a
far
accettare
la
sua
opinione
,
e
serve
di
guida
,
in
quella
data
cosa
,
ai
meno
capaci
di
lui
.
Secondo
noi
l
'
autorità
non
solo
non
è
necessaria
all
'
organizzazione
sociale
,
ma
,
lungi
dal
giovarle
,
vive
su
di
essa
da
parassita
,
ne
inceppa
l
'
evoluzione
,
e
volge
i
suoi
vantaggi
a
profitto
speciale
di
una
data
classe
che
sfrutta
ed
opprime
le
altre
.
Fino
a
che
in
una
collettività
vi
e
armonia
d
'
interessi
,
fino
a
che
nessuno
ha
voglia
o
modo
di
sfruttare
gli
altri
;
non
v
'
è
traccia
d
'
autorità
:
quando
viene
la
lotta
intestina
e
la
collettività
si
divide
in
vincitori
e
vinti
,
allora
sorge
l
'
autorità
,
la
quale
naturalmente
è
devoluta
ai
più
forti
e
serve
a
confermare
,
perpetuare
ed
ingrandire
la
loro
vittoria
.
Crediamo
così
,
e
perciò
siamo
anarchici
:
che
se
credessimo
che
non
vi
possa
essere
organizzazione
senza
autorità
,
noi
saremmo
autoritari
,
perché
preferiremmo
ancora
l
'
autorità
,
che
inceppa
ed
addolora
la
vita
,
alla
disorganizzazione
che
la
rende
impossibile
.
Del
resto
,
quel
che
saremmo
noi
importa
poco
.
Se
fosse
vero
che
il
macchinista
ed
il
capotreno
ed
i
capiservizio
debbano
per
forza
essere
delle
autorità
,
anziché
dei
compagni
che
fanno
per
tutti
un
determinato
lavoro
,
il
pubblico
amerebbe
sempre
piuttosto
subire
la
loro
autorità
che
viaggiare
a
piedi
.
Se
il
mastro
di
posta
non
potesse
non
essere
un
'
autorità
,
ogni
uomo
sano
di
mente
sopporterebbe
l
'
autorità
del
mastro
di
posta
,
piuttosto
che
portar
da
se
le
proprie
lettere
.
E
allora
.
.
.
l
'
anarchia
sarebbe
il
sogno
di
alcuni
,
ma
non
potrebbe
realizzarsi
mai
.
StampaPeriodica ,
Ammessa
possibile
l
'
esistenza
di
una
collettività
organizzata
senza
autorità
,
cioè
senza
coazione
-
e
per
gli
anarchici
è
necessario
ammetterlo
perché
altrimenti
l
'
anarchia
non
avrebbe
senso
-
passiamo
a
parlare
dell
'
organizzazione
del
partito
anarchico
.
Anche
in
questo
caso
l
'
organizzazione
ci
sembra
utile
e
necessaria
.
Se
partito
significa
l
'
insieme
d
'
individui
che
hanno
uno
scopo
comune
e
si
sforzano
di
raggiungere
questo
scopo
,
è
naturale
ch
'
essi
s
'
intendano
,
uniscano
le
loro
forze
,
si
dividano
il
lavoro
e
prendano
tutte
le
misure
stimate
atte
a
raggiungere
quello
scopo
.
Restare
isolati
,
agendo
o
volendo
agire
ciascuno
per
conto
suo
senza
intendersi
con
altri
,
senza
prepararsi
,
senza
unire
in
un
fascio
potente
le
deboli
forze
dei
singoli
,
significa
condannarsi
all
'
impotenza
,
sciupare
la
propria
energia
in
piccoli
atti
senza
efficacia
e
ben
presto
perdere
la
fede
nella
meta
e
cadere
nella
completa
inazione
.
Ma
anche
qui
la
cosa
ci
sembra
talmente
evidente
che
,
invece
di
insistere
nella
dimostrazione
diretta
,
cercheremo
di
rispondere
agli
argomenti
degli
avversari
dell
'
organizzazione
.
E
prima
di
tutto
ci
si
presenta
l
'
obbiezione
,
diremo
così
,
pregiudiziale
.
«
Ma
di
quale
partito
ci
parlate
?
»
,
essi
dicono
,
«
noi
non
siamo
un
partito
,
noi
non
abbiamo
programma
»
.
E
con
questa
forma
paradossale
essi
intendono
dire
che
le
idee
progrediscono
e
cambiano
continuamente
e
che
essi
non
vogliono
accettare
un
programma
fisso
,
che
può
essere
buono
oggi
,
ma
che
sarà
certamente
superato
domani
.
Ciò
sarebbe
perfettamente
giusto
se
si
trattasse
di
studiosi
che
cercano
il
vero
senza
curarsi
delle
applicazioni
pratiche
.
Un
matematico
,
un
chimico
,
un
psicologo
,
un
sociologo
possono
dire
di
non
aver
programma
o
di
non
avere
che
quello
di
ricercare
la
verità
:
essi
vogliono
conoscere
,
non
vogliono
fare
qualche
cosa
.
Ma
anarchia
e
socialismo
non
sono
delle
scienze
:
sono
dei
propositi
,
dei
progetti
che
anarchici
e
socialisti
vogliono
mettere
in
pratica
e
che
perciò
hanno
bisogno
di
essere
formulati
in
programmi
determinati
.
La
scienza
e
l
'
arte
delle
costruzioni
progrediscono
tutti
i
giorni
;
ma
un
ingegnere
che
vuol
costruire
,
o
anche
demolire
qualche
cosa
,
deve
fare
il
suo
piano
,
raccogliere
i
suoi
mezzi
di
azione
e
agire
come
se
scienza
ed
arte
si
fossero
arrestate
al
punto
ove
egli
le
trova
quando
dà
principio
ai
suoi
lavori
.
Può
benissimo
avvenire
che
egli
possa
utilizzare
delle
nuove
acquisizioni
fatte
nel
corso
del
lavoro
senza
rinunciare
alla
parte
essenziale
del
suo
piano
;
e
può
darsi
anche
che
le
nuove
scoperte
ed
i
nuovi
mezzi
creati
dall
'
industria
siano
tali
che
egli
vegga
la
necessità
di
abbandonare
tutto
e
ricominciare
da
capo
.
Ma
ricominciando
,
avrà
bisogno
di
fare
un
nuovo
piano
basato
su
quello
che
si
conosce
e
si
possiede
fino
a
quel
momento
,
e
non
potrà
concepire
e
mettersi
ad
eseguire
una
costruzione
amorfa
,
con
materiali
non
composti
,
per
il
motivo
che
domani
la
scienza
potrebbe
suggerire
delle
forme
migliori
e
l
'
industria
fornire
dei
materiali
meglio
composti
.
Noi
intendiamo
per
partito
anarchico
l
'
insieme
di
quelli
che
vogliono
concorrere
ad
attuare
l
'
anarchia
,
e
che
perciò
han
bisogno
di
fissarsi
uno
scopo
da
raggiungere
ed
una
via
da
percorrere
;
e
lasciamo
volentieri
alle
loro
elucubrazioni
trascendentali
gli
amatori
della
verità
assoluta
e
del
progresso
continuo
,
che
non
cimentando
mai
le
loro
idee
alla
prova
dei
fatti
finiscono
poi
col
far
nulla
e
scoprir
meno
.
L
'
altra
obbiezione
è
che
l
'
organizzazione
crea
dei
capi
,
delle
autorità
.
Se
questo
è
vero
,
se
è
vero
cioè
che
gli
anarchici
sono
incapaci
di
riunirsi
ed
accordarsi
tra
di
loro
senza
sottoporsi
ad
un
'
autorità
,
ciò
vuol
dire
che
essi
sono
ancora
molto
poco
anarchici
e
che
prima
di
pensare
a
stabilire
l
'
anarchia
nel
mondo
debbono
pensare
a
rendersi
capaci
essi
stessi
di
vivere
anarchicamente
.
Ma
il
rimedio
non
starebbe
già
nella
non
organizzazione
,
bensì
nella
cresciuta
coscienza
dei
singoli
membri
.
Certamente
se
in
un
'
organizzazione
si
lascia
addosso
a
pochi
tutto
il
lavoro
e
tutte
le
responsabilità
,
se
si
subisce
quello
che
fanno
i
pochi
senza
metter
mano
all
'
opera
e
cercar
di
far
meglio
,
quei
pochi
finiranno
,
anche
se
non
lo
vogliono
,
col
sostituire
la
propria
volontà
a
quella
della
collettività
.
Se
in
un
'
organizzazione
i
membri
tutti
non
si
curano
di
pensare
,
di
voler
capire
,
di
farsi
spiegare
quello
che
non
capiscono
,
di
esercitare
sempre
su
tutto
e
su
tutti
le
loro
facoltà
critiche
,
e
lasciano
a
pochi
il
compito
di
pensare
per
tutti
,
quei
pochi
saranno
i
capi
,
le
teste
pensanti
e
dirigenti
.
Ma
,
lo
ripetiamo
,
il
rimedio
non
sta
nella
non
organizzazione
.
Al
contrario
,
nelle
piccole
come
nella
grande
società
,
a
parte
la
forza
brutale
,
di
cui
non
può
essere
questione
nel
caso
nostro
,
l
'
origine
e
la
giustificazione
dell
'
autorità
sta
nella
disorganizzazione
sociale
.
Quando
una
collettività
ha
un
bisogno
ed
i
suoi
membri
non
sanno
organizzarsi
spontaneamente
da
loro
stessi
per
provvedervi
,
sorge
qualcuno
,
un
'
autorità
,
che
provvede
a
quel
bisogno
servendosi
delle
forze
di
tutti
e
dirigendole
a
sua
voglia
.
Se
le
strade
sono
mal
sicure
ed
il
popolo
non
sa
provvedere
,
sorge
una
polizia
che
,
per
qualche
servizio
che
rende
,
si
fa
sopportare
e
pagare
,
e
s
'
impone
e
tiranneggia
;
se
v
'
e
bisogno
di
un
prodotto
,
e
la
collettività
non
sa
intendersi
coi
produttori
lontani
per
farselo
mandare
in
cambio
di
prodotti
del
paese
,
vien
fuori
il
mercante
che
profitta
del
bisogno
che
hanno
gli
uni
di
vendere
e
gli
altri
di
comprare
,
ed
impone
i
prezzi
che
vuole
ai
produttori
ed
ai
consumatori
.
Vedete
che
cosa
è
sempre
successo
in
mezzo
a
noi
:
meno
siamo
stati
organizzati
più
ci
siamo
trovati
alla
discrezione
di
qualche
individuo
.
Ed
è
naturale
che
così
fosse
.
Noi
sentiamo
il
bisogno
di
stare
in
rapporto
coi
compagni
delle
altre
località
,
di
ricevere
e
di
dare
notizie
,
ma
non
possiamo
ciascuno
individualmente
corrispondere
con
tutti
i
compagni
.
Se
siamo
organizzati
,
incarichiamo
dei
compagni
di
tenere
la
corrispondenza
per
conto
nostro
,
li
cambiamo
se
essi
non
ci
soddisfano
,
e
possiamo
stare
al
corrente
senza
dipendere
dalla
buona
grazia
di
qualcuno
per
avere
una
notizia
;
se
invece
siamo
disorganizzati
,
vi
sarà
qualcuno
che
avrà
i
mezzi
e
la
voglia
di
corrispondere
e
accentrerà
nelle
sue
mani
tutte
le
relazioni
,
comunicherà
le
notizie
secondo
che
gli
pare
ed
a
chi
gli
pare
,
e
,
se
ha
attività
ed
intelligenza
sufficienti
,
riuscirà
a
nostra
insaputa
a
dare
al
movimento
l
'
indirizzo
che
vuole
senza
che
a
noi
,
alla
massa
del
partito
,
resti
alcun
mezzo
di
controllo
,
e
senza
che
nessuno
abbia
il
diritto
di
lagnarsi
,
poiché
quell
'
individuo
agisce
per
conto
suo
,
senza
mandato
di
alcuno
e
senza
dover
rendere
conto
ad
alcuno
del
proprio
operato
.
Noi
sentiamo
il
bisogno
di
avere
un
giornale
.
Se
siamo
organizzati
potremo
riunire
i
mezzi
per
fondarlo
e
farlo
vivere
,
incaricare
alcuni
compagni
di
redigerlo
,
e
controllarne
l
'
indirizzo
.
I
redattori
del
giornale
gli
daranno
certamente
,
in
modo
più
o
meno
spiccato
,
l
'
impronta
della
loro
personalità
,
ma
saranno
sempre
gente
che
noi
abbiamo
scelta
e
che
possiamo
cambiare
se
non
ci
accontenta
.
