StampaPeriodica ,
Fin
dal
suo
primo
nascere
,
questo
periodico
dichiarò
francamente
che
veniva
alla
luce
per
sostenere
il
principio
nazionale
e
il
sentimento
religioso
;
e
a
queste
due
affermazioni
,
a
questi
due
sentimenti
,
che
lo
hanno
sempre
guidato
nel
suo
cammino
,
procurò
di
non
mancare
e
cercherà
di
non
mancare
mai
.
Combattuto
fin
da
principio
dagli
intransigenti
rossi
e
neri
esso
ha
continuato
imperterrito
la
sua
via
,
sicuro
di
avere
da
sostenere
una
idea
buona
e
vera
che
un
giorno
dovrà
inevitabilmente
trionfare
.
Tempo
fa
avevamo
notato
con
piacere
il
succedersi
di
una
certa
calma
alla
lotta
ed
alcuni
atti
di
benevolenza
dai
più
importanti
periodici
.
Nel
1886
alcuni
dei
giornali
cattolici
più
autorevoli
avevano
cominciato
a
citare
benevolmente
varj
articoli
,
e
nel
1887
il
Moniteur
de
Rome
singolarmente
non
lasciava
passare
quasi
nessun
numero
senza
far
citazioni
e
dar
conto
particolareggiato
di
alcuni
lavori
,
fra
i
quali
specialmente
prediligeva
quelli
che
riguardavano
la
conciliazione
,
commentandoli
e
lodandoli
fino
a
dirli
notevolissimi
,
quantunque
tutti
quegli
articoli
in
sostanza
esprimessero
la
necessità
di
conservare
la
unità
e
integrità
d
'
Italia
:
ma
allora
il
Moniteur
era
fautore
aperto
di
un
accordo
fra
il
papato
e
l
'
Italia
,
fino
al
punto
che
in
un
numero
dell
'
aprile
invitava
tutti
a
ingrossare
la
corrente
favorevole
alla
conciliazione
.
Il
30
maggio
scriveva
:
«
Se
l
'
Italia
rendesse
al
Papa
questa
garanzia
reale
,
evidente
,
della
sua
indipendenza
spirituale
,
nonché
l
'
indipendenza
diremo
ancora
l
'
integrità
del
suo
territorio
,
sarebbe
violata
o
lesa
?
»
.
E
il
12
giugno
,
commentando
l
'
interpellanza
Bovio
alla
Camera
e
la
risposta
dei
Ministri
esciva
a
dire
:
«
Quand
,
d
'
ailleurs
,
M
.
Crispi
parle
de
droit
national
,
il
doit
savoir
que
la
solution
de
la
question
romaine
,
loin
de
nuire
à
l
'
unité
italienne
,
la
consoliderait
en
l
'
asseyant
sur
des
bases
granitiques
»
.
Andata
a
monte
ogni
probabilità
di
una
conciliazione
immediata
,
il
giornalismo
mutò
condotta
verso
il
nostro
periodico
,
e
fece
verso
di
noi
congiura
del
silenzio
;
lo
stesso
accadde
della
stampa
liberale
che
,
pur
essa
,
aveva
cominciato
a
farci
buon
viso
.
Cessata
ogni
speranza
di
un
prossimo
accomodamento
,
non
sappiamo
se
per
colpa
di
straniere
potenze
come
affermano
alcuni
,
o
per
cocciutaggine
settaria
di
certi
liberali
,
e
per
male
arti
degli
intransigenti
,
mentre
noi
ne
fummo
dolentissimi
,
non
ci
perdemmo
d
'
animo
,
e
la
Rassegna
nostra
mantenne
intatte
le
sue
aspirazioni
,
le
convinzioni
sue
,
giacché
ritenne
giustamente
che
ciò
che
non
era
avvenuto
potrà
un
giorno
accadere
.
Per
schiarire
ogni
equivoco
,
innanzi
tutto
dichiariamo
che
noi
laici
cattolici
,
i
quali
caldeggiamo
la
conciliazione
e
la
crediamo
ancora
possibile
in
un
avvenire
più
o
meno
prossimo
,
non
pretendiamo
né
abbiamo
mai
preteso
di
dar
consigli
al
S
.
