StampaQuotidiana ,
Caro
Giorgio
,
ti
rispondo
pubblicamente
perché
le
domande
dei
tuoi
amici
sono
un
esemplare
condensato
dello
sciocchezzaio
che
certi
falsi
profeti
hanno
seminato
nelle
teste
dei
giovani
.
1°
)
Gli
uomini
non
sono
affatto
tutti
uguali
,
e
basta
guardarsi
intorno
per
accorgersene
:
c
'
è
l
'
alto
e
il
basso
,
il
diritto
e
lo
storto
,
il
biondo
e
il
bruno
,
e
anche
l
'
intelligente
e
il
cretino
.
Io
non
ho
idee
molto
chiare
sul
buon
Dio
,
ma
escludo
in
maniera
assoluta
che
fosse
socialista
,
perché
di
tanti
miliardi
di
uomini
che
ha
creato
non
ce
n
'
è
uno
uguale
all
'
altro
,
come
il
socialismo
vorrebbe
che
fossero
.
Può
darsi
che
un
giorno
,
sostituendosi
a
Dio
,
la
scienza
riesca
a
creare
questa
uguaglianza
.
Quel
giorno
l
'
umanità
si
ridurrà
a
un
formicaio
,
e
io
sono
contento
di
non
fare
in
tempo
a
vederlo
.
2°
)
Chi
ha
detto
che
il
capace
opprime
il
proletario
?
Già
questa
parola
«
proletario
»
dimostra
quanto
vecchie
siano
le
idee
e
i
concetti
dei
tuoi
amici
.
Oggi
il
proletariato
,
come
classe
,
non
esiste
più
.
Esistono
degli
«
emarginati
»
che
per
qualche
motivo
non
riescono
a
inserirsi
nella
società
,
e
a
cui
naturalmente
bisogna
dare
una
mano
.
Ma
quelli
che
si
continua
a
chiamare
proletari
sono
ormai
come
condizioni
economiche
dei
«
borghesi
»
(
un
operaio
specializzato
guadagna
più
di
un
professore
di
scuole
medie
)
.
E
questo
è
avvenuto
perché
ci
sono
stati
degli
uomini
che
,
più
capaci
degli
altri
,
sono
riusciti
,
grazie
all
'
inventiva
tecnologica
e
all
'
energia
organizzativa
,
a
mettere
anche
i
meno
capaci
in
condizione
di
vivere
bene
,
o
almeno
molto
meglio
di
come
vivevano
un
secolo
e
anche
solo
trent
'
anni
fa
.
Cosa
farebbero
i
cento
e
più
mila
dipendenti
della
Fiat
se
una
settantina
d
'
anni
fa
un
certo
signor
Agnelli
,
piccolo
proprietario
terriero
,
non
avesse
creato
quell
'
azienda
?
Le
condizioni
in
cui
gli
operai
vi
lavorano
avranno
i
loro
disagi
.
Ma
sono
infinitamente
migliori
di
quelle
in
cui
vivevano
i
loro
padri
zappaterra
.
Gramsci
,
il
massimo
teorico
del
comunismo
italiano
,
diceva
:
«
Sia
Benedetto
Agnelli
»
.
3°
)
Non
sempre
il
padrone
,
che
molto
spesso
è
un
ex
-
operaio
,
mangia
meglio
dell
'
operaio
.
Gli
sforzi
,
anche
di
cinghia
,
fatti
per
accumulare
il
primo
piccolo
capitale
che
gli
ha
consentito
di
diventare
padrone
,
gli
hanno
rovinato
lo
stomaco
e
le
coronarie
,
il
che
gl
'
impone
strette
diete
.
Ma
ammettiamo
pure
che
mangi
meglio
.
E
con
ciò
?
Che
cosa
gli
avrebbe
dato
lo
stimolo
a
emergere
,
a
lavorare
e
a
risparmiare
più
degli
altri
,
se
non
anche
il
desiderio
non
dico
di
mangiare
meglio
,
ma
di
stare
meglio
?
Di
'
a
questi
poveri
imbecillotti
amici
di
sinistra
che
anch
'
essi
vogliono
stare
meglio
.
Solo
che
,
invece
che
col
lavoro
,
lo
sforzo
e
il
sacrificio
,
cercano
di
arrivarci
con
la
demagogia
,
cioè
sfruttando
i
malcontenti
altrui
e
facendocisi
sopra
una
«
posizione
»
.
4°
)
Le
società
libere
non
sono
mai
perfette
.
Quella
italiana
lo
è
meno
di
molte
altre
.
Delle
ingiustizie
ci
sono
.
Ci
sono
dei
privilegi
e
dei
parassitismi
,
che
possiamo
e
dobbiamo
ridurre
senza
tuttavia
illuderci
di
poterli
eliminare
completamente
.
Però
questa
società
imperfetta
è
l
'
unica
che
,
grazie
alla
libertà
,
sia
perfettibile
,
o
comunque
migliorabile
.
Quella
dei
Paesi
socialisti
che
hanno
soppresso
la
libertà
,
che
hanno
legalizzato
l
'
ingiustizia
facendo
del
potente
un
onnipotente
e
del
cittadino
un
suddito
senza
neanche
il
diritto
alla
parola
,
non
è
perfettibile
,
e
deve
contentarsi
di
restare
com
'
è
sotto
le
pistole
spianate
della
polizia
.
5°
)
I
tuoi
amici
imbecillotti
fanno
una
grossa
confusione
tra
uguaglianza
e
parità
.
L
'
uguaglianza
è
impossibile
perché
la
stessa
natura
la
esclude
.
La
si
può
imporre
solo
con
la
violenza
,
cioè
tagliando
le
gambe
a
chi
le
ha
più
lunghe
degli
altri
e
livellando
tutti
sull
'
altezza
dei
nani
.
L
'
unica
forma
di
giustizia
realizzabile
tra
gli
uomini
è
,
oltre
alla
parità
dei
diritti
che
ormai
è
raggiunta
da
un
pezzo
(
anche
se
in
pratica
poi
soffre
parecchie
eccezioni
)
,
quella
che
chiamerei
del
regolamento
di
corsa
.
Tutti
i
giovani
,
a
qualsiasi
ceto
appartengano
,
debbono
essere
messi
,
al
palo
di
partenza
,
nelle
stesse
condizioni
:
eppoi
vinca
il
migliore
.
A
questo
dovrebbe
provvedere
la
scuola
.
