StampaQuotidiana ,
Il
socialismo
italiano
annega
in
un
mare
di
fango
.
Io
guardo
a
questo
naufragio
coll
'
animo
costernato
,
ma
senza
rimorsi
.
In
questi
ultimi
tempi
,
ho
fatto
qualche
cosa
per
salvare
il
Partito
Socialista
,
o
ritardare
il
processo
di
disgregazione
che
lo
insidiava
e
lo
trae
oggi
nella
tomba
dell
'
infamia
.
La
lotta
contro
i
riformisti
prima
,
contro
i
massoni
poi
,
la
predicazione
della
«
giornata
storica
»
e
del
«
bagno
di
sangue
»
che
avrebbe
io
lo
credevo
purificato
il
socialismo
italiano
da
molte
se
non
da
tutte
delle
sue
tare
,
sono
gli
episodi
consegnati
alla
cronaca
,
di
questa
mia
biennale
,
disperata
battaglia
.
Sforzo
vano
.
Tentativo
fallito
.
Fatica
sprecata
.
Il
male
come
avviene
nei
cancrenosi
o
nei
cronici
si
rinnovava
continuamente
all
'
interno
ed
oggi
i
germi
patogeni
hanno
in
loro
balia
questo
corpo
senza
anima
e
lo
divorano
.
Come
in
una
tragica
improvvisa
illuminazione
al
magnesio
,
la
guerra
getta
al
primo
piano
la
vera
essenza
del
Partito
,
lo
mostra
quale
esso
è
nella
sua
composizione
materiale
,
nella
sua
configurazione
e
deformazione
morale
:
tutto
ciò
che
ieri
fu
nascosto
e
ignorato
oggi
automaticamente
si
scopre
:
bisogna
denunciarlo
al
gran
pubblico
per
quanto
ingrato
e
penoso
sia
l
'
adempimento
di
tale
dovere
.
Vi
sono
delle
piaghe
«
morali
»
che
destano
maggiore
ripugnanza
all
'
occhio
e
al
tatto
delle
piaghe
fisiche
degli
incurabili
.
Ma
il
clinico
fa
forza
a
se
stesso
,
né
gli
trema
il
polso
quando
affonda
il
coltello
nella
carne
infetta
:
così
io
vinco
dopo
qualche
riluttanza
lo
schifo
ed
esibisco
da
questa
grande
tribuna
al
pubblico
proletario
d
'
Italia
e
d
'
Europa
,
l
'
ultimo
in
ordine
di
tempo
documento
dell
'
abbiezione
del
socialismo
italiano
.
A
voi
soltanto
,
o
Amilcare
Cipriani
,
io
chiedo
scusa
per
l
'
amaritudine
lacerante
che
la
lettura
di
queste
righe
susciterà
nell
'
animo
vostro
...
Quando
fu
conosciuta
in
Italia
la
gesta
dei
garibaldini
nelle
Argonne
,
quando
si
seppe
che
alcune
decine
di
giovani
avevano
fatto
volontario
olocausto
della
loro
vita
alla
causa
della
Francia
e
più
ancora
della
libertà
e
della
giustizia
assassinate
dal
teutono
barbarico
,
unanime
fu
l
'
ammirazione
,
ardente
il
rimpianto
.
L
'
Avanti
!
stesso
,
organo
centrale
del
Partito
,
spremeva
,
o
meglio
,
incaricava
il
signor
Francesco
Ciccotti
uomo
dubbio
ed
equivoco
ed
anguillesco
e
sconcertante
e
molle
e
friabile
e
mucillaginoso
di
spremere
alcune
lagrimucce
sulle
fosse
ancora
aperte
dei
caduti
a
Belle
Etoile
.
Lacrime
di
coccodrillo
!
Ma
nelle
masse
socialiste
non
si
è
pianto
.
Il
cuore
piange
,
il
ventre
no
:
digerisce
.
E
il
socialismo
italiano
è
un
ventre
.
E
il
ventre
ha
una
sua
logica
primitiva
,
primordiale
,
che
io
dimostrerò
fra
poco
,
semplicemente
perfetta
.
Il
ventre
non
ha
trepidazioni
,
angoscie
,
speranze
,
sogni
:
ha
dei
«
bisogni
»
,
soddisfatti
i
quali
egli
è
pago
.
Né
chiede
di
più
.
Udite
il
ventre
.
Si
è
tenuta
il
primo
gennaio
una
riunione
socialista
anti
-
guerresca
a
Cagli
,
grosso
paese
dell
'
Urbinate
,
nelle
Marche
,
nella
nobile
regione
che
un
giorno
conobbe
e
praticò
la
virtù
del
sacrificio
per
un
ideale
.
Oratori
il
prof
.
Montevecchi
e
certo
Barbaresi
;
entrambi
,
si
capisce
,
debitamente
inscritti
e
tesserati
del
Partito
.
Aderiva
anche
il
dottor
Gasperini
di
Urbino
con
una
«
nobilissima
»
lettera
.
L
'
oratore
Montevecchi
parla
e
dal
resoconto
che
trovo
sul
Progresso
,
settimanale
dei
socialisti
di
Pesaro
,
stralcio
questo
brano
:
«
Dopo
aver
in
una
felicissima
rievocazione
ricordato
lo
strazio
delle
madri
che
si
vedono
strappare
dalle
braccia
i
figli
educati
con
tanta
e
così
assidua
cura
d
'
amore
,
volle
sfatare
la
leggenda
degli
eroismi
e
degli
eroi
e
disse
che
i
volontari
non
lanciati
ad
uccidere
dalla
coazione
di
una
legge
disumana
ma
dalla
propria
libera
volontà
non
sono
che
criminali
»
.
Al
Montevecchi
,
seguì
il
compagno
Arduini
,
il
quale
deve
essere
un
competente
in
materia
patologica
.
Egli
disse
:
«
Fece
poi
propria
,
e
propria
della
sezione
socialista
,
la
frase
del
Montevecchi
riguardante
i
volontari
e
con
ferrea
argomentazione
dimostrò
che
se
essi
non
si
vogliono
chiamare
criminali
sono
pur
sempre
dei
soggetti
patologici
affetti
da
sadismo
.
Chiuse
il
discorso
durato
per
oltre
un
'
ora
fra
le
generali
acclamazioni
,
riaffermando
il
diritto
del
proletariato
di
negare
ogni
concorso
sia
di
sangue
,
sia
di
finanza
alla
guerra
borghese
»
.
Voi
,
a
questo
punto
,
pensate
che
la
redazione
del
giornale
abbia
fatto
almeno
qualche
riserva
a
proposito
delle
affermazioni
degli
oratori
di
Cagli
.
Illusi
!
La
redazione
del
Progresso
è
semplicemente
giubilante
e
annota
:
«
I
compagni
di
Cagli
hanno
dato
una
splendida
dimostrazione
della
loro
forza
,
del
loro
carattere
,
hanno
sentito
profondamente
l
'
avversione
alla
guerra
ed
ai
fautori
(
avversione
che
freme
in
tutte
le
case
dell
'
operaio
sfruttato
e
straziato
nei
suoi
più
intimi
affetti
)
insaccando
pienamente
i
nuovi
traditori
del
proletariato
,
i
novelli
puntelli
della
monarchia
,
in
berretto
frigio
.
«
Ai
socialisti
di
Cagli
,
a
Cagli
proletaria
tutta
la
nostra
ammirazione
.
Avanti
!
»
.
On
.
Turati
,
io
credo
,
io
spero
che
voi
sentirete
salirvi
in
faccia
le
vampe
scarlatte
della
vergogna
.
Questo
è
socialismo
?
Questo
è
«
il
»
socialismo
italiano
?
Il
«
vostro
»
socialismo
?
Avete
,
voi
,
ancora
qualche
cosa
di
comune
con
costoro
,
voi
,
on
.
Turati
?
Sì
,
qualche
cosa
:
le
premesse
.
Dalle
quali
si
giunge
con
un
semplice
esercizio
di
logica
perfetta
,
alle
conseguenze
degli
oratori
di
Cagli
,
conseguenze
accettate
dalla
gran
massa
proletaria
,
educata
,
o
non
piuttosto
abbrutita
alla
scuola
del
socialismo
.
È
per
questo
che
io
le
rilevo
.
Logica
perfetta
!
Matematica
!
Se
la
guerra
,
in
sé
e
per
sé
,
è
un
male
,
un
abbominio
,
una
perversione
,
una
rovina
;
se
ogni
guerra
,
se
tutte
le
guerre
in
qualsiasi
condizione
di
tempo
o
di
eventi
,
per
qualunque
causa
,
per
qualsiasi
obiettivo
sono
condannabili
ed
esecrabili
;
se
bisogna
opporsi
a
qualunque
guerra
senza
troppo
sottilizzare
sull
'
offesa
o
la
difesa
,
è
chiaro
,
è
logico
,
è
consequenziale
che
i
fautori
della
guerra
o
i
partecipanti
alla
medesima
non
sfuggano
alla
condanna
ed
alla
esecrazione
.