Padre
che
rispettiamo
e
veneriamo
.
Ossequenti
a
Lui
in
tutto
ciò
che
riguarda
il
dogma
e
la
morale
,
nelle
quistioni
opinabili
crediamo
lecitissima
una
giusta
libertà
di
apprezzamenti
alla
quale
teniamo
moltissimo
senza
punto
mancare
al
nostro
dovere
di
cattolici
.
Ed
infatti
lo
stesso
pontefice
Leone
XIII
nell
'
enciclica
Della
libertà
umana
scrive
:
«
Bensì
quando
si
tratti
di
cose
opinabili
lasciate
da
Dio
alla
discussione
degli
uomini
,
è
lecito
allora
,
e
ce
ne
dà
la
natura
stessa
il
diritto
,
di
sentir
come
meglio
ne
aggrada
,
ed
esprimere
liberamente
il
proprio
avviso
:
poiché
libertà
siffatta
non
torna
mai
di
pregiudizio
alla
verità
,
e
giova
sovente
a
farla
trionfare
»
.
In
base
a
ciò
non
pare
a
noi
irreverente
l
'
asserire
che
la
questione
romana
potrà
risolversi
restituendo
al
Pontefice
piena
ed
evidente
libertà
senza
menomare
l
'
unità
e
l
'
integrità
d
'
Italia
;
e
che
dobbiamo
essere
in
tutto
buoni
cattolici
e
buoni
italiani
.
Lasciando
adunque
da
parte
le
modalità
di
un
accordo
,
lasciando
da
parte
se
questo
possa
avvenire
presto
o
fra
molto
tempo
,
vogliamo
lavorare
per
renderlo
possibile
.
Come
italiani
crediamo
nostro
dovere
procurare
il
bene
della
patria
,
nostro
dovere
difendere
le
coscienze
dei
nostri
figli
dalla
invadente
istruzione
atea
e
materialistica
,
la
nostra
proprietà
dal
socialismo
minacciante
,
la
famiglia
da
una
dissoluzione
dissenata
,
la
donna
da
una
trasformazione
sconveniente
alla
sua
natura
;
crediamo
nostro
dovere
preparare
ai
figli
nostri
una
condizione
migliore
,
per
modo
che
essi
possano
mostrarsi
apertamente
cattolici
senza
pericolo
di
danneggiare
la
loro
carriera
,
per
modo
che
essi
abbiano
aperta
la
via
a
sodisfare
quella
giusta
ambizione
che
ognuno
può
sentire
,
senza
il
bisogno
di
rinnegare
o
di
nascondere
le
proprie
convinzioni
.
Per
questo
intendiamo
valerci
delle
armi
legali
consentiteci
dal
vigente
sistema
di
Governo
,
cessando
una
buona
volta
dall
'
astensione
che
ci
rappresenta
come
nemici
della
patria
,
che
ci
toglie
ogni
importanza
,
che
ci
lascia
in
balia
assoluta
delle
sette
.
Per
quella
giusta
libertà
che
dobbiamo
avere
nelle
cose
disputabili
ci
è
lecito
prender
parte
alla
pubblica
vita
senza
bisogno
di
andare
ogni
momento
a
bussare
alle
porte
del
Vaticano
per
domandar
permessi
con
inopportuna
insistenza
;
la
quale
,
crediamo
anzi
,
causa
non
ultima
del
ripetersi
del
Non
expedit
,
che
taluno
vedrebbe
volentieri
convertito
in
aperto
Non
licet
.
Se
nella
dichiarazione
principale
della
Sacra
Penitenzeria
vi
è
il
divieto
,
nelle
seguenti
spiegazioni
è
lasciata
a
ciascuno
libertà
di
agire
secondo
coscienza
;
il
divieto
è
in
genere
,
in
pratica
poi
ognuno
dovrà
regolarsi
come
meglio
crede
.
