StampaPeriodica ,
Ammessa
possibile
l
'
esistenza
di
una
collettività
organizzata
senza
autorità
,
cioè
senza
coazione
-
e
per
gli
anarchici
è
necessario
ammetterlo
perché
altrimenti
l
'
anarchia
non
avrebbe
senso
-
passiamo
a
parlare
dell
'
organizzazione
del
partito
anarchico
.
Anche
in
questo
caso
l
'
organizzazione
ci
sembra
utile
e
necessaria
.
Se
partito
significa
l
'
insieme
d
'
individui
che
hanno
uno
scopo
comune
e
si
sforzano
di
raggiungere
questo
scopo
,
è
naturale
ch
'
essi
s
'
intendano
,
uniscano
le
loro
forze
,
si
dividano
il
lavoro
e
prendano
tutte
le
misure
stimate
atte
a
raggiungere
quello
scopo
.
Restare
isolati
,
agendo
o
volendo
agire
ciascuno
per
conto
suo
senza
intendersi
con
altri
,
senza
prepararsi
,
senza
unire
in
un
fascio
potente
le
deboli
forze
dei
singoli
,
significa
condannarsi
all
'
impotenza
,
sciupare
la
propria
energia
in
piccoli
atti
senza
efficacia
e
ben
presto
perdere
la
fede
nella
meta
e
cadere
nella
completa
inazione
.
Ma
anche
qui
la
cosa
ci
sembra
talmente
evidente
che
,
invece
di
insistere
nella
dimostrazione
diretta
,
cercheremo
di
rispondere
agli
argomenti
degli
avversari
dell
'
organizzazione
.
E
prima
di
tutto
ci
si
presenta
l
'
obbiezione
,
diremo
così
,
pregiudiziale
.
«
Ma
di
quale
partito
ci
parlate
?
»
,
essi
dicono
,
«
noi
non
siamo
un
partito
,
noi
non
abbiamo
programma
»
.
E
con
questa
forma
paradossale
essi
intendono
dire
che
le
idee
progrediscono
e
cambiano
continuamente
e
che
essi
non
vogliono
accettare
un
programma
fisso
,
che
può
essere
buono
oggi
,
ma
che
sarà
certamente
superato
domani
.
Ciò
sarebbe
perfettamente
giusto
se
si
trattasse
di
studiosi
che
cercano
il
vero
senza
curarsi
delle
applicazioni
pratiche
.
Un
matematico
,
un
chimico
,
un
psicologo
,
un
sociologo
possono
dire
di
non
aver
programma
o
di
non
avere
che
quello
di
ricercare
la
verità
:
essi
vogliono
conoscere
,
non
vogliono
fare
qualche
cosa
.
Ma
anarchia
e
socialismo
non
sono
delle
scienze
:
sono
dei
propositi
,
dei
progetti
che
anarchici
e
socialisti
vogliono
mettere
in
pratica
e
che
perciò
hanno
bisogno
di
essere
formulati
in
programmi
determinati
.
La
scienza
e
l
'
arte
delle
costruzioni
progrediscono
tutti
i
giorni
;
ma
un
ingegnere
che
vuol
costruire
,
o
anche
demolire
qualche
cosa
,
deve
fare
il
suo
piano
,
raccogliere
i
suoi
mezzi
di
azione
e
agire
come
se
scienza
ed
arte
si
fossero
arrestate
al
punto
ove
egli
le
trova
quando
dà
principio
ai
suoi
lavori
.
Può
benissimo
avvenire
che
egli
possa
utilizzare
delle
nuove
acquisizioni
fatte
nel
corso
del
lavoro
senza
rinunciare
alla
parte
essenziale
del
suo
piano
;
e
può
darsi
anche
che
le
nuove
scoperte
ed
i
nuovi
mezzi
creati
dall
'
industria
siano
tali
che
egli
vegga
la
necessità
di
abbandonare
tutto
e
ricominciare
da
capo
.