Purtroppo
la
scuola
non
vi
provvede
più
perché
gl
'
imbecillotti
hanno
detto
che
,
tutti
gli
uomini
essendo
uguali
,
hanno
tutti
diritto
alla
promozione
.
E
così
al
figlio
intelligente
e
volenteroso
dell
'
operaio
è
stato
tolto
il
mezzo
più
valido
per
battere
sul
traguardo
il
figlio
scemo
e
sfaticato
del
padrone
.
Bella
giustizia
!
StampaQuotidiana ,
Caro
Terracini
,
era
un
pezzo
che
non
la
sentivo
,
e
cominciavo
a
sentirmi
un
po
'
vedovo
della
sua
linguaccia
.
Ora
la
domanda
che
mi
pone
è
-
come
sempre
-
maligna
,
ma
-
come
sempre
-
pertinente
.
Sì
,
è
vero
:
un
bello
scandalo
di
natura
galante
ci
manca
.
Per
questo
ho
sempre
invidiato
i
francesi
che
nello
spazio
di
pochi
anni
ebbero
due
presidenti
della
Repubblica
uccisi
da
donne
:
uno
a
pistolettate
,
l
'
altro
con
un
'
arma
più
dolce
,
ma
non
meno
micidiale
.
Ma
era
la
Belle
époque
,
che
era
bella
anche
perché
vi
succedevano
di
queste
cose
.
Oggi
non
possono
succedere
per
due
motivi
.
Primo
,
perché
questo
tipo
di
scandalo
non
fa
più
scandalo
in
nessun
ambiente
,
neanche
in
convento
.
Secondo
,
perché
la
nostra
classe
politica
vi
è
assolutamente
refrattaria
:
e
lo
dico
,
badi
bene
,
con
profonda
costernazione
.
Dio
volesse
che
i
nostri
ministri
,
senatori
,
deputati
e
partitanti
fossero
capaci
d
'
innamorarsi
.
Sarebbe
un
segno
di
umanità
,
di
sensibilità
emotiva
,
di
una
certa
capacità
di
slancio
,
di
entusiasmo
,
di
abbandono
.
Ma
io
li
conosco
.
Sono
troppo
occupati
ad
ammazzarsi
tra
loro
per
ammazzare
una
donna
(
che
è
il
modo
più
totale
di
amarla
)
o
per
farsene
ammazzare
.
Non
ne
hanno
nemmeno
il
tempo
,
che
dell
'
amore
è
un
elemento
essenziale
,
e
ce
ne
vuole
tantissimo
per
farlo
bene
.
I
più
galanti
fra
loro
lo
sono
nello
stile
dei
commessi
viaggiatori
:
fugaci
e
furtive
avventure
in
camere
ammobiliate
,
con
donnette
d
'
accatto
o
piccole
Bovary
di
provincia
.
Che
scandalo
potrebbe
derivarne
,
anche
se
lo
si
venisse
a
sapere
?
Da
quanto
ne
ho
sentito
dire
,
e
con
tutto
il
rispetto
che
si
deve
ai
morti
,
l
'
unico
che
rischiò
di
provocarne
fu
Gronchi
.
Che
però
,
anche
lui
,
aveva
più
la
stoffa
del
femminiere
(
la
parola
sarebbe
un
'
altra
,
ma
non
la
dico
per
rispetto
dei
lettori
e
più
ancora
delle
lettrici
)
che
non
dell
'
amatore
.
La
galanteria
-
quella
vera
,
che
può
condurre
al
dramma
-
esige
una
certa
classe
.
Il
grande
seduttore
può
essere
un
grande
mascalzone
,
anzi
quasi
sempre
lo
è
;
così
come
la
grande
seduttrice
può
essere
una
grande
avventuriera
,
anzi
quasi
sempre
lo
è
.
Ma
grandi
,
e
con
stile
.
Ora
,
caro
Terracini
,
è
proprio
lo
stile
che
manca
ai
nostri
uomini
politici
.
In
tutto
.
E
quindi
anche
nella
galanteria
,
per
la
quale
non
sono
attrezzati
nemmeno
fisicamente
.
Li
guardi
,
se
l
'
immagini
in
pigiama
,
e
poi
mi
dica
che
scandali
possono
fare
.
StampaQuotidiana ,
Caro
Modula
,
io
la
capisco
;
è
lei
che
non
capisce
me
.
Vediamo
di
spiegarci
.
Non
ho
nulla
contro
i
giovani
del
'68
.
Mescolati
con
parecchia
marmaglia
(
ce
n
'
è
sempre
in
questi
fenomeni
)
vogliosa
solo
di
saccheggio
,
c
'
erano
certamente
dei
ragazzi
che
volevano
qualcosa
di
serio
e
la
cui
protesta
era
mossa
da
seri
motivi
.
Lei
evidentemente
era
di
questi
,
e
merita
tutto
il
mio
rispetto
.
Una
delle
ragioni
per
cui
odiai
e
disprezzai
gl
'
ispiratori
e
strateghi
di
quella
battaglia
era
proprio
questo
:
che
mandavano
allo
sbaraglio
e
bruciavano
una
generazione
che
meritava
di
meglio
.
Lei
ha
ragione
quando
dice
che
furono
i
miei
coetanei
,
non
i
suoi
,
a
compiere
questo
misfatto
.
Ed
è
appunto
con
loro
che
ce
l
'
ho
:
coi
chierici
traditori
di
una
intellighenzia
progressista
che
a
vostre
spese
cercava
nella
demagogia
una
rivalsa
ai
propri
fallimenti
,
e
col
loro
contorno
mondano
di
figli
e
figlie
di
papà
che
facevano
nei
salotti
milanesi
gli
snob
della
barricata
.
Mi
domando
che
cosa
aspettate
a
farli
a
pezzi
(
moralmente
,
s
'
intende
)
questi
cialtroncelli
che
si
sono
serviti
di
voi
per
appagare
i
propri
pruriti
e
mettersi
al
sicuro
dalla
vostra
rivolta
di
cui
proprio
loro
-
che
rappresentano
la
fascia
più
turpe
della
società
borghese
-
avrebbero
dovuto
essere
il
bersaglio
.
Con
voi
,
il
discorso
è
un
altro
.
E
sia
chiaro
che
non
lo
faccio
da
maestro
a
scolaro
per
il
semplice
motivo
che
io
ho
fatto
i
vostri
stessi
errori
.
In
un
contesto
,
si
capisce
,
del
tutto
diverso
,
sul
quale
la
prego
di
non
ironizzare
perché
non
è
degno
di
lei
:
se
lei
si
fosse
trovato
a
nascere
nell
'
anno
in
cui
nacqui
io
,
avrebbe
sulla
fronte
lo
stesso
tatuaggio
.
