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> autore_s:"MORASSO MARIO"
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I movimenti dello spirito si accelerano sempre più , come i movimenti della materia ; un determinato ciclo di idee non si è ancora affermato nelle anime e nelle opere di una razza che già un altro si prepara a contendergli il dominio , e un prossimo si feconda per sbalzare ambedue dalla vita . Il romanticismo , come orientamento della creazione letteraria , non è ancora scomparso oggi dalla scena del mondo , e , prima reazione , gli si parò contro il classicismo , come mezzo di passaggio all ' altra più potente reazione che fu il verismo . Questo non si era per anco rivelato in un solo nome , lo Zola , che già nei giovini era un fremere , un agitarsi , un delinearsi di tendenze nuove . La seconda reazione si elaborava , e pochi anni non trascorsero che essa , né pure organizzata in sistema , tanto che a noi che vi assistemmo rimase ignoto l ' insieme , sotto varie forme – spiritualismo , decadentismo , simbolismo , misticismo , semplicismo – diede le prime battaglie . I lottanti erano però quasi tutti uomini nati prima del 70 , tanto in Francia dove il movimento si accennò , quanto in Italia dove più tardi , vale a dire ai nostri giorni , fu seguito . Queste prime lotte presero a svolgersi dal 90 e , aiutati i novatori da un corrispondente movimento che si operava in altri campi , nella scienza e nella politica , parvero proprio in questi ultimi anni trionfare , specie con l ' aiuto di tutta una coorte di combattenti scesi dal Nord per dare il colpo di grazia all ' antico immenso genio latino . Parvero per un istante rinnovarsi le epoche nefaste quando i fratelli contro i fratelli chiamavano in soccorso lo straniero : per questo la folla , cioè lo strato primitivo della razza , non si accordò simpaticamente ai nuovi , ma parteggiò con i vecchi , non tanto , come noi credemmo , per avversione ai recenti ideali , quanto per solidarietà inconscia con le tradizioni etniche con lo spirito nazionale , di cui i vecchi apparvero i depositari e i difensori . I giovani simbolisti , mistici ecc . , non considerarono questo elemento di debolezza che avevano in sé , anzi quasi a bella posta esagerarono nel cosmopolitismo . La vittoria appariva vicina : le schiere ausiliarie scese dal Nord sotto grandi capitani , Wagner , Ibsen , Tolstoi , ecc . , occupavano le capitali latine , gli iniziatori del movimento avevano raggiunto la celebrità , i critici o applaudivano , o erano ridotti al silenzio ; gli oppositori , forse per inattitudine nulla creavano più di buono , apparivano come maligni o come invidiosi del successo delli altri , ma la razza , la folla , la nazione non era convinta , anzi era ostile . Questo lo stato delle cose del ieri , a cui niuno finora , specialmente in Italia , pose mente . Da una parte perché i fatti essendo troppo vicini , parlo del 1896 , impediscono all ' osservatore di coglierne la significazione sintetica , dall ' altra perché distratti in questioncelle piccine e personali , autori e critici si perdono dietro Tizio e Caio , non vedendo quanto si matura sotto gli occhi loro . E poi come potevano fare i nostri autori o i nostri critici a sentire questi ultimi palpiti della coscienza artistica quando eglino ragionano e discutono ancora sopra movimenti e lotte di più che dieci anni addietro ? Gabriele d ' Annunzio è a pena giunto ora a quel grado di evoluzione artistica cui altrove si era pervenuti prima del 90 , e i suoi corifei da una parte vanno in estasi , per quelle novità stantie , mentre gli avversari gridano dall ' altra esterrefatti al pazzo iconoclasta ; in Francia ormai è anche scomparsa la memoria delle cause che qui producono ora l ' agitazione . Gli altri poi sono ancora a trastullarsi nell ' altalena del romanticismo e del verismo , e buon pro lor faccia . Come tutta questa gente arretrata , che vede ancora al pari di un ' alba turbatrice e ignota gli ideali spiritualistici , simbolici etc . , poteva mai avvedersi , che questo movimento di reazione , già altrove affermatosi , conteneva in sé il seme della propria decadenza , seme che a punto comincia a svilupparsi in una terza reazione ? Ormai le scipite discussioni sopra quelli che i critici italiani chiamano i folli tentativi dei simbolisti , dei mistici , e le ancor più sciocche o invide irrisioni dei giornaletti o dei vecchi autori per quei giovani letterati nostri , che hanno il coraggio oggi di far del nuovo accogliendo tendenze divenute fuori di qui oggetti da museo , è a sperare che cambino solfa . Questi agitatori novatori del ieri sono finalmente vecchi , poiché di fronte a loro sorge un ' insegna novella , per cui loro s ' impone o la trasformazione o il passaggio fra i conservatori . È la terza reazione che si forma e chi la imprende sono anime nuove ; una data profonda , assai più distaccante che non quella che segna la fine di un secolo , le separa dalle anime precedenti : Il 70 . E la reazione è diretta contro tutto quell ' insieme di tendenze artistiche che dal 90 al 96 si esplicarono nella letteratura europea rivolte specialmente contro il verismo ; è diretta quindi contro il simbolismo , contro il decadentismo , contro il misticismo per tutta quella parte di artificiosità in cui si è esagerato la tendenza primitiva e vera di ognuna di quelle scuole ; è diretta contro l ' indeterminatezza , la nebulosità , la negazione della forza e della vita ; è diretta contro la posa , la preziosità , l ' alterazione dell ' anima e delle cose ; è diretta infine contro lo straniero , contro le falangi nordiche che mediante l ' adito letterario oggi stavano per opprimere la latinità di un più pesante servaggio che non le orde barbariche sul suolo di Roma , che non i soldati austriaci le pianure di Lombardia , che non le schiere germaniche la capitale della Francia . La terza reazione si incarna nelle pure fonti eterne e solenni dell ' arte nazionale , nella semplicità , nella forza , nell ' anima e nella terra natale . Nati dopo il 70 , tanto in Francia come in Italia due grandi fatti hanno dato una impronta peculiare all ' anime nostre ; impronta che non può a meno di farci sentire e pensare in un modo a fatto diverso da quello della generazione che ci precedette anche di un solo anno . In Francia la sconfitta , in Italia la conquista di Roma . Noi siamo nati quando questi due eventi si erano compiuti , il ricordo oscuramente adunghia la coscienza nostra , su di noi pesa il fato che da essi deriva e che si riassume nella risurrezione del sentimento nazionale , nel culto della forza e della terra nostra , nella visione del robusto eroe latino che accenda la gloria futura di nostra gente . I giovani francesi sono portati a questi sentimenti dall ' onta patita , dal desiderio incommensurabile della rivincita . Nati in uno spasimo di dolore e d ' ira , eglino fin sulla loro culla hanno sentito insieme al sacro ricordo delli eroi morti valorosamente nella sconfitta , insieme all ' urlo di esecrazione per i vincenti , le parole della rivincita ; e il fiero proposito che fa della Francia un ' anima sola è sangue del loro sangue , carne della loro carne . Adulti hanno assistito al riassodarsi delle forze nazionali , hanno inteso che la rivincita era a prezzo di una ricostruzione dell ' edificio gallico da