StampaQuotidiana ,
Chicago
-
Nell
'
altro
dopoguerra
Ernest
Hemingway
pubblicò
uno
dopo
l
'
altro
due
romanzi
:
The
sun
also
rises
e
A
farewell
to
arms
e
una
raccolta
di
novelle
:
Men
without
women
.
In
tutti
e
tre
questi
libri
c
'
era
un
protagonista
semiautobiografico
ravvisabile
in
uno
dei
personaggi
o
addirittura
nel
narratore
,
il
quale
era
destinato
a
percorrere
una
lunga
e
fortunata
carriera
come
eroe
rappresentativo
dei
cosiddetti
"
gay
twenties
"
ossia
allegri
anni
intorno
il
1920
.
Questo
protagonista
era
un
giovanotto
sportivo
e
simpatico
,
di
recente
smobilitato
,
grande
bevitore
(
il
suo
motto
era
,
come
è
noto
:
"
have
a
drink
?
"
"
volete
bere
?
"
)
,
grande
amatore
di
corride
spagnuole
,
di
guerre
e
guerriglie
mediterranee
,
di
rivoluzioni
e
pronunciamenti
,
grande
cacciatore
,
uomo
d
'
azione
,
insomma
,
piuttosto
che
di
pensiero
,
libero
come
il
vento
,
generoso
,
infantile
o
addirittura
alieno
dai
legami
amorosi
(
il
titolo
"
Men
without
women
"
ossia
"
Uomini
senza
donne
"
è
significativo
)
e
,
particolare
importante
,
cittadino
della
potente
e
giovane
repubblica
degli
Stati
Uniti
.
Questo
protagonista
potrebbe
anche
essere
considerato
la
versione
americana
ossia
ingenua
di
analogo
personaggio
per
niente
ingenuo
,
frequente
nella
letteratura
europea
da
D
'
Annunzio
su
su
fino
a
Lawrence
di
Arabia
;
ma
in
realtà
Hemingway
l
'
aveva
attinto
direttamente
dalla
tradizione
e
dalla
vita
del
suo
Paese
.
Teodoro
Roosevelt
,
il
fondatore
della
dinastia
politica
dello
stesso
nome
,
è
senza
dubbio
l
'
antenato
e
il
prototipo
diretto
e
reale
del
personaggio
di
Hemingway
.
Questo
famoso
Presidente
degli
Stati
Uniti
era
stato
anche
lui
ranchero
,
cow
-
boy
,
cacciatore
nei
safari
d
'
Africa
,
esploratore
nel
Sudamerica
e
uomo
di
tutti
gli
sport
e
di
tutti
gli
interventi
così
nella
vita
privata
come
in
quella
pubblica
.
Basterebbe
il
titolo
di
un
suo
libro
:
The
strenuous
life
(
La
vita
strenua
)
per
dare
un
'
idea
non
tanto
dello
scrittore
quanto
dell
'
uomo
.
A
sua
volta
,
poi
,
Teodoro
Roosevelt
veniva
dalla
tradizione
della
cosiddetta
frontiera
,
ossia
dell
'
avanzata
verso
ovest
dei
pionieri
e
colonizzatori
della
prima
metà
dell
'
Ottocento
.
Così
il
personaggio
di
Hemingway
che
sembrò
modernissimo
ai
letterati
d
'
Europa
e
che
in
Italia
deve
considerarsi
il
padre
di
molti
eroi
del
romanzo
neorealistico
,
risaliva
nella
realtà
al
deprecato
diciannovesimo
secolo
.
Oggi
molti
ancora
,
in
Italia
e
altrove
,
considerano
questo
personaggio
come
rappresentativo
della
civiltà
degli
Stati
Uniti
.
In
verità
costoro
sono
vittime
di
un
'
illusione
di
origine
letteraria
o
,
se
si
preferisce
,
di
un
luogo
comune
.
Il
personaggio
di
Hemingway
non
rappresenta
ormai
più
nulla
(
all
'
infuori
di
Hemingway
stesso
)
,
e
come
la
luce
di
certe
stelle
che
ci
arriva
quando
l
'
astro
che
l
'
emanò
è
già
spento
da
un
pezzo
,
in
America
deve
ritenersi
quasi
del
tutto
estinto
.
Un
primo
punto
da
fermare
è
il
seguente
:
la
grande
crisi
economica
del
1929
ha
trasformato
completamente
la
psicologia
dell
'
americano
e
,
dunque
,
del
personaggio
caro
ad
Hemingway
ed
ai
suoi
imitatori
.
Nel
1929
avvenne
all
'
americano
medio
un
po
'
quello
che
avviene
a
certi
uomini
che
non
hanno
mai
avuto
malattie
:
si
ammalò
seriamente
,
per
la
prima
volta
in
vita
sua
,
e
da
allora
gli
è
rimasta
la
paura
della
malattia
e
di
conseguenza
la
fiducia
nel
medico
e
nelle
medicine
che
lo
aiutarono
a
superarla
.
Si
sa
quali
furono
queste
medicine
e
questo
medico
:
i
grandi
lavori
pubblici
intrapresi
dallo
Stato
,
gli
interventi
dello
Stato
in
tutti
i
campi
e
lo
Stato
stesso
come
datore
di
lavoro
.
Nulla
dunque
di
più
diverso
dal
disinvolto
giovanotto
di
Hemingway
,
"
free
lancer
"
ossia
libero
professionista
in
qualche
vago
mestiere
come
il
giornalismo
di
guerra
o
la
caccia
grossa
,
di
questo
nuovo
americano
impiegato
statale
o
privato
e
comunque
salariato
,
ansioso
soprattutto
di
sicurezza
e
di
tranquillità
.
In
altri
termini
,
tra
il
1929
e
il
1939
,
l
'
americano
,
attraverso
le
angosce
della
disoccupazione
e
della
depressione
economica
,
si
è
trasformato
da
individualista
anarchico
in
cittadino
associato
.
Hemingway
,
sia
detto
di
passaggio
,
rimane
il
grande
scrittore
che
è
;
ma
il
suo
personaggio
appartiene
non
più
alla
cronaca
dei
nostri
giorni
bensì
alla
storia
del
più
recente
passato
.
Questo
nuovo
americano
non
ha
ancora
avuto
il
suo
romanziere
(
il
Babbitt
di
Sinclair
Lewis
è
altra
cosa
)
,
ma
ha
già
avuto
i
suoi
sociologhi
.
Libri
come
per
esempio
The
lonely
crowd
di
Riesman
,
Glazer
e
Denney
(
di
cui
si
è
già
parlato
in
queste
colonne
)
,
per
non
citare
che
uno
dei
testi
più
conosciuti
,
contengono
già
una
definizione
abbastanza
esatta
di
questo
nuovo
personaggio
.
La
sociologia
di
The
lonely
crowd
,
irta
di
neologismi
talvolta
sforzati
,
rappresenta
tuttavia
un
tentativo
molto
serio
di
definire
la
realtà
dell
'
uomo
americano
.
La
suddivisione
di
Riesman
e
dei
suoi
due
compagni
delle
tre
età
umane
degli
Stati
Uniti
,
quella
degli
uomini
diretti
dalla
tradizione
(
tradition
-
directed
)
,
quella
degli
uomini
diretti
dalla
coscienza
(
inner
-
directed
)
e
quella
degli
uomini
diretti
dai
rapporti
con
gli
altri
uomini
(
other
-
directed
)
,
a
qualcuno
potrebbe
sembrare
un
semplice
travestimento
delle
definizioni
marxiste
ben
note
dell
'
uomo
del
periodo
precapitalistico
,
dell
'
uomo
del
periodo
capitalistico
e
dell
'
uomo
del
periodo
postcapitalistico
ossia
tecnocratico
e
collettivistico
;
ma
a
ben
guardare
non
lo
è
.
Nella
cultura
le
parole
sono
tutto
.
E
adoperare
parole
diverse
vuol
già
dire
avere
concezioni
diverse
e
mire
diverse
.
Ma
torniamo
al
nostro
americano
nuovo
.
Riesman
e
i
suoi
collaboratori
,
come
è
noto
,
mentre
affermano
che
questi
tre
tipi
umani
coesistono
nello
stesso
tempo
in
America
,
lasciano
intendere
che
i
primi
due
(
tradition
-
directed
e
inner
-
directed
)
appartengono
ormai
al
passato
e
che
il
terzo
(
other
-
directed
)
è
oggi
il
più
diffuso
e
quello
che
prevarrà
definitivamente
nell
'
avvenire
.
Non
stiamo
qui
a
discutere
le
idee
di
Riesman
;
ce
ne
serviamo
soltanto
come
punto
di
riferimento
.
Che
cos
'
è
,
dunque
,
nella
realtà
fisica
e
psicologica
questo
nuovo
americano
,
quest
'
uomo
che
per
i
suoi
rapporti
con
gli
altri
non
si
fonda
più
sulla
tradizione
o
sulla
coscienza
bensì
sui
rapporti
degli
altri
con
lui
?
Per
cominciare
forse
non
sarà
inutile
ricordare
che
tra
le
note
della
pagella
scolastica
ce
n
'
è
una
consacrata
al
grado
di
adattamento
all
'
ambiente
(
adjustment
)
dell
'
alunno
.
Questa
nota
sostituisce
la
nostra
tradizionale
"
buona
condotta
"
ed
è
forse
più
importante
per
il
futuro
dell
'
alunno
della
conoscenza
della
letteratura
inglese
o
della
storia
degli
Stati
Uniti
.
Quale
sia
l
'
origine
di
questa
ansietà
per
l
'
adattamento
è
difficile
dirlo
;
forse
il
fatto
che
gli
Stati
Uniti
sono
un
composto
di
tante
razze
,
nazionalità
e
religioni
diverse
ed
è
essenziale
che
,
appunto
,
individui
così
discordanti
si
adattino
gli
uni
agli
altri
prontamente
e
durevolmente
;
forse
è
un
segno
della
influenza
crescente
degli
studi
sociologici
,
così
estesi
agli
Stati
Uniti
,
sull
'
educazione
.
Certo
è
significativo
che
mentre
quarant
'
anni
or
sono
l
'
educazione
avrebbe
insistito
semmai
sul
successo
,
ossia
,
alla
maniera
europea
,
sull
'
eccellenza
nelle
materie
studiate
,
oggi
punta
invece
sull
'
adattamento
e
,
dunque
,
in
certa
misura
,
sulla
capacità
dell
'
alunno
di
tenersi
in
riga
con
gli
altri
,
anche
quando
,
come
è
spesso
il
caso
,
i
suoi
doni
di
natura
lo
porterebbero
più
avanti
.
Se
si
pensa
che
l
'
idea
del
successo
è
indissolubilmente
legata
agli
Stati
Uniti
con
la
dottrina
calvinista
della
predestinazione
,
si
misurerà
tutta
l
'
ampiezza
del
capitombolo
che
la
vecchia
concezione
puritana
ha
fatto
in
America
negli
ultimi
anni
.
Insomma
,
nelle
scuole
degli
Stati
Uniti
i
ragazzi
non
vengono
educati
per
diventare
dei
Washington
e
neppure
dei
Teodori
Roosevelt
;
debbono
invece
diventare
dei
"
good
mixers
"
,
ossia
,
letteralmente
,
dei
"
buoni
mischiatori
"
e
già
nella
parola
"
mischiatore
"
è
contenuta
l
'
idea
di
un
rapporto
sociale
continuo
,
fitto
e
ben
dosato
.
Questa
idea
è
conculcata
nei
ragazzi
di
buon
'
ora
non
soltanto
dalle
pagelle
ma
anche
dalla
loro
partecipazione
alle
molte
associazioni
sportive
,
mondane
e
culturali
studentesche
.
Come
è
chiaro
,
quest
'
idea
del
"
good
mixer
"
porta
al
timore
della
distinzione
,
dell
'
eccentricità
e
dell
'
isolamento
.
Riesman
nel
suo
libro
cita
la
seguente
intervista
con
una
bambina
di
dodici
anni
:
Bambina
:
"
Mi
piace
Superuomo
(
personaggio
di
romanzi
a
fumetti
avveniristici
)
più
degli
altri
perché
può
fare
quello
che
gli
altri
non
possono
fare
,
per
esempio
volare
.
"
Maestra
:
"
Ti
piacerebbe
volare
?
"
Bambina
:
"
Mi
piacerebbe
volare
se
tutti
volassero
,
altrimenti
mi
sembrerebbe
di
fare
qualche
cosa
di
ostentato
(conspicuous)."
Dove
è
sottinteso
che
è
preferibile
essere
simile
agli
altri
piuttosto
che
migliore
degli
altri
.
In
realtà
il
nuovo
uomo
americano
non
desidera
il
successo
bensì
la
sicurezza
;
e
non
desidera
il
successo
perché
sente
d
'
istinto
che
esso
è
collegato
con
molte
difficoltà
e
pericoli
,
primo
fra
tutti
quello
di
dare
ombra
ai
suoi
simili
e
perciò
di
renderseli
ostili
.
Il
che
poi
,
come
è
ovvio
,
si
convertirebbe
in
un
danno
economico
e
sociale
.
Difatti
:
mentre
l
'
avventuriero
,
il
libero
professionista
,
l
'
industriale
individualista
potevano
permettersi
il
lusso
di
infischiarsi
degli
altri
(
è
famosa
la
risposta
di
un
miliardario
americano
del
tempo
dell
'
imperialismo
del
dollaro
a
chi
gli
faceva
osservare
che
le
sue
sfrenate
speculazioni
avrebbero
rovinato
una
buona
parte
del
pubblico
:
"
The
public
be
damned
"
;
ossia
:
"
Il
pubblico
può
andarsene
al
diavolo
"
)
,
il
nuovo
uomo
americano
,
che
è
quasi
sempre
impiegato
statale
o
privato
,
ha
bisogno
della
benevolenza
generale
;
e
non
l
'
ottiene
se
non
studiandosi
di
non
rendersi
né
troppo
valoroso
né
troppo
potente
.
Questa
preoccupazione
di
non
dare
ombra
,
di
non
essere
"
conspicuous
"
,
secondo
il
termine
adoperato
dalla
bambina
,
si
estende
a
tutti
i
campi
negli
Stati
Uniti
,
anche
in
quelli
in
cui
la
potenza
è
connaturata
all
'
attività
professionale
.
Come
dice
l
'
economista
Galbraith
,
nel
suo
libro
Il
capitalismo
americano
:
"
Il
capo
della
grande
società
non
può
ammettere
che
egli
o
l
'
azienda
possegga
un
potere
economico
di
un
qualche
rilievo
...
Gli
uomini
più
saggi
hanno
scoperto
che
è
meno
drammatica
ma
molto
più
sicura
la
classica
difesa
di
essere
dei
semplici
ingranaggi
in
un
sistema
che
non
lascia
loro
alcun
potere
.
"
"
Ingranaggi
"
ecco
la
parola
che
mancava
al
nostro
ragionamento
e
che
Galbraith
ci
suggerisce
:
l
'
uomo
nuovo
americano
sente
che
è
un
ingranaggio
,
vuole
essere
un
ingranaggio
e
non
desidera
essere
altro
che
un
ingranaggio
.
Sia
detto
di
passaggio
,
non
essere
un
ingranaggio
o
un
"
good
mixer
"
può
risultare
addirittura
pericoloso
,
specie
in
certe
comunità
provinciali
o
in
certi
gruppi
professionali
.
Chiunque
infatti
manifesti
con
la
parola
o
con
l
'
atteggiamento
un
suo
desiderio
di
distinguersi
,
di
differenziarsi
,
può
suggerire
ai
suoi
colleghi
o
compagni
o
coabitanti
il
seguente
sillogismo
:
"
Si
differenzia
,
dunque
odia
il
modo
di
vivere
americano
e
l
'
America
;
odia
l
'
America
,
dunque
è
un
traditore
,
un
'
commy
'
(
comunista
)
,
una
probabile
spia
,
un
uomo
da
evitarsi
,
da
mettere
sotto
processo
e
così
via
.
"
Il
che
equivale
a
dire
che
in
America
attualmente
(
ma
sembra
che
l
'
apice
di
questo
processo
sia
stato
raggiunto
negli
anni
più
recenti
con
gli
scandali
delle
spie
atomiche
e
il
maccartismo
)
c
'
è
un
formidabile
conformismo
fondato
sul
generico
e
comprensivo
slogan
"
The
american
way
of
life
"
"
Il
modo
di
vivere
americano
"
.
Che
cosa
sia
questo
modo
di
vivere
americano
è
ben
difficile
dirlo
;
come
è
stato
già
osservato
da
tempo
,
questo
slogan
deve
la
sua
efficacia
in
tutti
i
campi
,
da
quello
strettamente
giuridico
e
politico
(
basti
citare
il
titolo
di
un
bel
libro
:
Freedom
and
responsibility
in
the
american
way
of
life
di
Becker
)
,
a
quello
del
costume
spicciolo
,
alla
sua
estrema
genericità
e
imprecisione
.
Questo
slogan
ormai
stagionato
(
a
quanto
pare
ebbe
origine
ai
tempi
del
New
Deal
e
forse
anche
prima
)
abbraccia
praticamente
tutti
i
vari
conformismi
minori
americani
e
li
congloba
in
uno
solo
e
massiccio
;
fonde
insieme
democrazia
e
abbigliamento
,
rispetto
delle
leggi
e
cucina
,
consapevolezza
delle
differenze
razziali
e
religiose
e
abitudini
casalinghe
o
mondane
,
diffidenza
verso
gli
stranieri
e
preferenza
per
i
tabacchi
nazionali
,
ecc.
ecc
.
;
insomma
è
l
'
invisibile
e
pur
sempre
presente
"
linea
generale
"
sulla
quale
si
irrigidisce
la
grandissima
maggioranza
degli
americani
.
Il
conformismo
è
sempre
un
mezzo
di
espansione
,
consapevole
o
inconsapevole
.
La
consapevolezza
nel
conformismo
costituisce
tuttavia
una
debolezza
talvolta
irreparabile
.
In
Europa
,
per
esempio
,
il
tentativo
recente
di
costruire
consapevolmente
e
alla
svelta
dei
conformismi
a
scopi
militari
e
di
conquista
,
finì
in
Italia
e
in
Germania
con
il
disastro
.
Invece
il
conformismo
inglese
dell
'
epoca
vittoriana
può
essere
considerato
un
buon
esempio
di
costruzione
inconsapevole
(
fino
ad
un
certo
segno
,
però
)
ossia
naturale
,
necessaria
e
spontanea
,
di
un
conformismo
senza
alcun
dubbio
espansivo
e
agguerrito
.
In
America
oggi
assistiamo
al
concretarsi
di
un
conformismo
simile
a
quello
vittoriano
.
In
altri
termini
l
'
uomo
nuovo
americano
è
entrato
quasi
senza
accorgersene
,
per
necessità
di
cose
,
in
un
movimento
conformistico
che
,
sempre
senza
che
se
ne
avveda
e
magari
contro
il
suo
desiderio
,
lo
porterà
molto
lontano
.
L
'
espansione
americana
nel
mondo
,
oggi
,
è
legata
strettamente
all
'
esistenza
di
questo
conformismo
a
casa
,
ossia
alla
tacita
e
spontanea
proliferazione
di
una
quantità
di
tabù
e
di
convenzioni
.
Ad
un
osservatore
superficiale
poteva
forse
sembrare
che
il
giovanotto
sportivo
ed
esuberante
di
Hemingway
fosse
il
vero
rappresentante
di
un
'
America
in
fase
di
espansione
.
In
realtà
quel
giovanotto
non
voleva
che
divertirsi
.
I
veri
"
espansivi
"
sono
oggi
invece
gli
americani
nuovi
,
l
'
impiegato
statale
o
privato
che
dirige
la
complessa
e
lentissima
macchina
amministrativa
del
Paese
(
redtape
)
,
l
'
ufficiale
irreprensibile
e
quasi
prussiano
del
Pentagono
,
il
manager
poco
pittoresco
della
grande
corporazione
,
il
capo
del
grande
sindacato
,
il
tecnico
,
il
sociologo
,
l
'
esperto
delle
più
varie
questioni
.
Sono
essi
che
trascinati
dal
movimento
anonimo
,
possente
e
quasi
senza
scopo
della
macchina
sociale
,
hanno
fatto
sì
che
gli
Stati
Uniti
si
siano
impegnati
(
committed
)
fuori
di
casa
nelle
più
diverse
imprese
nei
più
diversi
Paesi
.
E
più
quest
'
espansione
all
'
esterno
si
allargherà
,
più
si
stringerà
all
'
interno
,
per
diretta
conseguenza
,
la
presa
del
conformismo
.
StampaQuotidiana ,
A
Chicago
,
come
si
accorge
ben
presto
il
signor
X
,
batte
il
cuore
degli
Stati
Uniti
,
più
che
a
Washington
,
capitale
politica
,
più
che
a
Nuova
York
,
capitale
intellettuale
.
Brutta
e
brutale
,
proliferata
in
riva
allo
sterminato
lago
Michigan
con
la
spontaneità
sorda
e
apparentemente
inanimata
dei
vegetali
(
ma
un
vegetale
gigantesco
,
di
quelli
che
riempivano
la
terra
nelle
epoche
geologiche
)
Chicago
,
capitale
industriale
degli
Stati
Uniti
,
non
sembra
essere
a
prima
vista
che
un
immenso
accampamento
produttivo
(
ci
sono
state
prima
le
fabbriche
o
prima
le
case
di
abitazione
a
Chicago
?
Difficile
a
dirsi
)
in
cui
l
'
Utilità
ha
regnato
fin
dagli
inizi
,
dittatorialmente
,
senza
mai
permettere
che
la
sua
naturale
oppositrice
,
la
Bellezza
,
salisse
al
potere
,
foss
'
anche
per
governare
un
solo
giorno
.
Eppure
,
forse
appunto
perché
schiacciata
dall
'
Utilità
,
pensa
il
signor
X
,
Chicago
sogna
la
Bellezza
,
con
un
'
intensità
e
ingenuità
maggiore
che
altrove
in
America
.
Non
è
un
caso
,
per
esempio
,
si
dice
il
signor
X
penetrando
in
una
sala
del
museo
d
'
arte
moderna
e
restando
a
bocca
aperta
davanti
alla
Grande
Jatte
di
Seurat
che
riempie
un
'
intera
parete
,
non
è
un
caso
che
a
Chicago
si
trovino
alcune
tra
le
più
belle
collezioni
di
arte
moderna
del
mondo
intero
.
Non
è
un
caso
,
insomma
,
che
questa
Grande
Jatte
,
pittura
meravigliosa
,
paragonabile
soltanto
alle
grandi
composizioni
del
passato
,
alla
Resa
della
città
di
Breda
di
Velàzquez
o
all
'
Inumazione
del
Conte
di
Orgaz
del
Greco
,
questo
quadro
dorato
dal
sole
declinante
della
vecchia
Europa
,
si
trovi
nella
città
dei
macelli
,
delle
fabbriche
,
dei
gangsters
,
dei
miliardarii
delle
industrie
alimentari
e
della
"
Chicago
Tribune
"
del
defunto
(
or
è
qualche
giorno
)
colonnello
Mac
Cormick
.
Non
è
un
caso
neppure
,
pensa
ancora
il
signor
X
,
allontanandosi
con
rammarico
dalla
Grande
Jatte
,
che
,
per
esempio
,
ieri
sera
,
egli
abbia
trovato
nella
casa
di
un
agente
di
borsa
la
maggiore
collezione
di
dischi
microsolco
che
egli
abbia
mai
visto
;
o
che
l
'
altro
giorno
abbia
assistito
in
casa
di
un
sensale
di
terreni
ad
una
fervida
e
ben
informata
discussione
sulla
poesia
modernissima
.
Non
è
un
caso
,
no
,
conclude
il
signor
X
avviandosi
all
'
uscita
del
museo
attraverso
le
sale
piene
zeppe
di
bellissimi
quadri
di
Monet
,
Manet
,
Cézanne
,
Van
Gogh
,
Gauguin
e
via
dicendo
:
Chicago
è
un
gigante
di
ferro
ma
con
un
cuore
umano
.
E
mentre
è
vero
che
Chicago
deve
la
celebrità
al
suo
carattere
quasi
esemplare
di
città
tutta
dedita
alla
produzione
industriale
,
non
è
meno
vero
che
moltissimi
scrittori
e
artisti
d
'
America
sono
nati
qui
o
nei
dintorni
,
per
esempio
Hemingway
,
Mark
Twain
e
tanti
altri
.
Dopo
il
museo
d
'
arte
moderna
,
il
signor
X
se
ne
va
lungo
il
Lake
Front
al
museo
di
storia
naturale
.
Il
signor
X
ama
questo
genere
di
museo
molto
americano
,
dove
dietro
grandi
vetrine
,
impagliati
e
circondati
da
scenarii
a
colori
che
ne
riproducono
l
'
ambiente
naturale
,
si
possono
vedere
esemplari
della
fauna
d
'
America
come
il
bisonte
,
l
'
orso
grigio
o
grizzly
,
l
'
alce
,
la
foca
e
il
gattopardo
.
La
fede
nell
'
evoluzionismo
darwiniano
è
testimoniata
da
una
serie
di
vetrine
in
cui
l
'
uomo
passa
lentamente
da
una
condizione
quasi
scimmiesca
(
la
prima
famiglia
umana
è
rappresentata
da
tre
fantocci
,
madre
padre
e
bambino
,
irsuti
,
di
bassa
fronte
,
prognati
,
nocchieruti
e
ignudi
,
in
atto
di
divorare
crudo
un
povero
cervo
mezzo
scarnificato
)
alla
civiltà
già
sofisticata
delle
palafitte
.
