StampaPeriodica ,
Caro
Gravelli
Aspettate
soltanto
un
'
adesione
da
me
.
E
poi
,
che
vale
?
C
'
è
tanto
zelo
in
giro
per
dimostrare
un
fatto
dimostratissimo
:
che
il
voi
è
italiano
per
la
pelle
!
il
punto
della
determinante
culturale
l
'
ha
tatto
Giorgio
Pasquali
sul
"
Corriere
,
"
e
da
buon
maestro
ci
ha
precisato
le
fonti
dalle
quali
ci
sentivamo
oscuramente
dissetati
nella
nostra
persuasione
.
Che
è
un
fatto
morale
,
di
costume
,
e
sociale
,
poi
letterario
:
è
così
autentico
,
e
positivo
,
esprimere
i
personaggi
col
voi
,
ed
anche
questo
l
'
ha
detto
molto
bene
il
Malaparte
su
"Prospettive."
Ma
forse
il
voi
è
ancora
troppo
,
e
soprattutto
,
letterario
.
Il
tu
è
veramente
originale
,
d
'
una
freschezza
,
d
'
una
intimità
e
di
un
rispetto
inconfondibili
.
Arriveremo
al
tu
e
al
Tu
,
e
l
'
inflessione
della
voce
ora
segreta
,
ora
cordiale
,
ora
sprezzante
,
ora
religiosa
darà
di
volta
in
volta
il
senso
dell
'
amore
,
dell
'
amicizia
,
dell
'
odio
e
della
gerarchia
(
umana
e
divina
)
.
È
un
motivo
rivoluzionario
,
perciò
,
prima
di
tutto
,
un
ordine
educativo
.
StampaPeriodica ,
Mussolini
comandò
di
vivere
pericolosamente
.
Non
interessa
la
parafrasi
nittiana
;
è
importante
riscontrare
come
,
oggi
,
gl
'
italiani
abbiano
elevato
il
comandamento
a
"
costume
"
di
vita
essendosi
portati
,
come
massa
,
nel
vaticinio
d
'
Oriani
;
e
prossimo
,
in
quanto
popolo
,
al
padre
Mazzini
.
(
Avere
riportato
il
proletariato
italiano
dalla
fata
morgana
dei
marxisti
bolscevici
all
'
operosità
fruttuosa
del
corporativismo
,
al
riconoscimento
del
valore
d
'
una
guerra
da
lui
voluta
e
vinta
in
grandezza
,
all
'
esistenza
della
famiglia
come
cellula
dello
Stato
,
dell
'
orgoglio
di
sentirsi
e
sapersi
italiano
e
solo
in
forza
di
ciò
universale
,
è
stata
l
'
opera
prefissa
,
la
mèta
raggiunta
non
il
miracolo
come
è
in
uso
di
dire
dei
primi
dieci
anni
di
governo
fascista
;
ed
è
già
storia
.
Il
popolo
,
rimasto
sano
alla
radice
,
partecipò
alla
rinascita
nelle
squadre
d
'
azione
,
poi
con
l
'
aderenza
totalitaria
al
verbo
fatto
carne
.
)
Dicevo
di
vivere
pericolosamente
,
ma
parlando
degl
'
italiani
corre
l
'
obbligo
per
gli
altri
,
non
per
noi
d
'
una
distinzione
che
precede
un
possibile
equivoco
intenzionato
,
quindi
distinzione
fra
"
vita
pericolosa
"
a
un
fine
ideale
e
l
'
incoscienza
del
pericolo
,
fra
l
'
uomo
d
'
azione
e
il
maniaco
,
fra
lo
schermitore
e
il
prestidigiatore
;
fra
l
'
industriale
corporativista
e
il
capitalista
speculatore
,
fra
la
Flàt
e
la
Ford
;
in
definitiva
fra
il
latino
-
italiano
e
l
'
inglese
-
americano
.