Se
invece
siamo
disorganizzati
,
qualcuno
che
ha
sufficiente
spirito
d
'
intrapresa
farà
il
giornale
per
conto
proprio
:
egli
troverà
in
mezzo
a
noi
i
corrispondenti
,
i
distributori
,
i
sottoscrittori
,
e
ci
farà
concorrere
ai
suoi
fini
senza
che
noi
li
sappiamo
o
vogliamo
;
e
noi
,
come
è
spesso
avvenuto
,
accetteremo
o
sosterremo
quel
giornale
anche
se
non
ci
piace
,
anche
se
troviamo
che
è
dannoso
alla
causa
,
perché
saremo
impotenti
a
farne
uno
che
rappresenti
meglio
le
nostre
idee
.
Cosicché
l
'
organizzazione
,
lungi
dal
creare
l
'
autorità
,
è
il
solo
rimedio
contro
di
essa
ed
il
solo
mezzo
perché
ciascun
di
noi
si
abitui
a
prender
parte
attiva
e
cosciente
nel
lavoro
collettivo
,
e
cessi
di
essere
strumento
passivo
in
mano
dei
capi
.
Ché
se
poi
non
si
fa
nulla
di
nulla
e
tutti
restano
nell
'
inazione
completa
,
allora
certamente
non
vi
saranno
né
capi
né
gregari
,
né
comandanti
né
comandati
,
ma
allora
finiranno
la
propaganda
,
il
partito
,
ed
anche
le
discussioni
intorno
all
'
organizzazione
.
.
.
e
questo
,
speriamo
,
non
è
l
'
ideale
di
nessuno
.
Ma
un
'
organizzazione
,
si
dice
,
suppone
l
'
obbligo
di
coordinare
la
propria
azione
e
quella
degli
altri
,
quindi
viola
la
libertà
,
inceppa
l
'
iniziativa
.
A
noi
sembra
che
quello
che
veramente
leva
la
libertà
e
rende
impossibile
l
'
iniziativa
è
l
'
isolamento
che
rende
impotente
.
La
libertà
non
è
il
diritto
astratto
,
ma
la
possibilità
di
fare
una
cosa
:
questo
è
vero
tra
di
noi
,
come
è
vero
nella
società
generale
,
E
nella
cooperazione
degli
altri
uomini
che
l
'
uomo
trova
i
mezzi
per
esplicare
la
sua
attività
,
la
sua
potenza
d
'
iniziativa
.
Certamente
,
organizzazione
significa
coordinazione
di
forze
ad
uno
scopo
comune
ed
obbligo
negli
organizzati
di
non
fare
cosa
contraria
allo
scopo
.
Ma
quando
si
tratta
di
organizzazioni
volontarie
,
quando
coloro
che
stanno
nella
stessa
organizzazione
hanno
veramente
lo
stesso
scopo
e
sono
partigiani
degli
stessi
mezzi
,
l
'
obbligo
reciproco
che
impegna
tutti
riesce
vantaggioso
,
per
tutti
;
e
se
qualcuno
rinunzia
a
qualche
sua
idea
particolare
in
omaggio
all
'
unione
,
ciò
vuol
dire
che
trova
più
vantaggioso
rinunziare
ad
un
'
idea
,
che
d
'
altronde
da
solo
non
potrebbe
attuare
,
anziché
privarsi
della
cooperazione
degli
altri
nelle
cose
ch
'
egli
crede
di
maggiore
importanza
.
Se
poi
un
individuo
trova
che
nessuna
delle
organizzazioni
esistenti
accetta
le
sue
idee
ed
i
suoi
metodi
in
ciò
che
hanno
di
essenziale
,
e
che
in
nessuna
potrebbe
esplicare
la
sua
individualità
come
egli
l
'
intende
,
allora
farà
bene
a
restarne
fuori
;
ma
allora
,
se
non
vuole
rimanere
inattivo
ed
impotente
,
deve
cercare
altri
individui
che
pensano
come
lui
e
farsi
iniziatore
di
una
nuova
organizzazione
.
Un
'
altra
obbiezione
,
ed
è
l
'
ultima
di
cui
ci
intratterremo
,
è
che
essendo
organizzati
siamo
più
esposti
alle
persecuzioni
del
governo
.
A
poi
pare
invece
che
quanto
più
si
è
uniti
tanto
più
ci
si
può
difendere
efficacemente
.
Ed
infatti
ogni
volta
che
le
persecuzioni
ci
han
sorpresi
mentre
eravamo
disorganizzati
ci
hanno
completamente
sbaragliati
ed
hanno
ridotto
a
nulla
il
nostro
lavoro
antecedente
;
mentre
quando
e
dove
eravamo
organizzati
ci
hanno
fatto
più
bene
che
male
.
Ed
è
lo
stesso
anche
per
quel
che
riguarda
l
'
interesse
personale
dei
singoli
:
basti
l
'
esempio
delle
ultime
persecuzioni
che
hanno
colpito
gl
'
isolati
tanto
quanto
gli
organizzati
e
forse
anche
più
gravemente
.
Questo
,
s
'
intende
,
per
quelli
che
,
isolati
o
no
,
fanno
almeno
la
propaganda
individuale
;
che
per
quelli
che
non
fanno
nulla
e
tengono
ben
nascoste
le
loro
convinzioni
,
certamente
il
pericolo
è
poco
,
ma
è
anche
meno
l
'
utilità
che
danno
alla
causa
.
Il
solo
risultato
,
dal
punto
di
vista
delle
persecuzioni
,
che
si
ottiene
stando
disorganizzati
,
si
è
di
autorizzare
il
governo
a
negarci
il
diritto
di
associazione
ed
a
rendere
possibili
quei
mostruosi
processi
per
associazione
a
delinquere
,
che
esso
non
oserebbe
fare
contro
gente
che
afferma
altamente
,
pubblicamente
,
il
diritto
e
il
fatto
di
stare
associata
,
o
che
,
se
il
governo
l
'
osasse
,
risulterebbero
a
scorno
suo
e
a
vantaggio
della
propaganda
.
Del
resto
,
è
naturale
che
l
'
organizzazione
prenda
le
forme
che
le
circostanze
consigliano
ed
impongono
.
L
'
importante
non
è
tanto
l
'
organizzazione
formale
,
quanto
lo
spirito
di
organizzazione
.
Possono
esservi
dei
casi
in
cui
per
l
'
imperversare
della
reazione
,
sia
utile
sospendere
ogni
corrispondenza
,
cessare
da
ogni
riunione
:
sarà
sempre
un
danno
,
ma
se
la
voglia
di
essere
organizzati
sussiste
,
se
resta
vivo
lo
spirito
di
associazione
,
se
il
periodo
antecedente
di
attività
coordinata
avrà
moltiplicate
le
relazioni
personali
,
prodotte
solide
amicizie
e
creato
un
vero
accordo
d
'
idee
e
di
condotta
tra
i
compagni
,
allora
il
lavoro
degl
'
individui
anche
isolati
concorrerà
allo
scopo
comune
,
e
presto
si
troverà
modo
di
riunirsi
di
nuovo
e
riparare
al
danno
subito
.
Noi
siamo
come
un
esercito
in
guerra
e
possiamo
,
secondo
il
terreno
e
secondo
le
misure
prese
dal
nemico
,
combattere
in
grandi
masse
o
in
ordine
sparso
:
l
'
essenziale
è
che
ci
consideriamo
sempre
membri
dello
stesso
esercito
,
che
ubbidiamo
tutti
alle
stesse
idee
direttive
e
siamo
sempre
pronti
a
riunirci
in
colonne
compatte
quando
occorre
e
si
può
.
Tutto
questo
che
abbiamo
detto
è
per
quei
compagni
che
realmente
sono
avversari
del
principio
di
organizzazione
.
A
quelli
poi
che
combattono
l
'
organizzazione
solo
perché
non
vogliono
entrare
,
o
non
sono
accettati
,
in
una
determinata
organizzazione
,
e
perché
non
simpatizzano
con
gli
individui
che
ne
fanno
parte
,
noi
diciamo
:
fate
da
voi
,
con
quelli
che
sono
d
'
accordo
con
voi
,
un
'
altra
organizzazione
.
Noi
ameremmo
certo
poter
andare
tutti
d
'
accordo
e
riunire
in
un
fascio
potente
tutte
quante
le
forze
dell
'
anarchismo
;
ma
non
crediamo
nella
solidità
delle
organizzazioni
fatte
a
forza
di
concessioni
e
di
sottintesi
e
dove
non
v
'
è
tra
i
membri
accordo
e
simpatia
reali
.
Meglio
disuniti
che
malamente
uniti
.
Però
vorremmo
che
ciascuno
si
unisse
coi
suoi
amici
e
non
vi
fossero
forze
isolate
,
forze
perdute
.
StampaPeriodica ,
L
Avanti
!
del
22
corrente
cortesemente
risponde
all
articolo
da
me
pubblicato
nell
Agitazione
del
14
sull
evoluzione
dell
anarchismo
;
ma
,
secondo
me
,
risponde
male
e
fuori
della
questione
.
Esso
vuol
dimostrare
,
in
contraddittorio
con
me
,
che
l
anarchismo
evolve
verso
il
socialismo
democratico
;
ed
invece
si
mette
a
sostenere
che
,
in
omaggio
alla
verità
ed
alla
logica
,
quell
evoluzione
dovrebbe
avvenire
ed
avverrà
.
Confondendo
in
tal
modo
ciò
che
è
con
ciò
che
si
crede
che
dovrebbe
essere
e
che
sarà
,
ognuno
,
il
quale
professa
onestamente
un
idea
e
la
ritiene
conforme
alla
logica
ed
alla
verità
ed
ha
fede
(
cioè
forte
speranza
)
nel
suo
trionfo
,
potrebbe
sostenere
che
tutti
gli
altri
evolvono
verso
di
lui
;
il
che
poi
non
cambierebbe
le
tendenze
reali
dei
vari
partiti
ed
i
rapporti
in
cui
si
trovano
l
uno
verso
l
altro
.
Io
potrei
limitarmi
a
constatare
,
il
modo
come
l
Avanti
!
ha
schivata
la
questione
e
non
aggiunger
altro
,
poiché
non
si
trattava
affatto
di
discutere
i
meriti
relativi
dei
programmi
socialista
democratico
e
socialista
anarchico
.
Ma
sarà
bene
seguire
l
Avanti
!
sul
suo
terreno
e
vedere
se
davvero
la
verità
sta
dalla
parte
sua
e
la
logica
deve
menar
gli
anarchici
dove
esso
dice
.
L
Avanti
!
mi
risponde
su
tre
questioni
:
quella
del
modo
,
radicalmente
diverso
dal
nostro
,
come
i
socialisti
democratici
intendono
attuare
la
trasformazione
sociale
;
quella
dello
Stato
nella
società
futura
;
e
quella
delle
elezioni
.
Sulla
prima
questione
io
avevo
detto
che
i
socialisti
democratici
vogliono
trasformare
la
società
presente
per
mezzo
di
leggi
,
e
l
Avanti
!
risponde
che
non
è
vero
che
essi
vogliono
servirsi
soltanto
di
leggi
:
io
veramente
il
soltanto
non
ce
l
avevo
messo
;
ma
ce
l
avessi
anche
messo
,
non
me
ne
pentirei
,
poiché
è
noto
che
per
i
socialisti
democratici
ogni
propaganda
,
ogni
agitazione
,
ogni
organizzazione
ha
per
scopo
finale
la
conquista
di
poteri
pubblici
,
vale
a
dire
il
potere
di
far
le
leggi
.
E
la
Critica
sociale
,
di
cui
l
Avanti
!
non
contesterà
l
autorevolezza
,
nel
suo
numero
del
16
maggio
,
lamentando
che
la
lotta
elettorale
,
che
dovrebbe
essere
l
indice
dell
azione
e
della
forza
del
partito
,
è
diventata
quasi
essa
sola
quest
azione
e
questa
forza
,
giunse
a
dire
:
astrattamente
,
metafisicamente
,
si
può
pensare
che
basti
.
Il
proletariato
poco
importa
che
sappia
,
che
capisca
,
che
voglia
,
che
agisca
esso
stesso
:
basta
che
intuisca
e
che
voti
.
Così
a
poco
a
poco
diventerà
maggioranza
e
altri
per
lui
trasformerà
lo
Stato
a
suo
vantaggio
.
E
se
la
Critica
trovava
che
questa
verità
astratta
non
è
poi
vera
in
concreto
,
era
solo
perché
il
governo
può
mozzare
nel
pugno
dei
socialisti
l
arma
del
voto
ed
allora
il
partito
non
sarebbe
in
grado
di
opporre
alcuna
resistenza
,
neppure
lo
sciopero
delle
arti
maggiori
nei
centri
maggiori
.
L
Avanti
!
può
dire
,
se
così
gli
piace
,
che
questo
non
è
vero
e
che
io
conosco
male
e
giudico
peggio
il
programma
dei
socialisti
democratici
;
ma
sta
il
fatto
che
gli
anarchici
convengono
tutti
,
in
questa
questione
,
nella
stessa
opinione
che
ho
espresso
io
e
credo
di
essere
nel
vero
dunque
,
niente
evoluzione
nel
senso
che
dice
l
Avanti
!
