StampaPeriodica ,
Per
una
deferenza
personale
,
che
qualcuno
ha
voluto
rimproverarci
e
di
cui
non
ci
pentiamo
,
e
per
l
onesto
desiderio
di
far
udire
ai
nostri
lettori
le
due
campane
e
metterli
in
grado
di
poter
giudicare
con
piena
cognizione
,
noi
aprimmo
a
Merlino
le
nostre
colonne
.
Egli
preferì
dichiararsi
offeso
della
critica
del
Malatesta
e
troncar
la
polemica
...
per
andarci
poi
ad
attaccare
,
incidentalmente
,
in
nota
ad
un
suo
articolo
pubblicato
nella
rivista
del
Colajanni
.
E
questo
è
nel
suo
diritto
.
Egli
può
attaccarci
e
criticarci
quando
e
dove
gli
pare
;
ma
però
non
dovrebbe
credersi
in
diritto
di
falsare
le
nostre
idee
,
che
egli
conosce
,
poiché
non
è
ancora
molto
tempo
che
insieme
a
noi
le
professava
e
difendeva
.
Nella
nota
sopraccennata
egli
dice
:
«
Solo
qualche
anarchico
amorfista
può
dire
con
Malatesta
:
Noi
anarchici
vogliamo
che
il
popolo
conquisti
la
libertà
e
faccia
quello
che
vuole
»
.
Lasciamo
stare
,
perché
non
importa
alla
questione
,
se
si
tratta
di
qualche
o
di
molti
o
di
tutti
gli
anarchici
.
Ma
perché
mai
Merlino
ci
chiama
amorfisti
?
Storicamente
,
questa
parola
è
stata
adoperata
o
per
indicare
un
modo
speciale
di
concepire
le
relazioni
tra
uomini
e
donne
,
o
,
più
comunemente
,
per
distinguere
i
partigiani
di
certe
concezioni
individualistiche
della
vita
sociale
,
che
ebbero
voga
negli
anni
scorsi
fra
anarchici
e
che
a
noi
sembrarono
,
d
accordo
allora
col
Merlino
,
delle
aberrazioni
.
E
in
quel
senso
l
appellativo
di
amorfisti
,
in
bocca
a
Merlino
e
diretto
a
noi
non
è
che
un
gratuito
insulto
.
Etimologicamente
poi
,
amorfista
vuol
dire
che
non
ammette
forme
.
Che
cosa
autorizza
il
Merlino
a
pensare
che
noi
abbiam
perduto
il
ben
dell
intelletto
al
punto
di
creder
possibile
l
esistenza
di
una
società
,
di
una
cosa
qualunque
,
che
non
abbia
una
qualsiasi
forma
?
Amorfisti
,
perché
vogliamo
che
le
forme
che
assumerà
la
vita
sociale
siano
il
risultato
della
volontà
popolare
,
della
volontà
di
tutti
gl
interessati
?
Ma
dunque
il
Merlino
vuole
che
qualcuno
le
imponga
al
popolo
contro
o
senza
la
volontà
del
popolo
stesso
?
E
le
conservi
con
la
forza
anche
quando
avran
cessato
di
rispondere
ai
bisogni
ed
al
volere
degl
interessati
?
Discutiamo
fin
da
ora
dei
vari
problemi
che
possono
presentarsi
nella
vita
sociale
e
delle
varie
soluzioni
possibili
;
facciam
pure
dei
progetti
sul
modo
di
amministrare
gl
interessi
generali
ed
indivisibili
del
consorzio
umano
;
prepariamo
nelle
associazioni
e
federazioni
operaie
gli
elementi
della
riorganizzazione
futura
:
tutto
questo
è
utile
,
è
indispensabile
,
perché
il
popolo
abbia
una
volontà
illuminata
e
possa
attuarla
.