opporre a quello germanico ; niuna infiltrazione , niuna debolezza doveva apparire nella coscienza nazionale , bisognava essere più francesi di prima . Potevano i giovani letterati avere un ' anima diversa ? No , dunque ecco la reazione . Nella letteratura dei ventenni , nulla di straniero anzitutto , non si combattono ancora battaglie ma si creano dei poemi , dove tutto l ' interno concitamento aspirante alla nuova gloria della razza , prorompe magnificamente violento , splendido e felice in lode delle feste dell ' uomo , nell ' esaltazione della forza civile e nazionale che muove le ricchezze della patria , che feconda il suolo della patria , che conduce in pastorizia le greggi della patria . E così cantano e così scrivono i nuovi autori francesi dal loro capo Saint - Georges de Bouhélier ai gregari Michel Abadie , André Gide , Paul Fort , ecc . Noi giovani italiani che nascemmo nel Regno nostro illuminato dalla face eterna di Roma nostra , sentiamo pure dall ' anima prorompere la reazione . A differenza della gioventù francese noi fummo concepiti in una esplosione di gioia in una rinnovazione gioconda della coscienza nazionale ; ma nella nostra infanzia , leggende più eroiche delle antiche , ascoltammo dovunque il racconto delle opere dei padri . Ogni frammento di cosa che i nostri occhi nuovi contemplavano conservava l ' aureola della temeraria epopea ! Ma ben presto nelle anime giovinette si fece luce il dovere superbo , genitura del fato di Roma , il dovere di dare alla patria sentimento di sé . E per noi pure si impose la necessità di ringagliardire lo spirito nazionale , di ricostruire moralmente la razza in una organica unità etnica che grado grado raggiungesse nell ' Europa se non il primato certo uno dei posti maggiori . Quindi non solo il bisogno di mantenerci puri , ma di far rifecondare nell ' intimo del cuore quei mirabili germi della Latinità , che soltanto la mancanza di indipendenza e personalità avean tenuto prima infruttiferi , ma pronti ora a rifiorire , come quei grani di frumento che dopo 6000 anni dalle tombe egiziane fruttificarono il pane sotto il nuovo sole . A noi più ancora che ai giovani francesi si infiamma nell ' anima rigogliosa il grande mistero della razza millenaria da tutelare , l ' incommensurabile virtù dell ' eroe latino da celebrare , la sovrumana bellezza della terra nostra da lodare ; e noi più ancora che i francesi la data della nostra concezione , avvenuta dopo il 1870 separa con più nitido segno dai nati anteriori . Non solo perché l ' ideale della raggiunta unità romana è ben più attivo che non quello di una rivincita , ma per l ' enorme significato che Roma , usbergo e speranza nostra , diffuse sulle nostre future azioni . È indubbio quindi che quelli fra noi che oggi si sono dati alla letteratura debbano sentire e operare in un modo tutto a fatto speciale e loro proprio , così da costituire con la loro attività una reazione letteraria alli ideali precedenti : reazione all ' invasione straniera , reazione a tutto ciò che tenta di deviare o di sminuire la reintegrazione della nostra genialità nazionale . Finora noi procedemmo con timidi conati singolari , l ' ora nostra non era giunta ; adesso nella gagliarda fioritura della nostra giovinezza immune da ogni traccia antica , dobbiamo riunirci , conoscerci , avanzare nella vita e operare a seconda di quello spirito nuovo e personale che speciali contingenze ci hanno dato . Io rivolgo l ' appello da queste colonne scevre di vecchie debolezze a tutti coloro che nacquero nelle albe novelle dopo la grande data , i quali sentono fortemente la gloria della loro giovine individualità nuova e staccata da tutte le forme letterarie vigenti e che hanno volontà di affermarla potentemente e originalmente nelle creazioni del genio latino . Io so che questa voce non sarà perduta , mille anime vibrano di impazienza come la mia fra tutti questi artifici di simboli , di forme estetiche ormai passati ; noi vediamo sulla vetta massima dell ' alpe la fiamma intatta della bellezza nostra .
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Davanti allo spettacolo del popolo italiano nell ' esercizio di una funzione politica universale , quella della elezione dei deputati , le anime più elevate e più giovini sono rimaste indifferenti , come se l ' evento non valesse la pena della più lieve attenzione o si svolgesse in un ambiente e con interessi del tutto appartati . Non uno di noi , spiriti nuovi e aperti a tutte le manifestazioni dell ' umanità , non uno di noi , intelletti moderni e idonei ad accogliere tutta l ' eredità del passato per imporre su di essa l ' impronta nostra , non uno di noi , coscienze limpide , in cui la realtà si palesa nelle sue rappresentazioni essenziali e si elabora in modo da riespandersi in forme scientifiche o letterarie , non uno di noi , sui quali pesano i destini futuri della nazione e della razza si preoccupò del fenomeno che avveniva sotto gli occhi nostri . E pure noi ci diamo vanto di universali , e anzi facciamo consistere una delle nostre massime virtù , di cui si onora l ' uomo moderno , nell ' accogliere dentro l ' anima le manifestazioni più diverse del mondo , così che la coscienza nostra , come un immenso e molteplice sensorio , rifletta in forme spirituali l ' agitazione dell ' universo . E pure noi raccogliamo a ogni giorno , nella fulminea e molteplice successione di impressioni che traversa il nostro spirito cosciente , innumerevoli fatti dei quali le generazioni che ci precedettero non avvertirono quasi l ' esistenza , e non solo , ma di tutti i fatti noi giungiamo a comprendere qualche cosa di più e di diverso di quanto non si comprendeva prima e sappiamo cogliere una realtà più profonda , più generale , meno mutevole di quella intesa dalli antichi osservatori . E allora come mai questo , delle elezioni , che pur è un avvenimento umano , e non dei più lievi , ma che riguarda non solo psicologia , sociologia etc . ma ben anco la pratica esistenza e l ' affermazione di un dominio – e noi a giusta lode siamo assai sagacemente positivi per non trascurare questo lato delle cose – come mai questo fenomeno passò per noi inosservato ? Per rispondere non ripetiamo , per carità ! gli sciocchi argomenti delli ignoranti illusi , dei romantici di vecchio stampo , delli austeri patrioti , delli inetti scrittori politici quotidiani ! Non invochiamo o il disgusto per la corruzione parlamentare e politica , o la mancanza di idealità , o lo spregio del potere , o l ' incompetenza di noi scrittori veri per l ' arzigogolo politico , poiché ogni parola oltre all ' essere bugiarda sarebbe anche una misera assurdità . Questa ormai è roba da museo o da ospedale ; sono ragioni cioè buone per i poveri vecchi unilaterali e stanchi , per i poveri uomini diminuiti e incapaci e per quei disgraziati giovini ancora più poveri , che della vita moderna nulla capiscono . Noi non sentiamo disgusto alcuno per la corruzione politica , anzitutto perché la corruzione è una parola priva di senso , in secondo luogo poi perché , anche dato il significato comune , questa non è né più né meno di tutto quanto ci sta attorno nella società borghese e però , se bene noi non ci adatteremmo mai a niuna diminuzione morale di noi stessi , abbiamo non di meno la sincerità di affermare che essa non tocca per nulla la nostra emotività . Ma ripeto