Miscellanea ,
INTRODUZIONE
1
.
Quarant
'
anni
sono
passati
dalla
pubblicazione
della
magistrale
enciclica
Rerum
Novarum
di
Leone
XIII
,
Nostro
Predecessore
di
v
.
m
.
,
e
tutto
il
mondo
cattolico
,
mosso
da
un
impeto
di
calda
riconoscenza
,
ha
preso
a
celebrarne
la
commemorazione
con
uno
splendore
degno
del
memorabile
documento
.
2
.
Vero
è
che
a
quell
'
insigne
testimonianza
di
sollecitudine
pastorale
il
Nostro
Predecessore
aveva
già
in
certo
modo
spianata
la
via
con
altre
encicliche
,
come
quella
sui
fondamenti
della
società
umana
,
la
famiglia
cioè
e
il
venerando
Sacramento
del
matrimonio
(
enc
.
Arcanum
del
10
febbraio
1880
)
;
sull
'
origine
del
potere
civile
(
enciclica
Diuturnum
del
29
giugno
1881
)
;
sull
'
ordine
delle
sue
relazioni
con
la
Chiesa
(
enc
.
Immortale
Dei
del
l
°
novembre
1885
)
;
sui
principali
doveri
del
cittadino
cristiano
(
enc
.
Sapientiae
Christianae
del
10
gennaio
1890
)
;
contro
gli
errori
del
socialismo
(
enc
.
Quod
apostolici
muneris
del
28
dicembre
1878
)
e
la
prava
dottrina
intorno
all
'
umana
libertà
(
enc
.
Libertas
del
20
giugno
1888
)
e
altre
di
ugual
genere
,
dove
Leone
XIII
aveva
già
espresso
ampiamente
il
suo
pensiero
.
Ma
l
'
enciclica
Rerum
Novarum
,
rispetto
alle
altre
,
ebbe
questo
di
proprio
,
che
allora
appunto
quando
ciò
era
sommamente
opportuno
e
anzi
necessario
,
diede
a
tutto
il
genere
umano
norme
sicurissime
,
per
la
debita
soluzione
degli
ardui
problemi
della
società
umana
,
che
vanno
sotto
il
nome
di
questione
sociale
.
L
'
occasione
della
«
Rerum
Novarum
»
3
.
E
veramente
,
verso
la
fine
del
secolo
XIX
,
il
nuovo
sistema
economico
da
poco
introdotto
e
i
nuovi
incrementi
dell
'
industria
erano
giunti
a
far
sì
che
la
società
in
quasi
tutte
le
nazioni
apparisse
sempre
più
recisamente
divisa
in
due
classi
:
l
'
una
,
esigua
di
numero
,
che
godeva
di
quasi
tutte
le
comodità
in
sì
grande
abbondanza
apportate
dalle
invenzioni
moderne
;
l
'
altra
,
composta
da
una
immensa
moltitudine
di
operai
i
quali
,
oppressi
da
rovinosa
penuria
,
indarno
s
'
affannavano
per
uscire
dalle
loro
strettezze
.
4
.
A
tale
condizione
di
cose
non
trovavano
certo
difficoltà
ad
adattarsi
coloro
che
,
ben
forniti
di
ricchezze
,
la
ritenevano
effetto
necessario
delle
leggi
economiche
e
perciò
volevano
affidata
soltanto
alla
carità
la
cura
di
sovvenire
agli
indigenti
,
come
se
alla
carità
toccasse
l
'
obbligo
di
stendere
un
velo
sulla
violazione
manifesta
della
giustizia
,
sebbene
tollerata
non
solo
,
ma
talvolta
sancita
dai
legislatori
.
Ma
di
tale
condizione
invece
erano
più
che
mai
insofferenti
gli
operai
oppressi
dalla
ingiusta
sorte
e
perciò
ricusavano
di
restare
più
a
lungo
sotto
quel
giogo
troppo
pesante
.
Alcuni
perciò
,
abbandonandosi
all
'
impeto
di
malvagi
consigli
,
miravano
a
una
totale
rivoluzione
della
società
,
mentre
altri
,
trattenuti
da
una
solida
educazione
cristiana
a
non
trascorrere
in
così
insani
propositi
,
persistevano
tuttavia
nel
credere
che
molte
cose
in
questa
materia
fossero
da
riformare
interamente
e
al
più
presto
.
5
.
Né
altrimenti
pensavano
quei
molti
cattolici
,
e
sacerdoti
e
laici
,
i
quali
,
mossi
da
un
sentimento
di
una
carità
certamente
ammirabile
,
si
sentivano
già
da
lungo
tempo
sospinti
a
lenire
l
'
immeritata
indigenza
dei
proletari
,
né
riuscivano
in
alcun
modo
a
persuadersi
come
un
così
forte
e
ingiusto
divario
nella
distribuzione
dei
beni
temporali
potesse
davvero
corrispondere
ai
disegni
del
sapientissimo
Creatore
.
6
.
In
tale
disordine
lacrimevole
della
società
essi
cercavano
bensì
con
sincerità
un
pronto
rimedio
e
una
salda
difesa
contro
i
pericoli
peggiori
:
ma
per
la
fiacchezza
della
mente
umana
anche
nei
migliori
,
vedendosi
respinti
da
una
parte
quasi
perniciosi
novatori
,
dall
'
altra
intralciati
dagli
stessi
compagni
di
opere
buone
,
ma
seguaci
di
altre
idee
,
esitando
tra
le
varie
opinioni
,
non
sapevano
dove
rivolgersi
.
7
.
In
così
grande
urto
e
dissenso
di
animi
,
mentre
dall
'
una
parte
e
dall
'
altra
si
dibatteva
,
e
non
sempre
pacificamente
,
la
controversia
,
gli
occhi
di
tutti
,
come
in
tante
altre
occasioni
,
si
volgevano
alla
Cattedra
di
Pietro
,
deposito
sacro
di
ogni
verità
,
da
cui
si
diffondono
le
parole
di
salute
in
tutto
il
mondo
;
e
accorrendo
,
con
insolita
frequenza
,
ai
piedi
del
Vicario
di
Cristo
in
terra
,
sì
gli
studiosi
di
cose
sociali
,
come
i
datori
di
lavoro
e
gli
stessi
operai
,
andavano
supplicando
unanimi
perché
fosse
loro
finalmente
additata
una
via
sicura
.
8
.
Tutto
ciò
il
prudentissimo
Pontefice
ponderò
a
lungo
tra
sé
al
cospetto
di
Dio
,
richiese
consiglio
ai
più
esperti
,
vagliò
attentamente
gli
argomenti
che
si
portavano
da
una
parte
e
dall
'
altra
,
e
in
ultimo
,
ascoltando
la
voce
della
coscienza
dell
'
ufficio
Apostolico
(
enc
.
Rerum
novarum
del
15
maggio
1891
)
,
per
non
sembrare
,
tacendo
,
di
mancare
al
proprio
dovere
(
cfr
.
Rerum
novarum
n
.
13
)
,
deliberò
in
virtù
del
divino
magistero
,
a
lui
affidato
,
di
rivolgere
la
parola
a
tutta
la
Chiesa
,
anzi
a
tutta
l
'
umana
società
9
.
Risonò
dunque
,
il
15
maggio
1897
,
quella
tanto
desiderata
voce
,
la
quale
,
non
atterrita
dalle
difficoltà
dell
'
argomento
,
né
affievolita
dalla
vecchiaia
,
ma
anzi
rafforzata
da
ridestato
vigore
,
ammaestrò
l
'
umana
famiglia
a
tentare
nuove
vie
in
materia
di
dottrina
sociale
.
Punti
fondamentali
della
«
Rerum
Novarum
»
10
.
Voi
conoscete
,
venerabili
Fratelli
e
diletti
Figli
,
anzi
avete
familiare
la
mirabile
dottrina
onde
l
'
enciclica
Rerum
novarum
resterà
gloriosa
nei
ricordi
dei
secoli
.
In
essa
l
'
ottimo
Pastore
,
lamentando
che
una
sì
grande
parte
degli
uomini
,
si
trovano
ingiustamente
in
uno
stato
misero
e
calamitoso
,
con
animo
invitto
prende
a
tutelare
egli
stesso
in
persona
la
causa
degli
operai
che
le
circostanze
hanno
consegnati
soli
e
indifesi
alla
inumanità
dei
padroni
e
alla
sfrenata
cupidigia
della
concorrenza
(
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
2
)
,
senza
chiedere
aiuto
alcuno
né
al
liberalismo
né
al
socialismo
,
dei
quali
l
'
uno
si
era
mostrato
affatto
incapace
di
dare
soluzione
legittima
alla
questione
sociale
,
l
'
altro
proponeva
un
rimedio
che
,
di
gran
lunga
peggiore
del
male
,
avrebbe
gettato
in
maggiori
pericoli
la
società
umana
.
11
.
Il
Pontefice
dunque
,
nel
pieno
esercizio
del
suo
diritto
e
quale
buon
custode
della
Religione
e
dispensatore
di
quanto
con
essa
in
stretto
vincolo
si
connette
,
trattandosi
di
un
problema
del
quale
nessuna
soluzione
plausibile
si
potrebbe
dare
,
senza
richiamarsi
alla
Religione
e
alla
Chiesa
(
cfr
.
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
13
)
,
partendo
unicamente
dagli
immutabili
principi
attinti
dal
tesoro
della
retta
ragione
e
della
divina
Rivelazione
,
con
tutta
sicurezza
e
come
avente
autorità
(
Mt
7,29
)
,
indicò
e
proclamò
i
diritti
e
i
doveri
dai
quali
conviene
che
vicendevolmente
si
sentano
vincolati
e
ricchi
e
proletari
,
e
capitalisti
e
prestatori
d
'
opera
(
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
12
)
,
come
pure
le
parti
rispettive
della
Chiesa
,
dei
poteri
pubblici
e
anche
di
coloro
che
più
vi
si
trovano
interessati
.
12
.
Né
quella
voce
apostolica
risonò
invano
;
che
anzi
l
'
udirono
con
stupore
e
l
'
accolsero
con
il
più
grande
fervore
non
solo
i
figli
obbedienti
della
Chiesa
,
ma
anche
un
buon
numero
di
uomini
lontani
dalla
verità
e
dall
'
unità
della
fede
e
quasi
tutti
coloro
che
d
'
allora
in
poi
s
'
occuparono
della
questione
sociale
ed
economica
,
sia
come
studiosi
privati
,
sia
come
pubblici
legislatori
.
13
.
Ma
più
di
tutti
accolsero
con
giubilo
quell
'
enciclica
gli
operai
cristiani
,
i
quali
si
sentirono
patrocinati
e
difesi
dalla
più
alta
Autorità
della
terra
,
e
tutti
quei
generosi
,
i
quali
già
da
lungo
tempo
sollecitati
di
recare
sollievo
alla
condizione
degli
operai
,
sino
allora
non
avevano
trovato
quasi
altro
che
la
noncuranza
degli
uni
e
persino
gli
odiosi
sospetti
,
per
non
dire
l
'
aperta
ostilità
di
molti
altri
.
Meritatamente
dunque
tutti
costoro
d
'
allora
in
poi
tennero
sempre
in
tanto
onore
quell
'
enciclica
che
è
venuto
in
uso
di
commemorarla
ogni
anno
nei
vari
paesi
con
varie
manifestazioni
di
gratitudine
.
14
.
Tuttavia
la
dottrina
di
Leone
XIII
,
così
nobile
,
così
profonda
e
così
inaudita
al
mondo
,
non
poteva
non
produrre
anche
in
alcuni
cattolici
una
certa
impressione
di
sgomento
,
anzi
di
molestia
e
per
taluni
anche
di
scandalo
.
Essa
infatti
affrontava
coraggiosamente
gli
idoli
del
liberalismo
e
li
rovesciava
,
non
teneva
in
nessun
conto
pregiudizi
inveterati
,
preveniva
i
tempi
oltre
ogni
aspettazione
;
ond
'
è
che
i
troppo
tenaci
dell
'
antico
disdegnavano
questa
nuova
filosofia
sociale
,
i
pusillanimi
paventavano
di
ascendere
a
tanta
altezza
;
taluno
anche
vi
fu
,
che
pure
ammirando
questa
luce
,
la
riputava
come
un
ideale
chimerico
di
perfezione
più
desiderabile
che
attuabile
.
Scopo
della
presente
enciclica
15
.
Per
queste
ragioni
,
venerabili
Fratelli
e
diletti
Figli
,
mentre
con
tanto
ardore
da
tutto
il
mondo
,
e
specialmente
dagli
operai
cattolici
,
che
d
'
ogni
parte
convengono
in
quest
'
alma
Città
,
si
va
solennemente
celebrando
la
commemorazione
del
quarantesimo
anniversario
della
enciclica
Rerum
novarum
,
stimiamo
opportuno
di
servirCi
di
questa
ricorrenza
,
per
ricordare
i
grandi
beni
che
da
quella
enciclica
ridondarono
alla
Chiesa
,
anzi
a
tutta
l
'
umana
società
;
per
rivendicare
la
dottrina
di
tanto
Maestro
sulla
questione
sociale
ed
economica
,
contro
alcuni
dubbi
sorti
in
tempi
recenti
e
per
svolgerla
con
maggior
ampiezza
in
questo
o
in
quel
punto
;
e
infine
,
dopo
una
accurata
disamina
dell
'
economia
moderna
e
del
socialismo
,
per
scoprire
la
radice
del
presente
disagio
sociale
,
e
insieme
additare
la
sola
via
di
una
salutare
restaurazione
,
cioè
la
cristiana
riforma
dei
costumi
.
Queste
cose
,
che
ci
proponiamo
di
trattare
,
costituiranno
i
tre
punti
,
nell
'
esposizione
dei
quali
si
svolgerà
tutta
intera
la
presente
enciclica
.
I
-
Frutti
dell
'
enciclica
«
RERUM
NOVARUM
»
16
.
E
anzitutto
,
per
cominciare
di
là
donde
avevamo
appunto
in
animo
di
esordire
,
seguendo
l
'
avvertimento
di
sant
'
Ambrogio
che
diceva
non
esservi
nessun
dovere
maggiore
del
ringraziare
(
S
.
Ambrogio
,
De
excessu
fratris
sui
Satyri
,
lib
.
I
,
44
)
,
non
possiamo
trattenerci
dal
rendere
amplissime
grazie
a
Dio
onnipotente
per
gli
insigni
benefici
dell
'
enciclica
leoniana
,
provenuti
alla
Chiesa
e
all
'
umana
società
.
I
quali
benefici
se
volessimo
anche
di
volo
accennare
,
dovremmo
richiamare
alla
memoria
quasi
tutta
la
storia
dell
'
ultimo
quarantennio
per
quanto
riguarda
la
questione
sociale
.
Ma
li
possiamo
tutti
ridurre
a
tre
capi
principali
,
secondo
le
tre
classi
di
aiuti
che
il
Nostro
Antecessore
desiderava
per
il
compimento
della
sua
grande
opera
restauratrice
.
1
-
L
'
opera
della
Chiesa
17
.
In
primo
luogo
lo
stesso
Leone
XIII
aveva
splendidamente
dichiarato
che
cosa
si
dovesse
aspettare
dalla
Chiesa
:
Difatti
la
Chiesa
è
quella
che
trae
dal
Vangelo
dottrine
atte
a
comporre
o
certo
a
rendere
assai
meno
aspro
il
conflitto
;
essa
procura
con
gli
insegnamenti
suoi
,
non
pur
di
illuminare
la
mente
,
ma
d
'
informare
la
vita
e
i
costumi
di
ognuno
;
essa
con
un
gran
numero
di
benefiche
istituzioni
migliora
le
condizioni
medesime
del
proletario
(
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
13
)
.
a
)
nella
dottrina
18
.
Ora
la
Chiesa
non
lasciò
stagnare
nell
'
inerzia
queste
preziose
fonti
,
ma
a
esse
attinse
copiosamente
per
il
bene
comune
della
pace
desiderata
.
Lo
stesso
Leone
infatti
e
i
suoi
Successori
non
desistettero
mai
dal
proclamare
e
inculcare
ripetutamente
,
ora
a
voce
,
ora
con
gli
scritti
,
la
dottrina
stessa
dell
'
enciclica
Rerum
novarum
sulle
materie
sociali
ed
economiche
,
e
adattarla
opportunamente
secondo
le
esigenze
delle
circostanze
dei
tempi
,
mostrando
sempre
carità
di
padri
e
costanza
di
pastori
nella
difesa
massima
dei
poveri
e
dei
deboli
.
Lo
stesso
fecero
tanti
Vescovi
,
spiegando
la
medesima
dottrina
con
assiduità
e
saggezza
,
chiarendola
con
i
loro
commenti
,
e
applicandola
alle
condizioni
dei
paesi
diversi
,
giusta
la
mente
e
le
istruzioni
della
Santa
Sede
.
19
.
Non
fa
quindi
meraviglia
che
sotto
il
magistero
e
la
guida
della
Chiesa
molti
uomini
dotti
,
ecclesiastici
e
laici
,
prendessero
a
trattare
con
ardore
la
scienza
sociale
ed
economica
secondo
le
esigenze
dei
nostri
tempi
,
mossi
particolarmente
dall
'
intento
di
opporre
con
più
efficacia
la
dottrina
immutata
e
immutabile
,
della
Chiesa
alle
nuove
necessità
.
20
.
Così
,
additata
e
rischiarata
la
via
dall
'
enciclica
leoniana
,
ne
sorse
una
vera
sociologia
cattolica
,
che
viene
ogni
giorno
alacremente
coltivata
e
arricchita
da
quelle
scelte
persone
che
abbiamo
chiamato
ausiliari
della
Chiesa
.
E
questi
non
la
lasciano
già
confinata
all
'
ombra
di
eruditi
convegni
,
ma
la
espongono
alla
pubblica
luce
,
come
ne
danno
splendida
prova
le
scuole
istituite
e
frequentate
con
molta
utilità
nelle
Università
cattoliche
,
nelle
Accademie
,
nei
Seminari
;
e
i
congressi
o
«
settimane
»
sociali
,
tenuti
con
una
certa
frequenza
e
fecondi
di
lieti
frutti
;
e
l
'
istituzione
di
circoli
di
studi
e
infine
la
larga
e
industriosa
diffusione
di
scritti
sani
e
opportuni
.
21
.
Né
va
ristretto
a
questi
limiti
il
bene
derivato
dal
documento
leoniano
;
perché
gli
insegnamenti
della
enciclica
Rerum
novarum
a
poco
a
poco
fecero
breccia
anche
in
persone
che
,
stando
fuori
della
cattolica
unità
,
non
riconoscono
il
potere
della
Chiesa
;
sicché
i
principi
cattolici
della
sociologia
penetrarono
a
poco
a
poco
nel
patrimonio
di
tutta
la
società
.
E
non
raramente
avviene
che
le
eterne
verità
,
tanto
altamente
proclamate
dal
Nostro
Predecessore
di
f
.
m
.
,
non
solamente
siano
riferite
e
sostenute
in
giornali
e
libri
anche
cattolici
,
ma
altresì
nelle
Camere
legislative
e
nelle
aule
dei
Tribunali
.
22
.
Che
più
?
Dopo
l
'
immane
guerra
,
quando
i
governanti
delle
nazioni
principali
,
al
fine
di
reintegrare
una
vera
e
stabile
pace
con
un
totale
riassetto
delle
condizioni
sociali
,
ebbero
sancito
fra
le
altre
norme
allora
stabilite
quelle
che
dovevano
regolare
secondo
equità
e
giustizia
il
lavoro
degli
operai
,
tra
quelle
norme
non
ne
ammisero
forse
molte
,
così
concordanti
coi
principi
e
i
moniti
leoniani
,
da
sembrare
di
proposito
dedotte
da
quelli
?
E
veramente
l
'
enciclica
Rerum
novarum
resta
un
monumento
memorando
a
cui
si
possono
applicare
con
diritto
le
parole
di
Isaia
:
Alzerà
un
vessillo
alle
nazioni
(
Is
11
,
12
)
.
b
)
nella
pratica
applicazione
23
.
Frattanto
,
mentre
le
prescrizioni
leoniane
,
previe
le
investigazioni
scientifiche
,
avevano
larga
diffusione
nelle
menti
,
si
venne
pure
alla
loro
applicazione
pratica
.
E
anzitutto
con
un
'
operosa
benevolenza
si
rivolsero
tutte
le
cure
alla
elevazione
di
quella
classe
di
uomini
,
che
,
per
i
moderni
progressi
dell
'
industria
cresciuti
immensamente
,
non
occupava
ancora
nella
società
umana
un
posto
o
grado
conveniente
,
e
perciò
giaceva
quasi
trascurata
e
disprezzata
;
la
classe
operaia
,
diciamo
,
alla
cui
cultura
,
seguendo
l
'
esempio
dell
'
Episcopato
,
lavorarono
assai
alacremente
con
gran
profitto
delle
anime
,
sacerdoti
dell
'
uno
e
dell
'
altro
clero
,
quantunque
già
sopraffatti
da
altre
cure
pastorali
.
E
questa
costante
fatica
,
intrapresa
per
informare
a
spirito
cristiano
gli
operai
,
proponendo
loro
con
chiarezza
i
diritti
e
i
doveri
della
propria
classe
,
giovò
pure
in
gran
maniera
a
renderli
più
consapevoli
della
loro
vera
dignità
e
abili
a
progredire
per
vie
legittime
e
feconde
nel
campo
sociale
ed
economico
,
e
a
divenire
altresì
guide
degli
altri
.
24
.
Quindi
un
più
sicuro
rifornimento
di
più
copiosi
mezzi
di
vita
;
giacché
non
solo
si
moltiplicarono
mirabilmente
le
opere
di
beneficenza
e
di
carità
secondo
le
esortazioni
del
Pontefice
,
ma
si
vennero
pure
istituendo
dappertutto
associazioni
nuove
e
sempre
più
numerose
nelle
quali
,
col
consiglio
della
Chiesa
e
per
lo
più
sotto
la
guida
di
sacerdoti
,
si
danno
e
ricevono
mutua
assistenza
e
aiuto
operai
,
artieri
,
contadini
,
salariati
di
ogni
specie
.
2
-
L
'
opera
dello
Stato
25
.
Quanto
al
potere
civile
,
Leone
XIII
,
superando
arditamente
i
limiti
segnati
dal
liberalismo
,
insegna
coraggiosamente
che
esso
non
è
puramente
un
guardiano
dell
'
ordine
e
del
diritto
,
ma
deve
adoperarsi
in
modo
che
con
tutto
il
complesso
delle
leggi
e
delle
politiche
istituzioni
ordinando
e
amministrando
lo
Stato
,
ne
risulti
naturalmente
la
pubblica
e
privata
prosperità
(
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
26
)
.
E
'
bensì
vero
che
si
deve
lasciare
la
loro
giusta
libertà
di
azione
alle
famiglie
e
agli
individui
,
ma
questo
senza
danno
del
pubblico
bene
e
senza
offesa
di
persona
.
Spetta
poi
ai
reggitori
dello
Stato
difendere
la
comunità
e
le
parti
di
essa
,
ma
nella
protezione
dei
diritti
stessi
dei
privati
si
deve
tener
conto
principalmente
dei
deboli
e
dei
poveri
.
Perché
,
come
dice
il
Nostro
Antecessore
,
il
ceto
dei
ricchi
,
forte
per
sè
stesso
,
abbisogna
meno
della
pubblica
difesa
:
le
misere
plebi
invece
,
che
mancano
di
sostegno
proprio
,
hanno
somma
necessità
di
trovarlo
nel
patrocinio
dello
Stato
.
E
però
agli
operai
,
che
sono
nel
numero
dei
deboli
e
bisognosi
,
deve
lo
Stato
a
preferenza
rivolgere
le
cure
e
la
provvidenza
sua
(
enciclica
Rerum
novarum
,
n
.
29
)
.
26
.
Non
neghiamo
che
alcuni
reggitori
di
popoli
,
anche
prima
dell
'
enciclica
di
Leone
XIII
,
provvidero
ad
alcune
necessità
più
urgenti
degli
operai
e
repressero
le
ingiustizie
più
atroci
a
loro
fatte
.
Ma
è
certo
che
allora
finalmente
,
quando
risonò
dalla
Cattedra
di
Pietro
la
parola
pontificia
per
tutto
il
mondo
,
i
reggitori
dei
popoli
,
fatti
più
consci
del
proprio
dovere
,
rivolsero
i
pensieri
e
l
'
attenzione
loro
a
promuovere
una
più
intensa
politica
sociale
.
27
.
In
verità
l
'
enciclica
Rerum
novarum
,
mentre
vacillavano
le
massime
del
liberalismo
,
che
da
lungo
tempo
intralciavano
l
'
opera
efficace
dei
governanti
,
mosse
i
popoli
stessi
a
promuovere
con
più
sincerità
e
più
impegno
la
politica
sociale
,
e
indusse
i
migliori
tra
i
cattolici
a
prestare
in
questo
il
loro
utile
concorso
ai
reggitori
dello
Stato
sicché
spesso
si
dimostrarono
nelle
Camere
legislative
sostenitori
illustri
di
questa
nuova
politica
;
anzi
le
stesse
leggi
sociali
moderne
furono
non
di
rado
proposte
ai
voti
dei
rappresentanti
della
nazione
e
la
loro
esecuzione
fu
richiesta
e
caldeggiata
da
ministri
della
Chiesa
,
imbevuti
degli
insegnamenti
leoniani
.
28
.
Da
tale
continua
ed
indefessa
fatica
sorse
un
nuovo
ramo
della
disciplina
giuridica
del
tutto
ignorato
nei
tempi
passati
,
il
quale
difende
con
forza
i
sacri
diritti
dei
lavoratori
che
loro
provengono
dalla
dignità
di
uomini
e
di
cristiani
;
giacché
queste
leggi
si
propongono
la
protezione
degli
interessi
dei
lavoratori
,
massime
delle
donne
e
dei
fanciulli
:
l
'
anima
,
la
sanità
,
le
forze
,
la
famiglia
,
la
casa
,
le
officine
,
la
paga
,
gli
infortuni
del
lavoro
;
in
una
parola
tutto
ciò
che
tocca
la
vita
e
la
famiglia
dei
lavoratori
.
Che
se
tali
statuti
non
si
accordano
dappertutto
e
in
ogni
cosa
con
le
norme
di
Leone
XIII
,
non
si
può
tuttavia
negare
che
in
molti
punti
vi
si
sente
una
eco
dell
'
enciclica
Rerum
novarum
,
alla
quale
pertanto
è
da
attribuirsi
in
parte
assai
notevole
la
migliorata
condizione
dei
lavoratori
.
3
-
L
'
opera
delle
parti
interessate
29
.
Insegnava
per
ultimo
il
sapientissimo
Pontefice
come
i
padroni
e
gli
operai
medesimi
possono
recarvi
un
gran
contributo
,
con
istituzioni
cioè
ordinate
a
porgere
opportuni
soccorsi
ai
bisognosi
e
ad
avvicinare
e
unire
le
due
classi
tra
loro
(
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
36
)
.
Ma
il
primo
posto
tra
tali
istituzioni
egli
voleva
attribuito
alle
corporazioni
che
abbracciano
o
i
soli
operai
o
gli
operai
e
i
padroni
insieme
.
E
nell
'
illustrarle
e
raccomandarle
insiste
a
lungo
,
dichiarandone
con
mirabile
sapienza
,
la
natura
,
la
causa
,
l
'
opportunità
,
i
diritti
,
i
doveri
,
le
leggi
.
30
.
Quegli
insegnamenti
furono
pubblicati
in
un
tempo
veramente
opportuno
;
quando
in
parecchie
nazioni
i
pubblici
poteri
,
totalmente
asserviti
al
liberalismo
,
poco
favorivano
,
anzi
avversavano
apertamente
le
menzionate
associazioni
di
operai
:
e
mentre
riconoscevano
consimili
associazioni
di
altre
classi
e
le
proteggevano
,
con
ingiustizia
esosa
negavano
il
diritto
naturale
di
associarsi
proprio
a
quelli
che
più
ne
avevano
bisogno
per
difendersi
dallo
sfruttamento
dei
potenti
.
Né
mancava
tra
gli
stessi
cattolici
chi
mettesse
in
sospetto
i
tentativi
di
formare
siffatte
organizzazioni
,
quasi
sapessero
di
un
certo
spirito
socialistico
o
sovversivo
.
a
)
associazioni
dei
lavoratori
31
.
Sono
dunque
sommamente
raccomandabili
le
norme
date
autorevolmente
da
Leone
XIII
,
perché
valsero
a
infrangere
le
opposizioni
e
dissipare
i
sospetti
.
E
d
'
importanza
anche
maggiore
riuscirono
per
aver
esse
esortato
i
lavoratori
cristiani
a
stringere
fra
di
loro
simili
organizzazioni
,
secondo
la
varietà
dei
mestieri
insegnandone
loro
il
modo
,
e
molti
di
essi
validamente
rassodarono
nella
via
del
dovere
,
mentre
erano
fortemente
adescati
dalle
associazioni
dei
socialisti
,
le
quali
,
con
incredibile
impudenza
,
si
spacciavano
per
uniche
tutrici
e
vindici
degli
umili
e
degli
oppressi
.
32
.
Ma
assai
opportunamente
l
'
enciclica
Rerum
novarum
dichiarava
che
,
nel
fondare
tali
associazioni
,
queste
si
dovevano
ordinare
e
governare
in
modo
da
somministrare
i
mezzi
più
adatti
e
spediti
al
conseguimento
del
fine
,
il
quale
consiste
in
questo
,
che
ciascuno
degli
associati
ne
tragga
il
maggior
aumento
possibile
di
benessere
fisico
,
economico
,
morale
;
ed
è
evidente
che
bisogna
avere
di
mira
,
come
.
scopo
principale
il
perfezionamento
religioso
e
morale
,
e
che
a
questo
perfezionamento
vuolsi
indirizzare
tutta
la
disciplina
sociale
(
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
42
)
.
Poiché
,
posto
il
fondamento
nella
religione
,
è
aperta
la
strada
a
regolare
le
mutue
attinenze
dei
soci
per
la
tranquillità
della
loro
convivenza
e
per
il
loro
benessere
economico
(
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
43
)
.
33
.
Ad
istituire
simili
sodalizi
,
si
consacrarono
dappertutto
con
lodevole
ardore
sacerdoti
e
laici
in
gran
numero
,
bramosi
di
attuare
davvero
integralmente
il
disegno
di
Leone
XIII
.
E
così
queste
associazioni
formarono
dei
lavoratori
schiettamente
cristiani
,
i
quali
sapevano
ben
congiungere
insieme
la
diligente
pratica
del
loro
mestiere
coi
salutari
precetti
della
religione
,
e
difendere
con
efficacia
e
fermezza
i
propri
interessi
e
diritti
temporali
,
mantenendo
il
debito
ossequio
alla
giustizia
e
il
sincero
intento
di
cooperare
con
le
altre
classi
della
società
al
rinnovamento
cristiano
di
tutta
la
vita
sociale
.
34
.
Questi
consigli
poi
e
questi
moniti
di
Leone
XIII
,
furono
messi
in
atto
dove
in
un
modo
dove
in
un
altro
,
secondo
le
varie
circostanze
nei
vari
luoghi
.
Così
in
alcuni
paesi
una
stessa
associazione
si
propose
di
raggiungere
tutti
quanti
gli
scopi
assegnati
dal
Pontefice
;
in
altre
,
così
richiedendo
e
consigliando
le
condizioni
locali
,
si
venne
a
una
certa
divisione
di
lavoro
e
furono
istituite
distinte
associazioni
,
di
cui
le
une
si
assumessero
la
difesa
dei
diritti
e
dei
legittimi
vantaggi
dei
soci
nei
contratti
di
lavoro
,
altre
si
occupassero
del
vicendevole
aiuto
da
prestarsi
nelle
cose
economiche
,
altre
finalmente
si
dedicassero
tutte
alla
cura
dei
doveri
morali
e
religiosi
e
di
altri
obblighi
simili
.
35
.
Questo
secondo
metodo
fu
adoperato
principalmente
là
dove
i
cattolici
non
potevano
formare
sindacati
cattolici
,
perché
impediti
o
dalle
leggi
del
paese
o
da
altre
tali
istituzioni
economiche
,
o
da
quel
lacrimevole
dissidio
delle
intelligenze
e
dei
cuori
,
tanto
largamente
disseminato
nella
società
moderna
,
e
dalla
stringente
necessità
di
resistere
con
fronte
unico
alle
schiere
irrompenti
dei
partiti
sovversivi
.
In
tali
circostanze
pare
che
i
cattolici
siano
quasi
costretti
ad
iscriversi
a
sindacati
neutri
,
i
quali
tuttavia
professino
sempre
la
giustizia
e
l
'
equità
e
lascino
ai
loro
soci
cattolici
la
piena
libertà
di
provvedere
alla
propria
coscienza
e
di
obbedire
alle
leggi
della
Chiesa
.
Spetta
però
ai
Vescovi
,
dove
secondo
le
circostanze
credano
necessarie
tali
associazioni
e
le
vedano
non
pericolose
per
la
religione
,
acconsentire
che
gli
operai
cattolici
vi
aderiscano
,
avendo
sempre
l
'
occhio
ai
principi
e
alle
garanzie
,
che
il
Nostro
Predecessore
Pio
X
,
di
s
.
m
.
,
raccomandava
(
Pio
X
,
enc
.
Singulari
quadam
,
del
24
sett
.
1912
)
:
delle
quali
garanzie
la
prima
e
principale
sia
questa
,
che
insieme
con
quei
sindacati
,
sempre
vi
siano
altri
sodalizi
,
i
quali
si
adoperino
con
diligenza
a
educare
profondamente
i
loro
soci
nella
parte
religiosa
e
morale
,
affinché
questi
possano
d
.
i
poi
compenetrare
le
associazioni
sindacali
di
quel
buono
spirito
,
con
cui
si
devono
reggere
in
tutta
la
loro
condotta
;
e
cosi
avverrà
che
tali
sodalizi
rechino
ottimi
frutti
,
anche
oltre
la
cerchia
dei
loro
soci
.
36
.
All
'
enciclica
leoniana
dunque
si
deve
attribuire
se
queste
associazioni
di
lavoratori
fiorirono
dappertutto
in
tal
modo
,
che
ormai
,
sebbene
purtroppo
ancora
inferiori
di
numero
alle
corporazioni
dei
socialisti
e
dei
comunisti
,
raccolgono
una
grandissima
moltitudine
di
operai
e
possono
vigorosamente
rivendicare
i
diritti
e
le
aspirazioni
legittime
dei
lavoratori
cristiani
,
tanto
nell
'
interno
della
propria
nazione
,
quanto
in
convegni
più
estesi
,
e
con
ciò
promuovere
i
salutari
principi
cristiani
intorno
alla
società
.
b
)
associazioni
fra
altre
classi
37
.
Oltre
ciò
,
le
verità
tanto
saggiamente
discusse
e
validarnente
propugnate
da
Leone
XIII
,
circa
il
diritto
naturale
di
associazioni
,
si
cominciarono
ad
applicare
con
facilità
anche
ad
altre
associazioni
e
non
solo
a
quelle
degli
operai
;
onde
alla
stessa
enciclica
leoniana
si
deve
in
non
poca
parte
il
tanto
rifiorire
di
simili
utilissime
associazioni
;
anche
tra
agricoltori
e
altre
classi
felicemente
si
unisce
al
vantaggio
economico
la
cultura
delle
anime
.
c
)
associazioni
padronali
38
.
Non
si
può
dire
lo
stesso
delle
Associazioni
vivamente
desiderate
dal
Nostro
Antecessore
,
tra
gli
imprenditori
di
lavoro
e
gli
industriali
.
Che
se
di
queste
dobbiamo
lamentare
la
scarsezza
,
ciò
non
si
deve
attribuire
unicamente
alla
volontà
delle
persone
,
ma
alle
difficoltà
molto
più
gravi
che
si
oppongono
a
consimili
associazioni
e
che
Noi
conosciamo
benissimo
e
teniamo
nel
giusto
conto
.
Ci
arride
tuttavia
la
ferma
speranza
che
anche
questi
impedimenti
si
possano
tra
breve
rimuovere
,
e
fin
d
'
ora
con
intima
consolazione
del
cuore
Nostro
salutiamo
alcuni
non
inutili
tentativi
fatti
in
questa
parte
,
i
cui
frutti
copiosi
ripromettono
una
più
ricca
messe
in
avvenire
(
cfr
.
Lettera
della
Sacra
Congregazione
del
Concilio
al
Vescovo
di
Lilla
,
5
giugno
1929
)
.
4
-
Conclusione
:
la
«
Rerum
Novarum
»
magna
charta
dell
'
ordine
sociale
39
.
Tutti
questi
benefici
dell
'
enciclica
leoniana
,
venerabili
Fratelli
e
diletti
Figli
,
da
noi
accennati
piuttosto
che
ricordati
,
sorvolando
piuttosto
che
illustrando
,
sono
tanti
e
così
grandi
che
dimostrano
chiaramente
come
quell
'
immortale
documento
sia
ben
lungi
dal
rappresentarci
un
ideale
di
società
umano
bellissimo
sì
,
ma
fantastico
e
troppo
lontano
dalle
vere
esigenze
economiche
dei
nostri
tempi
e
per
ciò
stesso
inattuabile
.
Per
contrario
,
essi
dimostrano
che
il
Nostro
Antecessore
attinse
dal
Vangelo
,
e
perciò
da
una
sorgente
sempre
viva
e
vitale
,
quelle
dottrine
che
possono
,
se
non
subito
comporre
,
mitigare
almeno
in
gran
parte
quella
lotta
esiziale
e
intestina
che
dilania
la
famiglia
umana
.
Che
poi
una
parte
di
quel
buon
seme
,
tanto
copiosamente
sparso
or
sono
quaranta
anni
,
sia
caduta
in
terra
buona
,
vediamo
dalle
messi
lietissime
che
la
Chiesa
di
Cristo
,
e
quindi
l
'
intero
gregge
umano
,
con
la
grazia
di
Dio
,
ne
ha
raccolto
a
sua
salvezza
.
E
ben
a
ragione
si
può
dire
che
l
'
enciclica
leoniana
nella
lunga
esperienza
si
è
dimostrata
come
la
Magna
Charta
,
sulla
quale
deve
posare
tutta
l
'
attività
cristiana
del
campo
sociale
come
sul
proprio
fondamento
.
Coloro
poi
che
mostrano
di
fare
poco
conto
di
quell
'
enciclica
e
della
sua
commemorazione
,
bisogna
ben
dire
che
,
o
bestemmiano
quel
che
non
sanno
,
o
non
capiscono
quello
di
cui
hanno
solo
una
superficiale
cognizione
,
o
se
la
capiscono
meritano
d
'
essere
solennemente
tacciati
d
'
ingiustizia
e
di
ingratitudine
.
40
.
Se
non
che
,
nello
stesso
decorso
di
anni
,
essendo
sorti
alcuni
dubbi
circa
la
retta
interpretazione
di
parecchi
punti
dell
'
enciclica
leoniana
o
circa
le
conseguenze
da
trarsene
,
dubbi
che
hanno
dato
origine
a
controversie
non
sempre
serene
fra
gli
stessi
cattolici
;
e
d
'
altra
parte
le
nuove
necessità
dei
nostri
tempi
e
la
mutata
condizione
delle
cose
richiedendo
una
più
accurata
applicazione
della
dottrina
leoniana
o
anche
qualche
aggiunta
,
cogliamo
ben
volentieri
questa
opportuna
occasione
per
soddisfare
,
quanto
è
da
Noi
,
ai
dubbi
e
alle
esigenze
dei
tempi
moderni
,
secondo
l
'
apostolico
Nostro
mandato
per
cui
siamo
a
tutti
debitori
(
cfr
.
Rom
1
,
14
)
.
II
-
LA
DOTTRINA
DELLA
CHIESA
IN
MATERIA
SOCIALE
ED
ECONOMICA
41
.
Ma
prima
di
iniziare
a
dare
queste
spiegazioni
,
occorre
premettere
il
principio
,
già
da
Leone
XIII
con
rara
chiarezza
stabilito
,
che
cioè
risiede
in
Noi
il
diritto
e
il
dovere
di
giudicare
con
suprema
autorità
intorno
a
siffatte
questioni
sociali
ed
economiche
(
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
13
)
.
Certo
alla
Chiesa
non
fu
affidato
l
'
ufficio
di
guidare
gli
uomini
a
una
felicità
solamente
temporale
e
caduca
,
ma
all
'
eterna
.
Anzi
non
vuole
né
deve
la
Chiesa
senza
giusta
causa
ingerirsi
nella
direzione
delle
cose
puramente
umane
(
enc
.
Ubi
arcano
del
23
dicembre
l922
)
.
In
nessun
modo
però
può
rinunziare
all
'
ufficio
da
Dio
assegnatole
,
d
'
intervenire
con
la
sua
autorità
,
non
nelle
cose
tecniche
,
per
le
quali
non
ha
né
i
mezzi
adatti
né
la
missione
di
trattare
,
ma
in
tutto
ciò
che
ha
attinenza
con
la
morale
.
Infatti
in
questa
materia
,
il
deposito
della
verità
a
Noi
commesso
da
Dio
e
il
dovere
gravissimo
impostoCi
di
divulgare
e
di
interpretare
tutta
la
legge
morale
ed
anche
di
esigerne
opportunamente
ed
importunamente
l
'
osservanza
,
sottopongono
ed
assoggettano
al
supremo
Nostro
giudizio
tanto
l
'
ordine
sociale
,
quanto
l
'
economico
.
42
.
Sebbene
l
'
economia
e
la
disciplina
morale
,
ciascuna
nel
suo
ambito
,
si
appoggino
sui
principi
propri
,
sarebbe
errore
affermare
che
l
'
ordine
economico
e
l
'
ordine
morale
siano
così
disparati
ed
estranei
l
'
uno
all
'
altro
,
che
il
primo
in
nessun
modo
dipenda
dal
secondo
.
Certo
,
le
leggi
,
che
si
dicono
economiche
,
tratte
dalla
natura
stessa
delle
cose
e
dall
'
indole
dell
'
anima
e
del
corpo
umano
,
stabiliscono
quali
limiti
nel
campo
economico
il
potere
dell
'
uomo
non
possa
e
quali
possa
raggiungere
,
e
con
quali
mezzi
;
e
la
stessa
ragione
,
dalla
natura
delle
cose
e
da
quella
individuale
e
sociale
dell
'
uomo
,
chiaramente
deduce
quale
sia
il
fine
da
Dio
Creatore
proposto
a
tutto
l
'
ordine
economico
.
43
.
Soltanto
la
legge
morale
è
quella
la
quale
,
come
ci
intima
di
cercare
nel
complesso
delle
nostre
azioni
il
fine
supremo
ed
ultimo
,
così
nei
particolari
generi
di
operosità
ci
dice
di
cercare
quei
fini
speciali
,
che
a
quest
'
ordine
di
operazioni
sono
stati
prefissi
dalla
natura
,
o
meglio
,
da
Dio
,
autore
della
natura
,
e
di
subordinare
armonicamente
questi
fini
particolari
al
fine
supremo
.
E
ove
a
tal
legge
da
noi
fedelmente
si
obbedisca
,
avverrà
che
tutti
i
fini
particolari
,
tanto
individuali
quanto
sociali
,
in
materia
economica
perseguiti
,
si
inseriranno
convenientemente
nell
'
ordine
universale
dei
fini
,
e
salendo
per
quelli
come
per
altrettanti
gradini
,
raggiungeremo
il
fine
ultimo
di
tutte
le
cose
,
che
è
Dio
,
bene
supremo
e
inesauribile
per
se
stesso
e
per
noi
.
1
-
Il
dominio
o
diritto
di
proprietà
44
.
Ed
ora
,
per
venire
ai
singoli
punti
,
cominciamo
dal
dominio
o
diritto
di
proprietà
.
Voi
conoscete
,
venerabili
Fratelli
e
diletti
Figli
,
come
il
Nostro
Predecessore
di
f
.
m
.
,
abbia
difeso
gagliardamente
il
diritto
di
proprietà
contro
gli
errori
dei
socialisti
del
suo
tempo
,
dimostrando
che
l
'
abolizione
della
proprietà
privata
tornerebbe
,
non
a
vantaggio
,
ma
a
estrema
rovina
della
classe
operaia
.
E
poiché
vi
ha
di
quelli
che
,
con
la
più
ingiuriosa
delle
calunnie
,
accusano
il
Sommo
Pontefice
e
la
Chiesa
stessa
,
quasi
abbia
preso
o
prenda
ancora
le
parti
dei
ricchi
contro
i
proletari
,
e
poiché
tra
i
cattolici
stessi
si
riscontrano
dissensi
intorno
alla
vera
e
schietta
sentenza
leoniana
,
Ci
sembra
bene
ribattere
ogni
calunnia
contro
quella
dottrina
,
che
è
la
cattolica
,
su
questo
argomento
,
e
difenderla
da
false
interpretazioni
.
a
)
sua
indole
individuale
e
sociale
45
.