.
Sulla
questione
dello
Stato
,
avendo
io
affermato
che
lo
Stato
sarà
sempre
organo
di
sfruttamento
,
l
Avanti
!
mi
accusa
di
essere
caduto
in
un
equivoco
molto
grosso
perché
...
la
letteratura
socialista
(
democratica
)
scientifica
e
popolare
è
tutta
informata
al
concetto
che
,
soppressi
gli
antagonismi
di
classe
,
scompaiono
le
funzioni
oppressive
dello
Stato
.
Questo
è
infatti
una
cosa
nota
,
ed
io
avevo
già
detto
,
nello
stesso
brano
riportato
dall
Avanti
!
,
che
secondo
i
socialisti
democratici
lo
Stato
diverrà
,
nella
società
futura
organo
degli
interessi
di
tutti
;
ma
è
altrettanto
noto
che
gli
anarchici
pensano
(
ed
è
per
questo
che
sono
anarchici
)
che
lo
Stato
non
solo
è
strumento
di
oppressione
in
mano
della
classe
dominante
ma
costituisce
esso
stesso
,
col
suo
personale
,
una
classe
privilegiata
con
i
suoi
interessi
,
le
sue
passioni
,
i
suoi
pregiudizi
particolari
,
e
che
una
società
in
cui
si
fosse
abolita
la
proprietà
privata
e
conservato
lo
Stato
sarebbe
sempre
una
società
basata
sull
antagonismo
degl
interessi
,
e
presto
vedrebbe
risorgere
nel
suo
seno
,
per
opera
e
con
la
protezione
dello
Stato
,
il
privilegio
economico
con
tutte
le
sue
conseguenze
.
Non
è
il
caso
di
discutere
a
fondo
questa
questione
,
che
l
Agitazione
ha
già
trattata
e
su
cui
dovrà
per
certo
ritornare
continuamente
,
trattandosi
della
base
stessa
del
programma
anarchico
.
Importa
solo
notare
,
per
gli
scopi
della
presente
polemica
,
che
se
mai
gli
anarchici
si
convincessero
che
lo
Stato
può
diventare
un
istituzione
benefica
ed
esistere
utilmente
in
una
società
di
liberi
ed
eguali
,
allora
non
bisognerebbe
già
dire
che
l
anarchismo
ha
evoluto
verso
il
socialismo
democratico
,
ma
semplicemente
che
gli
anarchici
si
sono
convinti
che
avevano
torto
e
sono
diventati
socialisti
democratici
.
E
questo
non
è
.
Sulla
questione
infine
dell
astensione
elettorale
,
l
Avanti
!
ragiona
in
modo
ancora
più
singolare
.
Io
avevo
detto
:
Noi
cerchiamo
nel
movimento
operaio
la
base
della
nostra
forza
e
la
garanzia
che
la
prossima
rivoluzione
riesca
davvero
socialista
ed
anarchica
;
e
ci
rallegriamo
d
ogni
miglioramento
che
gli
operai
riescono
a
conquistare
,
perché
esso
aumenta
nella
classe
lavoratrice
la
coscienza
della
sua
forza
,
eccita
nuovi
bisogni
e
nuove
pretese
,
ed
avvicina
il
punto
limite
,
dove
i
borghesi
non
possono
più
cedere
se
non
rinunziando
ai
loro
privilegi
,
e
quindi
il
conflitto
violento
diventa
fatale
.
L
Avanti
!
cita
questo
brano
,
ma
sopprimendo
le
parole
ch
io
ho
messo
in
corsivo
,
e
ne
cava
delle
conclusioni
che
,
se
io
mi
fossi
fermato
là
dove
l
Avanti
!
arresta
la
citazione
,
sarebbero
perfettamente
giuste
.
Voi
propugnate
,
dice
l
Avanti
!
,
la
resistenza
operaia
nel
campo
economico
per
migliorare
le
condizioni
degli
operai
;
ma
siccome
vi
sono
miglioramenti
impossibili
ad
ottenersi
mediante
la
semplice
resistenza
ed
ancor
meno
si
può
con
la
resistenza
abolire
il
capitalismo
,
la
logica
vi
porterà
necessariamente
alla
resistenza
politica
che
per
l
Avanti
!
è
sinonimo
di
lotta
elettorale
.
L
Avanti
!
non
ha
pensato
(
quantunque
il
passaggio
da
esso
soppresso
nella
citazione
delle
mie
parole
lo
faceva
chiaramente
intendere
)
che
la
logica
potrebbe
portarci
,
e
ci
porta
infatti
,
alla
rivoluzione
.
Noi
crediamo
,
per
lo
meno
quanto
l
Avanti
!
,
che
l
organizzazione
corporativa
,
la
resistenza
economica
e
tutto
quanto
si
può
fare
nel
regime
attuale
,
non
può
risolvere
la
questione
sociale
e
che
,
a
parte
gli
effetti
morali
,
appena
serve
ad
assicurare
ad
una
frazione
del
proletariato
dei
miglioramenti
che
bisogna
poi
difendere
con
una
lotta
continua
contro
le
insidie
sempre
rinascenti
dei
padroni
e
siamo
convinti
che
la
libertà
ed
il
benessere
assicurati
a
tutti
non
si
avranno
se
non
quando
i
lavoratori
si
saranno
impossessati
dei
mezzi
di
produzione
ed
avranno
avocato
a
loro
l
organizzazione
della
vita
sociale
,
e
che
per
far
questo
bisogna
sbarazzarsi
del
potere
che
sta
a
guardia
del
capitalismo
e
si
arroga
il
diritto
di
sovranità
su
tutto
e
su
tutti
.
Ma
crediamo
che
la
lotta
elettorale
non
vale
a
debellare
il
potere
,
e
che
se
anche
lo
potesse
,
non
farebbe
che
passarlo
in
mano
di
altri
senza
nessun
vantaggio
sostanziale
per
il
popolo
;
e
perciò
ci
sforziamo
di
allontanare
i
lavoratori
da
un
mezzo
illusorio
e
dannoso
,
ed
affrettiamo
coi
voti
e
coll
opera
il
giorno
in
cui
,
cresciuta
a
sufficienza
la
coscienza
e
la
forza
dei
lavoratori
,
questi
affermeranno
coi
fatti
la
ferma
decisione
di
non
volere
più
essere
né
sfruttati
né
comandati
,
e
prenderan
possesso
,
direttamente
e
non
per
delegati
,
della
ricchezza
e
del
potere
sociale
.
Ché
se
poi
questa
determinazione
dei
lavoratori
comincerà
a
manifestarsi
mediante
il
rifiuto
del
lavoro
o
il
rifiuto
del
servizio
militare
o
il
rifiuto
di
pagare
i
fitti
ed
i
dazi
,
o
la
confisca
popolare
dei
generi
di
consumo
,
o
le
barricate
e
le
bande
armate
,
è
questione
che
risolveranno
le
circostanze
e
che
,
comunque
risoluta
,
menerà
sempre
agli
stessi
risultati
:
il
conflitto
violento
tra
il
vecchio
mondo
che
si
ostina
a
vivere
ed
il
nuovo
mondo
che
vuol
trionfare
sulle
rovine
di
quello
.
L
Avanti
!
a
quel
che
pare
ci
ha
completamente
fraintesi
:
esso
ha
creduto
che
noi
abbiam
cessato
di
essere
rivoluzionari
.
Ed
invece
noi
crediamo
più
che
mai
nella
necessità
della
rivoluzione
;
e
non
già
nel
senso
scientifico
della
parola
,
nel
qual
senso
spesso
si
chiamano
rivoluzionari
anche
i
legalitari
,
ma
nel
senso
volgare
di
conflitto
violento
,
in
cui
il
popolo
si
sbarazza
colla
forza
della
forza
che
l
opprime
,
ed
attua
i
suoi
desideri
fuori
e
contro
tutta
la
legalità
.
La
nostra
evoluzione
si
riduce
a
questo
:
che
avendo
visto
che
coi
vecchi
metodi
la
rivoluzione
non
si
faceva
né
si
avvicinava
,
abbiamo
abbracciato
metodi
che
ci
sembrano
più
atti
a
prepararla
ed
a
farla
.
I
socialisti
democratici
credono
che
siamo
in
errore
e
quindi
fanno
bene
a
cercare
di
convertirci
,
come
noi
cerchiamo
di
convertir
loro
;
ma
non
diano
per
fatto
quello
che
è
un
semplice
desiderio
,
non
vendano
la
pelle
dell
orso
prima
che
l
orso
sia
in
loro
potere
.
La
Giustizia
di
Reggio
Emilia
in
uno
dei
suoi
ultimi
numeri
,
riproducendo
un
passaggio
dell
Agitazione
,
nel
quale
s
insiste
sulla
necessità
di
preparare
e
rendere
possibile
la
rivoluzione
mediante
l
organizzazione
operaia
e
la
piccola
lotta
quotidiana
,
si
compiace
che
noi
abbiamo
finalmente
riconosciuto
quello
che
i
socialisti
democratici
hanno
sempre
predicato
e
praticato
,
e
per
cui
noi
li
abbiamo
aspramente
attaccati
e
vituperati
.
Ciò
non
è
esatto
.
Le
ragioni
del
nostro
dissenso
dai
socialisti
democratici
sono
state
sempre
quelle
stesse
di
oggi
.
Se
li
abbiamo
combattuti
con
acrimonia
non
è
stato
già
perché
essi
si
occupavano
del
movimento
operaio
più
di
quello
che
facessimo
noi
,
ma
perché
essi
cercavano
e
cercano
di
volgere
quel
movimento
a
scopi
che
noi
crediamo
dannosi
ai
veri
interessi
del
socialismo
.
Che
anzi
fra
le
cause
per
cui
gli
anarchici
hanno
per
lungo
tempo
guardato
con
sospetto
le
organizzazioni
operaie
non
decisamente
rivoluzionarie
,
ed
oggi
ancora
alcuni
dei
nostri
non
mettono
nel
propugnarle
tutto
il
necessario
fervore
,
vi
è
,
non
ultima
,
quella
che
i
propagandisti
del
socialismo
democratico
hanno
fatto
e
fanno
tutto
il
possibile
per
discreditarle
nell
animo
nostro
servendosene
per
farsi
nominare
deputati
.
Ed
io
mi
sovvengo
di
essere
stato
,
nel
1890
o
1891
,
trattato
male
dalla
Giustizia
(
non
dico
ch
io
l
abbia
trattata
meglio
)
perché
Prampolini
voleva
che
la
manifestazione
del
Primo
Maggio
si
facesse
invece
la
prima
Domenica
del
mese
,
e
gli
amici
di
Reggio
pubblicarono
uno
scritto
mio
per
protestare
contro
una
proposta
che
levava
alla
manifestazione
il
suo
significato
e
la
sua
importanza
.
Ciò
che
prova
che
io
ero
in
disaccordo
colla
Giustizia
non
già
perché
quel
giornale
patrocinava
la
resistenza
operaia
più
che
non
facessero
i
miei
amici
,
ma
perché
esso
tendeva
,
almeno
a
giudizio
mio
,
ad
evirare
il
movimento
operaio
e
l
ostacolava
precisamente
quando
stava
per
prendere
una
via
,
poco
atta
a
favorire
candidature
al
parlamento
,
ma
ottima
per
abituare
i
lavoratori
ad
agire
di
concerto
e
dar
loro
coscienza
della
propria
forza
.
Del
resto
,
se
gli
anarchici
hanno
a
volte
ecceduto
negli
attacchi
contro
i
socialisti
democratici
,
questi
ve
li
hanno
gravemente
provocati
,
poiché
invece
di
combatterci
per
quel
che
siamo
,
hanno
cercato
sempre
di
presentarci
sotto
una
falsa
luce
.
E
proprio
La
Giustizia
si
ostinò
una
volta
nel
sostenere
che
gli
anarchici
non
sono
socialisti
:
cosa
che
procurò
molto
piacere
a
Napoleone
Colajanni
,
ma
non
fece
certamente
onore
allo
spirito
di
verità
,
che
pur
d
ordinario
distingue
,
mi
compiaccio
nel
riconoscerlo
,
l
organo
socialista
di
Reggio
Emilia
.
StampaPeriodica ,
Carissimi
compagni
,
Mi
rallegro
della
prossima
pubblicazione
del
giornale
«
L
Agitazione
»
,
e
vi
auguro
di
cuore
il
più
completo
successo
.
Il
vostro
giornale
compare
in
un
momento
in
cui
grande
ne
è
la
necessità
,
ed
io
spero
che
esso
potrà
essere
un
organo
serio
di
discussione
e
di
propaganda
,
ed
un
mezzo
efficace
per
raccogliere
e
ricongiungere
le
sparse
file
del
nostro
partito
.