la ragione principale è perché la parola stessa di corruzione noi non la abbiamo sentita pronunciare se non per esprimere lo sfogo ipocrita dell ' impotente che non può porre in opera ciò che un altro fa , così che corruzione , non solo è un vocabolo assurdo se spregiativo , ma contiene un concetto falso , perché al più delle volte esso si riferisce solo ad una data serie di azioni , che non hanno altro torto che quello di essere o diverse da quelle che tutti compiono ( e quindi possono anche essere migliori ) o più intense ( e quindi più opportune e rapide a raggiungere lo scopo ) . Non è poi sicuro per mancanza di idealità che non ci accostiamo alla lotta politica . Le idealità noi le abbiamo in noi e con noi sempre fulgide , solenni , vigorose come fiamme pure nella solitudine dei cieli notturni . E però a qualsiasi cosa noi avviciniamo l ' anima nostra , a qualsiasi impresa noi associamo l ' anima nostra , le idealità non difettano mai . Nelli atti stessi più abituali , quelli del mangiare , del vestire , dell ' amare , dove idealità per la buona gente borghese non esiste o esiste falsa , come nell ' amore , noi sappiamo porre e elaborare e perseguire un quid novi che è all ' infuori dell ' atto stesso , che oscilla in un campo più alto , in quello dello spirito . Io bacio una donna non col solito bacio , non per baciare , ma nel bacio aduno , mediante una rapida e intensa riflessione psichica , una serie di moti e di elementi da cui risulti una impronta particolare e una finitezza completa dell ' atto , talché il bacio viene fatto sullo schema dell ' opera ideale più complessa e in vista di uno scopo altrettanto ideale di quello che ha colui che scrive un romanzo . Oh d ' accordo che le idealità vecchie hanno fatto bancarotta in politica , e che oggi sono scomparse dalla politica completamente . Ma questo anzi è un bene e un progresso . Tante bestialità di meno ! Chi ci crede infatti più ad esse ormai ? Tutto il programma della democrazia liberale , la quintessenza dell ' ottantanove , basata su tutte le libertà possibili , su tutti i diritti escogitabili , e quindi tutte le illusioni idealistiche dei nostri nonni e dei nostri padri in questa materia sono cadute rovinosamente ; e oggi farebbero ridere noi uomini di scienza e di pratica , quei pochi avanzi che in esse si sono fossilizzati , se non pensassimo all ' immenso sciupio di forze fisiche , morali , economiche , politiche e sociali che quelle illusioni sono costate , ai mali che hanno prodotto , là dove si vollero attuare , all ' inesorabile tenebrose di cui hanno ricoperto le menti dei governanti . Per fortuna nostra e delli altri noi non siamo più guastati da queste fisime e da questi errori , ma abbiamo idealità ben più sublimi e vaste da inseguire nel campo politico , a cominciare dalla fortuna nostra fino alla utopistica visione di una libertà e di un diritto tale che niuno seppe finora concepire . Tanto meno poi invochiamo l ' oraziano procul negotiis riferito alla politica ! Perché artisti , perché letterati , perché studiosi dubitiamo forse di saper conciliare le tendenze dell ' anima nostra con le necessarie qualità che occorrono nell ' uomo politico ? No certamente , anzi per la testimonianza sincera della nostra coscienza noi sentiamo insita in noi la condizione del Potere e comprendiamo benissimo che essa non ci porrebbe affatto in antagonismo con noi stessi . Ormai è ben lontana dal nostro modo di fare la condotta del poeta passeggiatore fra le nuvole , asceta da quinto piano , alcoolista da bettola e inetto a ogni espansione pratica di vita , o la condotta dello scienziato ignaro del mondo , chiuso fra i quattro libri , sudicio nell ' abbigliamento e orso nelle relazioni sociali . Tanto l ' arte quanto la scienza vivono oggi con la realtà sotto la fiammeggiante e universale luce del sole , e il sognatore che si chiude nella sua camera o fra le cose morte è un debole , un vinto o un ignorante . La vita istessa che noi viviamo è per l ' intelligente un estetismo e una scienza . E però , tanto come modestia , quanto come superbia , il dire che noi preferiamo tenerci lontani dal governo del nostro paese è una menzogna ipocrita . Lo è nel primo caso perché noi ci sentiamo perfettamente capaci di reggere la pubblica cosa con assai maggior forza e senno che non coloro che oggi ne fanno parte , nel secondo caso perché non crediamo affatto che sia un male per noi o che sia indegno di noi il portare il nostro concorso al governo nazionale . E per ultimo niuno di noi vorrà certo dichiarare , per giustificare l ' astensione , la propria incompetenza a conoscere , ad apprezzare , a dirigere il fatto politico . Oh che di fronte a tutta la turba dei politicanti grandi e piccini noi non sentiamo divampare con ferace orgoglio la fiamma vivida della nostra superiorità ! Basta un qualunque atto , anche tra i più difficili e celebrati dei nostri uomini politici , basta un qualunque programma , fra i più elaborati e distillati dei nostri deputati e ministri perché noi , esaminandolo o leggendolo , non ci avvediamo subito non solo della loro pochezza ma di saper fare e scrivere altrettanto e meglio . Nelle azioni dei governanti non vediamo mai la determinante originale del genio , della volontà personale , che hanno saputo intuire una situazione , padroneggiarla e risolverla in vista di uno scopo prefisso , ma vediamo sempre l ' azione anonima e infinita di innumerevoli cause e forze trascinanti l ' opera individuale ; nei loro programmi poi , specie in Italia , noi possiamo trovare una siffatta miseria intellettuale e scientifica , una tale assidua banalità e ignoranza , dove non splende la più lieve originalità e vigoria , da farci persuasi che veramente noi sapremmo far meglio le mille volte . Ma allora quale è la ragione che ci tiene lontani dall ' ambiente politico e che ci fa assistere con un biasimevole fakirismo alla evoluzione politica ? Ragioni vere a parer mio non ce ne sono , ci sono soltanto dei pregiudizi , delli errori , e delle costrizioni che pur troppo incombono ancora sulla nostra volontà . Il primo è appunto il pregiudizio della volgarità . Da una parte i nostri padri e i sopraviventi delle generazioni passate , sorti in epoche di formazioni e di lotte , mentre il corroso edificio della fede e della scienza tradizionale crollava e sfolgorava fascinante l ' atavica brama dell ' indipendenza e unità della patria , con i loro entusiasmi quarantotteschi , con la loro retorica politica e la corrispettiva ignoranza sociale , dall ' altra la turba attuale di quei giovini romantici , poveri esaltati e privi di cultura moderna con la loro demagogia romorosa , con le loro anticaglie sentimentali hanno gettato il discredito sulla politica e su chi se ne occupa , talché uno di noi teme l ' accusa di volgarità e di ignoranza se fa per avvicinarsi all ' opera attiva del governo nazionale e si attribuisce a lode di starsene appartato pur soffrendo per l ' ignobile spettacolo che gli sta innanzi e che egli si sentirebbe in grado di correggere . Vi è d ' uopo dire quanto sarebbe facile il toglier via questo pregiudizio mediante la decisione unanime dei migliori di noi a sfidarlo entrando gagliardamente combattenti nel campo politico ? Il secondo è l ' errore di credere che l ' attività politica non ci porterebbe altro frutto se non quello di distrarci