Ma
ricominciando
,
avrà
bisogno
di
fare
un
nuovo
piano
basato
su
quello
che
si
conosce
e
si
possiede
fino
a
quel
momento
,
e
non
potrà
concepire
e
mettersi
ad
eseguire
una
costruzione
amorfa
,
con
materiali
non
composti
,
per
il
motivo
che
domani
la
scienza
potrebbe
suggerire
delle
forme
migliori
e
l
'
industria
fornire
dei
materiali
meglio
composti
.
Noi
intendiamo
per
partito
anarchico
l
'
insieme
di
quelli
che
vogliono
concorrere
ad
attuare
l
'
anarchia
,
e
che
perciò
han
bisogno
di
fissarsi
uno
scopo
da
raggiungere
ed
una
via
da
percorrere
;
e
lasciamo
volentieri
alle
loro
elucubrazioni
trascendentali
gli
amatori
della
verità
assoluta
e
del
progresso
continuo
,
che
non
cimentando
mai
le
loro
idee
alla
prova
dei
fatti
finiscono
poi
col
far
nulla
e
scoprir
meno
.
L
'
altra
obbiezione
è
che
l
'
organizzazione
crea
dei
capi
,
delle
autorità
.
Se
questo
è
vero
,
se
è
vero
cioè
che
gli
anarchici
sono
incapaci
di
riunirsi
ed
accordarsi
tra
di
loro
senza
sottoporsi
ad
un
'
autorità
,
ciò
vuol
dire
che
essi
sono
ancora
molto
poco
anarchici
e
che
prima
di
pensare
a
stabilire
l
'
anarchia
nel
mondo
debbono
pensare
a
rendersi
capaci
essi
stessi
di
vivere
anarchicamente
.
Ma
il
rimedio
non
starebbe
già
nella
non
organizzazione
,
bensì
nella
cresciuta
coscienza
dei
singoli
membri
.
Certamente
se
in
un
'
organizzazione
si
lascia
addosso
a
pochi
tutto
il
lavoro
e
tutte
le
responsabilità
,
se
si
subisce
quello
che
fanno
i
pochi
senza
metter
mano
all
'
opera
e
cercar
di
far
meglio
,
quei
pochi
finiranno
,
anche
se
non
lo
vogliono
,
col
sostituire
la
propria
volontà
a
quella
della
collettività
.
Se
in
un
'
organizzazione
i
membri
tutti
non
si
curano
di
pensare
,
di
voler
capire
,
di
farsi
spiegare
quello
che
non
capiscono
,
di
esercitare
sempre
su
tutto
e
su
tutti
le
loro
facoltà
critiche
,
e
lasciano
a
pochi
il
compito
di
pensare
per
tutti
,
quei
pochi
saranno
i
capi
,
le
teste
pensanti
e
dirigenti
.
Ma
,
lo
ripetiamo
,
il
rimedio
non
sta
nella
non
organizzazione
.
Al
contrario
,
nelle
piccole
come
nella
grande
società
,
a
parte
la
forza
brutale
,
di
cui
non
può
essere
questione
nel
caso
nostro
,
l
'
origine
e
la
giustificazione
dell
'
autorità
sta
nella
disorganizzazione
sociale
.
Quando
una
collettività
ha
un
bisogno
ed
i
suoi
membri
non
sanno
organizzarsi
spontaneamente
da
loro
stessi
per
provvedervi
,
sorge
qualcuno
,
un
'
autorità
,
che
provvede
a
quel
bisogno
servendosi
delle
forze
di
tutti
e
dirigendole
a
sua
voglia
.