Quando
si
grida
:
abbasso
la
guerra
è
sottinteso
infatti
:
abbasso
coloro
che
fanno
la
guerra
.
Nella
logica
perfetta
sino
all
'
infamia
!
del
perfetto
socialista
neutrale
possono
beneficiare
delle
attenuanti
coloro
che
sono
«
costretti
»
dalla
forza
esteriore
dello
Stato
a
combattere
e
,
per
converso
,
cadranno
le
«
aggravanti
»
su
coloro
che
si
battono
di
lor
spontanea
volontà
;
che
uccidono
o
si
fanno
uccidere
senza
esservi
forzati
.
La
logica
«
perfetta
»
del
perfetto
neutralista
li
definisce
perciò
«
criminali
»
o
,
per
una
concessione
in
subordine
,
dei
degenerati
,
affetti
da
sadismo
o
da
qualche
altra
morbosità
anti
-
socievole
e
anti
-
umana
.
Criminali
,
dunque
,
o
sadisti
!
A
tanto
,
non
giunsero
mai
i
preti
di
Roma
.
Anzi
,
qualcuno
di
loro
,
fu
«
volontario
»
;
uno
di
loro
salvò
dalle
catene
austriache
Garibaldi
.
Nelle
cronache
della
setta
vaticana
,
i
volontari
furono
dei
«
banditi
»
,
degli
«
avventurieri
»
,
degli
illusi
o
romantici
:
non
mai
dei
criminali
.
A
ciò
doveva
arrivare
il
socialismo
teutonizzato
della
terza
Italia
.
Povero
Pisacane
che
recasti
a
Sapri
,
coi
tuoi
trecento
,
la
guerra
e
l
'
insurrezione
e
cadesti
ucciso
dai
«
neutralisti
»
d
'
allora
che
volevano
per
ignoranza
come
quelli
d
'
oggi
,
per
malvagità
il
mantenimento
dello
statu
-
quo
,
povero
Pisacane
tu
non
eri
che
un
«
soggetto
»
da
manicomio
criminale
.
E
tu
,
o
Garibaldi
!
eri
e
sei
per
i
socialisti
di
questa
lurida
Italia
neutrale
un
«
sadico
»
perverso
che
s
'
inebriava
alla
vista
del
sangue
,
tu
che
conoscevi
e
praticavi
tutte
le
umiltà
della
vita
,
tu
che
avevi
il
cuore
vasto
come
il
mare
,
tu
che
balzavi
di
rupe
in
rupe
nel
cuor
della
notte
a
rintracciare
l
'
agnello
smarrito
.
E
voi
,
e
voi
tutti
che
dal
'21
al
'70
cospiraste
e
combatteste
volontari
nelle
strade
,
volontari
sui
campi
di
battaglia
,
volontari
nella
vita
,
volontari
nella
morte
:
voi
siete
dei
delinquenti
o
dei
degenerati
per
i
socialisti
modernissimi
che
hanno
sfruttato
e
sfruttano
il
vostro
sangue
,
per
parlare
o
scrivere
la
loro
sozza
bestemmia
.
E
anche
voi
,
o
Amilcare
Cipriani
,
siete
pregato
di
scegliere
:
o
criminale
o
sadista
.
Voi
siete
ancor
vivo
e
potete
scegliere
...
Oh
il
neutrale
socialismo
italiano
:
esso
ha
una
parola
per
ogni
circostanza
.
Se
non
correte
sui
campi
di
battaglia
,
vi
si
butta
in
faccia
«
l
'
armiamoci
e
partite
!
»
e
se
andate
a
combattere
diventate
dei
«
criminali
»
.
Eppure
,
il
socialismo
italiano
non
è
sempre
stato
così
.
Prima
di
arrivare
a
questo
crepuscolo
inglorioso
,
ebbe
la
sua
primavera
di
idealismi
e
di
entusiasmi
.
Nomi
e
ricordi
della
mia
giovinezza
lontana
mi
tumultuano
nel
cervello
.
Nomi
degli
eroi
della
nazionalità
Armena
,
Albanese
,
Candiotta
,
Boera
,
Cubana
...
La
guerra
greco
-
turca
del
1897
vide
l
'
ultima
legione
di
socialisti
«
volontari
»
,
pardon
,
di
«
criminali
»
...
Poi
il
«
ventre
»
tiranneggiò
il
Partito
e
lo
ha
ucciso
.
Sì
,
ucciso
!
Poiché
un
Partito
che
non
sente
più
palpiti
di
solidarietà
umana
,
un
Partito
che
si
chiude
in
se
stesso
e
respinge
ogni
appello
dei
popoli
vinti
e
straziati
dall
'
invasore
ed
è
sordo
ad
ogni
grido
di
pietà
,
è
un
Partito
morto
e
più
che
morto
,
putrefatto
.
Fra
poco
,
echeggierà
il
grido
:
si
salvi
chi
può
...
No
.
No
.
No
.
O
socialisti
superstiti
,
ancor
degni
del
nome
!
La
civitas
solis
la
divina
ed
umana
«
città
del
sole
»
vaticinata
da
Tommaso
Campanella
non
si
costruisce
col
fango
.
Uomini
l
'
abiteranno
e
non
bestie
.
Pietre
ci
vorranno
dunque
:
pietre
dure
e
polite
,
lavorate
coi
muscoli
e
più
ancora
colle
anime
:
cementate
col
sangue
...
Saggistica ,
FASCISMO
.
-
Movimento
politico
italiano
creato
da
Benito
Mussolini
.
Dottrina
.
Idee
fondamentali
-
Come
ogni
salda
concezione
politica
,
il
fascismo
è
prassi
ed
è
pensiero
,
azione
a
cui
è
immanente
una
dottrina
,
e
dottrina
che
,
sorgendo
da
un
dato
sistema
di
forze
storiche
,
vi
resta
inserita
e
vi
opera
dal
di
dentro
.
Ha
quindi
una
forma
correlativa
alle
contingenze
di
luogo
e
di
tempo
,
ma
ha
insieme
un
contenuto
ideale
che
la
eleva
a
formula
di
verità
nella
storia
superiore
del
pensiero
.
Non
si
agisce
spiritualmente
nel
mondo
come
volontà
umana
dominatrice
di
volontà
senza
un
concetto
della
realtà
transeunte
e
particolare
su
cui
bisogna
agire
,
e
della
realtà
permanente
e
universale
in
cui
la
prima
ha
il
suo
essere
e
la
sua
vita
.
Per
conoscere
gli
uomini
bisogna
conoscere
l
'
uomo
;
e
per
conoscere
l
'
uomo
bisogna
conoscere
la
realtà
e
le
sue
leggi
.
Non
c
'
è
concetto
dello
stato
che
non
sia
fondamentalmente
concetto
della
vita
:
filosofia
o
intuizione
,
sistema
d
'
idee
che
si
svolge
in
una
costruzione
logica
o
si
raccoglie
in
una
visione
o
in
una
fede
,
ma
è
sempre
,
almeno
virtualmente
,
una
concezione
organica
del
mondo
.
Così
il
fascismo
non
s
'
intenderebbe
in
molti
dei
suoi
atteggiamenti
pratici
,
come
organizzazione
di
partito
,
come
sistema
di
educazione
,
come
disciplina
,
se
non
si
guardasse
alla
luce
del
suo
modo
generale
di
concepire
la
vita
.
Modo
spiritualistico
.
Il
mondo
per
il
fascismo
non
è
questo
mondo
materiale
che
appare
alla
superficie
,
in
cui
l
'
uomo
è
un
individuo
separato
da
tutti
gli
altri
e
per
sé
stante
,
ed
è
governato
da
una
legge
naturale
,
che
istintivamente
lo
trae
a
vivere
una
vita
di
piacere
egoistico
e
momentaneo
.
L
'
uomo
del
fascismo
è
individuo
che
è
nazione
e
patria
,
legge
morale
che
stringe
insieme
individui
e
generazioni
in
una
tradizione
e
in
una
missione
,
che
sopprime
l
'
istinto
della
vita
chiusa
nel
breve
giro
del
piacere
per
instaurare
nel
dovere
una
vita
superiore
libera
da
limiti
di
tempo
e
di
spazio
:
una
vita
in
cui
l
'
individuo
,
attraverso
l
'
abnegazione
di
sé
,
il
sacrifizio
dei
suoi
interessi
particolari
,
la
stessa
morte
,
realizza
quell
'
esistenza
tutta
spirituale
in
cui
è
il
suo
valore
di
uomo
.