Ma
il
signor
X
è
soprattutto
attirato
dagli
scheletri
dei
grandi
mostri
preistorici
che
in
America
sono
stati
ritrovati
un
po
'
dappertutto
in
ottime
condizioni
di
conservazione
.
Eccolo
per
esempio
girare
intorno
il
Diplodocus
,
il
più
grande
di
tutti
,
un
lucertolone
gigantesco
vissuto
nelle
praterie
d
'
America
parecchie
decine
di
milioni
di
anni
or
sono
.
Sarà
lungo
,
pensa
il
signor
X
,
una
trentina
di
metri
e
doveva
avere
,
almeno
a
giudicare
dalla
grandezza
delle
costole
simili
a
cerchi
rotti
di
una
botte
immensa
,
un
corpaccio
barcollante
su
brevi
(
relativamente
)
zampe
;
preceduto
da
una
testa
molto
piccola
e
seguito
da
una
coda
sottile
e
lunghissima
che
doveva
strisciare
tra
le
alte
erbe
per
un
pezzo
dopo
che
l
'
animale
ci
aveva
impresso
le
sue
orme
mostruose
.
Un
cartello
ai
piedi
dello
scheletro
avverte
che
esso
fu
trovato
in
una
cava
dell
'
Utah
e
qui
portato
,
pietra
e
tutto
,
e
poi
che
ci
vollero
cinque
anni
per
liberarlo
dalla
sua
tomba
di
sasso
,
pulirlo
,
smontarlo
e
rimontarlo
,
debitamente
imbevuto
di
una
sostanza
chimica
che
impedisce
alle
ossa
di
andare
in
polvere
.
Eh
,
pensa
il
signor
X
,
l
'
America
è
proprio
il
paese
dei
Dinosauri
;
milioni
e
milioni
di
anni
or
sono
questi
mostri
scorrazzavano
per
le
praterie
del
Middlewest
e
poi
perirono
tutti
per
qualche
motivo
misterioso
probabilmente
connaturato
alla
loro
stessa
grandezza
.
Oggi
su
queste
stesse
praterie
scorrazzano
mostri
altrettanto
smisurati
,
le
cosiddette
grandi
Corporazioni
dell
'
acciaio
,
delle
automobili
,
degli
alimentari
,
delle
sigarette
e
via
dicendo
.
Che
c
'
è
,
si
domanda
il
signor
X
,
che
c
'
è
nell
'
aria
,
nell
'
acqua
,
nel
suolo
d
'
America
perché
qui
ogni
organismo
cresce
fuori
della
misura
umana
,
mostruosamente
,
e
diventi
colossale
,
così
i
sauriani
preistorici
come
le
società
industriali
di
oggi
?
Tutto
in
America
diventa
colossale
,
ma
la
testa
di
questi
colossi
rimane
piccola
;
e
la
loro
stessa
grandezza
li
espone
un
giorno
o
l
'
altro
ai
colpi
dell
'
uomo
,
di
loro
tanto
più
piccolo
.
E
i
mostri
periscono
e
periranno
,
finché
il
mondo
sarà
un
mondo
umano
e
l
'
uomo
ne
sarà
il
centro
.
Il
signor
X
,
dopo
il
museo
d
'
arte
moderna
e
il
museo
di
storia
naturale
,
pensa
di
dovere
anche
una
visita
allo
Stockyard
,
luogo
famoso
dei
massacri
di
bovini
e
suini
,
descritto
più
e
più
volte
dagli
inorriditi
(
ma
non
vegetariani
,
ahimè
)
scrittori
d
'
Europa
.
Il
signor
X
scopre
che
non
potrà
assistere
a
quei
famosi
massacri
perché
le
grandi
società
alimentari
hanno
finalmente
deciso
di
devolvere
una
parte
dei
loro
guadagni
all
'
ammodernamento
dello
Stockyard
,
in
altri
termini
alla
costruzione
di
un
campo
di
sterminio
veramente
scientifico
.
Non
resta
dunque
al
signor
X
che
recarsi
nel
sobborgo
dove
si
trova
la
Stockyard
e
lì
prendere
la
ferrovia
sopraelevata
e
contentarsi
di
gettare
uno
sguardo
panoramico
sul
luogo
dei
macelli
.
Il
signor
X
,
come
arriva
nel
sobborgo
,
è
colpito
una
volta
di
più
dal
particolare
aspetto
della
civiltà
industriale
là
dove
essa
non
si
cura
di
adornarsi
,
sia
pure
in
maniera
goffa
e
retorica
,
e
si
mostra
nella
sua
nudità
utilitaria
.
Quel
che
fa
più
impressione
al
signor
X
,
in
quelle
strade
devastate
ma
irreprensibilmente
squadrate
ad
angolo
retto
(
strana
combinazione
della
geometria
e
dello
squallore
)
è
l
'
assenza
assoluta
del
vecchio
e
dell
'
antico
che
sono
così
frequenti
anche
nei
quartieri
più
poveri
delle
città
rurali
e
artigiane
d
'
Europa
.
Case
,
fabbriche
,
pubblicità
,
vetrine
,
insegne
,
lampioni
,
magazzini
,
ciminiere
,
muri
e
marciapiedi
,
tutto
in
queste
strade
è
scaduto
e
cadente
,
ma
non
vecchio
né
antico
.
Sono
luoghi
quasi
metafisici
,
pensa
il
signor
X
,
non
privi
di
una
loro
terribile
patetica
bellezza
,
i
quali
ricordano
un
poco
i
paesaggi
urbani
dei
primi
film
di
Chaplin
girati
nel
West
End
di
Londra
.
Luoghi
,
per
tutto
dire
,
dove
l
'
industria
ha
sostituito
la
natura
,
perfino
,
si
direbbe
,
nelle
facce
degli
abitanti
,
e
mostra
chiaramente
di
essere
di
molto
inferiore
alla
sua
rivale
.
Il
signor
X
cammina
tra
i
detriti
,
i
rottami
di
vetro
e
i
pezzi
di
assi
,
lungo
un
alto
muro
scuro
e
pensa
che
in
definitiva
la
civiltà
industriale
è
condannata
dal
solo
fatto
di
non
sapere
creare
un
muro
,
un
vero
muro
di
mattoni
,
dall
'
intonaco
screpolato
e
indorato
dalle
intemperie
e
dal
sole
,
inverdito
dai
muschi
,
illeggiadrito
dai
rampicanti
.
O
il
muro
è
nuovo
fiammante
,
di
cemento
brutale
o
di
mattoni
che
sembrano
di
ferro
e
non
di
terracotta
,
oppure
è
già
cadente
,
nero
,
spaccato
,
non
vecchio
né
antico
ma
morto
.
Ecco
la
scala
di
ferro
che
porta
con
molti
gradini
di
ferro
alla
piattaforma
di
ferro
della
ferrovia
sopraelevata
,
ecco
il
treno
che
sbuca
,
si
direbbe
,
dal
cielo
,
e
si
arresta
in
un
fracasso
di
ferraglia
.
Il
signor
X
siede
dentro
lo
scompartimento
di
fronte
ad
un
negro
gigantesco
e
,
al
suo
modo
africano
,
bellissimo
,
tutto
vestito
a
nuovo
,
color
blu
pervinca
chiaro
,
con
delle
grandissime
scarpe
nere
lucidate
alla
perfezione
(
le
scarpe
dei
negri
,
agli
Stati
Uniti
,
sono
sempre
lucide
,
i
negri
sono
i
soli
che
se
le
puliscono
da
sé
)
.
Il
signor
X
guarda
al
negro
e
pensa
:
"
Da
dove
vieni
?
Sei
nato
a
Chicago
,
in
un
quartiere
un
tempo
elegante
e
abitato
da
bianchi
facoltosi
e
poi
la
tua
famiglia
affittò
con
un
sotterfugio
attraverso
un
prestanome
bianco
una
di
quelle
belle
villette
e
allora
tutti
i
bianchi
,
dopo
due
o
tre
agitate
assemblee
,
decisero
di
fuggire
e
adesso
il
quartiere
è
abitato
da
soli
negri
e
ci
stanno
in
sei
per
ogni
stanza
e
i
bianchi
evitano
di
passarci
dopo
il
tramonto
?
"
Oppure
attirato
dagli
alti
salari
come
tant
'
altre
centinaia
di
migliaia
di
tuoi
consanguinei
hai
lasciato
qualche
addormentata
città
del
Sud
,
dove
ti
toccava
osservare
la
linea
di
discriminazione
tra
bianchi
e
negri
,
frequentando
scuole
per
soli
negri
,
salendo
in
tram
per
soli
negri
,
mangiando
e
bevendo
in
locali
per
soli
negri
e
sei
venuto
qui
a
Chicago
dove
c
'
è
lavoro
per
tutti
e
nessuno
guarda
al
colore
della
pelle
e
i
salari
sono
eguali
per
bianchi
e
per
negri
?
E
che
fai
?
A
giudicare
dalla
larghezza
delle
spalle
,
dalla
statura
,
dai
muscoli
che
affiorano
sotto
la
stoffa
sottile
dell
'
abito
,
potresti
essere
pugilista
,
lottatore
,
campione
di
qualche
sport
pesante
.
Oppure
sei
suonatore
di
saxofono
o
di
oboe
in
qualche
orchestrina
specializzata
in
musiche
del
Sud
,
e
tutte
le
notti
te
ne
stai
in
un
minuscolo
music
hall
,
sul
palco
,
e
suoni
con
i
tuoi
compagni
e
ti
abbandoni
a
prestigiose
variazioni
col
tuo
strumento
,
sfogando
il
tuo
senso
di
ritmo
ancestrale
?
"
E
che
c
'
è
dentro
la
tua
testa
che
sembra
di
lucido
ebano
scolpito
,
un
vero
ebano
durissimo
d
'
Africa
,
dietro
i
tuoi
occhi
e
il
tuo
sorriso
ambedue
bianchi
che
sembrano
intarsiati
con
l
'
osso
nell
'
ebano
,
sotto
la
tua
fronte
sulla
quale
le
potenti
lozioni
antiricci
non
sono
riuscite
a
spianare
del
tutto
l
'
originale
ricciutezza
?
Quali
pensieri
,
quali
rancori
?
A
giudicare
dal
tuo
largo
sorriso
,
dalla
tua
cortesia
verso
i
vicini
,
dalla
tua
aria
soddisfatta
,
tu
sei
un
uomo
in
pace
con
te
stesso
e
con
gli
altri
.
Sei
,
cioè
,
un
negro
che
vive
secondo
i
suoi
gusti
e
i
suoi
istinti
,
e
non
secondo
i
gusti
e
gli
istinti
dei
connazionali
bianchi
,
un
negro
,
insomma
,
in
cui
sono
ancor
vivi
il
senso
del
ritmo
,
la
immaginazione
infantile
,
l
'
emozione
pronta
della
razza
.
Ecco
ci
siamo
,
la
ferrovia
che
nella
sua
corsa
aerea
sembra
puntare
verso
i
più
lontani
e
fumosi
orizzonti
di
Chicago
,
adesso
passa
al
disopra
di
uno
strano
paesaggio
:
innumerevoli
,
rozze
,
campestri
staccionate
delimitano
a
perdita
d
'
occhio
innumerevoli
recinti
nei
quali
,
code
contro
corna
e
corna
contro
code
,
stanno
pigiati
i
poveri
bovini
in
attesa
di
essere
uccisi
.
Il
treno
si
ferma
,
il
signor
X
,
per
meglio
vedere
,
si
affaccia
sulla
piattaforma
e
subito
investe
le
sue
narici
un
fortore
di
sangue
accagliato
di
carogna
ancor
fresca
.
Tra
i
recinti
si
levano
qua
e
là
edifici
anonimi
che
portano
scritti
sui
muri
i
nomi
delle
firme
alimentari
;
tubi
enormi
si
dipartono
da
questi
edifici
dirigendosi
a
mezz
'
aria
verso
non
meno
enormi
serbatoi
.
Il
signor
X
contempla
questo
triste
paesaggio
con
occhio
perplesso
;
lo
Stockyard
,
comunque
,
gli
sembra
del
tutto
intonato
con
quanto
ha
veduto
sinora
agli
Stati
Uniti
;
macello
di
massa
per
l
'
alimento
delle
masse
,
esso
trae
il
suo
carattere
sinistro
proprio
dalla
quantità
,
questa
fatalità
dell
'
America
.
Un
bue
tratto
dalla
stalla
per
la
cavezza
dal
contadino
,
pensa
il
signor
X
,
per
essere
condotto
al
macello
poco
distante
del
villaggio
,
non
fa
che
pietà
;
ma
migliaia
di
buoi
assembrati
dentro
le
staccionate
dello
Stockyard
in
attesa
del
colpo
di
coltello
e
subito
dopo
delle
varie
macchine
confezionatrice
che
ne
ripartiranno
la
carne
in
tanti
barattoli
gaiamente
multicolori
,
fanno
riflettere
e
ispirano
un
senso
di
vanità
e
di
paradossale
ribrezzo
.
Dopo
la
visita
allo
Stockyard
,
il
signor
X
,
per
rinfrancarsi
,
sente
il
bisogno
di
qualche
cosa
di
forte
:
si
è
ormai
americanizzato
il
signor
X
,
e
verso
il
crepuscolo
,
come
tutti
gli
americani
prova
il
desiderio
di
rimontarsi
con
un
doppio
whisky
o
con
un
gin
and
tonic
.
Ecco
sulla
passeggiata
lungo
il
Lago
Michigan
,
la
mole
brutale
e
nerorossastra
del
Conrad
Hilton
Hotel
.
Conrad
Hilton
,
proprietario
di
alberghi
in
tutti
gli
Stati
Uniti
,
è
uno
di
quei
dinosauri
,
appunto
,
che
oggi
scorrazzano
indisturbati
(
la
legge
antitrust
appena
appena
li
sfiora
,
arma
debole
in
mani
deboli
)
per
la
vastità
dell
'
America
.
Il
signor
X
ricorda
vagamente
che
si
parlò
l
'
anno
passato
di
costruire
addirittura
una
di
queste
mostruosità
del
signor
Hilton
anche
sul
gentile
Monte
Mario
,
sopra
Roma
.
A
malincuore
il
signor
X
s
'
ingolfa
nelle
fauci
dell
'
albergo
.
Soffitti
sovraccarichi
,
colonne
dorate
,
sale
a
pianterreno
piene
di
negozi
e
di
uffici
,
erti
tappeti
di
un
gusto
più
che
dubbio
,
l
'
albergo
è
anch
'
esso
un
dinosauro
di
tipo
ottocentesco
,
pratico
,
lussuoso
e
temibile
.
Ecco
un
antro
oscuro
che
porta
a
lettere
violette
di
neon
la
scritta
rassicurante
:
bar
.
Il
signor
X
penetra
in
un
buio
quasi
completo
,
si
inerpica
su
uno
sgabello
,
ordina
la
sua
bevanda
.
Dall
'
oscurità
una
voce
allegra
esclama
,
in
italiano
:
"
Ma
che
fa
di
bello
qui
a
Chicago
,
signor
X
?
"
Il
signor
X
aguzza
gli
sguardi
e
,
guarda
caso
,
riconosce
nel
barman
certo
Michele
,
anni
fa
incontrato
a
Capri
dove
lavorava
come
cameriere
.
"
E
lei
che
fa
di
bello
a
Chicago
?
"
"
Come
vede
,
il
barman
.
"
"
E
ci
si
trova
bene
?
"
"Benissimo."
"
Non
rimpiange
l
'
Italia
qualche
volta
?
"
"Mai."
"
Ma
l
'
Italia
è
pur
tanto
più
bella
di
Chicago
.
"
"
Eh
sarà
vero
,
ma
non
si
vive
di
sola
bellezza
.
"
Su
questa
risposta
,
il
signor
X
è
lasciato
al
suo
gin
and
tonic
,
e
alle
sue
riflessioni
.
StampaQuotidiana ,
Chicago
-
Tutti
,
perfino
i
comunisti
,
sono
d
'
accordo
nel
riconoscere
che
gli
Stati
Uniti
oggi
conoscono
un
'
era
di
prosperità
mai
vista
prima
d
'
ora
anche
in
un
Paese
come
questo
nel
quale
il
flagello
antico
della
carestia
è
stato
debellato
da
tempo
.
I
capi
delle
Grandi
Corporazioni
e
le
riviste
e
i
giornali
che
ne
sono
i
portavoce
sono
giubilanti
:
mai
sono
state
fabbricate
e
vendute
in
America
tante
automobili
,
tante
sigarette
,
tante
case
,
tante
macchine
casalinghe
,
tanto
scatolame
alimentare
,
tanto
petrolio
,
tanto
acciaio
,
tanti
prodotti
chimici
,
tanti
manufatti
d
'
abbigliamento
.
La
produzione
annua
generale
della
Nazione
è
salita
da
357
miliardi
di
dollari
nel
1954
a
380
miliardi
secondo
le
cifre
dei
primi
quattro
mesi
del
1955
,
ossia
con
un
aumento
di
23
miliardi
di
dollari
.
È
stato
inoltre
calcolato
che
nel
campo
delle
case
e
dell
'
arredamento
,
il
28
per
cento
del
pubblico
quest
'
anno
farà
acquisti
di
contro
al
26
per
cento
di
un
anno
fa
(
questa
cifra
è
importante
perché
come
dice
lo
slogan
dell
'
economia
classica
:
"
quand
le
bâtiment
va
,
tout
va
"
)
.
Quanto
alle
automobili
si
ha
un
aumento
dal
14
per
cento
del
pubblico
al
16
per
cento
.
Non
parliamo
delle
cifre
che
riguardano
i
viaggi
,
i
divertimenti
,
gli
apparecchi
radio
e
televisivi
,
le
bevande
e
le
sigarette
:
anche
esse
hanno
raggiunto
cifre
mai
viste
e
tendono
a
salire
.
La
borsa
del
resto
conferma
la
prosperità
con
un
bull
-
market
(
mercato
al
rialzo
)
persistente
e
ottimistico
.
Il
toro
(
bull
)
della
prosperità
insomma
,
galoppa
in
salita
mentre
l
'
orso
(
bear
ossia
ribasso
)
dorme
della
grossa
.
Ciò
che
significano
queste
cifre
,
d
'
altra
parte
,
qualsiasi
viaggiatore
può
capirlo
percorrendo
gli
Stati
Uniti
e
guardando
semplicemente
intorno
a
sé
.
Le
automobili
che
in
Italia
sono
ancora
un
lusso
e
agli
Stati
Uniti
sono
una
necessità
ma
dovunque
sono
un
indice
eloquente
della
prosperità
di
un
Paese
(
1500-2000
dollari
ossia
un
milione
e
un
milione
e
trecentomila
lire
per
macchina
)
,
le
automobili
dicevamo
,
sono
la
prima
cosa
che
si
nota
agli
Stati
Uniti
.
Basta
affacciarsi
alla
finestra
di
un
grattacielo
che
guardi
sull
'
East
River
e
sulla
strada
sopraelevata
che
corre
intorno
Manhattan
,
a
Nuova
York
,
per
rimanere
addirittura
sbalorditi
dalla
immensa
quantità
di
macchine
poderose
,
grandi
lussuose
che
corrono
in
quadruplice
fila
,
nei
due
sensi
,
dalla
mattina
alla
sera
e
dalla
sera
alla
mattina
,
senza
tregua
,
in
un
furioso
e
ossessionante
carosello
,
simili
a
festuche
di
paglia
lanciate
nel
vuoto
da
un
turbine
incessante
di
vento
.
Queste
miriadi
di
macchine
indicano
due
aspetti
della
prosperità
americana
:
la
capacità
finanziaria
che
permette
di
acquistarle
sia
pure
a
rate
,
e
la
necessità
di
adoperarle
per
correre
ai
più
diversi
affari
e
occupazioni
.
Tutti
o
quasi
hanno
la
macchina
;
e
certamente
una
delle
visioni
più
impressionanti
agli
Stati
Uniti
sono
gli
immensi
parcheggi
per
le
automobili
degli
operai
,
ai
margini
delle
grandi
fabbriche
di
Nuova
York
,
di
Chicago
,
di
Detroit
e
delle
altre
città
manifatturiere
.
Se
si
pensa
che
il
salario
medio
americano
si
aggira
intorno
i
300-400
dollari
mensili
si
capirà
che
soltanto
un
'
ondata
di
prosperità
mai
vista
può
permettere
al
salariato
di
risparmiare
sul
suo
mensile
la
somma
di
denaro
che
ci
vuole
per
acquistare
un
'
automobile
.
Altra
cosa
che
il
viaggiatore
noterà
senza
sforzo
è
il
gran
numero
di
case
,
casamenti
nuovi
costruiti
in
questi
giorni
negli
Stati
Uniti
.
A
Nuova
York
,
lo
Stato
,
il
Comune
,
le
imprese
private
buttano
giù
interi
quartieri
di
slums
e
casupole
della
fine
e
della
prima
metà
dell
'
Ottocento
e
li
sostituiscono
con
pochi
ma
giganteschi
mezzi
grattacieli
,
di
mattoni
rossi
,
turriti
e
isolati
,
collegati
tra
di
loro
da
anelli
di
parchi
pubblici
e
di
viali
alberati
.
A
Chicago
c
'
è
in
pronto
un
programma
per
abbattere
decine
e
decine
di
strade
di
vecchie
stamberghe
e
costruire
nuovi
casamenti
di
appartamenti
per
la
popolazione
operaia
che
in
quella
città
cresce
ogni
anno
con
ritmo
accelerato
.
A
San
Francisco
,
ai
margini
della
città
,
sono
nati
interi
quartieri
per
la
classe
media
,
di
villette
e
cottages
di
vario
tipo
(
ma
l
'
effetto
generale
è
di
una
grande
monotonia
)
tutti
civettuoli
,
graziosi
,
forniti
di
verone
con
colonne
,
giardinetto
,
garage
.
Si
potrebbe
continuare
.
Ma
basterà
ricordare
ancora
una
volta
quel
che
significa
il
boom
delle
abitazioni
per
l
'
economia
di
qualsiasi
Paese
:
un
'
infinità
di
oggetti
,
di
manufatti
,
di
prodotti
di
ogni
genere
i
quali
,
poi
,
appunto
,
portano
a
loro
volta
maggiore
occupazione
,
maggior
giro
di
denaro
,
maggiore
prosperità
.
Occorre
tuttavia
precisare
il
carattere
di
questa
prosperità
americana
:
la
stessa
parola
"
prosperità
"
potrebbe
indurre
molti
a
pensare
che
si
tratti
di
un
'
esplosione
insolente
di
abbondanza
,
di
opulenza
,
di
lusso
e
di
sciupio
.
Costoro
sbaglierebbero
,
come
sbagliano
spesso
in
Europa
coloro
che
giudicano
l
'
America
dalle
immagini
fallaci
del
cinema
di
Hollywood
e
delle
riviste
in
rotocalco
.
In
realtà
il
carattere
principale
della
presente
prosperità
americana
è
la
sua
mediocrità
,
congiunta
,
però
,
ad
un
elevato
grado
di
diffusione
.
Anche
qui
le
cifre
parlano
un
linguaggio
eloquente
:
prima
della
grande
crisi
del
1929
i
ricchi
erano
molto
più
ricchi
e
i
poveri
erano
molto
più
poveri
.
E
difatti
:
tra
il
1929
e
il
1950
la
percentuale
del
reddito
nazionale
percepito
in
forma
di
salarii
,
di
mercedi
,
di
pensioni
e
di
sussidi
contro
la
disoccupazione
è
salita
dal
61
per
cento
al
71
per
cento
;
mentre
i
dividendi
,
le
rendite
e
gli
interessi
delle
classi
privilegiate
sono
discesi
dal
22
per
cento
del
reddito
nazionale
al
12
per
cento
.
Quanto
dire
che
oggi
si
assiste
al
fenomeno
di
una
discreta
ma
nient
'
affatto
impressionante
agiatezza
diffusa
sopra
un
larghissimo
strato
della
popolazione
,
la
famosa
middle
class
americana
o
classe
media
che
è
quella
che
dà
il
tono
al
paese
ed
è
soltanto
fino
ad
un
certo
segno
la
borghesia
di
ottocentesca
accezione
.
Chi
credesse
,
dunque
,
che
l
'
americano
medio
oggi
sia
ricco
commetterebbe
lo
stesso
errore
che
se
stimasse
ricco
colui
che
possiede
tutto
quel
che
ci
vuole
per
un
genere
di
vita
standard
ossia
,
appunto
,
limitato
alle
necessità
di
una
civiltà
come
quella
degli
Stati
Uniti
.
L
'
americano
medio
oggi
non
soltanto
non
è
ricco
ma
spesso
deve
contare
i
soldi
che
ha
in
tasca
prima
di
sbilanciarsi
in
qualche
spesa
fuori
dell
'
ordinarlo
.
Per
converso
,
pur
non
disponendo
di
molto
denaro
,
l
'
americano
medio
oggi
mangia
,
abita
,
veste
,
si
diverte
e
viene
trasportato
in
una
maniera
che
cinquant
'
anni
or
sono
era
ancora
quella
di
un
gruppo
di
cittadini
molto
più
ristretto
.
In
altri
termini
il
tenore
di
vita
dei
privilegiati
di
un
tempo
si
è
esteso
oggi
alla
maggioranza
della
popolazione
,
contribuendo
tra
l
'
altro
a
creare
uno
dei
tratti
originali
di
questo
Paese
,
cioè
una
civiltà
basata
sopra
una
sola
classe
tutta
eguale
,
dall
'
Atlantico
al
Pacifico
,
per
gusti
,
mentalità
,
livello
economico
e
abitudini
.