Voi
e
noi
abbiamo
voluto
,
in
tempi
e
temperie
completamente
differenti
,
la
stessa
cosa
.
Voi
volevate
(
e
immagino
che
vogliate
ancora
)
una
«
società
»
seria
;
noi
volevamo
(
e
vorremmo
ancora
)
una
«
Italia
»
seria
.
Non
fa
molta
differenza
.
La
differenza
sta
solo
nell
'
anagrafe
.
E
qui
lei
deve
consentirmi
di
guardare
le
cose
con
un
occhio
diverso
dal
suo
.
Quando
voi
scendeste
in
piazza
,
noi
già
sapevamo
dove
sareste
finiti
perché
c
'
eravamo
già
finiti
noi
.
Ve
lo
dicemmo
,
e
voi
c
'
insultaste
:
se
vi
fossimo
caduti
in
mano
,
ci
avreste
sbranato
.
Nulla
di
male
:
in
battaglia
,
si
sa
,
ci
si
sbrana
.
Ma
oggi
,
a
cose
fatte
,
o
per
meglio
dire
abortite
,
non
potete
rimproverarci
di
aver
visto
le
cose
con
un
occhio
diverso
dal
vostro
.
Capisco
che
il
fatto
di
doverci
dare
ragione
v
'
infastidisca
.
Lo
capisco
perché
anche
questa
è
un
'
esperienza
che
ho
fatto
io
stesso
.
Gliela
racconto
subito
.
Appartenevo
a
una
famiglia
di
antifascisti
.
E
forse
fu
anche
questo
che
aizzò
i
miei
entusiasmi
di
adolescente
per
Mussolini
.
Quando
una
decina
di
anni
dopo
mi
accorsi
come
li
avevo
male
investiti
,
il
ritorno
a
casa
fu
una
tortura
.
E
anch
'
io
dissi
ciò
che
lei
ora
dice
a
me
:
«
E
grazie
a
questo
errore
che
io
sono
ora
più
maturo
di
voi
»
.
Il
che
era
anche
vero
,
come
lo
è
quando
lo
dice
lei
.
Come
vede
caro
Modula
,
da
parte
nostra
,
o
almeno
da
parte
mia
,
non
c
'
è
nessun
atteggiamento
pedagogico
o
punitivo
.
C
'
è
solo
un
po
'
di
pena
,
anzi
molta
,
per
la
bruciatura
che
avete
subito
.
E
vorrei
anche
prevenire
un
altro
equivoco
.
Nemmeno
io
sono
per
il
travoltismo
e
le
altre
scempiaggini
con
cui
si
manifesta
la
rivolta
del
«
privato
»
.
Ciò
che
m
'
interessa
è
il
ripristino
di
certi
valori
morali
che
mi
sembrano
insostituibili
.
Quanto
alla
società
borghese
che
dovrebbe
incarnarli
,
e
di
cui
forse
lei
mi
considera
il
cocciuto
(
e
ottuso
)
campione
,
be
'
,
cambiamo
discorso
,
oppure
,
caro
Modula
,
venga
a
farlo
in
confidenza
con
me
:
vedrà
che
siamo
d
'
accordo
su
molte
cose
.
StampaQuotidiana ,
Cara
Luisa
,
la
tua
lettera
è
per
me
,
come
si
dice
a
Firenze
,
«
una
chicca
»
.
Non
per
la
«
passione
»
della
tua
famiglia
nei
miei
confronti
che
naturalmente
mi
fa
piacere
(
sono
anch
'
io
vanitoso
la
mia
parte
)
,
ma
per
il
finale
.
Hai
ragione
,
Luisa
,
e
ti
sono
grato
di
averlo
detto
:
il
pericolo
,
ora
,
è
che
il
«
privato
»
perda
il
senso
del
limite
e
cada
negli
stessi
eccessi
in
cui
è
caduto
il
«
sociale
»
,
esaltando
i
peggiori
istinti
dell
'
uomo
:
l
'
egoismo
,
la
sovrapposizione
dell
'
interesse
personale
a
qualsiasi
altro
impegno
e
dovere
,
il
facile
e
volgare
edonismo
.
E
'
vero
che
tutto
questo
ha
,
per
ora
,
una
sua
logica
e
fisiologica
ragione
di
essere
:
dopo
trent
'
anni
di
mortificazioni
e
di
confische
,
è
fatale
che
la
reazione
del
«
privato
»
sia
violenta
e
disordinata
.
Ma
guai
se
non
si
renderà
subito
conto
che
«
privato
»
non
significa
licenza
di
arraffare
,
di
sopraffare
e
di
godere
.
Noi
(
e
in
questo
noi
mi
par
di
capire
che
posso
includere
anche
te
)
per
«
privato
»
intendiamo
tutt
'
altra
cosa
.
Intendiamo
anzitutto
la
restituzione
all
'
uomo
(
e
quindi
anche
alla
donna
,
si
capisce
)
del
suo
diritto
alle
scelte
con
le
responsabilità
che
ne
derivano
.
A
nessuno
dev
'
essere
più
concesso
di
attribuire
i
propri
fallimenti
o
misfatti
alle
storture
della
società
.
Che
questa
società
abbia
molte
storture
,
è
vero
.
Ma
chi
vuole
portare
un
contributo
al
loro
raddrizzamento
non
può
invocarle
come
alibi
dell
'
eversione
o
della
diserzione
.
Secondo
.
Intendiamo
per
«
privato
»
il
diritto
di
ognuno
a
pensare
con
la
propria
testa
,
senza
per
questo
essere
considerato
un
reietto
o
un
fascista
(
i
due
termini
sono
ormai
sinonimi
)
solo
perché
si
rifiuta
di
far
parte
di
un
gregge
belante
e
di
«
conformarsi
»
ai
suoi
cori
.
Terzo
.
Intendiamo
per
«
privato
»
il
diritto
dell
'
uomo
ad
affinare
le
proprie
capacità
e
a
far
valere
i
propri
meriti
.
Vogliamo
,
sissignori
,
sia
nella
scuola
che
nel
lavoro
,
il
ritorno
al
criterio
della
selezione
secondo
i
valori
,
intendendo
per
tali
non
soltanto
quelli
intellettuali
e
professionali
,
ma
anche
quelli
morali
.
Rispettiamo
l
'
interesse
privato
in
quanto
stimolo
ad
eccellere
.