Come
dire
:
fra
la
civiltà
e
il
progresso
.
Vivere
,
nel
caso
nostro
,
cercando
il
pericolo
in
rapporto
all
'
avvenire
imperiale
apportatore
di
respiro
economico
...
L
'
Italia
fascista
è
la
dimostrazione
di
come
possa
sortire
da
una
umanità
temprata
a
questo
clima
eroico
una
civiltà
da
impero
(
e
senza
reminiscenze
spartane
)
.
Cioè
,
l
'
adeguarsi
di
un
popolo
alla
castigatezza
del
regime
di
vita
contrapposto
e
identità
al
vivere
pericolosamente
,
affiancato
nel
suo
intento
dalle
organizzazioni
sindacali
e
assistenziali
:
sangue
della
Nazione
nelle
vene
del
proletariato
;
per
la
certezza
di
un
"
suo
"
domani
.
Questa
la
massa
:
operai
e
rurali
,
forza
leva
della
rivoluzione
che
continua
(
rappresentanti
"
la
razza
nel
suo
significato
più
profondo
e
immutabile
"
ha
detto
l
'
altro
ieri
il
Duce
ai
contadini
)
,
mentre
le
generazioni
giovani
vengono
addestrate
coll
'
armi
per
l
'
armi
nelle
parentesi
degli
arnesi
del
mestiere
.
E
l
'
esempio
di
un
Capo
fatto
a
imagine
e
somiglianza
,
più
ancora
:
fatto
della
stessa
"
materia
"
del
suo
popolo
.
Un
popolo
entrato
in
quest
'
ordine
d
'
idee
era
maturo
per
una
guerra
,
massime
per
una
guerra
coloniale
che
significa
l
'
avvio
dell
'
impero
;
pronto
cioè
a
percorrere
un
'
altra
tappa
del
suo
cammino
rivoluzionario
.
Ed
è
pronto
a
sostenere
"
l
'
assedio
economico
che
la
storia
bollerà
come
un
crimine
assurdo
"
;
forte
nell
'
adempimento
del
suo
"
dovere
"
e
conscio
del
suo
"
sacrificio
"
che
,
ha
detto
il
Duce
,
nell
'
odierna
consegna
sarà
il
solo
"
privilegio
"
del
quale
potrà
essere
fiero
.
La
preparazione
è
completata
.
La
consegna
consiste
nell
'
aderire
spiritualmente
e
fisicamente
sempre
di
più
a
"
questa
epoca
nella
quale
bisogna
sentire
l
'
orgoglio
di
vivere
e
di
combattere
,
"
"
nell
'
epoca
in
cui
un
popolo
misura
al
metro
delle
forze
ostili
la
sua
capacità
di
resistenza
e
di
vittoria
.
"
Il
popolo
italiano
è
preparato
a
mantenere
la
consegna
!
Eternità
della
rappresaglia
Parlare
(
agire
)
in
nome
di
un
popolo
significa
averne
l
'
identità
nel
cuore
e
nel
cervello
:
Mazzini
è
l
'
esempio
più
recente
ed
eterno
.
Ma
per
la
costruzione
di
un
ideale
che
implica
la
conquista
d
'
impero
,
il
cuore
non
sorpassa
mai
il
cervello
,
come
nel
costume
di
vita
il
godimento
,
sia
pure
estetico
,
non
deve
fiaccarne
l
'
umanità
.
(
Su
questo
piano
la
massa
collabora
colla
massima
fede
.
)
Per
non
aver
voluto
riconoscere
l
'
unità
di
tale
azione
fra
il
Capo
e
il
popolo
italiano
o
,
peggio
,
per
non
aver
calcolato
la
potenza
,
fisica
e
ideale
,
che
ne
consegue
,
l
'
egoismo
-
idealista
dell
'
Inghilterra
,
l
'
idealismo
egoistico
della
Russia
e
le
nazioni
-
tender
alle
locomotive
degli
interessi
ginevrini
,
hanno
applicato
le
sanzioni
contro
l
'
Italia
che
per
la
prima
volta
,
dopo
il
separatismo
millenario
,
si
trova
unita
negli
spiriti
e
forte
nelle
armi
agli
ordini
di
un
Duce
rivoluzionario
.