Ma
insistiamo
perché
la
riorganizzazione
sociale
si
faccia
dal
basso
all
alto
,
per
il
concorso
attivo
di
tutti
gl
interessati
,
senza
che
nessuno
,
individuo
o
gruppo
,
minoranza
o
maggioranza
,
despota
o
rappresentante
,
possa
imporre
con
la
forza
alla
gente
quello
che
la
gente
non
vuole
accettare
.
Merlino
ci
presenta
una
specie
di
schema
di
costituzione
politica
.
«
Bisogna
distinguere
»
egli
dice
,
«
le
faccende
più
importanti
e
di
cui
tutti
più
o
meno
s
intendono
,
e
,
queste
farle
decidere
direttamente
dal
popolo
nei
Clubs
o
Associazioni
,
i
cui
delegati
si
riunirebbero
,
come
nelle
Convenzioni
americane
,
unicamente
per
concretare
la
soluzione
definitiva
in
conformità
dei
mandati
ricevuti
.
Per
faccende
meno
importanti
e
per
quelle
che
richiedono
speciali
cognizioni
,
costituire
Amministrazioni
speciali
senza
legame
gerarchico
tra
loro
soggette
al
sindacato
popolare
»
.
«
Avanti
tutto
il
popolo
deve
concorrere
alla
nomina
degli
amministratori
pubblici
;
poi
questi
devono
offrire
guarentigie
di
capacità
,
inoltre
vi
devono
essere
regole
di
amministrazione
che
impediscano
gli
arbitrii
e
i
favoritismi
;
gli
amministratori
devono
rimanere
uguali
a
tutti
gli
altri
cittadini
e
ricevere
in
compenso
delle
loro
fatiche
un
trattamento
approssimativamente
uguale
a
quello
che
i
cittadini
tutti
ricavano
dal
loro
lavoro
;
infine
gl
interessati
devono
potersi
opporre
agli
atti
ingiusti
degli
amministratori
pubblici
e
chiamare
questi
ultimi
a
render
conto
pubblicamente
dell
opera
loro
»
.
«
Bisogna
,
sulla
base
dell
uguaglianza
delle
condizioni
economiche
,
elevare
un
sistema
di
amministrazione
pubblica
emanante
direttamente
dal
popolo
e
non
soggetto
a
nessun
centro
di
governo
»
.
Ma
come
si
deve
arrivare
a
questa
e
a
qualsiasi
altro
modo
di
amministrazione
degl
interessi
collettivi
?
Ecco
per
noi
la
questione
importante
.
Deve
la
nuova
costituzione
sociale
esser
formulata
di
getto
da
una
costituente
nazionale
o
internazionale
,
ed
imposta
a
tutti
?
O
deve
essere
il
risultato
graduale
,
sempre
modificabile
,
della
vita
stessa
di
una
società
d
individui
economicamente
e
politicamente
eguali
e
liberi
?
Deve
il
popolo
,
dopo
abbattuto
il
governo
,
nominarne
un
altro
,
il
qual
poi
dovrebbe
,
secondo
l
utopia
dei
socialisti
democratici
,
eliminare
se
stesso
;
o
deve
distruggere
completamente
il
meccanismo
autoritario
dello
Stato
e
formare
un
regime
libero
per
mezzo
della
libertà
?
Questo
Merlino
non
dice
,
e
questo
è
il
punto
di
divisione
tra
socialisti
democratici
e
socialisti
anarchici
.
Nella
sua
conferenza
di
domenica
a
Roma
,
Merlino
avrebbe
,
secondo
il
resoconto
dell
Avanti
!
combattuto
gli
anarchici
liberisti
assoluti
(
ecco
ancora
degli
appellativi
di
sapore
equivoco
)
,
«
perché
col
loro
sistema
i
prepotenti
avrebbero
modo
di
schiacciare
i
più
deboli
ed
i
più
docili
»
.
Dunque
Merlino
per
mettere
un
freno
ai
prepotenti
vorrebbe
...
mandarli
al
potere
!
O
crede
egli
che
al
potere
vi
andrebbero
i
più
deboli
,
ed
i
più
docili
?
O
santa
ingenuità
!