Ma
vogliamo
che
a
tutti
siano
date
,
al
palo
di
partenza
,
le
stesse
opportunità
di
eccellere
.
Quarto
.
Intendiamo
per
«
privato
»
il
diritto
a
una
propria
vita
personale
,
in
cui
ciascuno
possa
restare
solo
con
se
stesso
,
cioè
con
la
propria
coscienza
,
i
propri
sentimenti
,
e
magari
anche
le
proprie
stravaganze
,
purché
non
offendano
il
vicino
di
casa
.
Ecco
il
punto
.
Noi
italiani
crediamo
di
essere
individualisti
perché
al
vicino
di
casa
impediamo
di
dormire
tenendo
la
radio
accesa
a
tutto
volume
e
non
rispettiamo
i
regolamenti
stradali
.
Ma
questo
non
è
individualismo
;
è
soltanto
asocialità
.
Non
confondiamo
.
Individualisti
sono
gl
'
inglesi
che
difendono
il
loro
giardino
da
qualsiasi
intrusione
,
ma
rispettano
la
legge
e
fanno
la
coda
davanti
al
botteghino
del
teatro
.
Noi
siamo
soltanto
delle
pecore
indisciplinate
,
che
facciamo
confusione
nel
gregge
,
ma
lo
seguiamo
sempre
in
branco
,
sempre
in
massa
.
Ecco
cosa
vuol
dire
«
privato
»
,
non
la
moda
del
travoltismo
e
del
«
consumismo
»
Anni
Cinquanta
.
Fai
bene
,
cara
Luisa
,
a
restare
«
démodée
»
.
Anche
per
ragioni
estetiche
.
«
Belle
ci
si
fa
-
diceva
Marie
Régnier
-
,
ricche
si
diventa
,
eleganti
si
nasce
.
»
E
una
persona
elegante
non
segue
mai
la
moda
.
La
lascia
ai
cafoni
.
StampaQuotidiana ,
Caro
Portioli
,
pubblico
la
sua
lettera
perché
è
una
delle
pochissime
che
mi
rimproverano
di
aver
posto
ai
lettori
un
quesito
elettorale
che
serva
ad
illuminare
loro
e
me
.
Lascio
ad
essi
il
giudizio
sui
suoi
argomenti
.
Io
mi
limito
ad
alcune
considerazioni
pregiudiziali
.
1
)
Non
ho
nulla
in
contrario
che
lei
mi
consideri
digiuno
di
«
scienza
politica
»
,
per
il
semplice
motivo
che
io
non
considero
la
politica
una
«
scienza
»
.
Se
lo
fosse
,
non
ci
resterebbe
che
lasciarla
in
appalto
ad
alcuni
specialisti
,
come
avviene
nei
Paesi
totalitari
,
dove
la
politica
consiste
nell
'
impedire
alla
gente
di
ficcare
il
naso
negli
affari
che
la
riguardano
.
Io
mi
rivolgo
a
dei
lettori
che
,
pur
non
essendo
,
come
non
sono
io
,
«
scienziati
»
di
politica
,
il
naso
negli
affari
che
li
riguardano
vogliono
ficcarcelo
,
e
cerco
di
aiutarli
mettendo
a
loro
disposizione
il
poco
che
ne
so
.
Se
lei
si
sente
«
scienziato
»
,
ci
lasci
al
nostro
colloquio
tra
profani
.
Ma
badi
che
la
sua
«
scienza
»
è
un
po
'
arretrata
perché
la
legge
tedesca
,
cui
lei
accenna
a
proposito
dei
comunisti
,
è
stata
revocata
da
un
pezzo
.
In
Germania
il
partito
comunista
non
è
riconosciuto
in
grazia
di
un
'
altra
legge
:
quella
che
condiziona
la
legittimità
di
un
partito
al
fatto
ch
'
esso
ottenga
almeno
il
5
per
cento
dei
voti
.
Il
Pc
tedesco
non
esiste
perché
non
raggiunge
questo
minimo
,
non
perché
è
proibito
.
Dopodiché
vorrei
chiederle
chi
,
in
Italia
,
avrebbe
avuto
la
forza
di
mettere
fuori
legge
il
Pci
,
e
a
cosa
questo
sarebbe
servito
.
Ma
lasciamo
andare
.
2
)
Lei
è
anche
l
'
unico
ad
attribuirmi
l
'
intenzione
di
spalleggiare
,
alle
prossime
elezioni
,
la
Dc
.
E
non
capisco
proprio
come
faccia
,
avendo
io
testualmente
scritto
nell
'
articolo
che
lei
cita
come
esempio
di
somaraggine
politica
:
«
In
queste
condizioni
è
chiaro
che
noi
non
potremo
rinnovare
l
'
invito
ai
nostri
lettori
a
votare
Dc
neanche
turandosi
il
naso
»
:
parole
che
non
mi
sembrano
equivocabii
.
E
'
vero
che
subito
dopo
mi
chiedevo
,
e
invitavo
il
lettore
a
chiedersi
,
se
l
'
indebolimento
della
Dc
servirà
a
trattenerla
o
a
spingerla
all
'
abbraccio
col
Pci
.
Ma
questa
domanda
la
ponevo
al
lettore
perché
la
pongo
a
me
stesso
,
e
perché
ritengo
che
qualsiasi
persona
dotata
di
un
minimo
di
coscienza
civica
debba
,
prima
di
fare
una
scelta
,
prospettarsene
le
conseguenze
.
Questo
non
sarà
da
scienziato
,
ma
mi
pare
che
sia
da
galantuomo
.
O
no
?
3
)
Lei
mi
richiama
ai
valori
della
liberal
-
democrazia
.
E
io
mi
appello
al
lettore
per
chiedergli
quale
giornale
in
Italia
ha
difeso
più
del
nostro
questi
valori
,
non
solo
sul
piano
della
politica
,
ma
anche
su
quello
della
cultura
,
contro
la
marea
montante
del
marxismo
,
ora
in
reflusso
,
ma
in
reflusso
grazie
a
noi
,
che
abbiamo
rotto
il
coro
e
tenuto
botta
quando
l
'
impresa
sembrava
disperata
,
e
bisognava
pagarla
di
persona
,
come
abbiamo
fatto
,
e
come
rischiamo
di
dover
continuare
a
fare
.
Lei
dice
che
io
sono
al
seguito
del
gregge
.
Di
quale
gregge
?
Il
gregge
è
tutto
dall
'
altra
parte
,
la
parte
marxista
:
lo
vedono
anche
i
ciechi
.