Serrando
i
denti
e
le
cinghie
,
sfogliando
dell
'
oro
e
costruendo
fucili
,
il
popolo
italiano
,
universale
e
paesano
,
sopportatore
e
mistico
,
ribelle
vendicativo
reggerà
all
'
assedio
economico
;
il
Capo
l
'
ha
chiamato
proletario
e
proletario
non
è
un
aggettivo
più
o
meno
simpatico
,
ma
gerarchia
della
giustizia
sociale
.
L
'
affronto
va
scontato
:
o
soddisfazione
,
senza
vuotezze
diplomatiche
,
o
rappresaglia
economica
eterna
;
eternità
che
può
avere
un
termine
conquistata
l
'
Etiopia
ed
iniziata
la
revisione
degli
imperi
.
StampaPeriodica ,
Anche
in
quelle
zone
del
popolo
lavoratore
che
una
volta
sembrava
meno
facile
agli
entusiasmi
,
la
coscienza
dell
'
impero
operava
inavvertitamente
,
col
passo
lento
e
certo
della
storia
,
al
contatto
intimo
e
fisico
dell
'
opera
di
restaurazione
civile
a
cui
si
è
dedicato
Mussolini
nei
primi
tredici
anni
di
governo
,
quando
anche
una
parte
di
noi
giovani
,
col
prudore
nelle
mani
e
l
'
anima
fino
a
un
certo
punto
rinvoltata
nell
'
igienico
polverone
dei
libri
di
storia
romana
e
delle
poesie
carducciane
,
parlava
solo
di
universalità
,
d
'
impero
spirituale
e
ci
si
rifaceva
a
Dante
e
a
Machiavelli
quasi
timorosi
d
'
imporre
al
mondo
la
forza
delle
nostre
armi
e
delle
nostre
braccia
.
Quei
giovani
che
vedevano
nella
guerra
oltre
al
carattere
etico
e
civilizzatore
la
possibilità
di
una
fantastica
cazzottatura
in
grande
stile
da
struggersi
dalla
gioia
,
parlando
d
'
impero
spirituale
non
si
dibattevano
in
erotismi
di
cattolica
umanità
o
di
suprema
saggezza
ma
vedevano
ed
era
dato
loro
constatare
che
rimanevano
da
abbattere
dei
muri
sociali
interni
di
vecchie
mentalità
contro
i
quali
la
Rivoluzione
in
marcia
per
il
suo
impero
,
avrebbe
quasi
rallentato
il
passo
.
(
Per
noi
,
per
me
l
'
antiborghesismo
non
era
una
posa
ma
una
radicata
convinzione
,
una
fede
smentita
dai
fatti
che
ci
è
potuta
costare
rinunzie
,
e
umiliazione
se
i
piccoli
uomini
potessero
impressionarci
.
Ma
il
nostro
metro
misurava
troppo
in
altezza
e
forse
,
in
tali
concetti
,
noi
,
popolo
del
popolo
,
si
tradiva
il
popolo
o
i
libri
e
i
ricorsi
storici
avevano
succhiato
il
midollo
della
nostra
materia
popolana
.
)
Mussolini
ha
inciso
la
sua
volontà
sui
lavoratori
,
ha
loro
parlato
da
"
paro
a
paro
"
;
ha
poggiato
le
sue
promesse
su
altre
promesse
mantenute
;
è
entrato
fin
dentro
le
carni
,
giù
al
cuore
della
gente
"
meno
abbiente
"
che
racchiude
ancora
,
intatta
,
la
verginità
dei
súbiti
entusiasmi
e
degli
eterni
amori
e
l
'
ha
conquistata
:
ha
preparato
gli
uomini
alla
guerra
e
all
'
impero
,
ha
preso
le
donne
,
anche
tutte
le
madri
che
sono
le
ultime
a
capire
e
le
prime
a
difendere
,
per
divino
egoismo
,
l
'
utilità
del
sacrificio
.