Se
le
strade
sono
mal
sicure
ed
il
popolo
non
sa
provvedere
,
sorge
una
polizia
che
,
per
qualche
servizio
che
rende
,
si
fa
sopportare
e
pagare
,
e
s
'
impone
e
tiranneggia
;
se
v
'
e
bisogno
di
un
prodotto
,
e
la
collettività
non
sa
intendersi
coi
produttori
lontani
per
farselo
mandare
in
cambio
di
prodotti
del
paese
,
vien
fuori
il
mercante
che
profitta
del
bisogno
che
hanno
gli
uni
di
vendere
e
gli
altri
di
comprare
,
ed
impone
i
prezzi
che
vuole
ai
produttori
ed
ai
consumatori
.
Vedete
che
cosa
è
sempre
successo
in
mezzo
a
noi
:
meno
siamo
stati
organizzati
più
ci
siamo
trovati
alla
discrezione
di
qualche
individuo
.
Ed
è
naturale
che
così
fosse
.
Noi
sentiamo
il
bisogno
di
stare
in
rapporto
coi
compagni
delle
altre
località
,
di
ricevere
e
di
dare
notizie
,
ma
non
possiamo
ciascuno
individualmente
corrispondere
con
tutti
i
compagni
.
Se
siamo
organizzati
,
incarichiamo
dei
compagni
di
tenere
la
corrispondenza
per
conto
nostro
,
li
cambiamo
se
essi
non
ci
soddisfano
,
e
possiamo
stare
al
corrente
senza
dipendere
dalla
buona
grazia
di
qualcuno
per
avere
una
notizia
;
se
invece
siamo
disorganizzati
,
vi
sarà
qualcuno
che
avrà
i
mezzi
e
la
voglia
di
corrispondere
e
accentrerà
nelle
sue
mani
tutte
le
relazioni
,
comunicherà
le
notizie
secondo
che
gli
pare
ed
a
chi
gli
pare
,
e
,
se
ha
attività
ed
intelligenza
sufficienti
,
riuscirà
a
nostra
insaputa
a
dare
al
movimento
l
'
indirizzo
che
vuole
senza
che
a
noi
,
alla
massa
del
partito
,
resti
alcun
mezzo
di
controllo
,
e
senza
che
nessuno
abbia
il
diritto
di
lagnarsi
,
poiché
quell
'
individuo
agisce
per
conto
suo
,
senza
mandato
di
alcuno
e
senza
dover
rendere
conto
ad
alcuno
del
proprio
operato
.
Noi
sentiamo
il
bisogno
di
avere
un
giornale
.
Se
siamo
organizzati
potremo
riunire
i
mezzi
per
fondarlo
e
farlo
vivere
,
incaricare
alcuni
compagni
di
redigerlo
,
e
controllarne
l
'
indirizzo
.
I
redattori
del
giornale
gli
daranno
certamente
,
in
modo
più
o
meno
spiccato
,
l
'
impronta
della
loro
personalità
,
ma
saranno
sempre
gente
che
noi
abbiamo
scelta
e
che
possiamo
cambiare
se
non
ci
accontenta
.
Se
invece
siamo
disorganizzati
,
qualcuno
che
ha
sufficiente
spirito
d
'
intrapresa
farà
il
giornale
per
conto
proprio
:
egli
troverà
in
mezzo
a
noi
i
corrispondenti
,
i
distributori
,
i
sottoscrittori
,
e
ci
farà
concorrere
ai
suoi
fini
senza
che
noi
li
sappiamo
o
vogliamo
;
e
noi
,
come
è
spesso
avvenuto
,
accetteremo
o
sosterremo
quel
giornale
anche
se
non
ci
piace
,
anche
se
troviamo
che
è
dannoso
alla
causa
,
perché
saremo
impotenti
a
farne
uno
che
rappresenti
meglio
le
nostre
idee
.
Cosicché
l
'
organizzazione
,
lungi
dal
creare
l
'
autorità
,
è
il
solo
rimedio
contro
di
essa
ed
il
solo
mezzo
perché
ciascun
di
noi
si
abitui
a
prender
parte
attiva
e
cosciente
nel
lavoro
collettivo
,
e
cessi
di
essere
strumento
passivo
in
mano
dei
capi
.