E
aggiunge
:
«
Non
oso
azzardare
per
questioni
di
biada
»
,
ma
lo
insinua
,
adombrando
un
'
accusa
che
nemmeno
il
mio
persecutore
Fortebraccio
mi
ha
mai
lanciato
:
lui
sa
benissimo
che
da
questo
lato
non
mi
si
può
attaccare
.
4
)
Lei
mi
addita
l
'
esempio
del
giornalismo
protestante
,
quasi
facendo
credere
che
il
protestantesimo
sia
nato
da
quel
giornalismo
.
Guardi
che
è
proprio
l
'
opposto
.
Io
ho
scritto
-
non
da
«
scienziato
»
-
due
libri
,
L
'
Italia
della
Controriforma
e
L
'
Italia
del
Seicento
,
per
cercar
di
dimostrare
quale
rivoluzione
la
riforma
protestante
provocò
non
nel
campo
della
teologia
-
che
mi
è
estraneo
-
,
ma
in
quello
della
cultura
,
del
costume
,
della
mentalità
,
del
civismo
,
e
quale
jattura
fu
per
l
'
Italia
,
compresa
quella
cattolica
,
l
'
esservi
rimasta
estranea
.
Non
le
chiedo
di
leggerli
.
Ma
lei
non
chieda
a
me
di
comportarmi
come
se
avessi
Calvino
alle
spalle
.
Non
ce
l
'
ho
.
E
se
mi
mettessi
a
parlare
come
se
ce
l
'
avessi
,
parlerei
al
vuoto
.
Io
mi
rivolgo
,
da
povero
italiano
,
ad
altri
poveri
italiani
.
Fra
noi
ci
conosciamo
.
Sappiamo
i
nostri
difetti
e
debolezze
.
Ma
sappiamo
anche
le
nostre
qualità
,
che
non
sono
da
buttar
via
.
Cerchiamo
di
capirci
e
di
aiutarci
.
Lei
non
ci
sta
?
Pazienza
.
Ma
,
scusi
,
se
ci
considera
un
giornale
da
gregge
,
perché
ci
legge
?
Delle
due
,
l
'
una
:
o
nemmeno
noi
siamo
pecore
,
o
anche
lei
lo
è
.
StampaQuotidiana ,
Caro
Maldini
,
il
suo
appello
è
un
po
'
superato
dagli
avvenimenti
in
quanto
il
responsabile
dello
sciagurato
episodio
Di
Sarro
è
già
stato
deferito
all
'
autorità
giudiziaria
,
cui
dovrà
rispondere
del
suo
gesto
.
Per
il
resto
,
la
sua
argomentazione
non
fa
una
grinza
.
Si
capisce
che
,
normalmente
,
un
carabiniere
deve
operare
in
divisa
perché
è
la
divisa
che
conferisce
a
chi
la
riveste
il
diritto
di
fermare
il
cittadino
,
e
al
cittadino
il
dovere
di
obbedirgli
.
Ma
a
lei
sembra
,
caro
Maldini
,
che
viviamo
in
tempi
normali
?
A
me
,
no
.
Quella
che
stiamo
vivendo
è
una
guerriglia
in
cui
gli
uomini
in
divisa
,
che
rispettano
gli
obblighi
connessi
alla
divisa
,
si
trovano
in
condizione
di
netta
inferiorità
nei
confronti
di
un
avversario
che
può
occultarsi
e
mimetizzarsi
come
vuole
,
spesso
addirittura
nelle
divise
dei
carabinieri
.
Contro
un
avversario
di
questo
genere
,
che
attacca
alle
spalle
e
di
sorpresa
,
che
si
camuffa
come
vuole
,
che
insomma
non
rispetta
nessuna
regola
,
come
possono
le
forze
dell
'
ordine
attenersi
alle
loro
?
Certo
,
per
il
povero
cittadino
il
non
sapere
se
il
delinquente
che
lo
insegue
è
proprio
un
delinquente
o
un
carabiniere
vestito
da
delinquente
,
e
se
il
carabiniere
che
lo
blocca
è
proprio
un
carabiniere
o
un
delinquente
vestito
da
carabiniere
,
la
vita
diventa
difficile
.
Ma
è
appunto
questo
che
rende
orribile
la
guerriglia
:
il
fatto
che
nessuno
è
più
sicuro
di
nulla
e
deve
temere
di
tutto
:
del
pacco
che
gli
recapita
la
posta
e
che
potrebbe
contenere
una
bomba
,
del
trombaio
che
gli
entra
in
casa
e
che
potrebbe
essere
un
terrorista
,
e
nemmeno
del
figlio
in
cui
qualunque
padre
può
scoprire
d
'
un
tratto
un
pistolero
.
In
queste
condizioni
,
onestamente
,
io
non
mi
sento
di
chiedere
a
poliziotti
e
carabinieri
lo
scrupoloso
rispetto
del
regolamento
,
che
fa
obbligo
di
sparare
solo
dopo
i
tre
squilli
di
tromba
.
Sarebbe
come
spingere
un
pugile
con
un
braccio
legato
contro
un
avversario
che
picchia
anche
coi
piedi
.
Si
capisce
che
di
questo
tipo
di
lotta
senza
esclusione
di
colpi
e
a
chi
spara
per
primo
,
è
il
cittadino
che
poi
paga
qualche
volta
le
spese
,
com
'
è
successo
al
povero
Di
Sarro
.
Ma
la
lotta
al
terrorismo
,
o
la
si
fa
così
,
o
è
meglio
rinunziare
a
farla
.
Cerchiamo
dunque
di
ragionare
non
con
gli
occhi
fissi
alle
nuvole
,
ma
coi
piedi
piantati
nella
realtà
,
che
è
quella
che
è
,
e
non
quella
che
noi
vorremmo
che
fosse
.
Se
vogliamo
difenderci
dal
terrorismo
,
dobbiamo
sospendere
-
sia
pure
temporaneamente
-
quelle
misure
cautelative
e
garantistiche
che
caratterizzano
e
costituiscono
il
blasone
delle
società
bene
ordinate
,
ma
che
rappresentano
un
lusso
insostenibile
in
quelle
dissestate
e
periclitanti
come
la
nostra
.
Nelle
condizioni
in
cui
versiamo
,
contentiamoci
di
esigere
dalle
forze
dell
'
ordine
ciò
che
possono
darci
senza
danno
per
la
loro
efficienza
:
e
cioè
un
addestramento
individuale
e
collettivo
che
riduca
al
minimo
i
pericoli
per
il
cittadino
.