In
primo
luogo
,
si
ha
da
ritenere
per
certo
,
che
né
Leone
XIII
né
i
teologi
che
insegnarono
sotto
la
guida
e
il
vigile
magistero
della
Chiesa
,
negarono
mai
o
misero
in
dubbio
la
doppia
specie
di
proprietà
,
detta
individuale
e
sociale
,
secondo
che
riguarda
gli
individui
o
spetta
al
bene
comune
;
ma
hanno
sempre
unanimemente
affermato
che
il
diritto
del
dominio
privato
viene
largito
agli
uomini
dalla
natura
,
cioè
dal
Creatore
stesso
,
sia
perché
gli
individui
possano
provvedere
a
sé
e
alla
famiglia
,
sia
perché
,
grazie
a
tale
istituto
,
i
beni
del
Creatore
,
essendo
destinati
a
tutta
l
'
umana
famiglia
,
servano
veramente
a
questo
fino
;
il
che
in
nessun
modo
si
potrebbe
ottenere
senza
l
'
osservanza
di
un
ordine
certo
e
determinato
.
46
.
Pertanto
occorre
guardarsi
diligentemente
dall
'
urtare
contro
un
doppio
scoglio
.
Giacché
,
come
negando
o
affievolendo
il
carattere
sociale
e
pubblico
del
diritto
di
proprietà
si
cade
e
si
rasenta
il
cosiddetto
«
individualismo
»
,
così
respingendo
e
attenuando
il
carattere
privato
e
individuale
del
medesimo
diritto
,
necessariamente
si
precipita
nel
«
collettivismo
»
o
almeno
si
sconfina
verso
le
sue
teorie
.
E
chi
non
tenga
presente
queste
considerazioni
,
va
logicamente
a
cadere
negli
scogli
del
modernismo
murale
,
giuridico
e
sociale
,
da
Noi
denunciati
nella
Nostra
prima
enciclica
(
enc
.
Ubi
arcano
del
23
dicembre
1922
)
.
E
di
ciò
si
persuadano
coloro
specialmente
che
,
amanti
delle
novità
,
non
si
peritano
d
'
incolpare
la
Chiesa
con
vituperose
calunnie
,
quasi
abbia
permesso
che
nella
dottrina
dei
teologi
s
'
infiltrasse
il
concetto
pagano
della
proprietà
,
al
quale
bisognerebbe
assolutamente
sostituire
un
altro
,
che
con
strana
ignoranza
essi
chiamano
cristiano
.
b
)
doveri
inerenti
alla
proprietà
47
.
Per
contenere
poi
nei
giusti
limiti
le
controversie
,
sorti
ultimamente
intorno
alla
proprietà
e
ai
doveri
a
essa
inerenti
,
rimanga
fermo
anzitutto
il
fondamento
stabilito
da
Leone
XIII
:
che
il
diritto
cioè
di
proprietà
si
distingue
dall
'
uso
di
esso
(
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
19
)
.
La
giustizia
,
infatti
,
che
si
dice
commutativa
,
vuole
che
sia
scrupolosamente
mantenuta
la
divisione
dei
beni
,
e
che
non
si
invada
il
diritto
altrui
col
trapassare
i
limiti
del
dominio
proprio
;
che
poi
i
padroni
non
usino
se
non
onestamente
della
proprietà
,
ciò
non
è
ufficio
di
questa
speciale
giustizia
,
ma
di
altre
virtù
,
dei
cui
doveri
non
si
può
esigere
l
'
adempimento
per
vie
giuridiche
(
cfr
.
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
19
)
.
Onde
a
torto
certuni
pretendono
che
la
proprietà
e
l
'
onesto
uso
di
essa
siano
ristretti
dentro
gli
stessi
confini
;
e
molto
più
è
contrario
a
verità
il
dire
che
il
diritto
di
proprietà
venga
meno
o
si
perda
per
l
'
abuso
o
il
non
uso
che
se
ne
faccia
.
48
.
Per
il
che
compiono
opera
salutare
e
degna
di
ogni
encomio
tutti
quelli
che
,
salva
la
concordia
degli
animi
e
l
'
integrità
della
dottrina
,
quale
fu
sempre
predicata
dalla
Chiesa
,
si
studiano
di
definire
l
'
intima
natura
e
i
limiti
di
questi
doveri
,
coi
quali
o
il
diritto
stesso
di
proprietà
ovvero
l
'
uso
o
l
'
esercizio
del
dominio
vengono
circoscritti
dalle
necessità
della
convivenza
sociale
.
S
'
ingannano
invece
ed
errano
coloro
che
si
studiano
di
sminuire
talmente
il
carattere
individuale
della
proprietà
,
da
giungere
di
fatto
a
distruggerla
.
c
)
poteri
dello
Stato
sulla
proprietà
49
.
E
veramente
dal
carattere
stesso
della
proprietà
,
che
abbiamo
detta
individuale
insieme
e
sociale
,
si
deduce
che
in
questa
materia
gli
uomini
debbono
aver
riguardo
non
solo
al
proprio
vantaggio
,
ma
altresì
al
bene
comune
.
La
determinazione
poi
di
questi
doveri
in
particolare
e
secondo
le
circostanze
,
e
quando
non
sono
già
indicati
dalla
legge
di
natura
,
è
ufficio
dei
pubblici
poteri
.
Onde
la
pubblica
autorità
può
con
maggior
cura
specificare
,
considerata
la
vera
necessità
del
bene
comune
e
tenendo
sempre
innanzi
agli
occhi
la
legge
naturale
e
divina
,
che
cosa
sia
lecito
ai
possidenti
e
che
cosa
no
,
nell
'
uso
dei
propri
beni
.
Anzi
Leone
XIII
aveva
sapientemente
sentenziato
:
avere
Dio
lasciato
all
'
industria
degli
uomini
e
alle
istituzioni
dei
popoli
la
delimitazione
delle
proprietà
private
(
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
7
)
.
E
invero
,
come
dalla
storia
si
provi
che
,
al
pari
degli
altri
elementi
della
vita
sociale
,
la
proprietà
non
sia
affatto
immobile
.
Noi
stessi
già
lo
dichiarammo
con
le
seguenti
parole
:
Quante
diverse
forme
concrete
ha
avuto
la
proprietà
dalla
primitiva
forma
dei
popoli
selvaggi
,
della
quale
ancora
ai
dì
nostri
si
può
avere
una
certa
esperienza
,
a
quella
proprietà
nei
tempi
e
nelle
forme
patriarcali
,
e
poi
via
via
nelle
diverse
forme
tiranniche
(
diciamo
nel
significato
classico
della
parola
)
,
poi
attraverso
le
forme
feudali
,
poi
in
quelle
monarchiche
e
in
tutte
le
forme
susseguenti
dell
'
età
moderna
(
Alloc
.
al
Comitato
dell
'A.C
.
per
l
'
Italia
,
16
maggio
1926
)
.
La
pubblica
autorità
però
,
come
è
evidente
,
non
può
usare
arbitrariamente
di
tale
suo
diritto
;
poichè
bisogna
che
rimanga
sempre
intatto
e
inviolato
il
diritto
naturale
di
proprietà
privata
e
di
trasmissione
ereditaria
dei
propri
beni
,
diritto
che
lo
Stato
non
può
sopprimere
,
perché
l
'
uomo
é
anteriore
allo
Stato
(
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
6
)
,
ed
anche
perché
il
domestico
consorzio
è
logicamente
e
storicamente
anteriore
al
civile
(
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
l0
)
.
Perciò
il
sapientissimo
Pontetice
aveva
già
dichiarato
non
essere
lecito
allo
Stato
di
aggravare
tanto
con
imposte
e
tasse
esorbitanti
la
proprietà
privata
da
renderla
quasi
stremata
.
Poichè
non
derivando
il
diritto
di
proprietà
privata
da
legge
umana
,
ma
da
legge
naturale
,
lo
Stato
non
può
annientarlo
,
ma
semplicemente
temperarne
l
'
uso
e
armonizzarlo
col
bene
comune
(
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
35
)
.
Quando
poi
la
pubblica
autorità
mette
così
d
'
accordo
i
primati
domìni
con
le
necessità
del
bene
comune
,
non
fa
opera
ostile
ma
piuttosto
amichevole
verso
i
padroni
privati
,
come
quella
che
in
tal
modo
validamente
impedisce
che
il
privato
possesso
dei
beni
,
voluto
dal
sapientissimo
Autore
della
natura
a
sussidio
della
vita
umana
,
generi
danni
intollerabili
e
così
vada
in
rovina
;
né
abolisce
i
privati
possessi
,
ma
li
assicura
;
né
indebolisce
la
proprietà
privata
,
ma
la
rinvigorisce
.
d
)
i
redditi
liberi
50
.
Non
sono
neppure
abbandonate
per
intero
al
capriccio
dell
'
uomo
le
libere
entrate
di
lui
,
quelle
cioè
di
cui
egli
non
abbisogna
per
un
tenore
di
vita
conveniente
e
decorosa
;
ché
anzi
la
sacra
Scrittura
e
i
santi
Padri
chiarissimamente
e
continuamente
denunciano
ai
ricchi
il
gravissimo
precetto
da
cui
sono
tenuti
,
di
esercitare
l
'
elemosina
,
la
beneficenza
,
la
liberalità
.
51
.
L
'
impiegare
però
più
copiosi
proventi
in
opere
che
diano
più
larga
opportunità
di
lavoro
,
purché
tale
lavoro
sia
per
procurare
beni
veramente
utili
,
dai
principi
dell
'
Angelico
Dottore
(
cfr
.
S
.
Thom
.
,
Summ
.
Theol
.
,
II
-
II
,
q
.
134
)
si
può
dedurre
che
non
solo
ciò
è
immune
da
ogni
vizio
o
morale
imperfezione
,
ma
deve
ritenersi
per
opera
cospicua
della
virtù
della
magnificenza
,
in
tutto
corrispondente
alle
necessità
dei
tempi
.
e
)
titoli
della
proprietà
52
.
Che
la
proprietà
poi
originariamente
si
acquisti
e
con
l
'
occupazione
di
una
cosa
senza
padrone
(
res
nullius
)
e
con
l
'
industria
e
il
lavoro
,
ossia
con
la
«
specificazione
»
,
come
si
suol
dire
,
è
chiaramente
attestato
sia
dalla
tradizione
di
tutti
i
tempi
,
sia
dall
'
insegnamento
del
Pontefice
Leone
XIII
,
Nostro
Predecessore
.
Non
si
reca
infatti
torto
a
nessuno
,
checché
alcuni
dicano
in
contrario
,
quando
si
prende
possesso
di
una
cosa
che
è
in
balia
del
pubblico
,
ossia
non
è
di
nessuno
;
l
'
industria
poi
che
da
un
uomo
si
eserciti
in
proprio
nome
e
con
la
quale
si
aggiunga
una
nuova
forma
o
un
aumento
di
valore
,
basta
da
sola
perché
questi
frutti
si
aggiudichino
a
chi
vi
ha
lavorato
attorno
.
2
-
Capitale
e
lavoro
53
.
Assai
diversa
è
la
natura
del
lavoro
,
che
si
presta
ad
altri
e
si
esercita
sopra
il
capitale
altrui
.
A
questo
lavoro
soprattutto
si
addice
quel
che
Leone
XIII
disse
essere
cosa
verissima
:
cioè
che
non
d
'
altronde
è
prodotta
la
pubblica
ricchezza
,
se
non
dal
lavoro
degli
operai
(
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
37
)
.
Non
vediamo
noi
infatti
con
gli
occhi
nostri
,
come
l
'
ingente
somma
dei
beni
,
di
cui
è
fatta
la
ricchezza
degli
uomini
,
esce
prodotta
dalle
mani
degli
operai
,
le
quali
o
lavorano
da
sole
,
o
mirabilmente
moltiplicano
la
loro
efficienza
valendosi
di
strumenti
,
ossia
di
macchine
?
Non
v
'
è
anzi
chi
ignori
come
nessun
popolo
mai
dalla
penuria
e
dall
'
indigenza
sia
arrivato
a
una
migliore
o
più
alta
fortuna
,
se
non
mediante
un
grande
lavoro
compiuto
insieme
da
tutti
quelli
del
paese
,
tanto
da
coloro
che
dirigono
,
quanto
da
coloro
che
eseguiscono
.
Ma
non
meno
chiaro
apparisce
che
quei
sommi
sforzi
sarebbero
riusciti
del
tutto
inutili
,
anzi
non
sarebbe
stato
neppure
possibile
il
tentarli
,
se
Dio
Creatore
di
tutti
non
avesse
prima
largito
,
per
sua
bontà
,
le
ricchezze
e
il
capitale
naturale
,
i
sussidi
e
le
forze
della
natura
.
Che
cosa
è
infatti
lavorare
se
non
adoperare
ed
esercitare
le
forze
dell
'
animo
e
del
corpo
,
circa
queste
cose
e
con
queste
cose
medesime
?
Richiede
poi
la
legge
di
natura
e
la
volontà
di
Dio
,
dopo
la
promulgazione
di
questa
legge
,
che
si
osservi
il
retto
ordine
nell
'
applicare
agli
usi
umani
il
capitale
naturale
;
e
tale
ordine
consiste
in
ciò
,
che
ogni
cosa
abbia
il
suo
padrone
.
54
.
Di
qui
avviene
che
,
tolto
il
caso
che
altri
lavorino
intorno
al
proprio
capitale
,
tanto
l
'
opera
altrui
quanto
l
'
altrui
capitale
debbono
associarsi
in
un
comune
consorzio
,
perché
l
'
uno
senza
l
'
altro
non
valgono
a
produrre
nulla
.
Il
che
fu
bene
osservato
da
Leone
XIII
,
quando
scrisse
:
Non
può
sussistere
capitale
senza
lavoro
,
né
lavoro
senza
capitale
(
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
16
)
.
Per
cui
è
del
tutto
falso
ascrivere
o
al
solo
capitale
o
al
solo
lavoro
ciò
che
si
ottiene
con
l
'
opera
unita
dell
'
uno
e
dell
'
altro
;
ed
è
affatto
ingiusto
che
l
'
uno
arroghi
a
sé
quel
che
si
fa
,
negando
l
'
efficacia
dell
'
altro
.
a
)
ingiuste
rivendicazioni
del
capitale
55
.
Per
lungo
tempo
certamente
il
capitale
troppo
aggiudicò
a
sé
stesso
.
Quanto
veniva
prodotto
e
i
frutti
che
se
ne
ricavavano
,
ogni
cosa
il
capitale
prendeva
per
sé
,
lasciando
appena
all
'
operaio
tanto
che
bastasse
a
ristorare
le
forze
e
a
riprodurre
.
Giacché
andavano
dicendo
che
per
una
legge
economica
affatto
ineluttabile
,
tutta
la
somma
del
capitale
apparteneva
ai
ricchi
,
e
per
la
stessa
legge
gli
operai
dovevano
rimanere
in
perpetuo
nella
condizione
di
proletari
,
costretti
cioè
a
un
tenore
di
vita
precario
e
meschino
.
E
'
bensì
vero
che
con
questi
principi
dei
liberali
,
che
volgarmente
si
denominano
di
Manchester
,
l
'
azione
pratica
non
si
accordava
né
sempre
né
dappertutto
;
pure
non
si
può
negare
che
gli
istituti
economico
-
sociali
avevano
mostrato
di
piegare
verso
quei
principi
con
vero
e
costante
sforzo
.
Ora
,
che
queste
false
opinioni
,
questi
fallaci
supposti
siano
stati
fortemente
combattuti
,
e
non
da
coloro
solo
che
per
essi
venivano
privati
del
naturale
diritto
di
procurarsi
una
migliore
condizione
di
vita
,
nessuno
vi
sarà
che
se
ne
meravigli
.
b
)
ingiuste
rivendicazioni
del
lavoro
56
.
Perciò
agli
operai
angariati
,
si
accostarono
i
cosiddetti
intellettuali
,
contrapponendo
a
una
legge
immaginaria
un
principio
morale
parimenti
immaginario
:
che
cioè
quanto
si
produce
e
si
percepisce
di
reddito
,
trattone
quel
tante
che
basti
a
risarcire
e
riprodurre
il
capitale
,
si
deve
di
diritto
all
'
operaio
.
Questo
errore
,
quanto
è
più
lusinghevole
di
quello
di
vari
socialisti
,
i
quali
affermano
che
tutto
ciò
che
serve
alla
produzione
si
ha
da
trasfondere
allo
Stato
,
o
come
dicono
da
«
socializzare
»
,
tanto
è
più
pericoloso
e
più
atto
a
ingannare
gli
incauti
:
blando
veleno
,
che
fu
avidamente
sorbito
da
molti
,
che
un
aperto
socialismo
non
aveva
mai
potuto
trarre
in
inganno
.
c
)
principio
direttivo
di
giusta
ripartizione
57
.
Certo
,
ad
impedire
che
con
queste
false
teorie
non
si
chiudesse
l
'
adito
alla
giustizia
e
alla
pace
tanto
per
il
capitale
quanto
per
il
lavoro
,
avrebbero
dovuto
giovare
le
sapienti
parole
del
Nostro
Predecessore
,
che
cioè
la
terra
,
sebbene
divisa
tra
i
privati
,
resta
nondimeno
a
servizio
e
utilità
di
tutti
,
(
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
7
)
.
E
ciò
stesso
Noi
pure
abbiamo
insegnato
poc
'
anzi
nel
riaffermare
che
la
spartizione
dei
beni
in
private
proprietà
è
stabilita
dalla
natura
stessa
,
affinché
le
cose
create
possano
dare
agli
uomini
tale
comune
utilità
stabilmente
e
con
ordine
.
Il
che
conviene
tenere
di
continuo
presente
,
se
non
si
vuole
uscire
dal
retto
sentiero
della
verità
.
58
.
Ora
,
non
ogni
distribuzione
di
beni
e
di
ricchezze
tra
gli
uomini
è
tale
da
ottenere
il
fine
inteso
da
Dio
o
pienamente
o
con
quella
perfezione
che
si
deve
.
Onde
è
necessario
che
le
ricchezze
le
quali
si
amplificano
di
continuo
grazie
ai
progressi
economici
e
sociali
,
vengano
attribuite
ai
singoli
individui
e
alle
classi
in
modo
che
resti
salva
quella
comune
utilità
di
tutti
,
lodata
da
Leone
XIII
,
ovvero
,
per
dirla
con
altre
parole
,
perché
si
serbi
integro
il
bene
comune
dell
'
intera
società
.
Per
questa
legge
di
giustizia
sociale
non
può
una
classe
escludere
l
'
altra
dalla
partecipazione
degli
utili
.
Che
se
perciò
è
violata
questa
legge
dalla
classe
dei
ricchi
,
quando
spensierati
nell
'
abbondanza
dei
loro
beni
stimano
naturale
quell
'
ordine
di
cose
,
che
riesce
tutto
a
loro
favore
e
niente
a
favore
dell
'
operaio
;
è
non
meno
violata
dalla
classe
proletaria
,
quando
,
aizzata
per
la
violazione
della
giustizia
e
tutta
intesa
a
rivendicare
il
suo
solo
diritto
,
di
cui
è
conscia
,
esige
tutto
per
sé
,
siccome
prodotto
dalle
sue
mani
,
e
quindi
combatte
e
vuole
abolita
la
proprietà
e
i
redditi
o
proventi
non
procacciati
con
il
lavoro
,
di
qualunque
genere
siano
o
di
qualsiasi
ufficio
facciano
le
veci
nell
'
umana
convivenza
,
e
ciò
non
per
altra
ragione
se
non
perché
son
tali
.
59
.
E
a
questo
proposito
occorre
osservare
che
fuori
di
argomento
e
bene
a
torto
applicano
alcuni
le
parole
dell
'
Apostolo
:
chi
non
vuole
lavorare
non
mangi
(
2
Tess
3
,
10
)
,
perché
la
sentenza
dell
'
Apostolo
è
proferita
contro
quelli
che
si
astengono
dal
lavoro
,
quando
potrebbero
e
dovrebbero
lavorare
,
e
ammonisce
a
usare
alacremente
del
tempo
e
delle
forze
del
corpo
e
dell
'
anima
,
né
aggravare
gli
altri
,
quando
da
noi
stessi
ci
possiamo
provvedere
;
ma
non
insegna
punto
che
il
lavoro
sia
l
'
unico
titolo
per
ricevere
vitto
e
proventi
(
cfr
.
2
Tess
3,8-10
)
.
60
.
A
ciascuno
dunque
si
deve
attribuire
la
sua
parte
di
beni
e
bisogna
procurare
che
la
distribuzione
dei
beni
creati
,
la
quale
ognuno
vede
quanto
ora
sia
causa
di
disagio
,
per
il
grande
squilibrio
fra
i
pochi
straricchi
e
gli
innumerevoli
indigenti
,
venga
ricondotta
alla
conformità
con
le
norme
del
bene
comune
e
della
giustizia
sociale
.
3
-
La
elevazione
dei
proletari
61
.
Tale
è
l
'
intento
che
il
Nostro
Predecessore
proclamò
doversi
raggiungere
:
la
elevazione
del
proletario
.
E
ciò
si
deve
asserire
tanto
più
forte
e
ripetere
tanto
più
instantemente
,
in
quanto
non
di
rado
le
prescrizioni
così
salutari
del
Pontefice
furono
messe
in
dimenticanza
,
o
perché
di
proposito
passate
sotto
silenzio
,
o
perché
l
'
eseguirle
si
reputò
non
possibile
,
mentre
pure
e
si
possono
e
si
debbono
eseguire
.
Né
sono
esse
diventate
ai
nostri
giorni
meno
sagge
ed
efficaci
perché
meno
imperversa
oggi
quell
'
orrendo
«
pauperismo
»
da
Leone
XIII
considerato
.
Certo
,
la
condizione
degli
operai
s
'
è
fatta
migliore
e
più
equa
.
massime
negli
Stati
più
colti
e
nelle
Nazioni
più
grandi
,
dove
non
si
può
dire
che
tutti
gli
operai
siano
afflitti
dalla
miseria
o
travagliati
dal
bisogno
.
Ma
dopo
che
le
arti
meccaniche
e
le
industrie
dell
'
uomo
sono
penetrate
e
si
sono
diffuse
con
tanta
rapidità
in
regioni
senza
numero
,
tanto
nelle
terre
che
si
dicono
nuove
,
quanto
nei
regni
del
lontano
Oriente
,
già
famosi
per
antichissima
civiltà
,
è
cresciuta
smisuratamente
la
moltitudine
dei
proletari
bisognosi
,
e
i
loro
gemiti
gridano
a
Dio
dalla
terra
.
S
'
aggiunga
il
grandissimo
esercito
di
braccianti
della
campagna
,
ridotti
ad
una
infima
condizione
di
vita
e
privi
di
speranza
d
'
ottenere
mai
alcuna
porzione
di
suolo
(
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
35
)
e
quindi
sottoposti
in
perpetuo
alla
condizione
proletaria
,
se
non
si
adoperino
rimedi
convenevoli
ed
efficaci
.
62
.
Ma
benché
sia
verissimo
che
la
condizione
proletaria
debba
ben
distinguersi
dal
pauperismo
,
pure
la
stessa
foltissima
moltitudine
dei
proletari
è
un
argomento
ineluttabile
,
che
le
ricchezze
tanto
copiosamente
cresciute
in
questo
nostro
secolo
detto
dell
'
industrialismo
,
non
sono
rettamente
distribuite
e
applicate
alle
diverse
classi
di
uomini
.
63
,
È
necessario
dunque
con
tutte
le
forze
procurare
che
in
avvenire
i
capitali
guadagnati
non
si
accumulino
se
non
con
equa
proporzione
presso
i
ricchi
,
e
si
distribuiscano
con
una
certa
ampiezza
fra
i
prestatori
di
opera
,
non
perché
questi
rallentino
nel
lavoro
,
essendo
l
'
uomo
nato
al
lavoro
come
l
'
uccello
al
volo
,
ma
perché
con
la
economia
aiutino
il
loro
avere
,
e
amministrando
con
saggezza
l
'
aumentata
proprietà
possano
più
facilmente
e
tranquillamente
sostenere
i
pesi
della
famiglia
,
e
usciti
da
quell
'
incerta
sorte
di
vita
,
in
cui
si
dibatte
il
proletariato
,
non
solo
siano
in
grado
di
sopportare
le
vicende
della
vita
,
ma
possano
ripromettersi
che
alla
loro
morte
saranno
convenientemente
provveduti
quelli
che
lasciano
dopo
di
sé
.
64
.
Tutti
questi
suggerimenti
furono
dal
Nostro
Predecessore
non
soltanto
insinuati
,
ma
apertamente
proclamati
e
Noi
con
questa
Nostra
Enciclica
torniamo
a
vivamente
inculcarli
.
Che
se
ora
non
si
prende
finalmente
a
metterli
in
esecuzione
senza
indugio
e
con
ogni
vigore
,
niuno
potrebbe
ripromettersi
passibile
un
'
efficace
difesa
dell
'
ordine
pubblico
e
della
tranquillità
sociale
contro
i
seminatori
di
novità
sovversive
.
4
-
Il
giusto
salario
65
.
Ma
tale
attuazione
non
sarà
possibile
se
i
proletari
non
giungeranno
,
con
la
diligenza
e
con
il
risparmio
,
a
farsi
un
qualche
modesto
patrimonio
,
come
abbiamo
detto
riferendoci
alla
dottrina
del
Nostro
Predecessore
Leone
XIII
.
Orbene
,
chi
per
guadagnarsi
il
vitto
e
il
necessario
alla
vita
altro
non
ha
che
il
lavoro
,
come
potrà
,
pur
vivendo
parcamente
,
mettersi
da
parte
qualche
fortuna
se
non
con
la
paga
,
che
trae
dal
lavoro
?
Affrontiamo
dunque
la
questione
del
salario
,
da
Leone
XIII
definita
assai
importante
(
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
34
)
,
svolgendone
e
dichiarandone
,
ove
occorra
,
la
dottrina
e
i
precetti
.
A
)
il
contratto
di
lavoro
non
è
di
sua
natura
ingiusto
66
.
E
da
prima
l
'
affermazione
che
il
contratto
di
offerta
di
prestazione
d
'
opera
sia
di
sua
natura
ingiusto
,
e
quindi
si
debba
sostituire
con
contratto
di
società
,
è
affermazione
gratuita
e
calunniosa
contro
il
Nostro
Predecessore
,
la
cui
enciclica
Rerum
novarum
non
solo
lo
ammette
,
ma
ne
tratta
a
lungo
sul
modo
di
disciplinarlo
secondo
le
norme
della
giustizia
.
67
.
Tuttavia
,
nelle
odierne
condizioni
sociali
,
stimiamo
sia
cosa
più
prudente
che
,
quando
è
possibile
,
il
contratto
del
lavoro
venga
temperato
alquanto
col
contratto
di
società
,
come
già
si
è
incominciato
a
fare
in
diverse
maniere
,
con
non
poco
vantaggio
degli
operai
stessi
e
dei
padroni
.
Così
gli
operai
diventano
cointeressati
o
nella
proprietà
o
nell
'
amministrazione
,
e
compartecipi
in
certa
misura
dei
lucri
percepiti
.
68
.
Né
la
giusta
proporzione
del
salario
deve
calcolarsi
da
un
solo
titolo
,
ma
da
più
,
come
già
sapientemente
aveva
dichiarato
Leone
XIII
scrivendo
:
Il
determinare
la
mercede
secondo
la
giustizia
dipende
da
molte
considerazioni
(
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
17
)
.
Con
le
quali
parole
fin
da
allora
confutò
la
leggerezza
di
coloro
i
quali
credono
facilmente
,
ricorrendo
a
un
'
unica
misura
,
e
questa
,
ben
lontana
dalla
realtà
.
69
.
Sono
certamente
in
errore
coloro
i
quali
non
dubitano
di
proclamare
come
principio
,
che
tanto
vale
il
lavoro
ed
altrettanto
deve
essere
rimunerato
,
quanto
valgono
i
frutti
da
esso
prodotti
,
e
perciò
il
prestatore
del
lavoro
ha
il
diritto
di
esigere
quanto
si
è
ottenuto
col
suo
lavoro
:
principio
la
cui
assurdità
apparisce
anche
da
quanto
abbiamo
esposto
,
trattando
della
proprietà
.
B
)
carattere
individuale
e
sociale
del
lavoro
70
.
Ora
è
facile
intendere
che
oltre
al
carattere
personale
e
individuale
deve
considerarsi
il
carattere
sociale
,
come
della
proprietà
,
così
anche
del
lavoro
,
massime
di
quello
che
per
contratto
si
cede
ad
altri
;
giacché
se
non
sussiste
un
corpo
veramente
sociale
o
organico
,
se
un
ordine
sociale
e
giuridico
non
tutela
l
'
esercizio
del
lavoro
,
se
le
varie
parti
,
le
une
dipendenti
dalle
altre
,
non
si
collegano
fra
di
loro
e
mutuamente
non
si
compiono
,
se
,
quel
che
è
più
,
non
si
associano
,
quasi
a
formare
una
cosa
sola
,
l
'
intelligenza
,
il
capitale
,
il
lavoro
,
l
'
umana
attività
non
può
produrre
i
suoi
frutti
;
e
quindi
non
si
potrà
valutare
giustamente
né
retribuire
adeguatamente
,
dove
non
si
tenga
conto
della
sua
natura
sociale
e
individuale
.
C
)
tre
punti
da
tener
presenti
71
.
Da
questo
doppio
carattere
,
insito
nella
natura
stessa
del
lavoro
umano
,
sgorgano
gravissime
conseguenze
,
a
norma
delle
quali
il
salario
vuole
essere
regolato
e
determinato
.
a
)
il
sostentamento
dell
'
operaio
e
della
sua
famiglia
72
.
In
primo
luogo
,
all
'
operaio
si
deve
dare
una
mercede
che
basti
al
sostentamento
di
lui
e
della
sua
famiglia
(
cfr
.
enc
.
Casti
connubii
del
31
dicembre
1930
)
.
È
bensì
giusto
che
anche
il
resto
della
famiglia
,
ciascuno
secondo
le
sue
forze
,
contribuisca
al
comune
Sostentamento
,
come
già
si
vede
in
pratica
specialmente
nelle
famiglie
dei
contadini
,
e
anche
in
molte
di
quelle
degli
artigiani
e
dei
piccoli
commercianti
;
ma
non
bisogna
che
si
abusi
dell
'
età
dei
fanciulli
né
della
debolezza
della
donna
.
Le
madri
di
famiglia
prestino
l
'
opera
loro
in
casa
sopra
tutto
o
nelle
vicinanze
della
casa
,
attendendo
alle
faccende
domestiche
.
Che
poi
le
madri
di
famiglia
,
per
la
scarsezza
del
salario
del
padre
,
siano
costrette
ad
esercitare
un
'
arte
lucrativa
fuori
delle
pareti
domestiche
,
trascurando
così
le
incombenze
e
i
doveri
loro
propri
,
e
particolarmente
la
cura
e
l
'
educazione
dei
loro
bambini
,
è
un
pessimo
disordine
,
che
si
deve
con
ogni
sforzo
eliminare
.
Bisogna
dunque
fare
di
tutto
perché
i
padri
di
famiglia
percepiscano
una
mercede
tale
che
basti
per
provvedere
convenientemente
alle
comuni
necessità
domestiche
.
Che
se
nelle
presenti
circostanze
della
società
ciò
non
sempre
si
potrà
fare
,
la
giustizia
sociale
richiede
che
s
'
introducano
quanto
prima
quelle
mutazioni
che
assicurino
ad
ogni
operaio
adulto
siffatti
salari
.
Sono
altresì
meritevoli
di
lode
tutti
quelli
che
con
saggio
e
utile
divisamento
hanno
sperimentato
e
tentano
diverse
vie
,
onde
la
mercede
del
lavoro
si
retribuisca
con
tale
corrispondenza
ai
pesi
della
famiglia
,
che
,
aumentando
questi
,
anche
quella
si
somministri
più
larga
;
e
anzi
,
se
occorra
,
si
soddisfaccia
alle
necessità
straordinarie
.
b
)
la
condizione
dell
'
azienda
73
.
Nello
stabilire
la
quantità
della
mercede
si
deve
tener
conto
anche
dello
stato
dell
'
azienda
e
dell
'
imprenditore
di
essa
;
perché
è
ingiusto
chiedere
esagerati
salari
,
quando
l
'
azienda
non
li
può
sopportare
senza
la
rovina
propria
e
la
conseguente
calamità
degli
operai
.
È
però
vero
che
se
il
minor
guadagno
che
essa
fa
è
dovuto
a
indolenza
,
a
inesattezza
e
a
noncuranza
del
progresso
tecnico
ed
economico
,
questa
non
sarebbe
da
stimarsi
giusta
causa
per
diminuire
la
mercede
agli
operai
.
Che
se
l
'
azienda
medesima
non
ha
tante
entrate
che
bastino
per
dare
un
equo
salario
agli
operai
,
o
perché
è
oppressa
da
ingiusti
gravami
,
o
perché
è
costretta
a
vendere
i
suoi
prodotti
ad
un
prezzo
minore
del
giusto
,
coloro
che
così
la
opprimono
si
fanno
rei
di
grave
colpa
;
perché
costoro
privano
della
giusta
mercede
gli
operai
;
i
quali
,
spinti
dalla
necessità
,
sono
costretti
a
contentarsi
di
un
salario
inferiore
al
giusto
.
74
.
Tutti
adunque
,
e
operai
e
padroni
,
in
unione
di
forza
e
di
mente
,
si
adoperino
a
vincere
tutti
gli
ostacoli
e
le
difficoltà
,
e
siano
aiutati
in
quest
'
opera
tanto
salutare
dalla
sapiente
provvidenza
dei
pubblici
poteri
.
Che
se
poi
il
caso
fosse
arrivato
all
'
estremo
,
allora
dovrà
deliberarsi
se
l
'
azienda
possa
proseguire
nella
sua
impresa
,
o
se
sia
da
provvedere
in
altro
modo
agli
operai
.
Nel
qual
punto
,
che
è
certo
gravissimo
,
bisogna
che
si
stringa
ed
operi
efficacemente
una
certa
colleganza
e
concordia
cristiana
tra
padroni
e
operai
.
c
)
La
necessità
del
bene
comune
75
.
Finalmente
la
quantità
del
salario
deve
contemperarsi
col
pubblico
bene
economico
.
Già
abbiamo
detto
quanto
giovi
a
questa
prosperità
o
bene
comune
,
che
gli
operai
mettano
da
parte
la
porzione
di
salario
,
che
loro
sopravanza
alle
spese
necessarie
,
per
giungere
a
poco
a
poco
a
un
modesto
patrimonio
;
ma
non
è
da
trascurare
un
altro
punto
di
importanza
forse
non
minore
e
ai
nostri
tempi
affatto
necessario
,
che
cioè
a
coloro
i
quali
e
possono
e
vogliono
lavorare
,
si
dia
opportunità
di
lavorare
.
E
questo
non
poco
dipende
dalla
determinazione
del
salario
;
la
quale
,
come
può
giovare
là
dove
è
mantenuta
tra
giusti
limiti
,
così
alla
sua
volta
può
nuocere
se
li
eccede
.
Chi
non
sa
infatti
che
la
troppa
tenuità
e
la
soverchia
altezza
dei
salari
è
stata
la
cagione
per
la
quale
gli
operai
non
potessero
aver
lavorato
?
Il
quale
inconveniente
,
riscontratosi
specialmente
nei
tempi
del
Nostro
Pontificato
in
danno
di
molti
,
gettò
gli
operai
nella
miseria
e
nelle
tentazioni
,
mandò
in
rovina
la
prosperità
delle
città
e
mise
in
pericolo
la
pace
e
la
tranquillità
di
tutto
il
mondo
.
È
contrario
dunque
alla
giustizia
sociale
che
,
per
badare
al
proprio
vantaggio
senza
aver
riguardo
al
bene
comune
,
il
salario
degli
operai
venga
troppo
abbassato
o
troppo
innalzato
;
e
la
medesima
giustizia
richiede
che
,
nel
consenso
delle
menti
e
delle
volontà
,
per
quanto
è
possibile
,
il
salario
venga
temperato
in
maniera
che
a
quanti
più
è
possibile
,
sia
dato
di
prestare
l
'
opera
loro
e
percepire
i
frutti
convenienti
per
il
sostentamento
della
vita
.
76
.
A
ciò
parimenti
giova
la
giusta
proporzione
tra
i
salari
;
con
la
quale
va
strettamente
congiunta
la
giusta
proporzione
dei
prezzi
,
a
cui
si
vendono
i
prodotti
delle
diverse
arti
,
quali
sono
stimate
l
'
agricoltura
,
l
'
industria
e
simili
.
Con
la
conveniente
osservanza
di
queste
cautele
,
le
diverse
arti
si
comporranno
e
si
uniranno
come
in
un
sol
corpo
,
e
come
tra
membra
si
presteranno
vicendevolmente
aiuto
e
perfezione
.
Giacché
allora
l
'
economia
sociale
veramente
sussisterà
e
otterrà
i
suoi
fini
,
quando
a
tutti
e
singoli
i
soci
saranno
somministrati
tutti
i
beni
che
si
possono
apprestare
con
le
forze
e
i
sussidi
della
natura
,
con
l
'
arte
tecnica
,
con
la
costituzione
sociale
del
fatto
economico
;
i
quali
beni
debbono
essere
tanti
quanti
sono
necessari
sia
a
soddisfare
ai
bisogni
e
alle
oneste
comodità
,
sia
promuovere
tra
gli
uomini
quella
più
felice
condizione
di
vita
,
che
,
quando
la
cosa
si
faccia
prudentemente
,
non
solo
non
è
d
'
ostacolo
alla
virtù
,
ma
grandemente
la
favorisce
(
cfr
.
S
.
Th
.
,
De
regimine
principum
,
1
,
15;
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
27
)
.
5
-
Restaurazione
dell
'
ordine
sociale
77
.
Le
indicazioni
finora
date
intorno
all
'
equa
divisione
dei
beni
e
alla
giustizia
dei
salari
riguardano
gli
individui
e
solo
per
indiretto
toccano
l
'
ordine
sociale
,
alla
cui
restaurazione
soprattutto
secondo
i
principi
della
sana
filosofia
e
i
precetti
altissimi
della
legge
evangelica
che
lo
perfezionano
,
applicò
ogni
sua
cura
e
attenzione
il
Nostro
Antecessore
Leone
XIII
.
78
.
Fu
allora
aperta
la
via
;
ma
perché
siano
perfezionate
molte
cose
che
ancora
restano
da
fare
e
ne
ridondino
più
copiosi
ancora
e
più
lieti
vantaggi
all
'
umana
famiglia
,
sono
soprattutto
necessarie
due
cose
:
la
riforma
delle
istituzioni
e
la
emendazione
dei
costumi
.
a
)
riforma
delle
istituzioni
79
.
E
quando
parliamo
di
riforma
delle
istituzioni
,
pensiamo
primieramente
allo
Stato
,
non
perché
dall
'
opera
sua
si
debba
aspettare
tutta
la
salvezza
,
ma
perché
,
per
il
vizio
dell
'
individualismo
,
come
abbiamo
detto
,
le
cose
si
trovano
ridotte
a
tal
punto
,
che
abbattuta
e
quasi
estinta
l
'
antica
ricca
forma
di
vita
sociale
,
svoltasi
un
tempo
mediante
un
complesso
di
associazioni
diverse
,
restano
di
fronte
quasi
soli
gli
individui
e
lo
Stato
.
E
siffatta
deformazione
dell
'
ordine
sociale
reca
non
piccolo
danno
allo
Stato
medesimo
,
sul
quale
vengono
a
ricadere
tutti
i
pesi
,
che
quelle
distrutte
corporazioni
non
possono
più
portare
,
onde
si
trova
oppresso
da
una
infinità
di
carichi
e
di
affari
.
80
.
È
vero
certamente
e
ben
dimostrato
dalla
storia
,
che
,
per
la
mutazione
delle
circostanze
,
molte
cose
non
si
possono
più
compiere
se
non
da
grandi
associazioni
,
laddove
prima
si
eseguivano
anche
delle
piccole
.
Ma
deve
tuttavia
restare
saldo
il
principio
importantissimo
nella
filosofa
sociale
:
che
siccome
è
illecito
togliere
agli
individui
ciò
che
essi
possono
compiere
con
le
forze
e
l
'
industria
propria
per
affidarlo
alla
comunità
,
così
è
ingiusto
rimettere
a
una
maggiore
e
più
alta
società
quello
che
dalle
minori
e
inferiori
comunità
si
può
fare
.
Ed
è
questo
insieme
un
grave
danno
e
uno
sconvolgimento
del
retto
ordine
della
società
;
perché
l
'
oggetto
naturale
di
qualsiasi
intervento
della
società
stessa
è
quello
di
aiutare
in
maniera
suppletiva
le
membra
del
corpo
sociale
,
non
già
distruggerle
e
assorbirle
.
81
.
Perciò
è
necessario
che
l
'
autorità
suprema
dello
stato
,
rimetta
ad
associazioni
minori
e
inferiori
il
disbrigo
degli
affari
e
delle
cure
di
minor
momento
,
dalle
quali
essa
del
resto
sarebbe
più
che
mai
distratta
;
e
allora
essa
potrà
eseguire
con
più
libertà
,
con
più
forza
ed
efficacia
le
parti
che
a
lei
solo
spettano
,
perché
essa
sola
può
compierle
;
di
direzione
cioè
,
di
vigilanza
di
incitamento
,
di
repressione
,
a
seconda
dei
casi
e
delle
necessità
.
Si
persuadano
dunque
fermamente
gli
uomini
di
governo
,
che
quanto
più
perfettamente
sarà
mantenuto
l
'
ordine
gerarchico
tra
le
diverse
associazioni
,
conforme
al
principio
della
funzione
suppletiva
dell
'
attività
sociale
,
tanto
più
forte
riuscirà
l
'
autorità
e
la
potenza
sociale
,
e
perciò
anche
più
felice
e
più
prospera
la
condizione
dello
Stato
stesso
.
82
.
Questa
poi
deve
essere
la
prima
mira
,
questo
lo
sforzo
dello
Stato
e
dei
migliori
cittadini
;
mettere
fine
alle
competizioni
delle
due
classi
opposte
,
risvegliare
e
promuovere
una
cordiale
cooperazione
delle
varie
professioni
dei
cittadini
.
b
)
concordia
delle
classi
83
.
La
politica
sociale
porrà
dunque
ogni
studio
a
ricostruire
le
professioni
stesse
;
giacché
la
società
umana
si
trova
al
presente
in
uno
stato
violento
,
quindi
instabile
e
vacillante
,
perchè
appunto
si
fonda
su
classi
di
diverse
tendenze
,
fra
loro
opposte
e
propense
,
quindi
,
a
lotte
e
inimicizie
.
84
.
E
per
verità
,
quantunque
il
lavoro
,
come
spiega
egregiamente
il
Nostre
Predecessore
nella
sua
enciclica
(
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
16
)
,
non
sia
una
vile
merce
,
anzi
vi
si
debba
riconoscere
la
dignità
umana
dell
'
operaio
e
quindi
non
sia
da
mercanteggiare
come
una
merce
qualsiasi
,
tuttavia
,
come
stanno
ora
le
cose
,
nel
mercato
del
lavoro
l
'
offerta
e
la
domanda
divide
gli
uomini
come
in
due
schiere
;
e
la
disunione
che
ne
segue
trasforma
il
mercato
come
in
un
campo
di
lotta
,
ove
le
due
parti
si
combattono
accanitamente
.
E
a
questo
grave
disordine
,
che
porta
al
precipizio
l
'
intera
società
,
ognuno
vede
quanto
sia
necessario
portare
rimedio
.
Ma
la
guarigione
perfetta
si
potrà
ottenere
allora
soltanto
,
quando
,
tolta
di
mezzo
una
tale
lotta
,
le
membra
del
corpo
sociale
si
trovino
bene
assestate
,
e
costituiscano
le
varie
professioni
,
a
cui
ciascuno
dei
cittadini
aderisca
non
secondo
l
'
ufficio
che
ha
nel
mercato
del
lavoro
,
ma
secondo
le
diverse
parti
sociali
.
che
i
singoli
esercitano
.
Avviene
infatti
per
impulso
di
natura
che
,
siccome
quanti
si
trovano
congiunti
per
vicinanza
di
luogo
si
uniscono
a
formare
municipi
,
così
quelli
che
si
applicano
ad
un
'
arte
medesima
formino
collegi
o
corpi
sociali
;
di
modo
che
questo
corporazioni
,
con
diritto
loro
proprio
,
da
molti
si
sogliono
dire
,
se
non
essenziali
alla
società
civile
,
almeno
naturali
.
85
.
Siccome
poi
l
'
ordine
,
come
ragiona
ottimamente
san
Tommaso
(
cfr
.
S
.
Thom
.
,
Contra
Gent
.
,
3
,
71;
cfr
.
Summ
.
Theol
.
,
I
,
q
.
65
,
a
.
2
,
i
.
c
.
)
,
è
l
'
unità
che
risulta
dall
'
opportuna
disposizione
di
molte
cose
,
il
vero
e
genuino
ordine
sociale
esige
che
i
vari
membri
della
società
siano
collegati
in
ordine
ad
una
sola
cosa
per
mezzo
di
qualche
saldo
vincolo
.