S
'
intende
che
quando
si
parla
di
tenore
di
vita
non
si
allude
al
superfluo
che
è
pur
sempre
appannaggio
di
pochi
,
ma
al
necessario
.
Però
il
necessario
dell
'
America
è
spesso
il
superfluo
di
molti
Paesi
d
'
Europa
e
d
'
Asia
.
Forse
dalla
mediocrità
stessa
di
questa
prosperità
,
dalla
sua
mancanza
di
margini
,
dalla
sua
relativa
novità
deriva
il
senso
di
inquietudine
,
di
preoccupazione
e
di
paura
che
,
pur
sotto
la
brillante
superficie
,
il
viaggiatore
avverte
subito
agli
Stati
Uniti
così
nelle
conversazioni
private
come
nella
varia
pubblicistica
sull
'
argomento
.
La
presente
prosperità
non
è
pazzamente
fiduciosa
e
speculativa
,
ingenua
e
sfrenata
come
quella
degli
anni
antecedenti
la
crisi
del
1929;
è
una
prosperità
doppiata
di
consapevolezza
economica
,
sociale
e
politica
.
Per
così
dire
in
ogni
americano
medio
oggi
sonnecchia
o
sta
sveglio
un
economista
abbastanza
edotto
delle
leggi
del
mercato
,
sempre
in
allarme
e
sempre
inorecchito
.
Con
altra
metafora
,
forse
logora
ma
sempre
efficace
:
alla
tavola
non
troppo
opulenta
dell
'
americano
medio
di
oggi
,
come
alla
tavola
di
Macbeth
,
siede
in
perpetuità
uno
spettro
,
quello
della
grande
crisi
del
1929
.
In
Europa
forse
non
ci
si
rende
abbastanza
conto
che
la
crisi
del
1929
è
stata
agli
Stati
Uniti
l
'
avvenimento
nazionale
più
importante
dopo
la
guerra
civile
del
secolo
scorso
.
La
crisi
del
1929
,
scoppiata
in
un
Paese
la
cui
economia
da
tempo
non
aveva
più
carattere
artigianesco
e
locale
,
bensì
era
fondata
sulla
fiducia
,
creò
una
volta
per
sempre
,
coi
semplici
e
diretti
mezzi
educativi
della
disoccupazione
,
della
fame
e
dello
spavento
una
coscienza
economica
ancora
oggi
inesistente
in
Nazioni
molto
più
povere
degli
Stati
Uniti
.
Quanto
dire
che
anche
per
questo
aspetto
,
l
'
America
è
il
Paese
più
moderno
del
mondo
:
a
caro
prezzo
essa
ha
acquistato
una
consapevolezza
del
fatto
economico
che
nel
campo
della
profilassi
politica
e
sociale
equivale
alla
consapevolezza
igienica
in
quello
delle
malattie
.
Tutti
possono
prendere
,
poniamo
,
la
peste
;
ma
già
un
passo
avanti
nell
'
evitarla
è
sapere
che
la
si
può
prendere
e
attraverso
quali
agenti
.
Quel
che
avvenne
nel
1929
lo
dice
molto
bene
l
'
economista
J.K.
Galbraith
nel
suo
bel
libro
The
Great
Crash
,
nel
quale
la
grande
crisi
è
descritta
con
un
senso
arguto
e
rassegnato
della
follia
umana
molto
simile
a
quello
che
informa
la
descrizione
manzoniana
della
peste
di
Milano
:
"
Parecchi
erano
affamati
nel
1930
,
nel
1931
,
nel
1932
.
Altri
erano
torturati
dalla
paura
di
diventare
affamati
.
Altri
ancora
soffrivano
dell
'
angoscia
di
scadere
in
decoro
e
rispettabilità
passando
dall
'
agiatezza
alla
miseria
.
Altri
finalmente
temevano
di
scadere
.
Intanto
tutti
soffrivano
di
un
senso
di
assoluta
disperazione
.
Niente
,
sembrava
,
poteva
esser
fatto
per
fermare
la
crisi
.
"
Ma
ancor
più
interessante
,
ci
pare
,
è
notare
che
al
capezzale
del
malato
,
negli
anni
dopo
il
'29
,
c
'
erano
due
medici
,
l
'
uno
pessimista
e
l
'
altro
ottimista
(
relativamente
)
.
Il
medico
pessimista
,
Marx
alla
mano
,
considerava
la
depressione
come
una
delle
crisi
cicliche
del
capitalismo
e
prevedeva
un
succedersi
di
tali
crisi
sempre
più
ravvicinato
e
sempre
peggiore
,
fino
al
crollo
finale
.
Il
medico
ottimista
,
Keynes
alla
mano
(
la
Teoria
generale
di
Keynes
è
del
'36
,
ma
l
'
azione
di
Keynes
nel
campo
della
teoria
economica
risale
ad
alcuni
anni
addietro
)
,
affermava
,
invece
,
secondo
le
parole
di
Galbraith
(
Il
capitalismo
americano
)
che
:
"
le
variazioni
nella
produzione
e
nell
'
occupazione
globale
sono
parte
intrinseca
di
un
processo
mediante
il
quale
l
'
economia
si
adegua
da
sé
ai
movimenti
negli
investimenti
e
nel
risparmio
e
che
di
conseguenza
né
la
depressione
né
l
'
inflazione
sono
anormali
.
"
In
altri
termini
tutto
il
divario
tra
i
due
medici
consisteva
in
due
parolette
:
il
medico
marxista
considerava
la
crisi
"
anormale
"
ossia
mortale
:
il
medico
keynesiano
la
considerava
"
normale
"
ossia
guaribile
.
Non
stiamo
qui
ad
indagare
chi
in
teoria
avesse
ragione
tra
i
due
(
probabilmente
tutti
e
due
:
Marx
è
l
'
economista
dei
Paesi
poveri
e
Keynes
l
'
economista
dei
Paesi
ricchi
)
;
ricordiamo
soltanto
che
in
pratica
fu
adottata
la
diagnosi
ottimista
e
la
conseguenza
fu
il
New
Deal
di
Roosevelt
ossia
l
'
intervento
dello
Stato
come
elemento
equilibratore
,
stimolante
e
di
controllo
.
Però
la
scuola
marxista
,
come
è
noto
,
afferma
che
dopo
ogni
crisi
il
capitalismo
non
riesce
più
a
riprendersi
in
misura
superiore
a
quella
raggiunta
nel
ciclo
precedente
.
Senza
voler
sottovalutare
molti
fattori
esterni
(
le
forniture
di
guerra
,
la
scomparsa
momentanea
dal
mercato
mondiale
del
Giappone
e
della
Germania
,
il
riarmo
ecc.
ecc
.
)
bisogna
dire
che
,
per
ora
,
almeno
,
i
fatti
danno
torto
a
questa
scuola
:
il
capitalismo
americano
ha
senza
dubbio
,
nella
presente
prosperità
,
superato
gli
indici
di
produzione
del
1929
.
Da
tutto
questo
però
è
rimasto
,
come
si
è
detto
,
nell
'
animo
dell
'
americano
medio
di
oggi
un
profondo
senso
di
insicurezza
e
di
paura
.
E
se
Keynes
dopotutto
potesse
aver
torto
e
Marx
potesse
aver
ragione
?
E
più
modestamente
e
meno
intellettualmente
:
se
un
'
altra
crisi
come
quella
del
1929
si
scatenasse
all
'
improvviso
prendendo
di
sorpresa
pubblico
e
autorità
e
mettendo
sul
lastrico
dodici
milioni
di
lavoratori
e
salariati
come
nel
1929
?
Ma
questo
senso
di
insicurezza
e
di
paura
,
come
è
stato
già
accennato
,
altro
non
è
che
coscienza
economica
(
tutte
le
coscienze
sono
scomode
e
dolorose
)
,
e
a
sua
volta
la
coscienza
economica
è
un
fatto
politico
nuovo
di
cui
i
governanti
americani
debbono
tener
conto
e
che
,
agli
effetti
pratici
,
ha
modificato
e
sta
modificando
profondamente
il
carattere
originario
del
capitalismo
agli
Stati
Uniti
.
Il
già
citato
Galbraith
osserva
:
"
Una
buona
conoscenza
di
quanto
avvenne
nel
1929
è
la
nostra
migliore
salvaguardia
contro
il
ripetersi
dei
più
infelici
eventi
di
quei
giorni
...
Il
carattere
principale
della
fuga
dalla
realtà
che
ebbe
luogo
nel
1929
fu
che
la
crisi
travolse
anche
le
autorità
"
.
Dove
si
deve
leggere
che
la
grande
novità
della
presente
situazione
rispetto
a
quella
del
1929
ha
due
aspetti
:
1
)
la
conoscenza
dei
fatti
già
avvenuti
;
2
)
la
ferma
decisione
delle
autorità
(
ossia
il
Governo
)
di
non
lasciarsi
più
travolgere
dalla
crisi
.
Quanto
dire
che
il
capitalismo
americano
è
ormai
integrato
nella
sua
azione
e
nel
suo
sviluppo
dal
controllo
,
dall
'
assistenza
e
dagli
interventi
dello
Stato
.
Ossia
che
ha
abbandonato
la
strada
dell
'
economia
classica
liberale
per
quella
,
ancora
oscura
e
incerta
,
della
tecnocrazia
,
della
pianificazione
e
dell
'
intervento
statale
.
Una
strada
,
come
tutti
possono
facilmente
intendere
,
che
può
portarlo
molto
lontano
e
trasformarlo
completamente
.
Difficile
è
dire
che
cosa
succederebbe
nella
realtà
se
una
crisi
come
quella
del
1929
si
ripetesse
.
Dovunque
in
America
si
sente
dire
che
il
Governo
ha
in
pronto
,
in
questo
caso
,
una
serie
di
controlli
e
un
programma
massiccio
di
lavori
pubblici
e
di
aiuti
.
Evidentemente
il
Governo
si
rende
conto
dell
'
incalcolabile
portata
politica
e
sociale
di
una
crisi
simile
ed
è
deciso
a
tutto
pur
di
evitarla
.
A
questo
lo
sprona
,
oltre
alla
pressione
interna
e
politica
della
consapevolezza
economica
degli
americani
,
anche
,
bisogna
riconoscerlo
,
la
guerra
fredda
,
ossia
il
contrasto
con
la
Russia
marxista
.
In
fondo
,
si
tratta
quasi
di
una
scommessa
,
sia
pure
su
scala
gigantesca
e
mondiale
:
da
una
parte
la
Russia
sovietica
attraverso
i
suoi
portavoce
e
tutta
la
sua
azione
politica
punta
sul
crollo
finale
del
capitalismo
americano
per
mezzo
di
un
susseguirsi
di
crisi
cicliche
;
dall
'
altra
l
'
America
vuol
dimostrare
coi
fatti
che
l
'
astrologo
comunista
ha
torto
.
Il
tempo
,
che
non
lavora
mai
a
favore
di
una
parte
o
dell
'
altra
bensì
a
favore
soltanto
di
una
inconoscibile
e
imprevedibile
realtà
avvenire
,
dirà
forse
la
parola
definitiva
su
questa
scommessa
.
Tuttavia
i
cambiamenti
e
le
riforme
(
come
per
esempio
quella
recente
del
salario
minimo
garantito
)
provocati
dalla
scommessa
medesima
sono
già
in
atto
,
e
danno
ragione
a
quanti
,
come
noi
,
considerano
l
'
economia
degli
Stati
Uniti
in
fase
non
già
di
involuzione
,
ma
di
sviluppo
e
di
metamorfosi
.
StampaQuotidiana ,
Chicago
-
La
lettura
dei
giornali
,
per
chi
sappia
scovare
le
informazioni
e
raggrupparle
secondo
un
certo
ordine
e
significato
,
è
sempre
istruttiva
.
Nei
giornali
di
Nuova
York
,
di
Chicago
e
di
altre
città
degli
Stati
Uniti
non
sono
infrequenti
notizie
di
questo
genere
:
"
Ieri
notte
la
guerriglia
tra
le
'
gangs
'
di
minorenni
è
scoppiata
di
nuovo
a
Bronx
,
per
la
seconda
volta
in
ventiquattr
'
ore
.
Una
ragazza
quindicenne
è
stata
ferita
da
un
colpo
di
rivoltella
e
il
suo
compagno
è
stato
colpito
con
un
tubo
di
piombo
.
Il
compagno
portava
una
giacca
con
la
scritta
`
Cobra
'
sulla
schiena
.
Alcuni
ragazzi
gli
chiesero
se
facesse
parte
della
'
gang
'
dei
Cobra
.
Alla
sua
risposta
affermativa
,
uno
degli
aggressori
lo
colpì
alla
testa
con
un
tubo
di
piombo
.
La
ragazza
prese
la
fuga
urlando
e
allora
un
altro
trasse
la
rivoltella
e
sparò
due
volte
ferendola
ad
una
spalla
.
Quindi
la
'
gang
'
fermò
un
taxi
,
vi
salì
e
si
dileguò
.
Oppure
:
"
X
.
Y
.
,
diciassettenne
capo
di
una
'
gang
'
di
giovanissimi
malfattori
nel
Bronx
,
è
stato
arrestato
e
portato
alla
sede
della
polizia
di
Morrisania
sotto
accusa
di
estorsione
.
Per
alcuni
mesi
,
da
marzo
a
novembre
,
X
.
Y
.
aveva
terrorizzato
un
vecchio
droghiere
costringendolo
a
pagargli
cinque
dollari
alla
settimana
come
contributo
di
'
protezione
'
;
ossia
,
a
quanto
sembra
,
un
dollaro
per
ogni
membro
della
'
gang
'
da
lui
capeggiata
"
.
Oppure
ancora
:
"
Ieri
mattina
in
Columbus
Avenue
due
guardie
in
servizio
di
pattugliamento
stradale
hanno
sorpreso
una
'
gang
'
di
ragazzi
mentre
colpiva
tre
donne
e
un
uomo
coi
pugni
,
con
tubi
di
piombo
e
con
pezzi
di
ferro
avvolti
in
stracci
.
La
'
gang
'
aggredì
le
due
guardie
che
furono
costrette
a
sparare
sette
colpi
prima
di
potersi
liberare
dall
'
assalto
.
Tutti
i
membri
della
'
gang
'
,
all
'
infuori
di
due
,
riuscirono
a
fuggire
"
.
Si
potrebbe
continuare
ma
l
'
esemplificazione
sarebbe
monotona
.
Più
o
meno
è
sempre
la
stessa
cosa
:
bande
rivali
di
ragazzi
armati
che
si
azzuffano
per
la
strada
,
o
che
aggrediscono
un
malcapitato
passante
solitario
che
non
gli
ha
fatto
nulla
di
male
,
o
che
irrompono
in
un
bar
e
sfasciano
ogni
cosa
,
o
che
,
addirittura
,
se
la
prendono
con
un
poliziotto
e
lo
mandano
all
'
ospedale
con
la
testa
rotta
.
Sono
questi
i
delitti
che
i
giornali
americani
raggruppano
sotto
il
titolo
comprensivo
di
"
teens
-
age
gangs
crimes
"
ossia
delitti
di
bande
di
minorenni
;
e
soltanto
in
casi
particolarmente
atroci
(
come
l
'
omicidio
recente
di
un
povero
ragazzo
,
un
mese
fa
,
senza
la
minima
provocazione
.
Ironia
:
il
ragazzo
era
figlio
del
presidente
di
una
associazione
per
la
prevenzione
della
delinquenza
minorile
)
vi
dedicano
qualche
amaro
commento
.
Non
c
'
è
molto
da
dire
,
infatti
,
su
questo
genere
di
delitti
:
tutti
sono
d
'
accordo
agli
Stati
Uniti
nel
considerarli
una
piaga
sociale
di
prima
importanza
e
nel
ritenere
che
qualche
cosa
dovrebbe
esser
fatto
almeno
per
limitarli
.
Le
statistiche
per
questa
delinquenza
sono
serie
:
secondo
il
Federal
Children
'
s
Bureau
oggi
ci
sono
circa
35.000
minorenni
nelle
case
di
correzione
degli
Stati
Uniti
.
Si
calcola
che
con
il
ritmo
attuale
(
gli
americani
prevedono
tutto
,
perfino
l
'
aumento
della
criminalità
)
,
questa
cifra
salirà
a
45.000
nel
1960
.
Peggio
che
mai
,
un
buon
venti
per
cento
dei
ragazzi
che
passano
attraverso
il
centro
di
smistamento
correzionale
di
Elmira
,
a
Nuova
York
,
sono
,
a
quanto
sembra
,
più
o
meno
familiari
con
gli
stupefacenti
(
marijuana
e
,
soprattutto
,
eroina
)
.
In
Europa
quando
si
parla
di
delinquenza
si
intende
per
lo
più
la
delinquenza
individuale
,
anche
se
connessa
con
diffusi
fenomeni
sociali
.
Agli
Stati
Uniti
,
invece
,
il
delitto
ubbidisce
alla
tendenza
degli
americani
,
già
notata
un
secolo
fa
da
Tocqueville
,
di
raggrupparsi
secondo
le
più
diverse
affinità
e
formare
associazioni
e
sodalizi
.
Dunque
,
in
principio
,
più
che
vera
e
propria
criminalità
c
'
è
la
lecita
e
in
tanti
casi
benefica
passione
associativa
degli
americani
.
I
ragazzi
di
una
strada
o
di
un
gruppo
di
strade
abitate
,
poniamo
,
da
portoricani
si
associano
in
una
banda
,
quelli
di
un
altro
gruppo
di
case
abitate
da
italiani
in
un
'
altra
banda
,
quelli
di
un
terzo
quartiere
abitato
da
negri
in
una
terza
banda
e
così
via
.
Bisogna
tuttavia
distinguere
,
in
questa
singolare
fauna
sociale
,
gli
"
street
-
clubs
"
(
circoli
di
strada
)
dalle
"
street
-
gangs
"
(
bande
di
strada
)
.
I
primi
,
che
assommano
nella
sola
Nuova
York
a
parecchie
migliaia
,
sono
semplicemente
delle
associazioni
giovanili
pacifiche
e
innocue
,
approvate
dai
genitori
e
dalle
autorità
,
dedite
,
come
in
tutto
il
mondo
,
a
giochi
e
passatempi
di
ragazzi
.
Le
seconde
,
invece
,
che
la
polizia
sospetta
di
essere
parecchie
centinaia
,
sono
francamente
antisociali
e
criminali
.
"
Street
-
clubs
"
e
"
street
-
gangs
"
stanno
gomito
a
gomito
nella
stessa
strada
o
nello
stesso
gruppo
di
case
(
blok
)
e
non
di
rado
entrano
in
conflitto
.
È
interessante
notare
che
uno
"
street
-
club
"
del
tutto
innocente
,
può
degenerare
in
"
street
-
gang
"
sotto
la
pressione
di
avvenimenti
esterni
(
per
lo
più
di
difesa
)
o
per
semplice
trasformazione
interna
,
un
po
'
come
un
tumore
benigno
può
degenerare
in
cancro
.
Così
gli
"
street
-
clubs
"
come
le
"
street
-
gangs
"
,
oltre
che
dalla
già
citata
tendenza
associativa
americana
,
derivano
,
nel
caso
specifico
,
da
condizioni
ambientali
non
precisamente
felici
:
abitazioni
squallide
e
affollate
,
superaffollamento
delle
scuole
,
assenza
dei
genitori
nelle
ore
di
lavoro
,
mancanza
di
centri
sociali
e
di
assistenza
,
vagabondaggio
(
a
quanto
pare
nella
sola
Nuova
York
ci
sono
circa
ventimila
ragazzi
che
per
vani
motivi
hanno
abbandonato
la
famiglia
e
vivono
di
giorno
nelle
strade
e
di
notte
dormono
dove
possono
,
negli
scantinati
,
sulle
terrazze
e
in
altri
rifugi
improvvisati
)
.
Le
"
gangs
"
(
poiché
è
di
esse
che
vogliamo
occuparci
;
gli
"
street
-
clubs
"
sono
soltanto
un
aspetto
del
problema
)
sono
fortemente
e
ritualmente
organizzate
:
hanno
tutte
un
nome
pittoresco
probabilmente
pescato
nei
romanzi
a
fumetti
,
il
quale
non
di
rado
viene
ricamato
sulle
giacche
a
vento
dei
membri
(
i
Dragoni
,
gli
Smeraldi
,
i
Giaguari
d
'
oro
,
i
Falchi
di
guerra
,
i
Turboreattori
atomici
,
i
Cobra
,
i
Guerrieri
ecc.
ecc
.
)
;
un
capo
riconosciuto
al
quale
si
deve
assoluta
ubbidienza
;
un
territorio
delimitato
in
maniera
molto
precisa
sul
quale
la
"
gang
"
stessa
esercita
la
sua
giurisdizione
.
Le
"
gangs
"
,
come
è
stato
già
accennato
,
hanno
per
lo
più
unità
razziale
o
nazionale
e
questo
soprattutto
per
motivi
di
difesa
,
perché
l
'
irlandese
,
il
negro
,
l
'
italiano
,
il
portoricano
sanno
per
esperienza
che
soltanto
l
'
affiliazione
ad
una
banda
della
loro
nazionalità
li
salverà
da
umiliazioni
crudeli
,
da
aggressioni
feroci
.
La
"
gang
"
difatti
si
muoverà
come
un
solo
uomo
(
o
meglio
,
come
un
solo
ragazzo
)
per
vendicare
qualsivoglia
offesa
recata
ad
un
suo
membro
.
Ma
oltre
a
questo
motivo
importante
,
le
"
gangs
"
si
azzuffano
per
questioni
territoriali
(
invadenza
di
una
"
gang
"
nel
territorio
di
un
'
altra
)
,
per
spirito
di
rivalità
bellicosa
,
per
questioni
di
interesse
,
e
soprattutto
,
per
semplice
noia
e
disoccupazione
.
Delle
"
gangs
"
fanno
anche
parte
ragazzine
tra
i
quattordici
e
i
diciott
'
anni
,
con
incarichi
varii
che
vanno
dalla
prostituzione
(
allo
scopo
di
procurare
denaro
alla
"
gang
"
)
,
fino
all
'
assistenza
nelle
zuffe
(
le
ragazze
portano
le
armi
,
un
po
'
come
gli
scudieri
dei
cavalieri
erranti
,
e
le
porgono
ai
loro
compagni
nel
momento
dello
scontro
)
.
Queste
sciaguratelle
,
fiere
della
loro
affiliazione
e
dei
loro
rapporti
amorosi
con
i
membri
della
"
gang
"
,
vengono
designate
con
il
nome
della
"
gang
"
di
cui
fanno
parte
con
l
'
aggiunta
del
suffisso
femminile
di
"
ettes
"
(
esempio
:
maschile
plurale
:
the
Emeralds
;
femminile
plurale
:
the
Emeraldettes
)
.
Sono
tutte
cose
piuttosto
tristi
e
allarmanti
.
Perché
quello
che
colpisce
nel
fenomeno
della
"
gang
"
è
soprattutto
l
'
automatismo
che
sembra
portare
i
ragazzi
prima
alla
formazione
della
"
gang
"
e
poi
al
delitto
ossia
il
carattere
sorgivo
e
tutto
naturale
di
queste
associazioni
e
dei
loro
crimini
.
In
altri
termini
si
tratta
di
una
criminalità
anteriore
alla
formazione
del
giudizio
e
dunque
del
libero
arbitrio
,
spontanea
e
naturale
come
il
fiore
di
una
pianta
o
il
frutto
di
un
albero
,
dovuta
,
insomma
,
non
a
elezione
individuale
,
o
a
volontà
meditata
,
bensì
ad
una
determinazione
fatale
di
carattere
ambientale
.
Questi
ragazzi
sono
dei
criminali
che
ignorano
di
esserlo
fino
al
giorno
del
giudizio
nei
tribunali
per
minorenni
;
e
questo
perché
vivono
e
crescono
in
un
ambiente
situato
ai
margini
o
addirittura
fuori
della
macchina
sociale
,
nel
quale
rozze
consuetudini
ancestrali
,
sopravvivenza
frantumate
di
costumi
anteriori
all
'
emigrazione
e
pregiudizi
razziali
,
religiosi
ed
economici
tengono
il
luogo
delle
regole
morali
in
vigore
nella
comunità
americana
.
Di
fronte
a
certi
delitti
particolarmente
assurdi
(
come
quello
recente
di
una
"
gang
"
che
aggredì
a
Central
Park
,
a
Nuova
York
,
un
vecchio
pensionato
e
dopo
averlo
torturato
a
lungo
,
ne
buttò
il
cadavere
nell
'
East
River
)
si
sarebbe
inclinati
a
considerazioni
pessimiste
sulla
pravità
della
natura
umana
.
Ma
poi
basta
fare
una
passeggiata
in
certi
quartieri
di
"
slums
"
e
gettare
un
'
occhiata
sulle
sinistre
straducce
di
casette
tutte
eguali
e
tutte
squallidamente
utilitarie
(
altro
che
macchina
per
abitare
,
secondo
la
definizione
di
Le
Corbusier
;
piuttosto
si
dovrebbe
parlare
di
macchine
per
cacciare
gli
abitanti
nelle
strade
)
,
con
le
loro
scalette
dalle
ringhiere
di
ferro
rugginoso
che
scavalcano
i
tetri
seminterrati
,
le
loro
polverose
finestre
a
trappola
,
le
loro
facciate
grommose
,
basta
percorrere
una
di
queste
straducce
,
diciamo
,
tra
i
detriti
che
ne
cospargono
l
'
asfalto
(
Nuova
York
,
Chicago
e
in
genere
le
città
industriali
degli
Stati
Uniti
sono
tutt
'
altro
che
pulite
,
specie
nei
quartieri
popolari
)
,
per
capire
che
in
questo
caso
la
natura
umana
è
il
prodotto
fedele
e
diretto
dell
'
urbanistica
.