Dunque
concezione
spiritualistica
,
sorta
anch
'
essa
dalla
generale
reazione
del
secolo
contro
il
fiacco
e
materialistico
positivismo
dell
'
Ottocento
.
Antipositivistica
,
ma
positiva
:
non
scettica
,
né
agnostica
,
né
pessimistica
,
né
passivamente
ottimistica
,
come
sono
in
genere
le
dottrine
(
tutte
negative
)
che
pongono
il
centro
della
vita
fuori
dell
'
uomo
,
che
con
la
sua
libera
volontà
può
e
deve
crearsi
il
suo
mondo
.
Il
fascismo
vuole
l
'
uomo
attivo
e
impegnato
nell
'
azione
con
tutte
le
sue
energie
:
lo
vuole
virilmente
consapevole
delle
difficoltà
che
ci
sono
,
e
pronto
ad
affrontarle
.
Concepisce
la
vita
come
lotta
,
pensando
che
spetti
all
'
uomo
conquistarsi
quella
che
sia
veramente
degna
di
lui
,
creando
prima
di
tutto
in
sé
stesso
lo
strumento
(
fisico
,
morale
,
intellettuale
)
per
edificarla
.
Così
per
l
'
individuo
singolo
,
così
per
la
nazione
,
così
per
l
'
umanità
.
Quindi
l
'
alto
valore
della
cultura
in
tutte
le
sue
forme
(
arte
,
religione
,
scienza
)
,
e
l
'
importanza
grandissima
dell
'
educazione
.
Quindi
anche
il
valore
essenziale
del
lavoro
,
con
cui
l
'
uomo
vince
la
natura
e
crea
il
mondo
umano
(
economico
,
politico
,
morale
,
intellettuale
)
.
Questa
concezione
positiva
della
vita
è
evidentemente
una
concezione
etica
.
E
investe
tutta
la
realtà
,
nonché
l
'
attività
umana
che
la
signoreggia
.
Nessuna
azione
sottratta
al
giudizio
morale
;
niente
al
mondo
che
si
possa
spogliare
del
valore
che
a
tutto
compete
in
ordine
ai
fini
morali
.
La
vita
perciò
quale
la
concepisce
il
fascista
è
seria
,
austera
,
religiosa
:
tutta
librata
in
un
mondo
sorretto
dalle
forze
morali
e
responsabili
dello
spirito
.
Il
fascista
disdegna
la
vita
«
comoda
»
.
Il
fascismo
è
una
concezione
religiosa
,
in
cui
l
'
uomo
è
veduto
nel
suo
immanente
rapporto
con
una
legge
superiore
,
con
una
Volontà
obiettiva
che
trascende
l
'
individuo
particolare
e
lo
eleva
a
membro
consapevole
di
una
società
spirituale
.
Chi
nella
politica
religiosa
del
regime
fascista
si
è
fermato
a
considerazioni
di
mera
opportunità
,
non
ha
inteso
che
il
fascismo
,
oltre
a
essere
un
sistema
di
governo
,
è
anche
,
e
prima
di
tutto
,
un
sistema
di
pensiero
.
Il
fascismo
è
una
concezione
storica
,
nella
quale
l
'
uomo
non
è
quello
che
è
se
non
in
funzione
del
processo
spirituale
a
cui
concorre
,
nel
gruppo
familiare
e
sociale
,
nella
nazione
e
nella
storia
,
a
cui
tutte
le
nazioni
collaborano
.
Donde
il
gran
valore
della
tradizione
nelle
memorie
,
nella
lingua
,
nei
costumi
,
nelle
norme
del
vivere
sociale
.
Fuori
della
storia
l
'
uomo
è
nulla
.
Perciò
il
fascismo
è
contro
tutte
le
astrazioni
individualistiche
,
a
base
materialistica
,
tipo
sec
.
XVIII
;
ed
è
contro
tutte
le
utopie
e
le
innovazioni
giacobine
.
Esso
non
crede
possibile
la
«
felicità
»
sulla
terra
,
come
fu
nel
desiderio
della
letteratura
economicistica
del
'700
,
e
quindi
respinge
tutte
le
concezioni
teleologiche
per
cui
a
un
certo
periodo
della
storia
ci
sarebbe
una
sistemazione
definitiva
del
genere
umano
.
Questo
significa
mettersi
fuori
della
storia
e
della
vita
che
è
continuo
fluire
e
divenire
.
Il
fascismo
politicamente
vuol
essere
una
dottrina
realistica
;
praticamente
,
aspira
a
risolvere
solo
i
problemi
che
si
pongono
storicamente
da
sé
e
che
da
sé
trovano
o
suggeriscono
la
propria
soluzione
.
Per
agire
tra
gli
uomini
,
come
nella
natura
,
bisogna
entrare
nel
processo
della
realtà
e
impadronirsi
delle
forze
in
atto
.
Antiindividualistica
,
la
concezione
fascista
è
per
lo
stato
;
ed
è
per
l
'
individuo
in
quanto
esso
coincide
conlo
stato
,
coscienza
e
volontà
universale
dell
'
uomo
nellasua
esistenza
storica
.
È
contro
il
liberalismo
classico
,
che
sorse
dal
bisogno
di
reagire
all
'
assolutismo
e
ha
saurito
la
sua
funzione
storica
da
quando
lo
stato
si
ètrasformato
nella
stessa
coscienza
e
volontà
popolare
.
Il
liberalismo
negava
lo
stato
nell
'
interesse
dell
'
individuo
particolare
;
il
fascismo
riafferma
lo
stato
come
la
realtà
vera
dell
'
individuo
.
E
se
la
libertà
dev
'
essere
l
'
attributo
dell
'
uomo
reale
,
e
non
di
quell
'
astratto
fantoccio
a
cui
pensava
il
liberalismo
individualistico
,
il
fascismo
è
per
la
libertà
.
E
per
la
sola
libertà
che
possa
essere
una
cosa
seria
,
la
libertà
dello
stato
e
dell
'
individuo
nello
stato
.
Giacché
,
per
il
fascista
,
tutto
è
nello
stato
,
e
nulla
di
umano
o
spirituale
esiste
,
e
tanto
meno
ha
valore
,
fuori
dello
stato
.
In
tal
senso
il
fascismo
è
totalitario
,
e
lo
stato
fascista
,
sintesi
e
unità
di
ogni
valore
,
interpreta
,
sviluppa
e
potenzia
tutta
la
vita
del
popolo
.
Né
individui
fuori
dello
stato
,
né
gruppi
(
partiti
politici
,
associazioni
,
sindacati
,
classi
)
.
Perciò
il
fascismo
è
contro
il
socialismo
che
irrigidisce
il
movimento
storico
nella
lotta
di
classe
e
ignora
l
'
unità
statale
che
le
classi
fonde
in
una
sola
realtà
economica
e
morale
;
e
analogamente
,
è
contro
il
sindacalismo
classista
.
Ma
nell
'
orbita
dello
stato
ordinatore
,
le
reali
esigenze
da
cui
trassero
origine
il
movimento
socialista
e
il
sindacalista
,
il
fascismo
le
vuole
riconosciute
e
le
fa
valere
nel
sistema
corporativo
degl
'
interessi
conciliati
nell
'
unità
dello
stato
.
Gl
'
individui
sono
classi
secondo
le
categorie
degl
'
interessi
;
sono
sindacati
secondo
le
differenziate
attività
economiche
cointeressate
;
ma
sono
prima
di
tutto
e
soprattutto
stato
.
Il
quale
non
è
numero
,
come
somma
d
'
individui
formanti
la
maggioranza
di
un
popolo
.
E
perciò
il
fascismo
è
contro
la
democrazia
che
ragguaglia
il
popolo
al
maggior
numero
abbassandolo
al
livello
dei
più
;
ma
è
la
forma
più
schietta
di
democrazia
se
il
popolo
è
concepito
,
come
dev
'
essere
,
qualitativamente
e
non
quantitativamente
,
come
l
'
idea
più
potente
perché
più
morale
,
più
coerente
,
più
vera
,
che
nel
popolo
si
attua
quale
coscienza
e
volontà
di
pochi
,
anzi
di
Uno
,
e
quale
ideale
tende
ad
attuarsi
nella
coscienza
e
volontà
di
tutti
.
Di
tutti
coloro
che
dalla
natura
e
dalla
storia
,
etnicamente
,
traggono
ragione
di
formare
una
nazione
,
avviati
sopra
la
stessa
linea
di
sviluppo
e
formazione
spirituale
,
come
una
coscienza
e
una
volontà
sola
.
Non
razza
,
né
regione
geograficamente
individuata
,
ma
schiatta
storicamente
perpetuantesi
,
moltitudine
unificata
da
un
'
idea
,
che
è
volontà
di
esistenza
e
di
potenza
:
coscienza
di
sé
,
personalità
.