Il
popolo
,
con
una
fede
e
con
una
méta
(
"
che
è
una
tappa
non
un
arrivo
"
)
,
ha
combattuto
ed
ha
vinto
,
ma
,
quel
che
preme
,
sembra
avere
capito
che
moriva
ed
operava
per
l
'
Italia
e
anche
per
il
suo
miglioramento
umano
-
sociale
e
spirituale
...
StampaPeriodica ,
I
Un
senso
insormontabile
di
disagio
,
supposto
in
partenza
come
politico
,
e
poi
nobilitato
dai
conflitti
ideologici
,
ha
investito
il
campo
della
cultura
che
è
apparsa
ad
un
certo
momento
impossibilitata
a
tener
dietro
ai
furori
popolari
dei
quali
,
con
l
'
illuminismo
,
si
era
eletta
mandante
.
Colpa
quindi
del
suo
imbastardimento
plebeo
,
a
giudicarla
da
un
punto
di
vista
reazionario
secondo
il
quale
l
'
essere
scesa
nella
piazza
una
prima
volta
la
comprometteva
per
sempre
nel
fluire
della
storia
di
cui
si
è
poi
sentita
sfuggire
il
controllo
.
E
massimamente
questo
,
in
Italia
,
aveva
considerato
l
'
idealismo
che
il
compromesso
avallava
trovando
così
la
sua
formula
.
Cotesto
disagio
essa
cultura
va
adesso
protestando
,
per
bocca
dei
suoi
responsabili
,
contro
le
teorie
fecondate
dalla
sua
stessa
dialettica
;
e
nella
protesta
si
serve
di
una
serpentina
d
'
idee
,
prive
di
originalità
,
allo
scopo
di
ristabilire
l
'
equilibrio
necessario
alla
propria
esistenza
.
È
sorto
così
un
concetto
di
crisi
che
si
vuole
attribuire
genericamente
alla
civiltà
e
che
al
postutto
si
identifica
con
una
"
particolare
"
civiltà
che
pretende
,
oggi
,
di
essere
difesa
dal
profitto
che
la
politica
ha
saputo
ricavare
dai
suoi
suggerimenti
dottrinari
.
(
Sempre
qualora
sia
possibile
scendere
a
considerare
polemicamente
una
civiltà
che
non
sia
"
quella
"
civiltà
)
.
La
cultura
è
scoperta
per
conservazione
in
questa
sua
perplessità
"
sociale
"
;
costretta
alle
conclusioni
temporali
,
non
sa
fare
altro
che
rimettere
in
mano
alle
forze
giovani
la
sua
eredità
filosofica
,
ponendo
come
ultimo
atto
di
forza
la
clausola
di
una
risoluzione
ortodossa
.
Troppo
comodo
protestare
sino
all
'
agonia
un
errore
,
e
fidare
sui
giovani
per
una
difesa
di
fronte
alla
storia
;
e
meschini
quei
giovani
che
accettano
queste
consegne
poliziesche
contro
il
tempo
che
avrà
comunque
,
fatalmente
,
ragione
di
loro
.