Semmai
ci
si
stupisce
che
in
luoghi
tanto
desolati
non
avvenga
di
peggio
.
In
realtà
,
occorre
avvertirlo
,
le
"
gangs
"
sono
un
fenomeno
sporadico
soprattutto
se
messo
in
rapporto
con
l
'
immensa
quantità
di
gente
che
vive
nei
quartieri
sopradescritti
.
È
stato
detto
che
la
crudeltà
decisa
e
spietata
delle
"
gangs
"
trae
la
sua
ispirazione
dai
film
e
soprattutto
dai
romanzi
a
fumetti
o
"
comic
-
books
"
.
Indubbiamente
così
nei
film
come
nei
romanzi
a
fumetti
questi
ragazzi
trovano
un
incentivo
e
un
modello
.
Il
cinema
di
Hollywood
ha
reso
popolare
tra
la
gioventù
la
figura
del
"
gangster
"
;
e
poco
importa
se
in
un
finale
appiccicato
il
bene
,
ossia
la
polizia
,
trionfa
sul
male
:
i
quattro
quinti
del
film
sono
stati
dedicati
alle
gesta
del
mascalzone
il
quale
,
si
badi
bene
,
non
è
mai
descritto
come
è
quasi
sempre
nella
realtà
,
ossia
un
uomo
stupido
,
incolto
,
rozzo
,
asfissiantemente
noioso
,
meccanico
e
convenzionale
,
bensì
come
un
eroe
,
sia
pure
sinistro
e
negativo
.
Nei
"
comic
-
books
"
le
cose
vanno
come
nel
cinema
,
con
in
peggio
che
non
esiste
alcun
codice
Hayes
,
alcuna
autocensura
a
limitare
il
puerile
e
stravagante
sfoggio
di
efferatezze
(
strangolamenti
,
arsioni
,
mutilazioni
,
torture
di
vario
genere
e
poi
ricatti
,
"
hold
up
"
,
ratti
,
pugilati
e
via
dicendo
)
di
queste
pubblicazioni
.
La
violenza
omicida
agli
Stati
Uniti
è
guardata
quasi
con
indulgenza
,
come
una
prova
di
maschilità
e
di
forza
;
mentre
la
lascivia
sessuale
è
severamente
e
puritanicamente
repressa
;
tuttavia
,
da
ultimo
,
gli
americani
si
sono
accorti
che
il
diavolo
scacciato
dalla
porta
è
rientrato
dalla
finestra
,
ossia
che
il
sesso
,
proibito
nelle
sue
più
dirette
manifestazioni
,
ha
trovato
il
modo
di
riapparire
,
più
forte
che
mai
anche
perché
dissimulato
e
travestito
,
nelle
crudeltà
dei
"
comic
-
books
"
e
di
certi
film
.
Molte
voci
così
si
sono
levate
a
protestare
contro
questa
singolare
letteratura
giovanile
,
facendo
notare
tra
l
'
altro
che
il
linguaggio
della
crudeltà
è
quello
che
più
facilmente
fa
appello
agli
istinti
della
pubertà
ossia
di
un
'
età
in
cui
il
fatto
sessuale
,
appunto
,
non
si
presenta
mai
in
maniera
diretta
bensì
indiretta
e
"
trasferita
"
.
A
quanto
sembra
,
dopo
le
ultime
proteste
,
gli
editori
dei
"
comic
-
books
"
hanno
deciso
di
istituire
anche
loro
,
come
i
produttori
cinematografici
,
un
'
autocensura
.
Ma
,
ripetiamolo
:
"
comic
-
books
"
e
film
non
farebbero
l
'
effetto
che
fanno
se
i
loro
lettori
non
vivessero
in
ambienti
sociali
che
sembrano
fatti
apposta
per
provocare
il
gangsterismo
giovanile
;
resterebbero
passatempi
sia
pure
malsani
,
non
modelli
di
azione
.
Naturalmente
,
in
un
Paese
come
l
'
America
dove
la
società
non
fa
che
occuparsi
dei
propri
mali
e
questi
sono
fronteggiati
da
adeguati
istituti
i
quali
a
loro
volta
vengono
controllati
dall
'
opinione
pubblica
attraverso
giornali
,
riviste
e
discussioni
(
la
macchina
sociale
,
insomma
,
alimenta
se
stessa
in
mille
modi
,
altrimenti
perirebbe
di
inedia
)
,
centinaia
e
centinaia
di
associazioni
pubbliche
,
semiprivate
e
private
si
dedicano
all
'
educazione
e
alla
riabilitazione
dei
minorenni
.
Soltanto
lo
Youth
Board
dello
Stato
di
Nuova
York
spende
per
questo
scopo
circa
due
milioni
di
dollari
all
'
anno
.
Ma
queste
somme
così
ingenti
e
questi
istituti
così
numerosi
sono
come
tamponi
sopra
una
ferita
che
non
si
può
o
non
si
vuole
disinfettare
.
La
disinfezione
poi
consisterebbe
nella
distruzione
dei
quartieri
degli
"
slums
"
,
nella
dispersione
e
nell
'
assorbimento
dei
gruppi
razziali
e
nazionali
di
fresco
emigrati
,
nell
'
allargamento
democratico
dell
'
educazione
e
dell
'
assistenza
.
Per
fare
un
solo
caso
,
quello
dei
portoricani
,
che
nella
sola
città
di
Nuova
York
assommano
a
circa
quattrocentomila
,
è
evidente
che
le
"
gangs
"
giovanili
di
questa
gente
scomparirebbero
il
giorno
che
invece
di
vivere
ammassati
in
malsani
e
squallidi
quartieri
i
portoricani
si
disperdessero
ai
quattro
venti
,
e
non
fossero
più
considerati
con
mal
dissimulato
disprezzo
dalle
altre
nazionalità
di
più
vecchia
emigrazione
e
i
loro
figli
frequentassero
di
più
le
scuole
e
sapessero
l
'
inglese
e
non
soltanto
lo
spagnolo
come
avviene
in
molti
casi
.
Ma
l
'
America
non
ha
cessato
di
essere
il
"
melting
-
pot
"
di
un
tempo
;
essa
finirà
per
digerire
le
"
gangs
"
giovanili
come
ha
digerito
tanti
altri
bocconi
ancor
più
indigesti
del
passato
.
Un
'
ondata
di
prosperità
,
una
nuova
spinta
emigratoria
verso
l
'
ovest
,
un
rimescolamento
sociale
ed
economico
e
le
"
gangs
"
non
saranno
più
che
un
doloroso
e
incomprensibile
ricordo
.
StampaQuotidiana ,
"
Westward
ho
!
"
questa
che
fu
la
parola
d
'
ordine
dei
pionieri
dell
'
Ottocento
nella
marcia
verso
l
'
Ovest
,
risuona
adesso
all
'
orecchio
del
signor
X
,
con
un
ritardo
di
più
di
un
secolo
,
è
vero
,
ma
non
per
questo
meno
eccitante
.
Il
signor
X
,
a
Chicago
"
sente
"
l
'
Ovest
un
po
'
come
un
marinaio
sbarcato
a
terra
"
sente
"
il
mare
.
E
davvero
,
ai
pionieri
di
un
tempo
,
l
'
Ovest
doveva
apparire
un
po
'
come
un
mare
sconosciuto
:
un
mare
di
praterie
disabitate
,
di
deserti
di
pietra
,
di
sale
e
di
sabbia
,
di
foreste
mute
e
lussureggianti
.
Oggi
il
vecchio
motto
ardimentoso
,
riflette
il
signor
X
salendo
la
scaletta
dell
'
aeroplano
che
in
cinque
ore
lo
porterà
a
Denver
,
non
ha
più
lo
stesso
significato
di
pericolo
e
di
avventura
:
tuttavia
egualmente
l
'
Ovest
costituisce
ancora
la
meta
di
centinaia
di
migliaia
di
americani
.
Perché
gli
americani
vanno
a
Ovest
?
Molti
per
motivi
di
salute
(
la
grande
quantità
di
vecchi
che
vanno
a
passare
gli
ultimi
anni
della
loro
vita
nel
mite
clima
della
California
è
da
qualche
tempo
un
carattere
distintivo
di
quello
Stato
)
;
molti
perché
a
Ovest
il
costo
della
vita
è
più
basso
,
pur
con
gli
stessi
salari
;
molti
ancora
in
cerca
,
come
si
dice
qui
,
di
"
opportunity
"
,
ossia
di
occasioni
.
Ma
tutti
,
insomma
,
con
la
speranza
di
una
vita
migliore
,
più
larga
,
più
umana
,
più
calma
,
come
un
tempo
.
Felice
America
,
pensa
il
signor
X
,
che
ha
tutt
'
oggi
,
dentro
i
suoi
confini
,
la
terra
promessa
.
Denver
:
il
signor
X
discende
la
scaletta
dell
'
aeroplano
ed
è
subito
investito
da
una
luce
radente
,
radiosa
,
irradiata
in
immobile
raggiera
dal
sole
invisibile
nel
cielo
immenso
e
puro
,
sopra
una
terra
piatta
come
una
tavola
che
non
sembra
avere
orizzonti
.
È
la
luce
dell
'
altipiano
sul
quale
si
trova
Denver
,
città
artificiale
sorta
dal
nulla
col
denaro
delle
grandi
compagnie
minerarie
dell
'
Est
,
città
senza
industria
e
senza
fabbriche
,
quanto
dire
,
in
America
,
città
irreale
.
Il
signor
X
,
mentre
una
macchina
lo
trasporta
verso
la
città
,
cerca
nella
memoria
un
'
eco
qualsiasi
al
nome
di
Denver
,
ma
non
trova
che
il
ricordo
di
Buffalo
Bill
,
l
'
immortale
buttero
delle
praterie
,
di
cui
,
negli
anni
dell
'
infanzia
,
egli
aveva
letto
le
prestigiose
avventure
nelle
dispense
illustrate
di
un
editore
milanese
.
Ma
Denver
,
come
si
accorge
subito
il
signor
X
entrando
in
città
,
non
è
più
la
cittadina
di
frontiera
con
i
pavimenti
di
legno
,
le
traballanti
taverne
e
le
bische
fumose
che
nelle
illustrazioni
delle
dispense
servivano
da
sfondo
alle
sparatorie
tra
cercatori
d
'
oro
e
pellirosse
.
Oggi
Denver
è
una
pulita
,
nitida
e
perciò
alquanto
irreale
città
americana
moderna
,
con
le
solite
strade
che
si
tagliano
ad
angolo
retto
(
ma
finiscono
,
lontano
,
nel
verde
della
prateria
)
,
con
le
solite
pubblicità
colorate
,
i
soliti
quartieri
residenziali
pieni
di
case
lussuose
dove
(
ma
è
un
'
impressione
del
signor
X
)
la
vita
sembra
dover
essere
terribilmente
noiosa
.
Il
centro
di
Denver
è
un
crocicchio
tra
la
solita
Broadway
(
lungo
la
quale
si
allineano
,
nuovi
di
zecca
,
i
soliti
negozi
pieni
di
roba
importata
dall
'
Est
)
e
una
strada
qualsiasi
dal
numero
imprecisato
,
la
cinquantasettesima
o
la
quarantaquattresima
.
In
questo
centro
che
non
è
un
centro
(
ah
,
le
riconfortanti
piazze
di
Francia
e
d
'
Italia
,
con
la
cattedrale
e
il
sagrato
)
si
trovano
l
'
albergo
principale
della
città
,
due
o
tre
cinema
,
qualche
banca
e
persino
un
night
-
club
con
gli
spogliarelli
.
Alcuni
grattacieli
,
dei
quali
due
in
costruzione
,
testimoniano
la
prosperità
di
Denver
,
città
,
come
si
è
detto
,
tenuta
su
dai
capitali
minerarii
dell
'
Est
e
piena
di
impiegati
e
di
funzionari
.
Quanto
a
Buffalo
Bill
:
il
solo
particolare
che
ricordi
ancora
il
buttero
famoso
sono
gli
strani
stivaletti
che
portano
ai
piedi
un
gruppo
di
gentiluomini
ritti
a
conversare
nella
hall
dell
'
albergo
;
stivaletti
di
vacchetta
,
ricamati
,
alti
fino
al
polpaccio
e
infilati
alla
maniera
buttera
dentro
comuni
pantaloni
.
Dopo
aver
considerato
un
momento
questi
stivaletti
significativi
,
il
signor
X
lascia
l
'
albergo
per
fare
una
passeggiata
.
Incauto
signor
X
.
Egli
non
si
rende
conto
che
passeggiare
senza
automobile
è
ormai
cosa
impossibile
agli
Stati
Uniti
,
specie
nelle
città
di
pianta
più
recente
,
costruite
,
si
direbbe
,
soltanto
per
gli
automobilisti
.
Eppure
,
gliel
'
avevano
detto
gli
amici
,
nell
'
Est
:
"
Se
camminerai
a
piedi
in
città
come
Los
Angeles
o
altre
simili
,
ti
prenderanno
per
un
ladro
in
cerca
di
una
casa
da
svaligiare
;
o
per
un
derelitto
smemorato
;
e
magari
qualcuno
si
fermerà
per
chiederti
se
ti
senti
male
e
se
può
fare
qualche
cosa
per
te
.
"
Essendosi
fatto
portare
in
fondo
all
'
immenso
parco
pubblico
di
Denver
,
il
signor
X
,
al
momento
di
pagare
l
'
autista
,
nota
negli
occhi
di
costui
uno
sguardo
singolare
,
come
di
sorpresa
mista
di
compassione
.
Non
ci
fa
caso
,
ma
gli
tocca
ripensarci
un
paio
di
ore
dopo
,
quando
,
stanco
morto
a
forza
di
girare
per
il
parco
,
cerca
invano
un
taxi
che
lo
riporti
all
'
albergo
.
Il
sole
splende
con
forza
sui
vasti
prati
sparsi
di
grandi
alberi
fioriti
,
sui
viali
asfaltati
che
girano
tra
i
prati
,
sui
laghi
artificiali
in
cui
nuotano
anatre
e
cigni
;
ma
nessun
taxi
è
in
vista
.
Tutti
coloro
che
in
quel
momento
si
trovano
nel
parco
,
sia
che
prendano
il
sole
in
costume
da
bagno
,
sull
'
erba
dei
prati
,
sia
che
contemplino
i
mogi
animali
selvatici
dello
zoo
,
hanno
la
loro
brava
automobile
a
portata
di
mano
,
ferma
a
poca
distanza
.
Altre
automobili
scorrono
lentamente
per
i
viali
assolati
,
trasportando
tipiche
famigliole
impiegatizie
americane
,
lui
in
camicia
bianca
,
lei
in
camicetta
rosa
,
due
bambini
,
un
cane
e
,
penzolante
dal
soffitto
,
l
'
attaccapanni
con
le
giacche
appese
affinché
non
si
gualciscano
;
ma
nullasembra
essere
stato
previsto
per
il
turista
solo
e
appiedato
.
Il
signor
X
gira
,
gira
e
gira
,
sotto
il
sole
che
scotta
,
per
il
parco
spietatamente
pettinato
,
silenzioso
e
domenicale
;
finalmente
entra
in
un
chiosco
adibito
a
bar
e
chiede
una
birra
.
Una
ragazza
in
bikini
,
assai
graziosa
in
verità
,
dalla
schiena
e
dalle
gambe
arrossate
dal
sole
,
lancia
al
signor
X
un
'
occhiata
languida
e
quindi
si
allontana
in
direzione
della
gabbia
delle
scimmie
,
ancheggiando
con
forza
.
"
Un
'
avventura
"
,
si
dice
il
signor
X
allettato
suo
malgrado
,
nonostante
il
caldo
e
la
stanchezza
.
Ma
il
pensiero
dell
'
automobile
che
non
possiede
,
lo
ferma
:
che
razza
di
avventure
si
possono
avere
senza
automobile
in
un
paese
come
questo
?
Il
signor
X
lascia
che
la
ragazza
si
dilegui
e
quindi
si
fa
cinque
chilometri
a
piedi
e
arriva
finalmente
,
stremato
,
all
'
albergo
.
Il
giorno
dopo
il
signor
X
,
di
buon
mattino
,
riparte
verso
l
'
Ovest
,
in
treno
questa
volta
.
È
un
treno
bellissimo
,
dal
nome
suggestivo
,
con
vagoni
blindati
che
sembrano
tanti
frigoriferi
.
Ma
è
vuoto
.
In
tutto
il
vagone
del
signor
X
ci
saranno
si
e
no
tre
viaggiatori
:
tutti
ormai
viaggiano
in
aeroplano
,
in
America
,
soprattutto
all
'
Ovest
nelle
cui
plaghe
spopolate
non
ci
sono
cittadine
o
villaggi
che
giustifichino
l
'
esistenza
di
qualche
cosa
di
simile
ai
nostri
accelerati
.
Il
signor
X
scende
a
prendere
un
caffè
,
fa
per
risalire
e
nello
stesso
momento
il
treno
si
muove
in
maniera
sorniona
e
traditrice
,
e
sfila
via
sotto
la
pensilina
,
senza
un
trillo
di
fischietto
o
un
segnale
di
bandieretta
,
come
se
gli
premesse
di
non
far
sapere
che
parte
.
Adesso
il
treno
sfila
su
un
terrapieno
,
tutt
'
intorno
una
valle
sabbiosa
e
circolare
che
sembra
il
cratere
di
un
vulcano
spento
e
allora
il
signor
X
può
vedere
che
è
un
treno
lunghissimo
che
si
tira
dietro
una
coda
interminabile
di
vagoni
merci
,
tutti
istoriati
con
le
sigle
e
i
nomi
delle
grandi
società
alimentari
degli
Stati
Uniti
.
Carni
morte
,
frutta
morte
,
pesci
morti
,
verdure
morte
,
pensa
il
signor
X
,
roba
morta
per
la
gente
dell
'
Ovest
,
spedita
ai
frigoriferi
delle
città
del
Pacifico
e
soltanto
dopo
lunghi
soggiorni
nelle
più
svariate
ghiacciaie
,
destinata
alla
consumazione
.
Il
treno
incomincia
a
correre
.
È
grande
l
'
America
,
pensa
il
signor
X
dopo
circa
otto
ore
di
viaggio
,
guardando
al
paesaggio
.
Sono
infatti
otto
ore
filate
che
il
treno
attraversa
un
paesaggio
sempre
eguale
,
spaventoso
a
dir
la
verità
,
ossia
quasi
desertico
,
o
meglio
,
morto
.
Una
campagna
grigia
e
bruna
,
appena
appena
ondulata
,
senza
alberi
,
senza
cespugli
,
con
qualche
roccia
corrosa
qua
e
là
che
sembra
un
dente
cariato
ritto
sulle
sue
radici
,
coperta
da
una
fine
e
piumosa
vegetazione
dal
colore
smorto
e
secco
,
si
stende
a
perdita
d
'
occhio
ai
due
lati
del
treno
,
per
ore
e
ore
e
ore
.
Il
signor
X
aguzza
gli
occhi
e
finalmente
capisce
che
sopra
quella
campagna
è
passato
un
ciclone
di
polvere
e
che
quel
colore
è
il
colore
della
polvere
.
Qualche
giorno
prima
,
pensa
il
signor
X
,
apparve
all
'
orizzonte
un
minaccioso
pollice
scuro
,
dall
'
unghia
rivolta
in
giù
,
dalla
palma
della
mano
perduta
tra
le
nubi
,
e
questo
pollice
gigantesco
prese
a
girare
sugli
orizzonti
,
un
pollice
verso
,
pensa
il
signor
X
,
il
quale
,
alla
maniera
dei
romani
antichi
nei
circhi
,
decretava
silenziosamente
la
morte
della
campagna
.
E
infatti
,
dovunque
quel
pollice
verso
era
passato
,
la
campagna
era
morta
.
Quel
che
fa
più
impressione
al
signor
X
,
oltre
alla
polvere
,
è
l
'
aspetto
spopolato
di
questo
paesaggio
:
non
una
casa
,
non
un
abituro
;
e
sulla
strada
che
corre
parallela
al
treno
,
o
meraviglia
,
non
un
'
automobile
.
Lontano
,
bizzarre
montagne
corrose
e
lunghe
in
forma
di
tavole
finiscono
di
dare
a
tutto
il
paesaggio
un
aspetto
decrepito
,
lunare
,
irreale
.
Giunge
l
'
ora
della
colazione
,
il
signor
X
si
presenta
nel
vagone
ristorante
e
siede
di
fronte
ad
un
signore
di
mezza
età
,
vestito
di
una
camicia
trasparente
di
nylon
(
nel
taschino
tiene
due
sigari
che
sembrano
due
corpi
estranei
visti
in
una
radioscopia
)
che
fa
pensare
agli
involucri
di
cellophane
onde
sono
avvolti
in
America
i
più
diversi
prodotti
,
dalle
bistecche
ai
ravanelli
.
Questo
viaggiatore
ha
una
faccia
d
'
ordine
,
pensa
il
signor
X
sbirciandolo
,
appartiene
certamente
a
qualche
istituto
o
organizzazione
o
associazione
.
Infatti
è
un
ufficiale
dell
'
esercito
americano
in
viaggio
di
trasferimento
.
Il
dialogo
comincia
subito
:
"
Buongiorno
,
bella
giornata
,
non
è
vero
?
"
(
È
una
giornata
orribile
,
il
cielo
è
oscurato
da
una
specie
di
caligine
fosca
.
)
"
Sì
,
bella
giornata
,
dove
va
?
"
"
A
Sacramento
...
e
lei
?
"
"
A
San
Francisco
.
"
Lungo
silenzio
;
il
signor
X
arrischia
:
"
Lei
è
...
"
"
Sono
nell
'
esercito
...
e
lei
?
"
"
Io
sono
giornalista
,
sono
europeo
.
"
"
Ah
europeo
.
"
"
Sì
,
italiano
.
"
Questa
volta
il
silenzio
dura
a
lungo
.
Il
signor
X
pensa
:
ecco
,
in
questo
momento
egli
si
domanda
quali
possano
essere
i
rapporti
dell
'
esercito
americano
con
l
'
Italia
;
egli
non
può
fare
che
una
domanda
di
ordinanza
;
il
fatto
che
sono
straniero
gli
ha
fatto
subito
indossare
mentalmente
la
divisa
.
E
infatti
:
"
Mi
pare
che
noi
abbiamo
ancora
qualche
cosa
in
Italia
,
non
è
vero
?
una
rappresentanza
.
"
"
Sì
,
a
Livorno
,
porto
di
sbarco
per
le
truppe
di
Germania
.
"
"
E
anche
a
Trieste
,
no
?
"
"
No
,
a
Trieste
non
più
.
"
Il
signor
X
è
un
po
'
maligno
e
spesso
cede
alla
tentazione
di
stuzzicare
,
come
si
dice
,
il
can
che
dorme
:
"
Trieste
è
una
città
importante
,
alla
frontiera
con
l
'
Europa
comunista
...
il
comunismo
...
"
Il
signor
X
guarda
l
'
ufficiale
e
l
'
ufficiale
guarda
,
attraverso
il
corpo
del
signor
X
,
la
poltrona
rivestita
di
cuoio
rosso
del
vagone
ristorante
.
Il
signor
X
insiste
:
"
Il
comunismo
si
estende
,
per
così
dire
,
da
Trieste
fino
al
Mar
Giallo
...
per
questo
...
"
Il
viaggiatore
questa
volta
fa
un
gesto
espressivo
:
gira
il
capo
verso
il
finestrino
,
masticando
lentamente
un
pezzo
di
bistecca
.
Sempre
così
,
pensa
il
signor
X
soddisfatto
della
prova
:
messo
di
fronte
ad
una
conversazione
impegnativa
,
che
non
sia
fatta
soltanto
di
storielle
e
di
statistiche
,
ma
anche
di
idee
generali
,
l
'
americano
medio
si
ritrae
come
un
gambero
e
,
per
così
dire
,
scompare
dalla
conversazione
stessa
.
In
altri
termini
,
il
cane
stuzzicato
,
invece
di
svegliarsi
,
si
addormenta
ancor
più
profondamente
.
Il
viaggio
continua
:
l
'
America
,
come
dice
la
canzone
dell
'
emigrante
"
l
'
è
longa
e
l
'
è
larga
"
.
Dopo
il
deserto
sopravviene
la
notte
e
dopo
la
notte
,
il
signor
X
,
affacciandosi
al
finestrino
,
vede
,
attraverso
il
bianco
polverio
di
una
tormenta
di
neve
,
alte
montagne
nevose
,
fitte
abetine
cariche
di
neve
,
laghi
debolmente
luccicanti
in
fondo
ai
valloni
profondi
,
sotto
la
neve
che
li
appanna
:
le
Montagne
Rocciose
.
Il
solito
paesaggio
alpino
,
pensa
il
signor
X
annoiato
.
Eppure
,
eppure
...
le
Alpi
sono
altra
cosa
.
Pare
impossibile
,
ma
anche
tra
queste
montagne
,
come
del
resto
dappertutto
in
America
si
sente
che
l
'
uomo
non
ha
ancora
apposto
il
sacro
sigillo
della
cultura
.