Questa
personalità
superiore
è
bensì
nazione
in
quanto
è
stato
.
Non
è
la
nazione
a
generare
lo
stato
,
secondo
il
vieto
concetto
naturalistico
che
servì
di
base
alla
pubblicistica
degli
stati
nazionali
nel
sec
.
XIX
.
Anzi
la
nazione
è
creata
dallo
stato
,
che
dà
al
popolo
,
consapevole
della
propria
unità
morale
,
una
volontà
,
e
quindi
un
'
effettiva
esistenza
.
Il
diritto
di
una
nazione
all
'
indipendenza
deriva
non
da
una
letteraria
e
ideale
coscienza
del
proprio
essere
,
e
tanto
meno
da
una
situazione
di
fatto
più
o
meno
inconsapevole
e
inerte
,
ma
da
una
coscienza
attiva
,
da
una
volontà
politica
in
atto
e
disposta
a
dimostrare
il
proprio
diritto
:
cioè
,
da
una
sorta
di
stato
già
in
fieri
.
Lo
stato
infatti
,
come
volontà
etica
universale
,
è
creatore
del
diritto
.
La
nazione
come
stato
è
una
realtà
etica
che
esiste
e
vive
in
quanto
si
sviluppa
.
Il
suo
arresto
è
la
sua
morte
.
Perciò
lo
stato
non
solo
è
autorità
che
governa
e
dà
forma
di
legge
e
valore
di
vita
spirituale
alle
volontà
individuali
,
ma
è
anche
potenza
che
fa
valere
la
sua
volontà
all
'
esterno
,
facendola
riconoscere
e
rispettare
,
ossia
dimostrandone
col
fatto
l
'
universalità
in
tutte
le
determinazioni
necessarie
del
suo
svolgimento
.
È
perciò
organizzazione
ed
espansione
,
almeno
virtuale
.
Così
può
adeguarsi
alla
natura
dell
'
umana
volontà
,
che
nel
suo
sviluppo
non
conosce
barriere
,
e
che
si
realizza
provando
la
propria
infinità
.
Lo
stato
fascista
,
forma
più
alta
e
potente
della
personalità
,
è
forza
,
ma
spirituale
.
La
quale
riassume
tutte
le
forme
della
vita
morale
e
intellettuale
dell
'
uomo
.
Non
si
può
quindi
limitare
a
semplici
funzioni
di
ordine
e
tutela
,
come
voleva
il
liberalismo
.
Non
è
un
semplice
meccanismo
che
limiti
la
sfera
delle
presunte
libertà
individuali
.
È
forma
e
norma
interiore
,
e
disciplina
di
tutta
la
persona
;
penetra
la
volontà
come
l
'
intelligenza
.
Il
suo
principio
,
ispirazione
centrale
dell
'
umana
personalità
vivente
nella
comunità
civile
,
scende
nel
profondo
e
si
annida
nel
cuore
dell
'
uomo
d
'
azione
come
del
pensatore
,
dell
'
artista
come
dello
scienziato
:
anima
dell
'
anima
.
Il
fascismo
insomma
non
è
soltanto
datore
di
leggi
e
fondatore
d
'
istituti
,
ma
educatore
e
promotore
di
vita
spirituale
.
Vuol
rifare
non
le
forme
della
vita
umana
,
ma
il
contenuto
,
l
'
uomo
,
il
carattere
,
la
fede
.
E
a
questo
fine
vuole
disciplina
,
e
autorità
che
scenda
addentro
negli
spiriti
,
e
vi
domini
incontrastata
.
La
sua
insegna
perciò
è
il
fascio
littorio
,
simbolo
dell
'
unità
,
della
forza
e
della
giustizia
.
Dottrina
politica
e
sociale
-
Quando
,
nell
'
ormai
lontano
marzo
del
1919
,
dalle
colonne
del
Popolo
d
'
Italia
io
convocai
a
Milano
i
superstiti
interventisti
intervenuti
,
che
mi
avevano
seguito
sin
dalla
costituzione
dei
Fasci
d
'
azione
rivoluzionaria
-
-
avvenuta
nel
gennaio
del
1915
-
-
non
c
'
era
nessuno
specifico
piano
dottrinale
nel
mio
spirito
.
Di
una
sola
dottrina
io
recavo
l
'
esperienza
vissuta
:
quella
del
socialismo
dal
190304
sino
all
'
inverno
del
1914
:
circa
un
decennio
.
Esperienza
di
gregario
e
di
capo
,
ma
non
esperienza
dottrinale
.
La
mia
dottrina
,
anche
in
quel
periodo
,
era
stata
la
dottrina
dell
'
azione
.
Una
dottrina
univoca
,
universalmente
accettata
,
del
socialismo
non
esisteva
più
sin
dal
1905
,
quando
cominciò
in
Germania
il
movimento
revisionista
facente
capo
al
Bernstein
e
per
contro
si
formò
,
nell
'
altalena
delle
tendenze
,
un
movimento
di
sinistra
rivoluzionario
,
che
in
Italia
non
uscì
mai
dal
campo
delle
frasi
,
mentre
,
nel
socialismo
russo
,
fu
il
preludio
del
bolscevismo
.
Riformismo
,
rivoluzionarismo
,
centrismo
,
di
questa
terminologia
anche
gli
echi
sono
spenti
,
mentre
nel
grande
fiume
del
fascismo
troverete
i
filoni
che
si
dipartirono
dal
Sorel
,
dal
Peguy
,
dal
Lagardelle
del
Mouvement
Socialiste
e
dalla
coorte
dei
sindacalisti
italiani
,
che
tra
il
1904
e
il
1914
portarono
una
nota
di
novità
nell
'
ambiente
socialistico
italiano
-
-
già
svirilizzato
e
cloroformizzato
dalla
fornicazione
giolittiana
-
-
con
le
Pagine
libere
di
Olivetti
,
La
Lupa
di
Orario
,
il
Divenire
sociale
di
Enrico
Leone
.
Nel
1919
,
finita
la
guerra
,
il
socialismo
era
già
morto
come
dottrina
;
esisteva
solo
come
rancore
,
aveva
ancora
una
sola
possibilità
,
specialmente
in
Italia
,
la
rappresaglia
contro
coloro
che
avevano
voluto
la
guerra
e
che
dovevano
«
espiarla
»
.
Il
Popolo
d
'
Italia
recava
nel
sottotitolo
:
«
quotidiano
dei
combattenti
e
dei
produttori
»
.
La
parola
«
produttori
»
era
già
l
'
espressione
di
un
indirizzo
mentale
.
Il
fascismo
non
fu
tenuto
a
balia
da
una
dottrina
elaborata
in
precedenza
,
a
tavolino
:
nacque
da
un
bisogno
di
azione
e
fu
azione
;
non
fu
partito
,
ma
,
nei
primi
due
anni
,
antipartito
e
movimento
.
Il
nome
che
io
diedi
all
'
organizzazione
,
ne
fissava
i
caratteri
.
Eppure
chi
rilegga
,
nei
fogli
oramai
gualciti
dell
'
epoca
,
il
resoconto
dell
'
adunata
costitutiva
dei
Fasci
italiani
di
combattimento
,
non
troverà
una
dottrina
,
ma
una
serie
di
spunti
,
di
anticipazioni
,
di
accenni
,
che
,
liberati
dall
'
inevitabile
ganga
delle
contingenze
,
dovevano
poi
,
dopo
alcuni
anni
,
svilupparsi
in
una
serie
di
posizioni
dottrinali
,
che
facevano
del
fascismo
una
dottrina
politica
a
sé
stante
,
in
confronto
di
tutte
le
altre
e
passate
e
contemporanee
.
«
Se
la
borghesia
,
dicevo
allora
,
crede
di
trovare
in
noi
dei
parafulmini
si
inganna
.
Noi
dobbiamo
andare
incontro
al
lavoro
...
Vogliamo
abituare
le
classi
operaie
alla
capacità
direttiva
,
anche
per
convincerle
che
non
è
facile
mandare
avanti
una
industria
o
un
commercio
...
Combatteremo
il
retroguardismo
tecnico
e
spirituale
...
Aperta
la
successione
del
regime
noi
non
dobbiamo
essere
degli
imbelli
.
Dobbiamo
correre
;
se
il
regime
sarà
superato
saremo
noi
che
dovremo
occupare
il
suo
posto
.
Il
diritto
di
successione
ci
viene
perché
spingemmo
il
paese
alla
guerra
e
lo
conducemmo
alla
vittoria
!
L
'
attuale
rappresentanza
politica
non
ci
può
bastare
,
vogliamo
una
rappresentanza
diretta
dei
singoli
interessi
...