La
qual
forza
di
coesione
si
trova
infatti
tanto
nell
'
identità
dei
beni
da
prodursi
o
dei
servizi
,
da
farsi
,
in
cui
converge
il
lavoro
riunito
dai
datori
e
prestatori
di
lavoro
della
stessa
categoria
,
quanto
in
quel
bene
comune
,
a
cui
tutte
le
varie
classi
,
ciascuna
per
la
parte
sua
,
devono
unitamente
e
amichevolmente
concorrere
.
E
questa
concordia
sarà
tanto
più
forte
e
più
efficace
,
quanto
più
fedelmente
i
singoli
uomini
e
i
vari
corpi
professionali
si
studieranno
di
esercitare
la
propria
professione
e
di
segnalarsi
in
essa
.
86
.
Dal
che
facilmente
si
deduce
che
in
tali
corporazioni
primeggiano
di
gran
lunga
le
cose
che
sono
comuni
a
tutta
la
categoria
.
Tra
esse
poi
principalissima
è
il
promuovere
più
che
mai
intensamente
la
cooperazione
della
intiera
corporazione
dell
'
arte
al
bene
comune
,
cioè
alla
salvezza
e
prosperità
pubblica
della
nazione
.
Quanto
agli
affari
invece
,
in
cui
si
devono
specialmente
procurare
e
tutelare
i
vantaggi
e
gli
svantaggi
speciali
dei
padroni
e
degli
artieri
,
se
occorrerà
deliberazione
,
dovrà
farsi
dagli
uni
e
dagli
altri
separatamente
.
87
.
Appena
occorre
ricordare
che
,
con
la
debita
proporzione
,
si
può
applicare
alle
corporazioni
professionali
quanto
Leone
XIII
insegnò
circa
la
forma
del
regime
politico
,
che
cioè
resta
libera
la
scelta
di
quella
forma
che
meglio
aggrada
,
purché
si
provveda
alla
giustizia
e
alle
esigenze
del
bene
comune
(
enc
.
Immortale
Dei
del
1°
novembre
1885
)
.
88
.
Orbene
,
a
quel
modo
che
gli
abitanti
di
un
municipio
usano
associarsi
per
fini
svariatissimi
,
e
a
tali
associazioni
ognuno
è
libero
di
dare
o
non
dare
il
suo
nome
,
così
quelli
che
attendono
all
'
arte
medesima
,
si
uniranno
pure
fra
loro
in
associazioni
libere
per
quegli
scopi
che
in
qualche
modo
vanno
connessi
con
l
'
esercizio
di
quell
'
arte
.
Ma
poiché
su
tali
libere
associazioni
già
furono
date
ben
chiare
e
distinte
spiegazioni
nell
'
enciclica
del
Nostro
Predecessore
di
illustre
memoria
,
crediamo
che
basti
ora
inculcare
questo
solo
:
che
l
'
uomo
ha
libertà
non
solo
di
formare
queste
associazioni
che
sono
di
ordine
e
di
diritto
privato
,
ma
anche
di
introdurvi
quell
'
ordinamento
e
quelle
leggi
che
si
giudichino
le
meglio
conducenti
al
fine
(
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
42
)
.
E
la
stessa
libertà
si
ha
da
rivendicare
per
le
fondazioni
di
associazioni
che
sorpassino
i
limiti
delle
singole
arti
.
Le
libere
associazioni
poi
,
che
già
fioriscono
e
portano
frutti
salutari
,
si
debbono
aprire
la
via
alla
formazione
di
quelle
corporazioni
più
perfette
,
di
cui
abbiamo
già
fatto
menzione
,
e
con
ogni
loro
energia
promuoverle
secondo
le
norme
della
sociologia
cristiana
.
c
)
principio
direttivo
dell
'
economia
89
.
Un
'
altra
cosa
ancora
si
deve
procurare
,
che
è
molto
connessa
con
la
precedente
.
A
quel
modo
cioè
che
l
'
unità
della
società
umana
non
può
fondarsi
nella
opposizione
di
classe
,
cosi
il
retto
ordine
dell
'
economia
non
può
essere
abbandonato
alla
libera
concorrenza
delle
forze
.
Da
questo
capo
anzi
,
come
da
fonte
avvelenata
,
sono
derivati
tutti
gli
errori
della
scienza
economica
individualistica
,
la
quale
dimenticando
o
ignorando
che
l
'
economia
ha
un
suo
carattere
sociale
,
non
meno
che
morale
,
ritenne
che
l
'
autorità
pubblica
la
dovesse
stimare
e
lasciare
assolutamente
libera
a
sé
,
come
quella
che
nel
mercato
o
libera
concorrenza
doveva
trovare
il
suo
principio
direttivo
o
timone
proprio
,
secondo
cui
si
sarebbe
diretta
molto
più
perfettamente
che
per
qualsiasi
intelligenza
creata
.
Se
non
che
la
libera
concorrenza
,
quantunque
sia
cosa
equa
certamente
e
utile
se
contenuta
nei
limiti
bene
determinati
;
non
può
essere
in
alcun
modo
il
timone
dell
'
economia
;
il
che
è
dimostrato
anche
troppo
dall
'
esperienza
,
quando
furono
applicate
nella
pratica
le
norme
dello
spirito
individualistico
.
È
dunque
al
tutto
necessario
che
l
'
economia
torni
a
regolarsi
secondo
un
vero
ed
efficace
suo
principio
direttivo
.
Ma
tale
ufficio
molto
meno
può
essere
preso
da
quella
supremazia
economica
,
che
in
questi
ultimi
tempi
è
andata
sostituendosi
alla
libera
concorrenza
;
poiché
,
essendo
essa
una
forza
cieca
e
una
energia
violenta
,
per
diventare
utile
agli
uomini
ha
bisogno
di
essere
sapientemente
frenata
e
guidata
.
Si
devono
quindi
ricercare
più
alti
e
più
nobili
principi
da
cui
questa
egemonia
possa
essere
vigorosamente
e
totalmente
governata
:
e
tali
sono
la
giustizia
e
la
carità
sociali
.
Perciò
è
necessario
che
alla
giustizia
sociale
si
ispirino
le
istituzioni
dei
popoli
,
anzi
di
tutta
la
vita
della
società
;
e
più
ancora
è
necessario
che
questa
giustizia
sia
davvero
efficace
,
ossia
costituisca
un
ordine
giuridico
e
sociale
a
cui
l
'
economia
tutta
si
conformi
.
La
carità
sociale
poi
deve
essere
come
l
'
anima
di
questo
ordine
,
alla
cui
tutela
e
rivendicazione
efficace
deve
attendere
l
'
autorità
pubblica
;
e
lo
potrà
fare
tanto
più
facilmente
se
si
sbrigherà
da
quei
pesi
che
non
le
sono
propri
,
come
abbiamo
sopra
dichiarato
.
90
.
Che
,
anzi
,
conviene
che
le
varie
nazioni
,
unendo
propositi
e
forze
insieme
,
giacché
nel
campo
economico
stanno
in
mutua
dipendenza
e
debbono
aiutarsi
a
vicenda
,
si
sforzino
di
promuovere
con
sagge
convenzioni
e
istituzioni
una
felice
cooperazione
di
economia
internazionale
.
91
.
Pertanto
,
se
le
membra
del
corpo
sociale
saranno
così
rinfrancate
,
e
ne
verrà
raddrizzato
il
principio
direttivo
quale
timone
della
economia
sociale
,
si
potrà
dire
in
qualche
modo
dell
'
ordine
sociale
ciò
che
dice
l
'
Apostolo
del
corpo
mistico
di
Gesù
Cristo
:
che
tutto
il
corpo
compaginato
e
connesso
per
via
di
tutte
le
giunture
di
comunicazione
,
in
virtù
della
proporzionata
operazione
sopra
di
ciascun
membro
,
prende
l
'
aumento
proprio
del
corpo
per
la
sua
perfezione
mediante
la
carità
(
Ef
4
,
16
)
.
92
.
Recentemente
,
come
tutti
sanno
,
venne
iniziata
una
speciale
organizzazione
sindacale
e
corporativa
,
la
quale
,
data
la
materia
di
questa
Nostra
Lettera
enciclica
,
richiede
da
Noi
qualche
cenno
e
anche
qualche
opportuna
considerazione
.
93
.
Lo
Stato
riconosce
giuridicamente
il
sindacato
e
non
senza
carattere
monopolistico
,
in
quanto
che
esso
solo
,
così
riconosciuto
,
può
rappresentare
rispettivamente
gli
operai
e
i
padroni
,
esso
solo
concludere
contratti
e
patti
di
lavoro
.
L
'
iscrizione
al
sindacato
è
facoltativa
,
ed
è
soltanto
in
questo
senso
che
l
'
organizzazione
sindacale
può
dirsi
libera
;
giacché
la
quota
sindacale
e
certe
speciali
tasse
sono
obbligatorie
per
tutti
gli
appartenenti
a
una
data
categoria
,
siano
essi
operai
o
padroni
,
come
per
tutti
sono
obbligatori
i
contratti
di
lavoro
stipulati
dal
sindacato
giuridico
.
Vero
è
che
venne
autorevolmente
dichiarato
che
il
sindacato
giuridico
non
escluse
l
'
esistenza
di
associazioni
professionali
di
fatto
.
94
.
Le
Corporazioni
sono
costituite
dai
rappresentanti
dei
sindacati
degli
operai
e
dei
padroni
della
medesima
arte
e
professione
,
e
,
come
veri
e
propri
organi
ed
istituzioni
di
Stato
,
dirigono
e
coordinano
i
sindacati
nelle
cose
di
interesse
comune
.
95
.
Lo
sciopero
è
vietato
;
se
le
parti
non
si
possono
accordare
,
interviene
il
Magistrato
.
96
.
Basta
poca
riflessione
per
vedere
i
vantaggi
dell
'
ordinamento
per
quanto
sommariamente
indicato
;
la
pacifica
collaborazione
delle
classi
,
la
repressione
delle
organizzazioni
e
dei
conati
socialisti
,
l
'
azione
moderatrice
di
une
speciale
magistratura
.
Per
non
trascurare
nulla
in
argomento
di
tanta
importanza
,
ed
in
armonia
con
i
principi
generali
qui
sopra
richiamati
,
e
con
quello
che
inibito
aggiungeremo
,
dobbiamo
pur
dire
che
vediamo
non
mancare
chi
teme
che
lo
Stato
si
sostituisca
alle
libere
attività
invece
di
limitarsi
alla
necessaria
e
sufficiente
assistenza
ed
aiuto
,
che
il
nuovo
ordinamento
sindacale
e
corporativo
abbia
carattere
eccessivamente
burocratico
e
politico
,
e
che
,
nonostante
gli
accennati
vantaggi
generali
,
possa
servire
a
particolari
intenti
politici
piuttosto
che
all
'
avviamento
ed
inizio
di
un
migliore
assetto
sociale
.
97
.
Noi
crediamo
che
a
raggiungere
quest
'
altro
nobilissimo
intento
,
con
vero
e
stabile
beneficio
generale
,
sia
necessaria
innanzi
e
soprattutto
la
benedizione
di
Dio
e
poi
la
collaborazione
di
tutte
le
buone
volontà
.
Crediamo
ancora
e
per
necessaria
conseguenza
che
l
'
intento
stesso
sarà
tanto
più
sicuramente
raggiunto
quanta
più
largo
sarà
il
contributo
delle
competenze
tecniche
,
professionali
e
sociali
e
più
ancora
dei
principi
cattolici
e
della
loro
pratica
,
da
parte
,
non
dell
'
Azione
Cattolica
(
che
non
intende
svolgere
attività
strettamente
sindacali
o
politiche
)
,
ma
da
parte
di
quei
figli
Nostri
che
1'Azione
Cattolica
squisitamente
forma
a
quei
principi
ed
al
loro
apostolato
sotto
la
guida
ed
il
Magistero
della
Chiesa
;
della
Chiesa
,
la
quale
anche
sul
terreno
più
sopra
accennato
,
come
dovunque
si
agitano
e
regolano
questioni
morali
,
non
può
dimenticare
o
negligere
il
mandato
di
custodia
e
di
magistero
divinamente
conferitole
.
98
.
Se
non
che
,
quanto
abbiamo
detto
circa
la
restaurazione
e
il
perfezionamento
dell
'
ordine
sociale
,
non
potrà
essere
attuato
in
nessun
modo
,
senza
una
riforma
dei
costumi
come
la
storia
stessa
ce
ne
dà
splendida
testimonianza
.
Vi
fu
un
tempo
infatti
in
cui
vigeva
un
ordinamento
sociale
che
,
sebbene
non
del
tutto
perfetto
e
in
ogni
sua
parte
irreprensibile
,
riusciva
tuttavia
conforme
in
qualche
modo
alla
retta
ragione
,
secondo
le
condizioni
e
la
necessità
dei
tempi
.
Ora
quell
'
ordinamento
è
già
da
gran
tempo
scomparso
;
e
ciò
veramente
non
perché
non
abbia
potuto
,
col
progredire
,
svolgersi
e
adattarsi
alle
mutate
condizioni
e
necessità
di
cose
e
in
qualche
modo
venire
dilatandosi
,
ma
perché
piuttosto
gli
uomini
induriti
dall
'
egoismo
ricusarono
di
allargare
,
come
avrebbero
dovuto
,
secondo
il
crescente
numero
della
moltitudine
,
i
quadri
di
quell
'
ordinamento
,
o
perché
,
traviati
dalla
falsa
libertà
e
da
altri
errori
e
intolleranti
di
qualsiasi
autorità
,
si
sforzarono
di
scuotere
da
sé
ogni
restrizione
.
99
.
Resta
adunque
che
,
dopo
aver
nuovamente
chiamato
in
giudizio
l
'
odierno
regime
economico
,
e
il
suo
acerrimo
accusatore
,
il
socialismo
,
e
aver
dato
giusta
ed
esplicita
sentenza
sull
'
uno
e
sull
'
altro
,
indaghiamo
più
a
fondo
la
radice
di
tanti
mali
e
ne
indichiamo
il
primo
e
più
necessario
rimedio
,
cioè
la
riforma
dei
costumi
.
III
-
MUTAZIONI
PROFONDE
DELLA
SOCIETA
'
DOPO
LEONE
XIII
100
.
E
veramente
profonde
sono
le
mutazioni
che
dai
tempi
di
Leone
XIII
in
qua
hanno
subìto
tanto
il
regime
economico
quanto
il
socialismo
.
E
anzitutto
,
che
le
condizioni
economiche
siano
profondamente
trasformate
è
una
cosa
a
tutti
evidente
.
E
voi
sapete
,
venerabili
Fratelli
e
diletti
Figli
,
che
il
Nostro
Predecessore
di
f
.
m
.
nella
sua
enciclica
contemplava
soprattutto
quell
'
ordinamento
economico
con
cui
generalmente
si
contribuisce
all
'
attività
economica
dagli
uni
col
capitale
,
dagli
altri
con
il
lavoro
,
secondo
che
egli
definiva
con
felice
espressione
:
Non
può
esservi
capitale
senza
lavoro
né
lavoro
senza
capitale
(
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
l5
)
.
1
-
Mutazioni
nell
'
ordinamento
economico
a
)
relazioni
fra
capitale
e
operai
101
.
Orbene
,
Leone
XIII
adottò
ogni
mezzo
per
disciplinare
questo
ordinamento
economico
,
secondo
le
norme
della
rettitudine
;
sicché
è
evidente
che
esso
non
è
in
sé
da
condannarsi
.
E
infatti
non
è
di
sua
natura
vizioso
:
allora
però
viola
il
retto
ordine
,
quando
il
capitale
vincola
a
sé
gli
operai
,
ossia
la
classe
proletaria
,
col
fine
e
con
la
condizione
di
sfruttare
a
suo
arbitrio
e
vantaggio
le
imprese
e
quindi
l
'
economia
tutta
,
senza
far
caso
,
né
della
dignità
umana
degli
operai
,
né
del
carattere
sociale
dell
'
economia
,
né
della
stessa
giustizia
sociale
e
del
bene
comune
.
102
.
Vero
è
che
neppure
oggi
è
questo
il
solo
ordinamento
economico
vigente
in
ogni
luogo
;
un
'
altra
forma
vi
è
che
abbraccia
ancora
grande
moltitudine
di
persone
,
importante
per
numero
e
potere
,
quale
,
ad
esempio
,
la
classe
degli
agricoltori
,
in
cui
la
maggior
parte
del
genere
umano
si
procura
con
probo
e
onesto
lavoro
quanto
è
necessario
alla
vita
.
Anche
essa
ha
le
sue
angustie
e
le
sue
difficoltà
,
alle
quali
allude
il
Nostro
Predecessore
in
parecchi
tratti
della
sua
enciclica
e
Noi
pure
in
questa
vi
abbiamo
più
di
una
volta
accennato
.
b
)
capitalismo
industriale
103
.
Ma
,
l
'
ordinamento
capitalistico
dell
'
economia
,
col
dilatarsi
dell
'
industrialismo
per
tutto
il
mondo
,
dopo
l
'
enciclica
di
Leone
XIII
si
è
venuto
esso
pure
allargando
per
ogni
dove
,
a
tal
punto
da
invadere
e
penetrare
anche
nelle
condizioni
economiche
e
sociali
di
quelli
che
si
trovano
fuori
della
sua
cerchia
,
introducendovi
in
certo
modo
la
sua
impronta
.
104
.
Perciò
quando
invitiamo
a
studiare
le
trasformazioni
che
l
'
ordinamento
capitalistico
dell
'
economia
subì
dopo
il
tempo
di
Leone
XIII
,
non
solamente
procuriamo
il
bene
di
coloro
che
abitane
in
paesi
dominati
dal
capitale
e
dall
'
industria
,
ma
di
tutto
intero
il
genere
umano
.
c
)
concentrazione
della
ricchezza
105
.
E
in
primo
luogo
ciò
che
ferisce
gli
occhi
è
che
ai
nostri
tempi
non
vi
è
solo
concentrazione
della
ricchezza
,
ma
l
'
accumularsi
altresì
di
una
potenza
enorme
,
di
una
dispotica
padronanza
dell
'
economia
in
mano
di
pochi
,
e
questi
sovente
neppure
proprietari
,
ma
solo
depositari
e
amministratori
del
capitale
,
di
cui
essi
però
dispongono
a
loro
grado
e
piacimento
.
106
.
Questo
potere
diviene
più
che
mai
dispotico
in
quelli
che
,
tenendo
in
pugno
il
danaro
,
la
fanno
da
padroni
;
onde
sono
in
qualche
modo
i
distributori
del
sangue
stesso
,
di
cui
vive
l
'
organismo
economico
,
e
hanno
in
mano
,
per
così
dire
,
l
'
anima
dell
'
economia
,
sicché
nessuno
,
contro
la
loro
volontà
,
potrebbe
nemmeno
respirare
.
107
.
Una
tale
concentrazione
di
forze
e
di
potere
,
che
è
quasi
la
nota
specifica
della
economia
contemporanea
,
è
il
frutto
naturale
di
quella
sfrenata
libertà
di
concorrenza
che
lascia
sopravvivere
solo
i
più
forti
,
cioè
,
spesso
i
più
violenti
nella
lotta
e
i
meno
curanti
della
coscienza
.
108
.
A
sua
volta
poi
la
concentrazione
stessa
di
ricchezze
e
di
potenza
genera
tre
specie
di
lotta
per
il
predominio
:
dapprima
si
combatte
per
la
prevalenza
economica
;
di
poi
si
contrasta
accanitamente
per
il
predominio
sul
potere
politico
,
per
valersi
delle
sue
forze
e
della
sua
influenza
nelle
competizioni
economiche
;
infine
si
lotta
tra
gli
stessi
Stati
,
o
perchè
le
nazioni
adoperano
le
loro
forze
e
la
potenza
politica
a
promuovere
i
vantaggi
economici
dei
propri
cittadini
,
o
perché
applicano
il
potere
e
le
forze
economiche
a
troncare
le
questioni
politiche
sorte
fra
le
nazioni
.
d
)
funeste
conseguenze
109
.
Ultime
conseguenze
dello
spirito
individualistico
nella
vita
economica
sono
poi
quelle
che
voi
stessi
,
venerabili
Fratelli
e
diletti
Figli
,
vedete
e
deplorate
;
la
libera
concorrenza
cioè
si
è
da
se
stessa
distrutta
;
alla
libertà
del
mercato
è
sottentrata
la
egemonia
economica
;
alla
bramosia
del
lucro
è
seguita
la
sfrenata
cupidigia
del
predominio
;
e
tutta
l
'
economia
è
così
divenuta
orribilmente
dura
,
inesorabile
,
crudele
.
A
ciò
si
aggiungono
i
danni
gravissimi
che
sgorgano
dalla
deplorevole
confusione
delle
ingerenze
e
servizi
propri
dell
'
autorità
pubblica
con
quelli
della
economia
stessa
:
quale
,
per
citarne
uno
solo
tra
i
più
importanti
,
l
'
abbassarsi
della
dignità
dello
Stato
,
che
si
fa
servo
e
docile
strumento
delle
passioni
e
ambizione
umane
,
mentre
dovrebbe
assidersi
quale
sovrano
e
arbitro
delle
cose
,
libero
da
ogni
passione
di
partito
e
intento
al
solo
bene
comune
e
alla
giustizia
.
Nell
'
ordine
poi
delle
relazioni
internazionali
,
da
una
stessa
fonte
sgorgò
una
doppia
corrente
:
da
una
parte
,
il
nazionalismo
o
anche
l
'
imperialismo
economico
;
dall
'
altra
non
meno
funesto
ed
esecrabile
,
l
'
internazionalismo
bancario
o
imperialismo
internazionale
del
denaro
,
per
cui
la
patria
è
dove
si
sta
bene
.
e
)
i
rimedi
110
.
Ora
,
con
quali
mezzi
si
possa
rimediare
a
un
male
così
profondo
,
già
l
'
abbiamo
indicato
nella
seconda
parte
di
questa
enciclica
,
dove
ne
abbiamo
trattato
di
proposito
sotto
l
'
aspetto
dottrinale
:
qui
ci
basterà
ricordare
la
sostanza
del
Nostro
insegnamento
.
Essendo
dunque
l
'
ordinamento
economico
moderno
fondato
particolarmente
sul
capitale
e
sul
lavoro
,
devono
essere
conosciuti
e
praticati
i
precetti
della
retta
ragione
,
ossia
della
filosofia
sociale
cristiana
,
concernenti
i
due
elementi
menzionati
e
le
loro
relazioni
.
Così
,
per
evitare
l
'
estremo
dell
'
individualismo
da
una
parte
,
come
del
socialismo
dall
'
altra
,
si
dovrà
soprattutto
avere
riguardo
del
pari
alla
doppia
natura
,
individuale
e
sociale
propria
,
tanto
del
capitale
o
della
proprietà
,
quanto
del
lavoro
.
Le
relazioni
quindi
fra
l
'
uno
e
l
'
altro
devono
essere
regolate
secondo
le
leggi
di
una
esattissima
giustizia
commutativa
,
appoggiata
alla
carità
cristiana
.
È
necessario
che
la
libera
concorrenza
,
confinata
in
ragionevoli
e
giusti
limiti
,
e
più
ancora
che
la
potenza
economica
siano
di
fatto
soggetti
all
'
autorità
pubblica
,
in
ciò
che
concerne
l
'
ufficio
di
questa
.
Infine
le
istituzioni
dei
popoli
dovranno
venire
adattando
la
società
tutta
quanta
alle
esigenze
del
bene
comune
cioè
alle
leggi
della
giustizia
sociale
;
onde
seguirà
necessariamente
che
una
sezione
così
importante
della
vita
sociale
,
qual
è
l
'
attività
economica
,
verrà
a
sua
volta
ricondotta
ad
un
ordine
sano
e
bene
equilibrato
.
2
-
Trasformazione
del
socialismo
111
.
Non
meno
profonda
che
quella
dell
'
ordinamento
economico
è
la
trasformazione
che
dal
tempo
di
Leone
XIII
ebbe
il
socialismo
,
con
cui
specialmente
lottò
il
Nostro
Predecessore
.
Allora
infatti
esso
poteva
quasi
dirsi
uno
e
propugnatore
di
principi
dottrinali
ben
definiti
o
raccolti
in
un
sistema
:
ora
invece
va
diviso
in
due
partiti
principali
,
discordanti
per
lo
più
fra
loro
e
inimicissimi
,
ma
pur
tali
che
nessuno
dei
due
si
scosta
dal
fondamento
proprio
di
ogni
socialismo
,
e
contrario
alla
fede
cristiana
.
a
)
socialismo
più
violento
o
comunismo
112
.
Un
partito
infatti
del
socialismo
andò
soggetto
alla
trasformazione
stessa
che
abbiamo
spiegato
sopra
,
rispetto
all
'
economia
capitalistica
,
e
precipitò
nel
comunismo
;
il
quale
insegna
e
persegue
due
punti
,
né
già
per
vie
occulte
o
per
raggiri
,
ma
alla
luce
aperta
e
con
tutti
i
mezzi
,
anche
più
violenti
una
lotta
di
classe
la
più
accanita
e
l
'
abolizione
assoluta
della
proprietà
privata
.
E
nel
perseguire
i
due
intenti
non
v
'
ha
cosa
che
esso
non
ardisca
,
niente
che
rispetti
:
e
dove
si
è
impadronito
del
potere
,
si
dimostra
tanto
più
crudele
e
selvaggio
,
che
sembra
cosa
incredibile
e
mostruosa
.
Di
che
sono
prova
le
stragi
spaventose
e
le
rovine
che
esso
ha
accumulato
sopra
vastissimi
paesi
dell
'
Europa
Orientale
e
dell
'
Asia
.
Quanto
poi
sia
nemico
dichiarato
della
santa
Chiesa
,
e
di
Dio
stesso
,
è
cosa
purtroppo
dimostrata
dall
'
esperienza
e
a
tutti
notissima
.
Non
crediamo
perciò
necessario
premunire
i
figli
buoni
e
fedeli
della
Chiesa
contro
la
natura
empia
e
ingiusta
del
Comunismo
;
ma
non
possiamo
tuttavia
,
senza
un
profondo
dolore
,
vedere
l
'
incuria
e
l
'
indifferenza
di
coloro
che
mostrano
di
non
dar
peso
ai
pericoli
imminenti
,
e
con
una
passiva
fiacchezza
lasciano
che
si
propaghino
per
ogni
parte
quegli
errori
,
da
cui
sarà
condotta
a
morte
la
società
tutta
intera
con
le
stragi
e
la
violenza
.
Ma
soprattutto
meritano
di
essere
condannati
coloro
che
trascurano
di
sopprimere
o
trasformare
quelle
condizioni
di
cose
,
che
esasperano
gli
animi
dei
popoli
e
preparano
con
ciò
la
via
alla
rivoluzione
e
alla
rovina
della
società
.
b
)
socialismo
più
mite
113
.
Più
moderato
è
l
'
altro
partito
che
ha
conservato
il
nome
di
socialismo
;
giacché
non
solo
professa
di
rigettare
il
ricorso
alla
violenza
,
ma
se
non
ripudia
la
lotta
di
classe
e
l
'
abolizione
della
proprietà
privata
,
la
mitiga
almeno
con
attenuazioni
e
temperamenti
.
Si
direbbe
quindi
che
,
spaventato
dei
suoi
principi
e
delle
conseguenze
che
ne
trae
il
comunismo
,
il
socialismo
si
pieghi
e
in
qualche
modo
si
avvicini
a
quelle
verità
che
la
tradizione
cristiana
ha
sempre
solennemente
insegnate
;
poiché
non
si
può
negare
che
le
sue
rivendicazioni
si
accostino
talvolta
,
e
molto
da
vicino
,
a
quelle
che
propongono
a
ragione
i
riformatori
cristiani
della
società
.
c
)
la
lotta
di
classe
114
.
La
lotta
di
classe
,
infatti
,
quando
si
astenga
dagli
atti
di
inimicizia
e
dall
'
odio
vicendevole
,
si
trasforma
a
poco
a
poco
in
una
onesta
discussione
,
fondata
nella
ricerca
della
giustizia
:
discussione
che
non
è
certo
quella
felice
pace
sociale
che
tutti
vagheggiano
,
ma
che
può
e
deve
essere
un
punto
di
partenza
per
giungere
alla
mutua
cooperazione
delle
classi
.
Così
anche
la
guerra
dichiarata
alla
proprietà
privata
si
viene
sempre
più
calmando
e
restringendosi
a
tal
segno
,
che
alla
fine
non
viene
più
assalita
in
sé
la
proprietà
dei
mezzi
di
produzione
,
ma
una
certa
egemonia
sociale
,
che
la
proprietà
contro
ogni
diritto
si
è
arrogata
e
usurpata
.
E
infatti
tale
supremazia
non
deve
essere
propria
dei
semplici
padroni
,
ma
del
pubblico
potere
.
Con
ciò
si
può
giungere
insensibilmente
fino
al
punto
che
le
massime
del
socialismo
più
moderato
non
discordino
più
dai
voti
e
dalle
rivendicazioni
di
coloro
che
,
fondati
sui
principi
cristiani
,
si
studiano
di
riformare
la
società
umana
.
E
in
verità
si
può
ben
sostenere
,
a
ragione
,
esservi
certe
categorie
di
beni
da
riservarsi
solo
ai
pubblici
poteri
,
quando
portano
seco
una
tale
preponderanza
economica
,
che
non
si
possa
lasciare
in
mano
ai
privati
cittadini
senza
pericolo
del
bene
comune
.
115
.
Cotali
giuste
rivendicazioni
e
desideri
non
hanno
più
nulla
che
ripugni
alla
verità
cattolica
e
molto
meno
sono
rivendicazioni
proprie
del
socialismo
.
Quelli
dunque
che
a
queste
sole
mirano
,
non
hanno
ragione
di
dare
il
nome
al
socialismo
.
116
.
Né
perciò
si
dovrà
credere
che
quei
partiti
o
gruppi
di
socialisti
,
che
non
sono
comunisti
,
si
siano
ricreduti
tutti
a
tal
segno
,
o
di
fatto
o
nel
loro
programma
.
No
,
perché
essi
per
lo
più
,
non
rigettano
né
la
lotta
di
classe
,
né
l
'
abolizione
della
proprietà
,
ma
solo
la
vogliono
in
qualche
modo
mitigata
.
Senonché
,
essendosi
i
loro
falsi
principi
così
mitigati
e
in
qualche
modo
cancellati
,
ne
sorge
,
o
piuttosto
viene
mosso
da
qualcuno
,
il
dubbio
:
se
per
caso
anche
i
principi
della
verità
cristiana
non
si
possano
in
qualche
modo
mitigare
o
temperare
,
per
andare
così
incontro
al
socialismo
e
quasi
per
una
via
media
accordarsi
insieme
.
E
vi
ha
di
quelli
che
nutrono
la
vana
speranza
di
trarre
a
noi
in
questo
modo
i
socialisti
.
Vana
speranza
,
diciamo
.
Quelli
,
infatti
,
che
vogliono
essere
apostoli
tra
i
socialisti
,
devono
professare
apertamente
e
sinceramente
,
nella
sua
pienezza
e
integrità
,
la
verità
cristiana
,
ed
in
nessuna
maniera
usare
connivenza
con
gli
errori
.
Che
,
se
veramente
vogliono
essere
banditori
del
Vangelo
,
devono
studiarsi
anzitutto
di
far
vedere
ai
socialisti
che
le
loro
rivendicazioni
,
in
quanto
hanno
di
giusto
,
si
possono
molto
più
validamente
sostenere
coi
principi
della
fede
cristiana
e
molto
più
efficacemente
promuovere
con
le
forze
della
cristiana
carità
.
d
)
socialismo
e
cristianesimo
117
.
Ma
che
dire
nel
caso
che
,
rispetto
alla
lotta
di
classe
e
alla
proprietà
privata
,
il
socialismo
sia
realmente
così
mitigato
e
corretto
da
non
aver
più
nulla
che
gli
si
possa
rimproverare
su
questi
punti
?
Ha
con
ciò
forse
rinunziato
ai
suoi
principi
,
alla
sua
natura
contraria
alla
religione
cristiana
?
Qui
sta
il
punto
,
su
cui
molte
anime
si
trovano
esitanti
.
E
non
pochi
sono
pure
i
cattolici
,
i
quali
ben
conoscendo
come
i
principi
cristiani
non
possono
essere
né
abbandonati
,
né
cancellati
,
sembrano
rivolgere
lo
sguardo
a
questa
Santa
Sede
e
domandare
con
ansia
,
che
decidiamo
se
questo
socialismo
si
sia
ricreduto
dei
suoi
errori
a
tal
segno
,
che
senza
pregiudizio
di
nessun
principio
cristiano
,
si
possa
ammettere
e
in
qualche
modo
battezzare
.
Ora
per
soddisfare
,
secondo
la
Nostra
sollecitudine
paterna
,
a
questi
desideri
,
proclamiamo
che
il
socialismo
,
sia
considerato
come
dottrina
,
sia
considerato
come
fatto
storico
,
sia
come
«
azione
»
,
se
resta
veramente
socialismo
,
anche
dopo
aver
ceduto
alla
verità
e
alla
giustizia
su
questi
punti
che
abbiamo
detto
,
non
può
conciliarsi
con
gli
insegnamenti
della
Chiesa
cattolica
.
Giacché
il
suo
concetto
della
società
è
quanto
può
dirsi
opposto
alla
verità
cristiana
.
118
.
Infatti
,
secondo
la
dottrina
cristiana
,
il
fine
per
cui
l
'
uomo
dotato
di
una
natura
socievole
,
si
trova
su
questa
terra
,
è
questo
che
,
vivendo
in
società
e
sotto
un
'
autorità
sociale
ordinata
da
Dio
(
cfr
.
Rom
13,1
)
,
coltivi
e
svolga
pienamente
tutte
le
sue
facoltà
a
lode
e
gloria
del
Creatore
;
e
adempiendo
fedelmente
i
doveri
della
sua
professioni
o
della
sua
vocazione
,
qualunque
sia
,
giunga
alla
felicità
temporale
ed
insieme
alla
eterna
.
Il
socialismo
al
contrario
,
ignorando
o
trascurando
del
tutto
questo
fine
sublime
,
sia
dell
'
uomo
come
della
società
,
suppone
che
l
'
umano
consorzia
non
sia
istituito
se
non
in
vista
del
solo
benessere
.
119
.
Infatti
,
da
ciò
che
una
divisione
conveniente
del
lavoro
,
più
efficacemente
che
lo
sforzo
diviso
degli
individui
,
assicura
la
produzione
,
i
socialisti
deducono
che
l
'
attività
economica
,
nella
quale
essi
considerano
solamente
il
fine
materiale
,
deve
per
necessità
essere
condotta
socialmente
.
E
da
siffatta
necessità
,
secondo
essi
,
deriva
che
gli
uomini
sono
costretti
,
per
ciò
che
riguarda
la
produzione
,
a
sottomettersi
interamente
alla
società
;
anzi
il
possedere
una
maggiore
abbondanza
di
ricchezze
che
possa
servire
alle
comodità
della
vita
,
è
stimato
tanto
che
gli
si
debbono
posporre
i
beni
più
alti
dell
'
uomo
,
specialmente
la
libertà
,
sacrificandoli
tutti
alle
esigenze
di
una
produzione
più
efficace
.
Questo
pregiudizio
dell
'
ordinamento
«
socializzato
»
della
produzione
portato
alla
dignità
umana
,
essi
credono
che
sarà
largamente
compensato
dall
'
abbondanza
dei
beni
,
che
gli
individui
ne
ritrarranno
per
poterli
applicare
alle
comodità
e
alle
convenienze
della
vita
secondo
i
loro
piaceri
.
La
società
dunque
,
qual
è
immaginata
dal
socialismo
,
non
può
esistere
né
concepirsi
disgiunta
da
una
costrizione
veramente
eccessiva
,
e
d
'
altra
parte
resta
in
balia
di
una
licenza
non
meno
falsa
,
perché
mancante
di
una
vera
autorità
sociale
:
poiché
questa
non
può
fondarsi
sui
vantaggi
temporanei
e
materiali
,
ma
solo
può
venire
da
Dio
Creatore
e
fine
ultimo
di
tutte
le
case
(
enc
.
Diuturnum
del
9
giugno
1881
)
.
120
.
Che
se
il
socialismo
,
come
tutti
gli
errori
,
ammette
pure
qualche
parte
di
vero
(
il
che
del
resto
non
fu
mai
negato
dai
Sommi
Pontefici
)
,
esso
tuttavia
si
fonda
su
una
dottrina
della
società
umana
,
tutta
sua
propria
e
discordante
dal
vero
cristianesimo
.
Socialismo
religioso
e
socialismo
cristiano
sono
dunque
termini
contraddittori
:
nessuno
può
essere
buon
cattolico
ad
un
tempo
e
vero
socialista
.
121
.
Tutte
queste
verità
pertanto
,
da
Noi
richiamate
e
confermate
solennemente
con
la
Nostra
autorità
,
si
debbono
applicare
del
pari
a
una
totale
nuova
forma
o
condotta
del
socialismo
poco
nota
finora
in
verità
,
ma
che
al
presente
si
va
diffondendo
tra
molti
gruppi
di
socialisti
.
Esso
attende
soprattutto
a
informare
di
sé
gli
animi
e
i
costumi
;
particolarmente
alletta
sotto
colore
di
amicizia
la
tenera
infanzia
per
trascinarla
,
seco
,
ma
abbraccia
altresì
la
moltitudine
degli
uomini
adulti
;
per
formare
in
fine
«
l
'
uomo
socialistico
»
,
sul
quale
vuole
appoggiare
l
'
umana
società
plasmata
secondo
le
massime
del
socialismo
.
122
.
Senonché
,
avendo
Noi
spiegato
già
largamente
nella
Nostra
enciclica
Divini
illius
Magistri
su
quali
principi
si
fondi
e
quali
fini
intenda
l
'
educazione
cristiana
(
enc
.
Divini
illius
Magistri
del
31
dicembre
1929
)
,
è
tanto
chiaro
ed
evidente
che
ad
essi
contraddice
quanto
fa
e
cerca
il
socialismo
educatore
,
che
non
occorre
altra
dichiarazione
.
Ma
quanto
siano
gravi
e
terribili
i
pericoli
che
questo
socialismo
porta
seco
,
sembra
che
l
'
ignorino
o
non
vi
diano
gran
peso
coloro
che
non
si
curano
punto
di
resistervi
con
zelo
e
coraggio
secondo
la
gravità
della
cosa
.
È
Nostro
dovere
pastorale
quindi
mettere
costoro
in
guardia
dal
danno
gravissimo
e
imminente
,
e
si
ricordino
tutti
che
di
cotesto
socialismo
educatore
è
padre
bensì
il
liberalismo
,
ma
l
'
erede
è
e
sarà
il
bolscevismo
.
e
)
diserzione
dei
cattolici
verso
il
socialismo
123
.
Da
ciò
,
venerabili
Fratelli
,
voi
potete
intendere
,
con
quanto
dolore
vediamo
,
in
taluni
paesi
specialmente
,
non
pochi
dei
Nostri
figli
-
di
cui
non
possiamo
persuaderci
che
abbiano
abbandonato
del
tutto
la
vera
fede
e
la
buona
volontà
-
aver
disertato
il
campo
della
Chiesa
per
passare
alle
file
del
socialismo
:
gli
uni
professandosi
apertamente
socialisti
e
professandone
le
dottrine
;
gli
altri
per
indifferenza
,
o
anche
con
ripugnanza
,
per
aggregarsi
alle
associazioni
che
si
professano
o
sono
di
fatto
socialistiche
.
124
.
Con
paterna
ansietà
Noi
andiamo
pensando
e
investigando
come
sia
potuto
accadere
una
tanta
aberrazione
,
e
Ci
sembra
di
sentire
che
molti
di
essi
Ci
rispondano
a
loro
scusa
:
la
Chiesa
e
quelli
che
alla
Chiesa
si
proclamano
più
aderenti
,
favoriscono
i
ricchi
,
trascurando
gli
operai
e
non
se
ne
dànno
pensiero
alcuno
:
perciò
questi
hanno
dovuto
,
al
fine
di
provvedere
a
sé
,
aggregarsi
alle
schiere
dei
socialisti
.
125
.
Ed
è
questa
,
senza
dubbio
,
cosa
ben
lacrimevole
,
venerabili
Fratelli
,
che
vi
siano
stati
e
ancora
vi
siano
di
quelli
che
,
dicendosi
cattolici
,
quasi
non
ricordino
la
legge
sublime
della
giustizia
e
della
carità
,
la
quale
non
solamente
ci
prescrive
di
dare
a
ciascuno
quello
che
gli
tocca
,
ma
ancora
di
soccorrere
ai
nostri
fratelli
indigenti
come
a
Cristo
medesimo
(
Lett
.
di
S
.
Giacomo
,
c
.
2
)
;
e
,
cosa
ancora
più
grave
,
per
ansia
di
guadagno
non
temono
di
opprimere
i
lavoratori
.
E
vi
ha
pure
chi
abusa
della
religione
stessa
,
facendo
del
suo
nome
un
paravento
alle
proprie
ingiuste
vessazioni
per
potersi
sottrarre
alle
rivendicazioni
pienamente
giustificate
degli
operai
.
Noi
non
cesseremo
mai
di
riprovare
una
simile
condotta
;
poiché
sono
costoro
la
causa
per
cui
la
Chiesa
,
senza
averlo
punto
meritato
,
ha
potuto
aver
l
'
apparenza
,
e
quindi
essere
accusata
,
di
prendere
parte
per
i
ricchi
e
di
non
aver
alcun
senso
di
pietà
per
le
pene
di
quelli
che
si
trovano
come
diseredati
della
loro
parte
di
benessere
in
questa
vita
.
Ma
che
questa
apparenza
e
questa
accusa
sia
immeritata
ed
ingiusta
,
tutta
la
storia
della
Chiesa
dà
testimonianza
;
e
l
'
enciclica
stessa
,
di
cui
celebriamo
l
'
anniversario
,
è
la
più
splendida
prova
della
somma
ingiustizia
di
simili
contumelie
e
calunnie
,
lanciate
contro
la
Chiesa
e
i
suoi
insegnamenti
.
f
)
paterno
invito
a
ritornare
126
.
Ma
per
quanto
provocati
dagli
insulti
e
trafitti
nel
cuore
di
padre
,
siamo
ben
lungi
dal
rigettare
da
Noi
questi
figli
,
sebbene
così
miseramente
traviati
e
lontani
dalla
verità
e
dalla
salvezza
.
Con
tutto
l
'
ardore
anzi
e
con
tutta
la
più
viva
sollecitudine
li
invitiamo
a
ritornare
al
materno
seno
della
Chiesa
.
E
Dio
faccia
che
prestino
orecchio
alla
Nostra
voce
!
Ritornino
donde
sono
partiti
,
alla
casa
cioè
del
Padre
e
ivi
perseverino
dove
è
il
loro
proprio
luogo
,
tra
le
file
cioè
di
quelli
che
seguendo
gli
insegnamenti
di
Leone
XIII
,
da
Noi
ora
solennemente
rinnovati
,
si
studiano
di
restaurare
la
società
secondo
lo
spirito
della
Chiesa
,
rassodandovi
la
giustizia
e
la
carità
sociale
.
E
si
persuadano
essi
che
non
potranno
mai
trovare
altrove
una
felicità
maggiore
,
anche
su
questa
terra
,
se
non
vicino
a
Colui
che
per
amore
nostro
«
essendo
ricco
,
diventò
povero
,
affinché
dalla
povertà
di
Lui
diventassimo
ricchi
»
(
2
Cor
8,9
)
,
che
fu
povero
e
in
mezzo
alle
fatiche
fino
dalla
sua
giovinezza
,
che
invita
a
sé
tutti
gli
oppressi
dalla
fatica
e
dalle
afflizioni
per
dar
loro
un
pieno
conforto
nella
carità
del
suo
Cuore
(
Mt
11,28
)
;
e
che
infine
,
senza
accettazione
di
persone
,
richiederà
di
più
da
quelli
ai
quali
avrà
dato
di
più
(
cfr
.
Luc
12,48
)
,
e
renderà
a
ciascuno
secondo
il
suo
operato
(
Mat
16,27
)
.
3
-
Rinnovamento
dei
costumi
127
.
Ma
se
consideriamo
la
cosa
con
più
diligenza
e
più
a
fondo
,
chiaramente
vediamo
che
a
questa
tanto
desiderata
restaurazione
sociale
deve
precedere
l
'
interno
rinnovamento
dello
spirito
cristiano
,
dal
quale
purtroppo
si
sono
allontanati
tanti
di
coloro
che
si
occupano
di
cose
economiche
;
se
no
,
tutti
gli
sforzi
cadranno
a
vuoto
,
non
costruendosi
l
'
edificio
sulla
roccia
,
ma
su
la
mobile
arena
(
cfr
.
Mat
7,24
)
.
128
.
E
infatti
,
venerabili
Fratelli
e
diletti
figli
,
abbiamo
dato
uno
sguardo
all
'
odierno
ordinamento
economico
,
e
l
'
abbiamo
trovato
guasto
profondamente
.