Le
Montagne
Rocciose
sono
prive
di
echi
,
di
riferimenti
,
di
ricordi
,
pensa
il
signor
X
;
e
Guglielmo
Tell
,
con
il
suo
garzoncello
spaurito
e
la
sua
mela
basta
ad
umanizzare
anche
i
più
impervi
cantoni
della
Svizzera
.
Il
treno
sale
faticosamente
vagone
dopo
vagone
,
fino
in
cima
ad
un
colle
dopo
il
quale
discende
rapidamente
sull
'
altro
versante
mentre
il
paesaggio
,
altrettanto
rapidamente
,
perde
prima
di
tutto
la
sua
coltre
di
neve
,
poi
i
suoi
abeti
e
quindi
anche
le
sue
rocce
.
È
la
California
,
finalmente
,
che
guarda
al
Pacifico
e
all
'
Estremo
Oriente
(
che
qui
diventa
Estremo
Occidente
:
l
'
Occidente
non
finisce
mai
)
,
e
volta
le
spalle
all
'
America
,
verde
,
verdissima
,
piena
di
alberi
molli
e
folti
,
rigata
di
acque
,
stranamente
amena
e
al
tempo
stesso
selvaggia
.
Il
treno
corre
ormai
in
piano
tra
frutteti
rigogliosi
,
dolci
colline
sparse
di
querce
fronzute
,
campi
coltivati
a
granoturco
.
Il
signor
X
si
affaccia
qualche
ora
dopo
sulla
baia
di
San
Francisco
verso
il
tramonto
.
Il
ferry
boat
che
lo
porta
da
Oakland
a
San
Francisco
fende
con
la
sua
pesante
prua
tonda
un
'
acqua
densa
,
violacea
,
scintillante
ai
raggi
del
sole
declinante
.
San
Francisco
è
laggiù
,
evocando
con
le
sue
colline
innumerevoli
e
le
sue
bianche
case
disposte
le
une
sulle
altre
,
altre
città
famose
per
la
loro
bellezza
:
Napoli
,
Hong
-
Kong
,
Rio
de
Janeiro
.
Una
collana
di
lumi
risplendenti
sospesa
tra
la
bianca
città
e
un
promontorio
scuro
indica
il
salto
prodigioso
del
Golden
Gate
Bridge
,
uno
dei
più
bei
ponti
del
mondo
.
Ad
un
tratto
un
viaggiatore
dall
'
aspetto
di
middlewestern
,
calvo
,
tarchiato
,
peloso
,
un
grosso
sigaro
tra
i
denti
,
indossante
una
camiciola
havaiana
a
grandi
fiorami
,
si
avvicina
al
signor
X
:
"
Potreste
farmi
un
favore
?
"
"
Due
"
,
risponde
il
signor
X
premuroso
.
"
Allora
prendete
questa
macchina
fotografica
e
fatemi
la
fotografia
...
ma
abbiate
cura
di
includere
nello
sfondo
quell
'
isoletta
laggiù
.
"
"
Non
volete
nello
sfondo
anche
San
Francisco
?
"
"
No
,
voglio
soltanto
quell
'
isoletta
...
sapete
,
è
l
'
isola
di
Alcatraz
,
dove
si
trova
uno
dei
più
famosi
ergastoli
d
'
America
...
nessuno
è
mai
riuscito
ad
evaderne
,
ma
ci
sono
state
tante
rivolte
di
detenuti
,
voglio
mandare
questa
fotografia
a
mia
moglie
.
"
"
Strani
gusti
-
pensa
il
signor
X
facendo
scattare
la
fotografia
mentre
il
viaggiatore
si
atteggia
poeticamente
contro
lo
sfondo
della
prigione
-
trovarsi
in
una
delle
più
belle
baie
del
mondo
e
farsi
fotografare
con
la
galera
alle
spalle
"
.
StampaQuotidiana ,
San
Francisco
-
È
stato
detto
più
volte
che
le
civiltà
si
giudicano
soprattutto
dal
modo
con
il
quale
hanno
risolto
o
tentato
di
risolvere
il
problema
della
morte
.
La
civiltà
egiziana
,
per
esempio
,
aveva
trovato
un
mezzo
molto
semplice
di
risolvere
questo
problema
,
cioè
facendone
il
centro
stesso
della
vita
,
come
attestano
in
Egitto
gli
innumerevoli
monumenti
funerari
,
dalle
Piramidi
alle
tombe
sotterranee
della
Valle
dei
Re
.
In
Egitto
tutta
la
vita
umana
era
in
funzione
della
morte
e
l
'
Egitto
forniva
a
questa
concezione
mortuaria
la
cornice
incomparabile
della
sua
atmosfera
incantata
da
Campi
Elisi
,
del
suo
funebre
perpetuo
tempo
sereno
,
dei
suoi
deserti
pieni
di
miraggi
,
del
suo
silenzio
e
della
sua
immobilità
.
Il
solo
libro
che
si
conservi
della
letteratura
egiziana
è
il
cosiddetto
Libro
dei
morti
,
il
quale
veniva
deposto
,
scritto
su
papiri
,
sopra
il
petto
dei
defunti
;
ed
è
significativo
che
sia
,
per
noialtri
moderni
,
un
libro
quasi
incomprensibile
,
fittamente
rituale
e
simbolico
,
allusivo
appunto
ad
una
civiltà
lontanissima
ormai
dalla
nostra
.
Dall
'
Egitto
all
'
America
è
un
bel
salto
e
la
differenza
è
massiccia
:
in
Egitto
tutto
era
fatto
per
la
morte
e
la
morte
aveva
trovato
una
sua
soluzione
magica
,
religiosa
,
fantastica
e
poetica
;
in
America
tutto
è
fatto
per
la
vita
e
la
morte
non
sembra
aver
trovato
alcuna
soluzione
.
Strano
a
dirsi
:
il
sottofondo
della
morte
in
Egitto
sembra
essere
stata
la
vita
,
quella
di
tutti
i
giorni
,
almeno
a
giudicare
dalle
meravigliose
rappresentazioni
di
vita
reale
dipinte
sulle
pareti
delle
tombe
della
Valle
dei
Re
;
per
converso
il
sottofondo
della
vita
in
America
è
la
morte
,
ossia
il
problema
irrisolto
e
insolubile
della
morte
.
Così
la
morte
si
vendica
della
vita
,
agli
Stati
Uniti
;
e
mentre
la
vita
viene
esaltata
in
tutti
i
suoi
aspetti
energetici
e
produttivi
,
la
morte
che
si
vorrebbe
ignorare
,
si
infiltra
dappertutto
nelle
radici
stesse
della
vita
dandole
spesso
un
senso
funebre
e
vano
.
A
San
Francisco
,
città
piena
di
edifici
e
di
quartieri
nuovissimi
,
ci
era
stato
parlato
della
nuova
sede
di
una
ditta
di
pompe
funebri
(
"
Funeral
home
"
)
or
ora
costruita
secondo
il
disegno
di
un
allievo
del
celebre
architetto
americano
Frank
Lloyd
Wright
.
Ci
andammo
,
per
renderci
conto
di
come
era
stato
risolto
non
diciamo
il
problema
della
morte
,
ma
quello
di
un
edificio
dedicato
alla
morte
.
Fermammo
l
'
automobile
ai
piedi
di
una
strada
in
ripida
discesa
,
come
tutte
le
strade
di
San
Francisco
.
L
'
edificio
sorgeva
sopra
una
specie
di
terrapieno
murato
a
sghembo
,
sulla
destra
della
strada
.
Riconoscemmo
subito
lo
stile
del
maestro
,
piani
orizzontali
,
sporgenti
in
terrazze
e
in
verande
soprapposte
(
ricordate
la
villa
della
cascata
?
)
sapientemente
alternati
e
attaccati
alla
collina
come
quei
funghi
volgarmente
chiamati
lingue
di
bove
al
ceppo
di
qualche
quercia
o
leccio
.
L
'
allievo
di
Wright
aveva
concepito
,
insomma
,
questa
casa
dei
morti
come
un
country
-
club
o
una
villa
di
campagna
:
niente
sfingi
,
urne
,
tripodi
,
fiamme
,
niente
stile
impero
,
niente
marmi
neri
e
bianchi
,
bensì
mattoni
rossi
,
superfici
lisce
,
linee
astratte
,
gioco
di
volumi
e
di
piani
.
Entrammo
per
una
veranda
nella
hall
:
una
vasta
sala
,
dal
pavimento
lustrante
;
in
un
angolo
circondato
da
un
giardinetto
di
piante
giapponesi
,
un
fresco
e
pispigliante
gioco
d
'
acqua
;
sulle
pareti
alcune
decorazioni
in
ceramica
,
di
uno
stile
colorato
e
viennese
,
che
ci
ricordò
per
un
momento
il
vecchio
pittore
Klimt
.
Quasi
subito
una
bellissima
ragazza
,
alta
,
slanciatissima
,
tornita
alla
perfezione
dal
bel
collo
alle
snelle
caviglie
,
giovane
e
piena
di
salute
,
ci
venne
incontro
ancheggiando
leggermente
e
sorridendoci
.
Con
una
dolce
voce
ella
ci
domandò
in
maniera
affatto
burocratica
in
che
cosa
poteva
servirci
(
"
Can
I
help
you
in
any
way
?
"
)
,
e
saputo
che
non
avevamo
bisogno
dei
servizi
della
ditta
,
ma
venivamo
soltanto
per
una
visita
d
'
informazione
,
approvò
senz
'
altro
la
nostra
curiosità
dicendoci
che
la
ditta
era
ben
contenta
che
si
visitasse
lo
stabilimento
,
uno
dei
più
importanti
e
più
moderni
degli
Stati
Uniti
.
Quindi
ci
precedette
prima
di
tutto
nell
'
ufficio
della
direzione
e
ci
mostrò
un
enorme
e
complicato
radio
-
grammofono
spiegandoci
che
esso
era
collegato
con
le
varie
camere
ardenti
e
che
al
momento
opportuno
da
esso
venivano
diffuse
in
toni
aerei
e
angelici
musiche
per
tutti
i
gusti
,
da
Bach
a
Händel
fino
al
jazz
.
Da
quest
'
ufficio
passammo
nella
principale
camera
ardente
.
Questa
stanza
era
assai
vasta
e
per
due
terzi
occupata
da
una
quadruplice
fila
di
poltrone
,
come
un
piccolo
teatro
.
Una
specie
di
tribuna
o
meglio
di
palcoscenico
leggermente
sopraelevato
rispetto
al
pavimento
,
si
trovava
davanti
alle
poltrone
:
qui
,
ci
spiegò
la
ragazza
,
veniva
collocata
la
bara
e
celebrato
l
'
ufficio
funebre
.
Notammo
che
tutto
il
fondo
del
palcoscenico
era
attraversato
da
una
quinta
o
paravento
di
mattoni
rossi
;
dietro
quella
quinta
o
paravento
,
ci
informò
la
nostra
guida
,
la
famiglia
del
defunto
poteva
piangere
e
sfogare
il
suo
dolore
a
tutto
suo
agio
,
mentre
gli
amici
,
le
conoscenze
,
e
i
colleghi
sedevano
invece
nelle
quattro
file
di
poltrone
.
Tutto
era
pulito
,
nuovo
,
ultramoderno
e
pratico
.
La
ragazza
ci
fece
notare
tra
l
'
altro
che
il
riscaldamento
non
era
a
termosifoni
bensì
funzionava
per
mezzo
di
tubi
che
scaldavano
uniformemente
l
'
intera
superficie
del
pavimento
.
Dalla
camera
ardente
passammo
al
secondo
piano
sempre
preceduti
dalla
"
mortuary
hostess
"
.
Ella
ci
fece
passare
in
una
vasta
stanza
rettangolare
e
con
un
gesto
della
mano
,
senza
parole
,
ci
indicò
la
varia
mercanzia
che
era
raccolta
in
questa
sala
:
bare
,
bare
e
bare
collocate
in
fila
lungo
le
pareti
e
nel
mezzo
.
Ce
n
'
erano
per
tutti
i
gusti
e
per
tutte
le
borse
,
come
notammo
esaminandole
davvicino
:
alcune
di
rame
argentato
,
foderate
di
moerro
bianco
,
del
costo
di
millecinquecento
dollari
,
altre
di
semplice
rame
,
altre
di
metallo
e
legno
,
altre
ancora
di
solo
legno
.
Anche
tutte
queste
bare
avevano
un
aspetto
massiccio
,
quasi
di
sarcofago
,
ed
erano
decorate
in
maniera
più
o
meno
ricca
,
secondo
uno
stile
oscillante
tra
lo
stile
impero
e
la
secessione
viennese
.
La
ragazza
intanto
ci
spiegava
:
il
morto
veniva
preparato
,
cioè
imbellettato
secondo
i
colori
che
aveva
in
vita
e
atteggiato
acconciamente
e
quindi
rivestito
.
Ella
si
avvicinò
ad
un
armadio
,
ne
apri
i
battenti
e
ci
indicò
i
vestiti
che
la
ditta
poteva
fornire
alle
famiglie
che
non
ne
disponevano
:
abiti
blu
a
doppio
petto
,
con
cravatta
nera
e
camicia
bianca
per
gli
uomini
,
lunghe
camicie
di
velo
rosa
,
decorate
di
ricami
e
fiorellini
per
le
donne
.
Le
scarpe
degli
uomini
erano
nere
(
con
la
suola
di
cartone
,
tanto
i
morti
non
camminano
)
;
le
donne
potevano
calzare
pantofoline
da
notte
.
La
ragazza
ci
assicurò
che
tutti
preferivano
i
vestiti
della
ditta
a
quelli
che
il
morto
portava
in
vita
,
se
non
altro
perché
era
più
pratico
:
si
consegnava
il
morto
alla
ditta
e
la
ditta
si
incaricava
di
ogni
cosa
,
dal
servizio
funebre
alla
preparazione
,
all
'
esposizione
e
alla
finale
cremazione
o
inumazione
.
La
visita
era
finita
;
la
ragazza
ci
accompagnò
a
pianterreno
,
ci
fece
firmare
il
libro
dei
visitatori
e
ci
raccomandò
di
tornare
al
più
presto
,
naturalmente
in
qualità
di
clienti
.
Lasciammo
la
"
funeral
home
"
non
senza
sollievo
.
Supponiamo
che
,
dopo
tutto
,
una
ditta
di
pompe
funebri
in
Europa
non
presenti
un
aspetto
molto
diverso
:
l
'
edificio
non
sarà
stato
costruito
secondo
lo
stile
di
Wright
,
nessuna
bellissima
ragazza
riceverà
i
clienti
,
tutto
sarà
meno
moderno
,
più
intonato
alla
tradizione
,
ma
pur
sempre
di
morti
e
di
bare
si
tratterà
.
La
differenza
,
secondo
noi
,
sta
tutta
nel
modo
,
nello
spirito
con
cui
è
considerato
il
fatto
della
morte
.
Mentre
visitavamo
la
"
funeral
home
"
di
San
Francisco
,
ci
accorgemmo
per
esempio
che
la
nostra
guida
cercava
tenacemente
di
mascherare
e
annullare
con
accorgimenti
verbali
i
tristi
particolari
del
suo
mestiere
.
Noi
dicevamo
"
corpse
"
e
lei
diceva
"
person
"
,
noi
dicevamo
"
coffin
"
e
lei
diceva
"
casket
"
,
noi
dicevamo
"
die
"
e
lei
diceva
"
pass
away
"
,
noi
dicevamo
"
funeral
"
e
lei
diceva
"
services
"
,
noi
dicevamo
"
mortician
house
"
e
lei
diceva
"
funeral
home
"
.
La
povera
ragazza
,
insomma
,
si
aggrappava
disperatamente
all
'
eufemismo
,
con
la
cortese
inflessibilità
della
governante
che
abbia
a
che
fare
con
un
bambino
maleducato
.
E
in
realtà
l
'
eufemismo
,
nella
sua
bocca
,
era
più
che
una
figura
verbale
:
era
il
contrassegno
di
uno
stato
d
'
animo
,
per
così
dire
,
nazionale
.
Infatti
,
in
seguito
,
girando
per
gli
Stati
Uniti
,
ci
accorgemmo
ben
presto
che
la
morte
era
un
argomento
da
evitarsi
o
per
lo
meno
da
mascherare
con
acconcie
parole
.
In
realtà
,
la
civiltà
americana
così
ingegnosa
e
così
inventiva
per
quanto
riguarda
i
comodi
della
vita
,
si
dimostra
oltremodo
priva
di
immaginazione
quando
si
tratta
della
morte
.
Diciamolo
francamente
:
non
c
'
è
posto
per
la
morte
negli
Stati
Uniti
,
ossia
nulla
vi
è
stato
previsto
per
far
della
morte
,
come
in
Egitto
e
in
genere
nelle
antiche
civiltà
,
la
degna
conclusione
della
vita
.
Sotto
sotto
gli
americani
considerano
la
morte
come
un
'
indiscrezione
,
un
'
indecenza
,
un
"
faux
-
pas
"
,
un
errore
imperdonabile
.
A
molti
americani
,
alla
notizia
della
morte
di
un
parente
o
amico
,
vien
quasi
fatto
di
esclamare
:
"
ma
che
gli
è
saltato
in
mente
a
Jones
o
a
Smith
di
morire
?
"
Da
questa
impreparazione
e
inesperienza
(
pare
impossibile
ma
così
è
,
inesperienza
)
,
deriva
la
tendenza
a
sbrigare
la
morte
come
una
faccenda
pratica
,
l
'
ultima
della
vita
del
defunto
,
in
base
a
considerazioni
di
efficienza
,
di
capacità
finanziaria
e
di
organizzata
rapidità
.
Tutto
quello
,
insomma
,
che
si
fa
per
il
defunto
è
slegato
da
qualsiasi
concezione
metafisica
e
trasferito
sul
piano
della
praticità
.
In
altre
parole
,
il
defunto
è
considerato
,
alla
maniera
industriale
,
un
po
'
come
un
prodotto
fra
i
tanti
che
va
confezionato
e
manipolato
in
quel
dato
modo
stabilito
da
una
tradizione
ormai
incomprensibile
e
remota
,
beninteso
sempre
secondo
i
mezzi
finanziari
della
famiglia
.
Questa
praticità
qualche
volta
produce
effetti
grotteschi
,
almeno
per
noialtri
europei
.
Senza
arrivare
allo
slogan
che
ci
fu
riferito
ma
che
non
sembra
credibile
:
"
Perché
andate
in
giro
vivi
quando
possiamo
seppellirvi
per
trecentonovantanove
dollari
e
cinquanta
?
"
,
le
ditte
di
pompe
funebri
danno
molto
spesso
alla
loro
pubblicità
un
carattere
più
allegro
e
disinvolto
di
quanto
l
'
argomento
non
consenta
.
Per
esempio
mostreranno
in
un
cartellone
una
fanciulla
molto
"
sexy
"
,
dal
viso
leggermente
mesto
,
dagli
occhi
socchiusi
e
accanto
ci
metteranno
una
scritta
di
questo
genere
:
"
Nel
momento
del
cordoglio
,
voi
non
potete
occuparvi
dei
dettagli
.
Tutto
quello
che
dovete
fare
è
telefonarci
e
noi
sbrigheremo
ogni
cosa
per
voi
.
Soltanto
duecentonovantanove
dollari
e
novantotto
centesimi
.
"
Da
notarsi
che
tra
le
cose
che
la
ditta
si
incarica
di
sbrigare
c
'
è
anche
il
servizio
religioso
.
A
quanto
pare
,
sempre
più
spesso
ormai
,
le
famiglie
dei
defunti
preferiscono
che
il
servizio
religioso
sia
celebrato
nella
stessa
"
funeral
house
"
,
che
provvede
alla
preparazione
del
morto
e
poi
all
'
inumazione
.
Soltanto
i
cattolici
portano
ancora
i
loro
defunti
in
chiesa
.
Ma
non
si
deve
per
questo
pensare
che
gli
americani
siano
meno
degli
altri
popoli
attaccati
ai
loro
cari
e
desiderosi
di
rendere
loro
onore
dopo
il
trapasso
.
Come
abbiamo
già
accennato
,
non
si
tratta
in
fondo
che
di
una
mancanza
di
esperienza
:
si
muore
in
America
da
soli
tre
secoli
e
mezzo
,
mentre
in
Europa
si
muore
da
tremila
anni
e
in
Egitto
da
cinquemila
.
È
possibile
insomma
che
queste
"
funeral
home
"
siano
il
punto
di
partenza
di
una
nuova
maniera
di
interpretare
la
morte
,
di
una
nuova
concezione
della
morte
del
lontano
futuro
.
Bisogna
,
tuttavia
,
vedere
in
questa
praticità
che
si
sforza
di
rendere
la
morte
in
tutto
simile
alla
vita
,
anche
forse
qualche
altra
cosa
.
Probabilmente
il
protestantesimo
e
soprattutto
le
sette
più
estreme
del
protestantesimo
avevano
,
nell
'
ultimo
secolo
,
un
po
'
troppo
tirato
la
corda
spiritualistica
.
Nella
loro
reazione
alla
concretezza
e
corposità
cattolica
,
in
un
paese
in
cui
non
c
'
erano
,
come
in
Europa
,
antiche
religioni
pagane
sulle
quali
innestare
il
Cristianesimo
,
le
sette
protestanti
avevano
finito
per
fare
della
morte
qualche
cosa
di
eccessivamente
spirituale
,
trascendente
,
inconsistente
.
L
'
immensa
pubblicistica
religiosa
protestante
parlava
della
morte
e
dell
'
anima
in
maniera
incomprensibile
per
il
volgo
e
soprattutto
per
la
grandissima
maggioranza
dei
più
recenti
emigrati
quasi
tutti
provenienti
dai
paesi
dell
'
Europa
Orientale
e
Meridionale
.
Che
era
,
per
esempio
,
quest
'
anima
di
cui
tanto
parlavano
i
pastori
protestanti
,
sempre
buona
,
sempre
pura
,
sempre
eterea
,
sempre
eguale
,
sia
che
si
trattasse
dell
'
anima
di
un
bambino
o
di
un
vecchio
,
di
un
ricco
o
di
un
povero
,
di
Smith
o
di
Jones
?
Agli
emigranti
venuti
dai
paesi
dove
ci
sono
ancora
i
santuari
e
gli
ex
-
voto
,
i
miracoli
e
i
pellegrinaggi
,
quest
'
anima
protestante
non
diceva
nulla
.
Quest
'
anima
aveva
,
insomma
,
il
grave
torto
di
essere
impersonale
.
Donde
,
secondo
noi
,
il
desiderio
di
vedere
nel
morto
il
vivo
,
di
considerare
il
morto
ancor
vivo
e
perciò
di
farlo
vestire
,
imbellettare
,
truccare
come
un
attore
che
debba
ancora
recitare
una
parte
:
donde
la
praticità
delle
"
funeral
house
"
,
dove
il
morto
è
trattato
come
una
"
person
"
e
non
come
un
"
corpse
"
,
secondo
l
'
eufemismo
della
nostra
"
mortuary
hostess
"
.
Sono
,
del
resto
,
cose
piuttosto
misteriose
e
non
si
cerca
di
spiegarle
,
ma
soltanto
di
tentare
una
approssimativa
delucidazione
.
Che
avveniva
per
esempio
nella
mente
di
quei
genitori
di
una
piccola
città
del
middlewest
,
i
quali
avevano
perduto
una
loro
amatissima
bambina
?
Essi
continuavano
a
trattare
la
piccola
morta
come
se
fosse
viva
e
ora
portavano
sulla
sua
tomba
giocattoli
nuovi
fiammanti
ora
vestitini
e
altri
oggetti
.
E
a
Natale
,
un
dolce
natalizio
.
E
a
Pasqua
,
delle
uova
di
Pasqua
debitamente
dipinte
a
vivaci
colori
.
Che
è
anche
questa
una
maniera
religiosa
di
intendere
la
morte
:
di
una
religione
,
però
,
con
forti
tratti
arcaici
e
primitivi
.
StampaQuotidiana ,
San
Francisco
-
Il
viaggio
finisce
qui
,
pensa
il
signor
X
,
contemplando
attraverso
le
vetrate
di
un
ristorante
l
'
oceano
verde
e
gonfio
fino
ai
lontani
orizzonti
caliginosi
,
finisce
al
Pacifico
essendo
cominciato
sull
'
Atlantico
.
Finisce
qui
perché
qui
,
geograficamente
,
finisce
l
'
America
,
quest
'
isola
immensa
stretta
tra
due
oceani
(
gli
Americani
si
considerano
isolani
,
se
non
altro
perché
per
andare
in
Europa
o
in
Asia
debbono
varcare
il
mare
:
e
infatti
europeo
si
traduce
in
America
"
continental
"
,
alla
maniera
inglese
)
.
Attraverso
la
vetrata
il
signor
X
può
vedere
,
ad
un
centinaio
circa
di
metri
dal
ristorante
,
una
roccia
isolata
brulicante
di
strani
,
grossi
animali
dalla
testa
di
cane
,
dal
corpo
di
donna
e
dalla
coda
di
pesce
:
sono
le
foche
le
quali
abbondano
nei
dintorni
di
San
Francisco
dove
l
'
acqua
dell
'
oceano
è
poco
meno
gelida
che
intorno
l
'
Alaska
;
e
queste
foche
,
più
di
ogni
altra
cosa
,
danno
al
signor
X
il
senso
di
affacciarsi
su
un
mare
ancor
vergine
,
ancora
"
naturale
"
,
ben
diverso
dall
'
Atlantico
ormai
umanizzato
dalla
storia
di
quattro
secoli
e
dai
fittissimi
traffici
.