Ma
non
illudiamoci
che
si
possano
del
tutto
eliminare
.
Per
concludere
.
Un
discorso
come
il
suo
,
caro
Maldini
,
applicato
al
tempo
di
Giolitti
,
sarebbe
stato
perfetto
.
Applicato
al
tempo
delle
Brigate
rosse
,
diventa
utopistico
.
Il
buon
Dio
mi
ha
condannato
a
vivere
al
tempo
delle
Brigate
rosse
.
Non
è
stato
,
da
parte
sua
,
un
gesto
di
amicizia
.
Ma
lei
si
trova
nelle
stesse
condizioni
.
Questo
è
il
nostro
tempo
,
questa
è
la
nostra
società
.
Essi
ci
espongono
a
un
'
infinità
di
pericoli
.
Ma
il
più
grosso
ce
lo
costruiremmo
con
le
nostre
mani
pretendendo
di
viverci
come
se
fossimo
in
un
altro
tempo
e
in
un
'
altra
società
.
StampaQuotidiana ,
Caro
Ortolani
,
il
caso
che
lei
cita
è
senza
dubbio
vero
.
Risulta
anche
a
me
che
subito
dopo
la
liberazione
il
Partito
socialista
era
pieno
di
comunisti
in
servizio
comandato
.
Probabilmente
ce
ne
sono
ancora
.
Ma
questo
non
è
certo
il
caso
di
Lombardi
,
personaggio
rovinoso
,
annunciatore
di
tempeste
,
che
ha
provocato
un
mare
di
guai
con
la
sua
tenace
pretesa
di
applicare
le
sue
astratte
utopie
a
una
realtà
che
vi
si
ribella
;
ma
di
specchiata
onestà
,
in
buona
fede
,
e
perfino
privo
di
ambizioni
di
potere
.
Quanto
a
De
Martino
,
considerandolo
un
traditore
,
lei
lo
sopravvaluta
.
Per
tradire
ci
vuole
un
cinismo
ma
anche
un
'
intelligenza
,
di
cui
questo
sonnolento
bonzo
non
ha
mai
dato
segno
.
Che
non
sia
un
vero
socialista
,
lo
penso
anch
'
io
.
Ma
nemmeno
un
comunista
.
E
solo
l
'
ultimo
scampolo
di
quel
Partito
d
'
azione
,
i
cui
naufraghi
,
ad
eccezione
di
La
Malfa
,
hanno
appestato
tutti
i
partiti
in
cui
si
sono
accasati
.
Bisogna
però
dire
che
quello
socialista
si
è
mostrato
il
più
congeniale
al
contagio
per
la
sua
mancanza
di
un
sicuro
ancoraggio
ideologico
e
per
le
sue
endemiche
risse
e
divisioni
interne
.
Ci
sarebbe
un
lungo
discorso
da
fare
sull
'
ostinato
rifiuto
di
questo
partito
a
costruirsi
una
dottrina
indipendente
da
quella
del
Pci
-
come
hanno
fatto
tutti
gli
altri
socialismi
europei
-
,
che
fu
il
tormento
dei
suoi
uomini
migliori
,
i
Turati
,
i
Treves
,
i
Momigliano
,
e
a
lasciare
sempre
il
passo
a
quelli
peggiori
.
Ma
stiamo
all
'
attualità
.
Craxi
ha
tentato
di
dare
al
Psi
una
sua
autonomia
culturale
e
strategica
.
Finché
si
è
trattato
della
prima
,
i
suoi
avversari
lo
hanno
lasciato
fare
:
non
per
convinzione
,
credo
,
ma
per
totale
sordità
a
questo
genere
di
cose
:
per
loro
,
che
il
socialismo
italiano
ripudi
Lenin
per
adottare
Proudhon
non
è
un
problema
serio
,
anche
perché
probabilmente
non
conoscono
né
l
'
uno
né
l
'
altro
.
Ma
quando
si
è
trattato
di
tradurre
sul
piano
concreto
l
'
autonomia
dai
comunisti
,
sono
tornati
a
litigare
e
a
dividersi
rivelando
la
solita
e
ormai
storica
indecisione
a
tutto
.
Non
so
se
Craxi
abbia
commesso
,
sul
piano
tattico
,
degli
errori
,
come
alcuni
gli
rimproverano
.
Secondo
me
,
il
vero
errore
lo
ha
commesso
iscrivendosi
a
quel
partito
e
illudendosi
di
poterne
fare
qualcosa
di
coerente
,
efficiente
e
modernamente
europeo
.
Lo
dico
con
tristezza
perché
una
liberal
-
democrazia
coi
socialisti
vive
male
,
ma
senza
i
socialisti
non
vive
affatto
.
Ed
è
questo
che
dapprincipio
non
capirono
alcuni
nostri
lettori
che
scambiarono
per
una
nostra
conversione
al
socialismo
(
figuriamoci
!
)
quello
che
era
invece
l
'
interesse
di
un
vero
liberale
(
Giolitti
e
De
Gasperi
insegnino
)
ad
avere
come
interlocutore
e
dirimpettaio
un
partito
socialista
con
cui
si
potesse
ragionare
.
I
soliti
sogni
,
purtroppo
.
Ma
quali
altri
possiamo
fare
?
StampaQuotidiana ,
Non
ho
alcuna
riluttanza
,
caro
Possenti
,
ad
affrontare
il
«
caso
Bocca
»
.
E
'
vero
:
in
altri
tempi
gli
articoli
,
le
prese
di
posizione
,
gli
atteggiamenti
di
Bocca
servirono
da
avallo
alle
tesi
di
aspiranti
rivoluzionari
che
non
sapevano
quel
che
volevano
,
ma
lo
volevano
subito
.
Quando
lei
ci
si
arrabbiava
mi
ci
arrabbiavo
anch
'
io
,
per
motivi
generali
e
per
motivi
personali
.
Del
giornalista
avevo
sempre
ammirato
la
capacità
e
l
'
efficacia
,
dell
'
uomo
avevo
sempre
stimato
la
indiscussa
probità
:
e
non
sapevo
darmi
pace
nel
vedere
queste
qualità
,
così
rare
nel
panorama
intellettuale
italiano
,
messe
al
servizio
di
cause
sbagliate
.
«
Bastian
contrario
»
per
istinto
e
per
scelta
,
Bocca
portava
acqua
,
senza
volerlo
,
al
mulino
della
faciloneria
populista
,
e
copriva
con
la
sua
autorevolezza
onesta
le
più
spregiudicate
manovre
di
molti
furbastri
.