Di
poi
,
richiamato
a
nuovo
esame
il
comunismo
e
il
socialismo
,
e
tutte
le
loro
forme
,
anche
più
mitigate
,
abbiamo
trovato
che
sono
molto
lontani
dagli
insegnamenti
del
Vangelo
.
129
.
Quindi
,
per
usare
le
parole
del
Nostro
Predecessore
,
se
un
rimedio
si
vuole
dare
alla
società
umana
,
questo
non
sarà
altro
che
il
ritorno
alla
vita
e
alle
istituzioni
cristiane
(
enc
.
Rerum
novarum
,
n
.
22
)
.
Giacché
questo
solo
può
distogliere
gli
occhi
degli
uomini
affascinati
e
al
tutto
immersi
nelle
cose
transitorie
di
questo
mondo
,
e
innalzarli
al
cielo
:
questo
solo
può
portare
efficace
rimedio
alla
troppa
sollecitudine
per
i
beni
caduchi
,
che
è
l
'
origine
di
tutti
i
vizi
.
Del
quale
rimedio
chi
può
negare
che
la
società
umana
non
abbia
al
presente
un
sommo
bisogno
?
a
)
il
principale
disordine
dell
'
odierno
sistema
:
il
danno
delle
anime
130
.
Tutti
restano
quasi
unicamente
atterriti
dagli
sconvolgimenti
,
dalle
stragi
,
dalle
rovine
temporali
.
Ma
se
consideriamo
i
fatti
con
occhio
cristiano
,
com
'
è
dovere
,
che
cosa
sono
tutti
questi
mali
in
paragone
della
rovina
delle
anime
?
Eppure
si
può
dire
senza
temerità
essere
tale
oggi
l
'
andamento
della
vita
sociale
ed
economica
,
che
un
numero
grandissimo
di
persone
trova
le
difficoltà
più
gravi
nell
'
attendere
a
quell
'
uno
necessario
all
'
opera
capitale
fra
tutte
,
quella
della
propria
salute
eterna
.
131
.
Di
queste
innumerevoli
pecorelle
costituiti
Pastore
e
Tutore
dal
Principe
dei
Pastori
,
che
le
redense
col
suo
sangue
,
non
possiamo
contemplare
con
indifferenza
tale
sommo
pericolo
;
che
anzi
,
memori
dell
'
ufficio
pastorale
,
con
paterna
sollecitudine
andiamo
di
continuo
ripensando
come
recare
ad
esse
aiuto
,
ricorrendo
altresì
allo
studio
indefesso
di
altri
,
che
vi
sono
impegnati
per
debito
di
giustizia
e
di
carità
.
Che
cosa
gioverebbe
infatti
che
gli
uomini
con
più
saggio
uso
delle
ricchezze
si
rendessero
più
capaci
di
fare
acquisto
anche
di
tutto
il
mondo
,
se
poi
ne
ricevessero
danno
per
l
'
anima
?
(
cfr
.
Mat
15,26
)
.
Che
cosa
gioverebbe
insegnar
loro
sicuri
principi
intorno
alla
economia
,
se
poi
si
lasciano
trascinare
dalla
sfrenata
cupidigia
e
dal
gretto
amore
proprio
a
tal
segno
che
pur
avendo
udito
gli
ordini
del
Signore
,
abbiano
poi
a
fare
tutto
all
'
opposto
!
(
cfr
.
Fudic
.
2,17
)
.
b
)
cause
del
danno
spirituale
132
.
Questa
defezione
della
vita
sociale
ed
economica
dalla
legge
cristiana
e
l
'
apostasia
che
ne
consegue
di
molti
operai
dalla
fede
cattolica
,
hanno
la
loro
radice
e
la
loro
fonte
negli
affetti
disordinati
dell
'
anima
,
triste
conseguenza
del
peccato
originale
che
ha
distrutto
l
'
equilibrio
meraviglioso
delle
facoltà
umane
;
sicché
l
'
uomo
facilmente
trascinato
da
perverse
cupidigie
,
viene
fortemente
spinto
ad
anteporre
i
beni
caduchi
di
questo
mondo
a
quelli
imperituri
del
cielo
.
Di
qui
una
sete
insaziabile
di
ricchezze
e
di
beni
temporali
che
,
se
in
ogni
tempo
fu
solita
a
spingere
gli
uomini
a
trasgredire
le
leggi
di
Dio
e
calpestare
i
diritti
del
prossimo
,
oggi
col
moderno
ordinamento
economico
,
offre
alla
fragilità
umana
incentivi
assai
più
numerosi
.
E
poiché
l
'
instabilità
della
vita
economica
e
specialmente
del
suo
organismo
,
richiede
uno
sforzo
sommo
e
continuo
di
quanti
vi
si
applicano
,
alcuni
vi
hanno
indurito
la
coscienza
a
tal
segno
che
si
danno
a
credere
lecita
l
'
aumentare
i
guadagni
in
qualsiasi
modo
e
difendere
poi
con
ogni
mezzo
dalle
repentine
vicende
della
fortuna
le
ricchezze
accumulate
con
tanti
sforzi
.
I
facili
guadagni
,
che
l
'
anarchia
del
mercato
apre
a
tutti
,
allettano
moltissimi
allo
scambio
e
alla
vendita
,
e
costoro
unicamente
agognando
di
fare
guadagni
pronti
e
con
minima
fatica
,
con
la
sfrenata
speculazione
fanno
salire
e
abbassare
i
prezzi
secondo
il
capriccio
e
l
'
avidità
loro
,
con
tanta
frequenza
,
che
mandano
fallite
tutte
le
sagge
previsioni
dei
produttori
.
Le
disposizioni
giuridiche
poi
,
ordinate
a
favorire
la
cooperazione
dei
capitali
,
mentre
dividono
la
responsabilità
e
restringono
il
rischio
del
negoziare
,
hanno
dato
ansa
alla
più
biasimevole
licenza
;
giacché
vediamo
che
,
scemato
l
'
obbligo
di
dare
i
conti
,
viene
attenuato
il
senso
di
responsabilità
nelle
anime
,
e
sotto
la
coperta
difesa
di
una
società
che
chiamano
anonima
,
si
commettono
le
peggiori
ingiustizie
e
frodi
,
e
i
dirigenti
di
queste
associazioni
economiche
,
dimentichi
dei
loro
impegni
,
tradiscono
non
rare
volte
i
diritti
di
quelli
di
cui
avevano
preso
ad
amministrare
i
risparmi
.
Né
per
ultimo
si
può
omettere
di
condannare
quegli
ingannatori
che
,
non
curandosi
di
soddisfare
alle
oneste
esigenze
di
chi
si
vale
dell
'
opera
loro
,
non
si
peritano
invece
di
aizzare
le
cupidigie
umane
,
per
venirle
poi
sfruttando
a
proprio
guadagno
.
133
.
Questi
così
gravi
inconvenienti
non
potevano
essere
emendati
,
o
piuttosto
prevenuti
,
se
non
da
una
severa
disciplina
morale
,
rigidamente
mantenuta
dall
'
autorità
sociale
.
Ma
questa
purtroppo
mancò
.
Infatti
,
avendo
il
nuovo
ordinamento
economico
cominciato
appunto
quando
le
massime
del
razionalismo
erano
penetrate
in
molti
e
vi
avevano
messo
radici
,
ne
nacque
in
breve
una
scienza
economica
separata
dalla
legge
morale
;
e
per
conseguenza
alle
passioni
umane
si
lasciò
libero
il
freno
.
Quindi
avvenne
che
in
molto
maggior
numero
di
prima
furono
quelli
che
non
si
diedero
più
pensiero
di
altro
che
di
accrescere
ad
ogni
costo
la
loro
fortuna
,
e
cercando
sopra
tutte
le
cose
e
in
tutto
i
loro
propri
interessi
,
non
si
fecero
coscienza
neppure
dei
più
gravi
delitti
contro
gli
altri
.
I
primi
poi
che
si
misero
per
questa
via
larga
.
che
conduce
alla
perdizione
(
cfr
.
Mat
7,13
)
,
trovarono
molti
imitatori
della
loro
iniquità
sia
per
l
'
esempio
della
loro
appariscente
riuscita
,
sia
per
il
fasto
insolito
delle
loro
ricchezze
,
sia
per
il
deridere
che
fecero
,
quasi
vittima
di
scrupoli
insulsi
,
la
coscienza
altrui
,
sia
infine
schiacciando
i
loro
competitori
più
timorosi
.
134
.
Così
,
traviando
dal
retto
sentiero
i
dirigenti
della
economia
,
fu
naturale
che
anche
il
volgo
degli
operai
venisse
precipitando
nello
stesso
abisso
,
e
ciò
tanto
più
che
molti
sovraintendenti
delle
officine
sfruttavano
i
loro
operai
,
come
semplici
macchine
,
senza
curarsi
delle
loro
anime
,
anzi
neppure
pensando
ai
loro
interessi
superiori
.
E
in
verità
fa
orrore
il
considerare
i
gravissimi
pericoli
a
cui
sono
esposti
nelle
moderne
officine
i
costumi
degli
operai
(
dei
giovani
specialmente
)
e
il
pudore
delle
giovani
e
delle
donne
,
gli
impedimenti
che
spesso
il
presente
ordinamento
economico
e
soprattutto
le
condizioni
affatto
irrazionali
dell
'
abitazione
recano
all
'
unione
e
alla
intimità
della
vita
di
famiglia
;
alle
difficoltà
di
santificare
debitamente
i
giorni
di
festa
;
all
'
universale
indebolimento
di
quel
senso
veramente
cristiano
,
onde
prima
anche
persone
rozze
e
ignoranti
,
sapevano
elevarsi
ad
alti
ideali
,
laddove
ora
è
sottentrata
l
'
unica
ansia
di
procacciarsi
comecchessia
la
vita
quotidiana
.
E
così
il
lavoro
corporale
,
che
la
divina
Provvidenza
,
anche
dopo
il
peccato
originale
,
aveva
stabilito
come
esercizio
in
bene
del
corpo
insieme
e
dell
'
anima
,
si
viene
convertendo
in
uno
strumento
di
perversione
:
la
materia
inerte
,
cioè
esce
nobilitata
dalla
fabbrica
,
le
persone
invece
si
corrompono
e
si
avviliscono
.
4
-
Rimedi
a
)
cristianizzazione
della
vita
economica
135
.
A
una
strage
così
dolorosa
di
anime
,
che
durando
farà
cadere
a
vuoto
ogni
sforzo
di
rigenerazione
della
società
,
non
si
può
rimediare
altrimenti
se
non
col
ritorno
manifesto
e
sincero
degli
uomini
alla
dottrina
evangelica
,
ai
precetti
cioè
di
Colui
che
solo
ha
parole
di
vita
eterna
(
cfr
.
Giov
6,70
)
,
e
quindi
parole
tali
che
,
passando
cielo
e
terra
,
esse
non
passeranno
mai
(
cfr
.
Mat
24,35
)
.
Così
quanti
sono
veramente
sperimentati
nelle
cose
sociali
,
invocano
con
ardore
quella
che
chiamano
perfetta
«
realizzazione
»
della
vita
economica
.
Ma
un
tale
ordinamento
,
che
Noi
pure
ardentemente
desideriamo
e
con
fervido
studio
promuoviamo
,
riuscirà
incompleto
e
imperfetto
,
se
tutte
le
forme
dell
'
attività
umana
amichevolmente
non
si
accordano
ad
imitare
ed
a
raggiungere
,
per
quanto
è
dato
all
'
uomo
,
la
meravigliosa
unità
del
disegno
divino
;
quell
'
ordine
perfetto
,
diciamo
,
che
a
gran
voce
la
Chiesa
proclama
e
la
stessa
retta
ragione
richiede
:
che
cioè
le
cose
tutte
siano
indirizzate
a
Dio
come
a
primo
supremo
termine
di
ogni
attività
creata
,
e
tutti
i
beni
creati
siano
riguardati
come
semplici
mezzi
,
dei
quali
in
tanto
si
deve
far
uso
in
quanto
conducono
al
fine
supremo
.
136
.
Né
si
deve
credere
che
perciò
le
professioni
lucrative
siano
meno
stimate
ovvero
ritenute
come
poco
conformi
alla
dignità
umana
.
Al
contrario
,
anzi
,
noi
impariamo
a
riconoscere
in
esse
con
venerazione
la
manifesta
volontà
del
Creatore
,
il
quale
ha
posto
l
'
uomo
sulla
terra
perché
la
venga
lavorando
,
facendola
servire
alle
sue
molteplici
necessità
.
Né
si
proibisce
a
quelli
che
attendono
alla
produzione
,
l
'
accrescere
nei
giusti
e
debiti
modi
la
loro
fortuna
;
anzi
la
Chiesa
insegna
essere
giusto
che
chiunque
serve
alla
comunità
e
l
'
arricchisce
con
l
'
accrescere
i
beni
della
comunità
stessa
,
ne
divenga
anch
'
egli
più
ricco
,
secondo
la
sua
condizione
,
purché
tutto
ciò
si
cerchi
col
debito
ossequio
alla
legge
di
Dio
e
senza
danno
dei
diritti
altrui
e
se
ne
faccia
un
uso
conforme
all
'
ordine
della
fede
e
della
retta
ragione
.
137
.
Che
se
queste
norme
saranno
da
tutti
,
in
ogni
luogo
e
sempre
mantenute
,
non
solamente
la
produzione
e
l
'
acquisto
dei
beni
,
ma
anche
l
'
uso
delle
ricchezze
,
che
ora
si
vede
così
spesso
disordinato
,
verrà
tosto
ricondotto
nei
limiti
della
equità
e
della
giusta
distribuzione
.
Così
alla
sordida
cupidigia
dei
soli
interessi
propri
,
che
è
l
'
obbrobrio
e
il
grande
peccato
del
nostro
secolo
,
si
opporrà
davvero
e
col
fatto
la
regola
,
soavissima
insieme
ed
efficacissima
,
della
moderazione
cristiana
,
onde
l
'
uomo
deve
cercare
anzitutto
il
regno
di
Dio
e
la
sua
giustizia
,
ritenendo
per
certo
che
i
beni
temporali
gli
saranno
dati
per
giunta
,
in
quanto
avrà
bisogno
,
in
forza
della
sicura
promessa
della
liberalità
divina
(
cfr
.
Mat
6,33
)
.
b
)
legge
della
carità
138
.
Se
non
che
per
assicurare
appieno
queste
riforme
,
è
necessario
che
si
aggiunga
alla
legge
della
giustizia
,
la
legge
della
carità
la
quale
è
il
vincolo
della
perfezione
(
Col
3,14
)
.
Quanto
dunque
s
'
ingannano
quei
riformatori
imprudenti
,
i
quali
solo
curando
l
'
osservanza
della
giustizia
e
della
sola
giustizia
commutativa
,
rigettano
con
alterigia
il
concorso
della
carità
!
Certo
,
la
carità
non
può
essere
chiamata
a
fare
le
veci
della
giustizia
,
dovuta
per
obbligo
e
iniquamente
negata
.
Ma
quando
pure
si
supponga
che
ciascuno
abbia
ottenuto
tutto
ciò
che
gli
spetta
di
diritto
,
resterà
sempre
un
campo
larghissimo
alla
carità
.
La
sola
giustizia
,
infatti
,
anche
osservata
con
la
maggiore
fedeltà
,
potrà
bene
togliere
di
mezzo
le
cause
dei
conflitti
sociali
,
non
già
unire
i
cuori
e
stringere
insieme
la
volontà
.
139
.
Ora
tutte
le
istituzioni
ordinate
a
consolidare
la
pace
e
promuovere
il
mutuo
soccorso
tra
gli
uomini
,
per
quanto
sembrino
perfette
,
hanno
il
loro
precipuo
fondamento
di
sodezza
nel
legame
vicendevole
,
delle
volontà
onde
i
soci
vanno
uniti
fra
loro
;
e
mancando
questo
,
come
spesso
vediamo
per
esperienza
,
riescono
vane
le
migliori
prescrizioni
.
Una
vera
intesa
di
tutti
ad
uno
stesso
bene
comune
non
potrà
dunque
aversi
altrimenti
,
che
quando
tutte
le
parti
della
società
sentano
di
essere
membri
di
una
sola
grande
famiglia
e
figli
di
uno
stesso
Padre
celeste
,
anzi
di
essere
un
solo
corpo
in
Cristo
e
membri
gli
uni
degli
altri
(
Rom
12,0
)
in
modo
che
se
un
membro
patisce
,
patiscono
insieme
tutti
gli
altri
(
1Cor
12,26
)
.
Allora
soltanto
i
ricchi
e
gli
altri
dirigenti
muteranno
la
primitiva
loro
freddezza
verso
i
loro
fratelli
più
poveri
,
in
calda
e
operosa
affezione
;
ne
accoglieranno
le
giuste
domande
con
volto
benigno
e
cuore
largo
,
e
,
al
bisogno
,
ne
perdoneranno
anche
cordialmente
le
colpe
e
gli
errori
.
Gli
operai
poi
,
dal
loro
canto
,
deposto
sinceramente
ogni
sentimento
di
odio
e
di
invidia
,
che
i
fautori
della
lotta
di
classe
sfruttano
tanto
astutamente
,
non
solo
non
disdegneranno
il
posto
loro
assegnato
dalla
Provvidenza
divina
nella
società
umana
,
ma
l
'
avranno
anzi
in
gran
pregio
,
perché
ben
consapevoli
di
cooperare
davvero
utilmente
e
onoratamente
,
ciascuno
secondo
il
proprio
grado
e
ufficio
,
al
bene
comune
,
e
seguendo
in
ciò
più
da
vicino
gli
esempi
di
Colui
che
,
essendo
Dio
,
ha
voluto
essere
sulla
terra
un
operaio
e
stimato
figlio
di
operaio
.
c
)
difficoltà
dell
'
impresa
140
.
Da
questa
nuova
diffusione
pertanto
dello
spirito
evangelico
nel
mondo
,
che
è
spirito
di
moderazione
cristiana
,
e
di
carità
universale
,
sorgerà
,
speriamo
,
quella
piena
e
desideratissima
restaurazione
della
umana
società
in
Cristo
e
quella
pace
di
Cristo
nel
regno
di
Cristo
a
cui
fin
dall
'
inizio
del
Nostro
Pontificato
abbiamo
fermamente
proposto
di
consacrare
tutte
le
Nostre
cure
e
la
Nostra
pastorale
sollecitudine
(
cfr
.
lett
.
enc
.
Ubi
arcano
del
23
dicembre
1922
)
.
E
voi
pure
,
venerabili
Fratelli
,
che
insieme
con
Noi
per
mandato
dello
Spirito
Santo
governate
la
Chiesa
di
Dio
(
cfr
.
At
20,28
)
,
con
molto
lodevole
zelo
allo
stesso
intento
,
come
a
cosa
capitale
e
al
presente
più
necessaria
che
mai
,
indefessamente
lavorate
,
in
tutte
quante
le
parti
del
mondo
,
anche
nei
paesi
delle
sacre
Missioni
tra
gl
'
infedeli
.
A
voi
dunque
siano
date
le
meritate
lodi
,
ed
insieme
con
voi
a
quelli
tutti
,
siano
chierici
o
laici
,
che
vediamo
con
gioia
esservi
ogni
giorno
compagni
e
validi
cooperatori
della
stessa
opera
grandiosa
.
Diciamo
i
diletti
figli
Nostri
iscritti
all
'
Azione
Cattolica
,
i
quali
con
particolare
studio
si
occupano
con
Noi
della
questione
sociale
,
in
quanto
questa
spetta
e
compete
alla
Chiesa
,
per
la
sua
stessa
divina
istituzione
.
E
Noi
li
esortiamo
tutti
caldamente
.
nel
Signore
che
non
tralascino
fatiche
,
non
si
lascino
vincere
da
difficoltà
,
ma
crescano
ogni
giorno
più
nello
zelo
e
nel
vigore
(
cfr
.
Deut
31,7
)
.
Ardua
,
per
certo
,
è
l
'
impresa
che
loro
proponiamo
,
giacché
ben
sappiamo
che
da
una
parte
e
dall
'
altra
,
sia
tra
le
classi
superiori
come
tra
le
inferiori
della
società
,
si
oppongono
in
gran
numero
ostacoli
e
difficoltà
da
superare
;
ma
non
perciò
si
perdano
essi
di
animo
,
né
si
lascino
a
nessun
conto
distogliere
dal
proposito
.
L
'
affrontare
aspre
battaglie
è
proprio
dei
cristiani
;
sostenere
gravi
fatiche
è
proprio
di
quelli
che
,
quali
buoni
soldati
di
Cristo
,
lo
seguono
più
da
vicino
(
cfr
.
2
Tim
.
2,3
)
.
141
.
Fidati
dunque
nell
'
onnipotente
aiuto
di
Colui
che
vuole
salvi
gli
uomini
tutti
(
cfr
.
Tim
.
2,4
)
,
procuriamo
con
tutte
le
forze
di
giovare
a
quelle
anime
infelici
,
lontane
da
Dio
,
e
distaccandole
dalle
cure
temporali
,
nelle
quali
troppo
si
avviluppano
,
insegniamo
loro
a
volgere
con
fiducia
il
desiderio
alle
cose
eterne
.
Il
che
talvolta
si
otterrà
più
agevolmente
di
quanto
a
prima
vista
non
sembrava
forse
sperabile
;
poiché
,
se
nell
'
intimo
dell
'
uomo
anche
più
rotto
all
'
iniquità
si
nascondono
,
come
favilla
sotto
la
cenere
,
delle
mirabili
forze
spirituali
,
testimoni
non
dubbi
di
quell
'
anima
naturalmente
cristiana
,
quanto
più
nel
cuore
di
tanti
altri
che
furono
indotti
in
errore
piuttosto
per
ignoranza
e
per
le
circostanze
esteriori
.
142
.
Del
resto
,
alcuni
lieti
indizi
di
sociale
rinnovamento
si
presagiscono
già
nelle
stesse
ordinate
schiere
degli
operai
,
tra
cui
con
somma
Nostra
allegrezza
,
vediamo
anche
folti
stuoli
di
giovani
cattolici
,
i
quali
con
docilità
ricevono
le
ispirazioni
della
grazia
divina
e
con
incredibile
zelo
si
studiano
di
guadagnare
a
Cristo
i
propri
compagni
.
Né
meritano
minor
lode
i
capi
delle
associazioni
operaie
,
i
quali
,
posposti
i
propri
interessi
e
unicamente
solleciti
del
bene
dei
propri
compagni
si
sforzano
di
conciliare
e
promuovere
con
prudenza
le
loro
giuste
rivendicazioni
con
la
prosperità
di
tutta
la
maestranza
,
né
per
qualsivoglia
impedimento
o
aspetto
si
lasciano
rimuovere
da
questo
nobile
impiego
.
Che
anzi
vediamo
pure
in
gran
numero
giovani
destinati
o
per
ingegno
o
per
ricchezze
ad
occupare
tra
poco
un
bel
posto
tra
i
dirigenti
della
società
,
i
quali
si
applicano
con
più
intenso
studio
alle
questioni
sociali
,
e
danno
liete
speranze
di
dedicarsi
un
giorno
pienamente
all
'
opera
della
restaurazione
sociale
.
d
)
la
via
da
seguire
143
.
Le
condizioni
presenti
,
venerabili
Fratelli
,
ci
additano
la
via
che
occorre
tenere
.
Come
in
altre
età
della
storia
della
Chiesa
,
noi
dobbiamo
lottare
con
un
mondo
ricaduto
in
gran
parte
nel
paganesimo
.
Ora
per
ricondurre
a
Cristo
le
classi
diverse
di
uomini
che
l
'
hanno
rinnegato
,
è
necessario
anzitutto
scegliere
nel
loro
seno
e
formare
ausiliari
della
Chiesa
,
che
ne
comprendano
lo
spirito
e
i
desideri
e
sappiano
parlare
ai
loro
cuori
con
senso
di
fraterno
amore
.
I
primi
ed
immediati
apostoli
degli
operai
,
devono
essere
operai
;
industriali
e
commercianti
,
gli
apostoli
degli
industriali
e
degli
uomini
di
commercio
.
144
.
A
Voi
soprattutto
,
venerabili
Fratelli
,
e
al
vostro
Clero
spetta
cercare
con
diligenza
,
scegliere
con
prudenza
,
formare
ed
istruire
con
opportunità
questa
schiera
di
laici
apostoli
,
sia
di
operai
come
di
padroni
.
Un
'
opera
certamente
ardua
s
'
impone
ai
sacerdoti
,
e
per
sostenerla
,
tutti
quelli
che
crescono
nelle
speranze
della
Chiesa
,
debbono
venirsi
preparando
con
lo
studio
assiduo
delle
cose
sociali
.
Ma
soprattutto
è
necessario
che
quelli
da
Voi
applicati
in
modo
particolare
a
questo
ministero
,
si
mostrino
tali
,
cioè
forniti
di
tanto
squisito
senso
di
giustizia
,
da
opporsi
con
una
costanza
del
tutto
virile
,
alle
rivendicazioni
esorbitanti
ed
alle
ingiustizie
,
da
qualunque
parte
vengano
;
è
necessario
che
siano
segnalati
per
prudenza
e
discrezione
lontana
da
qualsiasi
esagerazione
;
ma
specialmente
che
siano
intimamente
compenetrati
della
carità
di
Cristo
,
che
sola
vale
a
sottomettere
con
forza
e
soavità
i
cuori
e
le
volontà
degli
uomini
alle
leggi
della
giustizia
e
dell
'
equità
.
Questa
è
la
via
già
più
di
una
volta
raccomandata
dal
felice
esito
,
e
che
ora
si
deve
seguire
con
ogni
alacrità
e
senza
titubanze
.
145
.
Quanto
poi
ai
cari
figli
Nostri
scelti
ad
un
'
opera
così
grande
,
vivamente
li
esortiamo
nel
Signore
a
consacrarsi
totalmente
alla
formazione
delle
anime
loro
affidate
;
e
nell
'
adempimento
di
questo
ufficio
il
più
sacerdotale
ed
apostolico
,
con
opportunità
si
avvalgano
di
tutti
i
mezzi
più
efficaci
dell
'
educazione
cristiana
,
come
istruzione
della
gioventù
,
istituzione
di
cristiane
associazioni
,
fondazioni
di
circoli
di
studio
,
conformi
alla
regola
della
fede
.
Ma
soprattutto
facciano
grande
stima
e
applichino
al
bene
dei
loro
discepoli
quel
mezzo
preziosissimo
di
rinnovamento
individuale
e
sociale
che
Noi
abbiamo
additato
negli
Esercizi
spirituali
con
.
l
'
enciclica
Mens
Nostra
.
Nella
quale
enciclica
abbiamo
esplicitamente
ricordato
e
caldamente
raccomandato
,
con
gli
Esercizi
a
pro
dei
laici
tutti
,
anche
i
Ritiri
in
specie
utilissimi
per
gli
operai
(
enc
.
Mens
Nostra
del
20
dicembre
1929
)
.
In
questa
scuola
dello
spirito
infatti
non
solo
si
formano
gli
ottimi
cristiani
,
ma
anche
si
addestrano
i
veri
apostoli
per
qualsiasi
condizione
di
vita
,
riscaldandosi
alla
fiamma
del
Cuore
di
Gesù
Cristo
.
Da
questa
scuola
,
come
gli
Apostoli
dal
Cenacolo
di
Gerusalemme
,
usciranno
uomini
fortissimi
nella
fede
,
di
costanza
invitta
nelle
persecuzioni
,
ardenti
di
zelo
e
premurosi
unicamente
di
propagare
per
ogni
dove
il
regno
di
Cristo
.
146
.
E
certamente
,
ai
nostri
tempi
più
che
mai
si
ha
bisogno
di
tali
valorosi
soldati
di
Cristo
che
si
affatichino
con
tutte
le
forze
a
preservare
la
famiglia
umana
dalla
spaventosa
rovina
che
la
incoglierebbe
,
se
,
col
disprezzo
degli
insegnamenti
del
Vangelo
,
si
lasciasse
prevalere
un
ordine
di
cose
che
conculcano
le
leggi
della
natura
non
meno
che
quelle
di
Dio
.
La
Chiesa
di
Cristo
edificata
sulla
pietra
incrollabile
,
non
ha
nulla
da
temere
per
sé
,
ben
sapendo
che
le
porte
dell
'
inferno
non
prevarranno
mai
contro
di
essa
(
cfr
.
Mat
16,18
)
;
sicura
come
é
,
per
la
prova
dell
'
esperienza
di
tanti
secoli
,
che
dalle
tempeste
anche
più
violente
uscirà
sempre
più
forte
e
gloriosa
di
nuovi
trionfi
.
Ma
il
suo
cuore
di
madre
non
può
non
commuoversi
ai
mali
innumerevoli
che
queste
tempeste
accumulerebbero
sopra
migliaia
di
uomini
,
e
soprattutto
agli
enormi
danni
spirituali
che
ne
sgorgherebbero
a
rovina
di
tante
anime
redente
dal
sangue
di
Cristo
.
147
.
Tutto
dunque
deve
essere
tentato
per
distogliere
la
società
umana
da
mali
così
grandi
.
A
ciò
debbono
tendere
le
nostre
fatiche
,
a
ciò
le
nostre
cure
e
le
nostre
continue
e
ferventi
preghiere
a
Dio
.
Perché
mediante
il
soccorso
della
grazia
divina
noi
abbiamo
in
mano
la
sorte
della
famiglia
umana
.
148
.
Non
permettiamo
dunque
,
venerabili
Fratelli
e
diletti
Figli
,
che
i
figliuoli
di
questo
secolo
si
mostrino
più
accorti
,
nel
loro
genere
,
di
noi
i
quali
per
divina
bontà
siamo
i
figliuoli
della
luce
(
cfr
.
Luc
16,18
)
.
Noi
infatti
vediamo
con
quale
meravigliosa
sagacia
si
adoperino
a
scegliersi
aderenti
operosi
e
formarseli
atti
a
diffondere
sempre
più
largamente
i
loro
errori
fra
tutte
le
classi
e
in
tutte
le
parti
del
mondo
.
Quando
poi
prendono
ad
impugnare
la
Chiesa
di
Cristo
,
li
vediamo
mettere
a
tacere
le
varie
loro
interne
dissenzioni
e
costituire
come
un
solo
concorde
esercito
per
raggiungere
con
l
'
unione
delle
forze
il
comune
intento
.
e
)
unione
e
cooperazione
di
tutti
i
buoni
149
.
Ora
,
nessuno
certamente
ignora
a
quante
e
quanto
grandi
opere
si
stenda
dappertutto
l
'
indefesso
zelo
dei
cattolici
,
sia
in
ordine
al
bene
sociale
ed
economico
,
sia
in
materia
scolastica
e
religiosa
.
Ma
questa
azione
mirabile
e
faticosa
non
di
rado
perde
di
efficacia
per
la
troppa
dispersione
delle
forze
.
Si
uniscano
dunque
tutti
gli
uomini
di
buona
volontà
quanti
sotto
la
guida
dei
Pastori
della
Chiesa
amano
di
combattere
questa
buona
e
pacifica
battaglia
di
Cristo
;
e
tutti
,
sotto
la
guida
ed
il
magistero
della
Chiesa
,
secondo
il
genio
,
le
forze
,
la
condizione
di
ciascuno
,
cerchino
di
contribuire
in
qualche
misura
a
quella
cristiana
restaurazione
della
società
,
che
Leone
XIII
auspicò
con
l
'
immortale
enciclica
Rerum
novarum
;
non
mirando
a
se
stesso
e
agli
interessi
propri
,
ma
a
quelli
di
Gesù
Cristo
(
cfr
.
Fil
2,21
)
;
non
,
pretendendo
di
imporre
le
proprie
idee
,
comunque
belle
ed
opportune
esse
sembrino
,
ma
mostrandosi
disposti
a
rinunziarvi
per
il
bene
comune
,
affinché
in
tutto
e
soprattutto
Cristo
regni
,
Cristo
imperi
,
e
al
quale
sia
onore
e
gloria
e
potere
nei
secoli
(
cfr
.
Apoc
5,13
)
.
Benedizione
finale
150
.
E
perché
così
felicemente
avvenga
,
a
Voi
tutti
,
venerabili
Fratelli
e
diletti
figli
,
quanti
fate
parte
dell
'
immensa
famiglia
cattolica
a
Noi
affidata
,
ma
con
un
particolare
affetto
del
Nostro
cuore
agli
operai
e
a
quanti
altri
lavorano
nelle
arti
manuali
,
dalla
divina
Provvidenza
a
Noi
più
vivamente
raccomandati
,
come
pure
ai
padroni
ed
imprenditori
cristiani
,
impartiamo
con
paterno
amore
l
'
Apostolica
Benedizione
.
Dato
a
Roma
,
presso
san
Pietro
,
il
15
maggio
1931
,
anno
decimo
del
Nostro
Pontificato
.
PIO
PP
.
XI
Miscellanea ,
Con
viva
ansia
e
con
stupore
sempre
crescente
,
veniamo
osservando
da
lungo
tempo
la
via
dolorosa
della
Chiesa
e
il
progressivo
acuirsi
dell
'
oppressione
dei
fedeli
ad
essa
rimasti
devoti
nello
spirito
e
nell
'
opera
;
e
tutto
ciò
in
quella
terra
e
in
mezzo
a
quel
popolo
a
cui
S
.
Bonifacio
portò
un
giorno
il
luminoso
e
lieto
messaggio
di
Cristo
e
del
regno
di
Dio
.
Tale
nostra
ansia
non
è
stata
alleviata
dalle
relazioni
che
i
Reverendissimi
rappresentanti
dell
'
Episcopato
,
conforme
al
loro
dovere
,
Ci
fecero
secondo
verità
,
visitandoCi
durante
la
Nostra
infermità
.
Accanto
a
molte
notizie
,
che
Ci
furono
di
consolazione
e
conforto
,
sulla
lotta
sostenuta
dai
loro
fedeli
a
causa
della
religione
,
non
poterono
,
nonostante
l
'
amore
al
loro
popolo
e
alla
loro
patria
e
la
cura
di
esprimere
un
giudizio
ben
ponderato
,
passare
sotto
silenzio
innumerevoli
altri
avvenimenti
tristi
e
riprovevoli
.
Quando
Noi
udimmo
le
loro
relazioni
,
con
profonda
gratitudine
verso
Dio
potemmo
esclamare
con
l
'
Apostolo
dell
'
amore
:
«
Non
ho
gioia
più
grande
di
quando
sento
:
i
miei
figli
camminano
nella
verità
»
.
Ma
la
franchezza
,
che
si
addice
alla
grave
responsabilità
del
Nostro
ministero
apostolico
,
e
la
decisione
di
presentare
davanti
a
voi
e
all
'
intero
mondo
cristiano
la
realtà
in
tutta
la
sua
crudezza
esigono
anche
che
aggiungiamo
:
-
-
non
abbiamo
maggiore
ansia
né
più
crudele
afflizione
pastorale
di
quando
sentiamo
:
molti
abbandonano
il
cammino
della
verità
.
Il
Concordato
del
1933
1
.
Quando
Noi
,
Venerabili
Fratelli
,
nell
'
estate
del
1933
,
a
richiesta
del
governo
del
Reich
,
accettammo
di
riprendere
le
trattative
per
un
Concordato
,
in
base
ad
un
progetto
elaborato
già
vari
anni
prima
,
e
addivenimmo
così
ad
un
solenne
accordo
,
che
riuscì
di
soddisfazione
a
voi
tutti
,
fummo
mossi
dalla
doverosa
sollecitudine
di
tutelare
la
libertà
della
missione
salvifica
della
Chiesa
in
Germania
e
di
assicurare
la
salute
delle
anime
ad
essa
affidate
,
e
in
pari
tempo
dal
sincero
desiderio
di
rendere
un
servizio
di
interesse
capitale
al
pacifico
sviluppo
e
al
benessere
del
popolo
tedesco
.
Nonostante
molte
e
gravi
preoccupazioni
,
pervenimmo
allora
,
non
senza
sforzo
,
alla
determinazione
di
non
negare
il
Nostro
consenso
.
Volevamo
risparmiare
ai
Nostri
fedeli
,
ai
Nostri
figli
e
alle
Nostre
figlie
,
della
Germania
,
secondo
le
umane
possibilità
,
le
tensioni
e
le
tribolazioni
,
che
,
in
caso
contrario
,
si
sarebbero
dovute
con
certezza
aspettare
,
date
le
condizioni
dei
tempi
.
E
volevamo
dimostrare
col
fatto
a
tutti
,
che
Noi
,
cercando
solo
Cristo
e
ciò
che
appartiene
a
Cristo
,
non
rifiutiamo
ad
alcuno
,
se
egli
stesso
non
la
respinga
,
la
mano
pacifica
della
Madre
Chiesa
.
Se
l
'
albero
di
pace
,
da
Noi
piantato
in
terra
tedesca
con
puro
intento
,
non
ha
prodotto
i
frutti
,
da
Noi
bramati
nell
'
interesse
del
vostro
popolo
,
non
ci
sarà
alcuno
al
mondo
intero
,
che
abbia
occhi
per
vedere
e
orecchi
per
sentire
,
il
quale
potrà
dire
ancor
oggi
la
colpa
essere
della
Chiesa
e
del
suo
Capo
Supremo
.
L
'
esperienza
degli
anni
trascorsi
mette
in
luce
le
responsabilità
,
e
svela
macchinazioni
,
che
già
dal
principio
non
si
proposero
altro
scopo
se
non
una
lotta
fino
all
'
annientamento
.
Nei
solchi
,
in
cui
Ci
eravamo
sforzati
di
gettare
la
semenza
della
vera
pace
,
altri
sparsero
-
-
come
l
'
inimicus
homo
della
Sacra
Scrittura
-
-
la
zizzania
della
sfiducia
,
della
discordia
,
dell
'
odio
,
della
diffamazione
,
di
un
'
avversione
profonda
,
occulta
e
palese
,
contro
Cristo
e
la
sua
Chiesa
,
scatenando
una
lotta
che
si
alimentò
in
mille
fonti
diverse
,
e
si
servì
di
tutti
i
mezzi
.
Su
di
essi
e
solamente
su
di
essi
,
e
sui
loro
protettori
,
occulti
o
palesi
,
ricade
la
responsabilità
se
all
'
orizzonte
della
Germania
apparisce
,
non
l
'
arcobaleno
della
pace
,
ma
il
nembo
minaccioso
delle
dissolvitrici
lotte
religiose
.
Venerabili
Fratelli
,
Noi
non
Ci
siamo
stancati
di
far
presente
ai
reggitori
,
responsabili
delle
sorti
della
vostra
nazione
,
le
conseguenze
,
che
sarebbero
necessariamente
derivate
dalla
tolleranza
,
o
peggio
ancora
dal
favoreggiamento
di
quelle
correnti
.
Abbiamo
fatto
di
tutto
per
difendere
la
santità
della
parola
solennemente
data
,
la
inviolabilità
degli
obblighi
volontariamente
contratti
,
contro
teorie
e
pratiche
,
le
quali
,
se
ufficialmente
ammesse
,
avrebbero
dovuto
spegnere
ogni
fiducia
e
svalutare
intrinsecamente
ogni
parola
data
,
anche
per
l
'
avvenire
.
Se
verrà
il
momento
di
esporre
agli
occhi
del
mondo
questi
nostri
sforzi
,
tutti
i
ben
pensanti
sapranno
dove
son
da
cercarsi
i
tutori
della
pace
e
dove
i
suoi
perturbatori
.
Chiunque
abbia
conservato
nel
suo
animo
un
residuo
di
amore
per
la
verità
,
e
nel
suo
cuore
anche
un
'
ombra
del
senso
di
giustizia
,
dovrà
ammettere
che
negli
anni
difficili
e
gravi
di
vicende
,
susseguitesi
al
Concordato
,
ciascuna
delle
Nostre
parole
e
delle
Nostre
azioni
ebbe
per
norma
la
fedeltà
degli
accordi
sanciti
.
Ma
dovrà
anche
riconoscere
,
con
stupore
e
con
intima
ripulsa
,
come
dall
'
altra
parte
si
sia
eretto
a
norma
ordinaria
lo
svisare
arbitrariamente
i
patti
,
l
'
eluderli
,
lo
svuotarli
e
finalmente
il
violarli
più
o
meno
apertamente
.
La
moderazione
,
da
Noi
finora
mostrata
,
nonostante
tutto
ciò
,
non
Ci
è
stata
suggerita
da
calcoli
di
interessi
terreni
né
tanto
meno
da
debolezza
,
ma
semplicemente
dalla
volontà
di
non
strappare
insieme
con
la
zizzania
,
anche
qualche
buona
pianta
;
dalla
decisione
di
non
pronunziare
pubblicamente
un
giudizio
,
prima
che
gli
animi
fossero
maturi
per
riconoscerne
l
'
ineluttabilità
;
dalla
determinazione
di
non
negare
definitivamente
la
fedeltà
di
altri
alla
parola
data
,
prima
che
il
duro
linguaggio
della
realtà
avesse
strappati
i
veli
,
con
cui
si
è
saputo
e
si
cerca
anche
adesso
mascherare
,
secondo
un
piano
prestabilito
,
l
'
attacco
contro
la
Chiesa
.
Anche
oggi
,
che
la
lotta
aperta
contro
le
scuole
confessionali
,
tutelate
dal
Concordato
,
e
l
'
annientamento
della
libertà
di
voto
,
per
coloro
che
hanno
diritto
all
'
educazione
cattolica
,
manifestano
,
in
un
campo
particolarmente
vitale
per
la
Chiesa
,
la
tragica
serietà
della
situazione
e
una
non
mai
vista
pressione
spirituale
dei
fedeli
,
la
sollecitudine
paterna
per
il
bene
delle
anime
Ci
consiglia
di
non
lasciare
senza
considerazione
le
prospettive
,
per
quanto
scarse
,
che
possono
ancora
sussistere
,
di
un
ritorno
alla
fedeltà
dei
patti
e
ad
una
intesa
,
permessa
dalla
Nostra
coscienza
.
Seguendo
le
preghiere
dei
Reverendissimi
membri
dell
'
Episcopato
non
Ci
stancheremo
anche
nel
futuro
di
difendere
il
diritto
leso
presso
i
reggitori
del
vostro
popolo
,
incuranti
del
successo
o
dell
'
insuccesso
del
momento
,
ubbidienti
solo
alla
Nostra
coscienza
ed
al
Nostro
ministero
pastorale
,
e
non
cesseremo
di
opporCi
ad
una
mentalità
,
che
cerca
,
con
aperta
od
occulta
violenza
,
di
soffocare
il
diritto
,
autenticato
da
documenti
.
Lo
scopo
però
della
presente
lettera
,
o
Venerabili
Fratelli
,
è
un
altro
.
Come
voi
Ci
avete
visitato
amabilmente
durante
la
Nostra
infermità
,
così
Noi
ci
rivolgiamo
oggi
a
voi
e
per
mezzo
vostro
,
ai
fedeli
cattolici
della
Germania
,
i
quali
,
come
tutti
i
figli
sofferenti
e
perseguitati
,
stanno
molto
vicini
al
cuore
del
Padre
comune
.
In
questa
ora
,
in
cui
la
loro
fede
viene
provata
,
come
vero
oro
,
nel
fuoco
della
tribolazione
e
della
persecuzione
,
insidiosa
o
aperta
,
ed
essi
sono
accerchiati
da
mille
forme
di
organizzata
compressione
della
libertà
religiosa
,
in
cui
l
'
impossibilità
di
aver
informazioni
,
conformi
a
verità
,
e
di
difendersi
con
mezzi
normali
,
molto
li
opprime
,
hanno
un
doppio
diritto
ad
una
parola
di
verità
e
d
'
incoraggiamento
morale
da
parte
di
Colui
,
al
cui
primo
predecessore
il
Salvatore
diresse
quella
parola
densa
di
significato
:
«
Io
ho
pregato
per
te
,
affinché
la
tua
fede
non
vacilli
,
e
tu
a
tua
volta
corrobora
i
tuoi
fratelli
»
.
Dio
vero
e
dèi
falsi
2
.
-
-
E
anzitutto
,
Venerabili
Fratelli
,
abbiate
cura
che
la
fede
in
Dio
,
primo
e
insostituibile
fondamento
di
ogni
religione
,
rimanga
pura
e
integra
nelle
regioni
tedesche
.
Non
si
può
considerare
come
credente
in
Dio
colui
che
usa
il
nome
Dio
rettoricamente
,
ma
solo
colui
che
unisce
a
questa
venerata
parola
una
vera
e
degna
nozione
di
Dio
.
Chi
con
indeterminatezza
panteistica
,
identifica
Dio
con
l
'
universo
,
materializzando
Dio
nel
mondo
e
deificando
il
mondo
in
Dio
,
non
appartiene
ai
veri
credenti
.
Né
è
tale
chi
,
seguendo
una
sedicente
concezione
pre
cristiana
dell
'
antico
germanesimo
,
pone
in
luogo
del
Dio
personale
il
fato
tetro
e
impersonale
,
rinnegando
la
sapienza
divina
e
la
sua
provvidenza
,
la
quale
«
con
forza
e
dolcezza
domina
da
una
estremità
all
'
altra
del
mondo
»
e
tutto
dirige
a
buon
fine
.
