Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
> autore_s:"MORASSO MARIO"
LA MIA COMPAGNA ( MORASSO MARIO , 1905 )
StampaPeriodica ,
Bisogna vederla quando io la invito a una gita sul mio minuscolo automobile ove a stento posso trovare un posticino e non molto comodo per lei ! La gioia entra in lei e la anima come la brezza nella vela . Il suo volto si increspa di sorriso , i suoi occhioni azzurri si rischiarano e brillano , le sue manine paffute battono l ' una contro . l ' altra giocondamente . Non fa tardare mai il consentimento , non è mai di mala voglia , non ha mai alcuno di quelli impicci femminili che capitano espressamente per mandare a monte i divertimenti meglio improvvisati . È sempre pronta e felice . Non c ' è mai pericolo che l ' invito la contrarii . La sua gioia si muta poi in fervore . Ella si veste , si appresta in due minuti , provvede a tutto ciò che le occorre , nulla dimentica . Anzi ricorda a me le cose necessarie ; va lei alla ricerca degli strumenti che possono abbisognare alla nostra macchina . Pensa alla chiave inglese e all ' oleatore , si mette in tasca del filo di ferro , delle pezze di gomma per medicare le ferite dei pneumatici , mi domanda se ho preso la manopola e la spina per il contatto elettrico , e fila giù per le scale prima ancora che io mi sia calcato sulle orecchie il berretto . Nel portico di casa ella entra in funzioni . Si tratta di estrarre il nostro sbuffante veicolo dalla sua cella . Ella non si rifiuta alla fatica ! Eccola affaccendata a tirare una ruota perché la macchina possa svoltare dall ' andito , e poi afferrata all ' asse posteriore per trattenerla nella scesa dei due gradini che ci separano dalla strada . Siamo quasi al punto ; ella ispeziona un istante il motore , toglie via un po ' di fango disseccato dal lucido recipiente della benzina , dà due o tre colpetti al galleggiante del carburatore , come ha veduto fare da me , per assicurarsi che la benzina è arrivata , un ultimo sguardo a tutto l ' insieme e ... in sella . - È bella è , la nostra quaranta cavalli ! ella esclama con un sorrisetto di orgoglio . Non occorre che io dica che il modesto ruotabile che viene pomposamente gratificato di una cifra così ingente di cavalli , non arriva a quattro . Ma il mio camerata in gonnella è ottimista e poi sente l ' amor proprio del proprietario , così da moltiplicare per dieci la forza del motore . Io mi arrampico per primo , mi accomodo in sella , dispongo le manette del gaz e della accensione per la partenza e poi l ' aiuto a salire . L ' impresa non è facile , sempre per la ristrettezza del posto . L ' afferro sotto le braccia la sollevo , ella sgambetta in aria , finché si appoggia più che non si sieda , su un mio ginocchio , punta i piedi sulla forcella della ruota davanti , si calca il berretto sugli occhi facendo sporgere ben innanzi la visiera , si accomoda i grossi occhiali sul nasino , e quando è convinta che la sua tenuta da chauffeuse è perfetta domanda : Andiamo ? Posso mettere il contatto ? - Via ! rispondo . Gravemente ella gira la manopola , compresa del miracolo animatorio che sta per compiersi , mentre con l ' altra mano si trattiene , aggrappandosi , al mio braccio . Siamo in un momento critico . Il demarrage della macchina non è tra i più facili , io debbo prima che il motore si avvii dare due o tre colpi di pedale . Per questo movimento un po ' brusco ella che non aveva altro sostegno che il mio ginocchio destro , si trova improvvisamente sbalzata su e giù alternativamente come se navigasse su un cattivo battello attraverso la Manica , durante una raffica . Ma neanche questo sballottamento la mette di cattivo umore , tutto al più le sue dita si contraggono più strettamente sul mio braccio per conservare l ' equilibrio . Per fortuna la raffica dura poco , il motore inizia la serie confortante dei suoi scoppi regolari che diventano sempre più frequenti come gli spari di molti fucili a ripetizione . Quello strepitio ritmico che fa voltare i passanti con un viso arcigno giunge alle nostre orecchie dolce come una musica . Non arriviamo come quel tale chauffeur maniaco a preferirlo a un motivo del Parsifal , tuttavia in quell ' istante ci riempie di contentezza . È il segnale che tutto va bene . E non è poco ! Veramente io mi sono affrettato troppo a rallegrarmi , poiché a cento metri da casa , proprio mentre ci si presenta un ' ardua salita sento che il motore cala e crepita più sordamente . Capisco che nella precedente agitazione