Tutto
questo
non
l
'
ho
dimenticato
.
Ma
non
ho
neppure
dimenticato
,
e
non
dimentico
,
che
Bocca
ad
un
certo
punto
guardò
attorno
a
sé
,
e
constatò
da
chi
fosse
composto
,
e
verso
quali
traguardi
stesse
marciando
l
'
esercito
,
smisuratamente
ingrossato
,
che
issava
stendardi
con
i
suoi
slogans
e
con
le
sue
denunce
.
La
compagnia
non
gli
piacque
.
Era
troppo
becera
e
troppo
numerosa
,
per
i
suoi
gusti
.
E
mirava
a
traguardi
assai
diversi
da
quelli
che
egli
aveva
indicato
,
magari
idealizzandoli
ingenuamente
.
Si
era
battuto
contro
il
grigio
conformismo
democristiano
,
e
stava
per
essere
travolto
da
un
altro
conformismo
,
meno
molle
,
meno
tollerante
,
meno
bonario
.
Voleva
maggiori
libertà
,
e
assisteva
allo
spettacolo
di
una
intolleranza
violenta
,
nelle
università
e
nelle
piazze
.
Predicava
una
società
austera
,
rigorosa
,
ed
aveva
aiutato
a
far
trionfare
il
facilismo
,
il
rifiuto
del
lavoro
,
il
disordine
,
la
demagogia
prepotente
.
Aveva
puntato
l
'
indice
contro
il
terrorismo
fascista
,
e
assisteva
con
sgomento
al
proliferare
delle
Br
,
dei
Nap
,
insomma
del
«
partito
armato
»
rosso
.
Di
fronte
a
questa
realtà
Bocca
non
ha
chiuso
gli
occhi
;
non
ha
avuto
paura
di
restare
isolato
,
e
di
essere
di
nuovo
,
come
vuole
la
sua
vocazione
,
minoritario
.
Ha
riconosciuto
i
suoi
errori
senza
invocare
scusanti
o
attenuanti
,
ha
deplorato
le
degenerazioni
che
le
sue
idee
avevano
subìto
,
ha
sacrificato
una
popolarità
facile
al
rispetto
della
verità
.
La
sua
conversione
è
venuta
prima
che
il
partito
comunista
desse
ad
essa
il
«
placet
»
,
e
non
è
mai
stata
-
né
è
ora
-
in
sintonia
con
le
parole
d
'
ordine
di
Berlinguer
.
Bocca
ha
«
rifluito
»
prima
che
«
rifluisse
»
la
massa
degli
opportunisti
.
Il
suo
verbo
,
in
anni
passati
osannato
,
è
ora
esecrato
nelle
grandi
e
piccole
sagrestie
dell
'
ultrasinistra
.
Ammetto
senz
'
altro
che
in
un
certo
momento
Bocca
sia
stato
un
«
utile
intelligente
»
.
Ma
ora
,
restando
intelligente
,
non
è
più
utile
,
anzi
è
dannoso
ai
propalatori
di
luoghi
comuni
,
di
dogmi
prefabbricati
,
di
bugie
comode
.
Categoria
alla
quale
invece
appartengono
gli
«
utili
intelligenti
»
della
nostra
inchiesta
.
Io
riconosco
a
tutti
il
diritto
di
sbagliare
.
Ne
ho
fatto
uso
anch
'
io
e
non
me
ne
vergogno
.
Riconosco
anche
il
diritto
ai
ravvedimenti
,
purché
non
coincidano
platealmente
con
i
propri
interessi
,
con
la
propria
carriera
,
con
le
indicazioni
del
«
potere
»
presente
o
supposto
,
magari
a
torto
,
prossimo
venturo
.
Di
questi
peccati
e
di
queste
ipocrisie
Bocca
non
può
essere
sospettato
.
Merita
sempre
rispetto
:
quando
è
d
'
accordo
con
noi
e
quando
non
lo
è
.
Detto
questo
,
dobbiamo
aggiungere
che
incombe
,
su
Bocca
,
e
su
noi
che
gli
siamo
amici
,
un
grave
pericolo
.
Poiché
il
«
riflusso
»
trionfa
,
la
ragione
si
apre
un
varco
nella
dissennatezza
,
la
moderazione
è
di
moda
-
anche
per
merito
dell
'
ultimo
Bocca
-
c
'
è
il
rischio
di
vederlo
ripiombare
nella
contestazione
,
nauseato
dai
troppi
consensi
,
avvilito
dal
numero
e
dalla
qualità
di
coloro
che
abbracciano
il
suo
nuovo
corso
.
Per
farlo
restare
dov
'
è
,
il
migliore
sistema
è
di
continuare
a
dirgli
che
ha
torto
.
StampaQuotidiana ,
Caro
Assunta
,
stia
pure
tranquillo
:
non
corro
nessun
rischio
di
dovermi
pentire
perché
a
sua
volta
la
Dc
non
corre
nessun
rischio
di
uscire
battuta
.
Anche
se
dovesse
perdere
qualche
frangia
(
e
al
Nord
forse
la
perderà
,
ma
per
conquistarne
un
'
altra
al
Sud
)
,
essa
rimarrà
sempre
il
partito
di
maggioranza
:
pericoli
di
«
sorpasso
»
stavolta
non
ce
ne
sono
,
o
ce
ne
sono
infinitamente
meno
che
nel
'76
.
Lei
però
mi
offende
(
sia
pure
con
molto
garbo
)
sospettando
che
il
mio
mutato
atteggiamento
verso
la
Dc
dipenda
da
qualche
personale
rancore
verso
la
dirigenza
del
suo
partito
.
Sarei
proprio
un
giornalista
-
e
un
italiano
-
da
quattro
soldi
se
anteponessi
dei
risentimenti
,
per
quanto
giustificati
,
ai
miei
doveri
verso
il
lettore
.
Non
sono
io
che
ho
voltato
le
spalle
alla
Dc
;
è
la
Dc
che
-
ne
convenga
-
le
ha
voltate
a
me
e
a
quanti
nel
'76
le
dettero
il
voto
,
anche
grazie
ai
nostri
suggerimenti
,
in
base
a
certi
impegni
che
sono
stati
mantenuti
solo
in
parte
.
Lei
ha
perfettamente
ragione
di
dire
che
gli
altri
partiti
hanno
fatto
anche
di
peggio
.
Salvo
che
per
i
liberali
,
è
vero
.
