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> autore_s:"Montanelli Indro"
Cara Luisa ( Montanelli Indro , 1979 )
StampaQuotidiana ,
Cara Luisa , la tua lettera è per me , come si dice a Firenze , « una chicca » . Non per la « passione » della tua famiglia nei miei confronti che naturalmente mi fa piacere ( sono anch ' io vanitoso la mia parte ) , ma per il finale . Hai ragione , Luisa , e ti sono grato di averlo detto : il pericolo , ora , è che il « privato » perda il senso del limite e cada negli stessi eccessi in cui è caduto il « sociale » , esaltando i peggiori istinti dell ' uomo : l ' egoismo , la sovrapposizione dell ' interesse personale a qualsiasi altro impegno e dovere , il facile e volgare edonismo . E ' vero che tutto questo ha , per ora , una sua logica e fisiologica ragione di essere : dopo trent ' anni di mortificazioni e di confische , è fatale che la reazione del « privato » sia violenta e disordinata . Ma guai se non si renderà subito conto che « privato » non significa licenza di arraffare , di sopraffare e di godere . Noi ( e in questo noi mi par di capire che posso includere anche te ) per « privato » intendiamo tutt ' altra cosa . Intendiamo anzitutto la restituzione all ' uomo ( e quindi anche alla donna , si capisce ) del suo diritto alle scelte con le responsabilità che ne derivano . A nessuno dev ' essere più concesso di attribuire i propri fallimenti o misfatti alle storture della società . Che questa società abbia molte storture , è vero . Ma chi vuole portare un contributo al loro raddrizzamento non può invocarle come alibi dell ' eversione o della diserzione . Secondo . Intendiamo per « privato » il diritto di ognuno a pensare con la propria testa , senza per questo essere considerato un reietto o un fascista ( i due termini sono ormai sinonimi ) solo perché si rifiuta di far parte di un gregge belante e di « conformarsi » ai suoi cori . Terzo . Intendiamo per « privato » il diritto dell ' uomo ad affinare le proprie capacità e a far valere i propri meriti . Vogliamo , sissignori , sia nella scuola che nel lavoro , il ritorno al criterio della selezione secondo i valori , intendendo per tali non soltanto quelli intellettuali e professionali , ma anche quelli morali . Rispettiamo l ' interesse privato in quanto stimolo ad eccellere . Ma vogliamo che a tutti siano date , al palo di partenza , le stesse opportunità di eccellere . Quarto . Intendiamo per « privato » il diritto a una propria vita personale , in cui ciascuno possa restare solo con se stesso , cioè con la propria coscienza , i propri sentimenti , e magari anche le proprie stravaganze , purché non offendano il vicino di casa . Ecco il punto . Noi italiani crediamo di essere individualisti perché al vicino di casa impediamo di dormire tenendo la radio accesa a tutto volume e non rispettiamo i regolamenti stradali . Ma questo non è individualismo ; è soltanto asocialità . Non confondiamo . Individualisti sono gl ' inglesi che difendono il loro giardino da qualsiasi intrusione , ma rispettano la legge e fanno la coda davanti al botteghino del teatro . Noi siamo soltanto delle pecore indisciplinate , che facciamo confusione nel gregge , ma lo seguiamo sempre in branco , sempre in massa . Ecco cosa vuol dire « privato » , non la moda del travoltismo e del « consumismo » Anni Cinquanta . Fai bene , cara Luisa , a restare « démodée » . Anche per ragioni estetiche . « Belle ci si fa - diceva Marie Régnier - , ricche si diventa , eleganti si nasce . » E una persona elegante non segue mai la moda . La lascia ai cafoni .