da opere migliori . Vedendo ciò che sono e che fanno anche gli uomini politici più eminenti , noi dubitiamo , seguendo quella via , di somigliar loro , cioè di nulla compiere di buono per noi e per gli altri . Ma , sì come io mi rivolgo a chi è capace di intendermi , basterà di far notare quale differenza di idee , di cognizioni , di anima sia fra noi e questi signori , quale diversa potenza psichica e fisica noi possiamo adoperare in loro confronto , per farci persuasi dell ' utilità dell ' opera nostra . Noi nella politica rimasta stazionaria nel suo sviluppo a mezzo secolo fa , abbiamo tutto da fare , e da guadagnare molto , noi e gli altri . La terza è la costrizione della tradizione e dei vecchi . E questa causa purtroppo è pur troppo in gran parte indipendente dal nostro volere . La tradizione impone come elemento imprescindibile per la qualità di uomo politico la vecchiaia , a causa della triste assurdità , che attribuisce il senno e la gagliardia a chi non può più fisiologicamente avere né l ' uno né l ' altra ; i vecchi poi si valgono della credenza favorevole per conservarsi i loro posti primi e per opporsi a chi si attentasse di disputarli loro . Qui sì che si conviene l ' azione nostra assidua , insistente , energica e associata al fine di demolire questa egemonia della vecchiezza , dovuta a una strana inversione del buon senso e della realtà ; qui conviene combattere , e aspramente , per far sparire la tirannide rimbambita della anzianità allo scopo di sostituirvi un regime giovane e salutare di energie vigorose e intatte . È immancabile che al primo assalto dato con oculatezza e vigore il sistema , che si impernia su i peli bianchi , si sfasci lasciando a noi libero il cammino del futuro dominio . Il risultato di questi tre elementi forma a sua volta un sentimento che è diverso da ognuno di essi e sta sopra a tutti e agisce come una forza a sé . Esso consiste per una parte in una specie di apatia intellettuale , per cui , all ' infuori delle dilettazioni immediate , noi consideriamo con una giustificata diffidenza tutte quelle altre azioni che importerebbero un dispendio della nostra energia , e davanti ad esse noi ci chiediamo : A quoi bon ? e sovente se non sempre la triste domanda accoglie la risposta negante ; per un ' altra parte in una specie di piacere riflesso che ci procura nel nostro riposo , nell ' economia delle nostre forze , nell ' impiego razionale che ne facciamo per i nostri esclusivi piaceri , lo spettacolo dell ' affannarsi che si dànno gli altri uomini per raggiungere la loro infelicità . In tal modo per soli sentimenti negativi noi ci appartiamo dalla vita politica rinchiudendoci a nostra volta in una esistenza interiore o in un àmbito ristretto dalla multiforme opera umana . Or bene questa lontananza è il nostro massimo torto e il nostro massimo errore . E tanto più è il nostro massimo torto , perché mentre noi ci appartiamo dalla vita pubblica si sta proprio compiendo in essa un fenomeno evolutivo dei più importanti e significativi del nostro secolo , il fenomeno cioè per cui si troveranno di fronte per la prima volta nel mondo i due soli partiti logici della società umana , quelli che disegnano come immense colonne miliari la partenza e l ' arrivo di ogni ciclo evolutivo sociale , così che da questo incontro sorgerà la fine di ciò che è attualmente e l ' inizio della nuova organizzazione futura . Dove potremo assistere mai a un fatto più grandioso per il risolvimento del quale sono necessarie tutte le forze migliori ? E tanto più è il nostro massimo errore , perché mentre sappiamo dolerci del mal governo che corrompe e opprime noi e altri , mentre sentiamo l ' insofferenza del comando e la voluttà del dominio , mentre critichiamo l ' altrui opera politica sapendone rilevare le assurdità e le inettezze , viceversa subiamo tutto passivamente stando a parte e non ci curiamo di occupare quelle alte posizioni che assicurerebbero facilmente a noi più che ad altri l ' egemonia sulle folle , e che domani corriamo il rischio di trovar occupate . Errore nostro tanto più imperdonabile in quanto ( lasciate pur ridere gli sciocchi ) con un piccolo sforzo noi possiamo riuscire al dominio e assicurarci l ' avvenire . Oh non è questo uno scopo ben degno , alto e vantaggioso per noi ? Venezia , aprile '97
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In un articolo precedente ho cercato di analizzare e di sceverare pregiudizi e ragioni che tengono lontani dalla vita pubblica italiana i migliori e più intelligenti fra i giovini nostri affermando a guisa di conclusione l ' importanza dell ' attuale momento politico rispetto a noi , e la facilità per noi di riuscire al dominio futuro . Ora ho pensato che non basta l ' affermare ma che per convincere bisogna dimostrare , ed è quello appunto che oggi voglio compiere . Per comprendere l ' enorme importanza del movimento politico odierno bisogna prima conoscere brevemente la teoria dei partiti politici . I partiti politici derivano inizialmente dai partiti popolari comprendenti tutta la massa di una popolazione , separati fra loro da differenze reali e naturali che , oltre che nella politica , si fanno sentire in tutte le altre esplicazioni della attività umana . Ma siccome in origine ai capi è delegata quasi onninamente la funzione politica , così per questi non è visibile e non ha importanza se non la differenza che esiste in questo àmbito . Con la specificazione sociale ai capi si aggiungono i loro aderenti , si forma cioè quella classe che si occupa della cosa pubblica , che si attribuisce il monopolio politico e che quindi a sua volta non sente che le differenze politiche . Ora avviene che sovente , per non dir sempre , sia scomparsa nelle masse di uno stesso popolo quella tal ragione di differenza che informava in modo diverso la condotta di una parte dei cittadini dalla condotta dell ' altra , e ad essa se ne sia magari sostituita un ' altra , mentre la prima differenza permane sempre nella classe politica , simbolo ormai di una realtà che non è più , proiezione permanente di un oggetto scomparso . Ma qui sta il punto . Fino a che il partito politico corrisponde a una differenza reale esplicantesi in tutti i membri della comunità anche per le altre forme dell ' umana attività oltre quella politica , il partito è vitale e logico , ha una ragion di essere e di vivere ; ma quando tale differenza è scomparsa , il partito è una etichetta che copre una bottiglia vuota , è una sopravvivenza inutile se non morbosa e dannosa . Ma quali sono queste differenze naturali e universali ? Ve ne sono di molte specie , che però per l ' economia della trattazione possiamo raggruppare in tre : politiche , religiose , sociali . Alli inizi delle società hanno il predominio le divisioni politiche non ancora localizzate in una sola classe di cittadini ma estendentesi a tutto il popolo o per meglio dire personificate nell ' uomo che riassume questo o quel gruppo di popolo . È naturale ; il fatto più importante delle società primitive è la guerra , le società constano di due elementi etnici – vincitori e vinti – la ricchezza sociale sta nella preda , e però la massa non può preoccuparsi che di queste cose , che sono di natura politica per quanto barbara e selvaggia . Quando poi dalla terra l ' orientamento delle anime e dei desideri si sposta verso il cielo , quando la preoccupazione più insistente e forte è quella religiosa , allora le divisioni delle masse diventano di indole religiosa , e questa impronta si riverbera anche nella politica , che già però fà corpo a sé con tutto ciò che si riferisce allo Stato e al Governo , e ché accoglie quindi le scissioni religiose . Ma ben presto l ' uomo stanco di annaspare fra le nubi , dal cielo torna in terra , e da principio è un gran da fare per dare assetto ordinato all ' ambiente nazionale in cui deve vivere , e magari per procurarselo . Rinascono quindi e ridiventano universali le divisioni politiche , meno barbare e più ideali delle antiche , ma pur sempre politiche , come quelle che si riferiscono alla integrità e indipendenza della patria , alla forma libera di governo , alla creazione di nuovi istituti nello Stato etc . etc . Finalmente l ' uomo comincia a pensare a sé . La nazione , lo Stato sono una gran bella cosa , ma l ' individuo che vive e sente ha pur le sue esigenze , i suoi bisogni , i suoi desideri , e vorrebbe soddisfarli ; ed eccoci alle divisioni sociali , nascenti appunto dal diverso modo con cui si vuole conseguire questo nuovo e più grande benessere . Ripeto qui , prima di andare avanti , che questo è un quadro grossolano , e che questa classificazione è fatta per la necessità della trattazione ; nella realtà le cose sono molto più complicate , le diverse categorie non sono certo così nitide , né si seguono , in ogni caso , nell ' ordine in cui io le ho esposte , ma bensì si confondono l ' una con l ' altra , si mischiano e spesso coesistono insieme . E per tornare in argomento , vediamo ora in una specie di bilancio che cosa rimane di tutte queste divisioni nell ' ambiente generale e in quello politico . Nella nazione e nel popolo le antiche differenze sono finite , o per lo meno non sono più sentite spontaneamente ; le idealità politiche , religiose e patriottiche non sono certo più quelle che oggi preoccupano la vita delle masse , o che scindono la nazione in due campi chiusi e guerreggiantisi . Oggi la preoccupazione più forte ed ansiosa è quella del benessere materiale e morale , ed essa punge così gli individui tutti , da organizzare limpidamente in diverse categorie non solo quelli che il loro benessere vogliono raggiungere e accrescere ( lavoratori - poveri - contadini - spostati ecc . ) da quelli che oggi lo hanno e si sforzano di conservarselo ( proprietari - capitalisti - professionisti ecc . ) ma quelli che , più con un sistema che con un altro , mirano a soddisfare in un nuovo ordinamento i nuovi appetiti . Questa è la divisione naturale in cui stanno gli uomini appartenenti alle società più civili nell ' epoca attuale ; orbene la divisione politica corrisponde ad essa , ne è come dovrebbe essere una specie di proiezione fedele ? Condizione questa essenziale perché come dicemmo i partiti politici abbiano una ragione d ' essere . Evidentemente no . I partiti politici di tutti i paesi d ' Europa , ma più specialmente in Italia , rispecchiano divisioni e idee non più esistenti nell ' ambiente . Essi non corrispondono certamente allo stato di cose che abbiamo descritto testé e tanto meno rappresentano la proiezione nel campo del Governo della divisione sociale che spartisce in realtà il paese . Essi si fossilizzarono in quello schema di principii e di divisioni che è il prodotto della rivoluzione francese e riproducono oggi quindi uno stato di cose che non è più , sono l ' ombra di un oggetto oggi infranto . Allora i desideri e gli ideali delle masse e della società consistevano nella rinnovazione degli organi di governo , nell ' acquisto dei diritti e delle libertà politiche , nella riforma delli istituti nazionali , e il paese si suddivideva generalmente in coloro che volevano il nuovo ordine di cose e quelli che volevano conservare l ' antico , e in quelli che volevano raggiungere la meta nuova più con questo che con quel mezzo , ma oggi ripeto ciò non commuove più alcuno . Vi può essere qua e là qualche rudero o qualche illuso , si può dare qua e là qualche agitazione creata artificiosamente risuscitando atavici sentimenti , ma ormai a queste idee la società è inerte , e noi abbiamo visto quali sono invece le sue ansie profonde . I partiti politici sono rimasti invece a questo punto , credendo nella loro ignoranza che anche l ' anima sociale fosse rimasta inalterata e però sono in gran parte sopravvivenze morbose e dannose di cui , giorno per giorno , assistiamo allo sfacelo con grande turbamento della vita pubblica . Questa la ragione della disgregazione e confusione dei partiti politici tanto lamentata e di cui finora niuno seppe trovare la spiegazione positiva . La condanna adunque dei partiti politici che ancora e a stento si trascinano è pronunciata dal momento che non corrispondono ad alcuna realtà , e tale condanna la eseguiscono gli elettori ad ogni nuova elezione politica tanto in Italia quanto in Belgio , in Francia , in Austria e in Germania . Come infatti si svolge e quale significato ha la lotta elettorale in Europa ? Mi limito ad affermazioni saltuarie per non dilungarmi eccessivamente . La lotta elettorale va mano mano spostandosi dal campo politico verso il campo sociale , sfuggendo di mano ai partiti e alli uomini politici per accentrarsi nei partiti sociali e fra le mani di coloro che , lasciate in disparte le divisioni e le insegne politiche , hanno assunto i nuovi ideali sociali . E il significato di questa lotta è appunto la progressiva e rapida liquidazione dei puri partiti politici , specie di quelli intermedi . Nel Belgio , che politicamente ha molta affinità con noi , ma che socialmente è assai più progredito , le elezioni del luglio 1896 ci hanno mostrato la fine delle mezze tinte – conservatori , liberali , progressisti , radicali – assorbite dai due partiti estremi e logici – reazionari cattolici da una parte , socialisti dall ' altra . E in Francia e recentemente in Austria e oggi in Italia ci si pone ineluttabilmente su questa via . Qui è l ' avvenire . Da una parte coloro che vogliono tutto conservare di ciò che è attualmente , dall ' altra quelli che vogliono tutto innovare ; da una parte il partito , sintesi del passato dello stata quo , che in sé adunerà tutte le tendenze intermedie politiche , religiose e sociali del passato e che sarà a sua volta ancora partito politico e religioso sebbene dovrà sostenere la lotta nel campo sociale e però formulare il suo programma sociale – il partito cioè clericale e conservatore – dall ' altra il primo partito sociale che preannunzia l ' avvenire e che oggi si presenta sotto le forme del socialismo . Altro che conservatori reazionari e conservatori liberali , altro che progressisti di destra e progressisti di sinistra , altro che la sinistra liberale storica e i radicali legalitari , altro che radicali e repubblicani questi sono giochetti da bambini , sono sdilinquimenti da arcadia di fronte all ' urto immane delle caterve d ' uomini adunate nelle due punte estreme della vita sociale pronte ad incontrarsi ! Questa sarà l ' ultima lotta in cm figureranno ancora bandiere politiche , perché ripeto il partito conservatore dovrà porre nel suo programma la conservazione delle istituzioni politiche , ma poi ? E qui dall ' ipotesi si sale alla profezia ; poi si disegnerà , la vera la sola lotta razionale , la prima lotta