Potete
contare
sul
mio
concorso
per
tutto
ciò
che
le
forze
mie
,
deboli
purtroppo
,
mi
permetteranno
.
Per
questa
volta
,
tanto
per
isgombrarmi
il
terreno
alla
futura
collaborazione
,
vi
scriverò
sopra
alcuni
punti
che
,
se
in
certo
modo
mi
riguardano
personalmente
,
non
sono
senza
portata
sulla
propaganda
generale
.
L
amico
nostro
Merlino
,
che
come
sapete
,
si
perde
ora
nell
inane
tentativo
di
voler
conciliare
l
anarchia
col
parlamentarismo
,
in
una
sua
lettera
al
«
Messaggero
»
volendo
sostenere
che
«
il
parlamentarismo
non
è
destinato
a
sparire
interamente
e
qualche
cosa
ne
rimarrà
anche
nella
società
che
noi
vagheggiamo
»
,
ricorda
uno
scritto
da
me
inviato
alla
Conferenza
anarchica
di
Chicago
del
1893
,
in
cui
io
sostenevo
che
«
per
talune
cose
il
parere
della
maggioranza
dovrà
necessariamente
prevalere
a
quello
della
minoranza
»
.
La
cosa
è
vera
,
nè
le
mie
idee
sono
oggi
diverse
da
quelle
espresse
nello
scritto
di
cui
si
tratta
.
Ma
Merlino
,
riportando
una
mia
frase
staccata
per
sostenere
una
tesi
diversa
da
quella
che
sostenevo
io
,
lascia
nell
ombra
e
nell
equivoco
quello
che
io
veramente
intendevo
.
Ecco
:
v
erano
a
quell
epoca
molti
anarchici
,
e
ve
n
è
ancora
un
poco
,
che
scambiando
la
forma
colla
sostanza
e
badando
più
alle
parole
che
alle
cose
,
si
erano
formati
una
specie
di
«
rituale
del
vero
anarchico
»
che
inceppava
la
loro
azione
,
e
li
trascinava
a
sostenere
cose
assurde
e
grottesche
.
Così
essi
,
partendo
dal
principio
che
la
maggioranza
non
ha
il
diritto
d
imporre
la
sua
volontà
alla
minoranza
,
ne
conchiudevano
che
nulla
si
dovesse
mai
fare
se
non
approvato
all
unanimità
dei
concorrenti
.
Confondendo
il
voto
politico
,
che
serve
a
nominarsi
dei
padroni
con
il
voto
quando
è
mezzo
per
esprimere
in
modo
spiccio
la
propria
opinione
,
ritenevano
anti
-
anarchica
ogni
specie
di
votazione
.
Così
,
si
convocava
un
comizio
per
protestare
contro
una
violenza
governativa
o
padronale
,
o
per
mostrare
la
simpatia
popolare
per
un
dato
avvenimento
;
la
gente
veniva
,
ascoltava
i
discorsi
dei
promotori
,
ascoltava
quelli
dei
contraddittori
,
e
poi
se
ne
andava
senza
esprimere
la
propria
opinione
,
perché
il
solo
mezzo
per
esprimerla
era
la
votazione
sui
vari
ordini
del
giorno
...
e
votare
non
era
anarchico
.
Un
circolo
voleva
fare
un
manifesto
:
v
erano
diverse
redazioni
proposte
che
dividevano
i
pareri
dei
soci
;
si
discuteva
a
non
finire
,
ma
non
si
riusciva
mai
a
sapere
l
opinione
predominante
,
perché
era
proibito
il
votare
,
e
quindi
o
il
manifesto
non
si
pubblicava
,
o
alcuni
pubblicavano
per
conto
loro
quello
che
preferivano
;
il
circolo
si
scindeva
quando
non
v
era
in
realtà
nessun
dissenso
reale
e
si
trattava
solo
di
una
questione
di
stile
.
E
una
conseguenza
di
questi
usi
,
che
dicevano
essere
garanzie
di
libertà
,
era
che
solo
alcuni
,
meglio
dotati
di
facoltà
oratorie
,
facevano
e
disfacevano
,
mentre
quelli
che
non
sapevano
o
non
osavano
parlare
in
pubblico
,
e
che
sono
sempre
la
grande
maggioranza
,
non
contavano
proprio
nulla
.
Mentre
poi
l
altra
conseguenza
più
grave
e
veramente
mortale
per
il
movimento
anarchico
,
era
che
gli
anarchici
non
si
credevano
legati
dalla
solidarietà
operaia
,
ed
in
tempo
di
sciopero
andavano
a
lavorare
,
perché
lo
sciopero
era
stato
votato
a
maggioranza
e
contro
il
loro
parere
.
E
giungevano
fino
a
non
osare
di
biasimare
dei
farabutti
,
sedicenti
anarchici
,
che
domandavano
e
ricevevano
denari
dai
padroni
potrei
citare
i
nomi
occorrendo
per
combattere
uno
sciopero
in
nome
dell
anarchia
.
Contro
queste
e
simili
aberrazioni
era
diretto
lo
scritto
che
io
mandai
a
Chicago
.
Io
sostenevo
che
non
ci
sarebbe
vita
sociale
possibile
se
davvero
non
si
dovesse
fare
mai
nulla
insieme
se
non
quando
tutti
sono
unanimemente
d
accordo
.
Che
le
idee
e
le
opinioni
sono
in
continua
evoluzione
e
si
differenziano
per
gradazioni
insensibili
,
mentre
le
realizzazioni
pratiche
cambiano
a
salti
bruschi
;
e
che
,
se
arrivasse
un
giorno
in
cui
tutti
fossero
perfettamente
d
accordo
sui
vantaggi
di
una
data
cosa
,
ciò
significherebbe
che
in
quella
data
cosa
ogni
progresso
possibile
è
esaurito
.
Così
,
per
esempio
,
se
si
trattasse
di
fare
una
ferrovia
,
vi
sarebbero
certamente
mille
opinioni
diverse
sul
tracciato
della
linea
,
sul
materiale
,
sul
tipo
di
macchine
e
di
vagoni
,
sul
posto
delle
stazioni
,
ecc
.
,
e
queste
opinioni
andrebbero
cambiando
di
giorno
in
giorno
:
ma
se
la
ferrovia
si
vuol
fare
bisogna
pure
scegliere
fra
le
opinioni
esistenti
,
nè
si
potrebbe
ogni
giorno
modificare
il
tracciato
,
traslocare
le
stazioni
e
cambiare
le
macchine
.
E
poiché
di
scegliere
si
tratta
è
meglio
che
siano
contenti
i
più
che
i
meno
,
salvo
naturalmente
a
dare
ai
meno
tutta
la
libertà
e
tutti
i
mezzi
possibili
per
propagare
e
sperimentare
le
loro
idee
e
cercare
di
diventare
la
maggioranza
.
Dunque
in
tutte
quelle
cose
che
non
ammettono
parecchie
soluzioni
contemporanee
,
o
nelle
quali
le
differenze
d
opinione
non
sono
di
tale
importanza
che
valga
la
pena
di
dividersi
ed
agire
ogni
frazione
a
modo
suo
,
o
in
cui
il
dovere
di
solidarietà
impone
l
unione
,
è
ragionevole
,
giusto
,
necessario
che
la
minoranza
ceda
alla
maggioranza
.
Ma
questo
cedere
della
minoranza
deve
essere
effetto
della
libera
volontà
,
determinata
dalla
coscienza
della
necessità
;
non
deve
essere
un
principio
,
una
legge
,
che
s
applica
per
conseguenza
in
tutti
i
casi
,
anche
quando
la
necessità
realmente
non
c
è
.
Ed
in
questo
consiste
la
differenza
tra
l
anarchia
e
una
forma
di
governo
qualunque
.
Tutta
la
vita
sociale
è
piena
di
queste
necessità
in
cui
uno
deve
cedere
le
proprie
preferenze
per
non
offendere
i
diritti
degli
altri
.
Entro
in
un
caffè
,
trovo
occupato
il
posto
che
piace
a
me
e
vado
tranquillamente
a
sedermi
in
un
altro
,
dove
magari
c
è
una
corrente
d
aria
che
mi
fa
male
.
Vedo
delle
persone
che
parlano
in
modo
da
far
capire
che
non
vogliono
essere
ascoltate
,
ed
io
mi
tengo
lontano
,
magari
con
incomodo
mio
,
per
non
incomodar
loro
.
Ma
questo
io
lo
fo
perché
me
lo
impongono
il
mio
istinto
d
uomo
sociale
,
la
mia
abitudine
di
vivere
in
mezzo
agli
uomini
ed
il
mio
interesse
a
non
farmi
trattar
male
se
io
facessi
altrimenti
;
quelli
che
io
incomoderei
,
mi
farebbero
presto
sentire
in
un
modo
o
in
un
altro
il
danno
che
v
è
ad
essere
uno
zotico
.
Non
voglio
che
dei
legislatori
vengano
a
prescrivermi
qual
è
il
modo
col
quale
io
debbo
comportarmi
in
un
caffè
,
nè
credo
che
essi
varrebbero
ad
insegnarmi
quell
educazione
che
io
non
avessi
saputo
apprendere
dalla
società
in
mezzo
a
cui
vivo
.
Come
fa
il
Merlino
a
cavare
da
questo
che
un
resto
di
parlamentarismo
vi
dovrà
essere
anche
nella
società
che
noi
vagheggiamo
?
Il
parlamentarismo
è
una
forma
di
governo
nella
quale
gli
eletti
del
popolo
,
riuniti
in
corpo
legislativo
fanno
,
a
maggioranza
di
voti
,
le
leggi
che
a
loro
piace
e
le
impongono
al
popolo
con
tutti
i
mezzi
coercitivi
di
cui
possono
disporre
.
È
un
avanzo
di
questa
bella
roba
,
che
Merlino
vorrebbe
conservata
anche
in
Anarchia
?
Oppure
,
poiché
in
Parlamento
si
parla
,
e
si
discute
e
si
delibera
,
e
questo
si
farà
sempre
in
qualsiasi
società
possibile
,
Merlino
chiama
questo
un
avanzo
di
parlamentarismo
?
Ma
ciò
sarebbe
davvero
giuocar
sulle
parole
,
e
Merlino
è
capace
di
altri
e
ben
più
seri
procedimenti
di
discussione
.
Non
si
ricorda
il
Merlino
quando
polemizzando
insieme
contro
quegli
anarchici
che
sono
avversi
ad
ogni
congresso
perché
appunto
ritengono
i
congressi
una
forma
di
parlamentarismo
,
noi
sostenevamo
che
l
essenza
del
parlamentarismo
sta
nel
fatto
che
i
parlamenti
fanno
ed
impongono
leggi
,
mentre
un
congresso
anarchico
non
fa
che
discutere
e
proporre
delle
risoluzioni
,
che
non
hanno
valore
esecutivo
se
non
dopo
l
approvazione
dei
mandanti
e
solo
per
coloro
che
le
approvano
?
O
che
le
parole
hanno
cambiato
di
significato
ora
che
Merlino
ha
cambiato
d
idee
?
Osvaldo
Gnocchi
Viani
,
parlando
nella
«
Lotta
di
Classe
»
della
discussione
fra
me
e
Merlino
a
proposito
della
lotta
elettorale
,
dice
che
noi
,
Merlino
ed
io
,
«
ci
siamo
staccati
dallo
stipite
anarchico
-
individualista
ed
abbiamo
fatto
un
evoluzione
verso
il
metodo
dell
organizzazione
e
dell
azione
politica
»
e
quindi
conchiude
che
Merlino
ed
io
abbiamo
fatto
un
evoluzione
dello
stesso
genere
,
e
che
solo
differiamo
perché
l
uno
ha
corso
più
dell
altro
,
ed
io
non
so
e
non
voglio
«
lasciarmi
andare
fin
là
»
cioè
fino
ad
accettare
la
tattica
elettorale
.
Tutti
questi
spropositi
si
capirebbero
in
uno
che
fosse
completamente
ignaro
della
storia
del
movimento
nostro
in
Italia
;
ma
in
Gnocchi
Viani
fan
meraviglia
davvero
,
e
fan
vedere
come
il
partito
preso
può
ottenebrare
il
giudizio
anche
negli
uomini
meglio
informati
,
e
,
d
ordinario
,
più
sereni
ed
equanimi
.
Staccati
dallo
stipite
anarchico
-
indidualista
!
Ma
quando
mai
Merlino
ed
io
siamo
stati
individualisti
?
E
che
cosa
è
mai
questo
stipite
anarchico
-
individualista
?
In
Italia
per
molto
tempo
tutti
gli
anarchici
furono
socialisti
,
anzi
il
socialismo
vi
è
nato
anarchico
,
or
sono
già
quasi
trent
anni
.
Gnocchi
Viani
se
ne
deve
ricordare
.