Assiepate
in
cento
sopra
uno
scoglio
esiguo
,
queste
innocenti
e
afone
sirene
si
godono
il
pallido
sole
,
con
singolari
movenze
,
goffe
,
languide
e
donnesche
.
Ogni
tanto
due
levano
il
muso
,
l
'
una
incontro
all
'
altra
,
e
pare
che
si
parlino
o
si
bacino
;
quindi
scivolano
nell
'
acqua
e
,
da
pesanti
e
massicce
che
erano
,
diventano
,
appena
immerse
nel
loro
elemento
,
agili
,
fulminee
,
leggerissime
,
giocose
.
Nuotano
in
coppia
,
descrivendo
nell
'
acqua
complicate
ed
eleganti
evoluzioni
,
si
separano
,
scompaiono
,
riaffiorano
,
tornano
ad
accoppiarsi
.
Il
signor
X
si
incanta
a
guardarle
e
poi
,
ad
un
tratto
,
trasalisce
ad
un
diffuso
mormorio
alle
sue
spalle
,
si
volta
e
vede
che
tutto
il
ristorante
è
in
piedi
:
una
balena
.
Il
signor
X
si
alza
anche
lui
,
guarda
,
e
infatti
,
proprio
sotto
la
vetrata
,
vede
emergere
per
un
momento
il
lungo
dorso
spesso
e
nero
del
cetaceo
.
Il
dorso
si
immerge
quasi
subito
e
poco
dopo
,
simile
ad
un
enorme
pipistrello
o
meglio
ad
un
mostro
volante
preistorico
,
ecco
sferzare
l
'
aria
la
coda
falcata
,
nerissima
,
della
balena
.
Ma
la
balena
non
gioca
come
le
foche
.
Essa
,
probabilmente
,
cozza
in
quel
momento
contro
un
oscuro
e
forse
,
per
lei
,
nuovo
sentimento
:
quello
del
limite
.
Avvezza
all
'
infinito
degli
oceani
che
girano
per
tutta
la
terra
e
non
finiscono
mai
,
la
balena
non
comprende
la
sponda
,
questo
limite
,
questa
fine
.
Tuttavia
,
come
un
calabrone
che
dopo
molto
dibattersi
contro
i
vetri
,
infili
una
finestra
aperta
,
la
balena
sembra
alla
fine
trovare
la
via
giusta
.
Ancora
una
rapida
emersione
della
schiena
,
un
'
ultima
sferzata
per
aria
della
coda
falcata
e
poi
la
balena
scompare
,
in
rotta
verso
i
più
lontani
orizzonti
del
Pacifico
.
Il
viaggio
finisce
qui
,
pensa
più
tardi
il
signor
X
,
dove
finisce
l
'
Occidente
con
i
suoi
mali
e
i
suoi
beni
.
Ecco
,
per
esempio
,
una
insenatura
della
baia
,
dietro
Oakland
,
calma
,
deserta
,
come
abbandonata
.
E
similmente
,
sembrano
abbandonati
file
e
file
di
grandi
piroscafi
,
attraccati
gli
uni
accanto
agli
altri
,
in
gruppi
fitti
di
venti
o
trenta
ciascuno
.
Questi
piroscafi
hanno
l
'
aria
di
essere
in
buono
stato
;
però
ci
si
rende
conto
subito
che
una
strana
aria
di
abbandono
e
di
trascuratezza
avvolge
questa
flotta
.
In
realtà
,
questi
piroscafi
non
navigano
più
da
tempo
,
sono
navi
in
disarmo
,
per
lo
più
trasporti
di
guerra
;
e
adesso
il
Governo
americano
,
in
mancanza
di
magazzini
e
di
silos
,
li
ha
adibiti
a
depositi
galleggianti
degli
immensi
"
surplus
"
della
produzione
agricola
.
Sono
piroscafi
pieni
di
grano
,
di
scatolame
alimentare
,
di
burro
,
di
prodotti
agrari
.
L
'
America
produce
più
roba
da
mangiare
di
quanto
ne
consumi
;
lo
Stato
,
piuttosto
che
distruggerla
come
già
si
fece
,
pazzamente
,
prima
del
1929
,
preferisce
stivarla
nelle
navi
;
così
la
superproduzione
agricola
si
accumula
,
con
ingenti
spese
di
manutenzione
delle
navi
adibite
a
depositi
.
È
proprio
vero
che
l
'
Occidente
finisce
qui
,
pensa
il
signor
X
contemplando
queste
navi
;
l
'
Occidente
,
per
la
prima
volta
nell
'
intera
storia
dell
'
umanità
,
ha
debellato
la
carestia
,
anzi
addirittura
ha
inventato
un
nuovo
flagello
:
la
superproduzione
.
Al
di
là
dell
'
Oceano
Pacifico
incomincia
l
'
Oriente
dove
non
ci
sono
surplus
,
dove
le
carestie
sono
di
casa
,
dove
tutte
le
riforme
sociali
,
comuniste
e
non
comuniste
,
girano
intorno
il
problema
ancora
insoluto
della
penuria
e
della
fame
.
Il
viaggio
finisce
qui
,
pensa
ancora
il
signor
X
,
mentre
in
macchina
percorre
il
Golden
Gate
Bridge
,
incontro
gli
eccelsi
piloni
che
per
la
loro
forma
e
il
loro
colore
rosso
fanno
pensare
a
qualche
monumento
della
Cina
.
In
quel
momento
un
grande
piroscafo
passa
sotto
il
ponte
eruttando
fumo
nero
nell
'
aria
azzurra
.
Il
ponte
di
Golden
Gate
è
sospeso
a
grande
altezza
e
qualsiasi
piroscafo
di
qualsiasi
stazza
può
penetrare
nella
baia
passando
sotto
la
rigida
,
elegantissima
passerella
sospesa
ai
due
piloni
con
cavi
di
acciaio
di
grossezza
enorme
,
anche
essi
dipinti
di
rosso
.
È
il
solo
ponte
rosso
del
mondo
,
e
il
signor
X
non
può
fare
a
meno
di
ricordarsi
che
dall
'
altra
parte
del
Pacifico
,
in
Cina
,
il
color
rosso
è
quello
della
buona
fortuna
.
Il
viaggio
finisce
qui
,
pensa
il
signor
X
,
a
San
Francisco
dove
,
come
le
acque
del
mare
e
del
delta
di
un
fiume
,
americanesimo
e
asiatismo
confluiscono
e
si
confondono
.
Non
foss
'
altro
che
nella
cucina
,
nella
grande
varietà
dei
ristoranti
asiatici
:
giapponesi
,
dove
si
può
mangiare
seduti
in
terra
,
scalzi
,
a
gambe
incrociate
,
serviti
da
ragazze
giapponesi
in
kimono
;
cinesi
,
dove
il
riso
e
le
verdure
sono
disposti
su
tavoli
laccati
dello
stesso
color
rosso
del
ponte
del
Golden
Gate
;
polinesiani
,
dove
tra
enormi
canne
di
bambù
che
fingono
l
'
interno
di
una
capanna
tahitiana
,
maschere
,
feticci
,
pesci
imbalsamati
e
piroghe
,
ci
si
può
illudere
un
momento
di
essere
a
migliaia
di
miglia
di
distanza
da
San
Francisco
:
filippini
,
giavanesi
,
indocinesi
,
coreani
.
Ma
non
è
soltanto
la
cucina
a
fare
di
San
Francisco
un
luogo
d
'
incontro
tra
Occidente
e
Oriente
.
Al
parco
,
uno
dei
più
belli
degli
Stati
Uniti
,
c
'
è
un
recinto
chiamato
"
Japanese
Tea
Garden
"
.
Questo
giardino
strano
affascinante
e
incredibile
,
pieno
di
minuscole
rocce
,
di
minimi
ruscelli
e
di
mostruosità
vegetali
fu
regalato
alla
città
di
San
Francisco
da
un
ricco
giapponese
,
senza
dubbio
per
emulare
simili
doni
fatti
alle
loro
città
dai
miliardari
americani
.
Ribattezzato
durante
la
guerra
contro
il
Giappone
in
"
Oriental
Tea
Garden
"
,
resta
tuttavia
la
testimonianza
di
una
simpatia
interoceanica
che
sussiste
tuttora
e
che
nel
futuro
avrà
senza
dubbio
i
più
impensati
sviluppi
.
Perché
l
'
America
non
è
completa
,
pensa
il
signor
X
,
passeggiando
per
i
vialetti
del
"
Japanese
Tea
Garden
"
,
ossia
non
ha
che
due
dimensioni
come
tutte
le
cose
estreme
,
che
stanno
al
limite
di
una
determinata
realtà
.
E
il
futuro
ci
dirà
se
sarà
l
'
Europa
o
l
'
Asia
a
integrare
l
'
America
,
a
renderla
completa
,
a
darle
quella
dimensione
morale
,
religiosa
,
ideologica
,
umana
che
oggi
le
manca
.
Intanto
bisogna
considerare
le
guerre
asiatiche
degli
Stati
Uniti
e
la
loro
permanenza
in
Giappone
,
in
Corea
e
a
Formosa
non
soltanto
come
azioni
militari
pure
e
semplici
ma
anche
come
oscuri
tentativi
di
approccio
ad
una
civiltà
diversa
e
probabilmente
compensatoria
.
Insomma
,
l
'
Occidente
,
a
San
Francisco
,
non
è
soltanto
rappresentato
da
tutto
ciò
che
è
puramente
occidentale
ma
anche
da
ciò
che
è
orientale
e
,
che
testimonia
l
'
antica
perpetua
tendenza
della
civiltà
occidentale
ad
arricchirsi
e
integrarsi
con
gli
apporti
dell
'
Oriente
,
come
a
Venezia
,
per
esempio
,
altro
luogo
d
'
incontro
tra
Occidente
e
Oriente
.
Il
viaggio
finisce
qui
,
pensa
il
signor
X
poco
dopo
,
aggirandosi
in
macchina
lungo
le
amene
sponde
di
Sausalito
,
sobborgo
marittimo
di
S
.
Francisco
,
gremite
di
piccoli
ristoranti
,
di
bar
e
di
taverne
.
A
Sausalito
abitarono
Jack
London
e
Stevenson
,
ambedue
viaggiatori
e
navigatori
del
Pacifico
;
ed
è
un
luogo
quieto
e
solatio
dove
le
abitudini
e
i
costumi
dell
'
Occidente
sembrano
quasi
ostentati
,
come
a
sfida
dell
'
Oceano
,
oltre
il
quale
cominciano
abitudini
e
costumi
tutti
diversi
.
Nei
bar
,
nelle
taverne
,
nei
ristoranti
c
'
è
un
po
'
di
tutto
,
un
po
'
di
"
pub
"
inglesi
,
un
po
'
di
caffè
francesi
di
Saint
-
Germain
-
des
-
Prés
,
un
po
'
di
trattorie
mediterranee
italiane
o
spagnole
.
I
bar
sono
pieni
di
ragazze
in
pantaloni
,
capelli
sciolti
sulle
spalle
,
magliette
da
mozzi
,
occhialute
,
pallide
,
sofisticate
,
esistenzialiste
;
e
i
loro
compagni
barbuti
,
rasati
a
zero
,
senza
colletto
né
cravatta
,
sono
anch
'
essi
travestiti
da
vagabondi
,
da
marinai
,
da
straccioni
.
Bevono
,
fumano
e
chiacchierano
senza
tregua
;
e
il
signor
X
sedendosi
in
uno
di
questi
gruppi
ha
la
ventura
di
assistere
ad
una
discussione
sulla
psicanalisi
.
Il
viaggio
finisce
veramente
qui
pensa
il
signor
X
mentre
intorno
a
lui
volano
parole
come
repressione
,
complesso
,
inibizione
,
censura
e
altre
simili
,
finisce
con
la
psicanalisi
,
questa
ipertrofica
attenzione
concessa
a
tutto
quanto
è
individuale
,
nella
persona
umana
.
Al
di
là
dell
'
Oceano
niente
psicanalisi
e
niente
attenzione
per
l
'
individuo
,
bensì
le
masse
ossia
gli
uomini
presi
all
'
ingrosso
in
classi
,
gruppi
e
folle
,
secondo
elementari
tendenze
,
elementari
necessità
,
elementari
ambizioni
.
L
'
Occidente
è
nato
con
la
preoccupazione
della
persona
umana
,
unica
,
incomunicabile
,
coerente
e
perfetta
;
e
l
'
Oriente
,
al
di
là
dell
'
Oceano
Pacifico
,
non
essendo
in
grado
di
comprendere
una
simile
preoccupazione
,
preferisce
attribuirla
ad
una
sfortuna
economica
,
ad
un
vizio
sociale
,
ad
una
decadenza
biologica
.
Il
viaggio
finisce
qui
,
pensa
il
signor
X
accompagnando
una
signora
californiana
a
fare
la
spesa
in
un
"
grocerstore
"
o
drogheria
,
diremmo
noi
.
Safeway
,
dove
in
realtà
si
può
comprare
tutto
quel
che
serve
per
la
casa
,
dalle
bistecche
(
involtate
in
cellophane
)
alle
scope
e
alle
polveri
per
pulire
le
casseruole
.
La
signora
all
'
ingresso
prende
un
carrettino
di
ferro
assai
comodo
e
maneggevole
e
quindi
,
la
lista
delle
compere
in
una
mano
e
l
'
altra
sul
carrettino
che
spinge
lentamente
lungo
gli
interminabili
banchi
pieni
di
roba
,
percorre
tutto
l
'
immenso
negozio
accumulando
al
suo
passaggio
le
provviste
per
una
settimana
.
Questi
negozi
Safeway
,
ella
spiega
al
signor
X
,
si
trovano
in
tutte
le
principali
città
americane
e
ognuno
di
essi
vuol
dire
la
morte
di
decine
e
decine
di
piccoli
negozi
individuali
.
Centinaia
di
articoli
disposti
in
bella
mostra
,
in
un
grande
ambiente
di
cemento
armato
e
di
vetro
che
fa
pensare
ad
una
stazione
,
centinaia
di
articoli
tutti
di
buona
qualità
,
tutti
fabbricati
,
manipolati
,
prodotti
per
il
consumatore
medio
.
È
già
il
comunismo
,
pensa
il
signor
X
,
o
per
lo
meno
uno
degli
scopi
che
il
comunismo
si
prefigge
:
la
produzione
in
massa
per
le
masse
.
Soltanto
che
il
proprietario
di
questa
sterminata
collezione
di
grandi
magazzini
è
un
arrabbiato
reazionario
e
non
molto
tempo
fa
finanziava
le
campagne
spionistiche
e
scandalistiche
del
senatore
Mac
Carthy
.
Così
il
serpente
si
morde
la
coda
,
pensa
il
signor
X
,
e
all
'
estremo
Occidente
il
capitalismo
ottiene
risultati
assai
simili
a
quelli
del
comunismo
in
Oriente
.
E
la
disputa
tra
America
e
Russia
che
sconvolge
il
mondo
e
rischia
di
farlo
perire
in
una
guerra
atomica
è
dovuta
piuttosto
alle
somiglianze
(
gli
estremi
si
toccano
)
che
alle
diversità
;
piuttosto
ad
una
questione
di
supremazia
negli
stessi
campi
che
ad
una
questione
di
diversa
interpretazione
,
e
di
diversa
ideologia
.
La
signora
ha
adesso
riempito
il
suo
carrettino
con
ogni
sorta
di
articoli
.
Ella
va
ad
uno
degli
ingressi
dove
c
'
è
un
meccanismo
assai
simile
a
quello
che
regola
l
'
afflusso
dei
visitatori
nei
musei
,
un
'
impiegata
prende
uno
a
uno
tutti
gli
articoli
,
li
pesa
sopra
una
bilancia
,
ne
registra
il
prezzo
,
li
rimette
nel
carrettino
:
il
tutto
meccanicamente
,
rapidamente
.
Ecco
,
pensa
il
signor
X
,
il
punto
d
'
incontro
fra
Occidente
e
Oriente
:
nella
meccanizzazione
,
razionalizzazione
della
vita
quotidiana
.
Il
viaggio
finisce
qui
,
pensa
finalmente
il
signor
X
,
la
sera
,
andando
in
giro
per
i
"
night
clubs
"
e
le
taverne
di
San
Francisco
.
Eccone
una
che
a
prima
vista
rassomiglia
a
tutte
le
altre
:
un
antro
buio
sottoterra
,
al
quale
si
accede
per
una
scaletta
tortuosa
,
un
bar
al
cui
banco
,
nelle
tenebre
,
si
affollano
bevendo
i
soliti
avventori
,
tavolini
appartati
ai
quali
seggono
,
sussurrando
,
le
solite
coppie
.
Ma
in
una
sala
a
parte
c
'
è
qualche
cosa
che
fa
affluire
nel
"
night
club
"
ogni
sera
una
folla
insolita
.
Si
paga
un
dollaro
per
entrare
in
questa
sala
;
e
la
cosa
che
attira
tanta
gente
è
la
Critica
.
La
sala
è
piena
di
poltrone
ed
ha
un
piccolo
palcoscenico
illuminato
.
Dopo
un
numero
di
jazz
e
canzoni
negre
,
la
Critica
sale
sul
palcoscenico
accolta
da
grandi
applausi
.
Questa
Critica
si
presenta
sotto
l
'
aspetto
di
un
piccolo
ometto
vestito
come
uno
studente
in
maglione
e
pantaloni
di
flanella
.
L
'
ometto
ha
l
'
aria
trafelata
,
spiritata
e
arguta
.
Fattosi
silenzio
l
'
ometto
prende
a
parlare
o
meglio
a
chiacchierare
,
senza
interruzione
,
senza
mai
rifiatare
,
improvvisando
per
più
di
un
'
ora
.
La
storia
di
quest
'
ometto
è
semplice
;
era
studente
nell
'
est
e
si
era
fatta
una
specialità
,
tra
gli
studenti
,
di
recitare
,
sempre
improvvisando
,
lunghi
monologhi
in
cui
prendeva
in
giro
la
vita
pubblica
,
i
costumi
,
i
personaggi
e
gli
avvenimenti
importanti
degli
Stati
Uniti
.
Un
giorno
qualcuno
lo
notò
,
gli
propose
di
esibirsi
in
pubblico
e
così
lo
studente
,
molto
naturalmente
,
diventò
professionista
e
passò
dal
"
campus
"
dell
'
università
ai
palcoscenici
dei
"
night
clubs
"
.
Quest
'
ometto
ha
una
capacità
enorme
di
chiacchiera
,
e
le
sue
chiacchiere
mescolate
di
finta
ingenuità
e
di
vera
malizia
,
configurano
un
tipo
ormai
nazionale
,
quello
dell
'
americano
che
ne
ha
viste
tante
,
al
quale
non
la
si
dà
a
bere
,
che
non
ci
crede
,
che
tuttavia
conserva
ancora
molto
candore
e
molta
fresca
ingenuità
.
Alcuni
amici
dicono
al
signor
X
che
l
'
ometto
,
avendo
attaccato
a
Nuova
York
il
senatore
Mac
Carthy
fu
costretto
dal
pubblico
a
ritirarsi
.
Qui
invece
ascoltano
deliziati
e
applaudono
.
In
realtà
,
pensa
il
signor
X
,
non
è
tanto
vero
che
l
'
Est
sia
così
liberale
e
l
'
Ovest
così
reazionario
;
e
comunque
l
'
Ovest
sentendosi
isolato
a
tanta
distanza
dall
'
Est
e
dall
'
Europa
,
apprezza
qualsiasi
cosa
gli
venga
da
quella
direzione
.
Il
viaggio
finisce
qui
,
pensa
il
signor
X
,
mentre
l
'
ometto
,
con
la
sua
parlantina
torrenziale
prende
in
giro
lo
scandalo
intorno
gli
accordi
di
Yalta
,
finisce
qui
dove
l
'
Occidente
,
sia
pure
attraverso
le
chiacchiere
di
una
specie
di
"
chansonnier
"
,
esercita
la
sua
attività
preferita
e
più
caratteristica
:
la
critica
.
Al
di
là
del
Pacifico
comincia
l
'
Asia
,
con
altre
attività
o
meglio
,
altri
miti
.
StampaQuotidiana ,
San
Francisco
-
Telegraph
Hill
è
una
delle
tante
colline
sulle
quali
è
costruita
San
Francisco
,
forse
la
più
alta
.
Sulla
cima
della
collina
c
'
è
un
belvedere
e
un
faro
,
tra
ameni
boschetti
e
aiuole
fiorite
.
Si
può
salire
in
cima
al
faro
e
di
lassù
godersi
la
vista
di
tutta
la
città
,
variamente
disposta
su
e
giù
per
le
alture
;
dei
due
grandi
ponti
,
l
'
uno
rosso
e
l
'
altro
ferreo
che
scavalcano
la
baia
;
della
baia
stessa
,
azzurra
e
scintillante
al
sole
,
con
l
'
isoletta
penitenziaria
di
Alcatraz
e
i
cento
battelli
che
la
solcano
.
Un
giorno
che
guardavamo
questo
bellissimo
panorama
sul
quale
le
nuvole
leggere
e
bianche
che
viaggiavano
nel
cielo
gettavano
or
sì
or
no
grandi
ombre
effimere
,
qualcuno
ci
indicò
un
quartiere
lontano
:
"
Laggiù
abitano
i
Russi
,
o
meglio
i
discendenti
americani
della
colonia
russa
di
San
Francisco
"
.
Dapprima
rimanemmo
sconcertati
,
quindi
ricordammo
;
nel
1811
i
Russi
nella
loro
marcia
verso
l
'
Oriente
avevano
finito
per
raggiungere
anche
questo
lembo
dell
'
estremo
Occidente
.
Il
corriere
dello
Zar
arrivava
fin
qui
,
portando
i
dispacci
di
San
Pietroburgo
alla
Compagnia
Russa
delle
pellicce
insediata
a
Yerba
Buena
,
antico
nome
di
San
Francisco
.
La
Compagnia
delle
pellicce
durò
fino
al
1840
e
poi
fu
sciolta
e
la
Russia
rinunziò
alla
California
e
i
Russi
che
restarono
a
Yerba
Buena
diventarono
col
tempo
cittadini
americani
.
Erano
forse
un
centinaio
;
assommano
oggi
a
parecchie
migliaia
.
Questa
informazione
ci
diede
da
pensare
:
i
Russi
erano
stati
in
questa
parte
dell
'
America
prim
'
ancora
degli
Americani
,
avevano
posseduto
l
'
Alaska
(
poi
venduta
agli
Stati
Uniti
,
nel
1867
,
per
sette
milioni
di
dollari
)
,
avevano
impiantato
una
colonia
in
California
.
Insomma
i
rapporti
degli
Stati
Uniti
con
la
Russia
erano
molto
antichi
ed
erano
rapporti
di
frontiera
,
né
più
né
meno
di
quelli
con
l
'
Inghilterra
e
con
la
Spagna
.
Tre
imperi
,
dunque
,
quello
inglese
,
quello
spagnuolo
e
quello
russo
avevano
sbarrato
il
passo
all
'
espansione
yankee
:
con
l
'
impero
inglese
,
gli
Americani
dopo
contrasti
secolari
,
hanno
stabilito
legami
di
cuginanza
,
se
non
di
fraternità
;
di
quello
spagnuolo
,
hanno
pensato
a
liberarli
gli
stessi
domini
spagnuoli
d
'
America
,
rendendosi
indipendenti
;
con
l
'
impero
russo
,
invece
,
i
rapporti
,
come
è
noto
,
sono
,
ancor
oggi
,
tutt
'
altro
che
buoni
.
Ora
che
a
Ginevra
è
scoppiata
,
come
dicono
facetamente
le
gazzette
,
la
pace
,
si
può
fare
forse
il
punto
su
questi
rapporti
e
domandarsi
:
che
pensano
gli
Americani
della
Russia
;
e
in
maniera
più
particolare
:
quali
sono
,
fuori
della
situazione
ufficiale
e
diplomatica
,
i
sentimenti
del
popolo
americano
per
la
Russia
?
Bisogna
prima
di
tutto
distinguere
i
gruppi
intellettuali
e
fino
ad
un
certo
segno
politici
,
dalla
massa
,
ossia
dalla
middle
-
class
.
Per
quanto
riguarda
i
gruppi
intellettuali
e
politici
,
i
cosiddetti
anni
trenta
,
ossia
il
periodo
che
va
dalla
crisi
del
1929
alla
fine
della
guerra
civile
in
Spagna
,
segnano
al
tempo
stesso
il
punto
di
incontro
e
di
rottura
tra
l
'
intellighenzia
americana
e
il
marxismo
staliniano
.
La
grande
crisi
economica
del
1929
,
chiudendo
centinaia
di
fabbriche
e
gettando
sul
lastrico
fino
a
dodici
milioni
di
persone
,
aveva
fatto
dubitare
molti
Americani
della
bontà
e
solidità
del
sistema
politico
ed
economico
tradizionale
degli
Stati
Uniti
.
Il
comunismo
o
meglio
il
marxismo
sembrò
allora
a
molti
intellettuali
la
sola
teoria
economica
e
politica
alla
quale
si
potesse
ricorrere
per
risolvere
la
crisi
nazionale
,
la
più
grave
della
storia
americana
dopo
quella
della
guerracivile
.