che incarnerà i due elementi essenziali e contradittori dell ' individuo e della società poiché quando si dovrà discutere intorno all ' unico argomento che valga veramente la pena di essere discusso – il benessere e la felicità dell ' uomo – staranno di fronte i due soli principi naturali esistenti per conseguirli , la socialità e l ' individualismo ; rappresentanti delle due realtà positive e in antagonismo – individuo e società . Qui sarà il nostro posto ; per ora , come rappresentanti del movimento futuro , e con la sola bandiera del benessere umano non si presentano che i socialisti , ma una volta che essi come partito ( non certo come attuazione pratica ) si saranno affermati , inesorabilmente si alzerà contro essi a difendere l ' uomo dal mostro sociale e a proclamare la somma felicità nell ' assoluta individualità , il partito individualista . La sintesi delle forze sociali , lo sforzo massimo della socialità avrà così di fronte la suprema reazione dell ' io individuale . Anche questo movimento già si disegna e noi lo abbiamo potuto cogliere nell ' ultimo congresso tenuto dai socialisti a Londra , dove avvenne la scissione palese dei due gruppi estremi – socialisti collettivisti marxisti – quelli destinati a combattere la lotta con l ' ultimo partito politico - sociale , e gli uni - anarchici individualisti gli uni - archisti , che stanno a significare la suprema meta della libertà e individualità umana , l ' affermazione illimitata della personalità singola per il conseguimento della felicità massima . Possiamo , dobbiamo noi starcene in disparte proprio quando stanno per decidersi le sorti dell ' ambiente in cui viviamo e mentre si delineano i destini del secolo futuro ? Proprio nel momento fatale della rinnovazione e della creazione , quando tutte le forze sono accese e vibranti al loro massimo , quando gli elementi nuovi e nascenti stanno per apprestarsi a costituire l ' umanità del domani , noi inettamente faremo da spettatori passivi e ci lasceremo portare e travolgere dal turbine ? Non è questa proprio l ' ora tipica per assumere il nostro posto di combattimento e invigilare e dirigere , l ' azione a tutto nostro profitto e per la nostra vittoria ? Se domani saremo i vinti e i sottomessi , di chi la colpa se non nostra ? Adesso , e le ultime elezioni lo hanno mostrato con molta chiarezza , ci avviciniamo alla grande battaglia mentre per noi , proprio per noi si apre l ' adito più favorevole per giungere alla testa . Che il grande urto , qui da noi , sia imminente basta una semplice considerazione di fatto a provarlo . Il corpo elettorale italiano oltrepassa di poco i due milioni di elettori iscritti ; appena la metà accorrono alle urne , cioè un milione circa . Ora su questo milione nelle elezioni del 1895 si contavano già 75000 socialisti votanti tutti , disciplinatamente unanimi , e in queste del 1897 ascendono a ben 140.000 i socialisti votanti ; quanti saranno alle prossime elezioni ? Non meno di 300.000 sicuro . Già fino da ora questi 140.000 socialisti oltre all ' aver mandato alla camera 25 dei loro , hanno prodotto un grosso turbamento nell ' ambiente elettorale , quello di provocare un gran numero di ballottaggi e poi di deciderne le sorti ; si può quindi facilmente imaginare l ' effetto potentissimo che eglino produrranno quando saranno raddoppiati , triplicati . Tanto che fra pochi anni si troveranno di fronte da un lato le riserve clericali e reazionarie , oggi astenentisi , e allora in gran parte assottigliate e dall ' altro lato le masse socialiste , in mezzo , gli ultimi dispersi rappresentanti dei partiti intermedi . E su ciò non è possibile il dubbio . Riguardo al secondo asserto che proprio per noi ora si apre l ' adito più favorevole per giungere alla testa , la dimostrazione della sua verità è altrettanto breve e semplice . I partiti non hanno più uomini da opporre ai candidati socialisti . Le ultime elezioni lo hanno mostrato a chiare note . In fatti , io lo ho potuto constatare de visu . Avviene questo fenomeno per la ricerca dei candidati politici . Due sono le generazioni che ci precedono nella vita , e che hanno passato i trent ' anni ; i vecchi , quelli che oggi sono sulla sessantina e più , ultimi resti di una generazione forte , ardita , avventurosa , poco colta ma molto attiva , con una anima feconda di ideali , sorta in una epoca di spasimo e sviluppatasi fra vere battaglie , ma oggi stanca appunto per la multiforme opera prestata , esaurita , fuori del tempo e ridotta a pochissimi individui ; gli intermedi , quelli che oggi hanno raggiunto il punto più alto della parabola vitale , generazione ibrida che ha tutti i difetti dei vecchi senza averne le buone qualità e che in più vi aggiunge una male intesa concezione della vita moderna ; generazione inconcludente , debole , senza tenacia e senza ideali , che ha visto fare e non ha potuto fare , sorta in mezzo alla trasformazione e sfibrata dal mutamento dell ' ambiente , inadatta ai tempi nuovi e fuori del passato ; generazione , che non può dare capi ma solo gregari , che non può dirigere ma essere diretta , che non ha idee proprie e che trascura coi pregiudizi le idee che le sono presentate . Per cui mentre i primi , i vecchi , non sono più in numero sufficiente per fornire tutti i candidati richiesti , e fra qualche anno quando l ' ora ciel pericolo sarà suonata , non esisteranno più , i secondi , quelli che dovrebbero assumere l ' eredità , sono inetti al còmpito , invisi alle maggioranze e più diversi da noi e dal tempo nostro che non i vecchi medesimi . Così che trionfarono ancora nelle presenti elezioni i vecchi e i mediocri degli intermedi , essendo i partiti politici imbarazzati per trovare qualcuno da opporre ai sociali . Ecco perché si videro candidati nuovi di 70 anni , età in cui l ' uomo appena giunge a conservare con l ' uso di tutte le sue energie la sola attività vegetativa , e candidati assolutamente inferiori alla loro missione rieletti per 12 , terza o quarta volta . Sfido io non ci sono uomini ! E quando i vecchi saranno finiti , e gli altri avranno dimostrato la loro inettezza e inadattabilità ai nuovi tempi , per forza i partiti politici saranno costretti a rivolgersi a noi a farci largo e a porci alla loro testa . Su ciò del pari non può nascer dubbio . Qualunque sia il partito politico che ci chiamerà , non importa : noi abbiamo un programma nostro formato con idee nostre e col patrimonio della scienza odierna e che noi sosteniamo con mezzi di lotta e di discussione del tutto nuovi , e sappiamo che quelle divisioni politiche che ci hanno portato in su sono fatalmente destinate a morire . A noi basta l ' essere portati contro il socialismo al quartiere generale della immensa battaglia che daranno le forze esistenti alle nuove , volute monopolizzare dai socialisti . Dopo di questa battaglia noi alzeremo a nostra volta la nostra insegna raggiante e ci slanceremo alla conquista della felicità contro il trionfatore . Avanti adunque , gli erti sentieri umani sono aperti e soleggiati . Venezia , maggio '97
StampaPeriodica ,