L
individualismo
cosiddetto
anarchico
venne
molto
più
tardi
e
ci
ebbe
sempre
avversari
,
tanto
Merlino
che
io
.
Evoluzione
verso
il
metodo
dell
organizzazione
e
dell
azione
politica
!
Ma
chi
di
noi
ha
mai
cessato
dal
riconoscere
e
propugnare
la
suprema
necessità
della
organizzazione
,
e
quella
della
lotta
politica
?
Sulla
prima
questione
noi
abbiamo
sempre
sostenuto
che
l
abolizione
del
governo
e
del
capitalismo
è
possibile
solo
quando
il
popolo
,
organizzandosi
,
si
metta
in
grado
di
provvedere
a
quelle
funzioni
sociali
a
cui
provvedono
oggi
,
sfruttandole
a
loro
vantaggio
,
i
governanti
e
i
capitalisti
.
Quindi
non
volendo
governo
,
noi
abbiamo
una
ragione
di
più
di
tutti
gli
altri
per
essere
caldi
partigiani
dell
organizzazione
.
E
sulla
seconda
questione
,
chi
più
di
noi
ha
sostenuto
che
alla
lotta
contro
il
capitalismo
bisogna
unire
la
lotta
contro
lo
Stato
,
vale
a
dire
la
lotta
politica
?
Oggi
v
è
una
scuola
che
per
lotta
politica
intende
la
conquista
dei
pubblici
poteri
mediante
le
elezioni
;
ma
Gnocchi
Viani
non
può
ignorare
che
la
logica
impone
altri
metodi
di
combattimento
a
chi
vuole
abolire
il
governo
e
non
già
occuparlo
.
Merlino
ed
io
ci
siamo
trovati
d
accordo
nel
segnalare
gli
errori
che
,
secondo
noi
,
si
erano
infiltrati
nelle
teorie
anarchiche
ed
i
mali
che
avevano
afflitto
il
nostro
partito
,
e
Merlino
ci
ha
messo
,
mi
compiaccio
di
riconoscerlo
,
più
attività
che
non
abbia
fatto
io
.
Ma
,
quando
i
mali
da
noi
lamentati
sono
già
quasi
da
tutti
riconosciuti
,
quando
gli
errori
incominciano
ad
essere
respinti
e
l
organizzazione
del
partito
incomincia
sul
serio
,
allietandoci
di
belle
speranze
,
Merlino
crede
di
scorgere
la
salvezza
nella
tattica
elettorale
,
che
è
stata
già
per
lunga
esperienza
così
grande
jattura
per
la
causa
socialista
,
e
ci
lascia
.
Tanto
peggio
.
Noi
continueremo
lo
stesso
senza
di
lui
.
Questo
non
significa
essere
andati
un
po
più
o
un
po
meno
avanti
sulla
stessa
via
,
ma
aver
percorso
insieme
una
certa
strada
,
e
poi
giunti
al
bivio
,
essersi
separati
,
l
uno
pigliando
da
una
parte
e
l
uno
dall
altra
.
Non
pare
così
anche
a
Gnocchi
Viani
?
StampaPeriodica ,
Merlino
dice
senza
dubbio
molte
cose
giustissime
e
che
diciamo
anche
noi
;
ma
nell
affermare
delle
idee
generali
,
sulle
necessità
della
vita
sociale
,
perde
di
vista
,
a
parer
nostro
,
la
differenza
tra
autoritarismo
ed
anarchismo
e
le
ragioni
della
differenza
.
Così
che
tutto
il
suo
argomentare
potrebbe
servire
benissimo
per
sostenere
la
necessità
di
un
governo
,
e
quindi
l
impossibilità
dell
anarchia
.
Stabiliamo
subito
quali
sono
i
punti
in
cui
siamo
d
accordo
,
acciò
né
il
Merlino
né
altri
,
cui
piaccia
polemizzare
con
noi
,
perda
il
tempo
a
combattere
in
noi
idee
che
non
sono
nostre
,
e
riesca
così
a
sfondare
delle
porte
aperte
.
Noi
pensiamo
che
in
molti
casi
la
minoranza
anche
se
convinta
di
aver
ragione
,
deve
cedere
alla
maggioranza
,
perché
altrimenti
non
vi
sarebbe
vita
sociale
possibile
e
fuori
della
società
è
impossibile
ogni
vita
umana
.
E
sappiamo
benissimo
che
le
cose
in
cui
non
si
può
raggiungere
l
unanimità
ed
in
cui
è
necessario
che
la
minoranza
ceda
non
sono
le
cose
di
poco
momento
;
ma
anche
,
e
specialmente
,
quelle
di
importanza
vitale
per
l
economia
della
collettività
.
Noi
non
crediamo
nel
diritto
divino
delle
maggioranze
,
ma
nemmeno
crediamo
che
le
minoranze
rappresentino
,
sempre
,
la
ragione
ed
il
progresso
.
Galileo
aveva
ragione
contro
tutti
i
suoi
contemporanei
;
ma
vi
sono
oggi
ancora
alcuni
che
sostengono
che
la
terra
è
piatta
e
che
il
sole
le
gira
intorno
,
e
nessuno
vorrà
dire
che
hanno
ragione
perché
son
diventati
minoranza
.
Del
resto
,
se
è
vero
che
i
rivoluzionari
sono
sempre
una
minoranza
,
sono
anche
sempre
in
minoranza
gli
sfruttatori
ed
i
birri
.
Così
pure
noi
siamo
d
accordo
col
Merlino
nell
ammettere
che
è
impossibile
che
ogni
uomo
faccia
tutto
da
sè
,
e
che
,
se
anche
fosse
possibile
,
ciò
sarebbe
sommamente
svantaggioso
per
tutti
.
Quindi
ammettiamo
la
divisione
del
lavoro
sociale
,
la
delegazione
delle
funzioni
e
la
rappresentanza
delle
opinioni
e
degli
interessi
propri
affidata
ad
altri
.
E
soprattutto
respingiamo
come
falsa
e
perniciosa
ogni
idea
di
armonia
provvidenziale
e
di
ordine
naturale
nella
società
,
poichè
crediamo
che
la
società
umana
e
l
uomo
sociale
esso
stesso
siano
il
prodotto
di
una
lotta
lunga
e
faticosa
contro
la
natura
,
e
che
se
l
uomo
cessasse
dall
esercitare
la
sua
volontà
cosciente
e
si
abbandonasse
alla
natura
,
ricadrebbe
presto
nella
animalità
e
nella
lotta
brutale
.
Ma
e
qui
è
la
ragione
per
cui
siamo
anarchici
noi
vogliamo
che
le
minoranze
cedano
volontariamente
quando
così
la
richieda
la
necessità
ed
il
sentimento
della
solidarietà
.
Vogliamo
che
la
divisione
del
lavoro
sociale
non
divida
gli
uomini
in
classi
e
faccia
gli
uni
direttori
e
capi
,
esenti
da
ogni
lavoro
ingrato
,
e
condanni
gli
altri
ad
esser
le
bestie
da
soma
della
società
.
Vogliamo
che
delegando
ad
altri
una
funzione
,
cioè
incaricando
altri
di
un
dato
lavoro
,
gli
uomini
non
rinunzino
alla
propria
sovranità
,
e
che
,
ove
occorra
un
rappresentante
,
questi
sia
il
portaparola
dei
suoi
mandanti
o
l
esecutore
delle
loro
volontà
,
e
non
già
colui
che
fa
la
legge
e
la
fa
accettare
per
forza
,
e
crediamo
che
ogni
organizzazione
sociale
non
fondata
sulla
libera
e
cosciente
volontà
dei
suoi
membri
conduce
all
oppressione
ed
allo
sfruttamento
della
massa
da
parte
di
una
piccola
minoranza
.
Ogni
società
autoritaria
si
mantiene
per
coazione
.
La
società
anarchica
deve
essere
fondata
sul
libero
accordo
:
in
essa
bisogna
che
gli
uomini
sentano
vivamente
ed
accettino
spontaneamente
i
doveri
della
vita
sociale
,
e
si
sforzino
di
organizzare
gl
interessi
discordanti
e
di
eliminare
ogni
motivo
di
lotta
intestina
;
o
almeno
che
,
se
conflitti
si
producono
,
essi
non
siano
mai
di
tale
importanza
da
provocare
la
costituzione
di
un
potere
moderatore
,
che
col
pretesto
di
garantire
la
giustizia
a
tutti
,
ridurrebbe
tutti
in
servitù
.
Ma
se
la
minoranza
non
vuol
cedere
?
dice
Merlino
.
E
se
la
maggioranza
vuol
abusare
della
sua
forza
?
domandiamo
noi
.
È
chiaro
che
nell
un
caso
come
nell
altro
non
v
è
anarchia
possibile
.
Per
esempio
noi
non
vogliamo
polizia
.
Ciò
suppone
naturalmente
che
noi
pensiamo
che
le
nostre
donne
,
i
nostri
bimbi
e
noi
stessi
possiamo
andar
per
le
strade
senza
che
nessuno
ci
molesti
,
o
almeno
che
se
qualcuno
volesse
abusar
su
di
noi
della
sua
forza
superiore
,
troveremmo
nei
vicini
e
nei
passanti
più
valida
protezione
che
non
in
un
corpo
di
polizia
appositamente
stipendiato
.
Ma
se
invece
delle
bande
di
facinorosi
van
per
le
strade
insultando
e
bastonando
i
più
deboli
di
loro
ed
il
pubblico
assiste
indifferente
a
tale
spettacolo
?
Allora
naturalmente
i
deboli
e
quelli
che
amano
la
propria
tranquillità
invocherebbero
la
istituzione
della
polizia
,
e
questa
non
mancherebbe
di
costituirsi
.
Si
potrebbe
forse
sostenere
che
,
date
quelle
circostanze
,
la
polizia
sarebbe
il
minore
dei
mali
;
ma
non
si
potrebbe
certo
dire
che
si
sta
in
anarchia
.
La
verità
sarebbe
che
quando
v
è
tanti
prepotenti
da
un
lato
e
tanti
vili
dall
altro
l
anarchia
non
è
possibile
.
Quindi
è
che
l
anarchico
deve
sentire
fortemente
il
rispetto
della
libertà
e
del
benessere
degli
altri
,
e
deve
fare
di
questo
rispetto
lo
scopo
precipuo
della
sua
propaganda
.
Ma
,
si
obbietterà
,
gli
uomini
oggi
sono
troppo
egoisti
,
troppo
intolleranti
,
troppo
cattivi
per
rispettare
i
diritti
degli
altri
e
cedere
volontariamente
alle
necessità
sociali
.
Invero
,
noi
abbiamo
sempre
riscontrato
negli
uomini
,
anche
i
più
corrotti
,
tale
un
bisogno
di
essere
stimati
ed
amati
,
e
,
in
date
circostanze
,
tanta
capacità
di
sacrificio
e
tanta
considerazione
dei
bisogni
degli
altri
da
sperare
che
,
una
volta
distrutte
con
la
proprietà
individuale
le
cause
permanenti
dei
più
gravi
antagonismi
,
non
sarà
difficile
di
ottenere
la
libera
cooperazione
di
ciascuno
al
benessere
di
tutti
.
Comunque
sia
,
noi
anarchici
non
siamo
tutta
l
umanità
e
non
possiamo
certamente
far
da
noi
soli
tutta
la
storia
umana
;
ma
possiamo
e
dobbiamo
lavorare
per
la
realizzazione
dei
nostri
ideali
cercando
di
eliminare
,
il
più
possibile
,
la
lotta
e
la
coazione
nella
vita
sociale
.
E
dopo
ciò
ha
ragione
di
sostenere
Merlino
che
il
parlamentarismo
non
può
sparire
completamente
e
che
ve
ne
dovrà
restare
qualche
cosa
anche
nella
società
da
noi
vagheggiata
?
Noi
crediamo
che
il
chiamare
parlamentarismo
o
avanzo
di
parlamentarismo
quello
scambio
di
servizi
e
quella
distribuzione
delle
funzioni
sociali
senza
di
cui
la
società
non
potrebbe
esistere
,
sia
un
alterare
senza
ragione
il
significato
accettato
delle
parole
,
e
non
possa
che
oscurare
e
confondere
la
discussione
.
Il
parlamentarismo
è
una
forma
di
governo
;
e
un
governo
significa
potere
legislativo
,
potere
esecutivo
e
potere
giudiziario
;
significa
violenza
,
coazione
,
imposizione
con
la
forza
della
volontà
dei
governanti
ai
governati
.
Un
esempio
chiarirà
il
nostro
concetto
.
I
vari
Stati
d
Europa
e
del
mondo
stanno
in
rapporto
tra
di
loro
,
si
fanno
rappresentare
gli
uni
presso
gli
altri
,
organizzano
servizi
internazionali
,
convocano
congressi
,
fanno
la
pace
o
la
guerra
,
senza
che
vi
sia
un
governo
internazionale
,
un
potere
legislativo
che
faccia
la
legge
a
tutti
gli
Stati
,
ed
un
potere
esecutivo
che
a
tutti
l
imponga
.