Ché
se
poi
non
si
fa
nulla
di
nulla
e
tutti
restano
nell
'
inazione
completa
,
allora
certamente
non
vi
saranno
né
capi
né
gregari
,
né
comandanti
né
comandati
,
ma
allora
finiranno
la
propaganda
,
il
partito
,
ed
anche
le
discussioni
intorno
all
'
organizzazione
.
.
.
e
questo
,
speriamo
,
non
è
l
'
ideale
di
nessuno
.
Ma
un
'
organizzazione
,
si
dice
,
suppone
l
'
obbligo
di
coordinare
la
propria
azione
e
quella
degli
altri
,
quindi
viola
la
libertà
,
inceppa
l
'
iniziativa
.
A
noi
sembra
che
quello
che
veramente
leva
la
libertà
e
rende
impossibile
l
'
iniziativa
è
l
'
isolamento
che
rende
impotente
.
La
libertà
non
è
il
diritto
astratto
,
ma
la
possibilità
di
fare
una
cosa
:
questo
è
vero
tra
di
noi
,
come
è
vero
nella
società
generale
,
E
nella
cooperazione
degli
altri
uomini
che
l
'
uomo
trova
i
mezzi
per
esplicare
la
sua
attività
,
la
sua
potenza
d
'
iniziativa
.
Certamente
,
organizzazione
significa
coordinazione
di
forze
ad
uno
scopo
comune
ed
obbligo
negli
organizzati
di
non
fare
cosa
contraria
allo
scopo
.
Ma
quando
si
tratta
di
organizzazioni
volontarie
,
quando
coloro
che
stanno
nella
stessa
organizzazione
hanno
veramente
lo
stesso
scopo
e
sono
partigiani
degli
stessi
mezzi
,
l
'
obbligo
reciproco
che
impegna
tutti
riesce
vantaggioso
,
per
tutti
;
e
se
qualcuno
rinunzia
a
qualche
sua
idea
particolare
in
omaggio
all
'
unione
,
ciò
vuol
dire
che
trova
più
vantaggioso
rinunziare
ad
un
'
idea
,
che
d
'
altronde
da
solo
non
potrebbe
attuare
,
anziché
privarsi
della
cooperazione
degli
altri
nelle
cose
ch
'
egli
crede
di
maggiore
importanza
.
Se
poi
un
individuo
trova
che
nessuna
delle
organizzazioni
esistenti
accetta
le
sue
idee
ed
i
suoi
metodi
in
ciò
che
hanno
di
essenziale
,
e
che
in
nessuna
potrebbe
esplicare
la
sua
individualità
come
egli
l
'
intende
,
allora
farà
bene
a
restarne
fuori
;
ma
allora
,
se
non
vuole
rimanere
inattivo
ed
impotente
,
deve
cercare
altri
individui
che
pensano
come
lui
e
farsi
iniziatore
di
una
nuova
organizzazione
.
Un
'
altra
obbiezione
,
ed
è
l
'
ultima
di
cui
ci
intratterremo
,
è
che
essendo
organizzati
siamo
più
esposti
alle
persecuzioni
del
governo
.
A
poi
pare
invece
che
quanto
più
si
è
uniti
tanto
più
ci
si
può
difendere
efficacemente
.
Ed
infatti
ogni
volta
che
le
persecuzioni
ci
han
sorpresi
mentre
eravamo
disorganizzati
ci
hanno
completamente
sbaragliati
ed
hanno
ridotto
a
nulla
il
nostro
lavoro
antecedente
;
mentre
quando
e
dove
eravamo
organizzati
ci
hanno
fatto
più
bene
che
male
.
Ed
è
lo
stesso
anche
per
quel
che
riguarda
l
'
interesse
personale
dei
singoli
:
basti
l
'
esempio
delle
ultime
persecuzioni
che
hanno
colpito
gl
'
isolati
tanto
quanto
gli
organizzati
e
forse
anche
più
gravemente
.