Però
,
fatto
importante
e
che
occorre
sottolineare
,
questa
simpatia
per
il
marxismo
e
per
la
Russia
di
Stalin
non
oltrepassò
i
limiti
di
ristretti
gruppi
di
intellettuali
e
uomini
politici
;
le
masse
che
purtuttavia
erano
state
le
più
colpite
dalla
crisi
economica
,
restarono
fuori
di
questa
simpatia
;
le
grandi
Trade
Unions
si
mantennero
sopra
un
terreno
strettamente
economico
;
il
partito
comunista
americano
non
fu
mai
più
di
un
'
insignificante
setta
di
poche
migliaia
di
persone
.
Il
movimento
di
simpatia
per
il
marxismo
staliniano
e
per
la
Russia
Sovietica
non
durò
più
di
una
decina
di
anni
,
approssimativamente
dalla
grande
crisi
o
poco
prima
,
alla
fine
della
guerra
di
Spagna
.
All
'
infatuazione
,
forse
superficiale
,
forse
dilettantesca
,
forse
fondata
piuttosto
su
motivi
negativi
che
positivi
,
seguì
una
profonda
delusione
che
,
in
un
Paese
come
gli
Stati
Uniti
dove
le
esperienze
psicologiche
individuali
hanno
sempre
uno
sfondo
morale
e
sociale
,
ebbe
effetti
addirittura
storici
.
Questa
delusione
derivò
da
due
fatti
,
l
'
uno
interno
e
l
'
altro
esterno
:
all
'
interno
,
come
si
è
detto
,
le
masse
rimasero
sorde
all
'
appello
marxista
e
fedeli
all
'
american
way
of
life
e
così
gli
intellettuali
e
lo
stesso
partito
comunista
americano
sentirono
di
essere
al
tutto
privi
di
giustificazioni
sociali
.
All
'
esterno
,
la
politica
estera
di
Stalin
,
oltre
a
dar
prova
di
un
machiavellismo
addirittura
rinascimentale
(
assassinio
di
Trotzky
,
condotta
della
guerra
in
Spagna
,
trattato
germano
-
sovietico
etc.
etc
.
)
ripugnante
alla
mentalità
puritana
ed
anglosassone
,
si
configurò
per
giunta
,
in
maniera
sempre
più
decisa
,
come
politica
di
rivalità
non
tanto
ideologica
quanto
nazionale
con
gli
Stati
Uniti
.
In
altri
termini
gli
intellettuali
,
a
torto
o
a
ragione
,
scoprirono
o
credettero
di
scoprire
che
il
comunismo
internazionale
era
uno
strumento
della
politica
estera
russa
e
che
la
loro
simpatia
per
il
marxismo
poteva
portarli
,
alla
lunga
,
su
posizioni
non
tanto
anticapitaliste
quanto
antiamericane
.
Oggi
,
se
si
vuoi
parlare
di
comunismo
,
non
è
certo
nei
circoli
intellettuali
di
Nuova
York
che
si
trovano
orecchie
pazienti
e
ragionevoli
.
L
'
anticomunismo
degli
intellettuali
americani
,
forse
perché
radicato
in
un
'
antica
e
profonda
delusione
,
è
tenace
,
violento
e
assolutamente
irriducibile
.
Circa
le
masse
,
ossia
la
middle
-
class
che
abbraccia
con
i
suoi
standard
uniformi
la
maggioranza
degli
Americani
,
il
discorso
si
fa
più
complicato
e
più
sottile
.
Per
il
suo
anti
-
comunismo
e
antisovietismo
valgono
le
stesse
ragioni
che
per
gli
intellettuali
,
più
altre
inerenti
alla
natura
dello
sviluppo
industriale
economico
e
sociale
degli
Stati
Uniti
.
Le
prime
ragioni
sono
quelle
già
esposte
:
la
Russia
si
è
giocata
le
simpatie
delle
masse
americane
dal
giorno
in
cui
Stalin
fece
una
politica
di
rivalità
nazionale
con
gli
Stati
Uniti
.
In
altri
termini
non
riuscì
alla
Russia
di
fare
negli
Stati
Uniti
ciò
che
aveva
fatto
con
successo
in
altri
Paesi
:
contrapporre
le
masse
alla
classe
dirigente
e
nello
stesso
tempo
sganciare
l
'
ideologia
marxista
dalla
politica
estera
russa
.
E
si
capisce
anche
perché
:
gli
Stati
Uniti
sono
il
solo
Paese
al
mondo
forse
con
il
quale
la
Russia
è
in
un
rapporto
diretto
di
rivalità
prim
'
ancora
nazionale
che
ideologica
.
Così
,
in
America
,
avviene
alla
politica
russa
il
rovescio
esatto
di
quanto
le
accade
negli
altri
Paesi
:
mentre
in
altri
Paesi
facilmente
si
interpretano
gli
accorgimenti
tradizionali
della
politica
estera
russa
come
sviluppi
coerenti
della
dialettica
marxista
,
in
America
le
complessità
e
sottigliezze
di
questa
dialettica
vengono
sovente
scambiate
per
pure
astuzie
e
furberie
sarmatiche
.
Il
patriottismo
delle
masse
americane
,
in
tal
modo
,
è
stato
svegliato
e
messo
in
allarme
;
e
ci
vorranno
molti
anni
di
vera
pace
perché
si
calmi
e
abbandoni
la
sua
estrema
diffidenza
.
Ma
le
ragioni
del
disinteresse
delle
masse
americane
per
il
marxismo
sono
anche
dovute
,
come
abbiamo
accennato
,
a
motivi
inerenti
alla
natura
stessa
dello
sviluppo
industriale
e
sociale
degli
Stati
Uniti
.
In
maniera
generale
,
si
può
affermare
che
il
marxismo
non
trova
appigli
tra
le
masse
degli
Stati
Uniti
per
la
buona
ragione
che
,
all
'
infuori
di
riforme
strettamente
politiche
(
e
dunque
poco
importanti
,
trattandosi
dopo
tutto
di
una
teoria
politica
fondata
sull
'
economia
)
,
esso
per
ora
non
ha
nulla
da
offrire
di
veramente
nuovo
alle
masse
americane
.
È
vero
che
agli
Stati
Uniti
c
'
è
il
capitalismo
;
ma
uno
degli
agganci
della
polemica
comunista
contro
il
capitalismo
in
Europa
,
ossia
i
suoi
legami
con
le
vecchie
classi
feudali
e
parassitarie
,
in
America
manca
del
tutto
.
Inoltre
il
marxismo
che
nell
'
Europa
orientale
e
in
Asia
fa
leva
sul
formidabile
motivo
della
rivoluzione
industriale
e
della
creazione
di
una
classe
dirigente
tecnocratica
,
in
America
,
trova
rivoluzione
industriale
e
classe
tecnocratica
già
bell
'
e
formate
ad
opera
del
capitalismo
.
Del
resto
quando
si
parla
di
masse
e
di
simpatie
delle
masse
,
si
allude
piuttosto
che
a
determinate
condizioni
materiali
,
a
esperienze
psicologiche
e
morali
.
Ora
gli
Americani
hanno
già
fatto
l
'
esperienza
psicologica
e
morale
della
rivoluzione
industriale
e
tecnocratica
,
hanno
già
assaporato
l
'
ebbrezza
collettiva
della
prosperità
di
massa
,
hanno
già
digerito
la
scoperta
delle
determinazioni
economiche
della
vita
sociale
;
e
ben
difficilmente
saranno
tentati
in
futuro
di
dare
ascolto
ad
una
teoria
che
gli
proponga
di
nuovo
queste
stesse
scontate
esperienze
.
Marx
,
tra
tante
profezie
azzeccate
,
ne
aveva
fatta
una
che
si
è
verificata
sbagliata
,
e
cioè
che
il
comunismo
avrebbe
avuto
i
suoi
primi
successi
nei
Paesi
di
più
avanzato
sviluppo
industriale
.
In
realtà
è
avvenuto
il
contrario
;
e
il
maggior
ostacolo
alla
comprensione
del
marxismo
in
America
,
a
parte
la
mentalità
puritana
,
sta
proprio
nella
coscienza
economica
e
industriale
delle
masse
americane
,
nella
loro
maturità
tecnocratica
.
Naturalmente
non
si
vuol
dire
con
questo
che
in
America
non
ci
sia
il
capitalismo
:
si
vuol
dire
soltanto
che
il
capitalismo
vi
ha
raggiunto
per
conto
suo
molti
degli
scopi
ai
quali
mira
il
comunismo
in
Europa
orientale
e
in
Asia
.
Donde
la
mancanza
di
attrazione
del
mito
sovietico
e
la
riduzione
della
Russia
Sovietica
a
Paese
rivale
,
quando
addirittura
non
ostile
.
S
'
intende
che
ciò
non
significa
affatto
che
gli
Americani
nutrano
una
preconcetta
ostilità
contro
i
Russi
.
Le
accoglienze
cordiali
che
recentemente
hanno
ricevuto
i
membri
della
commissione
agricola
russa
in
viaggio
negli
Stati
Uniti
stanno
a
dimostrare
una
verità
antica
quanto
il
mondo
:
nessun
popolo
odia
alcun
popolo
.
Ma
,
d
'
altra
parte
,
è
anche
vero
che
per
gli
Americani
la
Russia
Sovietica
è
forse
,
tra
tutti
i
Paesi
del
mondo
,
il
più
difficile
a
capirsi
.
Più
della
Cina
di
Mao
;
più
dei
Paesi
di
diversa
religione
e
civiltà
,
buddisti
o
maomettani
.
L
'
incomprensione
degli
Americani
è
dovuta
in
parte
all
'
ignoranza
dei
motivi
storici
,
sociali
e
filosofici
del
comunismo
;
ma
soprattutto
,
strano
a
dirsi
,
alla
lentezza
con
la
quale
la
rivoluzione
comunista
si
configura
storicamente
in
una
società
stabile
e
riconoscibile
.
Gli
ideali
americani
del
successo
,
della
praticità
e
dell
'
efficienza
sono
contraddetti
da
una
rivoluzione
che
pare
continuamente
essere
ritirata
,
come
diceva
Machiavelli
,
verso
i
suoi
principi
;
che
dopo
circa
quarant
'
anni
non
si
è
ancora
disfatta
dei
mezzi
coercitivi
di
cui
si
servì
agli
inizi
per
trionfare
dei
suoi
nemici
;
e
che
sembra
rimandare
ad
un
domani
mitico
i
risultati
materiali
per
raggiungere
i
quali
è
stata
compiuta
.
Strano
a
dirsi
,
ripetiamo
,
ma
se
il
comunismo
riuscisse
a
portare
le
masse
russe
ad
un
livello
di
prosperità
di
tipo
occidentale
,
se
le
frontiere
della
Russia
fossero
aperte
e
milioni
di
turisti
russi
ben
vestiti
ed
equipaggiati
invadessero
il
mondo
,
l
'
incomprensione
degli
Americani
verso
la
Russia
Sovietica
si
attenuerebbe
di
molto
.
In
queste
cose
è
difficile
arrivare
ad
una
conclusione
;
tanto
più
che
i
rapporti
russo
-
americani
sono
forse
entrati
in
questi
giorni
in
una
nuova
fase
di
cui
è
impossibile
prevedere
gli
sviluppi
.
Ma
più
di
un
secolo
fa
Alexis
de
Tocqueville
,
nel
suo
libro
sulla
democrazia
in
America
fece
alcune
considerazioni
che
oggi
sembrano
addirittura
profetiche
:
"
Ci
sono
oggi
due
grandi
popoli
che
partiti
da
punti
diversi
sembrano
dirigersi
verso
gli
stessi
scopi
:
i
Russi
e
gli
Americani
.
Tutti
e
due
sono
cresciuti
nell
'
oscurità
e
mentre
gli
sguardi
degli
uomini
erano
distratti
altrove
,
si
sono
ad
un
tratto
posti
in
prima
fila
tra
le
Nazioni
e
il
mondo
ha
appreso
al
tempo
stesso
la
loro
nascita
e
la
loro
grandezza
.
Tutti
gli
altri
popoli
sembrano
aver
raggiunto
il
loro
limite
;
soltanto
loro
sono
in
crescenza
.
Tutti
gli
altri
si
sono
fermati
o
avanzano
con
sforzo
,
solo
loro
procedono
con
passo
spedito
e
rapido
in
una
carriera
di
cui
per
ora
non
possiamo
neppure
intravedere
la
conclusione
.
L
'
Americano
lotta
contro
gli
ostacoli
che
gli
oppone
la
natura
.
Il
Russo
è
alle
prese
con
l
'
uomo
.
L
'
uno
combatte
il
deserto
e
la
barbarie
,
l
'
altro
la
civiltà
rivestita
di
tutte
le
sue
armi
.
Così
le
conquiste
dell
'
Americano
si
fanno
con
l
'
aratro
dell
'
agricoltore
e
quelle
del
Russo
con
le
armi
del
soldato
.
Per
raggiungere
i
suoi
scopi
il
primo
si
fonda
sull
'
interesse
personale
e
lascia
agire
senza
dirigerle
la
forza
e
la
ragione
degli
individui
.
Il
secondo
concentra
in
qualche
modo
in
un
sol
uomo
tutta
la
potenza
della
società
.
L
'
uno
ha
come
mezzo
principale
di
azione
la
libertà
;
l
'
altro
la
servitù
.
Il
loro
punto
di
partenza
è
diverso
,
le
loro
strade
sono
diverse
;
tuttavia
ciascuno
di
essi
sembra
essere
chiamato
,
da
un
segreto
disegno
della
Provvidenza
,
a
tenere
un
giorno
nelle
proprie
mani
il
destino
della
metà
del
mondo
"
.
Alexis
de
Tocqueville
,
per
quanto
profetico
,
non
poteva
prevedere
la
rivoluzione
russa
(
neppure
Marx
l
'
aveva
prevista
)
;
ma
il
suo
occhio
sagace
,
in
un
tempo
in
cui
le
maggiori
Potenze
del
mondo
erano
ancora
la
Francia
e
l
'
Inghilterra
,
aveva
intuito
le
linee
principali
dell
'
avvenire
del
mondo
,
ossia
la
presenza
di
due
grandi
Potenze
come
gli
Stati
Uniti
e
la
Russia
,
la
loro
rivalità
negli
stessi
campi
e
per
gli
stessi
scopi
,
e
,
in
certo
modo
,
anche
la
loro
coesistenza
,
per
dirla
con
una
parola
di
moda
.
Per
completare
il
quadro
dei
rapporti
russo
-
americani
,
bisognerebbe
forse
adesso
poter
dire
quali
sono
i
sentimenti
del
popolo
russo
per
quello
americano
,
che
cosa
sa
e
non
sa
il
popolo
russo
degli
Stati
Uniti
.
Non
siamo
in
grado
di
farlo
;
ma
è
chiaro
che
la
pace
del
mondo
dipende
quasi
per
intero
dalla
mutua
conoscenza
e
comprensione
di
questi
due
popoli
così
profondamente
diversi
.
StampaQuotidiana ,
Nuova
Delhi
,
marzo
-
Nuova
Delhi
fondata
dagli
inglesi
per
diventare
la
capitale
dell
'
impero
indiano
e
inaugurata
nel
1929
,
vent
'
anni
prima
della
liquidazione
di
quello
stesso
impero
,
ricorda
le
capitali
politiche
e
amministrative
che
la
civiltà
anglosassone
ha
disseminato
per
il
mondo
,
per
esempio
Washington
,
dall
'
altra
le
città
despotiche
che
le
effimere
monarchie
hanno
sparso
per
l
'
India
,
per
esempio
la
città
morta
di
Fatepuhr
Sikri
,
alle
porte
di
Agra
.
Ci
sono
a
Nuova
Delhi
al
tempo
stesso
la
grandiosità
insipida
dell
'
imperialismo
mercantile
britannico
e
la
solennità
infiocchettata
e
marziale
del
despotismo
indiano
.
Il
viceré
,
che
nell
'
Inghilterra
democratica
era
un
cittadino
come
tutti
gli
altri
,
qui
diventava
un
autocrate
razzista
,
capo
di
una
casta
di
pelle
bianca
che
,
in
questo
Paese
di
caste
,
si
era
autonominata
casta
superiore
a
tutte
le
altre
,
compresa
quella
dei
bramini
.
Dilaniato
dalla
sua
duplice
natura
europea
e
incapace
di
mettere
d
'
accordo
la
cultura
inglese
di
tradizione
tollerante
con
la
pratica
del
potere
assoluto
,
il
colonialismo
si
rifugiava
in
un
formalismo
burocratico
e
militare
a
base
di
complicate
etichette
,
uniformi
prestigiose
,
parate
pittoresche
,
elefanti
bardati
,
e
vittorie
a
sei
invalli
,
umiliante
così
per
gli
inglesi
più
intelligenti
come
per
i
pensierosi
indiani
educati
nei
sobri
climi
di
Oxford
c
di
Cambridge
.
Si
credeva
che
gli
indiani
fossero
degli
«
orientali
»
e
si
voleva
abbagliarli
con
un
fasto
«
orientale
»
;
inutile
dire
che
si
trattava
di
un
Oriente
vittoriano
,
come
se
lo
immaginava
la
piccola
borghesia
delle
città
industriali
dell
'
Inghilterra
.
Nuova
Delhi
porta
l
'
impronta
di
questa
concezione
colonialista
:
i
suoi
stradoni
malinconici
e
diritti
,
in
fondo
ai
quali
c
'
è
spesso
uno
smilzo
arco
di
trionfo
o
la
statua
piccolissima
di
un
conquistatore
inglese
sopra
un
enorme
piedistallo
,
sembrano
fatti
apposta
per
le
lente
sfilate
dei
reggimenti
speciali
reclutati
tra
i
clan
della
Scozia
e
le
tribù
della
frontiera
afghana
,
combinazioni
ben
dosate
di
gonnelline
nordiche
e
di
turbanti
orientali
,
di
cupi
tamburi
e
di
queruli
gemiti
di
cornamuse
.
D
'
altra
parte
i
suoi
ministeri
neoclassici
,
costruiti
con
la
stessa
pietra
rossa
del
forte
musulmano
della
vecchia
Delhi
,
testimoniano
,
con
le
loro
scalee
e
í
loro
colonnati
corinzi
,
la
volontà
dei
professori
di
disegno
di
mettersi
ad
un
livello
imperiale
;
mentre
il
vero
sentimento
della
casta
dominatrice
si
rivela
piuttosto
nei
comodi
e
piacevoli
bungalow
del
quartiere
residenziale
,
radamente
sparsi
lungo
viali
puliti
e
deserti
,
in
fondo
a
folti
giardini
.
La
fortuna
politica
ha
voluto
che
Jawaharlal
Nehru
,
il
primo
Capo
di
governo
della
Repubblica
indiana
,
stabilisse
la
sua
residenza
in
questa
città
artificiale
e
imperiale
creata
dai
suoi
nemici
di
ieri
.
Il
trionfo
di
Nehru
dovrebbe
essere
un
motivo
di
soddisfazione
per
gli
intellettuali
di
tutto
il
mondo
perché
è
la
prima
volta
nella
storia
contemporanea
(
o
la
seconda
,
se
si
risale
a
Lenin
)
che
un
intellettuale
autentico
e
senza
contaminazioni
demagogiche
e
irrazionali
,
dopo
una
lunga
lotta
condotta
principalmente
con
il
mezzo
proprio
all
'
intellettuale
,
cioè
con
la
persuasione
,
governa
un
grande
Paese
.
E
qui
non
si
dice
che
Nehru
è
un
intellettuale
perché
ha
scritto
alcuni
ottimi
libri
(
anche
Stalin
,
Hitler
e
Mussolini
scrivevano
,
male
,
ma
scrivevano
)
,
si
dice
che
è
un
intellettuale
per
la
maniera
di
intendere
la
vita
che
traspare
in
questi
libri
.
Per
esempio
è
caratteristica
della
sua
capacità
di
understatement
(
parola
malamente
traducibile
con
il
brutto
:
minimizzare
)
questa
frase
,
nella
sua
autobiografia
,
a
proposito
della
popolarità
grandiosa
che
lo
circonda
.
Scrive
Nehru
:
«
La
questione
che
i
miei
amici
mi
ponevano
restava
insoluta
:
non
ero
io
orgoglioso
di
questa
adorazione
delle
masse
?
La
risposta
era
che
io
odiavo
quest
'
adorazione
e
desideravo
sfuggirla
ma
nello
stesso
tempo
mi
ero
abituato
ad
essa
e
quando
non
c
'
era
,
quasi
ne
avvertivo
la
mancanza
»
.
In
queste
parole
che
cercano
di
dare
le
due
facce
di
un
problema
senza
risolverlo
né
rifiutarne
l
'
ambiguità
,
sta
tutto
Nehru
,
l
'
intellettuale
,
liberale
e
introspettivo
Nehru
.
Molti
in
India
e
fuori
dell
'
India
,
considerano
questa
sua
amletica
e
aristocratica
obbiettività
come
una
debolezza
,
specie
se
paragonata
con
il
massiccio
e
popolaresco
dogmatismo
del
suo
vicino
cinese
Mao
Tze
-
dun
.
Dicono
che
Nehru
è
portato
al
compromesso
,
che
non
sa
opporre
un
rifiuto
a
situazioni
e
persone
che
in
cuor
suo
disapprova
,
che
non
ha
l
'
energia
autoritaria
indispensabile
in
un
Paese
come
l
'
India
che
in
tutta
la
sua
lunga
storia
non
ha
conosciuto
che
il
potere
despotico
.
Ma
non
bisogna
dimenticare
che
la
maniera
di
pensare
di
Nehru
è
nella
tradizione
indiana
,
da
quella
antichissima
del
Buddha
a
quella
recente
di
Gandhi
;
e
che
il
popolo
indiano
si
è
riconosciuto
in
questa
dubbiosa
saggezza
di
Nehru
molto
più
che
nel
settarismo
violento
di
un
Chandra
Bose
;
così
che
Nehru
,
subito
dopo
Gandhi
,
è
l
'
uomo
più
amato
del
subcontinente
.
Per
capire
la
qualità
del
trionfo
di
Nehru
non
sarà
forse
inutile
rifarsi
all
'
Italia
del
Risorgimento
.
Lo
stesso
Nehru
,
nei
suoi
libri
autobiografici
,
ha
fatto
spesso
il
paragone
tra
l
'
India
e
l
'
Italia
.
Ancora
ragazzo
,
ad
Harrow
,
in
Inghilterra
,
dove
studiava
,
gli
fu
regalata
la
vita
di
Garibaldi
del
Trevelyan
,
la
cui
lettura
l
'
infiammò
subito
con
la
speranza
di
essere
capace
,
un
giorno
,
di
fare
per
l
'
India
ciò
che
Garibaldi
aveva
fatto
per
l
'
Italia
.
Altrove
il
paragone
tra
India
e
Italia
è
così
formulato
:
«
Ambedue
sono
Nazioni
antiche
,
con
lunghe
tradizioni
di
cultura
dietro
di
loro
...
ambedue
erano
divise
politicamente
,
ma
l
'
idea
dell
'
Italia
,
come
l
'
idea
dell
'
India
,
non
morì
mai
e
c
'
era
in
ambedue
un
forte
principio
unitario
...
Metternich
chiamò
l
'
Italia
"
una
espressione
geografica
"
;
molti
imitatori
di
Metternich
hanno
usato
questa
frase
per
l
'
India
;
cosa
strana
,
c
'
è
persino
una
somiglianza
nella
situazione
geografica
dei
due
Paesi
.
Ancor
più
interessante
è
il
paragone
tra
l
'
Inghilterra
e
l
'Austria...»
.
Insomma
,
semplificando
parecchio
,
si
potrebbe
dire
che
oggi
,
dieci
anni
dopo
la
proclamazione
dell
'
Indipendenza
,
l
'
India
si
trovi
un
po
'
nelle
condizioni
dell
'
Italia
dieci
anni
dopo
l
'
Unità
.
Come
in
Italia
in
quel
tempo
erano
ancora
vivi
e
operanti
gli
uomini
del
Risorgimento
,
così
in
India
sono
al
governo
gli
uomini
che
hanno
lottato
per
mezzo
secolo
contro
la
dominazione
coloniale
.
Il
nazionalismo
risorgimentale
italiano
era
liberale
;
parimenti
liberale
è
il
nazionalismo
indiano
.
Infine
,
come
l
'
Italia
dopo
l
'
Unità
,
l
'
India
,
dopo
l
'
epica
della
lotta
anticoloniale
,
si
trova
oggi
di
fronte
alla
prova
mortificante
di
gravi
difficoltà
economiche
e
sociali
.
Ma
il
paragone
deve
fermarsi
qui
.
In
fondo
esso
conferma
un
fatto
ormai
ben
noto
:
il
propagarsi
dell
'
ondata
nazionalista
dal
1789
ad
oggi
,
dalla
Francia
fino
all
'
Asia
.
Per
il
resto
la
situazione
indiana
è
diversa
da
quella
italiana
,
non
fosse
altro
per
la
differenza
dei
tempi
e
dei
luoghi
in
cui
si
sono
svolti
i
due
risorgimenti
:
nell
'
Europa
liberale
dell
'
Ottocento
,
quello
italiano
;
nell
'
Asia
socialista
del
Novecento
,
quello
indiano
.
E
infatti
Nehru
,
pur
essendo
il
capo
di
un
enorme
partito
in
cui
c
'
è
di
tutto
,
è
in
fondo
un
socialista
fabiano
,
alla
maniera
di
Bernard
Shaw
.
È
proprio
al
nazionalismo
in
tutto
il
mondo
di
servirsi
di
tutte
quelle
parti
della
tradizione
che
possono
essergli
di
qualche
utilità
.