Si
potrebbe
dire
contro
questo
programma
che
si
ritorna
alle
corporazioni
.
Non
importa
!
...
Vorrei
perciò
che
l
'
assemblea
accettasse
le
rivendicazioni
del
sindacalismo
nazionale
dal
punto
di
vista
economico
...
»
Non
è
singolare
che
sin
dalla
prima
giornata
di
Piazza
San
Sepolcro
risuoni
la
parola
«
corporazione
»
che
doveva
,
nel
corso
della
Rivoluzione
,
significare
una
delle
creazioni
legislative
e
sociali
alla
base
del
regime
?
Gli
anni
che
precedettero
la
marcia
su
Roma
,
furono
anni
durante
i
quali
le
necessità
dell
'
azione
non
tollerarono
indagini
o
complete
elaborazioni
dottrinali
.
Si
battagliava
nelle
città
e
nei
villaggi
.
Si
discuteva
,
ma
-
-
quel
ch
'
è
più
sacro
e
importante
-
-
si
moriva
.
Si
sapeva
morire
.
La
dottrina
-
-
bell
'
e
formata
,
con
divisione
di
capitoli
e
paragrafi
e
contorno
di
elucubrazioni
-
-
poteva
mancare
;
ma
c
'
era
a
sostituirla
qualche
cosa
di
più
decisivo
:
la
fede
.
Purtuttavia
,
a
chi
rimemori
sulla
scorta
dei
libri
,
degli
articoli
,
dei
voti
dei
congressi
,
dei
discorsi
maggiori
e
minori
,
chi
sappia
indagare
e
scegliere
,
troverà
che
i
fondamenti
della
dottrina
furono
gettati
mentre
infuriava
la
battaglia
.
È
precisamente
in
quegli
anni
che
anche
il
pensiero
fascista
si
arma
,
si
raffina
,
procede
verso
una
sua
organizzazione
.
I
problemi
dell
'
individuo
e
dello
stato
;
i
problemi
dell
'
autorità
e
della
libertà
;
i
problemi
politici
e
sociali
e
quelli
più
specificatamente
nazionali
;
la
lotta
contro
le
dottrine
liberali
,
democratiche
,
socialistiche
,
massoniche
,
popolaresche
fu
condotta
contemporaneamente
alle
«
spedizioni
punitive
»
.
Ma
poiché
mancò
il
«
sistema
»
,
si
negò
dagli
avversari
in
malafede
al
fascismo
ogni
capacità
di
dottrina
,
mentre
la
dottrina
veniva
sorgendo
,
sia
pure
tumultuosamente
,
dapprima
sotto
l
'
aspetto
di
una
negazione
violenta
e
dogmatica
,
come
accade
di
tutte
le
idee
che
esordiscono
,
poi
sotto
l
'
aspetto
positivo
di
una
costruzione
,
che
trovava
,
successivamente
negli
anni
1926
,
'27
,
'28
,
la
sua
realizzazione
nelle
leggi
e
negl
'
istituti
del
regime
.
Il
fascismo
è
oggi
nettamente
individuato
non
solo
come
regime
,
ma
come
dottrina
.
Questa
parola
va
interpretata
nel
senso
che
oggi
il
fascismo
,
esercitando
la
sua
critica
su
sé
stesso
e
sugli
altri
,
ha
un
suo
proprio
inconfondibile
punto
di
vista
,
di
riferimento
-
-
e
quindi
di
direzione
-
-
dinnanzi
a
tutti
i
problemi
che
angustiano
,
nelle
cose
o
nelle
intelligenze
,
i
popoli
del
mondo
.
Anzitutto
il
fascismo
,
per
quanto
riguarda
,
in
generale
,
l
'
avvenire
e
lo
sviluppo
dell
'
umanità
,
e
a
parte
ogni
considerazione
di
politica
attuale
,
non
crede
alla
possibilità
né
all
'
utilità
della
pace
perpetua
.
Respinge
quindi
il
pacifismo
che
nasconde
una
rinuncia
alla
lotta
e
una
viltà
-
-
di
fronte
al
sacrificio
.
Solo
la
guerra
porta
al
massimo
di
tensione
tutte
le
energie
umane
e
imprime
un
sigillo
di
nobiltà
ai
popoli
che
hanno
la
virtù
di
affrontarla
.
Tutte
le
altre
prove
sono
dei
sostituti
,
che
non
pongono
mai
l
'
uomo
di
fronte
a
sé
stesso
,
nell
'
alternativa
della
vita
e
della
morte
.
Una
dottrina
,
quindi
,
che
parta
dal
postulato
pregiudiziale
della
pace
,
è
estranea
al
fascismo
;
così
come
estranee
allo
spirito
del
fascismo
,
anche
se
accettate
per
quel
tanto
di
utilità
che
possono
avere
in
determinate
situazioni
politiche
,
sono
tutte
le
costruzioni
internazionalistiche
e
societarie
,
le
quali
,
come
la
storia
dimostra
,
si
possono
disperdere
al
vento
quando
elementi
sentimentali
,
ideali
e
pratici
muovono
a
tempesta
il
cuore
dei
popoli
.
Questo
spirito
antipacifista
,
il
fascismo
lo
trasporta
anche
nella
vita
degl
'
individui
.
L
'
orgoglioso
motto
squadrista
«
me
ne
frego
»
,
scritto
sulle
bende
di
una
ferita
,
è
un
atto
di
filosofia
non
soltanto
stoica
,
è
il
sunto
di
una
dottrina
non
soltanto
politica
:
è
l
'
educazione
al
combattimento
,
l
'
accettazione
dei
rischi
che
esso
comporta
;
è
un
nuovo
stile
di
vita
italiano
.
Così
il
fascista
accetta
,
ama
la
vita
,
ignora
e
ritiene
vile
il
suicidio
;
comprende
la
vita
come
dovere
,
elevazione
,
conquista
:
la
vita
che
deve
essere
alta
e
piena
;
vissuta
per
sé
,
ma
soprattutto
per
gli
altri
,
vicini
e
lontani
,
presenti
e
futuri
.
La
politica
«
demografica
»
del
regime
è
la
conseguenza
di
queste
premesse
.
Anche
il
fascista
ama
infatti
il
suo
prossimo
,
ma
questo
«
prossimo
»
non
è
per
lui
un
concetto
vago
e
inafferrabile
:
l
'
amore
per
il
prossimo
non
impedisce
le
necessarie
educatrici
severità
,
e
ancora
meno
le
differenziazioni
e
le
distanze
.
Il
fascismo
respinge
gli
abbracciamenti
universali
e
,
pur
vivendo
nella
comunità
dei
popoli
civili
,
li
guarda
vigilante
e
diffidente
negli
occhi
,
li
segue
nei
loro
stati
d
'
animo
e
nella
trasformazione
dei
loro
interessi
,
né
si
lascia
ingannare
da
apparenze
mutevoli
e
fallaci
.
Una
siffatta
concezione
della
vita
porta
il
fascismo
a
essere
la
negazione
recisa
di
quella
dottrina
che
costituì
la
base
del
socialismo
cosiddetto
scientifico
o
marxiano
:
la
dottrina
del
materialismo
storico
,
secondo
il
quale
la
storia
delle
civiltà
umane
si
spiegherebbe
soltanto
con
la
lotta
d
'
interessi
fra
i
diversi
gruppi
sociali
e
col
cambiamento
dei
mezzi
e
strumenti
di
produzione
.
Che
le
vicende
dell
'
economia
-
-
scoperte
di
materie
prime
,
nuovi
metodi
di
lavoro
,
invenzioni
scientifiche
-
-
abbiano
una
loro
importanza
,
nessuno
nega
;
ma
che
esse
bastino
a
spiegare
la
storia
umana
escludendone
tutti
gli
altri
fattori
è
assurdo
:
il
fascismo
crede
ancora
e
sempre
nella
santità
e
nell
'
eroismo
,
cioè
in
atti
nei
quali
nessun
motivo
economico
-
-
lontano
o
vicino
-
-
agisce
.
Negato
il
materialismo
storico
,
per
cui
gli
uomini
non
sarebbero
che
comparse
della
storia
,
che
appaiono
e
scompaiono
alla
superficie
dei
flutti
,
mentre
nel
profondo
si
agitano
e
lavorano
le
vere
forze
direttrici
,
è
negata
anche
la
lotta
di
classe
,
immutabile
e
irreparabile
,
che
di
questa
concezione
economicistica
della
storia
è
la
naturale
figliazione
,
e
soprattutto
è
negato
che
la
lotta
di
classe
sia
l
'
agente
preponderante
delle
trasformazioni
sociali
.