Un
simile
uomo
non
può
pretendere
di
essere
annoverato
fra
i
veri
credenti
.
Se
la
razza
o
il
popolo
,
se
lo
Stato
o
una
sua
determinata
forma
,
se
i
rappresentanti
del
potere
statale
o
altri
elementi
fondamentali
della
società
umana
hanno
nell
'
ordine
naturale
un
posto
essenziale
e
degno
di
rispetto
;
chi
peraltro
li
distacca
da
questa
scala
di
valori
terreni
,
elevandoli
a
suprema
norma
di
tutto
,
anche
dei
valori
religiosi
,
e
divinizzandoli
con
culto
idolatrico
,
perverte
e
falsifica
l
'
ordine
,
da
Dio
creato
e
imposto
,
ed
è
lontano
dalla
vera
fede
in
Dio
e
da
una
concezione
della
vita
ad
essa
conforme
.
Rivolgete
,
o
Venerabili
Fratelli
,
l
'
attenzione
all
'
abuso
crescente
che
si
manifesta
in
parole
e
per
iscritto
,
di
adoperare
il
tre
volte
santo
nome
di
Dio
quale
etichetta
vuota
di
senso
per
un
prodotto
più
o
meno
arbitrario
di
ricerca
o
aspirazione
umana
,
e
adoperatevi
che
tale
aberrazione
incontri
tra
i
vostri
fedeli
la
vigile
ripulsa
che
merita
.
Il
nostro
Dio
è
il
Dio
personale
,
trascendente
,
onnipotente
,
infinitamente
perfetto
,
uno
nella
trinità
delle
persone
e
trino
nell
'
unità
della
essenza
divina
,
creatore
dell
'
universo
,
signore
,
re
e
ultimo
fine
della
storia
del
mondo
,
il
quale
non
ammette
,
né
può
ammettere
,
altre
divinità
accanto
a
sé
.
Questo
Dio
ha
dato
i
suoi
comandamenti
in
maniera
sovrana
,
comandamenti
indipendenti
da
tempo
e
spazio
,
da
regione
e
razza
.
Come
il
sole
di
Dio
splende
indistintamente
su
tutto
il
genere
umano
,
così
la
sua
legge
non
conosce
privilegi
né
eccezioni
.
Governanti
e
governati
,
coronati
e
non
coronati
,
grandi
e
piccoli
,
ricchi
e
poveri
dipendono
egualmente
dalla
sua
parola
.
Dalla
totalità
dei
suoi
diritti
di
Creatore
promana
essenzialmente
la
sua
esigenza
ad
un
'
ubbidienza
assoluta
da
parte
degli
individui
e
di
qualsiasi
società
.
E
tale
esigenza
all
'
ubbidienza
si
estende
a
tutte
le
sfere
della
vita
,
nelle
quali
questioni
morali
richiedono
l
'
accordo
con
la
legge
divina
e
con
ciò
stesso
l
'
armonizzazione
dei
mutevoli
ordinamenti
umani
col
complesso
degli
immutabili
ordinamenti
divini
.
Solamente
spiriti
superficiali
possono
cadere
nell
'
errore
di
parlare
di
un
Dio
nazionale
,
di
una
religione
nazionale
,
e
intraprendere
il
folle
tentativo
di
imprigionare
nei
limiti
di
un
solo
popolo
,
nella
ristrettezza
etnica
di
una
sola
razza
,
Dio
,
Creatore
del
mondo
,
re
e
legislatore
dei
popoli
,
davanti
alla
cui
grandezza
le
nazioni
sono
piccole
come
gocce
in
un
catino
d
'
acqua
.
I
Vescovi
della
Chiesa
di
Cristo
preposti
a
quelle
cose
che
riguardano
Dio
devono
invigilare
perché
non
si
affermino
tra
i
fedeli
tali
perniciosi
errori
,
ai
quali
sogliono
tener
dietro
pratiche
ancora
più
perniciose
.
Appartiene
al
loro
sacro
ministero
di
fare
tutto
il
possibile
affinché
i
comandamenti
di
Dio
siano
considerati
e
praticati
quali
obbligazioni
inconcusse
di
una
vita
morale
e
ordinata
,
sia
privata
sia
pubblica
;
i
diritti
della
maestà
divina
,
il
nome
e
la
parola
di
Dio
non
vengano
profanati
;
le
bestemmie
contro
Dio
in
parole
,
scritti
e
immagini
,
numerose
talvolta
come
l
'
arena
del
mare
,
vengano
ridotte
al
silenzio
,
e
di
fronte
allo
spirito
caparbio
e
insidioso
di
coloro
,
che
negano
,
oltraggiano
e
negano
Dio
,
non
si
illanguidisca
mai
la
preghiera
espiatrice
dei
fedeli
,
la
quale
sale
ad
ogni
ora
come
incenso
all
'
Altissimo
,
rattenendone
la
mano
punitrice
.
Noi
ringraziamo
,
Venerabili
Fratelli
,
voi
,
i
vostri
sacerdoti
e
tutti
i
fedeli
che
nella
difesa
dei
diritti
della
divina
Maestà
contro
un
provocante
neopaganesimo
,
appoggiato
purtroppo
,
spesso
da
personalità
influenti
,
avete
adempiuto
e
adempite
il
vostro
dovere
di
cristiani
.
Questo
ringraziamento
è
particolarmente
intimo
e
unito
ad
una
riconosceste
ammirazione
per
coloro
i
quali
,
nel
compimento
di
questo
loro
dovere
,
si
sono
resi
degni
di
sopportare
per
la
causa
di
Dio
sacrifici
e
dolori
.
L
'
Antico
Testamento
e
Gesù
Cristo
3
.
-
-
La
fede
in
Dio
non
si
manterrà
,
a
lungo
andare
,
pura
e
incontaminata
,
se
non
si
appoggerà
nella
fede
in
Gesù
Cristo
.
«
Nessuno
conosce
il
Figlio
se
non
il
Padre
e
nessuno
conosce
il
Padre
se
non
il
Figlio
e
colui
a
cui
il
Figlio
lo
vuole
rivelare
»
.
«
Questa
è
la
vita
eterna
:
che
essi
riconoscano
te
,
unico
vero
Dio
,
e
colui
che
hai
mandato
,
Gesù
Cristo
»
.
A
nessuno
dunque
è
lecito
dire
:
io
credo
in
Dio
,
e
ciò
è
sufficiente
per
la
mia
religione
.
La
parola
del
Salvatore
non
lascia
posto
a
scappatoie
di
simil
genere
:
«
Chi
rinnega
il
Figlio
non
ha
neanche
il
Padre
;
chi
riconosce
il
Figlio
ha
anche
il
Padre
»
.
In
Gesù
Cristo
,
incarnato
Figlio
di
Dio
,
è
apparsa
la
pienezza
della
rivelazione
divina
:
«
In
varie
maniere
e
in
diverse
forme
,
Dio
un
giorno
parlò
ai
padri
per
mezzo
dei
profeti
.
Nella
pienezza
dei
tempi
ha
parlato
a
noi
per
mezzo
del
Figlio
»
.
I
libri
santi
dell
'
Antico
Testamento
sono
tutti
parola
di
Dio
,
parte
organica
della
sua
rivelazione
.
Conforme
allo
sviluppo
graduale
della
rivelazione
,
su
di
essi
si
posa
il
crepuscolo
del
tempo
che
doveva
preparare
il
pieno
meriggio
della
redenzione
.
In
alcune
parti
si
narra
dell
'
imperfezione
umana
,
della
sua
debolezza
e
del
peccato
,
come
non
può
accadere
diversamente
,
quando
si
tratta
di
libri
di
storia
e
di
legislazione
.
Oltre
a
innumerevoli
cose
alte
e
nobili
,
essi
parlano
della
tendenza
superficiale
e
materiale
,
che
appariva
a
varie
riprese
nel
popolo
dell
'
antico
patto
,
depositario
della
rivelazione
e
delle
promesse
di
Dio
.
Ma
per
ogni
occhio
,
non
accecato
dal
pregiudizio
o
dalla
passione
,
non
può
che
risplendere
ancora
più
luminosamente
,
nonostante
la
debolezza
umana
,
di
cui
parla
la
storia
biblica
,
la
luce
divina
del
cammino
della
salvezza
,
che
trionfa
alla
fine
su
tutte
le
debolezze
e
i
peccati
.
E
proprio
su
questo
sfondo
,
spesso
cupo
,
la
pedagogia
della
salute
eterna
si
allarga
in
prospettive
,
le
quali
nello
stesso
tempo
dirigono
,
ammoniscono
,
scuotono
,
sollevano
e
rendono
felici
.
Solo
cecità
e
caparbietà
può
far
chiudere
gli
occhi
davanti
ai
tesori
di
salutari
insegnamenti
,
nascosti
nell
'
Antico
Testamento
.
Chi
quindi
vuole
banditi
dalla
Chiesa
e
dalla
scuola
la
storia
biblica
e
i
saggi
insegnamenti
dell
'
Antico
Testamento
,
bestemmia
la
parola
di
Dio
,
bestemmia
il
piano
della
salute
dell
'
Onnipotente
ed
erige
a
giudice
dei
piani
divini
un
angusto
e
ristretto
pensar
umano
.
Egli
rinnega
la
fede
in
Gesù
Cristo
,
apparso
nella
realtà
della
sua
carne
,
il
quale
prese
natura
umana
da
un
popolo
,
che
doveva
poi
configgerlo
in
croce
.
Non
comprende
nulla
del
dramma
mondiale
del
Figlio
di
Dio
,
il
quale
oppose
al
misfatto
dei
suoi
crocefissori
,
qual
sommo
sacerdote
,
l
'
azione
divina
della
morte
redentrice
e
fece
così
trovare
all
'
Antico
Testamento
il
suo
compimento
,
la
sua
fine
e
la
sua
sublimazione
nel
Nuovo
Testamento
.
La
rivelazione
culminata
nell
'
Evangelo
di
Gesù
Cristo
è
definitiva
e
obbligatoria
per
sempre
,
non
ammette
appendici
di
origine
umana
e
,
ancora
meno
,
succedanei
o
sostituzioni
di
«
rivelazioni
»
arbitrarie
,
che
alcuni
banditori
moderni
vorrebbero
far
derivare
dal
così
detto
mito
del
sangue
e
della
razza
.
Da
che
Cristo
,
l
'
Unto
del
Signore
,
ha
compìto
l
'
opera
di
redenzione
,
infrangendo
il
dominio
del
peccato
e
meritandoci
la
grazia
di
diventare
figli
di
Dio
,
da
allora
non
è
stato
dato
agli
uomini
alcun
altro
nome
sotto
il
cielo
,
per
diventare
beati
,
se
non
il
nome
di
Gesù
.
Anche
se
un
uomo
identifichi
in
sé
ogni
sapere
,
ogni
potere
e
tutta
la
possanza
materiale
della
terra
,
non
può
gettare
fondamento
diverso
da
quello
che
Cristo
ha
gettato
.
Colui
quindi
che
con
sacrilego
misconoscimento
delle
diversità
essenziali
tra
Dio
e
la
creatura
,
tra
l
'
Uomo
Dio
e
il
semplice
uomo
,
osasse
di
porre
accanto
a
Cristo
o
,
ancora
peggio
,
sopra
di
Lui
o
contro
di
Lui
,
un
semplice
mortale
,
fosse
anche
il
più
grande
di
tutti
i
tempi
,
sappia
che
è
un
profeta
di
chimere
,
a
cui
si
applica
spaventosamente
la
parola
della
Scrittura
:
«
Colui
che
abita
nel
cielo
,
ride
di
loro
»
.
Cattolicità
della
Chiesa
di
Cristo
4
.
-
-
La
fede
in
Gesù
Cristo
non
resterà
pura
e
incontaminata
,
se
non
sarà
sostenuta
e
difesa
dalla
fede
della
Chiesa
,
colonna
e
fondamento
della
verità
.
Cristo
stesso
,
Dio
benedetto
in
eterno
,
ha
innalzato
questa
colonna
della
fede
;
il
suo
comandamento
di
ascoltare
la
Chiesa
e
di
sentire
,
attraverso
le
parole
e
i
comandamenti
della
Chiesa
,
le
sue
parole
stesse
ed
i
suoi
stessi
comandamenti
,
vale
per
gli
uomini
di
tutti
i
tempi
e
di
tutte
le
regioni
.
La
Chiesa
,
fondata
dal
Salvatore
,
è
unica
per
tutti
i
popoli
e
per
tutte
le
nazioni
,
e
sotto
la
sua
volta
,
la
quale
si
inarca
come
il
firmamento
sull
'
universo
intero
,
trovano
posto
ed
asilo
tutti
ì
popoli
e
tutte
le
lingue
,
e
possono
svolgersi
tutte
le
proprietà
,
qualità
,
missioni
e
compiti
,
che
sono
stati
assegnati
da
Dio
,
creatore
e
salvatore
,
agli
individui
e
alle
società
umane
.
L
'
amore
materno
della
Chiesa
è
tanto
largo
da
vedere
nello
sviluppo
,
conforme
al
volere
di
Dio
,
di
tali
peculiarità
e
compiti
particolari
piuttosto
la
ricchezza
delle
varietà
che
il
pericolo
di
scissioni
;
gode
dell
'
elevato
livello
spirituale
degli
individui
e
dei
popoli
,
scorge
con
gioia
e
alterezza
materna
nelle
loro
genuine
attuazioni
frutti
di
educazione
e
di
progresso
,
che
benedice
e
promuove
,
ogni
qualvolta
lo
può
secondo
verità
.
Ma
sa
pure
che
a
questa
libertà
son
segnati
limiti
dal
comandamento
della
divina
maestà
,
che
ha
voluto
e
fondato
questa
Chiesa
come
unità
inseparabile
nelle
sue
parti
essenziali
.
Chi
attenta
a
questa
inscindibile
unità
toglie
alla
sposa
di
Cristo
uno
dei
diademi
,
con
cui
Dio
stesso
l
'
ha
coronata
;
sottomette
l
'
edificio
divino
,
che
posa
su
fondamenta
eterne
,
al
riesame
e
alla
trasformazione
da
parte
di
architetti
,
ai
quali
il
Padre
Celeste
non
ha
concesso
alcun
potere
.
La
divina
missione
,
che
la
Chiesa
compie
tra
gli
uomini
e
deve
compiere
per
mezzo
di
uomini
,
può
essere
dolorosamente
oscurata
dall
'
umano
,
talvolta
troppo
umano
,
che
,
in
certi
tempi
,
ripullula
quasi
zizzania
in
mezzo
al
grano
del
regno
di
Dio
.
Chi
conosce
la
parola
del
Salvatore
sopra
gli
scandali
e
coloro
che
li
dànno
,
sa
come
la
Chiesa
e
ciascun
individuo
deve
giudicare
su
ciò
che
fu
ed
è
peccato
.
Ma
chi
,
fondandosi
su
questi
lamentevoli
contrasti
tra
fede
e
vita
,
tra
parola
e
azione
,
tra
il
contegno
esteriore
e
l
'
interno
sentire
di
alcuni
-
-
e
fossero
anche
molti
-
-
pone
in
oblio
,
o
coscientemente
passa
sotto
silenzio
,
l
'
immenso
capitale
di
genuino
sforzo
verso
la
virtù
,
lo
spirito
di
sacrificio
,
l
'
amore
fraterno
,
l
'
eroismo
di
santità
in
tanti
membri
della
Chiesa
,
manifesta
una
cecità
ingiusta
e
riprovevole
.
E
quando
poi
si
vede
che
quella
rigida
misura
,
con
cui
egli
giudica
la
odiata
Chiesa
,
viene
messa
da
canto
se
si
tratta
di
altre
società
,
a
lui
vicine
per
sentimento
o
interesse
,
allora
riesce
evidente
che
,
ostentandosi
colpito
nel
suo
presunto
senso
di
purezza
,
si
appalesa
simile
a
coloro
i
quali
,
secondo
la
tagliente
parola
del
Salvatore
,
osservano
la
pagliuzza
nell
'
occhio
del
fratello
,
ma
non
scorgono
la
trave
nel
proprio
.
Altrettanto
men
pura
è
la
intenzione
di
coloro
i
quali
pongono
a
scopo
della
loro
vocazione
proprio
quel
che
vi
è
di
umano
nella
Chiesa
,
talvolta
facendone
persino
un
losco
affare
,
e
sebbene
la
potestà
di
colui
che
è
insignito
della
potestà
ecclesiastica
,
posando
in
Dio
,
non
sia
dipendente
dalla
sua
elevatezza
umana
e
morale
,
non
vi
è
epoca
alcuna
,
né
individuo
,
né
società
che
non
debba
esaminarsi
onestamente
la
coscienza
,
purificarsi
inesorabilmente
,
rinnovarsi
profondamente
nel
sentire
e
nell
'
operare
.
Nella
Nostra
Enciclica
sopra
il
Sacerdozio
,
in
quella
sull
'
Azione
Cattolica
,
abbiamo
con
implorante
insistenza
attirata
l
'
attenzione
di
tutti
gli
appartenenti
alla
Chiesa
,
e
sopratutto
degli
ecclesiastici
,
dei
religiosi
e
dei
laici
,
i
quali
e
collaborano
nell
'
apostolato
,
al
sacro
dovere
di
mettere
fede
e
condotta
in
quell
'
armonia
richiesta
dalla
legge
di
Dio
e
domandata
con
instancabile
insistenza
dalla
Chiesa
.
Anche
oggi
Noi
ripetiamo
con
gravità
profonda
:
non
basta
essere
annoverati
nella
Chiesa
di
Cristo
,
bisogna
essere
in
spirito
e
verità
membri
vivi
di
quella
Chiesa
.
E
tali
sono
solamente
coloro
che
stanno
nella
grazia
del
Signore
e
continuamente
camminano
alla
sua
presenza
,
sia
nell
'
innocenza
sia
nella
penitenza
sincera
e
operosa
.
Se
l
'
Apostolo
delle
genti
,
«
il
vaso
di
elezione
»
,
teneva
il
suo
corpo
sotto
la
sferza
della
mortificazione
affinché
,
dopo
aver
predicato
agli
altri
,
non
venisse
egli
stesso
riprovato
,
può
darsi
forse
per
quelli
,
nelle
cui
mani
è
posta
la
custodia
e
l
'
incremento
del
regno
di
Dio
,
via
diversa
da
quella
dell
'
intima
unione
dell
'
apostolato
e
della
santificazione
propria
?
Solo
così
si
mostrerà
agli
uomini
di
oggi
,
e
in
prima
linea
agli
oppositori
della
Chiesa
,
che
il
sale
della
terra
e
il
lievito
del
cristianesimo
non
è
diventato
inefficace
,
ma
è
potente
e
pronto
a
portare
rinnovamento
spirituale
e
ringiovanimento
a
coloro
che
sono
nel
dubbio
e
nell
'
errore
,
nell
'
indifferenza
e
nello
smarrimento
spirituale
,
nel
rilassamento
della
fede
e
nella
lontananza
da
Dio
,
di
cui
essi
-
-
l
'
ammettano
o
lo
neghino
-
-
hanno
più
bisogno
che
mai
.
Una
Cristianità
,
in
cui
tutti
i
membri
vigilino
su
sé
stessi
,
che
espella
ogni
tendenza
a
ciò
che
è
puramente
esteriore
e
mondano
,
si
attenga
seriamente
ai
comandamenti
di
Dio
e
della
Chiesa
,
e
si
mantenga
quindi
nell
'
amore
di
Dio
e
nella
solerte
carità
verso
il
prossimo
,
potrà
e
dovrà
essere
esempio
e
guida
al
mondo
profondamente
infermo
,
che
cerca
sostegno
e
direzione
,
se
non
si
vuole
che
sopravvenga
un
immane
disastro
o
un
indescrivibile
decadimento
.
Fedeltà
alla
Chiesa
Ogni
riforma
genuina
e
duratura
ha
avuto
propriamente
origine
dal
santuario
,
da
uomini
infiammati
e
mossi
dall
'
amore
di
Dio
e
del
prossimo
;
i
quali
,
per
la
loro
grande
generosità
nel
rispondere
ad
ogni
appello
di
Dio
e
nel
metterlo
in
pratica
anzitutto
in
se
stessi
,
cresciuti
in
umiltà
e
con
la
sicurezza
di
chi
è
chiamato
da
Dio
,
hanno
illuminato
e
rinnovato
i
loro
tempi
.
Dove
lo
zelo
dì
riforma
non
scaturì
dalla
pura
sorgente
dell
'
integrità
personale
,
ma
fu
effetto
dell
'
esplosione
di
impulsi
passionali
,
invece
di
costruire
distrusse
,
e
fu
sovente
punto
di
partenza
di
errori
ancora
più
funesti
dei
danni
,
a
cui
si
volle
e
si
pretese
portare
rimedio
.
Certamente
lo
spirito
di
Dio
spira
dove
vuole
,
dalle
pietre
può
suscitare
gli
esecutori
dei
suoi
disegni
,
e
sceglie
gli
strumenti
della
sua
volontà
secondo
i
suoi
piani
,
non
secondo
quelli
degli
uomini
.
Ma
Egli
,
che
ha
fondato
la
Chiesa
e
l
'
ha
chiamata
in
vita
nella
Pentecoste
,
non
spezza
la
struttura
fondamentale
della
salutare
istituzione
,
da
Lui
stesso
voluta
.
Chi
è
mosso
dallo
spirito
di
Dio
ha
perciò
stesso
un
contegno
esteriore
ed
interiore
rispettoso
verso
la
Chiesa
,
nobile
frutto
dell
'
albero
della
Croce
,
dono
dello
Spirito
della
Pentecoste
al
mondo
bisognoso
di
guida
.
Nelle
vostre
contrade
,
Venerabili
Fratelli
,
si
elevano
voci
in
coro
sempre
più
forte
,
che
incitano
ad
uscire
dalla
Chiesa
,
e
sorgono
banditori
i
quali
per
la
loro
posizione
ufficiale
,
cercano
di
risvegliare
l
'
impressione
che
tale
distacco
dalla
Chiesa
,
e
conseguentemente
l
'
infedeltà
verso
Cristo
Re
,
sia
una
testimonianza
particolarmente
persuasiva
e
meritoria
della
loro
fedeltà
al
regime
presente
.
Con
pressioni
,
occulte
e
palesi
,
con
intimidazioni
,
con
prospettive
di
vantaggi
economici
,
professionali
,
civili
o
d
'
altra
specie
,
l
'
attaccamento
alla
fede
dei
cattolici
,
e
specialmente
di
alcune
classi
di
funzionari
cattolici
,
viene
sottoposto
ad
una
violenza
tanto
illegale
quanto
inumana
.
Con
commozione
paterna
Noi
sentiamo
e
soffriamo
profondamente
con
coloro
che
hanno
pagato
a
sì
caro
prezzo
il
loro
attaccamento
a
Cristo
e
alla
Chiesa
;
ma
si
è
ormai
giunti
a
un
tal
punto
,
che
è
in
giuoco
il
fine
ultimo
e
più
alto
,
la
salvezza
o
la
perdizione
;
e
quindi
unico
cammino
di
salute
per
il
credente
resta
la
via
di
un
generoso
eroismo
.
Quando
il
tentatore
o
l
'
oppressore
gli
si
accosterà
con
le
insinuazioni
traditrici
di
uscire
dalla
Chiesa
,
allora
egli
non
potrà
che
contrapporgli
,
anche
a
prezzo
dei
più
gravi
sacrifici
terreni
,
la
parola
del
Salvatore
:
«
Allontanati
da
me
,
o
satana
,
perché
sta
scritto
:
adorerai
il
Signore
Dio
tuo
e
a
lui
solo
servirai
»
.
Alla
Chiesa
invece
rivolgerà
queste
parole
:
O
tu
,
che
sei
madre
mia
fin
dai
giorni
della
mia
fanciullezza
,
mio
conforto
in
vita
,
mia
avvocata
in
morte
,
si
attacchi
la
lingua
al
mio
palato
,
se
io
,
cedendo
a
terrene
lusinghe
o
minacce
,
dovessi
tradire
il
mio
voto
battesimale
.
A
coloro
poi
,
i
quali
si
lusingassero
di
potere
conciliare
con
l
'
esterno
abbandono
della
Chiesa
la
fedeltà
interiore
ad
essa
,
sia
di
monito
severo
la
parola
del
Salvatore
:
«
Chi
mi
rinnega
davanti
agli
uomini
,
lo
rinnegherò
davanti
al
Padre
mio
,
che
è
nei
cieli
»
.
Il
papato
insostituibile
5
.
-
-
La
fede
nella
Chiesa
non
si
manterrà
pura
e
incontaminata
,
se
non
sarà
appoggiata
nella
fede
al
primato
del
Vescovo
di
Roma
.
Nello
stesso
momento
in
cui
Pietro
,
prevenendo
gli
altri
apostoli
e
discepoli
,
professò
la
sua
fede
in
Cristo
,
Figlio
del
Dio
vivente
,
l
'
annunzio
della
fondazione
della
sua
Chiesa
,
dell
'
unica
Chiesa
,
su
Pietro
,
la
roccia
,
fu
la
risposta
di
Cristo
,
che
lo
ricompensò
della
sua
fede
e
di
averla
professata
.
La
fede
in
Cristo
,
nella
Chiesa
e
nel
Primato
stanno
perciò
in
un
sacro
legame
di
interdipendenza
.
Un
'
autorità
genuina
e
legale
è
dappertutto
un
vincolo
di
unità
e
una
sorgente
di
forza
,
un
presidio
contro
lo
sfaldamento
e
la
disgregazione
,
una
garanzia
dell
'
avvenire
.
E
ciò
si
verifica
nel
senso
più
alto
e
nobile
,
dove
,
come
nel
caso
della
Chiesa
,
a
tale
autorità
venne
promessa
l
'
assistenza
soprannaturale
dello
Spirito
Santo
e
il
suo
appoggio
invincibile
.
Se
persone
,
che
non
sono
neanche
unite
nella
fede
in
Cristo
,
vi
adescano
e
vi
lusingano
col
fantasma
di
una
«
chiesa
tedesca
nazionale
»
sappiate
ciò
non
essere
altro
se
non
un
rinnegamento
dell
'
unica
Chiesa
di
Cristo
,
un
'
apostasia
manifesta
del
mandato
di
Cristo
di
evangelizzare
tutto
il
mondo
,
che
solo
una
Chiesa
universale
può
attuare
.
Lo
sviluppo
storico
di
altre
chiese
nazionali
,
il
loro
irrigidimento
spirituale
,
il
loro
soffocamento
e
asservimento
da
parte
dei
poteri
laici
mostrano
la
desolante
sterilità
,
che
colpisce
con
ineluttabile
sicurezza
il
tralcio
separatosi
dal
ceppo
vitale
della
Chiesa
.
Colui
che
a
questi
erronei
sviluppi
fin
da
principio
oppone
il
suo
vigile
e
irremovibile
no
,
rende
un
servizio
non
solo
alla
purezza
della
sua
fede
,
ma
anche
alla
sanità
e
forza
vitale
del
suo
popolo
.
Gli
elementi
della
fede
cristiana
6
.
-
-
Venerabili
Fratelli
,
abbiate
un
occhio
particolarmente
vigile
,
quando
nozioni
religiose
vengono
svuotate
del
loro
contenuto
genuino
ed
applicate
a
significati
profani
.
Rivelazione
,
in
senso
cristiano
,
significa
la
parola
di
Dio
agli
uomini
.
Usate
questo
stesso
termine
per
suggestioni
provenienti
dal
sangue
e
dalla
razza
,
per
le
irradiazioni
della
storia
di
un
popolo
,
è
,
in
ogni
caso
,
causare
disorientamento
.
Tali
false
monete
non
meritano
di
passare
nel
tesoro
linguistico
di
un
fedele
cristiano
.
La
fede
consiste
nel
tener
per
vero
ciò
che
Dio
ha
rivelato
e
mediante
la
Chiesa
impone
di
credere
:
è
«
dimostrazione
di
cose
che
non
si
vedono
»
.
La
fiducia
gioiosa
e
altera
sull
'
avvenire
del
proprio
popolo
,
cosa
cara
ad
ognuno
,
significa
ben
altra
cosa
che
la
fede
in
senso
religioso
.
L
'
usare
l
'
una
per
l
'
altra
,
il
volere
sostituire
l
'
una
con
l
'
altra
e
pretendere
con
ciò
di
essere
riconosciuto
come
«
credente
»
da
un
convinto
cristiano
,
è
un
vuoto
gioco
di
parole
,
una
consapevole
confusione
di
termini
,
o
anche
peggio
.
L
'
immortalità
,
in
senso
cristiano
,
è
la
sopravvivenza
dell
'
uomo
dopo
la
morte
terrena
,
come
individuo
personale
,
per
l
'
eterna
ricompensa
o
per
l
'
eterno
castigo
.
Chi
con
la
parola
immortale
non
vuole
indicare
altro
che
una
sopravvivenza
collettiva
nella
continuità
del
proprio
popolo
,
per
un
avvenire
di
indeterminata
durata
in
questo
mondo
,
perverte
e
falsifica
una
verità
fondamentale
della
fede
cristiana
e
scuote
le
fondamenta
di
qualsiasi
concezione
religiosa
,
la
quale
richiede
un
ordinamento
morale
universale
.
Chi
non
vuole
essere
cristiano
dovrebbe
almeno
rinunziare
a
volere
arricchire
il
lessico
della
sua
miscredenza
col
patrimonio
linguistico
cristiano
.
Il
peccato
originale
è
la
colpa
ereditaria
,
propria
,
sebbene
non
personale
,
di
ciascuno
dei
figli
di
Adamo
,
che
in
lui
hanno
peccato
,
perdita
della
grazia
e
,
conseguentemente
,
della
vita
eterna
,
con
la
concupiscenza
che
ciascuno
deve
soffocare
e
domare
per
mezzo
della
grazia
,
della
penitenza
,
della
lotta
e
dello
sforzo
morale
.
La
passione
e
morte
del
Figlio
di
Dio
ha
redento
il
mondo
dal
maledetto
retaggio
del
peccato
e
della
morte
.
La
fede
in
queste
verità
,
fatte
oggi
bersaglio
del
basso
scherno
dei
nemici
di
Cristo
nella
vostra
patria
,
appartiene
all
'
inalienabile
deposito
della
religione
cristiana
.
La
croce
di
Cristo
,
anche
se
il
suo
solo
nome
sia
diventato
per
molti
follia
e
scandalo
,
resta
per
il
cristiano
il
segno
sacrosanto
della
redenzione
,
il
vessillo
di
grandezza
e
forza
morale
.
Nella
sua
ombra
viviamo
,
nel
suo
bacio
moriamo
;
sul
nostro
sepolcro
starà
come
annunziatrice
della
nostra
fede
,
testimonio
della
nostra
speranza
,
protesa
verso
la
vita
eterna
.
L
'
umiltà
nello
spirito
del
Vangelo
e
la
implorazione
dell
'
aiuto
di
Dio
si
accordano
bene
con
la
propria
dignità
,
con
la
fiducia
in
sé
e
coll
'
eroismo
.
La
Chiesa
di
Cristo
,
che
in
tutti
i
tempi
,
fino
a
quelli
a
noi
vicinissimi
,
conta
più
confessori
e
martiri
eroici
di
qualsiasi
altra
società
morale
,
non
ha
certo
bisogno
di
ricevere
da
tali
campi
insegnamenti
sul
sentimento
e
l
'
azione
eroica
.
Nel
rappresentare
stoltamente
l
'
umiltà
cristiana
come
avvilimento
e
meschinità
,
la
ripugnante
superbia
di
questi
innovatori
rende
irrisoria
soltanto
sé
stessa
.
Grazia
,
in
senso
largo
,
può
chiamarsi
ciò
che
proviene
alla
creatura
dal
Creatore
.
Grazia
,
nel
senso
proprio
cristiano
della
parola
,
comprende
però
le
gratificazioni
soprannaturali
dell
'
amore
divino
,
la
degnazione
e
l
'
opera
per
cui
mezzo
Dio
eleva
l
'
uomo
a
quella
intima
comunione
della
sua
vita
,
che
il
Nuovo
Testamento
chiama
figliuolanza
di
Dio
:
«
Vedete
quale
grande
amore
il
Padre
ci
ha
mostrato
:
noi
ci
chiamiamo
figliuoli
di
Dio
,
e
siamo
realmente
tali
»
.
Il
ripudio
di
questa
elevazione
soprannaturale
alla
grazia
,
a
causa
di
una
pretesa
peculiarità
del
carattere
tedesco
,
è
un
errore
,
un
'
aperta
dichiarazione
di
guerra
ad
una
verità
fondamentale
del
Cristianesimo
.
L
'
equiparare
la
grazia
soprannaturale
coi
doni
della
natura
significa
violentare
il
linguaggio
,
creato
e
santificato
dalla
religione
.
I
pastori
e
i
custodi
del
popolo
di
Dio
faranno
bene
ad
opporsi
a
questo
furto
sacrilego
e
a
questo
lavorio
di
traviamento
degli
spiriti
.
I
fondamenti
della
morale
7
.
-
-
Sulla
fede
in
Dio
genuina
e
pura
si
fonda
la
moralità
del
genere
umano
.
Tutti
i
tentativi
di
staccare
la
dottrina
dell
'
ordine
morale
dalla
base
granitica
della
fede
,
per
ricostruirla
sulla
sabbia
mobile
di
norme
umane
,
portano
,
tosto
o
tardi
,
individui
e
nazioni
al
decadimento
morale
.
Lo
stolto
,
che
dice
nel
suo
cuore
:
«
non
c
'
è
Dio
»
,
si
avvierà
alla
corruzione
morale
.
E
questi
stolti
,
che
presumono
di
separare
la
morale
dalla
religione
,
sono
oggi
divenuti
legione
.
Non
si
accorgono
,
o
non
vogliono
accorgersi
,
che
col
bandire
l
'
insegnamento
confessionale
,
ossia
chiaro
e
determinato
,
dalle
scuole
e
dall
'
educazione
,
con
l
'
impedirgli
di
contribuire
alla
formazione
della
società
e
della
vita
pubblica
,
si
percorrono
sentieri
di
impoverimento
e
di
decadenza
morale
.
Nessun
potere
coercitivo
dello
Stato
,
nessun
ideale
puramente
terreno
,
per
quanto
grande
e
nobile
,
potrà
sostituire
a
lungo
andare
i
più
profondi
e
decisivi
stimoli
,
che
provengono
dalla
fede
in
Dio
e
in
Gesù
Cristo
.
Se
a
chi
è
chiamato
ai
più
ardui
cimenti
,
al
sacrificio
del
suo
piccolo
io
in
bene
della
comunità
,
si
toglie
il
sostegno
morale
,
che
gli
viene
dall
'
eterno
e
dal
divino
,
dalla
fede
elevante
e
consolatrice
in
Colui
che
premia
ogni
bene
e
punisce
ogni
male
,
allora
il
risultato
finale
per
innumerevoli
uomini
non
sarà
l
'
adesione
al
dovere
,
ma
piuttosto
la
diserzione
.
L
'
osservanza
coscienziosa
dei
dieci
comandamenti
di
Dio
e
dei
precetti
della
Chiesa
,
i
quali
ultimi
non
sono
altro
che
regolamenti
derivati
dalle
norme
del
Vangelo
,
è
per
ogni
individuo
una
incomparabile
scuola
di
disciplina
organica
,
di
rinvigorimento
morale
e
di
formazione
di
carattere
.
È
una
scuola
che
esige
molto
;
ma
non
oltre
le
forze
.
Dio
misericordioso
,
quando
ordina
come
legislatore
:
«
tu
devi
»
,
dà
colla
sua
grazia
la
possibilità
di
eseguire
il
suo
comando
.
Il
lasciare
quindi
inutilizzate
energie
morali
di
così
potente
efficacia
,
o
sbarrar
coscientemente
ad
esse
il
cammino
nel
campo
dell
'
istruzione
popolare
,
è
opera
da
irresponsabili
,
che
tende
a
produrre
deficienza
religiosa
nel
popolo
.
Il
connettere
la
dottrina
morale
con
opinioni
umane
,
soggettive
e
mutevoli
nel
tempo
,
invece
di
ancorarle
nella
santa
volontà
dell
'
eterno
Dio
e
nei
suoi
comandamenti
,
significa
spalancare
le
porte
alle
forze
dissolvitrici
.
Perciò
il
promuovere
l
'
abbandono
delle
eterne
direttive
di
una
dottrina
morale
per
la
formazione
delle
coscienze
,
per
la
nobilitazione
di
tutti
i
campi
della
vita
e
di
tutti
gli
ordinamenti
,
è
attentato
peccaminoso
contro
l
'
avvenire
del
popolo
,
i
cui
tristi
frutti
amareggeranno
le
generazioni
future
.
Il
diritto
naturale
8
.
-
-
È
una
caratteristica
nefasta
del
tempo
presente
il
volere
distaccare
non
solo
la
dottrina
morale
,
ma
anche
le
fondamenta
del
diritto
e
della
sua
amministrazione
dalla
vera
fede
in
Dio
e
dalle
norme
della
rivelazione
divina
.
Il
nostro
pensiero
si
rivolge
qui
a
quello
che
si
suole
chiamare
diritto
naturale
,
che
il
dito
dello
stesso
Creatore
impresse
nelle
tavole
del
cuore
umano
e
che
la
ragione
umana
sana
e
non
ottenebrata
da
peccati
e
passioni
può
in
esse
leggere
.
Alla
luce
delle
norme
di
questo
diritto
naturale
,
ogni
diritto
positivo
,
qualunque
ne
sia
il
legislatore
,
può
essere
valutato
nel
suo
contenuto
etico
e
conseguentemente
nella
legittimità
del
comando
e
nella
obbligatorietà
dell
'
adempimento
.
Quelle
leggi
umane
,
che
sono
in
contrasto
insolubile
col
diritto
naturale
,
sono
affette
da
vizio
originale
,
non
sanabile
né
con
le
costrizioni
né
con
lo
spiegamento
di
forza
esterna
.
Secondo
questo
criterio
va
giudicato
il
principio
:
«
Diritto
è
ciò
che
è
utile
alla
nazione
»
.
Certo
a
questo
principio
può
darsi
un
senso
giusto
,
se
si
intende
che
ciò
che
è
moralmente
illecito
non
può
essere
mai
veramente
vantaggioso
al
popolo
.
Persino
l
'
antico
paganesimo
ha
riconosciuto
che
,
per
essere
giusta
,
questa
frase
dovrebbe
essere
capovolta
e
suonare
:
«
Non
vi
è
mai
alcunché
di
vantaggioso
,
se
in
pari
tempo
non
è
moralmente
buono
,
e
non
perché
è
vantaggioso
è
moralmente
buono
,
ma
perché
moralmente
buono
è
anche
vantaggioso
»
.
Questo
principio
,
staccato
dalla
legge
etica
,
significherebbe
,
per
quanto
riguarda
la
vita
internazionale
,
un
eterno
stato
di
guerra
tra
le
nazioni
;
nella
vita
nazionale
poi
misconosce
nel
confondere
interesse
e
diritto
,
il
fatto
fondamentale
che
l
'
uomo
,
in
quanto
persona
,
possiede
diritti
dati
da
Dio
,
che
devono
essere
tutelati
da
ogni
attentato
della
comunità
,
che
avesse
per
scopo
di
negarli
,
di
abolirli
e
di
impedirne
l
'
esercizio
.
Disprezzando
questa
verità
,
si
perde
di
vista
che
il
vero
bene
comune
,
in
ultima
analisi
,
viene
determinato
e
conosciuto
mediante
la
natura
dell
'
uomo
con
il
suo
armonico
equilibrio
fra
diritto
personale
e
legame
sociale
,
come
anche
dal
fine
della
società
determinato
dalla
stessa
natura
umana
.
La
società
è
voluta
dal
Creatore
come
mezzo
per
il
pieno
sviluppo
delle
facoltà
individuali
e
sociali
,
di
cui
l
'
uomo
ha
da
valersi
,
ora
dando
ora
ricevendo
per
il
bene
suo
e
quello
degli
altri
.
Anche
quei
valori
più
universali
e
più
alti
che
possono
essere
realizzati
,
non
dall
'
individuo
,
ma
solo
dalla
società
,
hanno
per
volontà
del
Creatore
come
ultimo
scopo
l
'
uomo
e
il
suo
sviluppo
e
perfezionamento
naturale
e
soprannaturale
.
Chi
si
allontana
da
questo
ordine
,
scuote
i
pilastri
,
su
cui
riposa
la
società
,
e
ne
pone
in
pericolo
la
tranquillità
,
la
sicurezza
e
l
'
esistenza
.
Il
credente
ha
un
diritto
inalienabile
di
professare
la
sua
fede
e
di
praticarla
in
quella
forma
che
ad
essa
conviene
.
Quelle
leggi
,
che
sopprimono
o
rendono
difficile
la
professione
e
la
pratica
di
questa
fede
,
sono
in
contrasto
col
diritto
naturale
.
I
genitori
coscienziosi
e
consapevoli
della
loro
missione
educativa
hanno
prima
di
ogni
altro
il
diritto
essenziale
alla
educazione
dei
figli
,
loro
donati
da
Dio
,
secondo
lo
spirito
della
vera
fede
e
in
accordo
con
i
suoi
principii
e
le
sue
prescrizioni
.
Leggi
,
o
altre
simili
disposizioni
,
le
quali
non
tengono
conto
nella
questione
scolastica
della
volontà
dei
genitori
o
la
rendono
inefficace
colle
minacce
o
colla
violenza
,
sono
in
contradizione
col
diritto
naturale
e
nella
loro
intima
essenza
immorali
.
La
Chiesa
,
la
cui
missione
è
di
custodire
e
di
interpretare
il
diritto
naturale
,
non
può
fare
altro
che
dichiarare
essere
effetto
di
violenza
,
e
quindi
prive
di
ogni
valore
giuridico
,
le
iscrizioni
scolastiche
avvenute
in
un
recente
passato
in
una
atmosfera
di
notoria
mancanza
di
libertà
.
Esortazioni
alla
gioventù
tedesca
9
.
-
-
Rappresentanti
di
Colui
che
nell
'
Evangelo
disse
ad
un
giovane
:
«
Se
vuoi
entrare
nella
vita
eterna
,
osserva
i
comandamenti
»
,
Noi
indirizziamo
una
parola
particolarmente
paterna
alla
gioventù
.
Da
mille
bocche
viene
oggi
ripetuto
al
vostro
orecchio
un
Evangelo
che
non
è
stato
rivelato
dal
Padre
celeste
;
migliaia
di
penne
scrivono
a
servizio
di
una
larva
di
cristianesimo
,
che
non
è
il
cristianesimo
di
Cristo
.
Tipografia
e
radio
vi
inondano
giornalmente
con
produzioni
di
contenuto
avverso
alla
fede
e
alla
Chiesa
,
e
,
senza
alcun
riguardo
e
rispetto
,
assaltano
ciò
che
per
voi
deve
essere
sacro
e
santo
.
Sappiamo
che
moltissimi
tra
voi
,
a
causa
dell
'
attaccamento
alla
fede
e
alla
Chiesa
e
dell
'
appartenenza
ad
associazioni
religiose
,
tutelate
dal
Concordato
,
hanno
dovuto
e
devono
attraversare
periodi
tenebrosi
di
misconoscimento
,
di
sospetto
,
di
vituperio
,
di
accusa
di
antipatriottismo
,
di
molteplici
danni
nella
loro
vita
professionale
e
sociale
.
E
ben
sappiamo
come
molti
ignoti
soldati
di
Cristo
si
trovano
nelle
vostre
file
,
che
con
cuore
affranto
,
ma
a
testa
alta
,
sopportano
la
loro
sorte
e
trovano
conforto
solo
nel
pensiero
che
soffrono
contumelie
nel
nome
di
Gesù
.
Ed
oggi
,
che
incombono
nuovi
pericoli
e
nuove
tensioni
,
Noi
diciamo
a
questa
gioventù
:
«
Se
alcuno
vi
volesse
annunziare
un
Evangelo
diverso
da
quello
che
avete
ricevuto
sulle
ginocchia
di
una
pia
madre
,
dalle
labbra
di
un
padre
credente
,
dall
'
insegnamento
di
un
educatore
fedele
a
Dio
e
alla
sua
Chiesa
,
costui
sia
anatema
.
Se
lo
Stato
organizza
la
gioventù
in
associazione
nazionale
obbligatoria
per
tutti
,
allora
,
salvi
sempre
i
diritti
delle
associazioni
religiose
,
i
giovani
hanno
il
diritto
ovvio
e
inalienabile
,
e
con
essi
i
genitori
responsabili
di
loro
dinanzi
a
Dio
,
di
esigere
che
questa
associazione
sia
mondata
da
ogni
tendenza
ostile
alla
fede
cristiana
e
alla
Chiesa
,
tendenza
che
sino
al
recentissimo
passato
,
anzi
presentemente
,
stringe
i
genitori
credenti
in
un
insolubile
conflitto
di
coscienza
,
poiché
essi
non
possono
dare
allo
Stato
,
ciò
che
viene
loro
richiesto
in
nome
dello
Stato
,
senza
togliere
a
Dio
ciò
che
appartiene
a
Dio
.