Il
fatto
stesso
ha
dimostrato
ai
dubbiosi
questa
verità
,
giacché
in
varie
occasioni
i
cattolici
hanno
votato
,
e
nelle
ultime
elezioni
generali
Pisa
ce
ne
dette
una
prova
luminosissima
,
poiché
quasi
tutti
gli
elettori
accorsero
all
'
urne
,
e
in
una
recente
elezione
parziale
moltissimi
cattolici
hanno
votato
e
alcuni
seguaci
in
teoria
dell
'
astensione
hanno
incitato
a
votare
;
né
poteva
essere
altrimenti
poiché
è
impossibile
distaccare
affatto
,
per
un
tempo
tanto
lungo
,
un
gran
numero
di
persone
da
ogni
interesse
,
e
quando
non
è
dato
lavorare
per
gli
interessi
morali
si
lavora
per
quelli
materiali
.
Il
non
expedit
,
nella
campagna
singolarmente
,
non
è
osservato
che
da
pochissimi
;
per
cui
le
masse
si
abituano
a
seguire
e
obbedire
le
persone
influenti
di
altri
partiti
.
Il
non
expedit
è
così
poco
seguito
che
non
l
'
osservano
neppur
tutti
i
Sacerdoti
,
alcuni
dei
quali
votano
o
fanno
propaganda
manifesta
per
chi
promette
loro
restauri
alla
Chiesa
,
alla
Parrocchia
,
al
Campanile
,
o
per
chi
fa
qualche
dono
in
arredi
sacri
paghi
di
questa
sola
dimostrazione
di
credenza
religiosa
,
senza
nemmeno
curarsi
di
sapere
quali
opinioni
andrà
a
sostenere
alla
Camera
quel
loro
beniamino
;
e
spesse
volte
appunto
e
certi
sacerdoti
e
alcuni
astensionisti
votano
proprio
quando
il
non
expedit
sarebbe
diventato
un
non
licet
,
poiché
votano
per
uno
che
,
in
Parlamento
,
combatterà
le
credenze
cattoliche
.
È
dunque
opportuno
cessare
dall
'
astensione
,
ed
occuparsi
seriamente
per
il
trionfo
dei
candidati
non
avversi
al
sentimento
religioso
o
almeno
dei
meno
avversi
,
ché
anco
questo
è
un
bene
.
Se
vogliamo
,
o
prima
o
poi
,
come
noi
desideriamo
vivamente
,
giungere
a
una
cessazione
del
dissidio
,
è
necessario
preparare
il
terreno
nella
patria
nostra
,
facendo
argine
al
diffondersi
della
miscredenza
e
delle
idee
sovversive
;
e
per
ottener
questo
,
evidentemente
non
abbiamo
altro
modo
che
prender
parte
alla
vita
pubblica
,
formando
un
partito
schiettamente
nazionale
e
francamente
rispettoso
del
sentimento
cattolico
;
schiettamente
nazionale
,
perché
altrimenti
sarebbe
inutile
qualunque
azione
,
che
anzi
sarebbe
funesta
e
non
ad
altro
valida
che
ad
accrescere
i
pregiudizj
contro
il
cattolicismo
e
l
'
antipatia
contro
i
cattolici
.
Meglio
cento
volte
l
'
astensione
,
che
noi
vivamente
deploriamo
,
di
un
'
azione
con
fini
antinazionali
.
La
massoneria
e
certi
liberali
a
parole
,
nemici
del
sentimento
religioso
,
abilmente
valendosi
di
tutte
le
circostanze
propizie
,
alcune
delle
quali
fornite
loro
da
certa
stampa
cattolica
,
hanno
saputo
far
nascere
la
convinzione
fra
noi
che
i
cattolici
siano
nemici
della
patria
;
e
a
forza
di
ripetere
queste
calunnie
per
mezzo
della
stampa
che
fra
l
'
una
e
gli
altri
hanno
a
loro
disposizione
,
son
riusciti
a
formare
una
corrente
di
impopolarità
verso
ogni
persona
che
apertamente
si
dimostra
cattolica
.