Colpito
il
socialismo
in
questi
due
capisaldi
della
sua
dottrina
,
di
esso
non
resta
allora
che
l
'
aspirazione
sentimentale
-
-
antica
come
l
'
umanità
-
-
a
una
convivenza
sociale
nella
quale
siano
alleviate
le
sofferenze
e
i
dolori
della
più
umile
gente
.
Ma
qui
il
fascismo
respinge
il
concetto
di
«
felicità
»
economica
,
che
si
realizzerebbe
socialisticamente
e
quasi
automaticamente
a
un
dato
momento
dell
'
evoluzione
dell
'
economia
,
con
l
'
assicurare
a
tutti
il
massimo
di
benessere
.
Il
fascismo
nega
il
concetto
materialistico
di
«
felicità
»
come
possibile
e
lo
abbandona
agli
economisti
della
prima
metà
del
'700;
nega
cioè
l
'
equazione
benessere
felicità
,
che
convertirebbe
gli
uomini
in
animali
di
una
cosa
sola
pensosi
:
quella
di
essere
pasciuti
e
ingrassati
,
ridotti
,
quindi
,
alla
pura
e
semplice
vita
vegetativa
.
Dopo
il
socialismo
,
il
fascismo
batte
in
breccia
tutto
il
complesso
delle
ideologie
democratiche
e
le
respinge
,
sia
nelle
loro
premesse
teoriche
,
sia
nelle
loro
applicazioni
o
strumentazioni
pratiche
.
Il
fascismo
nega
che
il
numero
,
per
il
semplice
fatto
di
essere
numero
,
possa
dirigere
le
società
umane
;
nega
che
questo
numero
possa
governare
attraverso
una
consultazione
periodica
;
afferma
la
disuguaglianza
irrimediabile
e
feconda
e
benefica
degli
uomini
che
non
si
possono
livellare
attraverso
un
fatto
meccanico
ed
estrinseco
com
'
è
il
suffragio
universale
.
Regimi
democratici
possono
essere
definiti
quelli
nei
quali
,
di
tanto
in
tanto
,
si
dà
al
popolo
l
'
illusione
di
essere
sovrano
,
mentre
la
vera
effettiva
sovranità
sta
in
altre
forze
talora
irresponsabili
e
segrete
.
La
democrazia
è
un
regime
senza
re
,
ma
con
moltissimi
re
talora
più
esclusivi
,
tirannici
e
rovinosi
che
un
solo
re
che
sia
tiranno
.
Questo
spiega
perché
il
fascismo
,
pur
avendo
prima
del
1922
-
-
per
ragioni
di
contingenza
-
-
assunto
un
atteggiamento
di
tendenzialità
repubblicana
,
vi
rinunciò
prima
della
marcia
su
Roma
,
convinto
che
la
questione
delle
forme
politiche
di
uno
stato
non
è
,
oggi
,
preminente
e
che
studiando
nel
campionario
delle
monarchie
passate
e
presenti
,
delle
repubbliche
passate
e
presenti
,
risulta
che
monarchia
e
repubblica
non
sono
da
giudicare
sotto
la
specie
dell
'
eternità
,
ma
rappresentano
forme
nelle
quali
si
estrinseca
l
'
evoluzione
politica
,
la
storia
,
la
tradizione
,
la
psicologia
di
un
determinato
paese
.
Ora
il
fascismo
supera
l
'
antitesi
monarchia
repubblica
sulla
quale
si
attardò
il
democraticismo
,
caricando
la
prima
di
tutte
le
insufficienze
,
e
apologizzando
l
'
ultima
come
regime
di
perfezione
.
Ora
s
'
è
visto
che
ci
sono
repubbliche
intimamente
reazionarie
o
assolutistiche
,
e
monarchie
che
accolgono
le
più
ardite
esperienze
politiche
e
sociali
.
«
La
ragione
,
la
scienza
-
-
diceva
Renan
che
ebbe
delle
illuminazione
prefasciste
,
in
una
delle
sue
Meditazioni
filosofiche
-
-
sono
dei
prodotti
dell
'
umanità
,
ma
volere
la
ragione
direttamente
per
il
popolo
e
attraverso
il
popolo
è
una
chimera
.
Non
è
necessario
per
l
'
esistenza
della
ragione
che
tutto
il
mondo
la
conosca
.
In
ogni
caso
se
tale
iniziazione
dovesse
farsi
non
si
farebbe
attraverso
la
bassa
democrazia
,
che
sembra
dover
condurre
all
'
estinzione
di
ogni
cultura
difficile
e
di
ogni
più
alta
disciplina
.
Il
principio
che
la
società
esiste
solo
per
il
benessere
e
la
libertà
degl
'
individui
che
la
compongono
non
sembra
essere
conforme
ai
piani
della
natura
,
piani
nei
quali
la
specie
sola
è
presa
in
considerazione
e
l
'
individuo
sembra
sacrificato
.
È
da
fortemente
temere
che
l
'
ultima
parola
della
democrazia
così
intesa
(
mi
affretto
a
dire
che
si
può
intendere
anche
diversamente
)
non
sia
uno
stato
sociale
nel
quale
una
massa
degenerata
non
avrebbe
altra
preoccupazione
che
godere
i
piaceri
ignobili
dell
'
uomo
volgare
»
.
Fin
qui
Renan
.
Il
fascismo
respinge
nella
democrazia
l
'
assurda
menzogna
convenzionale
dell
'
egualitarismo
politico
e
l
'
abito
della
irresponsabilità
collettiva
e
il
mito
della
felicità
e
del
progresso
indefinito
.
Ma
,
se
la
democrazia
può
essere
diversamente
intesa
,
cioè
se
democrazia
significa
non
respingere
il
popolo
ai
margini
dello
stato
,
il
fascismo
poté
da
chi
scrive
essere
definito
una
«
democrazia
organizzata
,
centralizzata
,
autoritaria
»
.
Di
fronte
alle
dottrine
liberali
,
il
fascismo
è
in
atteggiamento
di
assoluta
opposizione
,
e
nel
campo
della
politica
e
in
quello
dell
'
economia
.
Non
bisogna
esagerare
-
-
a
scopi
semplicemente
di
polemica
attuale
-
-
l
'
importanza
del
liberalismo
nel
secolo
scorso
,
e
fare
di
quella
che
fu
una
delle
numerose
dottrine
sbocciate
in
quel
secolo
,
una
religione
dell
'
umanità
per
tutti
i
tempi
presenti
e
futuri
.
Il
liberalismo
non
fiorì
che
per
un
quindicennio
.
Nacque
nel
1830
come
reazione
alla
Santa
Alleanza
che
voleva
respingere
l
'
Europa
al
pre'89
ed
ebbe
il
suo
anno
di
splendore
nel
1848
,
quando
anche
Pio
IX
fu
liberale
.
Subito
dopo
cominciò
la
decadenza
.
Se
il
'48
fu
un
anno
di
luce
e
di
poesia
,
il
'49
fu
un
anno
di
tenebre
e
di
tragedia
.
La
repubblica
di
Roma
fu
uccisa
da
un
'
altra
repubblica
,
quella
di
Francia
.
Nello
stesso
anno
,
Marx
lanciava
il
vangelo
della
religione
del
socialismo
,
col
famoso
Manifesto
dei
comunisti
.
Nel
1851
Napoleone
III
fa
il
suo
illiberale
colpo
di
stato
e
regna
sulla
Francia
fino
al
1870
,
quando
fu
rovesciato
da
un
moto
di
popolo
,
ma
in
seguito
a
una
disfatta
militare
fra
le
più
grandi
che
conti
la
storia
.
Il
vittorioso
è
Bismarck
,
il
quale
non
seppe
mai
dove
stesse
di
casa
la
religione
della
libertà
e
di
quali
profeti
si
servisse
.
È
sintomatico
che
un
popolo
di
alta
civiltà
,
come
il
popolo
tedesco
,
abbia
ignorato
in
pieno
,
per
tutto
il
sec
.
XIX
,
la
religione
della
libertà
.
Non
c
'
è
che
una
parentesi
.
Rappresentata
da
quello
che
è
stato
chiamato
il
«
ridicolo
parlamento
di
Francoforte
»
,
che
durò
una
stagione
.
La
Germania
ha
raggiunto
la
sua
unità
nazionale
al
di
fuori
del
liberalismo
,
contro
il
liberalismo
,
dottrina
che
sembra
estranea
all
'
anima
tedesca
,
anima
essenzialmente
monarchica
,
mentre
il
liberalismo
è
l
'
anticamera
storica
e
logica
dell
'
anarchia
.
Le
tappe
dell
'
unità
tedesca
sono
le
tre
guerre
del
'64
,
'66
,
'70
,
guidate
da
«
liberali
»
come
Moltke
e
Bismarck
.
Quanto
all
'
unità
italiana
,
il
liberalismo
vi
ha
avuto
una
parte
assolutamente
inferiore
all
'
apporto
dato
da
Mazzini
e
da
Garibaldi
che
liberali
non
furono
.