È così raro il trovare un contradittore cortese , il quale opponga ragioni a ragioni , anziché argomenti tolti al sarto o ingiurie apprese nella bettola , che io non ho saputo resistere alla tentazione di credermi per qualche parte indicato nel suo articolo , pubblicato sul Marzocco col titolo Contro l ' egoismo e di rispondervi , a rischio forse di apparire pretensioso . Io confido del resto che tale apparenza vanirà per la natura della mia risposta e per la sua obbiettività . Poiché , anzitutto , io non voglio discutere sui principii generali che portano lei a combattere la legge morale che si fonda sulla supremazia dell ' io e che hanno portato me invece ad affermarla nella formula più assoluta in un libro recente . Una tal discussione , Ella lo comprende , esigerebbe non un articolo , non un giornale , ma volumi e volumi , come quella che implica tutta la concezione filosofica dell ' universo considerato in tutti i suoi diversi ordini di fenomeni , da quelli cosmici fino a quelli psichici e sociali . Pertanto io desidero limitare queste mie osservazioni a un solo rilievo di carattere generale e poi fermarmi esclusivamente sopra i fatti da lei addotti in sostegno delle sue conclusioni . Il rilievo di carattere generale è il seguente : Ella fa tutt ' uno dell ' egoismo ( inteso nel senso più ristretto , più concreto e più condannevole del vocabolo ) e di un sistema morale e sociale astratto chiamato egoarchia . Ella confonde insieme quella parte più atavica e animalesca del nostro istinto elementare di conservazione e di soprafazione che è appunto l ' egoismo vitale con quell ' altissimo e astratto complesso di idee e di norme tendenti non all ' esaltazione dell ' egoismo ma bensì dell ' io individuale , definito col nome di egoarchia o meglio di egocrazia , appunto in contrasto a democrazia . Né la differenza è piccola , perché dicendo esaltazione dell ' egoismo si può interpretare , come Ella fa logicamente , tanto l ' incitamento ai più brutali atti dell ' uomo inferiore quanto la negazione di ogni grandezza affettiva e morale , concludendo facilmente alla riprovazione e alla condanna ; mentre dicendo esaltazione dell ' io individuale , tale interpretazione non è più lecita , e si intende soltanto lo sviluppo di quelle attività e facoltà fisiche e intellettuali tendenti ad una più armonica , più bella e più completa esplicazione della propria personalità senza affatto impedire che all ' intorno , parallelamente , altre personalità ottengano il medesimo svolgimento ; e da tutto ciò esula qualsiasi idea di riprovazione e di condanna . Non è lecito infine far una cosa sola dell ' egoismo , come elemento del nostro essere biologico , elemento integrante e necessario e perciò soltanto né buono né cattivo , con l ' egoarchia , come sistema filosofico , del tutto indipendente dal primo ; o se tal confusione si fa , essa viene subito a togliere ogni forza all ' argomentazione , perché l ' egoarca potrà sempre rispondere : « Verissimo quanto dite sull ' egoismo e sopra i suoi effetti , anzi io vi approvo , ma ciò non ha nulla a che vedere né con l ' egoarchia né con le conseguenze morali e sociali di essa » . Io vorrei ancora farle notare un ' altra confusione di minore entità in cui Ella crede , quando nella espressione astratta assoluta di Legge morale Ella intende di significare la passeggera e relativa norma morale che Ella ed altri seguono in questo quarto d ’ ora , a preferenza di un ' altra , mostrandole quanto sia pericoloso l ' attribuire una tale importanza all ' abito morale proprio anche quando esso sia accetto alle maggioranze , perché domani io potrei valermi dello stesso diritto per dichiarare sola legge morale assoluta la norma morale che io ed altri propugniamo e dichiarare immorale la sua ; ma l ' insistere su questo punto porterebbe di necessità a trattare sulla differenza del relativo e dell ' assoluto morale e ancor più sulla disparità dei vari sistemi etici , i quali non per questo cessano di essere morali , nel senso di essere norme della condotta tendenti a un dato scopo ; e vengo ai fatti . Ella scrive : « Che cosa significa egoismo ? » « Significa in politica , il Valentino ; in etica , Don Giovanni ; in fisiologia , Trimalcione . E se volete ancora , in politica , il processo Dreyfus ; in etica , il quartiere latino ; in fisiologia , la Banca romana . E ancora in politica , le stragi d ' Armenia ; in etica , Malthus ; in fisiologia , la dinamite » . Ora se il riferimento del Valentino e del Don Giovanni possono reggere , ed io non so celare la mia ammirazione per queste due autentiche e veramente umane personificazioni del dominio e del piacere , gli altri esempi sono più o meno fuori luogo . Il processo Dreyfus ? riguardo al processo Dreyfus basta non contentarsi delle apparenze , delle lustre superficiali , delle retoriche verbali , buone solo per gl ' ingenui e gli illusi , e penetrare un po ' addentro in quella intricata matassa per capire che la cosa non è tanto liscia , che la tanto strombazzata giustizia e la invocata verità salvo appunto per qualche illuso in buona fede , come lo Zola , non sono che pretesti , come lo era il ribasso del pane per i tumulti delle plebi italiane , per capire che il processo lo hanno ridotto quello che ora è i soliti mestatori , altruisti soltanto quando si tratta di provocare disordini e di demolire . Non è il governo o l ' esercito che non voglia rivedere il processo Dreyfus . Ella è giovane troppo intelligente per ripetere questo genere di illazioni in cui si impernia la scienza democratica , ma sono invece i peggiori elementi del corpo sociale che , ammantandosi di simpatici orpelli , vogliono fare il processo alle classi incarnanti l ' autorità e la forza . E queste si difendono , ed è giustizia il dirlo , molto ma molto male . Il Quartier latino ? Eh via , per il quartier latino si potrà parlare di licenziosità , di volgarità ( non egoistica , ma rumorosa e plebea ) , di miseria , di sciocchezza , ma di una applicazione della morale dell ' egoismo , no , no sicuro . Sarebbe lo stesso come se io , dal mio punto di vista , affermassi che le sconcia urla di una dimostrazione popolare rappresentano l ' applicazione del regime democratico in pro degli umili alla politica . Ella se ne dorrebbe ed avrebbe ragione . Peggio poi quando si esuma il putrido affare della Banca romana . Qui , per un lato , si tratta di quella corruzione imbecille e piccola propria dei nostri governanti , venuti su dall ' avara borghesia o dall ' avida plebe ; per l ' altro di criminalità vera e propria . Tanto varrebbe allora che Ella richiamasse tutti i crimini , omicidi , truffe , rapine , furti che avvengono in Italia : poiché non c ' è differenza fra i grandi e i piccoli , nel qual caso , io avrei tutto il diritto d ' imputare con la medesima logica al regime morale e sociale che Ella difende gli stessi crimini , poiché nessuno più di me li ritiene incompatibili con l ' ideale espansione egoistica che io propugno , impossibili quando questo ideale fosse realizzato . Il criminale non rappresenta il frutto dell ' egoismo ma lo scarto fallito dell ' egoismo , e dico egoismo e non egoarchia , poiché non posso ammettere che Ella rinnovi contro questo sistema filosofico l ' errore grossolano che , anni fa , si commetteva da taluni imputanti alla teoria darvinistica le aberrazioni criminose del singolo , e fra questi alcuni debbo notare il Daudet . Altrettanto potrei dirle per le stragi d ' Armenia , ma io desidero sopratutto venire all ' ultimo esempio che Ella cita , alla dinamite . Questo no poi , assolutamente no . Permetta che io le dica che qui