»
Nessuno
pensa
di
porre
alla
gioventù
tedesca
pietre
di
inciampo
sul
cammino
,
che
dovrebbe
condurre
all
'
attuazione
di
una
vera
unità
nazionale
e
fomentare
un
nobile
amore
per
la
libertà
e
una
incrollabile
devozione
alla
patria
.
Quello
contro
cui
Noi
Ci
opponiamo
e
Ci
dobbiamo
opporre
,
è
il
contrasto
voluto
e
sistematicamente
inasprito
,
mediante
il
quale
si
separano
queste
finalità
educative
da
quelle
religiose
.
Perciò
Noi
diciamo
a
questa
gioventù
:
cantate
i
vostri
inni
di
libertà
,
ma
non
dimenticate
che
la
vera
libertà
è
la
libertà
dei
figli
di
Dio
.
Non
permettete
che
la
nobiltà
di
questa
insostituibile
libertà
scompaia
nei
ceppi
servili
del
peccato
e
della
concupiscenza
.
A
chi
canta
l
'
inno
della
fedeltà
alla
patria
terrena
non
è
lecito
divenire
transfuga
e
traditore
con
l
'
infedeltà
al
suo
Dio
,
alla
sua
Chiesa
e
alla
sua
patria
eterna
.
Vi
parlano
molto
di
grandezza
eroica
,
contrapponendola
volutamente
e
falsamente
all
'
umiltà
e
alla
pazienza
evangelica
;
ma
perché
vi
nascondono
che
si
dà
anche
un
eroismo
nella
lotta
morale
?
e
che
la
conservazione
della
purezza
battesimale
rappresenta
un
'
azione
eroica
,
che
dovrebbe
essere
apprezzata
meritevolmente
nel
campo
sia
religioso
sia
naturale
?
Vi
parlano
delle
fragilità
umane
nella
storia
della
Chiesa
;
ma
perché
vi
nascondono
le
grandi
gesta
,
che
l
'
accompagnarono
attraverso
i
secoli
,
i
santi
che
essa
ha
prodotto
,
il
vantaggio
che
provenne
alla
cultura
occidentale
dall
'
unione
vitale
tra
questa
Chiesa
e
il
vostro
popolo
?
Vi
parlano
molto
di
esercizi
sportivi
,
i
quali
,
usati
secondo
una
ben
intesa
misura
,
dànno
una
gagliardia
fisica
,
che
è
un
beneficio
per
la
gioventù
.
Ma
ad
essi
viene
assegnata
oggi
spesso
un
'
estensione
,
che
non
tiene
conto
né
della
formazione
integrale
e
armonica
del
corpo
e
dello
spirito
,
né
della
conveniente
cura
della
vita
di
famiglia
,
né
del
comandamento
di
santificare
il
giorno
del
Signore
.
Con
un
'
indifferenza
,
che
confina
col
disprezzo
,
si
toglie
al
giorno
del
Signore
il
suo
carattere
sacro
e
raccolto
,
che
corrisponde
alla
migliore
tradizione
tedesca
.
Attendiamo
fiduciosi
dai
giovani
tedeschi
cattolici
che
essi
nel
difficile
ambiente
delle
organizzazioni
obbligatorie
dello
Stato
rivendichino
esplicitamente
il
loro
diritto
a
santificare
cristianamente
il
giorno
del
Signore
,
che
la
cura
di
irrobustire
il
corpo
non
faccia
loro
dimenticare
la
loro
anima
immortale
,
che
non
si
lascino
sopraffare
dal
male
e
cerchino
piuttosto
di
vincere
il
male
col
bene
,
che
quale
loro
altissima
e
nobilissima
meta
ritengano
quella
di
conquistare
la
corona
della
vittoria
nello
stadio
della
vita
eterna
.
Il
compito
dei
sacerdoti
10
.
-
-
Una
parola
di
particolare
riconoscimento
,
di
incoraggiamento
,
di
esortazione
rivolgiamo
ai
sacerdoti
della
Germania
,
ai
quali
,
in
sottomissione
ai
loro
Vescovi
,
spetta
il
compito
,
in
tempi
difficili
e
circostanze
dure
,
di
mostrare
al
gregge
di
Cristo
i
retti
sentieri
con
la
dottrina
e
con
l
'
esempio
,
con
la
dedizione
quotidiana
,
con
la
pazienza
apostolica
.
Non
vi
stancate
,
diletti
figli
e
partecipi
dei
divini
misteri
,
di
seguire
l
'
eterno
sommo
sacerdote
Gesù
Cristo
nel
suo
amore
e
nel
suo
ufficio
di
buon
samaritano
.
Camminate
ognora
in
condotta
immacolata
,
davanti
a
Dio
,
in
incessante
disciplinatezza
e
perfezionamento
,
in
amore
misericordioso
verso
quanti
sono
a
voi
affidati
,
specialmente
i
pericolanti
,
i
deboli
e
i
vacillanti
.
Siate
guida
ai
fedeli
,
appoggio
ai
titubanti
,
maestri
ai
dubbiosi
,
consolatori
degli
afflitti
,
disinteressati
soccorritori
e
consiglieri
per
tutti
.
Le
prove
e
le
sofferenze
,
per
cui
il
vostro
popolo
è
passato
nel
periodo
del
dopo
guerra
,
non
sono
trascorse
senza
lasciar
traccie
nella
sua
anima
.
Vi
hanno
lasciato
tensioni
e
amarezze
,
che
solo
lentamente
potranno
guarirsi
ed
essere
superate
nello
spirito
di
un
amore
disinteressato
e
operante
.
Questo
amore
,
che
è
l
'
armatura
indispensabile
dell
'
apostolo
,
specialmente
nel
mondo
presente
,
agitato
e
sconvolto
,
Noi
lo
desideriamo
e
lo
imploriamo
per
voi
da
Dio
in
misura
copiosa
.
L
'
amore
apostolico
,
se
non
vi
farà
dimenticare
,
vi
farà
almeno
perdonare
molte
immeritate
amarezze
,
che
sul
vostro
cammino
di
sacerdoti
e
di
pastori
di
anime
sono
più
numerose
che
in
qualsiasi
altro
tempo
.
Quest
'
amore
intelligente
e
misericordioso
verso
gli
erranti
e
gli
stessi
oltraggiatori
non
significa
peraltro
,
né
può
per
nulla
significare
,
rinunzia
a
proclamare
,
a
far
valere
e
a
difendere
coraggiosamente
la
verità
e
ad
applicarla
liberamente
alla
realtà
che
vi
circonda
.
Il
primo
e
il
più
ovvio
dono
di
amore
del
sacerdote
al
mondo
è
di
servire
la
verità
,
tutta
intera
la
verità
,
smascherare
e
confutare
l
'
errore
,
qualunque
sia
la
sua
forma
o
il
suo
travestimento
.
La
rinunzia
a
ciò
sarebbe
non
solo
un
tradimento
verso
Dio
e
la
vostra
santa
vocazione
,
ma
un
delitto
nei
riguardi
del
vero
benessere
del
vostro
popolo
e
della
vostra
patria
.
A
tutti
quelli
che
hanno
mantenuto
verso
i
loro
Vescovi
la
fedeltà
promessa
nell
'
ordinazione
,
a
quelli
i
quali
nell
'
adempimento
del
loro
ufficio
pastorale
hanno
dovuto
e
devono
sopportare
dolori
e
persecuzioni
-
-
e
alcuni
sino
ad
essere
incarcerati
e
mandati
ai
campi
di
concentramento
,
-
-
vada
il
ringraziamento
e
l
'
encomio
del
Padre
della
Cristianità
.
E
il
Nostro
ringraziamento
paterno
si
estende
ugualmente
ai
religiosi
di
ambo
i
sessi
:
un
ringraziamento
congiunto
ad
una
partecipazione
intima
per
il
fatto
che
,
in
seguito
a
misure
contro
gli
Ordini
e
le
Congregazioni
religiose
,
molti
sono
stati
strappati
dal
campo
di
un
'
attività
benedetta
e
a
loro
cara
.
Se
alcuni
hanno
mancato
e
si
sono
mostrati
indegni
della
loro
vocazione
,
i
loro
falli
,
condannati
anche
dalla
Chiesa
,
non
diminuiscono
i
meriti
della
stragrande
maggioranza
di
essi
,
che
con
disinteresse
e
povertà
volontaria
si
sono
sforzati
di
servire
con
piena
dedizione
il
loro
Dio
e
il
loro
popolo
.
Lo
zelo
,
la
fedeltà
,
lo
sforzo
di
perfezionarsi
,
l
'
operosa
carità
verso
il
prossimo
e
la
prontezza
soccorritrice
di
quei
religiosi
,
la
cui
attività
si
svolge
nella
cura
pastorale
,
negli
ospedali
e
nella
scuola
,
sono
e
restano
un
glorioso
contributo
al
benessere
privato
e
pubblico
,
a
cui
un
tempo
futuro
più
tranquillo
renderà
giustizia
più
che
il
turbolento
presente
,
Noi
abbiamo
fiducia
che
i
superiori
delle
comunità
religiose
piglieranno
argomento
dalle
difficoltà
e
prove
presenti
,
per
implorare
dall
'
Onnipotente
nuovo
rigoglio
e
nuova
fertilità
sul
loro
duro
campo
di
lavoro
,
per
mezzo
di
uno
zelo
raddoppiato
,
di
una
vita
spirituale
approfondita
,
di
una
santa
serietà
conforme
alla
loro
vocazione
e
di
una
genuina
disciplina
regolare
.
I
doveri
del
laicato
cattolico
11
.
-
-
Davanti
ai
nostri
occhi
sta
l
'
immensa
schiera
dei
Nostri
diletti
figli
e
figlie
,
a
cui
le
sofferenze
della
Chiesa
in
Germania
e
le
proprie
nulla
hanno
tolto
della
loro
dedizione
alla
causa
di
Dio
,
nulla
del
loro
affetto
verso
il
Padre
della
Cristianità
,
nulla
della
loro
ubbidienza
verso
i
Vescovi
e
sacerdoti
,
nulla
della
gioiosa
prontezza
di
rimanere
anche
in
futuro
,
qualunque
cosa
avvenga
,
fedeli
a
ciò
che
essi
hanno
ricevuto
in
prezioso
retaggio
dagli
avi
.
Con
cuore
commosso
inviamo
loro
il
Nostro
paterno
saluto
.
E
in
primo
luogo
ai
membri
delle
associazioni
cattoliche
,
che
strenuamente
e
a
prezzo
di
sacrifici
spesso
dolorosi
si
sono
mantenuti
fedeli
a
Cristo
,
e
non
sono
stati
mai
disposti
a
cedere
quei
diritti
che
una
solenne
Convenzione
aveva
autenticamente
garantito
alla
Chiesa
e
a
loro
.
Un
saluto
particolarmente
cordiale
va
anche
ai
genitori
cattolici
.
I
loro
diritti
e
i
loro
doveri
nell
'
educazione
dei
figli
,
da
Dio
loro
donati
,
stanno
,
al
momento
presente
,
nel
punto
cruciale
di
una
lotta
,
della
quale
appena
si
può
immaginarne
un
'
altra
più
grave
.
La
Chiesa
di
Cristo
non
può
cominciare
a
gemere
e
a
deplorare
solo
quando
gli
altari
vengono
spogliati
e
mani
sacrileghe
mandano
in
fiamme
i
santuari
.
Quando
si
cerca
di
profanare
il
tabernacolo
dell
'
anima
del
fanciullo
,
santificata
dal
battesimo
,
con
un
'
educazione
anticristiana
,
quando
viene
strappata
da
questo
vivo
tempio
di
Dio
la
fiaccola
della
fede
e
viene
posta
in
suo
luogo
la
falsa
luce
di
un
succedaneo
della
fede
,
che
non
ha
più
nulla
in
comune
con
la
fede
della
Croce
,
allora
la
profanazione
spirituale
del
tempio
è
vicina
ed
è
dovere
di
ogni
credente
di
scindere
chiaramente
la
sua
responsabilità
da
quella
della
parte
contraria
e
la
sua
coscienza
da
qualsiasi
peccaminosa
collaborazione
a
tale
nefasta
distruzione
.
E
quanto
più
i
nemici
si
sforzano
di
negare
od
orpellare
i
loro
tetri
disegni
,
tanto
più
necessaria
è
una
diffidenza
oculata
e
una
vigilanza
diffidente
,
stimolata
da
un
'
amara
esperienza
.
La
formalistica
conservazione
di
un
'
istruzione
religiosa
,
e
per
di
più
controllata
e
inceppata
da
gente
incompetente
,
nell
'
ambiente
di
una
scuola
,
la
quale
in
altri
rami
dell
'
istruzione
lavora
sistematicamente
e
astiosamente
contro
la
stessa
religione
,
non
può
mai
presentare
titolo
giustificativo
al
fedele
cristiano
,
perché
liberamente
acconsenta
a
una
tal
sorta
di
scuola
,
deleteria
per
la
religione
.
Sappiamo
,
diletti
genitori
cattolici
,
che
non
è
il
caso
di
parlare
,
riguardo
a
voi
,
di
un
tale
consenso
e
sappiamo
che
una
libera
votazione
segreta
tra
voi
equivarrebbe
ad
uno
schiacciante
plebiscito
in
favore
della
scuola
professionale
.
E
perciò
non
Ci
stancheremo
neanche
nell
'
avvenire
di
rinfacciare
francamente
alle
autorità
responsabili
l
'
illegalità
delle
misure
violente
prese
finora
,
e
il
dovere
di
permettere
la
libera
manifestazione
della
volontà
.
Intanto
non
vi
dimenticate
di
ciò
:
nessuna
potestà
terrena
può
sciogliervi
dal
vincolo
di
responsabilità
voluto
da
Dio
,
che
unisce
voi
con
i
vostri
figli
.
Nessuno
di
quelli
che
oggi
opprimono
il
vostro
diritto
all
'
educazione
e
pretendono
sostituirsi
a
voi
nei
vostri
doveri
di
educatori
,
potrà
rispondere
per
voi
al
Giudice
eterno
,
quando
egli
vi
rivolgerà
la
domanda
:
dove
sono
coloro
che
io
vi
ho
dati
?
Possa
ciascuno
di
voi
essere
in
grado
di
rispondere
:
non
ho
perduto
nessuno
di
quelli
che
mi
hai
dati
.
La
voce
d
'
un
padre
12
.
-
-
Venerabili
Fratelli
!
Siamo
certi
che
le
parole
,
che
Noi
rivolgiamo
a
voi
,
e
per
mezzo
vostro
ai
cattolici
del
Reich
germanico
,
in
quest
'
ora
decisiva
troveranno
nel
cuore
e
nelle
azioni
dei
Nostri
fedeli
figliuoli
un
'
eco
corrispondente
alla
sollecitudine
amorosa
del
Padre
Comune
.
Se
vi
è
cosa
,
che
Noi
imploriamo
dal
Signore
con
particolare
fervore
,
essa
è
che
le
Nostre
parole
pervengano
anche
all
'
orecchio
e
al
cuore
di
quelli
che
hanno
già
cominciato
a
lasciarsi
prendere
dalle
lusinghe
e
dalle
minacce
dei
nemici
di
Cristo
e
del
suo
santo
Vangelo
,
e
li
facciano
riflettere
.
Abbiamo
pesato
ogni
parola
di
questa
Enciclica
sulla
bilancia
della
verità
e
insieme
dell
'
amore
.
Non
volevamo
con
silenzio
inopportuno
esser
colpevoli
di
non
aver
chiarita
la
situazione
,
né
con
rigore
eccessivo
di
aver
indurito
il
cuore
di
quelli
che
,
essendo
sottoposti
alla
Nostra
responsabilità
pastorale
,
non
sono
meno
oggetto
del
Nostro
amore
,
perché
ora
camminano
sulle
vie
dell
'
errore
e
si
sono
allontanati
dalla
Chiesa
.
Anche
se
molti
di
questi
,
conformatisi
alle
abitudini
del
nuovo
ambiente
,
non
hanno
se
non
parole
di
infedeltà
,
di
ingratitudine
,
e
persino
di
ingiuria
,
per
la
casa
paterna
abbandonata
e
per
il
padre
stesso
,
anche
se
dimenticano
quanto
prezioso
sia
ciò
di
cui
essi
hanno
fatto
getto
,
verrà
il
giorno
in
cui
il
raccapriccio
che
essi
sentiranno
della
lontananza
da
Dio
e
della
loro
indigenza
spirituale
,
graverà
su
questi
figli
oggi
perduti
,
e
il
rimpianto
nostalgico
li
ricondurrà
a
Dio
,
che
allietò
la
loro
giovinezza
,
e
alla
Chiesa
,
la
cui
mano
materna
loro
insegnò
il
cammino
verso
il
Padre
celeste
.
L
'
affrettare
quest
'
ora
è
l
'
oggetto
delle
Nostre
incessanti
preghiere
.
Come
altre
epoche
della
Chiesa
,
anche
questa
sarà
preannunziatrice
di
nuovi
progressi
e
di
purificazione
interiore
,
quando
la
fortezza
della
professione
della
fede
e
la
prontezza
nell
'
affrontare
i
sacrifici
da
parte
dei
fedeli
di
Cristo
saranno
abbastanza
grandi
da
contrapporre
alla
forza
materiale
degli
oppressori
della
Chiesa
l
'
adesione
incondizionata
alla
fede
,
l
'
inconcussa
speranza
,
ancorata
nell
'
eterno
,
la
forza
travolgente
di
amore
operoso
.
Il
sacro
tempo
della
Quaresima
e
di
Pasqua
,
che
predica
raccoglimento
e
penitenza
e
fa
rivolgere
lo
sguardo
del
cristiano
più
che
mai
alla
Croce
,
ma
insieme
anche
allo
splendore
del
Risorto
,
sia
per
tutti
e
per
ciascuno
di
voi
un
'
occasione
che
saluterete
con
gioia
e
sfrutterete
con
ardore
,
per
riempire
tutto
l
'
animo
dello
spirito
eroico
,
paziente
e
vittorioso
che
si
irradia
dalla
Croce
di
Cristo
.
Allora
i
nemici
di
Cristo
-
-
di
ciò
siamo
sicuri
-
-
che
vaneggiano
sulla
scomparsa
della
Chiesa
,
riconosceranno
che
troppo
presto
hanno
giubilato
e
troppo
presto
hanno
voluto
seppellirla
.
Allora
verrà
il
giorno
,
in
cui
,
invece
dei
prematuri
inni
di
trionfo
dei
nemici
di
Cristo
,
si
eleverà
al
cielo
dai
cuori
e
dalle
labbra
dei
fedeli
il
«
Te
Deum
»
della
liberazione
:
un
«
Te
Deum
»
di
ringraziamento
all
'
Altissimo
,
un
«
Te
Deum
»
di
giubilo
perché
il
popolo
tedesco
,
anche
nei
suoi
membri
erranti
,
avrà
ritrovato
il
cammino
del
ritorno
alla
religione
,
con
una
fede
purificata
dal
dolore
,
piegherà
di
nuovo
il
ginocchio
dinanzi
al
Re
del
tempo
e
dell
'
eternità
,
Gesù
Cristo
,
e
si
accingerà
in
lotta
contro
i
rinnegatori
e
i
distruttori
dell
'
occidente
cristiano
,
in
armonia
con
tutti
gli
uomini
ben
pensanti
delle
altre
nazioni
,
a
compiere
la
missione
,
che
gli
hanno
assegnato
i
piani
dell
'
Eterno
.
Egli
,
che
scruta
i
cuori
e
i
reni
,
Ci
è
testimonio
che
Noi
non
abbiamo
aspirazione
più
intima
che
quella
del
ristabilimento
di
una
vera
pace
tra
la
Chiesa
e
lo
Stato
in
Germania
.
Ma
se
,
senza
colpa
Nostra
,
la
pace
non
verrà
,
la
Chiesa
di
Dio
difenderà
i
suoi
diritti
e
le
sue
libertà
,
in
nome
dell
'
Onnipotente
,
il
cui
braccio
anche
oggi
non
si
è
abbreviato
.
Pieni
di
fiducia
in
Lui
«
non
cessiamo
di
pregare
e
di
invocare
»
per
voi
figli
della
Chiesa
,
affinché
i
giorni
della
tribolazione
vengano
accorciati
e
voi
siate
trovati
fedeli
nel
dì
della
prova
;
anche
ai
persecutori
e
agli
oppressori
possa
il
Padre
di
ogni
luce
e
di
ogni
misericordia
concedere
l
'
ora
del
ravvedimento
per
sé
e
per
i
molti
che
insieme
con
loro
hanno
errato
ed
errano
.
Con
questa
implorazione
nel
cuore
e
sulle
labbra
,
Noi
impartiamo
,
quale
pegno
del
divino
aiuto
,
quale
appoggio
nelle
vostre
decisioni
difficili
e
piene
di
responsabilità
,
quale
corroboramento
nella
lotta
,
quale
conforto
nel
dolore
,
a
Voi
Vescovi
,
pastori
del
Vostro
fedele
popolo
,
ai
sacerdoti
,
ai
religiosi
,
agli
apostoli
laici
dell
'
Azione
Cattolica
e
a
tutti
i
Vostri
diocesani
,
e
non
ultimi
agli
ammalati
ed
ai
prigionieri
,
con
amore
paterno
,
la
Benedizione
Apostolica
.
Dato
in
Vaticano
,
nella
Domenica
di
Passione
,
14
marzo
1937
.
Miscellanea ,
La
nuova
civiltà
cristiana
,
nata
con
l
'
avvento
del
Salvatore
,
superiore
ad
ogni
altra
civiltà
1
.
La
promessa
di
un
Redentore
illumina
la
prima
pagina
della
storia
dell
'
umanità
;
e
così
la
fiduciosa
speranza
di
tempi
migliori
lenì
il
rimpianto
del
paradiso
perduto
e
accompagnò
il
genere
umano
nel
suo
tribolato
cammino
,
finché
nella
pienezza
dei
tempi
il
Salvatore
del
mondo
,
venendo
sulla
terra
,
compì
l
'
attesa
e
inaugurò
una
nuova
civiltà
universale
,
la
civiltà
cristiana
,
immensamente
superiore
a
quella
che
l
'
uomo
aveva
fino
allora
laboriosamente
raggiunto
in
alcune
nazioni
più
privilegiate
.
Il
consumismo
bolscevico
e
ateo
minaccia
tremenda
per
la
civiltà
umana
2
.
Ma
la
lotta
fra
il
bene
e
il
male
rimase
nel
mondo
come
triste
retaggio
della
colpa
originale
;
e
l
'
antico
tentatore
non
ha
mai
desistito
con
fallaci
promesse
d
'
ingannare
l
'
umanità
.
Perciò
nel
corso
dei
secoli
uno
sconvolgimento
è
succeduto
all
'
altro
fino
alla
rivoluzione
dei
nostri
giorni
,
la
quale
o
già
imperversa
o
seriamente
minaccia
,
si
può
dire
,
dappertutto
e
supera
in
ampiezza
e
violenza
quanto
si
ebbe
a
sperimentare
nelle
precedenti
persecuzioni
contro
la
Chiesa
.
Popoli
interi
si
trovano
nel
pericolo
di
ricadere
in
una
barbarie
peggiore
di
quella
in
cui
ancora
giaceva
la
maggior
parte
del
mondo
all
'
apparire
del
Redentore
.
3
.
Questo
pericolo
tanto
minaccioso
,
Voi
l
'
avete
già
compreso
,
Venerabili
Fratelli
,
è
il
comunismo
bolscevico
ed
ateo
che
mira
a
capovolgere
l
'
ordinamento
sociale
e
a
scalzare
gli
stessi
fondamenti
della
civiltà
.
Condanne
anteriori
del
comunismo
4
.
Di
fronte
a
tale
minaccia
la
Chiesa
Cattolica
non
poteva
tacere
e
non
tacque
.
Non
tacque
specialmente
questa
Sede
Apostolica
che
sa
essere
sua
specialissima
missione
la
difesa
della
verità
e
della
giustizia
e
di
tutti
quei
beni
eterni
che
il
comunismo
misconosce
e
combatte
.
Fin
dai
tempi
in
cui
circoli
colti
pretesero
liberare
la
civiltà
umana
dai
legami
della
morale
e
della
religione
,
i
Nostri
Predecessori
attirarono
l
'
attenzione
del
mondo
apertamente
ed
esplicitamente
alle
conseguenze
della
scristianizzazione
della
società
umana
.
E
quanto
al
comunismo
,
già
fin
dal
1846
il
venerato
Nostro
Predecessore
Pio
IX
di
s
.
m
.
pronunciò
solenne
condanna
,
confermata
poi
nel
sillabo
,
contro
"
quella
nefanda
dottrina
del
così
detto
comunismo
,
sommamente
contraria
allo
stesso
diritto
naturale
,
la
quale
,
una
volta
ammessa
,
porterebbe
al
radicale
sovvertimento
dei
diritti
,
delle
cose
,
delle
proprietà
di
tutti
,
e
della
stessa
società
umana
"
(
Enciclica
Qui
pluribus
,
del
9
novembre
1846
:
Acta
Pii
IX
,
vol
.
I
,
p
.
13
.
Cfr
.
Syllabus
,
IV
:
A.A.S.
,
vol
.
III
,
p
.
170
)
.
Più
tardi
,
l
'
altro
Nostro
Predecessore
di
immortale
memoria
,
Leone
XIII
,
nell
'
Enciclica
Quod
apostolici
muneris
lo
definiva
"
peste
distruggitrice
,
la
quale
,
intaccando
il
midollo
della
società
umana
,
la
condurrebbe
alla
rovina
"
(
Enciclica
Quod
apostolici
muneris
,
del
28
dicembre
1878
:
Acta
Leonis
XIII
,
vol
.
I
,
p
.
40
)
;
e
con
chiara
visione
indicava
che
i
movimenti
atei
delle
masse
nell
'
epoca
del
tecnicismo
traevano
origine
da
quella
filosofia
,
che
già
da
secoli
cercava
separare
la
scienza
e
la
vita
dalla
fede
e
dalla
Chiesa
.
Atti
del
presente
pontificato
5
.
Noi
pure
durante
il
Nostro
pontificato
abbiamo
sovente
e
con
premurosa
insistenza
denunziate
le
correnti
atee
minacciosamente
crescenti
.
Quando
nel
1924
la
Nostra
missione
di
soccorso
ritornava
dall
'
Unione
Sovietica
,
Ci
siamo
pronunziati
contro
il
comunismo
in
apposita
Allocuzione
diretta
al
mondo
intero
(
18
dicembre
1924
:
A.A.S.
,
vol
.
XVI
(
1924
)
,
pp
.
494-495
)
.
Nelle
Nostre
Encicliche
Miserentissimus
Redemptor
(
8
maggio
1928
:
AA.S.
,
vol
.
XX
(
1928
)
,
pp
.
165-178
)
,
Quadragesimo
anno
(
15
maggio
1931
:
A.A.S.
,
vol
.
XXIII
(
1931
)
,
pp
.
177-228
)
,
Charitate
Christi
(
3
maggio
1932
:
A.A.S.
,
vol
.
XXIV
(
1932
)
,
pp
.
177-194
)
,
Acerba
animi
(
29
settembre
1932
:
A.A.S.
,
vol
.
XXIV
(
1932
)
,
pp
.
321-332
)
,
Dilectissima
nobis
(
3
giugno
1933
:
A.A.S.
,
vol
.
XXV
(
1933
)
,
pp
.
261-274
)
,
abbiamo
elevato
solenne
protesta
contro
le
persecuzioni
scatenate
ora
in
Russia
,
ora
nel
Messico
,
ora
nella
Spagna
;
né
si
è
ancora
spenta
l
'
eco
universale
di
quelle
allocuzioni
da
Noi
tenute
l
'
anno
scorso
in
occasione
dell
'
inaugurazione
della
Mostra
mondiale
della
Stampa
cattolica
,
dell
'
udienza
ai
profughi
spagnuoli
e
del
Messaggio
per
la
festa
del
Santo
Natale
.
Persino
gli
stessi
più
accaniti
nemici
della
Chiesa
,
i
quali
da
Mosca
dirigono
questa
lotta
contro
la
civiltà
cristiana
,
con
i
loro
ininterrotti
attacchi
a
parole
e
a
fatti
rendono
testimonianza
che
il
Papato
,
anche
ai
giorni
nostri
,
ha
continuato
fedelmente
a
tutelare
il
santuario
della
religione
cristiana
,
e
più
frequentemente
e
in
modo
più
persuasivo
che
qualsiasi
altra
pubblica
autorità
terrena
ha
richiamato
l
'
attenzione
sul
pericolo
comunista
.
Necessità
di
un
altro
documento
solenne
6
.
Ma
nonostante
questi
ripetuti
avvertimenti
paterni
,
che
sono
stati
da
Voi
,
Venerabili
Fratelli
,
con
Nostra
grande
soddisfazione
,
così
fedelmente
trasmessi
e
commentati
ai
fedeli
con
tante
Vostre
recenti
Lettere
pastorali
anche
collettive
,
il
pericolo
sotto
la
spinta
di
abili
agitatori
non
fa
che
aggravarsi
di
giorno
in
giorno
.
Perciò
Noi
ci
crediamo
in
dovere
di
elevare
di
nuovo
la
Nostra
voce
con
un
documento
ancora
più
solenne
,
com
'
è
costume
di
questa
Sede
Apostolica
,
maestra
di
verità
,
e
come
lo
rende
naturale
il
fatto
che
un
tale
documento
è
nel
desiderio
di
tutto
il
mondo
cattolico
.
E
confidiamo
che
l
'
eco
della
Nostra
voce
giunga
dovunque
si
trovino
menti
scevre
di
pregiudizi
e
cuori
sinceramente
desiderosi
del
bene
dell
'
umanità
;
tanto
più
che
la
Nostra
parola
ora
viene
dolorosamente
avvalorata
dalla
vista
dei
frutti
amari
delle
idee
sovversive
,
quali
Noi
abbiamo
previsti
e
preannunziati
e
che
si
vanno
paurosamente
moltiplicando
o
di
fatto
nei
paesi
già
dominati
da
esso
o
in
minaccia
in
tutti
gli
altri
paesi
del
mondo
.
Solo
la
civiltà
cristiana
è
veramente
umana
7
.
Noi
,
quindi
,
vogliamo
ancora
una
volta
esporre
come
in
breve
sintesi
i
principi
del
comunismo
ateo
come
si
manifestano
principalmente
nel
bolscevismo
,
con
i
suoi
metodi
di
azione
,
contrapponendo
a
questi
falsi
principi
la
luminosa
dottrina
della
Chiesa
ed
inculcando
di
nuovo
con
insistenza
i
mezzi
coi
quali
la
civiltà
cristiana
,
sola
Civitas
veramente
humana
,
può
essere
salvata
da
questo
satanico
flagello
e
maggiormente
sviluppata
,
per
il
vero
benessere
dell
'
umana
società
.
La
dottrina
del
comunismo
ha
un
falso
ideale
di
giustizia
,
di
eguaglianza
e
di
fraternità
8
.
Il
comunismo
di
oggi
,
in
modo
più
accentuato
che
altri
simili
movimenti
del
passato
,
nasconde
in
sé
un
'
idea
di
falsa
redenzione
.
Uno
pseudo
-
ideale
di
giustizia
,
di
uguaglianza
e
di
fraternità
nel
lavoro
,
pervade
tutta
la
sua
dottrina
e
tutta
la
sua
attività
d
'
un
certo
falso
misticismo
,
che
alle
folle
adescate
da
fallaci
promesse
comunica
uno
slancio
e
un
entusiasmo
contagioso
,
specialmente
in
un
tempo
come
il
nostro
,
in
cui
da
una
distribuzione
difettosa
delle
cose
di
questo
mondo
risulta
una
miseria
non
consueta
,
si
vanta
anzi
questo
pseudo
-
ideale
come
se
fosse
stato
iniziatore
di
un
certo
progresso
economico
,
il
quale
,
quando
è
reale
,
si
spiega
con
ben
altre
cause
,
come
con
l
'
intensificare
la
produzione
industriale
in
paesi
che
ne
erano
quasi
privi
,
valendosi
anche
di
enormi
ricchezze
naturali
,
e
con
l
'
uso
di
metodi
brutali
per
fare
ingenti
lavori
con
poca
spesa
.
Il
materialismo
evoluzionistico
di
Marx
9
.
La
dottrina
che
il
comunismo
nasconde
sotto
apparenze
talvolta
così
seducenti
,
in
sostanza
oggi
si
fonda
sui
principi
già
predicati
da
Marx
del
materialismo
dialettico
e
materialismo
storico
,
di
cui
i
teorici
del
bolscevismo
pretendono
possedere
l
'
unica
genuina
interpretazione
.
Questa
dottrina
insegna
non
esserci
che
una
sola
realtà
,
la
materia
,
con
le
sue
forze
cieche
,
la
quale
evolvendosi
diventa
pianta
,
animale
,
uomo
.
Anche
la
società
umana
non
è
altro
che
un
'
apparenza
e
una
forma
della
materia
che
si
evolve
nel
detto
modo
,
e
per
ineluttabile
necessità
,
tende
,
in
un
perpetuo
conflitto
delle
forze
,
verso
la
sintesi
finale
:
una
società
senza
classi
.
In
tale
dottrina
,
com
'
è
evidente
,
non
vi
è
posto
per
l
'
idea
di
Dio
,
non
esiste
differenza
fra
spirito
e
materia
,
né
tra
anima
e
corpo
;
non
si
dà
sopravvivenza
dell
'
anima
dopo
morte
,
e
quindi
nessuna
speranza
in
un
'
altra
vita
.
Insistendo
sull
'
aspetto
dialettico
del
loro
materialismo
i
comunisti
pretendono
che
il
conflitto
che
porta
il
mondo
verso
la
sintesi
finale
,
può
essere
accelerato
dagli
uomini
.
Quindi
si
sforzano
di
rendere
più
acuti
gli
antagonismi
che
sorgono
fra
le
diverse
classi
della
società
,
e
la
lotta
di
classe
con
i
suoi
odi
e
le
sue
distruzioni
,
prende
l
'
aspetto
d
'
una
crociata
per
il
Progresso
dell
'
umanità
.
Invece
,
tutte
le
forze
,
quali
che
esse
siano
,
che
resistono
a
quelle
violenze
sistematiche
,
debbono
essere
annientate
come
nemiche
del
genere
umano
.
L
'
uomo
viene
spogliato
della
vera
libertà
e
della
sua
dignità
10
.
Inoltre
,
il
comunismo
spoglia
l
'
uomo
della
sua
libertà
,
principio
spirituale
della
sua
condotta
morale
,
toglie
ogni
dignità
alla
persona
umana
e
ogni
ritegno
morale
contro
l
'
assalto
degli
stimoli
ciechi
.
All
'
uomo
individuo
non
è
riconosciuto
,
di
fronte
alla
collettività
,
alcun
diritto
naturale
della
personalità
umana
,
essendo
essa
,
nel
comunismo
,
semplice
ruota
e
ingranaggio
del
sistema
;
nelle
relazioni
poi
degli
uomini
fra
loro
è
sostenuto
il
principio
dell
'
assoluta
uguaglianza
,
rinnegando
ogni
gerarchia
e
ogni
autorità
che
sia
stabilita
da
Dio
,
compresa
quella
dei
genitori
;
ma
tutto
ciò
che
tra
gli
uomini
esiste
della
così
detta
autorità
e
subordinazione
,
tutto
deriva
dalla
collettività
come
da
primo
e
unico
fonte
.
Né
viene
accordato
agli
individui
diritto
alcuno
di
proprietà
sui
beni
di
natura
e
sui
mezzi
di
produzione
,
poiché
essendo
essi
sorgente
di
altri
beni
,
il
loro
possesso
condurrebbe
al
potere
di
un
uomo
sull
'
altro
.
Per
questo
appunto
dovrà
essere
distrutta
radicalmente
questa
sorta
di
proprietà
privata
,
come
la
prima
sorgente
di
ogni
schiavitù
economica
.
Distruzione
dei
valori
fondamentali
del
matrimonio
e
della
famiglia
11
.
Rifiutando
alla
vita
umana
ogni
carattere
sacro
e
spirituale
,
una
tale
dottrina
naturalmente
fa
del
matrimonio
e
della
famiglia
una
istituzione
puramente
artificiale
e
civile
,
ossia
il
frutto
di
un
determinato
sistema
economico
;
viene
rinnegata
l
'
esistenza
di
un
vincolo
matrimoniale
di
natura
giuridico
-
morale
che
sia
sottratto
al
beneplacito
dei
singoli
o
della
collettività
,
e
,
conseguentemente
l
'
indissolubilità
di
esso
.
In
particolare
per
il
comunismo
non
esiste
alcun
legame
della
donna
con
la
famiglia
e
con
la
casa
.
Esso
,
proclamando
il
principio
della
emancipazione
della
donna
,
la
ritira
dalla
vita
domestica
e
dalla
cura
dei
figli
per
trascinarla
nella
vita
pubblica
e
nella
produzione
collettiva
nella
stessa
misura
che
l
'
uomo
,
devo1vendo
alla
collettività
la
cura
del
focolare
e
della
prole
.
È
negato
infine
ai
genitori
il
diritto
di
educazione
,
essendo
questo
concepito
come
un
diritto
esclusivo
della
comunità
,
nel
cui
nome
soltanto
e
per
suo
mandato
i
genitori
possono
esercitarlo
.
La
società
diverrebbe
una
collettività
col
solo
scopo
della
produzione
12
.
Che
cosa
sarebbe
dunque
la
società
umana
,
basata
su
tali
fondamenti
materialistici
?
Sarebbe
una
collettività
senz
'
altra
gerarchia
che
quella
del
sistema
economico
.
Essa
avrebbe
come
unica
missione
la
produzione
di
beni
per
mezzo
del
lavoro
collettivo
e
per
fine
il
godimento
dei
beni
della
terra
in
un
paradiso
in
cui
ciascuno
"
darebbe
secondo
le
sue
forze
,
e
riceverebbe
secondo
i
suoi
bisogni
"
.
Alla
collettività
il
comunismo
riconosce
il
diritto
,
o
piuttosto
l
'
arbitrio
illimitato
,
di
aggiogare
gli
individui
al
lavoro
collettivo
,
senza
riguardo
al
loro
benessere
personale
,
anche
contro
la
loro
volontà
e
persino
con
la
violenza
.
In
essa
tanto
la
morale
quanto
l
'
ordine
giuridico
non
sarebbero
se
non
un
'
emanazione
del
sistema
economico
del
tempo
,
di
origine
quindi
terrestre
,
mutevole
e
caduca
.
In
breve
si
pretende
di
introdurre
una
nuova
epoca
e
una
nuova
civiltà
,
frutto
soltanto
di
una
cieca
evoluzione
:
"
una
umanità
senza
Dio
"
.
Il
potere
statale
è
il
mezzo
più
efficace
per
conseguire
i
fini
del
comunismo
13
.
Quando
poi
le
qualità
collettive
saranno
finalmente
acquisite
da
tutti
,
in
quella
condizione
utopistica
di
una
società
senza
alcuna
differenza
di
classi
lo
Stato
politico
,
che
ora
si
concepisce
solo
come
lo
strumento
di
dominazione
dei
capitalisti
sui
proletari
,
perderà
ogni
sua
ragione
d
'
essere
e
si
"
dissolverà
"
;
però
,
finché
questa
beata
condizione
non
sarà
attuata
,
lo
Stato
e
il
potere
statale
è
per
il
comunismo
il
mezzo
più
efficace
e
più
universale
per
conseguire
il
suo
fine
.
Il
comunismo
bolscevico
ed
ateo
quale
nuovo
Vangelo
14
.
Ecco
,
Venerabili
Fratelli
,
il
nuovo
presunto
Vangelo
,
che
il
comunismo
bolscevico
ed
ateo
annunzia
all
'
umanità
quasi
messaggio
salutare
e
redentore
!
Un
sistema
,
pieno
di
errori
e
sofismi
,
contrastante
sia
con
la
ragione
sia
con
la
rivelazione
divina
;
sovvertitore
dell
'
ordine
sociale
,
perché
equivale
alla
distruzione
delle
sue
basi
fondamentali
,
misconoscitore
della
vera
origine
della
natura
e
del
fine
dello
Stato
,
negatore
dei
diritti
della
personalità
umana
,
della
sua
dignità
e
libertà
.
La
diffusione
del
comunismo
aiutata
da
abbaglianti
promesse
di
un
futuro
di
benessere
15
.
Ma
come
mai
può
avvenire
che
un
tale
sistema
,
scientificamente
da
lungo
tempo
sorpassato
,
confutato
dalla
realtà
pratica
;
come
può
avvenire
,
diciamo
,
che
un
tale
sistema
possa
diffondersi
così
rapidamente
in
tutte
le
parti
del
mondo
?
La
spiegazione
sta
nel
fatto
che
assai
pochi
hanno
potuto
penetrare
la
vera
natura
del
comunismo
;
più
invece
cedono
alla
tentazione
abilmente
presentata
sotto
le
più
abbaglianti
promesse
.
Sotto
pretesto
che
si
vuole
soltanto
migliorare
la
sorte
delle
classi
lavoratrici
,
togliere
abusi
reali
prodotti
dall
'
economia
liberale
e
ottenere
una
più
equa
distribuzione
dei
beni
terreni
(
scopi
senza
dubbio
pienamente
legittimi
)
,
e
profittando
della
mondiale
crisi
economica
,
si
riesce
ad
attirare
nella
sfera
d
'
influenza
del
comunismo
anche
quei
ceti
della
popolazione
che
per
principio
rigettano
ogni
materialismo
e
ogni
terrorismo
.
E
siccome
ogni
errore
contiene
sempre
una
parte
di
vero
,
questo
lato
della
verità
che
abbiamo
accennato
,
messo
astutamente
in
mostra
a
tempo
e
luogo
per
coprire
,
quando
conviene
,
la
crudezza
ributtante
e
inumana
dei
princìpi
e
dei
metodi
del
comunismo
,
seduce
anche
spiriti
non
volgari
,
fino
a
diventarne
a
loro
volta
gli
apostoli
presso
giovani
intelligenze
ancora
poco
atte
ad
avvertirne
gli
intrinseci
errori
.
I
banditori
del
comunismo
sanno
inoltre
profittare
anche
degli
antagonismi
di
razza
,
delle
divisioni
od
opposizioni
di
diversi
sistemi
politici
,
perfino
della
disorientazione
nel
campo
della
scienza
senza
Dio
,
per
infiltrarsi
nelle
Università
e
corroborare
i
principi
della
loro
dottrina
con
argomenti
pseudoscientifici
.
Il
liberalismo
ha
preparato
la
strada
al
comunismo
16
.
Per
spiegare
poi
come
il
comunismo
sia
riuscito
a
farsi
accettare
senza
esame
da
tante
masse
di
operai
,
conviene
ricordarsi
che
questi
vi
erano
già
preparati
dall
'
abbandono
religioso
e
morale
nel
quale
erano
stati
lasciati
dall
'
economia
liberale
.
Con
i
turni
di
lavoro
anche
domenicale
non
si
dava
loro
tempo
neppur
di
soddisfare
ai
più
gravi
doveri
religiosi
nei
giorni
festivi
;
non
si
pensava
a
costruire
chiese
presso
le
officine
né
a
facilitare
l
'
opera
del
sacerdote
;
anzi
si
continuava
a
promuovere
positivamente
il
laicismo
.
Si
raccoglie
dunque
ora
l
'
eredità
di
errori
dai
Nostri
Predecessori
e
da
Noi
stessi
tante
volte
denunziati
,
e
non
è
da
maravigliarsi
che
in
un
mondo
già
largamente
scristianizzato
dilaghi
l
'
errore
comunista
.
La
diffusione
del
comunismo
frutto
di
una
propaganda
astuta
17
.
Inoltre
la
diffusione
così
rapida
delle
idee
comuniste
che
si
infiltrano
in
tutti
i
paesi
grandi
e
piccoli
,
colti
e
meno
sviluppati
,
sicché
nessun
angolo
della
terra
è
libero
da
esse
,
si
spiega
con
una
propaganda
veramente
diabolica
quale
forse
il
mondo
non
ha
mai
veduto
:
propaganda
diretta
da
un
solo
centro
e
che
abilissimamente
si
adatta
alle
condizioni
dei
diversi
popoli
;
propaganda
che
dispone
di
grandi
mezzi
finanziari
,
di
gigantesche
organizzazioni
,
di
congressi
internazionali
di
innumerevoli
forze
ben
addestrate
;
propaganda
che
si
fa
attraverso
fogli
volanti
e
riviste
,
nei
cinematografi
,
nei
teatri
,
con
la
radio
,
nelle
scuole
e
persino
nelle
Università
,
penetra
a
poco
a
poco
in
tutti
i
ceti
delle
popolazioni
anche
migliori
,
senza
che
quasi
si
accorgano
del
veleno
che
sempre
più
pervade
le
menti
e
i
cuori
.