Oggi
i
rapporti
tra
i
diversi
Stati
sono
ancora
in
molta
parte
fondati
sulla
violenza
e
sul
sospetto
.
Alle
sopravvivenze
ataviche
delle
rivalità
storiche
,
degli
odi
di
razza
e
di
religione
e
dello
spirito
di
conquista
,
si
aggiunge
la
concorrenza
economica
ogni
giorno
minacciati
dalla
guerra
ed
ogni
giorno
i
grossi
Stati
fan
violenza
ai
piccoli
.
Ma
chi
oserebbe
sostenere
che
per
rimediare
a
questo
stato
di
cose
bisognerebbe
che
ogni
Stato
nominasse
dei
rappresentanti
,
i
quali
,
riunitisi
stabilissero
tra
loro
,
a
maggioranza
di
voti
,
i
principi
del
diritto
internazionale
e
le
sanzioni
penali
contro
i
trasgressori
e
man
mano
legiferassero
su
tutte
le
questioni
tra
Stato
e
Stato
;
ed
avessero
a
loro
disposizione
una
forza
per
far
rispettare
le
loro
decisioni
?
Questo
sarebbe
il
parlamentarismo
esteso
ai
rapporti
internazionali
;
e
lungi
dall
armonizzare
gl
interessi
dei
vari
Stati
e
distruggere
le
cause
dei
conflitti
,
tenderebbe
a
consolidare
il
predominio
dei
più
forti
e
creerebbe
una
nuova
classe
di
sfruttatori
e
di
oppressori
internazionali
.
Qualche
cosa
di
questo
genere
esiste
di
già
in
germe
nel
«
concetto
»
delle
grandi
potenze
,
e
tutti
ne
vediamo
gli
effetti
liberticidi
.
Ed
ancora
due
parole
sulla
questione
dell
astensionismo
elettorale
.
Merlino
continua
a
parlare
dell
attività
propagandista
che
si
può
spiegare
per
mezzo
delle
elezioni
;
ma
non
pensa
a
quello
che
si
potrebbe
fare
se
,
respingendo
la
lotta
elettorale
,
si
portasse
quell
attività
sopra
un
altro
campo
più
consono
coi
nostri
principi
e
coi
nostri
fini
.
Merlino
non
crede
nella
conquista
dei
poteri
pubblici
;
ma
noi
non
vorremmo
questa
conquista
,
né
per
noi
né
per
altri
,
neanche
se
la
credessimo
possibile
.
Noi
siamo
avversari
del
principio
di
governo
,
e
non
crediamo
che
chi
andasse
al
governo
si
affretterebbe
poi
a
rinunziare
al
potere
conquistato
.
I
popoli
che
vogliono
la
libertà
demoliscono
le
Bastiglie
,
i
tiranni
invece
,
domandano
di
entrarvi
e
fortificarvisi
,
colla
scusa
di
difendere
il
popolo
contro
i
nemici
.
Quindi
noi
non
vogliamo
che
il
popolo
s
abitui
a
mandare
al
potere
i
suoi
amici
,
o
pretesi
tali
,
e
ad
attendersi
l
emancipazione
dalla
loro
ascesa
al
potere
.
L
astensione
per
noi
è
una
questione
di
tattica
;
ma
è
tanto
importante
che
,
quando
vi
si
rinunzia
,
si
finisce
col
rinunziare
anche
ai
principi
.
E
ciò
per
la
naturale
connessione
dei
mezzi
col
fine
.
Merlino
si
duole
di
non
essere
completamente
d
accordo
né
con
noi
né
coi
socialisti
democratici
;
ma
dice
che
non
si
può
disdire
.
Noi
non
gli
domandiamo
certamente
di
disdirsi
,
contro
le
sue
convinzioni
e
contro
la
sua
coscienza
.
Ma
ci
permettiamo
di
fargli
un
osservazione
.
Una
tattica
,
per
buona
che
sia
,
non
vale
se
non
quando
è
accettata
da
coloro
che
dovrebbero
praticarla
.
Ora
,
a
ragione
o
a
torto
,
noi
e
gli
anarchici
tutti
,
della
tattica
proposta
dal
Merlino
non
vogliamo
saperne
.
Non
è
meglio
che
egli
stia
con
noi
con
cui
ha
pur
comuni
gl
ideali
e
comuni
ha
pure
i
mezzi
principali
di
lotta
,
anziché
sciupare
le
sue
forze
in
un
tentativo
che
resterà
sterile
,
ne
siam
sicuri
,
a
meno
che
egli
rinunzi
all
anarchia
e
cerchi
i
suoi
partigiani
tra
gli
avversari
nostri
e
suoi
?
StampaPeriodica ,
Con
questo
titolo
e
col
sottotitolo
«
tentativo
di
conciliazione
»
Saverio
Merlino
ha
pubblicato
nella
Revue
Socialiste
di
Parigi
un
articolo
,
che
la
Direzione
di
quella
Rivista
chiama
una
contribuzione
alla
sintesi
delle
dottrine
socialiste
.
E
contribuzione
a
detta
sintesi
lo
sarà
forse
,
poichè
ogni
studio
delle
varie
dottrine
rischiara
l
argomento
,
tende
a
toglier
di
mezzo
i
dissensi
che
non
hanno
ragione
di
essere
,
e
può
menare
alla
conciliazione
se
arriva
a
stabilire
che
differenze
sostanziali
non
ne
esistono
.
Ma
il
fine
pratico
che
Merlino
si
proponeva
,
quello
cioè
di
dimostrare
che
le
dottrine
dei
socialisti
democratici
e
dei
socialisti
anarchici
,
lungi
dall
essere
inconciliabili
,
si
correggono
e
si
completano
a
vicenda
,
è
certamente
mancato
,
poiché
egli
mette
male
la
questione
,
e
confonde
dottrine
e
partiti
in
un
modo
che
fa
davvero
meraviglia
in
un
uomo
di
mente
così
lucida
e
così
bene
informato
come
è
Merlino
.
L
articolo
si
divide
in
due
parti
.
Nella
prima
Merlino
parla
della
differenza
tra
comunismo
e
collettivismo
,
pigliando
queste
parole
nel
senso
,
diremo
così
,
classico
che
esse
avevano
per
tutti
al
tempo
dell
Internazionale
:
vale
a
dire
,
Comunismo
,
come
il
sistema
,
in
cui
tutto
,
strumenti
e
prodotti
di
lavoro
,
è
a
disposizione
di
tutti
,
senza
tener
calcolo
del
contributo
di
ciascuno
all
opera
collettiva
,
conforme
alla
formula
«
da
ciascuno
secondo
le
sue
forze
e
a
ciascuno
secondo
i
suoi
bisogni
»
;
Collettivismo
,
come
il
sistema
in
cui
,
stabilita
l
eguaglianza
di
condizioni
,
garantito
a
tutti
l
uso
delle
materie
prime
e
degli
strumenti
di
lavoro
,
ciascuno
è
padrone
del
prodotto
del
suo
lavoro
.
Egli
sostiene
che
tanto
il
Comunismo
quanto
il
Collettivismo
,
se
interpretati
in
un
modo
stretto
,
assoluto
,
sono
l
uno
e
l
altro
impossibili
o
non
soddisfacenti
,
e
fa
molte
osservazioni
giuste
,
che
abbiamo
fatto
anche
noi
in
questo
giornale
o
altrove
.
E
conchiude
che
col
contemperamento
dell
un
sistema
coll
altro
facendo
distinzione
tra
relazioni
sociali
necessarie
e
fondamentali
e
rapporti
volontari
e
variabili
tra
gl
individui
si
può
arrivare
ad
«
una
buona
organizzazione
sociale
che
non
soffochi
l
energia
dell
individuo
levandogli
ogni
iniziativa
ed
ogni
libertà
d
azione
,
e
che
nello
stesso
tempo
assicuri
il
funzionamento
armonico
delle
attività
individuali
»
,
o
,
in
altri
termini
,
che
concili
la
libertà
individuale
colla
necessaria
solidarietà
sociale
.
La
questione
è
molto
interessante
e
può
essere
,
ed
è
stata
,
oggetto
di
utile
discussione
;
ma
non
ha
nulla
a
vedere
colle
differenze
che
dividono
democratici
e
anarchici
.
Vi
possono
essere
,
e
vi
sono
stati
e
vi
sono
,
anarchici
collettivisti
e
anarchici
comunisti
,
al
pari
che
democratici
collettivisti
e
democratici
comunisti
.
Negli
ultimi
anni
i
socialisti
democratici
,
chiamandosi
insistentemente
collettivisti
,
sono
riusciti
ad
identificare
quasi
il
collettivismo
colla
democrazia
socialista
;
ma
in
questo
senso
il
Collettivismo
più
che
un
sistema
di
distribuzione
dei
prodotti
del
lavoro
,
è
il
sistema
della
organizzazione
socialista
per
opera
dello
Stato
e
non
è
più
il
Collettivismo
di
cui
discute
Merlino
in
paragone
col
Comunismo
.
Per
gli
anarchici
,
la
sintesi
e
la
conciliazione
tra
Collettivismo
e
Comunismo
si
può
dire
già
un
fatto
compiuto
,
poiché
nessuno
più
interpreta
quei
sistemi
in
un
modo
stretto
e
assoluto
;
e
lo
prova
il
fatto
che
,
almeno
come
partito
militante
,
essi
si
denominano
generalmente
coll
appellativo
comprensivo
di
socialisti
anarchici
,
lasciando
alle
discussioni
teoriche
dell
oggi
ed
agli
esperimenti
pratici
di
domani
la
scelta
tra
i
vari
modi
di
organizzazione
del
lavoro
e
di
distribuzione
dei
prodotti
.
Nella
seconda
parte
del
suo
articolo
Merlino
parla
della
necessità
di
un
organizzazione
permanente
degli
interessi
collettivi
,
e
delle
forme
che
assumerà
tale
organizzazione
;
ed
arriva
ad
una
conciliazione
verbale
,
che
in
realtà
lascia
la
questione
al
punto
di
prima
.
Egli
parla
dei
grandi
interessi
sociali
,
che
eccedono
l
interesse
e
la
vita
stessa
dell
individuo
,
ed
a
cui
bisogna
che
provveda
la
collettività
;
cerca
qual
è
la
forma
politica
che
può
dare
una
più
sincera
espressione
della
volontà
collettiva
e
meglio
evitare
ogni
pericolo
di
oppressione
,
e
conchiude
:
«
Né
governo
centralizzato
né
amministrazione
diretta
.
L
organizzazione
politica
della
società
socialista
deve
consistere
nel
riconoscimento
dei
diritti
e
libertà
intangibili
dell
individuo
(
diritto
all
uso
degli
strumenti
collettivi
del
lavoro
,
diritto
d
associazione
,
d
istruzione
,
libertà
di
pensiero
,
di
parola
,
di
stampa
,
di
scelta
di
lavoro
,
ecc
.
)
e
nell
organizzazione
degli
interessi
collettivi
per
delegazione
ad
amministratori
capaci
,
revocabili
e
responsabili
,
che
agiscano
sotto
il
sindacato
diretto
del
popolo
,
gli
sottomettano
i
loro
atti
più
importanti
(
referendum
)
e
restino
separati
ed
indipendenti
l
uno
dall
altro
,
affinché
non
vi
sia
coalizione
per
l
esercizio
di
un
autorità
simile
all
autorità
governativa
attuale
»
.
«
L
essenza
della
democrazia
sta
nell
assenza
di
una
tale
coalizione
,
e
nella
ricerca
delle
forme
di
amministrazione
che
lasciano
il
meno
possibile
all
arbitrio
degli
amministratori
.
In
questo
senso
non
v
è
differenza
sostanziale
tra
democrazia
e
anarchia
.
Governo
del
popolo
niente
oligarchia
significa
in
sostanza
non
governo
.
Il
governo
di
tutti
in
generale
(
democrazia
)
equivale
al
governo
di
nessuno
in
particolare
(
anarchia
)
»
.
Ancora
una
volta
Merlino
è
fuori
della
questione
.
Il
modo
di
organizzare
od
amministrare
gl
interessi
collettivi
è
questione
importantissima
e
troppo
trascurata
,
come
giustamente
osserva
il
Merlino
,
dai
socialisti
di
tutte
le
scuole
.
Ma
se
s
intende
paragonare
le
soluzioni
dei
democratici
a
quelle
degli
anarchici
,
in
vista
di
una
possibile
conciliazione
,
bisogna
rimontare
alla
differenza
sostanziale
che
divide
le
due
scuole
,
e
non
già
fermarsi
a
discutere
sul
valore
relativo
dei
vari
sistemi
rappresentativi
,
del
referendum
,
del
diritto
d
iniziativa
,
del
governo
diretto
,
del
centralismo
,
del
federalismo
,
ecc
.