Ma
intanto
,
nel
particolare
,
accettiamo
,
noi
giovani
,
da
Huizinga
,
questa
conclusione
che
non
ci
rende
affatto
vanitosi
tanto
poco
sentiamo
di
partecipare
agl
'
interessi
che
la
muovono
:
"
essa
(
la
gioventù
)
si
manifesta
aperta
,
generosa
,
spontanea
,
pronta
ai
godimenti
,
ma
anche
alle
privazioni
,
rapida
nelle
decisioni
,
ardita
e
di
gran
cuore
"
;
e
riconosciamo
,
da
una
fonte
come
altre
responsabile
,
che
"
né
debole
,
né
pigra
,
né
indifferente
"
l
'
ha
fatta
"
il
rallentamento
dei
legami
,
la
confusione
delle
idee
,
lo
svagamento
dalla
meditazione
,
la
dissipazione
dell
'
energia
"
tra
cui
crebbe
;
e
rifiutiamo
per
il
suo
gesto
impreciso
il
compito
generico
"
di
tornare
a
dominare
il
mondo
,
così
com
'
esso
vuol
essere
dominato
,
di
non
lasciarlo
perire
nell
'
orgoglio
o
nella
follia
,
di
ripenetrarlo
nello
spirito
"
.
E
leghiamo
il
vaticinio
del
sapiente
olandese
alle
premesse
di
questo
suo
recente
ragionamento
sulle
cause
di
una
percepita
violenta
Crisi
della
civiltà
(
secondo
il
quale
,
dopo
il
segnale
d
'
allarme
dello
Spengler
(
7
)
,
ne
sarebbe
derivata
coscienza
di
partecipazione
in
tutti
gli
strati
sociali
,
familiarizzati
ormai
col
pensiero
della
possibilità
di
un
tramonto
dell
'
odierna
civiltà
,
mentre
prima
sarebbero
stati
ancora
involti
in
un
'
indiscussa
fede
nel
progresso
)
e
rileviamone
,
per
colmo
d
'
ironia
,
il
rallentamento
dei
legami
,
la
confusione
delle
idee
,
lo
svagamento
della
meditazione
,
la
dissipazione
dell
'
energia
di
cui
ci
fornisce
implicito
documento
.
"
Un
ottimismo
immutabile
rispetto
alle
sorti
della
civiltà
attualmente
non
si
riscontra
più
se
non
in
quelli
che
,
per
mancanza
di
cognizioni
,
non
possono
capire
che
cosa
le
manchi
,
e
quindi
sono
intaccati
essi
stessi
dal
suo
processo
regressivo
,
oppure
in
quelli
che
nella
propria
dottrina
sociale
e
politica
stimano
di
possedere
già
la
civiltà
futura
e
di
poterla
fin
da
ora
diffondere
in
mezzo
alla
povera
umanità
.
Fra
un
pessimismo
convinto
e
la
certezza
di
una
prossima
panacea
stanno
tutti
quelli
che
scorgono
i
gravi
mali
e
gli
acciacchi
del
tempo
,
non
sanno
come
vi
si
possa
rimediare
od
ovviare
,
ma
intanto
lavorano
e
sperano
,
cercano
di
capire
e
sono
disposti
a
sopportare
"
.
Bel
gesto
di
sopportevole
rinuncia
se
non
lo
infirmasse
,
nelle
conclusioni
,
un
angelismo
,
guarda
caso
,
"
attivo
"
della
panacea
filosofica
(
8
)
.
"
Dal
disinteresse
e
dalla
giustizia
,
però
il
mondo
attuale
sembra
più
lontano
di
quanto
sia
stato
per
molti
secoli
,
o
almeno
di
quanto
abbia
preteso
di
esserlo
.
Adesso
si
respinge
da
molti
la
richiesta
di
una
giustizia
e
di
un
benessere
internazionale
perfino
come
principio
teorico
.
La
dottrina
dello
stato
-
potenza
privo
d
'
ogni
freno
anticipa
l
'
assoluzione
al
vincitore
.
Il
mondo
è
insanabilmente
minacciato
dalla
furia
della
guerra
annientatrice
,
che
porta
nel
suo
seno
un
nuovo
e
più
tristo
imbarbarimento
.
Pubbliche
forze
si
adoperano
intanto
perché
l
'
immane
disastro
venga
stornato
,
e
agiscono
nel
senso
della
concordia
e
della
ponderatezza
.