delle sue gonne si deve essere spostata la manetta del gaz , forse si è quasi chiusa . Ma io non la vedo . E muovere le braccia è pericoloso poiché ella vi si appoggia . D ' altra parte non c ' è da esitare . - Stai attenta , debbo regolare l ' ammissione del gaz ! Ella ha capito , lascia andar le braccia , si afferra al manubrio . Io corro alla ricerca della manetta ribelle , la apro , si riparte a grande velocità . La salita è superata , siamo in cima , ella si rivolge , nel suo viso scintilla la soddisfazione della vittoria . - Hai visto , ella dice , come va bene ? Corre è ? È forte ! Non ha neanche sentito la salita . Come è bravo , poverino . E nella sua effusione ella parla alla macchina come ad un vecchio ( e non ha torto ) e fidato amico : " Caro , mi piaci tanto tanto ! " E così dicendo carezza con la mano il manubrio . La mossa è stata un po ' azzardata , ha cambiato le nostre condizioni di stabilità . Sento la mia compagna che scivola giù pian piano dal ginocchio . Decisamente la nostra vettura non è fatta per due . Ella però sta in guardia e , da svelto acrobata , puntellandosi con braccia e mani al manubrio come i ginnasti quando girano attorno alla sbarra si ricolloca ridendo su quell ' incerto sedile che è il mio ginocchio indolenzito . Ora si marcia , siamo usciti dalla città , davanti a noi si apre una lunga strada diritta , fiancheggiata da grandi platani . Sembra di camminare in un bel viale . Non ci sono né bestie né uomini in vista . Posso affidare una parte della manovra alla mia compagna che ne freme di voglia . Già si è voltata parecchie volte per mostrarmi il suo visetto desideroso e i suoi occhi interrogativi . Ella palpita di aspettazione . Niuna cosa le potrebbe fare maggior piacere del consentimento che io sto per darle . - Vuoi guidar tu ? io le chieggo . Non ho ancora finita la domanda che ella mi risponde con tre sì uno più giulivo dell ' altro . - Stai attenta al contatto , io l ' avverto . Se vuoi fermare non hai che da voltarla in dentro . Ma ella lo sa e questa volta mi risponde un sì quasi indispettito , mentre si impadronisce del manubrio che le sue manine di fata non riescono neppure a stringere interamente . Per ogni buon fine io rallento un po ' l ' andatura , ma ella vuol correre , e mi incita : Via , via ! Metto un po ' di avance , la corsa si accelera . Via , via ! ella ripete . Ed ella è veramente bellissima così infervorata dalla ebbrezza della corsa . Dà gioia a vederla . Ma ancora più ammirevole è la sua posa , è l ' intensità della sua attenzione . Pare un corridore su un formidabile arnese di velocità . Il corpo è incurvato sulle braccia fissate alle estremità del manubrio , il capo col berretto calato sotto le orecchie e con gli occhiali che lo ricoprono per metà è tutto proteso in avanti con un gesto risoluto e scrutatore . Ella vibra all ' unisono con la macchina , le due vite si fondono in una . Io non la ho mai veduta così assorta , io son sicuro che non passa in lei una sola sensazione estranea al suo atto . Ha posto tutta sé stessa in quella funzione , come se compisse qualche cosa di solenne , di decisivo , qualche cosa che la innalza ad una altezza sconosciuta . Il mondo , io compreso , è scomparso per lei . E per richiamarla a me e alla realtà medito un piccolo tranello . Senza che però ella mi sproni , aumento io la velocità , metto progressivamente più avance . Come un sensibile puledro la macchina sente la spinta , il suo galoppo si fa più rapido , lo strepito del motore si è convertito in un ronzio . Si vola . Naturalmente i miei piedi sono sul freno e una mia mano di nascosto tiene il manubrio . Ah ecco che essa si volta , nulla dice , si rivolta ancora , non vorrebbe farlo parere . Non ride più , il suo suddito è diventato ora più forte di lei . Ella ne ha la coscienza vaga e nel suo voltarsi verso di me vi è come la richiesta di un supplemento di autorità . Finalmente si decide : Non ti pare che vada troppo presto ? E con la manina fa compiere un mezzo giro alla manopola e toglie l ' accensione . Il piccolo gesto le ha ridato tutta la fiducia , le ha mostrato tutta la sua potenza , poiché è stato sufficiente a tagliare il tendine del mostro dianzi indomabile . E sotto gli occhiali che le nascondono mezzo viso scorgo i suoi occhi lampeggiare di fierezza , come prima stavano per inumidirsi di lacrime . Mi avvedo ora che mi sono dimenticato di presentarvi la mia incomparabile compagna . Riparo alla dimenticanza . Ha cinque anni . È mia figlia .