E
la
differenza
sostanziale
è
questa
:
autorità
o
libertà
,
coazione
o
consenso
,
obbligatorietà
o
(
ci
si
perdonino
i
neologismi
)
volontarietà
.
È
su
questa
questione
fondamentale
del
supremo
principio
regolatore
dei
rapporti
interumani
che
bisogna
intendersi
,
o
almeno
discutere
,
tra
democratici
e
anarchici
;
poichè
,
se
non
vi
è
intesa
su
di
essa
,
non
vi
può
essere
intesa
sulle
questioni
speciali
di
organizzazione
,
e
quand
anche
si
arrivasse
ad
un
accordo
a
parole
,
come
quello
a
cui
arriverebbe
Merlino
,
si
scoprirebbe
presto
che
l
accordo
s
è
fatto
adoperando
le
stesse
parole
in
sensi
diversi
.
Scendiamo
alla
pratica
.
Supposto
che
domani
il
popolo
fosse
padrone
di
sè
(
non
si
allarmi
il
Fisco
,
poichè
si
tratta
di
semplici
supposizioni
)
dovrà
esso
nominare
un
potere
costituente
,
che
decreterà
una
nuova
costituzione
,
che
farà
la
legge
,
che
organizzerà
la
nuova
società
?
Oppure
la
nuova
organizzazione
sociale
dovrà
sorgere
,
dal
basso
all
alto
,
per
opera
di
tutti
gli
uomini
di
buona
volontà
,
senza
che
a
nessun
o
sia
dato
il
diritto
di
comandare
e
d
imporre
?
In
altri
termini
,
per
servirci
della
frase
consacrata
,
bisogna
conquistare
,
oppure
abolire
i
pubblici
poteri
?
Si
può
parteggiare
per
l
uno
o
l
altro
metodo
,
si
può
anche
cercare
qualche
cosa
d
intermedio
,
come
pare
desidererebbe
Merlino
,
ma
non
si
può
,
quando
ci
cerca
di
arrivare
ad
una
conciliazione
tra
democratici
ed
anarchici
,
tacere
quello
che
è
il
loro
dissenso
fondamentale
.
E
per
oggi
basta
.
Ritorneremo
sulle
dottrine
e
sulle
tendenze
di
Merlino
,
quando
ci
occuperemo
,
in
uno
dei
prossimi
numeri
,
del
suo
libro
recente
:
«
Pro
e
contro
il
socialismo
»
.
StampaPeriodica ,
Abbiamo
pubblicato
qui
sopra
la
risposta
che
Merlino
ci
ha
mandato
alla
critica
che
noi
facemmo
di
un
suo
articolo
pubblicato
nella
Revue
socialiste
,
perché
i
lettori
possano
più
facilmente
farsi
un
opinione
loro
propria
.
Replicherò
il
più
brevemente
possibile
,
per
non
cominciare
una
nuova
e
lunga
polemica
,
né
per
dar
fondo
ad
argomenti
sui
quali
dovremo
ritornare
continuamente
,
perché
sono
la
materia
della
nostra
propaganda
,
ma
semplicemente
per
rimettere
a
posto
quelle
cose
,
che
Merlino
,
secondo
noi
,
ha
spostato
.
Premettiamo
un
osservazione
.
Noi
non
sappiamo
bene
se
Merlino
continui
o
no
a
chiamarsi
anarchico
.
Il
certo
è
,
e
ce
ne
duole
,
che
se
egli
si
dice
ancora
anarchico
,
non
intende
più
l
anarchia
come
l
intendono
gli
anarchici
,
fra
cui
egli
militava
fino
a
non
molto
tempo
fa
.
E
,
perciò
,
il
noi
ed
il
nostro
,
che
Merlino
adopera
ancora
,
va
accolto
con
riserva
.
Avevamo
creduto
che
Merlino
sarebbe
riuscito
a
formare
un
terzo
partito
,
intermedio
tra
i
marxisti
e
noi
qualche
cosa
come
gli
Allemanisti
francesi
;
e
ce
ne
saremmo
rallegrati
,
poiché
ciò
avrebbe
dato
una
organizzazione
propria
a
quegli
elementi
che
stanno
a
disagio
nel
Partito
Socialista
Italiano
,
ed
avrebbe
segnato
un
passo
avanti
nell
evoluzione
del
socialismo
in
Italia
,
mentre
d
altra
parte
quegli
anarchici
che
avessero
potuto
aderire
al
nuovo
partito
non
sarebbero
stati
,
in
generale
,
che
degl
individui
già
sul
punto
di
abbandonarci
e
che
avremmo
in
ogni
modo
perduti
.
Ma
incominciamo
a
temere
,
per
sintomi
molteplici
e
vari
,
che
anche
questa
era
un
illusione
.
Merlino
,
quando
avrà
perduto
ogni
speranza
di
convertire
gli
anarchici
e
di
far
loro
accettare
,
con
delle
attenuazioni
che
secondo
noi
non
hanno
alcun
valore
pratico
,
le
idee
ed
il
metodo
dei
socialisti
democratici
,
passerà
senz
altro
nelle
file
di
questi
ultimi
.
Ed
allora
forse
,
subendo
la
suggestione
del
nuovo
ambiente
,
dirà
che
gli
anarchici
non
esistono
.
Vorremmo
ingannarci
.
Ed
ora
rispondiamo
a
Merlino
,
cercando
di
seguire
il
suo
scritto
paragrafo
per
paragrafo
.
Merlino
dice
che
noi
ci
sforziamo
di
esagerare
il
nostro
dissenso
coi
socialisti
democratici
.
L
accusa
sarebbe
ben
altrimenti
giusta
se
fosse
invertita
.
Sono
i
socialisti
democratici
che
continuamente
e
disonestamente
si
sforzano
di
travisare
le
nostre
idee
,
per
poter
poi
dire
che
noi
non
siamo
socialisti
,
e
negare
la
parentela
intellettuale
e
morale
che
li
unisce
a
noi
.
Ancora
l
altro
giorno
l
Avanti
!
negava
ogni
rapporto
tra
anarchismo
e
socialismo
,
e
diceva
di
noi
quello
che
avrebbe
potuto
dire
di
un
partito
di
piccoli
borghesi
che
si
rivoltasse
violentemente
contro
l
aumento
delle
tasse
e
la
concorrenza
dei
grossi
capitalisti
:
così
che
uno
potrebbe
prendere
per
anarchici
i
padroni
macellai
e
fornai
di
Napoli
e
Palermo
,
quando
protestano
e
resistono
contro
il
calmiere
municipale
!
E
l
Avanti
!
è
ancora
uno
degli
organi
meno
intolleranti
che
vanta
il
partito
socialista
democratico
!
Noi
vogliamo
essere
un
Partito
separato
,
non
per
il
piacere
di
distinguerci
dagli
altri
,
ma
perché
realmente
abbiamo
idee
e
metodi
diversi
dagli
altri
partiti
esistenti
.
E
respingiamo
assolutamente
la
supposizione
che
noi
esageriamo
in
un
senso
per
fare
equilibrio
alle
esagerazioni
opposte
degli
altri
.
Noi
sosteniamo
quel
che
sosteniamo
,
perché
crediamo
che
sia
la
verità
,
e
non
per
altra
ragione
.
Se
ci
accorgessimo
che
nel
nostro
programma
v
è
una
parte
d
errore
,
noi
ci
affretteremmo
a
sbarazzarcene
;
e
quando
anche
gli
altri
modificassero
le
loro
idee
in
modo
da
incontrarsi
con
noi
,
allora
...
noi
e
gli
altri
costituiremmo
naturalmente
un
partito
solo
.
Ora
come
ora
,
le
idee
sono
differenti
,
ed
è
giusto
e
necessario
che
vi
siano
Partiti
differenti
.
Noi
non
vogliamo
soltanto
resistere
alla
possibile
tirannia
dei
socialisti
al
potere
:
noi
vogliamo
far
si
che
il
popolo
si
rifiuti
a
nominare
o
a
riconoscere
dei
nuovi
governanti
,
e
pensi
da
se
stesso
ad
organizzarsi
localmente
e
federalisticamente
,
senza
tener
conto
delle
leggi
e
di
decreti
di
un
nuovo
governo
,
e
resistendo
colla
forza
contro
ciò
che
gli
si
volesse
imporre
per
forza
.
E
se
,
per
mancanza
di
forza
sufficiente
,
non
potessimo
raggiungere
subito
questo
nostro
scopo
,
allora
in
attesa
di
divenir
più
forti
,
eserciteremmo
quell
azione
,
moderatrice
o
eccitatrice
secondo
i
casi
,
che
esercitano
i
partiti
di
opposizione
quando
non
si
lasciano
corrompere
ed
assorbire
.
Il
consiglio
di
Merlino
,
di
entrare
nel
partito
socialista
democratico
per
poter
prevenire
la
tirannia
dei
socialisti
al
potere
equivale
a
quello
di
divenire
,
p
.
es
.
monarchici
o
repubblicani
per
evitare
che
la
monarchia
o
la
repubblica
fossero
troppo
reazionarie
.
Quest
ultimo
consiglio
sarebbe
giustificato
,
se
dato
a
chi
è
disposto
ad
accomodarsi
con
la
monarchia
o
la
repubblica
,
come
sarebbe
giustificato
quello
di
Merlino
se
noi
accettassimo
il
principio
di
un
governo
socialista
e
ci
dicessimo
anarchici
solo
allo
scopo
di
prevenire
che
quel
governo
fosse
troppo
autoritario
.
Ma
quello
non
è
il
caso
.
Quel
che
dice
Merlino
che
molti
anarchici
si
dicono
oggi
genericamente
socialisti
e
non
già
comunisti
o
collettivisti
non
perché
vogliono
un
sistema
misto
quale
lo
desidera
Merlino
,
ma
perché
,
o
sono
incerti
o
non
danno
importanza
alla
questione
,
o
non
vogliono
farne
una
ragione
di
divisione
,
è
vero
.
Noi
stessi
siamo
propriamente
comunisti
,
alla
sola
condizione
(
sottintesa
,
perché
senza
di
essa
non
potrebbe
esserci
anarchia
)
che
il
comunismo
sia
volontario
ed
organizzato
in
modo
che
ammetta
la
possibilità
di
vivere
secondo
altri
sistemi
.
Ma
siccome
il
collettivismo
dei
collettivisti
anarchici
è
anch
esso
(
necessariamente
,
se
no
non
sarebbe
anarchico
)
sottoposto
alla
stessa
condizione
,
la
differenza
si
riduce
ad
una
questione
di
organizzazione
pratica
che
deve
esser
risolta
mediante
accordi
,
e
non
può
dar
luogo
alla
costituzione
di
due
partiti
separati
ed
avversi
.
Questo
però
,
come
dicemmo
,
non
ha
nulla
da
fare
colle
differenze
tra
anarchici
e
democratici
,
che
sono
quelle
che
qui
c
interessano
.
Il
«
collettivismo
»
dei
socialisti
democratici
,
a
differenza
del
collettivismo
dell
Internazionale
,
non
pregiudica
la
questione
del
modo
di
distribuzione
dei
prodotti
,
poiché
vi
sono
molti
democratici
che
si
dicono
collettivisti
,
e
vogliono
che
detta
distribuzione
sia
fatta
in
ragione
dei
bisogni
.
Merlino
dice
che
noi
confondiamo
i
socialisti
democratici
con
i
socialisti
di
Stato
,
e
noi
infatti
crediamo
che
tali
essi
siano
,
quantunque
non
li
confondiamo
certo
con
quei
borghesi
che
si
chiamano
anche
socialisti
di
Stato
e
vogliono
fare
solamente
un
po
di
«
socialismo
»
a
scopo
fiscale
,
o
a
scopo
di
allontanare
o
scongiurare
il
pericolo
del
socialismo
vero
.
I
socialisti
democratici
combattono
questa
specie
di
falso
socialismo
;
e
se
,
per
evitare
equivoci
,
respingono
(
e
non
tutti
)
il
nome
di
socialisti
di
Stato
,
ciò
non
toglie
che
essi
vogliono
che
la
nuova
società
sia
organizzata
e
diretta
dallo
Stato
,
vale
a
dire
dal
governo
.
Merlino
ha
un
modo
curioso
di
conciliare
le
opinioni
.
Esprime
quello
che
dovremmo
pensar
noi
e
quello
che
dovrebbero
pensare
i
socialisti
democratici
,
ed
arriva
facilmente
all
accordo
,
poiché
in
realtà
egli
dice
ciò
che
pensa
lui
secondo
che
si
piazza
da
differenti
punti
di
vista
,
e
non
già
quello
che
pensiamo
noi
o
i
democratici
.
Così
egli
dice
che
«
i
socialisti
democratici
hanno
il
torto
di
accreditare
il
sospetto
che
essi
vogliono
né
più
né
meno
che
un
grande
Stato
»
,
ecc
..