Ma
,
le
forze
di
un
intelligente
internazionalismo
alla
lunga
non
sono
sufficienti
,
se
lo
spirito
pubblico
non
muta
.
Così
come
la
restaurazione
dell
'
ordine
e
il
benessere
(
9
)
non
significano
ancora
di
per
sé
una
purificazione
della
civiltà
,
non
possiamo
aspettarla
neppure
dalla
prevenzione
in
sé
della
guerra
per
mezzo
della
politica
internazionale
.
Una
nuova
civiltà
può
nascere
solo
da
un
'
umanità
purificata
"
.
Purificata
,
è
detto
più
avanti
e
più
indietro
,
nelle
condizioni
fondamentali
della
cultura
.
"
Se
vogliamo
conservare
la
cultura
dobbiamo
continuare
a
creare
cultura
"
.
-
"
Cultura
...
è
l
'
ideale
di
una
comunità
"
.
-
"
La
cultura
deve
avere
un
indirizzo
metafisico
:
altrimenti
non
esiste
"
(
10
)
.
-
"
Non
è
affatto
paradossale
affermare
che
una
civiltà
,
con
un
progresso
realissimo
ed
innegabile
,
potrebbe
arrivare
alla
sua
rovina
"
.
-
"
La
somma
di
tutta
la
scienza
non
è
ancora
diventata
civiltà
"
.
-
"
L
'
istruzione
rende
sotto
-
istruiti
"
.
-
"
Viene
proclamato
intuizione
,
ciò
che
,
in
realtà
,
non
è
altro
che
una
scelta
intenzionale
per
ragione
affettiva
"
.
-
"
La
pretesa
di
superiorità
in
grazia
di
una
pretesa
purezza
di
razza
ha
sempre
avuto
fascino
per
taluni
,
perché
corrisponde
a
un
certo
spirito
romantico
,
non
inceppato
dal
bisogno
di
critica
e
animato
dal
desiderio
di
autoelevazione
"
.
(
"
Una
nuova
civiltà
può
nascere
solo
da
una
umanità
purificata
"
,
e
non
siamo
tanto
ingenui
da
non
avere
capito
la
tentazione
cattolica
che
tuttavia
non
elide
il
dilemma
,
soprattutto
quando
ci
viene
detto
che
"
la
tragicità
dell
'
esistenza
terrena
,
l
'
essere
la
civitas
dei
mescolata
e
intrecciata
alla
civitas
terrena
per
tutto
il
tempo
che
il
mondo
ha
da
durare
ha
fatto
della
storia
della
cristianità
,
cioè
dei
popoli
che
professano
la
fede
di
Cristo
,
tutt
'
altro
che
una
marcia
trionfale
del
cristianesimo
"
)
.
-
"
Un
sano
organismo
statale
è
caratterizzato
dall
'
ordine
e
dalla
disciplina
.
Capovolgendo
:
l
'
ordine
e
la
disciplina
rivelano
un
sano
organismo
statale
.
Come
se
a
fare
il
sonno
del
giusto
bastasse
un
sonno
tranquillo
"
.
-
"
Se
ciascuno
non
fosse
personalmente
convinto
di
dover
resistere
a
un
vizio
capitale
detto
incontinenza
,
la
società
sarebbe
inesorabilmente
in
balia
di
una
degenerazione
sessuale
che
la
condurrebbe
alla
distruzione
"
.
E
ancora
:
"
Nel
mondo
attuale
il
senso
di
essere
tutti
insieme
responsabili
di
tutto
è
indubbiamente
molto
aumentato
,
contemporaneamente
,
e
in
rapporto
con
esso
,
è
enormemente
cresciuto
il
pericolo
di
azioni
di
massa
del
tutto
irresponsabili
"
.