Ma
dovrà
ammettere
che
la
Dc
porta
sulle
spalle
delle
responsabilità
ben
più
grosse
,
alle
quali
l
'
attuale
dirigenza
si
mostra
del
tutto
impari
.
Tuttavia
voglio
rassicurarla
.
Noi
siamo
critici
,
e
spesso
anche
duramente
,
verso
la
Dc
:
non
si
può
non
esserlo
.
Ma
non
perdiamo
né
perderemo
occasione
per
ricordare
ai
nostri
lettori
che
senza
di
essa
non
si
può
ricostruire
nulla
,
e
che
quindi
auspicarne
la
disfatta
sarebbe
da
suicidi
.
Al
momento
opportuno
,
noi
non
chiederemo
agli
elettori
Dc
di
voltar
bandiera
.
Gli
chiederemo
soltanto
di
concentrare
il
loro
voto
su
quei
candidati
che
prenderanno
-
se
lo
prenderanno
-
impegno
scritto
di
rifiutare
-
non
per
ora
,
come
dicono
Zaccagnini
e
i
suoi
accoliti
,
ma
per
sempre
-
qualsiasi
accordo
di
governo
col
Pci
.
Nel
'76
noi
aiutammo
il
suo
partito
appunto
perché
questo
impegno
lo
aveva
preso
.
Avendo
esso
manifestato
molti
cedimenti
,
e
dando
segno
di
volerne
ancora
fare
,
il
partito
non
ci
sentiamo
di
aiutarlo
.
Ma
aiuteremo
coloro
che
vi
si
sono
mostrati
e
danno
qualche
garanzia
di
volervi
restare
fedeli
.
Come
vede
,
io
non
volto
le
spalle
.
Rimango
sulla
mia
linea
,
pronto
ad
aiutare
i
democristiani
che
la
condividono
,
ma
quelli
soli
.
Per
concludere
,
vorrei
chiarire
una
cosa
.
Alcuni
lettori
mi
rimproverano
di
spostare
troppo
spesso
le
mie
simpatie
dall
'
uno
all
'
altro
partito
.
Ma
si
tratta
di
un
'
illusione
ottica
.
Io
sono
sempre
sulle
mie
posizioni
.
Quando
un
partito
le
condivide
o
almeno
vi
si
avvicina
,
lo
sostengo
.
Quando
se
ne
allontana
,
lo
attacco
.
Ebbi
un
duro
scontro
con
La
Malfa
(
e
Dio
solo
sa
quanto
mi
costò
,
sul
piano
affettivo
)
quando
favoriva
il
compromesso
storico
;
quando
invertì
la
marcia
,
ridiventai
-
con
sollievo
-
suo
sostenitore
.
Ma
era
stato
lui
a
spostarsi
,
non
io
.
E
così
con
la
Dc
.
Quando
vi
prevale
la
linea
degasperiana
,
l
'
appoggio
;
quando
vi
prevale
la
linea
morotea
,
la
combatto
.
Ma
non
venite
a
dirmi
che
vi
tradisco
.
Siete
voi
che
tradite
me
(
e
voi
stessi
)
.
StampaQuotidiana ,
Caro
dottor
Papandrea
,
per
quanto
riguarda
la
prima
domanda
,
esprimo
soltanto
una
mia
opinione
senza
mettere
la
mano
sul
fuoco
circa
la
sua
esattezza
.
Quelli
che
lei
chiama
i
partiti
minori
comunisti
sono
certamente
una
filiazione
del
Pci
,
ma
non
voluta
.
Da
quando
esistono
,
i
comunisti
hanno
sempre
e
inflessibilmente
seguito
la
regola
di
non
aver
mai
nessuno
più
a
sinistra
di
loro
(
la
sinistra
comunista
è
uno
dei
più
comici
miti
del
nostro
tempo
:
se
c
'
è
un
regime
retrivo
,
immobile
,
repressivo
e
mummificatore
della
società
,
è
quello
comunista
:
basta
guardare
i
Paesi
in
cui
vige
.
Ma
questo
è
un
altro
discorso
)
.
Dovunque
e
in
qualsiasi
momento
ne
spunta
un
embrione
,
i
comunisti
o
lo
soffocano
o
lo
riassorbono
.
E
dal
loro
punto
di
vista
hanno
ragione
:
il
partito
comunista
si
muove
come
un
reggimento
prussiano
che
non
tollera
il
disordine
,
nemmeno
quello
dei
franchi
tiratori
.
Questi
partiti
minori
,
mi
creda
,
fanno
più
confusione
che
voti
.
Sulla
seconda
domanda
,
mi
sento
più
sicuro
.
Intanto
ritengo
impossibile
,
o
almeno
altamente
improbabile
,
che
le
sinistre
raggiungano
la
maggioranza
assoluta
:
il
vento
non
soffia
più
in
quella
direzione
(
forse
un
pochino
grazie
anche
a
noi
)
.
Ma
anche
se
la
raggiungessero
,
non
credo
alla
loro
coalizione
sotto
la
leadership
comunista
.
All
'
interno
del
Psi
avverrebbe
probabilmente
una
spaccatura
.
Ma
anche
se
non
avvenisse
,
non
succederebbe
nulla
perché
ciò
che
escludo
in
maniera
tassativa
(
e
qui
la
mano
sul
fuoco
sono
pronto
a
metterla
)
è
che
i
radicali
-
i
quali
riporteranno
certamente
un
notevole
successo
-
ci
stiano
.
Conosco
bene
Pannella
,
lo
conosco
come
le
mie
tasche
.
Forse
non
so
del
tutto
che
cosa
vuole
.
Ma
so
con
assoluta
certezza
che
cosa
non
vuole
.
Potremo
ritrovarlo
dovunque
,
meno
che
dalla
parte
della
repressione
,
dove
sarebbe
costretto
a
mettersi
in
caso
di
un
'
alleanza
di
governo
coi
comunisti
.
Per
concludere
,
caro
Papandrea
,
la
mia
convinzione
è
questa
:
il
pericolo
del
potere
in
mano
al
Pci
non
viene
da
sinistra
.
Viene
soltanto
dalla
Dc
.
Ed
è
per
questo
che
,
siccome
non
possiamo
sperare
di
togliere
alla
Dc
il
suo
primato
,
dobbiamo
a
tutti
i
costi
,
schede
alla
mano
e
mano
alle
«
preferenze
»
,
mandare
in
parlamento
una
Dc
decisa
a
rifiutare
il
connubio
col
Pci
.
Se
vogliamo
,
possiamo
farlo
.