Senza
l
'
intervento
dell
'
illiberale
Napoleone
,
non
avremmo
avuto
la
Lombardia
,
e
senza
l
'
aiuto
dell
'
illiberale
Bismarck
a
Sadowa
e
a
Sedan
,
molto
probabilmente
non
avremmo
avuto
nel
'66
,
la
Venezia
;
e
nel
1870
non
saremmo
entrati
a
Roma
.
Dal
1870
al
1915
,
corre
il
periodo
nel
quale
gli
stessi
sacerdoti
del
nuovo
credo
accusano
il
crepuscolo
della
loro
religione
:
battuta
in
breccia
dal
decadentismo
nella
letteratura
,
dall
'
attivismo
nella
pratica
.
Attivismo
:
cioè
nazionalismo
,
futurismo
,
fascismo
.
Il
secolo
«
liberale
»
dopo
avere
accumulato
un
'
infinità
di
nodi
gordiani
,
cerca
di
scioglierli
con
l
'
ecatombe
della
guerra
mondiale
.
Mai
nessuna
religione
impose
così
immane
sacrificio
.
Gli
dei
del
liberalismo
avevano
sete
di
sangue
?
Ora
il
liberalismo
sta
per
chiudere
le
porte
dei
suoi
templi
deserti
perché
i
popoli
sentono
che
il
suo
agnosticismo
nell
'
economia
,
il
suo
indifferentismo
nella
politica
e
nella
morale
condurrebbe
,
come
ha
condotto
,
a
sicura
rovina
gli
stati
.
Si
spiega
con
ciò
che
tutte
le
esperienze
politiche
del
mondo
contemporaneo
sono
antiliberali
ed
è
supremamente
ridicolo
volerle
perciò
classificare
fuori
della
storia
;
come
se
la
storia
fosse
una
bandita
di
caccia
riservata
al
liberalismo
e
ai
suoi
professori
,
come
se
il
liberalismo
fosse
la
parola
definitiva
e
non
più
superabile
della
civiltà
.
Le
negazioni
fasciste
del
socialismo
,
della
democrazia
,
del
liberalismo
,
non
devono
tuttavia
far
credere
che
il
fascismo
voglia
respingere
il
mondo
a
quello
che
esso
era
prima
di
quel
1789
,
che
viene
indicato
come
l
'
anno
di
apertura
del
secolo
demo
liberale
.
Non
si
torna
indietro
.
La
dottrina
fascista
non
ha
eletto
a
suo
profeta
De
Maistre
.
L
'
assolutismo
monarchico
fu
,
e
così
pure
ogni
ecclesiolatria
.
Così
«
furono
»
i
privilegi
feudali
e
la
divisione
in
caste
impenetrabili
e
non
comunicabili
fra
di
loro
.
Il
concetto
di
autorità
fascista
non
ha
niente
a
che
vedere
con
lo
stato
di
polizia
.
Un
partito
che
governa
totalitariamente
una
nazione
,
è
un
fatto
nuovo
nella
storia
.
Non
sono
possibili
riferimenti
e
confronti
.
Il
fascismo
dalle
macerie
delle
dottrine
liberali
,
socialistiche
,
democratiche
,
trae
quegli
elementi
che
hanno
ancora
un
valore
di
vita
.
Mantiene
quelli
che
si
potrebbero
dire
i
fatti
acquisiti
della
storia
,
respinge
tutto
il
resto
,
cioè
il
concetto
di
una
dottrina
buona
per
tutti
i
tempi
e
per
tutti
i
popoli
.
Ammesso
che
il
sec
.
XIX
sia
stato
il
secolo
del
socialismo
,
del
liberalismo
,
della
democrazia
,
non
è
detto
che
anche
il
sec
.
XX
debba
essere
il
secolo
del
socialismo
,
del
liberalismo
,
della
democrazia
.
Le
dottrine
politiche
passano
,
i
popoli
restano
.
Si
può
pensare
che
questo
sia
il
secolo
dell
'
autorità
,
un
secolo
di
«
destra
»
,
un
secolo
fascista
;
se
il
XIX
fu
il
secolo
dell
'
individuo
(
liberalismo
significa
individualismo
)
,
si
può
pensare
che
questo
sia
il
secolo
«
collettivo
»
e
quindi
il
secolo
dello
stato
.
Che
una
nuova
dottrina
possa
utilizzare
gli
elementi
ancora
vitali
di
altre
dottrine
è
perfettamente
logico
.
Nessuna
dottrina
nacque
tutta
nuova
,
lucente
,
mai
vista
.
Nessuna
dottrina
può
vantare
una
«
originalità
»
assoluta
.
Essa
è
legata
,
non
fosse
che
storicamente
,
alle
altre
dottrine
che
furono
,
alle
altre
dottrine
che
saranno
.
Così
il
socialismo
scientifico
di
Marx
è
legato
al
socialismo
utopistico
dei
Fourier
,
degli
Owen
,
dei
Saint
Simon
;
così
il
liberalismo
dell
'
'800
si
riattacca
a
tutto
il
movimento
illuministico
del
'700
.
Così
le
dottrine
democratiche
sono
legate
all
'
Enciclopedia
.
Ogni
dottrina
tende
a
indirizzare
l
'
attività
degli
uomini
verso
un
determinato
obiettivo
;
ma
l
'
attività
degli
uomini
reagisce
sulla
dottrina
,
la
trasforma
,
l
'
adatta
alle
nuove
necessità
o
la
supera
.
La
dottrina
,
quindi
,
dev
'
essere
essa
stessa
non
un
'
esercitazione
di
parole
,
ma
un
atto
di
vita
.
In
ciò
le
venature
pragmatistiche
del
fascismo
,
la
sua
volontà
di
potenza
,
il
suo
volere
essere
,
la
sua
posizione
di
fronte
al
fatto
«
violenza
»
e
al
suo
valore
.
Caposaldo
della
dottrina
fascista
è
la
concezione
dello
stato
,
della
sua
essenza
,
dei
suoi
compiti
,
delle
sue
finalità
.
Per
il
fascismo
lo
stato
è
un
assoluto
,
davanti
al
quale
individui
e
gruppi
sono
il
relativo
.
Individui
e
gruppi
sono
«
pensabili
»
in
quanto
siano
nello
stato
.
Lo
stato
liberale
non
dirige
il
giuoco
e
lo
sviluppo
materiale
e
spirituale
delle
collettività
,
ma
si
limita
a
registrare
i
risultati
;
lo
stato
fascista
ha
una
sua
consapevolezza
,
una
sua
volontà
;
per
questo
si
chiama
uno
stato
«
etico
»
.
Nel
1929
alla
prima
assemblea
quinquennale
del
regime
io
dicevo
:
«
Per
il
fascismo
lo
stato
non
è
il
guardiano
notturno
che
si
occupa
soltanto
della
sicurezza
personale
dei
cittadini
;
non
è
nemmeno
un
'
organizzazione
a
fini
puramente
materiali
,
come
quella
di
garantire
un
certo
benessere
e
una
relativa
pacifica
convivenza
sociale
,
nel
qual
caso
a
realizzarlo
basterebbe
un
consiglio
di
amministrazione
;
non
è
nemmeno
una
creazione
di
politica
pura
,
senza
aderenze
con
la
realtà
materiale
e
complessa
della
vita
dei
singoli
e
di
quella
dei
popoli
.
Lo
stato
così
come
il
fascismo
lo
concepisce
e
attua
è
un
fatto
spirituale
e
morale
,
poiché
concreta
l
'
organizzazione
politica
,
giuridica
,
economica
della
nazione
e
tale
organizzazione
è
,
nel
suo
sorgere
e
nel
suo
sviluppo
,
una
manifestazione
dello
spirito
.
Lo
stato
è
garante
della
sicurezza
interna
ed
esterna
,
ma
è
anche
il
custode
e
il
trasmettitore
dello
spirito
del
popolo
così
come
fu
nei
secoli
elaborato
nella
lingua
,
nel
costume
,
nella
fede
.
Lo
stato
non
è
soltanto
presente
,
ma
è
anche
passato
e
soprattutto
futuro
.
È
lo
stato
che
trascendendo
il
limite
breve
delle
vite
individuali
rappresenta
la
coscienza
immanente
della
nazione
.
Le
forme
in
cui
gli
stati
si
esprimono
mutano
,
ma
la
necessità
rimane
.