Ma
è
proprio
soltanto
un
sospetto
?
Noi
ameremmo
sentirlo
dire
dai
socialisti
democratici
autentici
.
È
così
pure
,
egli
dice
che
noi
non
rappresentiamo
il
principio
di
libertà
,
perché
egli
(
Merlino
)
crede
che
«
volontarietà
,
libertà
,
consenso
sono
principii
incompleti
che
non
ci
possono
dare
da
sè
soli
,
né
ora
né
per
molti
secoli
avvenire
,
tutta
l
organizzazione
sociale
»
.
Fino
a
che
egli
dice
che
noi
ci
sbagliamo
,
sta
bene
;
ma
dire
che
noi
non
pensiamo
in
quel
dato
modo
,
che
noi
non
rappresentiamo
le
idee
che
difendiamo
,
perché
egli
le
crede
sbagliate
,
è
di
una
logica
singolare
.
Il
fatto
è
che
noi
crediamo
appunto
che
tutta
l
organizzazione
possa
e
debba
ora
,
non
tra
molti
secoli
uscire
dalla
libertà
,
e
che
quindi
la
differenza
tra
noi
ed
i
democratici
resta
intera
,
fino
a
quando
Merlino
non
ci
abbia
persuasi
che
abbiamo
torto
,
e
fatto
abbandonare
il
programma
anarchico
.
Per
ora
la
differenza
diminuisce
solo
fra
Merlino
ed
i
democratici
,
a
misura
che
aumenta
fra
Merlino
e
noi
.
Bisogna
che
gl
interessi
collettivi
indivisibili
siano
collettivamente
amministrati
:
siamo
d
accordo
.
La
questione
sta
nel
modo
come
quest
amministrazione
può
esser
condotta
senza
ledere
il
diritto
eguale
di
ciascuno
,
e
senza
servire
di
pretesto
e
di
occasione
per
costituire
un
potere
che
imponga
a
tutti
la
propria
volontà
.
Per
i
democratici
è
la
legge
,
fatta
dai
deputati
eletti
a
suffragio
universale
,
quella
che
deve
provvedere
alla
necessaria
amministrazione
degl
interessi
collettivi
;
per
noi
è
il
libero
patto
tra
gl
interessati
,
o
,
all
occasione
,
la
libera
acquiescenza
alle
iniziative
che
i
fatti
mostrano
utili
a
tutti
.
Noi
non
solo
non
vogliamo
,
ma
non
crediamo
possibile
un
metodo
di
ricostruzione
sociale
intermedio
,
che
non
sia
né
l
azione
libera
delle
associazioni
che
si
vanno
man
mano
accordando
e
federando
,
né
l
azione
dittatoriale
di
un
governo
forte
.
Ma
Merlino
c
invita
a
scendere
dalle
«
empiree
sfere
dei
principii
astratti
»
e
discutere
le
modalità
della
organizzazione
sociale
.
Noi
non
domandiamo
di
meglio
,
e
perciò
volevamo
cominciare
dall
assodare
quale
deve
essere
praticamente
il
punto
di
partenza
della
nuova
organizzazione
:
l
elezione
di
una
Costituente
,
o
la
negazione
di
ogni
potere
costituente
delegato
?
La
«
conquista
dei
pubblici
poteri
»
,
o
la
loro
abolizione
?
I
socialisti
democratici
mirano
ad
un
futuro
Parlamento
,
o
ad
una
futura
dittatura
,
che
abolisca
le
leggi
esistenti
e
ne
faccia
delle
nuove
;
e
perciò
sono
logici
quando
abituano
la
gente
a
considerare
il
voto
come
un
mezzo
onnipotente
di
emancipazione
.
Noi
invece
miriamo
all
abolizione
dei
Parlamenti
e
di
ogni
altra
specie
di
potere
legislativo
,
e
perciò
vogliamo
,
per
gli
scopi
attuali
e
per
i
futuri
,
che
il
popolo
si
rifiuti
di
nominare
e
di
riconoscere
dei
legislatori
.
Se
Merlino
riesce
a
metterci
d
accordo
avrà
fatto
una
fatica
d
Ercole
...
ma
noi
crediamo
ch
egli
perda
il
tempo
.
L
accordo
coi
socialisti
democratici
,
ed
anche
coi
semplici
repubblicani
,
lo
vorremmo
anche
noi
,
ma
non
nel
senso
di
rinunziare
ciascuno
ad
una
parte
delle
sue
idee
e
fondere
i
vari
programmi
in
un
programma
intermedio
.
Vorremmo
l
accordo
in
quelle
cose
in
cui
i
vari
partiti
possono
agire
insieme
senza
rinunziare
alle
loro
idee
particolari
,
quali
sarebbero
,
nel
caso
concreto
,
l
organizzazione
economica
,
la
resistenza
degli
operai
contro
i
capitalisti
,
la
resistenza
popolare
contro
il
governo
.
Su
questo
terreno
Merlino
ha
già
reso
dei
servizi
e
,
se
rinunciasse
alla
fisima
di
convertirsi
al
parlamentarismo
(
poiché
,
in
fondo
in
fondo
è
sempre
quella
la
questione
)
potrebbe
renderne
di
ben
più
grandi
.
StampaPeriodica ,
Per
una
deferenza
personale
,
che
qualcuno
ha
voluto
rimproverarci
e
di
cui
non
ci
pentiamo
,
e
per
l
onesto
desiderio
di
far
udire
ai
nostri
lettori
le
due
campane
e
metterli
in
grado
di
poter
giudicare
con
piena
cognizione
,
noi
aprimmo
a
Merlino
le
nostre
colonne
.
Egli
preferì
dichiararsi
offeso
della
critica
del
Malatesta
e
troncar
la
polemica
...
per
andarci
poi
ad
attaccare
,
incidentalmente
,
in
nota
ad
un
suo
articolo
pubblicato
nella
rivista
del
Colajanni
.
E
questo
è
nel
suo
diritto
.
Egli
può
attaccarci
e
criticarci
quando
e
dove
gli
pare
;
ma
però
non
dovrebbe
credersi
in
diritto
di
falsare
le
nostre
idee
,
che
egli
conosce
,
poiché
non
è
ancora
molto
tempo
che
insieme
a
noi
le
professava
e
difendeva
.
Nella
nota
sopraccennata
egli
dice
:
«
Solo
qualche
anarchico
amorfista
può
dire
con
Malatesta
:
Noi
anarchici
vogliamo
che
il
popolo
conquisti
la
libertà
e
faccia
quello
che
vuole
»
.
Lasciamo
stare
,
perché
non
importa
alla
questione
,
se
si
tratta
di
qualche
o
di
molti
o
di
tutti
gli
anarchici
.
Ma
perché
mai
Merlino
ci
chiama
amorfisti
?
Storicamente
,
questa
parola
è
stata
adoperata
o
per
indicare
un
modo
speciale
di
concepire
le
relazioni
tra
uomini
e
donne
,
o
,
più
comunemente
,
per
distinguere
i
partigiani
di
certe
concezioni
individualistiche
della
vita
sociale
,
che
ebbero
voga
negli
anni
scorsi
fra
anarchici
e
che
a
noi
sembrarono
,
d
accordo
allora
col
Merlino
,
delle
aberrazioni
.
E
in
quel
senso
l
appellativo
di
amorfisti
,
in
bocca
a
Merlino
e
diretto
a
noi
non
è
che
un
gratuito
insulto
.
Etimologicamente
poi
,
amorfista
vuol
dire
che
non
ammette
forme
.
Che
cosa
autorizza
il
Merlino
a
pensare
che
noi
abbiam
perduto
il
ben
dell
intelletto
al
punto
di
creder
possibile
l
esistenza
di
una
società
,
di
una
cosa
qualunque
,
che
non
abbia
una
qualsiasi
forma
?
Amorfisti
,
perché
vogliamo
che
le
forme
che
assumerà
la
vita
sociale
siano
il
risultato
della
volontà
popolare
,
della
volontà
di
tutti
gl
interessati
?
Ma
dunque
il
Merlino
vuole
che
qualcuno
le
imponga
al
popolo
contro
o
senza
la
volontà
del
popolo
stesso
?
E
le
conservi
con
la
forza
anche
quando
avran
cessato
di
rispondere
ai
bisogni
ed
al
volere
degl
interessati
?
Discutiamo
fin
da
ora
dei
vari
problemi
che
possono
presentarsi
nella
vita
sociale
e
delle
varie
soluzioni
possibili
;
facciam
pure
dei
progetti
sul
modo
di
amministrare
gl
interessi
generali
ed
indivisibili
del
consorzio
umano
;
prepariamo
nelle
associazioni
e
federazioni
operaie
gli
elementi
della
riorganizzazione
futura
:
tutto
questo
è
utile
,
è
indispensabile
,
perché
il
popolo
abbia
una
volontà
illuminata
e
possa
attuarla
.
Ma
insistiamo
perché
la
riorganizzazione
sociale
si
faccia
dal
basso
all
alto
,
per
il
concorso
attivo
di
tutti
gl
interessati
,
senza
che
nessuno
,
individuo
o
gruppo
,
minoranza
o
maggioranza
,
despota
o
rappresentante
,
possa
imporre
con
la
forza
alla
gente
quello
che
la
gente
non
vuole
accettare
.
Merlino
ci
presenta
una
specie
di
schema
di
costituzione
politica
.
«
Bisogna
distinguere
»
egli
dice
,
«
le
faccende
più
importanti
e
di
cui
tutti
più
o
meno
s
intendono
,
e
,
queste
farle
decidere
direttamente
dal
popolo
nei
Clubs
o
Associazioni
,
i
cui
delegati
si
riunirebbero
,
come
nelle
Convenzioni
americane
,
unicamente
per
concretare
la
soluzione
definitiva
in
conformità
dei
mandati
ricevuti
.
Per
faccende
meno
importanti
e
per
quelle
che
richiedono
speciali
cognizioni
,
costituire
Amministrazioni
speciali
senza
legame
gerarchico
tra
loro
soggette
al
sindacato
popolare
»
.
«
Avanti
tutto
il
popolo
deve
concorrere
alla
nomina
degli
amministratori
pubblici
;
poi
questi
devono
offrire
guarentigie
di
capacità
,
inoltre
vi
devono
essere
regole
di
amministrazione
che
impediscano
gli
arbitrii
e
i
favoritismi
;
gli
amministratori
devono
rimanere
uguali
a
tutti
gli
altri
cittadini
e
ricevere
in
compenso
delle
loro
fatiche
un
trattamento
approssimativamente
uguale
a
quello
che
i
cittadini
tutti
ricavano
dal
loro
lavoro
;
infine
gl
interessati
devono
potersi
opporre
agli
atti
ingiusti
degli
amministratori
pubblici
e
chiamare
questi
ultimi
a
render
conto
pubblicamente
dell
opera
loro
»
.
«
Bisogna
,
sulla
base
dell
uguaglianza
delle
condizioni
economiche
,
elevare
un
sistema
di
amministrazione
pubblica
emanante
direttamente
dal
popolo
e
non
soggetto
a
nessun
centro
di
governo
»
.
Ma
come
si
deve
arrivare
a
questa
e
a
qualsiasi
altro
modo
di
amministrazione
degl
interessi
collettivi
?
Ecco
per
noi
la
questione
importante
.
Deve
la
nuova
costituzione
sociale
esser
formulata
di
getto
da
una
costituente
nazionale
o
internazionale
,
ed
imposta
a
tutti
?
O
deve
essere
il
risultato
graduale
,
sempre
modificabile
,
della
vita
stessa
di
una
società
d
individui
economicamente
e
politicamente
eguali
e
liberi
?
Deve
il
popolo
,
dopo
abbattuto
il
governo
,
nominarne
un
altro
,
il
qual
poi
dovrebbe
,
secondo
l
utopia
dei
socialisti
democratici
,
eliminare
se
stesso
;
o
deve
distruggere
completamente
il
meccanismo
autoritario
dello
Stato
e
formare
un
regime
libero
per
mezzo
della
libertà
?
Questo
Merlino
non
dice
,
e
questo
è
il
punto
di
divisione
tra
socialisti
democratici
e
socialisti
anarchici
.
Nella
sua
conferenza
di
domenica
a
Roma
,
Merlino
avrebbe
,
secondo
il
resoconto
dell
Avanti
!
combattuto
gli
anarchici
liberisti
assoluti
(
ecco
ancora
degli
appellativi
di
sapore
equivoco
)
,
«
perché
col
loro
sistema
i
prepotenti
avrebbero
modo
di
schiacciare
i
più
deboli
ed
i
più
docili
»
.
Dunque
Merlino
per
mettere
un
freno
ai
prepotenti
vorrebbe
...
mandarli
al
potere
!
O
crede
egli
che
al
potere
vi
andrebbero
i
più
deboli
,
ed
i
più
docili
?
O
santa
ingenuità
!