Congiura
del
silenzio
nella
stampa
mondiale
18
.
Un
terzo
potente
aiuto
al
diffondersi
del
comunismo
è
una
vera
congiura
del
silenzio
in
una
grande
parte
della
stampa
mondiale
non
cattolica
.
Diciamo
congiura
,
perché
non
si
può
altrimenti
spiegare
che
una
stampa
così
avida
di
mettere
in
rilievo
anche
i
piccoli
incidenti
quotidiani
,
abbia
potuto
per
tanto
tempo
tacere
degli
orrori
commessi
in
Russia
,
nel
Messico
e
anche
in
gran
parte
della
Spagna
,
e
parli
relativamente
così
poco
d
'
una
sì
vasta
organizzazione
mondiale
quale
è
il
comunismo
di
Mosca
.
Questo
silenzio
è
dovuto
in
parte
a
ragioni
di
una
politica
meno
previdente
,
ed
è
favorito
da
varie
forze
occulte
le
quali
da
tempo
cercano
di
distruggere
l
'
ordine
sociale
cristiano
.
Persecuzione
anticristiana
del
comunismo
in
Russia
e
in
Messico
19
.
Intanto
i
dolorosi
effetti
di
quella
propaganda
ci
stanno
dinanzi
.
Dove
il
comunismo
ha
potuto
affermarsi
e
dominare
-
e
qui
Noi
pensiamo
con
singolare
affetto
paterno
ai
popoli
della
Russia
e
del
Messico
,
-
ivi
si
è
sforzato
con
ogni
mezzo
di
distruggere
(
e
lo
proclama
apertamente
)
fin
dalle
sue
basi
la
civiltà
e
la
religione
cristiana
,
spegnendone
nel
cuore
degli
uomini
,
specie
della
gioventù
,
ogni
ricordo
.
Vescovi
e
sacerdoti
sono
stati
banditi
,
condannati
ai
lavori
forzati
,
fucilati
e
messi
a
morte
in
maniera
inumana
;
semplici
laici
,
per
aver
difeso
la
religione
,
sono
stati
sospettati
,
vessati
,
perseguitati
e
trascinati
nelle
prigioni
e
davanti
ai
tribunali
.
Orrori
del
comunismo
in
Spagna
20
.
Anche
là
dove
,
come
nella
Nostra
carissima
Spagna
,
il
flagello
comunista
non
ha
avuto
ancora
il
tempo
di
far
sentire
tutti
gli
effetti
delle
sue
teorie
,
vi
si
è
,
in
compenso
,
scatenato
purtroppo
con
una
violenza
più
furibonda
.
Non
si
è
abbattuta
l
'
una
o
l
'
altra
chiesa
,
questo
o
quel
chiostro
,
ma
quando
fu
possibile
si
distrusse
ogni
chiesa
e
ogni
chiostro
e
qualsiasi
traccia
di
religione
cristiana
,
anche
se
legata
ai
più
insigni
monumenti
d
'
arte
e
di
scienza
!
Il
furore
comunista
non
si
è
limitato
ad
uccidere
Vescovi
e
migliaia
di
sacerdoti
,
di
religiosi
e
religiose
,
cercando
in
modo
particolare
quelli
e
quelle
che
proprio
si
occupavano
con
maggior
impegno
degli
operai
e
dei
poveri
;
ma
fece
un
numero
molto
maggiore
di
vittime
tra
i
laici
di
ogni
ceto
,
che
fino
al
presente
vengono
,
si
può
dire
ogni
giorno
,
trucidati
a
schiere
per
il
fatto
di
essere
buoni
cristiani
o
almeno
contrari
all
'
ateismo
comunista
.
E
una
tale
spaventevole
distruzione
viene
eseguita
con
un
odio
,
una
barbarie
e
una
efferatezza
che
non
si
sarebbe
creduta
possibile
nel
nostro
secolo
.
Non
vi
può
essere
uomo
privato
,
che
pensi
saggiamente
,
né
uomo
di
Stato
,
consapevole
della
sua
responsabilità
,
che
non
rabbrividisca
al
pensiero
che
quanto
oggi
accade
in
Ispagna
non
abbia
forse
a
ripetersi
domani
in
altre
nazioni
civili
.
Le
persecuzioni
e
le
violenze
sono
i
frutti
naturali
dei
sistema
comunista
21
.
Né
si
può
dire
che
tali
atrocità
siano
un
fenomeno
transitorio
solito
ad
accompagnarsi
a
qualunque
grande
rivoluzione
,
isolati
eccessi
di
esasperazione
comuni
ad
ogni
guerra
;
no
,
sono
frutti
naturali
del
sistema
,
che
manca
di
ogni
freno
interno
.
Un
freno
è
necessario
all
'
uomo
sia
individuo
che
in
società
.
Anche
i
popoli
barbari
ebbero
questo
freno
nella
legge
naturale
scolpita
da
Dio
nell
'
animo
di
ciascun
uomo
.
E
quando
questa
legge
naturale
venne
meglio
osservata
,
si
videro
antiche
nazioni
assurgere
ad
una
grandezza
che
abbaglia
ancora
,
più
di
quel
che
converrebbe
,
certi
superficiali
studiosi
della
storia
umana
.
Ma
se
si
strappa
dal
cuore
degli
uomini
l
'
idea
stessa
di
Dio
,
essi
necessariamente
sono
dalle
loro
passioni
sospinti
alla
più
efferata
barbarie
.
Il
comunismo
è
antireligioso
per
natura
e
lotta
contro
tutto
ciò
che
è
divino
22
.
È
quello
che
purtroppo
stiamo
vedendo
:
per
la
prima
volta
nella
storia
stiamo
assistendo
ad
una
lotta
freddamente
voluta
e
accuratamente
preparata
dall
'
uomo
contro
"
tutto
ciò
che
è
divino
"
(
1Ts
2
,
4
)
.
Il
comunismo
è
per
sua
natura
antireligioso
,
e
considera
la
religione
come
"
l
'
oppio
del
popolo
"
perché
i
princìpi
religiosi
che
parlano
della
vita
d
'
oltre
tomba
,
distolgono
il
proletario
dal
mirare
al
conseguimento
del
paradiso
sovietico
,
che
è
di
questa
terra
.
Il
comunismo
ha
imposto
la
schiavitù
a
milioni
di
uomini
23
.
Ma
non
si
calpesta
impunemente
la
legge
naturale
e
l
'
Autore
di
essa
:
il
comunismo
non
ha
potuto
né
potrà
ottenere
il
suo
intento
neppur
nel
campo
puramente
economico
.
È
vero
che
nella
Russia
ha
potuto
contribuire
a
scuotere
uomini
e
cose
da
una
lunga
e
secolare
inerzia
,
e
ottenere
con
ogni
sorta
di
mezzi
,
spesso
senza
scrupoli
,
qualche
successo
materiale
;
ma
sappiamo
per
testimonianze
non
sospette
,
anche
recentissime
,
che
di
fatto
neppur
là
ha
raggiunto
lo
scopo
che
aveva
promesso
;
senza
contare
poi
la
schiavitù
che
il
terrorismo
ha
imposto
a
milioni
di
uomini
.
Anche
nel
campo
economico
è
pur
necessaria
qualche
morale
,
qualche
sentimento
morale
della
responsabilità
,
che
invece
non
trova
posto
in
un
sistema
prettamente
materialistico
come
il
comunismo
.
Per
sostituirlo
non
rimane
che
il
terrorismo
,
quale
appunto
vediamo
ora
nella
Russia
,
dove
gli
antichi
compagni
di
congiura
e
di
lotta
si
dilaniano
a
vicenda
;
un
terrorismo
,
il
quale
per
altro
non
riesce
ad
arginare
non
che
la
corruzione
dei
costumi
,
ma
neppure
il
dissolvimento
della
compagine
sociale
.
Un
paterno
pensiero
ai
popoli
oppressi
in
Russia
24
.
Con
questo
però
non
vogliamo
in
nessuna
maniera
condannare
in
massa
i
popoli
dell
'
Unione
Sovietica
,
per
i
quali
nutriamo
il
più
vivo
affetto
paterno
.
Sappiamo
come
non
pochi
di
essi
gemono
sotto
il
duro
giogo
loro
imposto
con
la
forza
da
uomini
in
massima
parte
estranei
ai
veri
interessi
del
paese
,
e
riconosciamo
che
molti
altri
furono
ingannati
da
fallaci
speranze
.
Noi
colpiamo
il
sistema
e
i
suoi
autori
e
fautori
,
i
quali
hanno
considerato
la
Russia
come
terreno
più
atto
per
introdurre
in
pratica
un
sistema
già
elaborato
da
decenni
,
e
di
là
continuano
a
propagarlo
in
tutto
il
mondo
.
La
luminosa
dottrina
sociale
della
Chiesa
25
.
Esposti
così
gli
errori
e
i
mezzi
violenti
e
ingannevoli
del
comunismo
bolscevico
ed
ateo
,
è
tempo
ormai
,
Venerabili
Fratelli
,
di
presentare
brevemente
la
vera
nozione
della
Civitas
humana
,
della
umana
Società
,
quale
ce
l
'
insegnano
la
ragione
e
la
rivelazione
per
il
tramite
della
Chiesa
Magistra
gentium
,
e
quale
Voi
già
conoscete
.
Per
la
Chiesa
c
'
è
una
suprema
realtà
:
Dio
26
.
Al
di
sopra
di
ogni
altra
realtà
sta
il
sommo
,
unico
supremo
Essere
,
Dio
,
Creatore
onnipotente
di
tutte
le
cose
,
Giudice
sapientissimo
e
giustissimo
di
tutti
gli
uomini
.
Questa
suprema
realtà
,
Dio
,
è
la
condanna
più
assoluta
delle
impudenti
menzogne
del
comunismo
.
E
in
verità
,
non
perché
gli
uomini
credono
,
Dio
è
;
ma
perché
Egli
è
,
perciò
lo
crede
e
lo
prega
chiunque
non
chiuda
volontariamente
gli
occhi
di
fronte
alla
verità
.
Che
cosa
è
l
'
uomo
secondo
la
ragione
e
la
fede
27
.
Quanto
all
'
uomo
,
ciò
che
la
ragione
e
la
fede
dicono
di
lui
,
Noi
ne
abbiamo
esposto
i
punti
fondamentali
nell
'
Enciclica
sull
'
educazione
cristiana
(
Enciclica
Divini
illius
Magistri
,
del
31
dicembre
1929
:
A.A.S.
,
voi
.
XXII
(
1930
)
,
pp
.
49-86
)
.
L
'
uomo
ha
un
'
anima
spirituale
e
immortale
;
è
una
persona
,
dal
Creatore
ammirabilmente
fornita
di
doni
di
corpo
e
di
spirito
,
un
vero
"
microcosmo
"
come
dicevano
gli
antichi
,
un
piccolo
mondo
,
che
vale
di
gran
lunga
più
di
tutto
l
'
immenso
mondo
inanimato
.
Egli
ha
in
questa
e
nell
'
altra
vita
solo
Dio
per
ultimo
fine
,
è
dalla
grazia
santificante
elevato
al
grado
di
figlio
di
Dio
e
incorporato
al
regno
di
Dio
nel
mistico
corpo
di
Cristo
.
Conseguentemente
Dio
l
'
ha
dotato
di
molteplici
e
svariate
prerogative
:
diritto
alla
vita
,
all
'
integrità
del
corpo
,
ai
mezzi
necessari
all
'
esistenza
;
diritto
di
tendere
al
suo
ultimo
fine
nella
via
tracciata
da
Dio
:
diritto
all
'
associazione
,
alla
proprietà
e
all
'
uso
della
proprietà
.
Dio
stesso
ha
voluto
il
matrimonio
e
la
famiglia
28
.
Come
il
matrimonio
e
il
diritto
all
'
uso
naturale
di
esso
sono
di
origine
divina
,
così
anche
la
costituzione
e
le
prerogative
fondamentali
della
famiglia
sono
state
determinate
e
fissate
dal
Creatore
stesso
,
non
dall
'
arbitrio
umano
né
da
fattori
economici
.
Nell
'
Enciclica
sul
matrimonio
cristiano
(
Enciclica
Casti
connubii
,
del
31
dicembre
1930
:
A.A.S.
,
vol
.
XXII
(
1930
)
,
pp
.
539-582
)
e
nell
'
altra
Nostra
,
sopra
accennata
,
sull
'
educazione
,
Ci
siamo
largamente
diffusi
su
questi
argomenti
.
Mutui
diritti
e
doveri
tra
l
'
uomo
e
la
società
29
.
Ma
Dio
ha
in
pari
tempo
ordinato
l
'
uomo
anche
alla
società
civile
,
richiesta
dalla
sua
stessa
natura
.
Nel
piano
del
Creatore
la
società
è
un
mezzo
naturale
,
di
cui
l
'
uomo
può
e
deve
servirsi
per
il
raggiungimento
del
suo
fine
,
essendo
la
società
umana
per
l
'
uomo
,
e
non
viceversa
.
Ciò
non
è
da
intendersi
nel
senso
del
liberalismo
individualistico
,
che
subordina
la
società
all
'
uso
egoistico
dell
'
individuo
;
ma
solo
nel
senso
che
,
mediante
l
'
unione
organica
con
la
società
,
sia
a
tutti
resa
possibile
per
la
mutua
collaborazione
l
'
attuazione
della
vera
felicità
terrena
;
inoltre
nel
senso
che
nella
società
trovano
sviluppo
tutte
le
doti
individuali
e
sociali
,
inserite
nella
natura
umana
,
le
quali
,
sorpassano
l
'
immediato
interesse
del
momento
,
rispecchiano
nella
società
la
perfezione
divina
,
ciò
che
nell
'
uomo
isolato
non
può
verificarsi
.
Ma
anche
quest
'
ultimo
scopo
è
in
ultima
analisi
in
ordine
all
'
uomo
,
perché
riconosca
questo
riflesso
della
perfezione
divina
,
e
lo
rimandi
così
in
lode
e
adorazione
al
Creatore
.
Solo
l
'
uomo
,
la
persona
umana
,
è
dotato
di
ragione
e
di
volontà
moralmente
libera
.
La
società
non
può
frodare
l
'
uomo
dei
suoi
diritti
personali
dati
dal
Creatore
30
.
Pertanto
come
l
'
uomo
non
può
esimersi
dai
doveri
voluti
da
Dio
verso
la
società
civile
,
e
i
rappresentanti
dell
'
autorità
hanno
il
diritto
,
quando
egli
si
rifiutasse
illegittimamente
,
di
costringerlo
al
compimento
del
proprio
dovere
.
così
la
società
non
può
frodare
l
'
uomo
dei
diritti
personali
che
gli
sono
stati
concessi
dal
Creatore
,
i
più
importanti
dei
quali
sono
stati
da
Noi
sopra
accennati
,
né
rendergliene
impossibile
per
principio
l
'
uso
.
È
quindi
conforme
alla
ragione
e
da
essa
voluto
che
alla
fin
fine
tutte
le
cose
terrestri
siano
ordinate
alla
persona
umana
,
affinché
per
mezzo
suo
esse
trovino
la
via
verso
il
Creatore
.
E
si
applica
all
uomo
,
alla
persona
umana
,
ciò
che
l
'
Apostolo
delle
Genti
scrive
ai
Corinti
sull
'
economia
della
salvezza
cristiana
:
"
Tutto
è
vostro
,
voi
siete
di
Cristo
,
Cristo
è
di
Dio
"
(
1Cor
3
,
23
)
.
Mentre
il
comunismo
impoverisce
la
persona
umana
,
capovolgendo
i
termini
della
religione
,
dell
'
uomo
e
della
società
,
la
ragione
e
la
rivelazione
la
elevano
cosi
in
alto
!
Giustizia
sociale
e
amore
cristiano
nell
'
ordine
economico
-
sociale
31
.
Sull
'
ordine
economico
-
sociale
i
princìpi
direttivi
sono
stati
esposti
nell
'
Enciclica
sociale
di
Leone
XIII
sulla
questione
del
lavoro
(
Enciclica
Rerum
novarum
,
del
15
maggio
1891
,
Acta
Leonis
XIII
,
vol
.
XI
,
pp
.
97-144
)
,
e
nella
Nostra
sulla
ricostruzione
dell
'
ordine
sociale
(
Enciclica
Quadragesimo
anno
,
del
15
maggio
1931
:
A.AS
.
,
vol
.
XXIII
(
1931
)
,
pp
.
177-228
)
sono
stati
adattati
alle
esigenze
del
tempo
presente
.
Poi
,
insistendo
di
nuovo
sulla
dottrina
secolare
della
Chiesa
circa
il
carattere
individuale
e
sociale
della
proprietà
privata
.
Noi
abbiamo
precisato
il
diritto
e
la
dignità
del
lavoro
,
i
rapporti
di
vicendevole
appoggio
e
aiuto
che
devono
esistere
tra
quelli
che
detengono
il
capitale
e
quelli
che
lavorano
,
il
salario
dovuto
per
stretta
giustizia
all
'
operaio
per
sé
e
per
la
sua
famiglia
.
Richiamo
ai
principi
sociali
svolti
dalla
"
Quadragesimo
anno
"
32
.
Nella
stessa
Nostra
Enciclica
abbiamo
mostrato
che
i
mezzi
per
salvare
il
mondo
attuale
dalla
triste
rovina
nella
quale
il
liberalismo
amorale
ci
ha
piombati
,
non
consistono
nella
lotta
di
classe
e
nel
terrore
,
e
neppure
nell
'
abuso
autocratico
del
potere
statale
,
ma
nella
penetrazione
della
giustizia
sociale
e
del
sentimento
di
amore
cristiano
nell
'
ordine
economico
e
sociale
.
Abbiamo
mostrato
come
una
sana
prosperità
deve
essere
ricostruita
secondo
i
veri
princìpi
di
un
sano
corporativismo
che
rispetti
la
debita
gerarchia
sociale
,
e
come
tutte
le
corporazioni
devono
unirsi
in
armonica
unità
,
ispirandosi
al
principio
del
bene
comune
della
società
.
E
la
missione
più
genuina
e
principale
del
potere
pubblico
e
civile
consiste
appunto
nel
promuovere
efficacemente
questa
armonia
e
la
coordinazione
di
tutte
le
forze
sociali
.
Gerarchia
sociale
e
prerogative
dello
Stato
secondo
la
dottrina
cattolica
33
.
In
vista
di
questa
collaborazione
organica
verso
la
tranquillità
,
la
dottrina
cattolica
rivendica
allo
Stato
la
dignità
e
l
'
autorità
di
un
vigilante
e
previdente
difensore
dei
diritti
divini
e
umani
,
sui
quali
le
Sacre
Scritture
e
i
Padri
della
Chiesa
insistono
tanto
spesso
.
Non
è
vero
che
tutti
abbiano
uguali
diritti
nella
società
civile
,
e
che
non
esista
legittima
gerarchia
.
Ci
basti
richiamarci
alle
Encicliche
di
Leone
XIII
,
sopra
accennate
,
specialmente
a
quella
sul
potere
dello
Stato
(
Enciclica
Diuturnum
illud
,
del
29
giugno
1881
:
Acta
Leonis
XIII
,
vol
.
II
,
pp
.
269-287
)
e
all
'
altra
sopra
la
costituzione
cristiana
dello
Stato
(
Enciclica
Immortale
Dei
,
del
1°
novembre
1885
:
Acta
Leonis
XIII
,
vol
.
V
,
pp
.
118-150
)
.
In
esse
il
cattolico
trova
esposti
luminosamente
i
principi
della
ragione
e
della
fede
,
che
lo
renderanno
capace
di
proteggersi
contro
gli
errori
e
i
pericoli
della
concezione
statale
comunista
.
La
spogliazione
dei
diritti
e
l
'
asservimento
dell
'
uomo
,
il
rinnegamento
dell
'
origine
prima
e
trascendente
dello
Stato
e
del
potere
statale
,
l
'
abuso
orribile
del
potere
pubblico
a
servizio
del
terrorismo
collettivista
sono
proprio
il
contrario
di
ciò
che
corrisponde
all
'
etica
naturale
e
alla
volontà
dei
Creatore
.
Sia
l
'
uomo
sia
la
società
civile
traggono
origine
dal
Creatore
,
e
sono
da
Lui
mutualmente
ordinati
l
'
uno
all
'
altra
;
quindi
nessuno
dei
due
può
esimersi
dai
doveri
correlativi
,
né
rinnegare
o
menomarne
i
diritti
.
Il
Creatore
stesso
ha
regolato
questo
mutuo
rapporto
nelle
sue
linee
fondamentali
ed
è
ingiusta
usurpazione
quella
che
il
comunismo
si
arroga
,
d
'
imporre
cioè
in
luogo
della
legge
divina
basata
sugli
immutabili
principi
della
verità
e
della
carità
,
un
programma
politico
di
partito
,
che
promana
dall
'
arbitrio
umano
ed
è
pieno
di
odio
.
Bellezza
della
dottrina
sociale
della
Chiesa
che
vuole
un
felice
progresso
della
società
34
.
La
Chiesa
,
nell
'
insegnare
questa
luminosa
dottrina
,
non
ha
altra
mira
che
di
attuare
il
felice
annunzio
cantato
dagli
Angeli
sulla
grotta
di
Betlemme
alla
nascita
del
Redentore
"
Gloria
a
Dio
...
e
...
pace
agli
uomini
"
(
Lc
2
,
14
)
pace
vera
e
vera
felicità
,
anche
quaggiù
quanto
è
possibile
,
in
vista
e
in
preparazione
della
felicità
eterna
,
ma
agli
uomini
di
buona
volontà
.
Questa
dottrina
è
ugualmente
lontana
da
tutti
gli
estremi
dell
'
errore
come
da
tutte
le
esagerazioni
dei
partiti
o
sistemi
che
vi
aderiscono
,
si
attiene
sempre
all
'
equilibrio
della
verità
e
della
giustizia
;
lo
rivendica
nella
teoria
,
lo
applica
e
lo
promuove
nella
pratica
;
conciliando
i
diritti
e
i
doveri
degli
uni
con
quelli
degli
altri
,
come
l
'
autorità
con
la
libertà
,
la
dignità
dell
'
individuo
con
quella
dello
Stato
,
la
personalità
umana
nel
suddito
con
la
rappresentanza
divina
nel
superiore
,
e
quindi
la
doverosa
soggezione
e
l
'
amore
ordinato
di
sé
,
della
famiglia
e
della
patria
,
con
l
'
amore
delle
altre
famiglie
e
degli
altri
popoli
,
fondato
nell
'
amore
di
Dio
,
padre
di
tutti
,
primo
principio
ed
ultimo
fine
.
Essa
non
disgiunge
la
giusta
cura
dei
beni
temporali
dalla
sollecitudine
degli
eterni
.
Se
quelli
subordina
a
questi
,
secondo
la
parola
del
suo
divino
Fondatore
:
"
Cercate
prima
il
regno
di
Dio
e
la
sua
giustizia
e
tutto
il
resto
vi
sarà
dato
per
giunta
"
.
(
Mt
6
,
33
)
;
è
lungi
dal
disinteressarsi
delle
cose
umane
e
dal
nuocere
ai
progressi
civili
e
ai
vantaggi
materiali
,
che
anzi
li
sostiene
e
li
promuove
nella
più
ragionevole
ed
efficace
maniera
.
Così
,
anche
nel
campo
economico
-
sociale
,
la
Chiesa
,
benché
non
abbia
mai
offerto
un
determinato
sistema
tecnico
,
non
essendo
questo
compito
suo
,
ha
però
fissato
chiaramente
punti
e
linee
che
,
pur
prestandosi
a
diverse
applicazioni
concrete
secondo
le
varie
condizioni
dei
tempi
,
dei
luoghi
e
dei
popoli
,
indicano
la
via
sicura
per
ottenere
il
felice
progresso
della
società
.
Nella
"
Rerum
novarum
"
e
nella
"
Quadragesimo
anno
"
sapienti
principi
di
ordine
sociale
35
.
La
saggezza
e
somma
utilità
di
questa
dottrina
viene
ammessa
da
quanti
veramente
la
conoscono
.
Ben
a
ragione
insigni
statisti
poterono
affermare
che
,
dopo
aver
studiato
i
diversi
sistemi
sociali
,
non
avevano
trovato
nulla
di
più
sapiente
che
i
princìpi
esposti
nelle
Encicliche
:
Rerum
novarum
e
Quadragesimo
anno
.
Ma
anche
in
paesi
non
cattolici
,
anzi
neppur
cristiani
,
si
riconosce
quanto
siano
utili
per
la
società
umana
le
dottrine
sociali
della
Chiesa
;
così
,
or
fa
appena
un
mese
,
un
eminente
uomo
politico
dell
'
Estremo
Oriente
,
non
cristiano
,
non
dubitò
di
proclamare
che
la
Chiesa
con
la
sua
dottrina
di
pace
e
di
fraternità
cristiana
porta
un
altissimo
contributo
allo
stabilimento
e
al
mantenimento
della
pace
operosa
tra
le
nazioni
.
Perfino
gli
stessi
comunisti
,
come
sappiamo
dalle
sicure
relazioni
che
affluiscono
da
ogni
parte
a
questo
Centro
della
cristianità
,
se
non
sono
ancora
del
tutto
corrotti
,
quando
viene
loro
esposta
la
dottrina
sociale
della
Chiesa
,
ne
riconoscono
la
superiorità
sulle
dottrine
dei
loro
capi
e
maestri
.
Soltanto
gli
accecati
dalla
passione
e
dall
'
odio
chiudono
gli
occhi
alla
luce
della
verità
e
la
combattono
ostinatamente
.
Fu
il
cristianesimo
ad
innalzare
il
lavoro
manuale
alla
sua
vera
dignità
36
.
Ma
i
nemici
della
Chiesa
,
pur
costretti
a
riconoscere
la
sapienza
della
sua
dottrina
,
rimproverano
alla
Chiesa
di
non
aver
saputo
agire
in
conformità
di
quei
principi
,
e
perciò
affermano
di
doversi
cercare
altre
vie
.
Quanto
questa
accusa
sia
falsa
e
ingiusta
lo
dimostra
tutta
la
storia
del
cristianesimo
.
Per
non
accennare
che
a
qualche
punto
caratteristico
,
fu
il
cristianesimo
a
proclamare
per
primo
,
in
una
maniera
e
con
una
ampiezza
e
convinzione
sconosciute
ai
secoli
precedenti
,
la
vera
e
universale
fratellanza
di
tutti
gli
uomini
di
qualunque
condizione
e
stirpe
,
contribuendo
così
potentemente
all
'
abolizione
della
schiavitù
,
non
con
sanguinose
rivolte
,
ma
per
l
'
interna
forza
della
sua
dottrina
,
che
alla
superba
patrizia
romana
faceva
vedere
nella
sua
schiava
una
sua
sorella
in
Cristo
.
Fu
il
cristianesimo
,
che
adora
il
Figlio
di
Dio
fattosi
uomo
per
amor
degli
uomini
e
divenuto
come
"
Figlio
del
Fabbro
"
,
anzi
"
Fabbro
"
Egli
stesso
(
1
Mt
13
,
55;
Mc
6
,
3
)
,
fu
il
cristianesimo
ad
innalzare
il
lavoro
manuale
alla
sua
vera
dignità
;
quel
lavoro
manuale
prima
tanto
disprezzato
,
che
perfino
il
discreto
Marco
Tullio
Cicerone
,
riassumendo
l
'
opinione
generale
del
suo
tempo
,
non
si
peritò
di
scrivere
queste
parole
di
cui
ora
si
vergognerebbe
ogni
sociologo
:
"
Tutti
gli
artigiani
si
occupano
in
mestieri
spregevoli
,
poiché
l
'
officina
non
può
avere
alcunché
di
nobile
"
(
De
officiis
,
lib
.
I
,
c
.
42
)
.
L
'
azione
della
Chiesa
ha
rigenerato
la
società
umana
37
.
Fedele
a
questi
principi
la
Chiesa
ha
rigenerato
la
società
umana
;
sotto
il
suo
influsso
sorsero
mirabili
opere
di
carità
,
potenti
corporazioni
di
artigiani
e
lavoratori
d
'
ogni
categoria
,
derise
bensì
dal
liberalismo
del
secolo
scorso
come
cose
da
Medio
Evo
,
ma
ora
rivendicate
all
'
ammirazione
dei
nostri
contemporanei
che
cercano
in
molti
paesi
di
farne
in
qualche
modo
rivivere
il
concetto
.
E
quando
altre
correnti
intralciavano
l
'
opera
e
ostacolavano
l
'
influsso
salutare
della
Chiesa
,
questa
fino
ai
giorni
nostri
non
desisteva
dall
'
ammonire
gli
erranti
.
Basti
ricordare
con
quanta
fermezza
,
energia
e
costanza
il
Nostro
Predecessore
Leone
XIII
rivendicasse
all
'
operaio
il
diritto
di
associazione
,
che
il
liberalismo
dominante
negli
Stati
più
o
meno
potenti
si
accaniva
a
negargli
.
E
questo
influsso
della
dottrina
della
Chiesa
anche
al
presente
è
più
grande
che
non
sembri
,
perché
grande
e
certo
,
benché
invisibile
e
non
facilmente
mensurabile
,
è
il
predominio
delle
idee
sui
fatti
.
Dal
disprezzo
degli
insegnamenti
della
Chiesa
sono
derivati
il
socialismo
e
il
comunismo
38
.
Si
può
ben
dire
con
tutta
verità
che
la
Chiesa
,
a
somiglianza
di
Cristo
,
passa
attraverso
i
secoli
facendo
del
bene
a
tutti
.
Non
vi
sarebbe
né
socialismo
né
comunismo
se
coloro
che
governano
i
popoli
non
avessero
disprezzati
gli
insegnamenti
e
i
materni
avvertimenti
della
Chiesa
:
essi
invece
hanno
voluto
sulle
basi
del
liberalismo
e
del
laicismo
fabbricare
altri
edifici
sociali
,
che
sulle
prime
parevano
potenti
e
grandiosi
,
ma
ben
presto
si
videro
mancare
di
solidi
fondamenti
,
e
vanno
miseramente
crollando
l
'
uno
dopo
l
'
altro
,
come
deve
crollare
tutto
ciò
che
non
poggia
sull
'
unica
pietra
angolare
che
è
Gesù
Cristo
.
Necessità
di
ricorrere
ai
ripari
di
fronte
all
'
ideologia
comunista
39
.
Questa
,
Venerabili
Fratelli
,
è
la
dottrina
della
Chiesa
,
l
'
unica
che
possa
apportare
vera
luce
,
come
in
ogni
altro
campo
,
così
anche
nel
campo
sociale
,
e
possa
recare
salvezza
di
fronte
all
'
ideologia
comunista
.
Ma
bisogna
che
tale
dottrina
passi
sempre
più
nella
pratica
della
vita
,
secondo
l
'
avvertimento
dell
'
Apostolo
San
Giacomo
:
"
Siate
...
operatori
della
parola
e
non
semplici
uditori
,
ingannando
voi
stessi
"
(
Gc
1
,
22
)
;
perciò
quello
che
più
urge
al
presente
è
di
adoperare
con
energia
gli
opportuni
rimedi
per
opporsi
efficacemente
al
minaccioso
sconvolgimento
che
si
va
preparando
.
Nutriamo
la
ferma
fiducia
che
almeno
la
passione
con
cui
i
figli
delle
tenebre
giorno
e
notte
lavorano
alla
loro
propaganda
materialistica
e
atea
,
valga
a
santamente
stimolare
i
figli
della
luce
ad
uno
zelo
non
dissimile
,
anzi
maggiore
,
e
per
l
'
onore
della
Maestà
divina
.
Tutti
i
cristiani
sono
impegnati
in
questa
grande
lotta
40
.
Che
cosa
bisogna
dunque
fare
,
di
quali
rimedi
servirsi
per
difendere
Cristo
e
la
civiltà
cristiana
contro
quel
pernicioso
nemico
?
Come
un
padre
nel
cerchio
della
sua
famiglia
,
Noi
vorremmo
intrattenerci
quasi
nell
'
intimità
sui
doveri
che
la
grande
lotta
dei
giorni
nostri
impone
a
tutti
i
figli
della
Chiesa
,
indirizzando
il
Nostro
paterno
avvertimento
anche
a
quei
figli
che
si
sono
allontanati
da
essa
.
Il
rinnovamento
della
vita
cristiana
è
il
rimedio
fondamentale
che
preserva
dal
comunismo
41
.
Come
in
tutti
i
periodi
più
burrascosi
della
storia
della
Chiesa
,
così
ancor
oggi
il
fondamentale
rimedio
è
un
sincero
rinnovamento
di
vita
privata
e
pubblica
secondo
i
principii
del
Vangelo
in
tutti
quelli
che
si
gloriano
di
appartenere
all
'
Ovile
di
Cristo
,
affinché
siano
veramente
il
sale
della
terra
che
preservi
la
società
umana
da
una
tale
corruzione
.
Consolazione
per
i
segni
di
rinnovamento
spirituale
42
.
Con
animo
profondamente
grato
al
Padre
dei
lumi
,
da
cui
discende
"
ogni
cosa
ottima
data
e
ogni
dono
perfetto
"
(
Gc
1,17
)
,
vediamo
dappertutto
consolanti
segni
di
questo
rinnovamento
spirituale
,
non
solo
in
tante
anime
singolarmente
elette
che
in
questi
ultimi
anni
si
sono
innalzate
al
vertice
della
più
sublime
santità
e
in
tante
altre
sempre
più
numerose
che
generosamente
camminano
verso
la
stessa
luminosa
meta
,
ma
anche
nel
rifiorire
di
una
pietà
sentita
e
vissuta
in
tutti
i
ceti
della
società
,
anche
nei
più
colti
,
come
abbiamo
rilevato
nel
Nostro
recente
Motu
-
proprio
In
multis
solaciis
del
28
ottobre
scorso
,
in
occasione
del
riordinamento
della
Pontificia
Accademia
delle
Scienze
(
In
multis
solaciis
,
del
28
ottobre
1936
:
A.A.S-
,
vol
.
XXVIII
(
1936
)
,
pp
.
421-424
)
.
Necessità
di
professare
la
religione
non
solo
esteriormente
43
.
Non
possiamo
però
negare
che
molto
ancora
resta
a
fare
su
questa
via
del
rinnovamento
spirituale
.
Anche
in
paesi
cattolici
,
troppi
sono
quelli
che
sono
cattolici
quasi
solo
di
nome
;
troppi
quelli
che
,
pur
seguendo
più
o
meno
fedelmente
le
pratiche
più
essenziali
della
religione
che
si
vantano
di
professare
,
non
si
curano
di
conoscerla
meglio
,
di
acquistarne
una
più
intima
e
più
profonda
convinzione
,
e
meno
ancora
di
far
sì
che
all
'
esterna
vernice
corrisponda
l
'
interno
splendore
di
una
coscienza
retta
e
pura
,
che
sente
e
compie
tutti
i
suoi
doveri
sotto
lo
sguardo
di
Dio
.
Sappiamo
quanto
il
Divin
Salvatore
aborrisse
questa
vana
e
fallace
esteriorità
,
Egli
che
voleva
che
tutti
adorassero
il
Padre
"
in
spirito
e
verità
"
(
Gv
4
,
23
)
.
Chi
non
vive
veramente
e
sinceramente
secondo
la
fede
che
professa
,
non
potrà
oggi
,
mentre
tanto
gagliardo
soffia
il
vento
della
lotta
e
della
persecuzione
,
reggersi
a
lungo
,
ma
verrà
miseramente
travolto
da
questo
nuovo
diluvio
che
minaccia
il
mondo
,
e
così
mentre
si
prepara
da
sé
la
propria
rovina
,
esporrà
al
ludibrio
anche
il
nome
cristiano
.
Il
distacco
dai
beni
terreni
e
il
precetto
della
carità
sono
due
insegnamenti
particolarmente
attuali
44
.
E
qui
vogliamo
,
Venerabili
Fratelli
,
insistere
piu
particolarmente
sopra
due
insegnamenti
del
Signore
,
che
hanno
speciale
connessione
con
le
attuali
condizioni
del
genere
umano
:
il
distacco
dei
beni
terreni
e
il
precetto
della
carità
.
"
Beati
i
poveri
di
spirito
"
furono
le
prime
parole
che
uscirono
dalle
labbra
del
Divin
Maestro
,
nel
suo
sermone
della
montagna
(
Mt
5
,
3
)
.
E
questa
lezione
è
più
che
mai
necessaria
in
questi
tempi
di
materialismo
assetato
dei
beni
e
piaceri
di
questa
terra
.
Tutti
i
cristiani
ricchi
o
poveri
,
devono
sempre
tener
fisso
lo
sguardo
al
cielo
,
ricordandosi
che
"
non
abbiamo
qui
una
città
permanente
,
ma
cerchiamo
quella
avvenire
"
(
Eb
13
,
14
)
.
I
ricchi
non
devono
porre
nelle
cose
della
terra
la
loro
felicità
né
indirizzare
al
conseguimento
di
quelle
i
loro
sforzi
migliori
;
ma
,
considerandosene
solo
come
amministratori
che
sanno
di
doverne
rendere
conto
al
supremo
Padrone
,
se
ne
valgano
come
i
mezzi
preziosi
che
Dio
loro
porge
per
fare
del
bene
;
e
non
lascino
di
distribuire
ai
poveri
quello
che
loro
avanza
,
secondo
il
precetto
evangelico
(
Lc
11
,
41
)
.
Altrimenti
si
verificherà
di
loro
e
delle
loro
ricchezze
la
severa
sentenza
di
San
Giacomo
Apostolo
:
"
Su
via
adesso
,
o
ricchi
,
piangete
,
urlate
a
motivo
delle
miserie
che
verranno
sopra
di
voi
.
Le
vostre
ricchezze
si
sono
imputridite
e
le
vostre
vestimenta
sono
state
rose
dalle
tignole
.
L
'
oro
e
l
'
argento
vostro
è
arrugginito
;
e
la
loro
ruggine
sarà
una
testimonianza
contro
di
voi
,
e
quasi
fuoco
,
divorerà
le
vostre
carni
.
Vi
siete
adunati
tesori
d
'
ira
per
gli
ultimi
giorni
...
"
(
Gc
5
,
1-3
)
.
La
miseria
e
la
sofferenza
non
potranno
mai
scomparire
dal
mondo
45
.
Ma
anche
i
poveri
,
a
loro
volta
,
pur
adoperandosi
secondo
le
leggi
della
carità
e
della
giustizia
a
provvedersi
del
necessario
e
anche
a
migliorare
la
loro
condizione
,
devono
sempre
rimanere
essi
pure
"
poveri
di
spirito
"
(
Mt
5
,
3
)
,
stimando
più
i
beni
spirituali
che
i
beni
e
godimenti
terreni
.
Si
ricordino
poi
che
non
si
riuscirà
mai
a
fare
scomparire
dal
mondo
le
miserie
,
i
dolori
,
le
tribolazioni
,
alle
quali
sono
soggetti
anche
quelli
che
nell
'
apparenza
sembrano
più
fortunati
.
E
quindi
,
per
tutti
e
necessaria
la
pazienza
,
quella
pazienza
cristiana
che
solleva
il
cuore
alle
divine
promesse
di
una
felicità
eterna
.
"
Siate
dunque
pazienti
,
o
fratelli
-
vi
diremo
ancora
con
San
Giacomo
-
sino
alla
venuta
del
Signore
.
Ecco
,
l
'
agricoltore
aspetta
il
prezioso
frutto
della
terra
,
e
l
'
aspetta
con
pazienza
finché
riceva
il
frutto
primaticcio
e
il
serotino
.
Siate
anche
voi
pazienti
,
e
rinfrancate
i
vostri
cuori
,
perché
la
venuta
del
Signore
è
vicina
"
(
Gc
5
,
7-8
)
.
Solo
così
si
adempirà
la
consolante
promessa
del
Signore
:
"
Beati
i
poveri
!
"
.
E
non
è
questa
una
consolazione
e
una
promessa
vana
come
sono
le
promesse
dei
comunisti
;
ma
sono
parole
di
vita
che
contengono
una
somma
realtà
e
che
si
verificano
pienamente
qui
in
terra
e
poi
nell
'
eternità
.
Quanti
poveri
,
infatti
,
in
queste
parole
e
nell
'
aspettativa
del
regno
dei
cieli
che
è
già
proclamato
loro
proprietà
:
"
perché
il
regno
di
Dio
è
vostro
"
(
Lc
6
,
20
)
,
trovano
una
felicità
,
che
tanti
ricchi
non
trovano
nelle
loro
ricchezze
,
sempre
inquieti
e
sempre
assetati
come
sono
di
averne
di
più
.
La
carità
cristiana
testimonia
che
la
Chiesa
sta
dalla
parte
dei
poveri
e
dei
lavoratori
46
.
Ancora
più
importante
,
come
rimedio
del
male
di
cui
trattiamo
,
o
certo
più
direttamente
ordinato
a
risanano
,
è
il
precetto
della
carità
.
Noi
pensiamo
a
quella
carità
cristiana
,
"
paziente
e
benigna
"
(
1Cor
13
,
4
)
,
la
quale
evita
ogni
aria
di
avvilente
protezione
e
ogni
ostentazione
;
quella
carità
che
fin
dagli
inizi
del
cristianesimo
guadagnò
a
Cristo
i
più
poveri
tra
i
poveri
,
gli
schiavi
;
e
ringraziamo
tutti
coloro
che
nelle
opere
di
beneficenza
,
dalle
conferenze
di
S
.
Vincenzo
de
'
Paoli
fino
alle
grandi
recenti
organizzazioni
d
'
assistenza
sociale
,
hanno
esercitato
ed
esercitano
le
opere
della
misericordia
corporale
e
spirituale
.
Quanto
più
i
lavoratori
e
i
poveri
sperimenteranno
in
se
stessi
ciò
che
lo
spirito
dell
'
Amore
animato
dalla
virtù
di
Cristo
fa
per
essi
,
tanto
più
si
spoglieranno
del
pregiudizio
che
il
Cristianesimo
abbia
perduto
della
sua
efficacia
e
la
Chiesa
stia
dalla
parte
di
quelli
che
sfruttano
il
loro
lavoro
.
La
giustizia
e
la
carità
cristiana
non
sempre
sono
state
vissute
nella
pratica
quotidiana
47
.
Ma
quando
vediamo
da
un
lato
una
folla
di
indigenti
per
varie
ragioni
indipendenti
da
loro
veramente
oppressi
dalla
miseria
,
e
dall
'
altro
lato
accanto
ad
essi
,
tanti
che
si
divertono
spensieratamente
e
spendono
enormi
somme
in
cose
inutili
,
non
possiamo
non
riconoscere
con
dolore
che
non
solo
non
è
ben
osservata
la
giustizia
ma
che
pure
il
precetto
della
carità
cristiana
non
è
approfondito
abbastanza
,
non
è
vissuto
nella
pratica
quotidiana
.
Desideriamo
pertanto
,
Venerabili
Fratelli
,
che
venga
sempre
più
illustrato
con
la
parola
e
con
gli
scritti
questo
divino
precetto
,
preziosa
tessera
di
riconoscimento
lasciata
da
Cristo
ai
suoi
veri
discepoli
;
questo
precetto
,
che
ci
insegna
a
vedere
nei
sofferenti
Gesù
stesso
e
ci
impone
di
amare
i
nostri
fratelli
come
il
divin
Salvatore
ha
amato
noi
,
cioè
fino
ai
sacrificio
di
noi
stessi
,
e
,
se
occorre
,
anche
della
propria
vita
.
Si
meditino
poi
da
tutti
e
spesso
queste
parole
,
per
una
parte
consolanti
ma
per
l
'
altra
terribili
,
della
sentenza
finale
,
che
pronuncerà
il
Giudice
Supremo
nel
giorno
dell
'
estremo
Giudizio
:
"
Venite
,
o
benedetti
dal
Padre
mio
:
...
Perché
io
ebbi
fame
,
e
voi
mi
deste
da
mangiare
;
ebbi
sete
e
mi
deste
da
bere
...
In
verità
vi
dico
,
che
tutte
le
volte
che
avete
fatto
qualche
cosa
a
uno
di
questi
minimi
tra
i
miei
fratelli
,
l
'
avete
fatto
a
me
"
(
Mt
25
,
34-40
)
.
E
di
contro
:
"
Andate
via
da
me
,
maledetti
nel
fuoco
eterno
..
,
perché
io
ebbi
fame
,
e
voi
non
mi
deste
da
mangiare
;
ebbi
sete
,
e
non
mi
deste
da
bere
...
Io
vi
dico
in
verità
che
tutte
le
volte
che
voi
non
l
'
avete
fatto
a
uno
di
questi
minimi
tra
i
miei
fratelli
,
non
l
'
avete
fatto
a
me
"
(
Mt
25
,
41-45
)
.
Osservare
il
"
nuovo
precetto
"
della
carità
48
.
Per
assicurarsi
dunque
la
vita
eterna
e
poter
efficacemente
soccorrere
gli
indigenti
,
è
necessario
ritornare
ad
una
vita
più
modesta
;
rinunziare
ai
godimenti
,
spesso
anche
peccaminosi
,
che
il
mondo
oggi
offre
in
tanta
abbondanza
;
dimenticare
se
stesso
per
l
'
amore
del
prossimo
.
