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> autore_s:"Ortese Anna Maria"
Il mare non bagna Napoli ( Ortese Anna Maria , 1950 )
StampaQuotidiana ,
Napoli , luglio . - Giorni fa sono state celebrate le nozze di Laura Lauro , figlia del noto armatore , col dott. Dufour , di altrettanto nota famiglia d ' industriali genovesi . La cerimonia si è svolta con grande sfarzo nella basilica di San Francesco di Paola , di fronte all ' ex Palazzo Reale , e si è conclusa con un ricevimento a Villa Lauro , cui hanno partecipato trecento persone , « il più eletto e rappresentativo nostro mondo » , dichiaravano l ' indomani i giornali locali . Villa Lauro , celebre per i suoi saloni come per gli arazzi di Beauvais che fanno parte della raccolta Lauro , si trova in via Crispi , una delle più belle e nitide strade di Napoli , intramezzata da numerosi giardini guardati da cani lupo potenti , che spesso , la notte , si avventano contro i cancelli , invasi dal timore che qualcuno possa attentare ai legittimi beni dei proprietari . Ma gli stessi cani hanno mugolato l ' altro ieri di gioia al passaggio degli sposi , che attraversavano il giardino per raggiungere la macchina che li avrebbe condotti al porto , e hanno trovato che , sotto il dolce e sfolgorante cielo estivo , e vestiti così squisitamente , gli uomini sono veramente un ' altra cosa , e , come annunzia la stampa napoletana , meritano il nome di « eletti » . Cara stampa napoletana ! Questa parola è la sua prediletta , e non osiamo pensare cosa accadrebbe dei compilatori delle liete cronache locali , se improvvisamente dovessero farne a meno ! Comunque , eletti sposi ed eletto parentado sono stati fotografati perfettamente , e al mio ritorno a Napoli ho potuto ammirarli sulla terza pagina di un quotidiano che un operaio seduto nella direttissima davanti a me , teneva aperto fra due mani dalle unghie spezzate : « Gli sposi partiranno per Capri , prima tappa della loro luna di miele ... » . Questa Capri rimane davvero l ' ultimo grido in fatto di divertimenti europei , se si pensa che ci si va persino da Napoli , di gente come i Lauro che ci sarà stata mille volte , d ' inverno come d ' estate . Capivo il silenzio profondo e pieno di chissà che lenti pensieri dell ' operaio . Qui , a Napoli , Capri come il mare e le altre isole , sono distribuite solo in dose minima alla popolazione . Un impiegatuccio del Demanio sarà stato a Capri , per esempio , tre volte nello spazio dei suoi quarant ' anni . L ' impiegata del 4° sportello dell ' Ufficio Raccomandate della Posta Centrale , una volta sola , da bambina , e ora conta 56 anni . In quanto al mare , un vero esercito di bambini , la leva napoletana del '40 , ne ha solamente sentito parlare . Sono i bambini della vecchia Napoli , quella bassa , tra il Reclusorio e i vicoli di Toledo , che si rinnovano come gli scarafaggi e hanno tutti i diritti della polvere . Di solito , vanno al mare quando hanno raggiunto i quindici anni ; scappano con un compagno , prendono una barca . Qualche volta affogano , altre si ammalano di tifo , perché non si convinceranno mai che certe zone marine ricevono i rifiuti della città . Quello che racconta qualcuno , che il mare non bagna Napoli , è esatto . Queste onde famose sono inaccessibili , salvo che per alcune categorie di persone ; per le altre , diletto e rischio , o almeno una enorme stanchezza , sono indivisibili . Costa , costa molto fare i bagni a chi vive in via Tribunali o a Forcella , e non dispone che di duecento lire giornaliere per i suoi vizi . E , di solito , non ci si va , le duecento lire vengono impiegate in altro uso : fiorilli , paste cresciute , un caffè , qualche nazionale ... da consumare in piedi nella friggitoria affocata ... da bere appoggiandosi al banco nella rosticceria ronzante di mosche ... da accendere all ' ombra dei cornicioni e dei bucati , nelle stradine fitte di popolo che dorme , che mangia , che vende , che sogna ... Mille apparecchi radio sono in agguato dentro ciascun basso di una via , altrettanti grammofoni lavorano con una intensità che ha del febbrile a ribadire nella testa della povera gente il concetto : « Napule e niente cchiù » oppure : « chistu mare a Margellina » ... Ho domandato al facchino che mi ha preso la valigia alla stazioncina di Bagnoli come fosse finita la storia dell ' Ilva : « Finita ? » mi ha chiesto a sua volta . « È finito il lavoro , questo sì » . « E i forni ? » « Per ora stanno accesi . Gli operai rimasti stanno vicino ai forni , e li tengono accesi . Questo fanno . Gli altri , a casa , passano il tempo a ricordare i fatti dell 'Ilva.» È un pianto , per Bagnoli , lo so , lo sapevo prima di partire , ma credevo che al mio ritorno qualche cosa sarebbe mutata . « Niente è mutato » mi dice il vecchio posando un momento la valigia per asciugarsi la fronte . « A Napoli non muta mai niente . Volevano diminuire le paghe , questo io penso , perciò hanno licenziato . Poco alla volta intorno all ' Ilva crescerà l 'erba.» Con un fazzoletto rosso e blu , dove sono stampati per lo meno dieci Vesuvi color viola , si asciuga la fronte . « Questa è Napoli nostra » dice . « Tutto può avvenire . La gente è come se fosse morta . È tutta schiacciata . Niente le può fare più male . E poi ha i Santi , le canzoni ... » Mentre parlava , un Santo veniva infatti avanti , sulla via di Bagnoli , preceduto da una piccola banda e seguito da una frotta di ragazzi . Era Antonio di Padova , in cartone , con un ' aureola lucente intorno alla testa e un manto stranissimo sulle spalle ; che si muoveva lentamente , con un lieve riflesso azzurro e rosato , nel vento di mare . Ci fermammo ed aspettammo che passasse : quel manto era composto di biglietti da cinquecento e da mille , rattoppati o fiammanti , e anche da carte da dieci , da cinque , fra cui qualche am - lira . Una meraviglia . « Il mese di giugno è tutto dedicato a sant ' Antonio » mi spiegò il facchino seguitando ad asciugarsi il sudore col suo fazzoletto pieno di Vesuvi . « Il mese di maggio fu per la Madonna . In luglio avremo sant ' Anna ... poi san Gennaro . Fanno un sacco di soldi , e perdonano tutti i peccati . » Pensavo alle coltellate di cui è piena la cronaca dei quattro o cinque quotidiani cittadini , le amanti con la gola tagliata dalle contadine di Agerola o Barra ; quei corpi insanguinati , gli urli nei vichi , i « Maronna ! » e gli « Aiutatemi ! » , e la gente che accorre senza intervenire e commenta estasiata ; poi il tassì , il corpo di guardia dei Pellegrini , il viso annoiato del sanitario di turno : « recisione della carotide » ; pensavo al disoccupato per vocazione o per forza , che continua a mettere il disco Mappatella , lassù al terzo piano , e aggiunge un ' altra voce alla enorme confusione della città . Pensavo alle impiegate della Centrale , curve , tutte pallide e spettinate , sui fasci di bollette , sui registri , sui timbri dietro gli sportelli delle Raccomandate . Pensavo anche a Laura Lauro , chissà perché , e a queste nostre cronache mondane brulicanti di elette signore , fitte di elenchi interminabili di principi , di diplomatici e di industriali che scendono al Vesuvio o s ' imbarcano per Capri e all ' opinione espressa da un avvocato romano sul pullman azzurro diretto a Roma , mentre la radio trasmetteva la cronaca letteraria : « A Napoli , col turismo , voi non ci sapete fare . Uno dei provvedimenti più urgenti consisterebbe nell ' istituire subito un servizio di polizia speciale per la tutela delle vie Caracciolo e Partenope . I vostri mendicanti non debbono farsi vedere per quelle strade , se volete riavere degli stranieri » . E io che rispondevo gentilmente : « Ha perfettamente ragione : DDT o galera » . La sera stessa sono andata a trovare il mio amico C . Era seduto al solito posto sul divano rotto nella sua casa di via Mergellina , e guardandosi le mani simili a rametti spogli pensava all ' artrite . Speravo che avesse dei soldi , così avremmo bevuto del vino , ma non ne aveva . « Sono appena le nove e mezza » mi ha detto , « abbiamo fiducia , aspettiamo ; può darsi che arrivino gli amici . » Questi amici , gruppo di appena tre o quattro persone , fra cui due impiegati , un operaio e un maestro elementare , di solito possiede somme superiori alle cinquanta lire , ma questa volta niente . Una volta entrati , hanno chinato il viso davanti all ' amara delusione espressa da tutto il magrissimo volto di C . ; poi , in silenzio , uno per uno , sono usciti nel giardinetto che fronteggia la via , e si sono seduti sugli scalini . Li abbiamo seguiti , il buon C . ed io , e anche noi ci siamo seduti sugli scalini , e guardavamo una enorme luna rosea , sospesa come un palloncino di gomma sul mare nero di Mergellina , quando a un tratto , sotto quella luna , chi vediamo ? Preceduto dall ' improvviso scoppio di una banda , ripassava quel sant ' Antonio , o un suo fratello , che avevo incontrato la mattina a Bagnoli . La sua testa e il Bambino che reggeva in braccio facevano " ma sì , ma sì " , sotto la lampada stranissima della luna . Il mantello di biglietti di banca da cinquecento e mille lire si muoveva dolcissimamente , come una crosta enorme , alle spalle della statua . Avanti veniva la banda , ululando santi inni . Poi la statua . Dietro la statua un po ' di preti con una mantellina nera piena di stelline di carta dorata , e dei giovanottini in tonaca rossa , uno con un asciugamano al collo , sostenendo qualche stendardo e badando a riappiccicare , di tanto in tanto , i biglietti più piccoli che sembravano male appuntati . Tutti davanti al cancello , in piedi , cercavamo di distrarre C . , il cui volto si era fatto improvvisamente avido , ispirato , pieno di una suggestione terribile , fissando il meraviglioso mantello . E avevamo ragione di temere perché nell ' attimo che il corteo è passato davanti al giardinetto , un braccio lunghissimo , il braccio sospetto di artrite del nostro amico , si è allungato a un tratto fra le sbarre , nel gesto di chi desidera afferrare . Dieci braccia hanno fatto abbassare quello di C . Erano tutti intorno a lui , gli amici teneri , preoccupati , con una punta di rimprovero , oltretutto si vergognavano . E di colpo C . è scoppiato a ridere e diceva : « Ma sì , ma sì » anche lui , « facevo solo per scherzare , s ' intende . Non avrei toccato neppure una lira » . Ma i suoi bellissimi occhi erano diventati ormai irrimediabilmente tristi , lucidi , come per febbre ; e per tutto il resto della sera è rimasto chiuso in un infantile crucciato silenzio . Così sono passate le prime ore del mio soggiorno napoletano . Più tardi , mentre la luna tramontava , sono scoppiati non si sa da che parte , se dal Vomero o da Posillipo , i primi colpi e le luci colorate dei fuochi di artificio . Sembrava la guerra , e sembrava anche la pace , íl triste sonno in cui dorme Napoli .