-
"
Ad
ogni
modo
,
ove
si
voglia
affermare
questa
polarità
,
bisognerà
assolutamente
svuotare
i
concetti
di
massa
e
di
élite
di
qualsiasi
contenuto
sociale
,
e
considerarli
solo
in
quanto
espressioni
di
atteggiamenti
spirituali
"
.
-
"
Quando
il
mito
scaccia
il
logos
e
ne
prende
il
posto
,
allora
siamo
alla
soglia
della
barbarie
"
.
Al
tempo
.
Attenzione
a
questa
cultura
ufficiale
,
ordinata
,
storicistica
che
ha
fin
troppo
degenerato
nell
'
onore
reso
all
'
impagabile
aforisma
crociano
su
la
"
bella
conversazione
europea
"
.
Fissiamola
nel
momento
stesso
in
cui
essa
riconosce
che
"
nessuna
grande
trasformazione
nei
rapporti
umani
si
avvera
mai
nella
forma
che
gli
uomini
nell
'
età
immediatamente
precedente
si
sono
immaginata
"
.
Rendiamola
viva
ancora
,
con
la
sua
presenza
nella
storia
,
ed
imputiamola
di
tutti
i
falsi
liberalisti
che
ridussero
alla
tentazione
piccolo
borghese
quelle
masse
incontenibili
negli
interessi
economici
creati
dalla
sua
meccanica
ostruzionistica
;
e
scendiamo
a
confutarla
proprio
laddove
essa
scantona
alla
resa
dei
conti
tra
la
crisi
spirituale
e
le
condizioni
economiche
,
entrambe
da
essa
generate
e
costrette
,
e
lascia
apparire
logico
che
una
dottrina
la
quale
stima
più
l
'
essere
che
il
sapere
debba
comprendere
tra
i
suoi
problemi
anche
la
fine
dell
'
essere
,
ammettendo
che
la
massa
riconosce
senz
'
esitare
,
e
più
convinta
che
mai
,
la
vita
terrena
come
meta
di
ogni
aspirazione
e
di
ogni
azione
(
11
)
.
A
questo
punto
possiamo
anche
confessare
che
Huizinga
ci
serve
da
pretesto
.
Non
ci
sarebbe
infatti
"
mezzo
migliore
di
disabituare
la
gioventù
dal
pensare
,
di
mantenerla
infantile
e
probabilmente
,
per
giunta
,
di
annoiarla
rapidamente
e
a
fondo
"
,
come
capita
troppe
volte
da
troppo
tempo
ai
nostri
vecchi
maestri
.
II
(
12
)
Prima
di
esprimerci
dentro
i
termini
della
cultura
,
servendoci
delle
leve
della
sapienza
,
che
un
individuo
può
muovere
più
o
meno
bene
di
un
altro
individuo
e
viceversa
,
in
una
dialettica
che
pone
,
con
giustizia
,
l
'
abilità
verbale
e
l
'
apprendistato
libresco
a
fondamento
della
ragione
,
bisognerà
scontare
fino
in
fondo
la
nostra
educazione
umanistica
e
riconoscerci
in
essa
,
confessando
il
nostro
sentimento
fino
ai
limiti
estremi
della
passività
,
riducendoci
minimi
dinanzi
alla
storia
.
E
bisognerà
riconoscere
agli
uomini
"
attivi
"
la
nostra
impotenza
a
penetrare
la
loro
temporale
tracotanza
,
riportando
dalla
nostra
vergogna
la
luce
di
una
verità
interiore
che
ci
fa
vivere
nel
compromesso
di
una
continua
esitazione
coi
testi
.
Allora
anche
i
termini
del
ragionamento
ci
tornano
puri
di
significato
e
la
civiltà
viene
a
significarsi
oltre
le
condizioni
fondamentali
della
cultura
,
nella
vissuta
esperienza
dei
rapporti
sociali
(
13
)
,
a
tu
per
tu
cogli
uomini
inibiti
alla
speculazione
a
causa
del
loro
esaurimento
quotidiano
nella
realtà
.