Una
divina
forza
rigeneratnice
si
trova
in
questo
"
precetto
nuovo
"
(
come
Gesù
lo
chiamava
)
di
carità
cristiana
(
Gv
13
,
34
)
,
la
cui
fedele
osservanza
infonderà
nei
cuori
un
'
interna
pace
sconosciuta
al
mondo
,
e
rimedierà
efficacemente
ai
mali
che
travagliano
l
'
umanità
.
Carità
e
giustizia
debbono
operare
insieme
49
.
Ma
la
carità
non
sarà
mai
vera
carità
se
non
terrà
sempre
conto
della
giustizia
.
L
'
Apostolo
insegna
che
"
chi
ama
il
prossimo
,
ha
adempiuto
la
legge
"
;
e
ne
da
la
ragione
:
"
poiché
il
Non
fornicare
,
Non
uccidere
,
Non
rubare
...
e
qualsiasi
altro
precetto
,
si
riassume
in
questa
formula
:
Amerai
il
tuo
prossimo
come
te
stesso
"
(
Rm
13
,
8-9
)
.
Se
dunque
,
secondo
l
'
Apostolo
,
tutti
i
doveri
si
riducono
al
solo
precetto
della
vera
carità
,
anche
quelli
che
sono
di
stretta
giustizia
,
come
il
non
uccidere
e
il
non
rubare
;
una
carità
che
privi
l
'
operaio
del
salario
a
cui
ha
stretto
diritto
,
non
è
carità
,
ma
un
vano
nome
e
una
vuota
speranza
di
carità
.
Né
l
'
operaio
ha
bisogno
di
ricevere
come
elemosina
ciò
che
a
lui
tocca
per
giustizia
;
né
si
può
tentare
di
esimersi
dai
grandi
doveri
imposti
dalla
giustizia
con
piccoli
doni
di
misericordia
.
Carità
e
giustizia
impongono
dei
doveri
,
spesso
circa
la
stessa
cosa
,
ma
sotto
diverso
aspetto
;
e
gli
operai
,
a
questi
doveri
altrui
che
li
riguardano
,
sono
giustamente
sensibili
per
ragione
della
loro
stessa
dignità
.
Invito
agli
imprenditori
cristiani
ad
osservare
l
'
insegnamento
sociale
della
Chiesa
50
.
Perciò
Ci
rivolgiamo
in
modo
particolare
a
voi
,
padroni
e
industriali
cristiani
,
il
cui
compito
è
spesso
tanto
difficile
perché
voi
portate
la
pesante
eredità
degli
errori
di
un
regime
economico
iniquo
che
ha
esercitato
il
suo
rovinoso
influsso
durante
più
generazioni
;
siate
voi
stessi
memori
della
vostra
responsabilità
.
E
purtroppo
vero
che
il
modo
di
agire
di
certi
ambienti
cattolici
ha
contribuito
a
scuotere
la
fiducia
dei
lavoratori
nella
religione
di
Gesù
Cristo
.
Essi
non
volevano
capire
che
la
carità
cristiana
esige
il
riconoscimento
di
certi
diritti
,
che
sono
dovuti
all
'
operaio
e
che
la
Chiesa
li
ha
esplicitamente
riconosciuti
.
Come
è
da
giudicarsi
l
'
operato
di
quei
padroni
cattolici
,
i
quali
in
qualche
luogo
sono
riusciti
ad
impedire
la
lettura
della
Nostra
Enciclica
Quadragesimo
anno
,
nelle
loro
chiese
patronali
?
o
di
quegli
industriali
cattolici
che
si
sono
mostrati
fino
ad
oggi
gli
avversari
di
un
movimento
operaio
da
Noi
stessi
raccomandato
?
E
non
è
da
deplorare
che
il
diritto
di
proprietà
,
riconosciuto
dalla
Chiesa
,
sia
stato
talvolta
usato
per
defraudare
l
'
operaio
del
suo
giusto
salario
e
de
'
suoi
diritti
sociali
?
La
giustizia
sociale
è
il
segno
della
salute
del
corpo
sociale
51
.
Difatti
,
oltre
la
giustizia
commutativa
,
vi
è
pure
la
giustizia
sociale
,
che
impone
anch
'
essa
dei
doveri
a
cui
non
si
possono
sottrarre
né
i
padroni
né
gli
operai
.
Ed
è
appunto
proprio
della
giustizia
sociale
l
'
esigere
dai
singoli
tutto
ciò
che
è
necessario
al
bene
comune
.
Ma
come
nell
'
organismo
vivente
non
viene
provvisto
al
tutto
,
se
non
si
dà
alle
singole
parti
e
alle
singole
membra
tutto
ciò
di
cui
esse
abbisognano
per
esercitare
le
loro
funzioni
;
così
non
si
può
provvedere
all
'
organismo
sociale
e
al
bene
di
tutta
la
società
se
non
si
dà
alle
singole
parti
e
ai
singoli
membri
,
cioè
uomini
dotati
della
dignità
di
persone
,
tutto
quello
che
devono
avere
per
le
loro
funzioni
sociali
.
Se
si
soddisferà
anche
alla
giustizia
sociale
,
un
'
intensa
attività
di
tutta
la
vita
economica
svolta
nella
tranquillità
e
nell
'
ordine
ne
sarà
il
frutto
e
dimostrerà
la
sanità
del
corpo
sociale
,
come
la
sanità
del
corpo
umano
si
riconosce
da
una
imperturbata
e
insieme
piena
e
fruttuosa
attività
di
tutto
l
'
organismo
.
La
giustizia
sociale
esige
che
gli
operai
dispongano
anche
di
una
serie
di
provvidenze
52
.
Ma
non
si
può
dire
di
aver
soddisfatto
alla
giustizia
sociale
se
gli
operai
non
hanno
assicurata
la
propria
sostentazione
e
quella
delle
proprie
famiglie
con
un
salario
proporzionato
a
questo
fine
;
se
non
si
facilita
loro
l
'
occasione
di
acquistare
qualche
modesta
fortuna
,
prevenendo
così
la
piaga
del
pauperismo
universale
;
se
non
si
prendono
provvedimenti
a
loro
vantaggio
,
con
assicurazioni
pubbliche
o
private
,
per
il
tempo
della
loro
vecchiaia
,
della
malattia
o
della
disoccupazione
.
In
una
parola
,
per
ripetere
quello
che
abbiamo
detto
nella
Nostra
Enciclica
Quadragesimo
anno
:
"
allora
l
'
economia
sociale
veramente
sussisterà
e
otterrà
i
suoi
fini
,
quando
a
tutti
e
singoli
soci
saranno
somministrati
tutti
i
beni
che
si
possono
apprestare
con
le
forze
e
i
sussidi
della
natura
,
con
l
'
arte
tecnica
,
con
la
costituzione
sociale
del
fatto
economico
;
i
quali
beni
debbono
essere
tanti
quanti
sono
necessari
sia
a
soddisfare
ai
bisogni
e
alle
oneste
comodità
sia
a
promuovere
gli
uomini
a
quella
più
felice
condizione
di
vita
,
che
,
quando
la
cosa
si
faccia
prudentemente
,
non
solo
non
è
d
'
ostacolo
alla
virtù
,
ma
grandemente
la
favorisce
"
(
Enciclica
Quadragesimo
anno
,
del
15
maggio
1931
:
A.A.S.
,
vol
.
XXIII
(
1931
)
,
p
.
202
)
.
Realizzare
associazioni
tra
datori
di
lavoro
per
adempiere
i
doveri
di
giustizia
53
.
Se
poi
,
come
avviene
sempre
più
frequentemente
nel
salariato
,
la
giustizia
non
può
essere
osservata
dai
singoli
,
se
non
a
patto
che
tutti
si
accordino
a
praticarla
insieme
mediante
istituzioni
che
uniscano
tra
loro
i
datori
di
lavoro
,
per
evitare
tra
essi
una
concorrenza
incompatibile
con
la
giustizia
dovuta
ai
lavoratori
,
il
dovere
degli
impresari
e
padroni
è
di
sostenere
e
di
promuovere
queste
istituzioni
necessarie
,
che
diventano
il
mezzo
normale
per
poter
adempiere
i
doveri
di
giustizia
.
Ma
anche
i
lavoratori
si
ricordino
dei
loro
obblighi
di
carità
e
di
giustizia
verso
i
datori
di
lavoro
,
e
siano
persuasi
che
con
questo
salvaguarderanno
meglio
anche
i
propri
interessi
.
Necessità
di
istituzioni
professionali
e
interprofessionali
54
.
Se
dunque
si
considera
l
'
insieme
della
vita
economica
,
-
come
l
'
abbiamo
già
notato
nella
Nostra
Enciclica
Quadragesimo
anno
,
-
non
si
potrà
far
regnare
nelle
relazioni
economico
-
sociali
la
mutua
collaborazione
della
giustizia
e
della
carità
,
se
non
per
mezzo
di
un
corpo
di
istituzioni
professionali
e
interprofessionali
su
basi
solidamente
cristiane
,
collegate
tra
loro
e
formanti
,
sotto
forme
diverse
e
adattate
ai
luoghi
e
circostanze
,
quello
che
si
diceva
la
corporazione
.
Studio
e
diffusione
della
dottrina
sociale
cristiana
55
.
Per
dare
a
questa
azione
sociale
una
più
grande
efficacia
,
è
molto
necessario
di
promuovere
lo
studio
dei
problemi
sociali
alla
luce
della
dottrina
della
Chiesa
e
diffonderne
gli
insegnamenti
sotto
l
'
egida
dell
'
Autorità
di
Dio
costituita
nella
Chiesa
stessa
.
Se
il
modo
di
agire
di
taluni
cattolici
ha
lasciato
a
desiderare
nel
campo
economico
-
sociale
,
ciò
stesso
avvenne
perché
essi
non
hanno
abbastanza
conosciuto
e
meditato
gli
insegnamenti
dei
Sommi
Pontefici
su
questo
argomento
.
Perciò
è
sommamente
necessario
che
in
tutti
i
ceti
della
società
si
promuova
una
più
intensa
formazione
sociale
corrispondente
al
diverso
grado
di
cultura
intellettuale
,
e
si
procuri
con
ogni
sollecitudine
e
industria
la
più
larga
diffusione
degli
insegnamenti
della
Chiesa
anche
tra
la
classe
operaia
.
Siano
illuminate
le
menti
alla
luce
sicura
della
dottrina
cattolica
e
inclinate
le
volontà
a
seguirla
e
ad
applicarla
come
norma
del
retto
vivere
,
per
l
'
adempimento
coscienzioso
dei
molteplici
doveri
sociali
,
opponendosi
così
a
quella
incoerenza
e
discontinuità
nella
vita
cristiana
da
Noi
varie
volte
lamentata
,
per
cui
taluni
,
mentre
sono
apparentemente
fedeli
all
'
adempimento
dei
loro
doveri
religiosi
,
nel
campo
poi
del
lavoro
o
dell
'
industria
o
della
professione
o
nel
commercio
o
nell
'
impiego
,
per
un
deplorevole
sdoppiamento
di
coscienza
,
conducono
una
vita
troppo
difforme
dalle
norme
così
chiare
della
giustizia
e
della
carità
cristiana
,
procurando
in
tal
modo
grave
scandalo
ai
deboli
e
offrendo
ai
cattivi
facile
pretesto
di
screditare
la
Chiesa
stessa
.
Il
ruolo
della
stampa
cattolica
nell
'
opera
di
rinnovamento
56
.
Grande
contributo
a
questo
rinnovamento
può
rendere
la
stampa
cattolica
.
Essa
può
e
deve
dapprima
procurare
in
vari
e
attraenti
modi
di
far
sempre
meglio
conoscere
la
dottrina
sociale
,
informare
con
esattezza
ma
anche
con
la
debita
ampiezza
sull
'
attività
dei
nemici
,
e
riferire
sui
mezzi
di
combattere
che
si
sono
mostrati
i
più
efficaci
in
varie
regioni
,
proporre
utili
suggerimenti
e
mettere
in
guardia
contro
le
astuzie
e
gli
inganni
coi
quali
i
comunisti
procurano
,
e
sono
già
riusciti
ad
attrarre
a
sé
uomini
in
buona
fede
.
Premunirsi
contro
le
insidie
del
comunismo
57
.
Su
questo
punto
abbiamo
già
insistito
nella
Nostra
Allocuzione
del
12
maggio
dell
'
anno
scorso
,
ma
crediamo
necessario
,
Venerabili
Fratelli
,
di
dover
in
modo
particolare
richiamarvi
sopra
di
nuovo
la
vostra
attenzione
.
Il
comunismo
nel
principio
si
mostrò
quale
era
in
tutta
la
sua
perversità
,
ma
ben
presto
si
accorse
che
in
tale
modo
allontanava
da
sé
i
popoli
e
perciò
ha
cambiato
tattica
e
procura
di
attirare
le
folle
con
vari
inganni
nascondendo
i
propri
disegni
dietro
idee
che
in
sé
sono
buone
ed
attraenti
.
Così
vedendo
il
comune
desiderio
di
pace
,
i
capi
del
comunismo
fingono
di
essere
i
più
zelanti
fautori
e
propagatori
del
movimento
per
la
pace
mondiale
;
ma
nello
stesso
tempo
eccitano
a
una
lotta
di
classe
che
fa
correre
fiumi
di
sangue
,
e
sentendo
di
non
avere
interna
garanzia
di
pace
,
ricorrono
ad
armamenti
illimitati
.
Così
,
sotto
vari
nomi
che
neppure
alludono
al
comunismo
,
fondano
associazioni
e
periodici
che
servono
poi
unicamente
a
far
penetrare
le
loro
idee
in
ambienti
altrimenti
a
loro
non
facilmente
accessibili
;
anzi
procurano
con
perfidia
di
infiltrarsi
in
associazioni
cattoliche
e
religiose
.
Così
altrove
,
senza
punto
recedere
dai
loro
perversi
principi
,
invitano
i
cattolici
a
collaborare
seco
sul
campo
così
detto
umanitario
e
caritativo
,
proponendo
talvolta
anche
cose
del
tutto
conformi
allo
spirito
cristiano
e
alla
dottrina
della
Chiesa
.
Altrove
poi
spingono
l
'
ipocrisia
fino
a
far
credere
che
il
comunismo
in
paesi
di
maggior
fede
o
di
maggior
cultura
assumerà
un
altro
aspetto
più
mite
,
non
impedirà
il
culto
religioso
e
rispetterà
la
libertà
delle
coscienze
.
Vi
sono
anzi
di
quelli
che
riferendosi
a
certi
cambiamenti
introdotti
recentemente
nella
legislazione
sovietica
,
ne
concludono
che
il
comunismo
stia
per
abbandonare
il
suo
programma
di
lotta
contro
Dio
.
Non
è
ammessa
alcuna
collaborazione
con
il
comunismo
58
.
Procurate
,
Venerabili
Fratelli
,
che
i
fedeli
non
si
lascino
ingannare
!
Il
comunismo
è
intrinsecamente
perverso
e
non
si
può
ammettere
in
nessun
campo
la
collaborazione
con
lui
da
parte
di
chiunque
voglia
salvare
la
civilizzazione
cristiana
.
E
se
taluni
indotti
in
errore
cooperassero
alla
vittoria
del
comunismo
nel
loro
paese
,
cadranno
per
i
primi
come
vittime
del
loro
errore
e
quanto
più
le
regioni
dove
il
comunismo
riesce
a
penetrare
si
distinguono
per
l
'
antichità
e
la
grandezza
della
loro
civiltà
cristiana
,
tanto
più
devastatore
vi
si
manifesterà
l
'
odio
dei
"
senza
Dio
"
.
Preghiera
e
penitenza
59
.
Ma
"
se
il
Signore
non
sarà
il
custode
della
città
,
indarno
veglia
colui
che
la
custodisce
"
(
Sal
126
,
1
)
.
Perciò
,
come
ultimo
e
potentissimo
rimedio
,
vi
raccomandiamo
,
Venerabili
Fratelli
,
di
promuovere
e
intensificare
nel
modo
più
efficace
nelle
vostre
diocesi
lo
spirito
di
preghiera
congiunta
con
la
cristiana
penitenza
.
Quando
gli
Apostoli
chiesero
al
Salvatore
perché
non
avessero
essi
potuto
liberare
dello
spirito
maligno
un
demoniaco
,
il
Signore
rispose
:
"
Demoni
siffatti
non
si
scacciano
,
se
non
con
la
preghiera
e
col
digiuno
"
(
Mt
17
,
21
)
.
Anche
il
male
che
oggi
tormenta
l
'
umanità
non
potrà
esser
vinto
se
non
da
una
universale
santa
crociata
di
preghiera
e
di
penitenza
;
e
raccomandiamo
singolarmente
agli
Ordini
contemplativi
,
maschili
e
femminili
,
di
raddoppiare
le
loro
suppliche
e
i
loro
sacrifici
per
impetrare
dal
Cielo
alla
Chiesa
un
valido
soccorso
nelle
lotte
presenti
,
con
la
possente
intercessione
della
Vergine
Immacolata
,
la
quale
,
come
un
giorno
schiacciò
il
capo
all
'
antico
serpente
,
così
è
sempre
il
sicuro
presidio
e
l
'
invincibile
"
Aiuto
dei
Cristiani
"
.
Ai
sacerdoti
il
compito
di
tenere
accesa
la
fiaccola
della
fede
60
.
Per
l
'
opera
mondiale
di
salute
che
siamo
venuti
tracciando
e
per
l
'
applicazione
dei
rimedi
che
abbiamo
brevemente
indicati
,
ministri
e
operai
evangelici
designati
dal
divino
Re
Gesù
Cristo
sono
in
prima
linea
i
sacerdoti
.
Ad
essi
,
per
vocazione
speciale
,
sotto
la
guida
dei
sacri
Pastori
e
in
unione
di
filiale
obbedienza
al
Vicario
di
Cristo
in
terra
,
è
affidato
il
compito
di
tenere
accesa
nel
mondo
la
fiaccola
della
fede
e
di
infondere
nei
fedeli
quella
soprannaturale
fiducia
colla
quale
la
Chiesa
nel
nome
di
Cristo
ha
combattuto
e
vinto
tante
battaglie
.
"
Questa
è
la
vittoria
che
vince
il
mondo
,
la
fede
nostra
"
(
1Gv
5
,
4
)
.
I
sacerdoti
esortati
ad
operare
a
vantaggio
dei
poveri
e
degli
operai
61
.
In
modo
particolare
ricordiamo
ai
sacerdoti
l
'
esortazione
del
Nostro
Predecessore
Leone
XIII
,
tante
volte
ripetuta
,
di
andare
all
'
operaio
;
esortazione
che
Noi
facciamo
Nostra
e
completiamo
:
"
Andate
all
'
operaio
,
specialmente
all
'
operaio
povero
,
e
in
generale
,
andate
ai
poveri
"
,
seguendo
in
ciò
gli
ammaestramenti
di
Gesù
e
della
sua
Chiesa
.
I
poveri
difatti
sono
i
più
insidiati
dai
mestatori
,
che
sfruttano
la
loro
misera
condizione
per
accenderne
la
invidia
contro
i
ricchi
ed
eccitarli
a
prendersi
con
la
forza
quello
che
sembra
loro
ingiustamente
negato
dalla
fortuna
;
e
se
il
sacerdote
non
va
agli
operai
,
ai
poveri
,
per
premunirli
o
disingannarli
dai
pregiudizi
e
dalle
false
teorie
,
essi
diventeranno
facile
preda
degli
apostoli
del
comunismo
.
Utilizzare
nuove
forme
di
apostolato
per
riguadagnare
a
Cristo
le
masse
operaie
62
.
Non
possiamo
negare
che
molto
si
è
fatto
in
questo
senso
,
specialmente
dopo
le
Encicliche
Rerum
novarum
e
Quadragesimo
anno
;
e
con
paterna
compiacenza
salutiamo
le
industriose
cure
pastorali
di
tanti
Vescovi
e
Sacerdoti
,
che
vanno
escogitando
e
provando
,
sia
pure
con
le
debite
prudenti
cautele
,
nuovi
metodi
di
apostolato
meglio
corrispondenti
alle
esigenze
moderne
.
Ma
tutto
questo
è
ancora
troppo
poco
al
bisogno
presente
.
Come
,
quando
la
patria
è
in
pericolo
,
tutto
ciò
che
non
è
strettamente
necessario
o
non
è
direttamente
ordinato
all
'
urgente
bisogno
della
difesa
comune
,
passa
in
seconda
linea
;
così
anche
nel
caso
nostro
,
ogni
altra
opera
,
per
quanto
bella
e
buona
,
deve
cedere
il
posto
alla
vitale
necessità
di
salvare
le
basi
della
fede
e
civiltà
cristiana
.
E
quindi
nelle
parrocchie
i
sacerdoti
,
pur
dando
naturalmente
quello
che
è
necessario
alla
cura
ordinaria
dei
fedeli
,
riservino
il
più
e
il
meglio
delle
loro
forze
e
della
loro
attività
a
riguadagnare
le
masse
dei
lavoratori
a
Cristo
e
alla
Chiesa
e
a
far
penetrare
lo
spirito
cristiano
negli
ambienti
che
ne
sono
più
alieni
.
Essi
poi
,
nelle
masse
popolari
troveranno
una
corrispondenza
e
un
'
abbondanza
di
frutti
inaspettata
,
che
li
compenserà
del
duro
lavoro
del
primo
dissodamento
;
come
abbiamo
visto
e
vediamo
in
Roma
e
in
molte
altre
metropoli
,
dove
al
sorgere
di
nuove
chiese
nei
quartieri
periferici
si
vanno
raccogliendo
zelanti
comunità
parrocchiali
e
si
operano
veri
miracoli
di
conversioni
tra
popolazioni
che
erano
ostili
alla
religione
solo
perché
non
la
conoscevano
.
L
'
apostolato
più
efficace
è
dato
dai
sacerdoti
che
vivono
in
povertà
e
umiltà
63
.
Ma
il
più
efficace
mezzo
di
apostolato
tra
le
folle
dei
poveri
e
degli
umili
è
l
'
esempio
del
sacerdote
,
l
'
esempio
di
tutte
le
virtù
sacerdotali
,
quali
le
abbiamo
descritte
nella
Nostra
Enciclica
Ad
catholici
sacerdotii
(
del
20
dicembre
1935
:
A.AS
.
,
vol
.
XXVIII
(
1936
)
,
pp
.
5-53
)
,
ma
nel
caso
presente
in
modo
speciale
è
necessario
un
luminoso
esempio
di
vita
umile
,
povera
,
disinteressata
,
copia
fedele
del
Divin
Maestro
che
poteva
proclamare
con
divina
franchezza
:
"
Le
volpi
hanno
delle
tane
e
gli
uccelli
dell
'
aria
dei
nidi
,
ma
il
Figliuolo
dell
'
uomo
non
ha
dove
posare
il
capo
"
(
Mt
8
,
20
)
.
Un
sacerdote
veramente
ed
evangelicamente
povero
e
disinteressato
fa
miracoli
di
bene
in
mezzo
al
popolo
,
come
un
S
.
Vincenzo
de
'
Paoli
,
un
Curato
d
'
Ars
,
un
Cottolengo
,
un
Don
Bosco
e
tanti
altri
;
mentre
un
sacerdote
avaro
e
interessato
,
come
abbiamo
ricordato
nella
già
citata
Enciclica
,
anche
se
non
precipita
come
Giuda
nel
baratro
del
tradimento
,
sarà
per
lo
meno
un
vano
"
bronzo
risonante
"
e
un
inutile
"
cembalo
squillante
"
(
1Cor
13
,
1
)
,
e
troppo
spesso
un
impedimento
piuttosto
che
uno
strumento
di
grazia
in
mezzo
al
popolo
.
E
se
il
sacerdote
secolare
o
regolare
per
obbligo
del
suo
ufficio
deve
amministrare
dei
beni
temporali
,
si
ricordi
che
non
soltanto
deve
scrupolosamente
osservare
tutto
ciò
che
prescrive
la
carità
e
la
giustizia
,
ma
deve
mostrarsi
in
modo
particolare
veramente
un
padre
dei
poveri
.
Invito
all
'
Azione
cattolica
per
un
apostolato
sociale
64
.
Dopo
che
al
Clero
,
Noi
rivolgiamo
il
Nostro
paterno
invito
ai
carissimi
figli
Nostri
del
laicato
,
che
militano
nelle
file
della
tanto
a
Noi
diletta
Azione
Cattolica
,
che
dichiarammo
in
altra
occasione
(
12
maggio
1936
)
"
un
sussidio
particolarmente
provvidenziale
"
all
'
opera
della
Chiesa
in
queste
contingenze
tanto
difficili
.
Infatti
l
'
Azione
Cattolica
è
pure
apostolato
sociale
,
in
quanto
tende
a
diffondere
il
Regno
di
Gesù
Cristo
non
solo
negli
individui
,
ma
anche
nelle
famiglie
e
nella
società
.
Deve
perciò
anzi
tutto
attendere
a
formare
con
cura
speciale
i
suoi
soci
e
prepararli
alle
sante
battaglie
del
Signore
.
A
tale
lavoro
formativo
,
quanto
mai
urgente
e
necessario
,
che
si
deve
sempre
premettere
all
'
azione
diretta
e
fattiva
,
serviranno
certamente
i
circoli
di
studio
,
le
settimane
sociali
,
corsi
organici
di
conferenze
e
tutte
quelle
altre
iniziative
atte
a
far
conoscere
la
soluzione
dei
problemi
sociali
in
senso
cristiano
.
I
membri
dell
'
Azione
cattolica
sono
i
primi
apostoli
dei
compagni
di
lavoro
65
.
Militi
dell
'
Azione
Cattolica
così
ben
preparati
ed
addestrati
saranno
i
primi
ed
immediati
apostoli
dei
loro
compagni
di
lavoro
e
diventeranno
i
preziosi
ausiliari
del
sacerdote
per
portare
la
luce
della
verità
e
sollevare
le
gravi
miserie
materiali
e
spirituali
,
in
innumerevoli
zone
refrattarie
alla
azione
del
ministro
di
Dio
,
o
per
inveterati
pregiudizi
contro
il
Clero
o
per
deplorevole
apatia
religiosa
.
Si
coopererà
in
tal
modo
,
sotto
la
guida
di
sacerdoti
particolarmente
esperti
,
a
quella
assistenza
religiosa
alle
classi
lavoratrici
,
che
Ci
sta
tanto
a
cuore
,
come
il
mezzo
più
adatto
per
preservare
quei
Nostri
diletti
figli
dall
'
insidia
comunista
.
L
'
Azione
cattolica
deve
operare
anche
con
una
vasta
propaganda
orale
e
scritta
66
.
Oltre
a
questo
apostolato
individuale
,
spesse
volte
nascosto
,
ma
oltre
modo
utile
ed
efficace
,
è
compito
dell
'
Azione
Cattolica
fare
con
la
propaganda
orale
e
scritta
una
larga
seminagione
dei
princìpi
fondamentali
che
servano
alla
costruzione
di
un
ordine
sociale
cristiano
,
quali
risultano
dai
documenti
Pontifici
.
Organizzazioni
ausiliarie
67
.
Attorno
all
'
Azione
Cattolica
si
schierano
le
organizzazioni
che
Noi
abbiamo
già
salutato
come
ausiliarie
della
stessa
.
Anche
queste
così
utili
organizzazioni
,
Noi
esortiamo
con
paterno
affetto
a
consacrarsi
alla
grande
missione
di
cui
trattiamo
,
che
attualmente
supera
tutte
le
altre
per
la
sua
vitale
importanza
.
Organizzazioni
di
classe
68
.
Noi
pensiamo
altresì
a
quelle
organizzazioni
di
classe
:
di
lavoratori
,
di
agricoltori
,
di
ingegneri
,
di
medici
,
di
padroni
,
di
studiosi
,
e
altre
simili
;
uomini
e
donne
,
i
quali
vivono
nelle
stesse
condizioni
culturali
e
quasi
naturalmente
sono
stati
riuniti
in
gruppi
omogenei
.
Proprio
questi
gruppi
e
queste
organizzazioni
sono
destinate
ad
introdurre
quell
'
ordine
nella
società
,
che
Noi
abbiamo
avuto
di
mira
nella
Nostra
Enciclica
Quadragesimo
anno
,
e
a
diffondere
così
il
riconoscimento
della
regalità
di
Cristo
nei
diversi
campi
della
cultura
e
del
lavoro
.
L
'
Azione
cattolica
deve
operare
in
campo
sociale
anche
con
lo
studio
dei
nuovi
problemi
69
.
Che
se
,
per
le
mutate
condizioni
della
vita
economica
e
sociale
,
lo
Stato
si
è
creduto
in
dovere
di
intervenire
fino
ad
assistere
e
regolare
direttamente
tali
istituzioni
con
particolari
disposizioni
legislative
,
salvo
il
rispetto
doveroso
delle
libertà
e
delle
iniziative
private
;
anche
in
tali
circostanze
l
'
Azione
Cattolica
non
può
tenersi
estranea
alla
realtà
,
ma
deve
dare
con
saggezza
il
suo
contributo
di
pensiero
,
con
lo
studio
dei
nuovi
problemi
alla
luce
della
dottrina
cattolica
,
e
di
attività
con
la
partecipazione
leale
e
volenterosa
dei
suoi
inscritti
alle
nuove
forme
ed
istituzioni
,
portando
in
esse
lo
spirito
cristiano
,
che
è
sempre
principio
di
ordine
e
di
mutua
e
fraterna
collaborazione
.
Appello
agli
operai
cattolici
70
.
Una
parola
particolarmente
paterna
vorremmo
qui
indirizzare
ai
Nostri
cari
operai
cattolici
,
giovani
e
adulti
,
i
quali
forse
in
premio
della
loro
fedeltà
talvolta
eroica
in
questi
tempi
tanto
difficili
,
hanno
ricevuto
una
missione
molto
nobile
e
ardua
.
Sotto
la
guida
dei
loro
Vescovi
e
dei
loro
Sacerdoti
,
essi
devono
ricondurre
alla
Chiesa
e
a
Dio
quelle
moltitudini
di
loro
fratelli
di
lavoro
,
i
quali
,
esacerbati
per
non
essere
stati
compresi
o
trattati
con
la
dignità
alla
quale
avevano
diritto
,
si
sono
allontanati
da
Dio
.
Gli
operai
cattolici
col
loro
esempio
,
con
le
loro
parole
,
dimostrino
a
questi
loro
fratelli
traviati
,
che
la
Chiesa
è
una
tenera
Madre
per
tutti
quelli
che
lavorano
e
soffrono
,
e
non
ha
mai
mancato
,
né
mai
mancherà
al
suo
sacro
dovere
materno
di
difendere
i
suoi
figli
.
Se
questa
missione
,
che
essi
debbono
compiere
nelle
miniere
,
nelle
fabbriche
,
nei
cantieri
,
dovunque
si
lavora
,
richiede
alle
volte
dei
grandi
sacrifizi
,
si
ricorderanno
che
il
Salvatore
del
mondo
ha
dato
non
solo
l
'
esempio
del
lavoro
,
ma
anche
quello
del
sacrificio
.
Necessità
della
concordia
tra
i
cattolici
71
.
A
tutti
i
Nostri
figli
poi
,
d
'
ogni
classe
sociale
,
d
'
ogni
nazione
,
di
ogni
gruppo
religioso
e
laico
nella
Chiesa
,
vorremmo
indirizzare
un
nuovo
e
più
urgente
appello
alla
concordia
.
Più
volte
il
Nostro
cuore
paterno
è
stato
addolorato
dalle
divisioni
spesso
futili
nelle
loro
cause
,
ma
sempre
tragiche
nelle
loro
conseguenze
,
che
mettono
alle
prese
i
figli
d
'
una
stessa
Madre
,
la
Chiesa
.
Così
si
vede
che
i
sovversivi
,
che
non
sono
tanto
numerosi
,
approfittando
di
queste
discordie
,
le
rendono
più
acute
,
e
finiscono
per
gettare
gli
stessi
cattolici
gli
uni
contro
gli
altri
.
Dopo
gli
avvenimenti
di
questi
ultimi
mesi
,
dovrebbe
sembrare
superfluo
il
Nostro
monito
.
Lo
ripetiamo
però
una
volta
ancora
per
quelli
che
non
hanno
capito
,
o
forse
non
vogliono
capire
.
Quelli
che
lavorano
ad
aumentare
le
discordie
fra
cattolici
prendono
sopra
di
sé
una
terribile
responsabilità
dinanzi
a
Dio
e
alla
Chiesa
.
Appello
a
quanti
credono
in
Dio
72
.
Ma
a
questa
lotta
impegnata
dal
potere
delle
tenebre
contro
l
'
idea
stessa
della
Divinità
,
Ci
è
caro
sperare
che
,
oltre
tutti
quelli
che
si
gloriano
del
nome
di
Cristo
,
si
oppongano
pure
validamente
quanti
(
e
sono
la
stragrande
maggioranza
dell
'
umanità
)
credono
ancora
in
Dio
e
lo
adorano
.
Rinnoviamo
quindi
l
'
appello
che
già
lanciammo
cinque
anni
or
sono
nella
Nostra
Enciclica
Caritate
Christi
,
affinché
essi
pure
lealmente
e
cordialmente
concorrano
da
parte
loro
"
per
allontanare
dall
'
umanità
il
grande
pericolo
che
minaccia
tutti
"
.
Poiché
-
come
allora
dicevamo
,
-
siccome
"
il
credere
in
Dio
è
il
fondamento
incrollabile
di
ogni
ordinamento
sociale
e
di
ogni
responsabilità
sulla
terra
,
perciò
tutti
quelli
che
non
vogliono
l
'
anarchia
e
il
terrore
devono
energicamente
adoperarsi
perché
i
nemici
della
religione
non
raggiungano
lo
scopo
da
loro
così
apertamente
proclamato
"
(
Enciclica
Caritate
Christi
,
del
3
maggio
1932
:
A.A.S.
,
vol
.
XXIV
(
1932
)
,
p
.
184
)
.
Doveri
dello
Stato
cristiano
:
aiutare
la
Chiesa
ad
opporsi
al
comunismo
73
.
Abbiamo
esposto
,
Venerabili
Fratelli
,
il
compito
positivo
,
l
'
ordine
dottrinale
insieme
e
pratico
,
che
la
Chiesa
si
assume
per
la
sua
stessa
missione
affidatale
da
Cristo
,
di
edificare
la
società
cristiana
e
,
ai
nostri
tempi
,
di
oppugnare
e
infrangere
gli
sforzi
del
comunismo
;
e
abbiamo
fatto
appello
a
tutte
e
singole
le
classi
della
società
.
A
questa
medesima
impresa
spirituale
della
Chiesa
lo
Stato
cristiano
deve
pure
positivamente
concorrere
,
aiutando
in
tale
compito
la
Chiesa
coi
mezzi
a
lui
propri
,
i
quali
,
benché
siano
mezzi
esterni
,
non
mirano
meno
,
in
primo
luogo
al
bene
delle
anime
.
Negli
stati
cristiani
deve
essere
impedita
la
propaganda
atea
e
senza
alcuna
legge
morale
74
.
Perciò
gli
Stati
porranno
ogni
cura
per
impedire
che
una
propaganda
atea
,
la
quale
sconvolge
tutti
i
fondamenti
dell
'
ordine
,
faccia
strage
nei
loro
territori
,
perché
non
si
potrà
avere
autorità
sulla
terra
,
se
non
viene
riconosciuta
l
'
autorità
della
Maestà
divina
,
né
sarà
fermo
il
giuramento
,
se
non
si
giura
nel
nome
del
Dio
vivente
.
Noi
ripetiamo
ciò
che
spesso
e
così
insistentemente
abbiamo
detto
,
nominatamente
nella
Nostra
Enciclica
Caritate
Christi
:
"
Come
può
sostenersi
un
contratto
qualsiasi
e
quale
valore
può
avere
un
trattato
,
dove
manchi
ogni
garanzia
di
coscienza
?
E
come
si
può
parlare
di
garanzia
di
coscienza
,
dove
è
venuta
meno
ogni
fede
in
Dio
,
ogni
timor
di
Dio
?
Tolta
questa
base
,
ogni
legge
morale
cade
con
essa
e
non
vi
è
più
nessun
rimedio
che
possa
impedire
la
graduale
ma
inevitabile
rovina
dei
popoli
,
della
famiglia
,
dello
Stato
,
della
stessa
umana
civiltà
"
(A.A.S.,
vol
.
XXIV
(
1932
)
,
p
.
190
)
.
Prendere
provvedimenti
per
il
bene
comune
75
.
Inoltre
lo
Stato
deve
mettere
ogni
cura
per
creare
quelle
condizioni
materiali
di
vita
senza
cui
un
'
ordinata
società
non
può
sussistere
,
e
per
fornire
lavoro
specialmente
ai
padri
di
famiglia
e
alla
gioventù
.
S
'
inducano
a
questo
fine
le
classi
possidenti
ad
assumersi
,
per
la
urgente
necessità
del
bene
comune
,
quei
pesi
,
senza
cui
la
società
umana
non
può
essere
salvata
né
esse
stesse
potrebbero
trovar
salvezza
.
I
provvedimenti
però
che
lo
Stato
prende
a
questo
fine
,
devono
essere
tali
che
colpiscano
davvero
quelli
che
di
fatto
hanno
nelle
loro
mani
i
maggiori
capitali
e
vanno
continuamente
aumentandoli
con
grave
danno
altrui
.
Richiamo
ad
operare
con
una
prudente
e
sobria
amministrazione
pubblica
76
.
Lo
Stato
medesimo
,
memore
della
sua
responsabilità
davanti
a
Dio
e
alla
società
,
con
una
prudente
e
sobria
amministrazione
sia
di
esempio
a
tutti
gli
altri
.
Oggi
più
che
mai
la
gravissima
crisi
mondiale
esige
che
quelli
che
dispongono
di
fondi
enormi
,
frutto
del
lavoro
e
del
sudore
di
milioni
di
cittadini
,
abbiano
sempre
davanti
agli
occhi
unicamente
il
bene
comune
e
siano
intenti
a
promuoverlo
quanto
più
è
possibile
.
Anche
i
funzionari
dello
Stato
e
tutti
gli
impiegati
adempiano
per
obbligo
di
coscienza
i
loro
doveri
con
fedeltà
e
disinteresse
,
seguendo
i
luminosi
esempi
antichi
e
recenti
di
uomini
insigni
,
che
con
indefesso
lavoro
sacrificarono
tutta
la
loro
vita
per
il
bene
della
patria
.
Nel
commercio
poi
dei
popoli
fra
loro
,
si
procuri
sollecitamente
di
rimuovere
quegli
impedimenti
artificiali
della
vita
economica
,
che
promanano
dal
sentimento
della
diffidenza
e
dell
'
odio
,
ricordandosi
che
tutti
i
popoli
della
terra
formano
un
'
unica
famiglia
di
Dio
.
Lasciare
libertà
alla
Chiesa
nel
compimento
della
sua
missione
77
.
Ma
nello
stesso
tempo
lo
Stato
deve
lasciare
alla
Chiesa
la
piena
libertà
di
compiere
la
sua
divina
e
del
tutto
spirituale
missione
per
contribuire
con
ciò
stesso
potentemente
a
salvare
i
popoli
dalla
terribile
tormenta
dell
'
ora
presente
.
Si
fa
oggi
dappertutto
un
angoscioso
appello
alle
forze
morali
e
spirituali
,
e
ben
a
ragione
,
perché
il
male
che
si
deve
combattere
è
prima
di
tutto
,
considerato
nella
sua
prima
sorgente
,
un
male
di
natura
spirituale
,
ed
è
da
questa
sorgente
che
sgorgano
per
una
logica
diabolica
tutte
le
mostruosità
del
comunismo
.
Ora
,
tra
le
forze
morali
e
religiose
eccelle
incontestabilmente
la
Chiesa
Cattolica
;
e
perciò
il
bene
stesso
dell
'
umanità
esige
che
non
si
pongano
impedimenti
alla
sua
operosità
.
Operando
solo
con
mezzi
economici
e
politici
lo
Stato
non
raggiunge
lo
scopo
del
bene
comune
78
.
Se
si
agisce
altrimenti
e
si
pretende
in
pari
tempo
di
raggiungere
lo
scopo
con
mezzi
puramente
economici
e
politici
,
si
è
in
balìa
di
un
errore
pericoloso
.
E
quando
si
esclude
la
religione
dalla
scuola
,
dall
'
educazione
,
dalla
vita
pubblica
e
si
espongono
a
ludibrio
i
rappresentanti
del
cristianesimo
e
i
suoi
sacri
riti
,
non
si
promuove
forse
quel
materialismo
donde
germoglia
il
comunismo
?
Né
la
forza
,
neppure
la
meglio
organizzata
,
né
gli
ideali
terreni
,
siano
pur
essi
i
più
grandi
e
i
più
nobili
,
possono
padroneggiare
un
movimento
,
che
getta
le
sue
radici
proprio
nella
troppa
stima
dei
beni
del
mondo
.
Appello
ai
governanti
a
non
porre
impedimenti
alla
missione
della
Chiesa
79
.
Confidiamo
che
quelli
che
dirigono
le
sorti
delle
nazioni
,
per
poco
che
sentano
il
pericolo
estremo
da
cui
oggi
sono
minacciati
i
popoli
,
sentiranno
sempre
meglio
il
supremo
dovere
di
non
impedire
la
Chiesa
di
compiere
la
sua
missione
;
tanto
più
che
nel
compierla
,
mentre
mira
alla
felicità
eterna
dell
'
uomo
,
essa
lavora
inseparabilmente
anche
alla
vera
felicità
temporale
.
Appello
paterno
ai
seguaci
del
comunismo
80
.
Ma
non
possiamo
porre
fine
a
questa
Lettera
Enciclica
senza
rivolgere
una
parola
a
quegli
stessi
Nostri
figli
che
sono
già
intaccati
quasi
dal
male
comunista
.
Li
esortiamo
vivamente
ad
ascoltare
la
voce
del
Padre
che
li
ama
;
e
preghiamo
il
Signore
che
li
illumini
affinché
abbandonino
la
via
sdrucciolevole
che
travolge
tutti
in
una
immensa
catastrofica
rovina
e
riconoscano
anch
'
essi
che
l
'
unico
Salvatore
è
Gesù
Cristo
Signor
Nostro
:
"
perché
non
c
'
è
sotto
il
cielo
alcun
altro
nome
dato
agli
uomini
,
dal
quale
possiamo
aspettarci
d
'
esser
salvati
"
(
At
4
,
12
)
.
Conclusione
.
S
.
Giuseppe
modello
e
patrono
della
classe
operaia
81
.
E
per
affrettare
la
tanto
da
tutti
desiderata
"
Pace
di
Cristo
nel
Regno
di
Cristo
"
(
Enciclica
Ubi
arcano
,
del
23
dicembre
1922
:
A.A.S.
,
vol
.
XIV
(
1922
)
,
p
.
619
)
poniamo
la
grande
azione
della
Chiesa
Cattolica
contro
il
comunismo
ateo
mondiale
sotto
l
'
egida
del
potente
Protettore
della
Chiesa
,
S.Giuseppe
.
Egli
appartiene
alla
classe
operaia
ed
ha
sperimentato
il
peso
della
povertà
,
per
sé
e
per
la
Sacra
Famiglia
,
di
cui
era
il
capo
vigile
ed
affettuoso
;
a
lui
fu
affidato
il
Fanciullo
divino
,
quando
Erode
sguinzagliò
contro
di
Lui
i
suoi
sicari
.
Con
una
vita
di
fedelissimo
adempimento
del
dovere
quotidiano
,
ha
lasciato
un
esempio
a
tutti
quelli
che
devono
guadagnarsi
il
pane
col
lavoro
delle
loro
mani
e
meritò
di
esser
chiamato
il
Giusto
,
esempio
vivente
di
quella
giustizia
cristiana
,
che
deve
dominare
nella
vita
sociale
.
82
.
Con
gli
occhi
rivolti
in
alto
,
la
nostra
fede
vede
i
nuovi
cieli
e
la
nuova
terra
,
di
cui
parla
il
primo
Nostro
Antecessore
,
S
.
Pietro
.
Mentre
le
promesse
dei
falsi
profeti
in
questa
terra
si
spengono
nel
sangue
e
nelle
lacrime
,
risplende
di
celeste
bellezza
la
grande
apocalittica
profezia
del
Redentore
del
mondo
:
«
Ecco
,
Io
faccio
nuove
tutte
le
cose
»
.
Non
Ci
resta
,
Venerabili
Fratelli
,
che
alzare
le
mani
paterne
e
fare
scendere
sopra
di
Voi
,
sopra
il
Vostro
Clero
e
popolo
,
su
tutta
la
grande
Famiglia
Cattolica
,
l
'
Apostolica
Benedizione
.
Dato
a
Roma
,
presso
S
.
Pietro
,
nella
festa
di
San
Giuseppe
,
Patrono
della
Chiesa
Universale
,
il
dì
19
di
marzo
del
1937
,
l
'
anno
XVI
del
Nostro
pontificato
.