Il
nazionalismo
socialisteggiante
di
Nehru
non
fa
eccezione
a
questa
regola
.
Nel
pensiero
di
Nehru
il
socialismo
indiano
dovrebbe
addirittura
ricollegarsi
alla
saggezza
arcaica
dei
leggendari
Indo
-
ariani
,
ossia
del
Brahmanesimo
.
Sempre
nella
sua
autobiografia
egli
scrive
:
«
La
vecchia
cultura
indiana
riuscì
sempre
a
sopravvivere
attraverso
le
più
fiere
tempeste
,
benché
poi
non
salvasse
che
la
forma
e
perdesse
il
suo
reale
contenuto
.
Oggi
essa
lotta
silenziosamente
e
disperatamente
contro
un
nuovo
e
potentissimo
avversario
:
la
civiltà
dell
'
Occidente
capitalista
.
Essa
soccomberà
perché
l
'
Occidente
porta
la
scienza
e
la
scienza
porta
il
cibo
per
i
milioni
di
affamati
dell
'
India
.
Ma
l
'
Occidente
capitalista
offre
anche
l
'
antidoto
ai
mali
del
capitalismo
:
i
princìpi
del
socialismo
,
della
cooperazione
,
del
servizio
alla
comunità
e
al
bene
comune
.
Tutto
questo
non
è
poi
tanto
diverso
dall
'
antico
ideale
brahmano
ma
comporta
la
brahmanizzazione
(
non
nel
senso
religioso
,
s
'
intende
)
di
tutte
le
classi
e
di
tutti
i
gruppi
...
»
.
Sono
andato
a
trovare
Nehru
,
insieme
con
l
'
ambasciatore
d
'
Italia
Giusti
del
Giardino
,
due
volte
nello
stesso
giorno
.
La
prima
volta
fu
al
Ministero
degli
Esteri
.
Il
Primo
ministro
stava
seduto
dietro
una
grande
tavola
a
ferro
di
cavallo
,
quasi
vuota
di
carte
.
Era
vestito
nel
modo
ben
noto
,
come
lo
si
vede
nelle
innumerevoli
fotografie
che
adornano
tanti
edifici
pubblici
e
privati
dell
'
India
:
tunica
bianca
,
accollata
,
lunga
fino
alle
ginocchia
,
pantaloni
cosiddetti
johdpur
,
anch
'
essi
bianchi
,
attillati
dalle
ginocchia
fino
alle
caviglie
.
All
'
occhiello
era
infilato
il
bocciolo
di
rosa
rossa
che
Nehru
è
solito
portare
spesso
alle
naricimentre
parla
.
Nehru
che
è
di
origine
bramina
,
ossia
della
casta
tradizionalmente
versata
nella
lettura
e
interpretazione
dei
testi
della
religione
brahmana
,
ha
il
volto
dell
'
intellettuale
europeo
di
formazione
scientifica
ed
universitaria
.
La
fronte
è
alta
,
serena
,
armoniosa
;
gli
occhi
,
molto
scuri
,
hanno
uno
sguardo
inquieto
,
acuto
,
ambiguo
;
la
bocca
ha
un
'
espressione
al
tempo
stesso
benevola
,
annoiata
e
dura
.
Da
tutto
il
volto
spira
un
'
aria
di
fascino
indefinibile
che
il
sorriso
,
molto
bello
,
conferma
.
Nehru
ci
ricevette
a
tutta
prima
con
affabilità
ufficiale
:
pronunziò
qualche
frase
di
circostanza
,
sfogliò
un
po
'
nervosamente
il
catalogo
della
mostra
indiana
di
Roma
che
aveva
sulla
tavola
.
Quindi
,
improvvisamente
e
inaspettatamente
,
parve
interessarsi
alla
conversazione
.
Ma
non
aveva
tempo
,
doveva
ricevere
alcuni
giornalisti
europei
.
Si
alzò
e
,
assestandosi
in
capo
il
piccolo
berretto
bianco
,
ci
invitò
ad
andare
a
trovarlo
alla
sua
residenza
quella
sera
stessa
.
Ci
andammo
,
dunque
,
nel
pomeriggio
.
Una
governante
in
sari
rosso
scuro
ci
guidò
su
per
lo
scalone
moderno
della
vasta
dimora
ex
viceregale
ad
una
grande
sala
arredata
di
mobili
e
oggetti
cinesi
.
Un
divano
e
due
poltrone
di
fronte
ad
un
tavolino
basso
parevano
alludere
alla
possibilità
di
una
conversazione
meno
formale
di
quella
del
Ministero
degli
Esteri
.
E
,
infatti
,
di
lì
a
poco
,
Nehru
entrò
e
con
il
suo
curioso
passo
breve
e
frettoloso
andò
a
sedersi
su
quel
divano
,
avendo
alla
sua
destra
me
e
alla
sua
sinistra
l
'
ambasciatore
d
'
Italia
.
Non
voglio
qui
riportare
la
conversazione
che
durò
un
'
ora
esatta
,
controllabile
su
una
piccola
sveglia
posata
sul
tavolino
accanto
al
bricco
e
alle
tazze
del
caffè
:
non
era
stata
preparata
,
non
voleva
essere
un
'
intervista
;
più
delle
cose
che
si
dissero
,
contò
,
almeno
per
me
,
il
rapporto
diretto
con
la
persona
del
Primo
ministro
.
Sembrerà
strano
ma
mi
sentivo
molto
più
impacciato
di
fronte
a
Nehru
così
naturale
,
così
affabile
,
così
intellettuale
di
quanto
sarei
stato
di
fronte
ad
un
dittatore
formalista
e
autoritario
,
avvezzo
a
dire
e
a
sentirsi
dire
sempre
le
stesse
cose
.
Il
dittatore
,
infatti
,
non
mi
avrebbe
richiesto
che
un
contegno
convenzionale
,
quasi
rituale
,
e
una
quantità
limitata
di
frasi
fatte
e
di
luoghi
comuni
.
Nehru
,
invece
,
sentivo
che
esigeva
da
me
uno
sforzo
continuo
di
riflessione
,
di
scelta
,
di
comprensione
e
,
insomma
,
di
invenzione
.
Era
sì
,
un
intellettuale
;
e
ciò
mi
ispirava
gratitudine
e
fiducia
;
ma
era
nello
stesso
tempo
un
uomo
di
Stato
;
cioè
un
intellettuale
dotato
di
immenso
potere
,
avvezzo
a
non
essere
contraddetto
,
pieno
di
mille
preoccupazioni
non
tutte
disinteressate
,
con
poco
tempo
e
,
forse
,
poca
voglia
di
perderne
.
D
'
altra
parte
mi
incuriosiva
molto
di
vedere
se
trasparissero
nella
persona
di
Nehru
i
tre
caratteri
che
gli
attribuiscono
:
una
certa
vanità
di
uomo
che
sa
di
essere
attraente
e
pieno
di
fascino
;
la
facilità
all
'
impazienza
e
alla
collera
del
demiurgo
liberale
che
vorrebbe
che
tutto
fosse
fatto
senza
coercizione
ma
al
tempo
stesso
secondo
i
suoi
disegni
;
l
'
inclinazione
alla
noia
dell
'
uomo
pubblico
che
è
spesso
costretto
,
per
dovere
d
'
ufficio
,
ad
ascoltare
cose
e
persone
molto
noiose
.
Della
vanità
non
notai
che
la
grande
eleganza
nel
vestire
e
quel
frequente
gesto
grazioso
ed
orientale
di
portare
il
bocciolo
di
rosa
al
naso
;
l
'
impazienza
e
la
collera
non
apparvero
benché
il
volto
di
Nehru
,
lievemente
ipocondriaco
,
faccia
supporre
che
egli
possa
soggiacervi
;
ma
la
noia
,
che
pur
essa
non
comparve
mai
,
era
nella
mia
mente
in
forma
di
una
apprensione
continua
di
non
sapere
scegliere
gli
argomenti
e
le
parole
che
potessero
interessare
il
mio
interlocutore
.
In
realtà
,
come
pensavo
,
il
vero
senso
della
personalità
di
Nehru
non
poteva
essere
nelle
cose
che
mi
andava
dicendo
bensì
nella
sua
presenza
e
nel
magnetismo
particolare
di
questa
presenza
.
Ancora
una
volta
,
così
,
constatavo
la
decadenza
della
parola
nei
confronti
di
altri
e
più
irrazionali
mezzi
di
comunicazione
e
di
rapporto
.
Comunque
,
pur
nella
tensione
che
mi
ispiravano
queste
riflessioni
,
sfilarono
nella
conversazione
tutti
gli
argomenti
indiani
:
la
soprapopolazione
,
il
problema
dei
rifugiati
,
i
rapporti
con
la
Cina
,
la
povertà
e
arretratezza
delle
masse
,
il
progresso
scientifico
e
così
via
.
Nehru
,
che
in
varie
riprese
scontò
sotto
gli
inglesi
nove
anni
di
carcere
,
ci
parlò
pure
dell
'
attenzione
contemplativa
cui
è
costretto
l
'
uomo
in
prigione
,
e
parve
allora
animarsi
un
poco
ma
con
modestia
e
distacco
.
Egli
rispondeva
con
una
precisione
che
,
però
,
nascondeva
un
fondo
di
evasività
,
giustificato
d
'
altronde
;
e
interrogava
a
sua
volta
con
una
curiosità
e
una
freschezza
di
interessi
lusinghiere
.
Alla
fine
notai
che
gli
occhi
del
Primo
ministro
,
di
solito
attenti
e
inquieti
,
si
erano
fissati
nel
vuoto
,
come
su
qualche
cosa
che
fosse
solo
lui
a
vedere
.
Questa
distrazione
mi
sembrò
eloquente
e
mi
affrettai
a
chiedergli
di
firmare
una
copia
della
sua
autobiografia
,
il
che
egli
fece
con
la
massima
buona
grazia
.
La
visita
era
finita
.
Potosí ( Moravia Alberto , 1970 )
StampaQuotidiana ,
La
Paz
.
L
'
aeroporto
di
La
Paz
a
quattromila
metri
di
altezza
pare
nient
'
altro
che
un
minimo
lembo
,
dello
sterminato
aeroporto
che
è
l
'
altipiano
boliviano
.
L
'
altipiano
è
deserto
,
spianato
e
vertiginosamente
ventoso
e
luminoso
come
sanno
esserlo
soltanto
le
piste
degli
aeroporti
.
Di
un
colore
brullo
uniforme
,
l
'
altipiano
fugge
d
'
ogni
parte
verso
remoti
orizzonti
circolari
dai
quali
si
affaccia
,
bizzarramente
,
tutta
una
fila
di
picchi
nevosi
.
È
la
cordigliera
Real
,
la
catena
andina
al
di
là
della
quale
la
Bolivia
,
paese
dualistico
,
precipita
senza
transizione
nelle
bassure
tropicali
.
Non
ci
sono
che
due
piccoli
aeroplani
da
turismo
,
ad
una
sola
elica
,
nell
'
aeroporto
.
Trappoco
una
di
queste
libellule
bianche
e
azzurre
ci
porterà
,
sgattaiolando
intorno
i
picchi
,
a
Potosí
,
la
città
morta
dell
'
argento
.
Saliamo
,
ci
chiudiamo
nell
'
abitacolo
non
più
grande
di
quello
di
una
comune
automobile
.
Il
pilota
,
un
capitano
dell
'
aviazione
militare
boliviana
,
non
dispone
,
per
dirigersi
,
che
di
una
piccola
carta
geografica
sulla
quale
con
una
matita
tira
una
linea
retta
da
La
Paz
a
Potosí
.
Volerà
tra
rupi
altissime
,
al
di
sopra
di
voragini
spalancate
,
servendosi
unicamente
di
questa
carta
.
Partiamo
.
L
'
aeroplano
romba
,
ma
neppure
tanto
,
corre
un
poco
sulla
pista
e
quindi
decolla
e
si
dirige
con
esasperante
lentezza
(
duecento
chilometri
all
'
ora
)
verso
le
montagne
all
'
orizzonte
.
Sorvoliamo
La
Paz
,
che
per
proteggerla
dai
venti
,
gli
spagnoli
hanno
costruito
in
fondo
ad
una
specie
di
cratere
dalle
pareti
erose
,
di
un
giallo
leonino
,
che
ricordano
le
crete
di
Siena
;
sorvoliamo
ancora
per
un
po
'
l
'
altipiano
;
quindi
entriamo
tra
le
montagne
.
La
Bolivia
è
un
paese
di
miniere
.
O
meglio
è
un
paese
di
contadini
che
per
sua
disgrazia
è
ricchissimo
di
minerali
.
Gli
Incas
conoscevano
le
miniere
;
ma
la
loro
civiltà
comunitaria
,
isolata
tra
le
Ande
e
l
'
oceano
,
era
per
forza
di
cose
disinteressata
;
e
perciò
si
servivano
dei
metalli
soltanto
per
scopi
domestici
.
Gli
spagnoli
invece
erano
dei
colonialisti
,
i
primi
,
in
ordine
di
tempo
,
del
mondo
moderno
.
È
interessante
notare
come
all
'
origine
del
colonialismo
spagnolo
c
'
è
una
deviazione
psicologica
che
forse
riguarda
più
il
moralista
che
lo
scienziato
di
cose
economiche
.
L
'
idea
dell
'
arricchimento
facile
,
senza
lavoro
,
per
rapina
o
per
fortuna
o
per
tutte
e
due
,
ha
corrotto
in
partenza
la
conquista
dell
'
America
.
Il
mito
asiatico
dell
'
oro
,
dell
'
argento
,
delle
pietre
preziose
,
delle
essenze
rare
,
delle
spezie
si
frapponeva
come
un
miraggio
tra
gli
occhi
dei
soldati
spagnoli
e
la
umile
realtà
primitiva
del
nuovo
mondo
.
Purtroppo
questo
mito
trovò
una
conferma
nella
natura
e
fu
allora
la
rovina
della
Bolivia
.
L
'
agricoltura
,
un
tempo
pianificata
con
complicati
sistemi
di
irrigazione
,
fu
lasciata
decadere
fino
all
'
attuale
livello
di
mera
sussistenza
;
gli
indios
furono
avviati
in
massa
alle
miniere
con
metodi
schiavistici
.
Volando
sulla
cordigliera
Real
,
tutto
questo
si
può
vedere
a
occhio
nudo
.
Giù
,
giù
,
in
fondo
alle
vallate
anguste
,
si
aprono
ogni
tanto
dei
piccoli
slarghi
e
sopra
un
ripiano
si
scorgono
tanti
rettangolini
grigi
disposti
in
simmetria
.
Al
di
sopra
di
questi
rettangolini
incombono
altissime
montagne
brulle
e
dirupate
che
,
ad
uno
sguardo
attento
,
si
rivelano
tutte
sforacchiate
di
caverne
oscure
.
Sono
le
miniere
,
le
famose
,
funeste
miniere
d
'
oro
,
d
'
argento
,
di
antimonio
,
di
zinco
,
di
piombo
,
di
stagno
,
di
rame
della
Bolivia
.
Guardando
a
quei
miseri
villaggi
sprofondati
nelle
gole
solitarie
si
capiscono
tante
cose
:
l
'
isolamento
assoluto
dei
minatori
,
causa
di
continui
moti
rivoluzionari
che
mirano
,
a
ben
guardare
,
a
inserire
quelle
sperdute
comunità
nella
vita
sociale
e
politica
del
paese
;
le
immense
difficoltà
dei
trasporti
del
minerale
che
gli
spagnoli
avevano
risolto
con
l
'
asservimento
degli
indiani
ma
che
oggi
,
dopo
la
nazionalizzazione
di
due
terzi
delle
miniere
,
rende
passivi
i
bilanci
delle
amministrazioni
statali
.
Ecco
finalmente
Potosí
.
La
sorvoliamo
planando
obliquamente
.
Potosí
appare
come
una
città
testuggine
,
a
causa
dei
tetti
accostati
come
le
piastre
,
appunto
,
della
corazza
della
tartaruga
.
L
'
aeroplano
continua
a
planare
tutt
'
intorno
l
'
arida
nuda
valle
,
ed
ecco
ci
viene
incontro
la
celebre
montagna
triangolare
che
domina
Potosí
,
il
Cerro
Rico
.
È
una
montagna
brulla
,
color
tabacco
,
sparsa
delle
solite
caverne
oscure
.
Da
questa
montagna
,
gli
economisti
moderni
calcolano
che
la
corona
di
Spagna
ha
estratto
in
tre
secoli
per
un
valore
di
un
miliardo
di
dollari
di
argento
.
Nel
Seicento
,
da
Potosí
veniva
la
metà
dell
'
argento
di
tutta
Europa
.
A
Potosí
,
più
poeticamente
,
dicono
che
con
l
'
argento
ricavato
dal
Cerro
Rico
si
potrebbe
costruire
un
ponte
tutto
d
'
argento
massiccio
dalla
città
fino
alla
lontanissima
Madrid
.
Potosí
è
una
città
coloniale
spagnola
del
tipo
di
quelle
messicane
per
esempio
Oaxaca
.
C
'
è
la
solita
plana
,
i
soliti
grandi
alberi
fronzuti
,
le
solite
panchine
,
la
solita
cattedrale
barocca
.
Soltanto
,
a
differenza
delle
città
messicane
,
Potosí
è
morta
,
di
una
morte
antica
che
non
risale
a
ieri
ma
al
Settecento
,
quando
le
miniere
d
'
argento
,
esaurite
,
non
pagarono
più
le
spese
dell
'
estrazione
.
Potosí
è
dunque
la
città
simbolica
del
colonialismo
spagnolo
:
nata
con
l
'
argento
,
è
morta
con
l
'
argento
.
La
sua
vita
è
stata
anche
d
'
argento
,
poiché
,
per
cupidigia
del
prezioso
metallo
,
ci
sono
state
,
a
Potosí
,
perfino
delle
guerre
civili
.
Di
questo
parere
,
del
resto
,
è
anche
l
'
anonimo
poeta
che
ha
scritto
,
verso
il
Settecento
,
il
poema
Testamento
di
Potosí
,
alla
maniera
dei
testamenti
di
François
Villon
.
Il
poema
è
un
elenco
di
lasciti
ora
descrittivi
e
ora
burleschi
fatti
dalla
celebre
città
in
punto
di
morte
.
Tra
le
altre
cose
,
Potosí
lascia
a
Dio
la
propria
anima
;
la
quale
,
però
come
nota
ironicamente
il
poeta
,
es
la
plata
pura
,
è
fatta
di
puro
argento
.
Naturale
che
il
centro
di
una
città
così
emblematica
non
sia
,
a
ben
guardare
,
la
cattedrale
bensì
il
famoso
Palazzo
della
Moneta
,
uno
dei
più
belli
dell
'
America
Latina
.
È
la
stagione
delle
piogge
,
piove
a
dirotto
;
così
visitiamo
il
palazzo
quasi
al
buio
perché
,
per
economia
,
la
luce
elettrica
c
'
è
soltanto
negli
uffici
della
direzione
.
Percorriamo
in
fretta
le
sale
del
museo
di
pittura
coloniale
nelle
quali
,
dalla
penombra
,
ci
guardano
le
solite
ninfe
spropositate
,
le
solite
Madonne
dalle
facce
sciocche
,
i
soliti
gentiluomini
e
le
solite
dame
pieni
di
galloni
e
di
sufficienza
;
quindi
scendiamo
a
pianterreno
,
dove
si
trovava
la
zecca
.
Sempre
al
buio
,
ecco
le
enormi
macchine
tutte
di
legno
,
senza
un
solo
chiodo
di
ferro
,
con
le
quali
si
batteva
moneta
;
ecco
,
dentro
le
teche
,
gli
stampi
delle
monete
con
le
armi
di
Castiglia
da
una
parte
e
l
'
effigie
del
sovrano
dall
'
altra
.
Siamo
dunque
nel
cuore
stesso
,
morto
e
secco
,
del
colonialismo
spagnolo
.
Queste
grandi
ruote
dentate
di
legno
durissimo
delle
foreste
boliviane
non
gireranno
mai
più
;
gli
stampi
non
imprimeranno
mai
più
nell
'
argento
antichi
stemmi
e
profili
accigliati
di
re
.
E
tuttavia
non
si
può
negare
che
proprio
in
questa
penombra
,
tra
questa
roba
defunta
,
si
avverta
più
che
altrove
il
senso
riposto
della
storia
del
subcontinente
.
La
sola
riflessione
che
venga
fatto
di
formulare
è
che
queste
sale
sono
più
eloquenti
di
qualsiasi
chiesa
.
Certo
,
l
'
arte
,
i
riti
,
le
cerimonie
della
religione
hanno
varcato
l
'
oceano
e
si
sono
radicate
in
America
;
ma
,
come
avviene
ancor
oggi
,
con
tutti
i
colonialismi
di
tutti
i
generi
e
di
tutti
i
paesi
,
il
messaggio
che
era
legato
a
quelle
forme
è
come
se
fosse
rimasto
in
Europa
,
tanto
poco
ha
informato
di
sé
il
rapporto
fra
conquistatori
e
indigeni
.
Così
che
qualche
anno
fa
ha
potuto
addirittura
essere
ripresentato
come
un
messaggio
rivoluzionario
dal
prete
guerrigliero
Camilo
Torres
e
dai
suoi
seguaci
.
Giriamo
per
Potosí
tutto
il
giorno
,
sotto
la
pioggia
.
La
serata
ci
vedrà
seduti
nel
grande
atrio
gelido
dell
'
albergo
,
in
un
cerchio
di
notabili
venuti
a
visitarci
:
l
'
alcalde
o
sindaco
,
il
comandante
della
guarnigione
,
qualche
altro
personaggio
ufficiale
.
Si
mangiano
olive
e
mandorle
salate
,
si
sorseggia
una
bevanda
che
rassomiglia
alla
tequila
messicana
.
La
conversazione
langue
;
si
parla
del
tempo
che
fa
,
come
in
un
salotto
inglese
dell
'
era
vittoriana
.
Poi
,
non
senza
intenzione
,
buttiamo
là
una
qualsiasi
allusione
politica
e
allora
,
come
d
'
incanto
,
i
discorsi
diventano
vivacissimi
.
Gli
è
che
i
boliviani
hanno
la
passione
della
politica
;
forse
perché
i
problemi
di
questo
paese
sono
così
antichi
e
così
intrattabili
da
diventare
,
per
forza
di
cose
e
quasi
per
la
consapevolezza
della
loro
intrattabilità
,
prima
di
tutto
politici
.
Naturalmente
,
ad
un
certo
punto
,
si
parla
del
"
Che
"
Guevara
e
della
sua
tragica
avventura
.
Se
ne
parla
tuttora
e
dappertutto
in
Bolivia
;
e
anche
da
parte
degli
avversari
con
una
strana
,
quasi
inconscia
riconoscenza
;
è
una
tragedia
che
ha
ricordato
al
mondo
,
a
livello
storico
,
la
Bolivia
,
paese
isolato
e
frustrato
;
e
al
tempo
stesso
ne
ha
innalzato
,
per
così
dire
,
il
tasso
di
vitalità
.
Ma
la
discussione
suscita
strane
interpretazioni
che
bisogna
pur
chiamare
"
provinciali
"
.
Non
odo
forse
qualcuno
attribuire
la
spedizione
cubana
alla
massoneria
?
Partiremo
la
mattina
dopo
;
ma
il
pilota
,
dopo
aver
captato
alla
radio
le
notizie
sul
tempo
e
consultato
la
sua
carta
,
decide
di
dirigersi
verso
Oruro
.
Come
se
,
in
Italia
,
chi
volesse
andare
da
Milano
a
Roma
puntasse
sopra
Trieste
.
Voliamo
sotto
un
cielo
basso
e
scuro
,
tra
i
picchi
,
seguendo
i
canaloni
,
in
direzione
di
un
chiarore
sulfureo
che
sta
a
indicare
una
spera
di
sole
sull
'
altipiano
.
Ecco
di
nuovo
,
in
fondo
alle
vallate
nude
e
aride
,
i
villaggi
delle
miniere
;
si
vedono
le
piste
serpeggiare
lontano
,
bianche
e
sottili
tra
i
monti
:
a
dorso
di
mulo
o
a
piedi
ci
vogliono
anche
venti
giorni
per
percorrere
la
distanza
che
il
nostro
monoplano
varca
in
poco
più
di
un
'
ora
.
Sbuchiamo
finalmente
sull
'
altipiano
,
c
'
è
il
sole
e
piove
attraverso
il
sole
.
Ecco
l
'
aeroporto
,
un
prato
come
un
altro
.
Prendiamo
un
tassi
,
ci
precipitiamo
alla
stazione
per
sentirci
dire
che
il
treno
parte
tra
mezz
'
ora
ma
che
non
c
'
è
posto
perché
tutto
è
stato
già
prenotato
da
quindici
giorni
.
Poiché
il
cattivo
tempo
peggiora
nel
pomeriggio
,
come
avviene
di
regola
nella
stagione
delle
piogge
,
con
lo
stesso
tassì
,
correndo
a
perdifiato
per
la
pista
allagata
,
attraverso
l
'
altipiano
,
in
quattro
ore
arriviamo
a
La
Paz
.
Durante
il
viaggio
non
ci
fermiamo
che
una
sola
volta
:
per
ammirare
un
lama
,
il
primo
che
abbiamo
visto
sinora
,
fermo
sotto
la
pioggia
,
nel
mezzo
di
una
steppa
sterminata
,
simile
ad
un
cammello
con
le
gambe
corte
.