Questo
,
s
'
intende
,
per
quelli
che
,
isolati
o
no
,
fanno
almeno
la
propaganda
individuale
;
che
per
quelli
che
non
fanno
nulla
e
tengono
ben
nascoste
le
loro
convinzioni
,
certamente
il
pericolo
è
poco
,
ma
è
anche
meno
l
'
utilità
che
danno
alla
causa
.
Il
solo
risultato
,
dal
punto
di
vista
delle
persecuzioni
,
che
si
ottiene
stando
disorganizzati
,
si
è
di
autorizzare
il
governo
a
negarci
il
diritto
di
associazione
ed
a
rendere
possibili
quei
mostruosi
processi
per
associazione
a
delinquere
,
che
esso
non
oserebbe
fare
contro
gente
che
afferma
altamente
,
pubblicamente
,
il
diritto
e
il
fatto
di
stare
associata
,
o
che
,
se
il
governo
l
'
osasse
,
risulterebbero
a
scorno
suo
e
a
vantaggio
della
propaganda
.
Del
resto
,
è
naturale
che
l
'
organizzazione
prenda
le
forme
che
le
circostanze
consigliano
ed
impongono
.
L
'
importante
non
è
tanto
l
'
organizzazione
formale
,
quanto
lo
spirito
di
organizzazione
.
Possono
esservi
dei
casi
in
cui
per
l
'
imperversare
della
reazione
,
sia
utile
sospendere
ogni
corrispondenza
,
cessare
da
ogni
riunione
:
sarà
sempre
un
danno
,
ma
se
la
voglia
di
essere
organizzati
sussiste
,
se
resta
vivo
lo
spirito
di
associazione
,
se
il
periodo
antecedente
di
attività
coordinata
avrà
moltiplicate
le
relazioni
personali
,
prodotte
solide
amicizie
e
creato
un
vero
accordo
d
'
idee
e
di
condotta
tra
i
compagni
,
allora
il
lavoro
degl
'
individui
anche
isolati
concorrerà
allo
scopo
comune
,
e
presto
si
troverà
modo
di
riunirsi
di
nuovo
e
riparare
al
danno
subito
.
Noi
siamo
come
un
esercito
in
guerra
e
possiamo
,
secondo
il
terreno
e
secondo
le
misure
prese
dal
nemico
,
combattere
in
grandi
masse
o
in
ordine
sparso
:
l
'
essenziale
è
che
ci
consideriamo
sempre
membri
dello
stesso
esercito
,
che
ubbidiamo
tutti
alle
stesse
idee
direttive
e
siamo
sempre
pronti
a
riunirci
in
colonne
compatte
quando
occorre
e
si
può
.
Tutto
questo
che
abbiamo
detto
è
per
quei
compagni
che
realmente
sono
avversari
del
principio
di
organizzazione
.
A
quelli
poi
che
combattono
l
'
organizzazione
solo
perché
non
vogliono
entrare
,
o
non
sono
accettati
,
in
una
determinata
organizzazione
,
e
perché
non
simpatizzano
con
gli
individui
che
ne
fanno
parte
,
noi
diciamo
:
fate
da
voi
,
con
quelli
che
sono
d
'
accordo
con
voi
,
un
'
altra
organizzazione
.
Noi
ameremmo
certo
poter
andare
tutti
d
'
accordo
e
riunire
in
un
fascio
potente
tutte
quante
le
forze
dell
'
anarchismo
;
ma
non
crediamo
nella
solidità
delle
organizzazioni
fatte
a
forza
di
concessioni
e
di
sottintesi
e
dove
non
v
'
è
tra
i
membri
accordo
e
simpatia
reali
.
Meglio
disuniti
che
malamente
uniti
.
Però
vorremmo
che
ciascuno
si
unisse
coi
suoi
amici
e
non
vi
fossero
forze
isolate
,
forze
perdute
.