È
lo
stato
che
educa
i
cittadini
alla
virtù
civile
,
li
rende
consapevoli
della
loro
missione
,
li
sollecita
all
'
unità
;
armonizza
i
loro
interessi
nella
giustizia
;
tramanda
le
conquiste
del
pensiero
nelle
scienze
,
nelle
arti
,
nel
diritto
,
nell
'
umana
solidarietà
;
porta
gli
uomini
dalla
vita
elementare
della
tribù
alla
più
alta
espressione
umana
di
potenza
che
è
l
'
impero
;
affida
ai
secoli
i
nomi
di
coloro
che
morirono
per
la
sua
integrità
o
per
obbedire
alle
sue
leggi
;
addita
come
esempio
e
raccomanda
alle
generazioni
che
verranno
i
capitani
che
lo
accrebbero
di
territorio
e
i
genî
che
lo
illuminarono
di
gloria
.
Quando
declina
il
senso
dello
stato
e
prevalgono
le
tendenze
dissociatrici
e
centrifughe
degl
'
individui
o
dei
gruppi
,
le
società
nazionali
volgono
al
tramonto
»
.
Dal
1929
a
oggi
,
l
'
evoluzione
economica
politica
universale
ha
ancora
rafforzato
queste
posizioni
dottrinali
.
Chi
giganteggia
è
lo
stato
.
Chi
può
risolvere
le
drammatiche
contraddizioni
del
capitalismo
è
lo
stato
.
Quella
che
si
chiama
crisi
,
non
si
può
risolvere
se
non
dallo
stato
,
entro
lo
stato
.
Dove
sono
le
ombre
dei
Jules
Simon
,
che
agli
albori
del
liberalismo
proclamavano
che
«
lo
stato
deve
lavorare
a
rendersi
inutile
e
a
preparare
le
sue
dimissioni
»
?
Dei
MacCulloch
,
che
nella
seconda
metà
del
secolo
scorso
affermavano
che
lo
stato
deve
astenersi
dal
troppo
governare
?
E
che
cosa
direbbe
mai
dinnanzi
ai
continui
,
sollecitati
,
inevitabili
interventi
dello
stato
nelle
vicende
economiche
,
l
'
inglese
Bentham
,
secondo
il
quale
l
'
industria
avrebbe
dovuto
chiedere
allo
stato
soltanto
di
essere
lasciata
in
pace
o
il
tedesco
Humboldt
,
secondo
il
quale
lo
stato
«
ozioso
»
doveva
essere
considerato
il
migliore
?
Vero
è
che
la
seconda
ondata
degli
economisti
liberali
fu
meno
estremista
della
prima
e
già
lo
stesso
Smith
apriva
-
-
sia
pure
cautamente
-
-
la
porta
agli
interventi
dello
stato
nell
'
economia
.
Se
chi
dice
liberalismo
dice
individuo
,
chi
dice
fascismo
dice
stato
.
Ma
lo
stato
fascista
è
unico
ed
è
una
creazione
originale
.
Non
è
reazionario
,
ma
rivoluzionario
,
in
quanto
anticipa
le
soluzioni
di
determinati
problemi
universali
quali
sono
posti
altrove
nel
campo
politico
dal
frazionamento
dei
partiti
,
dal
prepotere
del
parlamentarismo
,
dall
'
irresponsabilità
delle
assemblee
,
nel
campo
economico
dalle
funzioni
sindacali
sempre
più
numerose
e
potenti
sia
nel
settore
operaio
come
in
quello
industriale
,
dai
loro
conflitti
e
dalle
loro
intese
;
nel
campo
morale
dalla
necessità
dell
'
ordine
,
della
disciplina
,
della
obbedienza
a
quelli
che
sono
i
dettami
morali
della
patria
.
Il
fascismo
vuole
lo
stato
forte
,
organico
e
al
tempo
stesso
poggiato
su
una
larga
base
popolare
.
Lo
stato
fascista
ha
rivendicato
a
sé
anche
il
campo
dell
'
economia
e
,
attraverso
le
istituzioni
corporative
,
sociali
,
educative
da
lui
create
,
il
senso
dello
stato
arriva
sino
alle
estreme
propaggini
e
nello
stato
circolano
,
inquadrate
nelle
rispettive
organizzazioni
,
tutte
le
forze
politiche
,
economiche
,
spirituali
della
nazione
.
Uno
stato
che
poggia
su
milioni
d
'
individui
che
lo
riconoscono
,
lo
sentono
,
sono
pronti
a
servirlo
,
non
è
lo
stato
tirannico
del
signore
medievale
.
Non
ha
niente
di
comune
con
gli
stati
assolutistici
di
prima
o
dopo
l
'
'89
.
L
'
individuo
nello
stato
fascista
non
è
annullato
,
ma
piuttosto
moltiplicato
,
così
come
in
un
reggimento
un
soldato
non
è
diminuito
,
ma
moltiplicato
per
il
numero
dei
suoi
camerati
.
Lo
stato
fascista
organizza
la
nazione
,
ma
lascia
poi
agl
'
individui
margini
sufficienti
;
esso
ha
limitato
le
libertà
inutili
o
nocive
e
ha
conservato
quelle
essenziali
.
Chi
giudica
su
questo
terreno
non
può
essere
l
'
individuo
,
ma
soltanto
lo
stato
.
Lo
stato
fascista
non
rimane
indifferente
di
fronte
al
fatto
religioso
in
genere
e
a
quella
particolare
religione
positiva
che
è
il
cattolicismo
italiano
.
Lo
stato
non
ha
una
teologia
,
ma
ha
una
morale
.
Nello
stato
fascista
la
religione
viene
considerata
come
una
delle
manifestazioni
più
profonde
dello
spirito
;
non
viene
,
quindi
,
soltanto
rispettata
,
ma
difesa
e
protetta
.
Lo
stato
fascista
non
crea
un
suo
«
Dio
»
così
come
volle
fare
a
un
certo
momento
nei
deliri
estremi
della
Convenzione
,
Robespierre
;
né
cerca
vanamente
di
cancellarlo
dagli
animi
come
fa
il
bolscevismo
;
il
fascismo
rispetta
il
Dio
degli
asceti
,
dei
santi
,
degli
eroi
e
anche
il
Dio
così
com
'
è
visto
e
pregato
dal
cuore
ingenuo
e
primitivo
del
popolo
.
Lo
stato
fascista
è
una
volontà
di
potenza
e
d
'
imperio
.
La
tradizione
romana
è
qui
un
'
idea
di
forza
.
Nella
dottrina
del
fascismo
l
'
impero
non
è
soltanto
un
'
espressione
territoriale
o
militare
o
mercantile
,
ma
spirituale
o
morale
.
Si
può
pensare
a
un
impero
,
cioè
a
una
nazione
che
direttamente
o
indirettamente
guida
altre
nazioni
,
senza
bisogno
di
conquistare
un
solo
chilometro
quadrato
di
territorio
.
Per
il
fascismo
la
tendenza
all
'
impero
,
cioè
all
'
espansione
delle
nazioni
,
è
una
manifestazione
di
vitalità
;
il
suo
contrario
,
o
il
piede
di
casa
,
è
un
segno
di
decadenza
:
popoli
che
sorgono
o
risorgono
sono
imperialisti
,
popoli
che
muoiono
sono
rinunciatari
.
Il
fascismo
è
la
dottrina
più
adeguata
a
rappresentare
le
tendenze
,
gli
stati
d
'
animo
di
un
popolo
come
l
'
italiano
che
risorge
dopo
molti
secoli
di
abbandono
o
di
servitù
straniera
.
Ma
l
'
impero
chiede
disciplina
,
coordinazione
degli
sforzi
,
dovere
e
sacrificio
;
questo
spiega
molti
aspetti
dell
'
azione
pratica
del
regime
e
l
'
indirizzo
di
molte
forze
dello
stato
e
la
severità
necessaria
contro
coloro
che
vorrebbero
opporsi
a
questo
moto
spontaneo
e
fatale
dell
'
Italia
nel
sec
.
XX
,
e
opporsi
agitando
le
ideologie
superate
del
sec
.
XIX
,
ripudiate
dovunque
si
siano
osati
grandi
esperimenti
di
trasformazioni
politiche
e
sociali
.
Non
mai
come
in
questo
momento
i
popoli
hanno
avuto
sete
di
autorità
,
di
direttive
,
di
ordine
.
Se
ogni
secolo
ha
una
sua
dottrina
,
da
mille
indizi
appare
che
quella
del
secolo
attuale
è
il
fascismo
.
Che
sia
una
dottrina
di
vita
,
lo
mostra
il
fatto
che
ha
suscitato
una
fede
:
che
la
fede
abbia
conquistato
le
anime
lo
dimostra
il
fatto
che
il
fascismo
ha
avuto
i
suoi
caduti
e
i
suoi
martiri
.
Il
fascismo
ha
oramai
nel
mondo
l
'
universalità
di
tutte
le
dottrine
che
,
realizzandosi
,
rappresentano
un
momento
nella
storia
dello
spirito
umano
.