Onde
fornire
aperto
il
senso
del
discorso
diremo
che
ci
resta
sufficiente
ammettere
che
si
possa
concepire
una
discriminazione
iniziale
d
'
interessi
,
economici
o
spirituali
,
fra
gli
individui
per
ritenere
precluso
da
qualsiasi
altro
versante
il
raccordo
fra
i
due
estremi
.
A
costo
di
riconoscerci
come
degli
animali
asociali
,
non
riusciremo
mai
a
vedere
conciliate
nel
tempo
le
ragioni
che
andiamo
via
via
ascoltando
in
noi
stessi
,
a
meno
di
premettere
una
"
carità
"
di
gesti
e
di
pronunciamenti
negli
incontri
della
vita
quotidiana
.
Soltanto
così
avvertiamo
possibile
l
'
evasione
dalla
cronaca
che
vorrebbe
legarci
ai
suoi
interessi
immediati
e
temporali
.
Soltanto
concedendo
alla
società
in
estensione
i
privilegi
fruttati
dalle
singole
positive
esperienze
potremo
conciliare
la
cultura
e
il
nostro
labile
destino
di
letterati
con
la
vita
,
in
quanto
in
ogni
applicazione
è
da
riconoscere
un
mestiere
il
cui
prodotto
va
appunto
al
di
là
della
tecnica
solo
a
patto
di
diventare
umanità
,
e
quindi
acquisibile
e
speculabile
.
A
questo
punto
consideriamo
di
ottenere
l
'
assoluzione
della
cultura
,
reintegrandola
al
suo
grado
formativo
,
nient
'
affatto
come
un
estremo
ed
ineffabile
privilegio
,
ma
come
fattore
preparatorio
e
conclusivo
di
una
civiltà
.
La
quale
civiltà
non
è
affatto
possibile
far
consistere
in
una
continua
vigilanza
e
lotta
armata
contro
la
possibilità
di
una
ricaduta
del
mondo
nella
barbarie
,
e
quindi
in
un
continuo
stato
di
allarme
contro
l
'
evenienza
di
una
"
crisi
"
,
e
in
una
unità
impenetrabile
alle
leggi
morali
e
sociali
modernamente
concepite
;
laddove
è
purtuttavia
vero
che
la
civiltà
saggia
nella
sua
continua
crisi
il
divenire
di
una
società
sempre
più
liberata
dagli
impacci
dell
'
interesse
temporale
.
Torna
di
proposito
concludere
,
in
questo
primo
momento
,
riaffermando
la
inderogabilità
di
un
assolutismo
morale
che
resta
alla
base
di
una
perfettibile
umanità
la
quale
,
pur
non
ripetendosi
nella
storia
,
si
ritrova
tuttavia
nel
tempo
,
con
una
faccia
diversa
ed
uno
spirito
mutato
.
Sarà
questo
un
ragionamento
che
riprenderemo
continuamente
e
di
buon
grado
,
a
commento
delle
letture
che
andiamo
facendo
e
che
investono
direttamente
e
indirettamente
(
v
.
il
libro
di
Huizinga
)
il
concetto
di
una
civiltà
"
privilegiata
"
.
Si
intenderebbe
difendere
un
pensiero
storico
facendolo
nascere
,
come
dice
il
Croce
nella
avvertenza
alla
Storia
come
pensiero
e
come
azione
"
da
un
travaglio
di
passione
pratica
"
che
trascende
se
stesso
"
liberandosene
nel
puro
giudizio
del
vero
"
e
convertendo
,
"
mercé
di
questo
giudizio
,
quella
passione
...
in
risolutezza
di
azione
"
.
Questo
significato
a
noi
appare
intelligibilissimo
e
riconoscibile
nella
immediata
giustificazione
di
uno
storicismo
che
ritrova
ogni
momento
,
nel
"
fatto
"
di
cui
si
serve
,
la
propria
scadenza
.