Ella ha invertito le parti . Basta la più elementare conoscenza di quello che è e di quello che vuole o meglio non vuole l ' anarchia e sia pur quella che mette la dinamite al servizio di un ' idea , per dovere concludere a rovescio di quanto Ella ha affermato . L ' anarchia , ed Ella non ha bisogno che io glie lo insegni , da Bakounine alle figurazioni letterarie di essa nel Germinal e nel Paris , se rappresenta qualcosa , rappresenta l ' antitesi più spiccata dell ' egoismo , rappresenta il sogno utopistico di umanità , di eguaglianza , di comunanza e di amore più grande che sia mai stato fatto sulla terra , rappresenta addirittura l ' altruismo sovrumano . Ni dieu ni maître , tutti uguali , tutto in comune , non più autorità , non più leggi , libertà e fratellanza universale , questo l ' ideale anarchico , il quale costituisce , precisamente l ' estremo svolgimento logico dell ' incompleto concetto cristiano democratico socialista . E come negli effetti a queste limitate concezioni cristiane - democratiche - socialiste , quando la turba inferiore comincia ad operare corrispondono lo sciopero , la sommossa , il tumulto , la devastazione , il saccheggio , così alla illimitata concezione altruistica dell ' anarchia corrisponde inevitabilmente un ben maggiore effetto , la dinamite e la distruzione . Per cui se la morale egoistica , secondo Ella dice , può apparire la negazione di ogni morale , la morale altruistica portata alle sue ultime conseguenze può significare la negazione della vita medesima . Poiché , almeno lo spero , Ella non vorrà certo imputare all ' egoarchia e ai suoi seguaci e in genere a coloro che mirano a scopi egoistici ed edonisti l ' uso della dinamite . Sarebbe errore troppo grande e sarebbe una affermazione smentita da tutti gli attentati dinamitardi individuali e collettivi avvenuti da che la dinamite fu inventata , e basta che Ella ne ricordi qualcuno per dovermi dar completa ragione su questo punto . Del resto Ella che si mostra nei suoi studi critici fine psicologo non può ignorare che essenza dell ' egoismo è conservare e non mai distruggere e ciò anzi tanto più quanto l ' egoismo è angusto e materiale . In un altro punto del suo articolo là dove vieppiù l ' argomentazione stringe Ella giudica : « Una donna del popolo che compia un atto di sacrifizio è infinitamente più grande di fronte all ' Assoluto che non siano Copernico , Lagrange , Dante , Leibnitz , Galileo » . Qui davvero io non mi trovo più , anche facendo astrazione completa dall ' egoismo e dall ' altruismo , e non mi trovo più perché non comprendo il valore di questo paragone , dato che il termine fisso l ' Assoluto a cui Ella confronta la donna sacrificantesi e l ' uomo di genio mi è ignoto , come è ignoto a Lei e a tutti . Quale assoluto ? Notando che , pur dovendole fare questa domanda , sono obbligato a riconoscerla errata e a ritenere già errata la risposta , perché qualunque qualifica Ella mi esprimesse , questa verrebbe necessariamente a limitare l ' assoluto , che allora non sarebbe più assoluto . E per tanto si impone il dilemma : o Ella mi specifica l ' assoluto ed allora questo è una porzione del relativo , o Ella lascia , come è imprescindibile , indeterminata l ' espressione e allora il confronto diviene impossibile e nulla significa poiché si paragona un termine noto ad uno del tutto , non solo ignoto , ma inconcepibile . E quest ' ultima è la verità ; il confronto da lei instituito non può sussistere , perché di fronte all ' infinita chimera dell ' assoluto l ' atto umano , dalla Divina commedia alla giocata di un temo al lotto , e noti solo l ' atto umano , ma qualsiasi atto biologico , e non solo , ma qualsiasi fenomeno , dalla sconfitta della Spagna alla caduta di una goccia d ' acqua , dalla conflagrazione di un sole allo spostamento di un grano di sabbia , ha lo stesso valore e la medesima importanza ; non è né più grande né più piccolo , né migliore né peggiore , è , soltanto è e basta . Ella ha forse una sola via di uscita , una sola risposta , quella di oppormi l ' Assoluto divino , Dio , ed allora davanti a un argomento di fede , io non discuto più , poiché la discussione non è più possibile ; mi inchino . Ancora una osservazione prima di venire all ' ultimo fatto . Ella scrive : « Essa ( la legge morale dell ' altruismo e del disinteresse ) è una vera e propria legge di natura , di cui le religioni sono interpreti e custodi » . La frase è bella letterariamente , ma filosoficamente contiene due errori . Primo : gli studi più recenti hanno tolto ogni finalità , ogni teleologia alla natura , la quale non ha scopi né buoni né cattivi da conseguire e quindi essa non ha che una legge sola , quella del divenire , all ' infuori da qualsiasi apprezzamento qualificativo : inoltre anche nell ' accezione non scientifica ma materiale del vocabolo , la natura , quando la si guardi con occhi veritieri , spogli ad ogni rosea superstizione , ci porge in ogni sua manifestazione un solo insegnamento , quello dell ' indifferenza e dello sperpero o sovente dell ' ingiustizia o della crudeltà sia che ci fermiamo sul delicato fenomeno della riproduzione degli esseri sia sull ' esistenza stessa dei corpi inorganici . Per cui non è già che la natura sancisca la legge morale altruistica e disinteressata ma furono i propugnatori di questa morale che incorporarono nella natura e alla natura prescrissero il loro ideale . Secondo : vi furono e vi sono religioni in perfetta antitesi con la legge morale del disinteresse e della rinuncia e non mi occorrono esempi , poiché Ella di certo li può trovare al pari di me . Sono giunto così al fatto essenziale e conclusivo cui Ella , attribuendo più forza di qualsiasi ragionamento , oppone alle dottrine egoarchiche . Ella dice : « Del resto , più di qualunque dimostrazione , la smentita più eloquente alla vostra egoarchia sta nell ' evoluzione stessa della società contemporanea , la quale prende a cellula tipica non già le signorie del rinascimento ma le corporazioni mediovali » . Qui non mi occorrono argomentazioni , obbiezioni e difesa ; la storia , il gran libro della storia sta lì aperto e per tutti palese . Mi basta solo che Ella riconosca la verità storica dei fatti , il significato cioè della corporazione d ' arti e mestieri nel medioevo – strettissima , misoneista , tirannica , ladresca associazione di chi possedeva lo strumento e la capacità tecnica per l ' asservimento e lo sfruttamento del lavoratore anonimo e del consumatore di fronte alle magnifiche signorie del Rinascimento che illustrarono l ' Italia davanti al mondo e segnarono una meravigliosa fioritura d ' arte e la rinnovazione della scienza ; mi basta , ripeto , che Ella riconosca questo , che del resto è la verità , perché io le ammetta che l ' evoluzione della società contemporanea sui regoli democratici e socialisti prende a cellula tipica non già le signorie del Rinascimento ma le corporazioni medioevali . Ma in questo caso sarò io quegli che avrà ragione e che sarà nella logica e nel vero , quando concluderò contrariamente a lei : « Tale evoluzione significa la condanna della società contemporanea e specialmente della guida che la dirige ; tanto peggio se questa è la morale dell ' altruismo e del disinteresse , e significa la trionfale giustificazione ed esaltazione della morale opposta , quella della egocrazia » .