Bisogna
adunque
far
cadere
questi
equivoci
,
che
valgono
tanto
ad
infiacchire
i
caratteri
fino
al
punto
che
si
vedono
non
pochi
serbarsi
cattolici
in
famiglia
,
e
mostrarsi
in
pubblico
sprezzanti
di
ogni
credenza
;
oppure
,
per
contrabbilanciare
la
religiosità
loro
,
corteggiare
i
massoni
cercando
di
averli
colleghi
nelle
pubbliche
amministrazioni
,
mostrandosi
eccessivamente
deferenti
ad
ogni
loro
desiderio
.
Bisogna
adunque
spezzare
questa
calunniosa
catena
che
ci
hanno
avvinto
al
collo
,
mostrando
a
tutti
gli
onesti
la
falsità
di
cosiffatte
insinuazioni
;
bisogna
lavorare
per
il
bene
stesso
della
patria
nostra
a
conservar
intatta
la
credenza
religiosa
.
Sappiamo
bene
che
la
questione
della
libertà
del
Pontefice
è
soprannazionale
,
in
quanto
che
a
tutti
i
cattolici
interessa
che
il
capo
della
religione
sia
indipendente
;
ma
siccome
non
vogliamo
che
sia
risoluta
da
una
guerra
,
né
il
Pontefice
stesso
ciò
vuole
,
come
lo
ha
dichiarato
più
volte
,
bisogna
pur
necessariamente
che
della
giustizia
di
un
accordo
sian
persuasi
gli
Italiani
o
almeno
quegli
Italiani
che
hanno
in
mano
il
potere
.
Tutte
le
altre
vie
non
potranno
condurre
che
a
soluzioni
imposte
,
che
non
saranno
mai
vere
e
proprie
soluzioni
,
tali
cioè
da
ridonare
alla
Chiesa
una
pace
stabile
,
e
tranquillità
all
'
Italia
;
né
senza
il
consenso
dell
'
Italia
potremo
sperare
in
un
accordo
durevole
neppur
da
una
azione
diplomatica
,
poiché
,
evidentemente
,
o
questa
si
limiterebbe
ad
un
semplice
voto
platonico
,
e
non
avrebbe
effetto
veruno
;
o
dovrebbe
esser
accompagnata
da
una
guerra
,
ed
avremmo
da
capo
una
soluzione
che
non
vogliamo
e
che
in
ultimo
sarebbe
dannosa
alla
Chiesa
stessa
,
poiché
recherebbe
seco
come
conseguenza
l
'
allargarsi
della
miscredenza
e
della
ostilità
verso
la
Chiesa
in
Italia
.
Bisogna
adunque
persuadere
gl
'
Italiani
stessi
della
necessità
di
un
accordo
,
e
noi
laici
per
ottener
questo
non
abbiamo
altro
campo
che
il
politico
.
Serviamocene
adunque
francamente
e
lealmente
.
So
che
vi
saranno
persone
che
ci
daranno
degli
utopisti
;
e
sia
pure
.
Ad
ogni
modo
la
nostra
sarebbe
una
bella
utopia
,
giacché
davvero
non
è
spregevole
ideale
cercare
di
armonizzare
il
sentimento
nazionale
col
sentimento
religioso
,
riportando
la
pace
fra
l
'
Italia
e
il
Papato
.
Utopisti
saremmo
se
coll
'
azione
nostra
pretendessimo
di
fare
sparire
il
male
dal
mondo
,
ma
noi
non
abbiamo
mai
avuto
simiglianti
pretese
,
e
saremmo
paghi
e
sodisfatti
anche
se
ci
riuscisse
soltanto
di
impedirne
una
parte
.
A
chi
poi
volesse
obiettare
che
oramai
è
tardi
,
si
potrebbe
rispondere
che
,
se
è
tardi
,
non
è
per
colpa
nostra
;
ma
noi
non
crediamo
ancora
impossibile
od
inefficace
ogni
azione
da
parte
nostra
,
poiché
Dio
ha
fatto
sanabili
le
nazioni
.
E
quando
anche
,
sciaguratamente
,
non
riuscissimo
a
nulla
,
avremmo
almeno
scagionato
i
cattolici
dalla
grave
responsabilità
di
aver
contribuito
essi
pure
colla
loro
inerzia
alla
rovina
della
patria
;
né
questo
ci
parrebbe
resultato
affatto
meschino
.