StampaQuotidiana ,
Mi
verrebbe
da
dire
:
giù
le
mani
da
Enrico
Berlinguer
.
Ma
che
lo
dico
a
fare
se
i
suoi
amici
e
discepoli
lo
denigrano
perché
fu
un
buon
comunista
dalla
giovinezza
alla
tomba
?
L
'
uccisione
del
padre
,
secondo
Freud
,
è
un
passaggio
obbligato
per
i
giovani
che
vogliono
sentirsi
qualcuno
.
Quella
in
corso
non
è
una
disputa
storico
-
politica
ma
una
campagna
elettorale
anticomunista
che
a
me
ricorda
il
18
aprile
1948
,
con
alcune
differenze
.
Questa
fa
perno
sul
Kgb
,
quella
sulle
preforche
di
Praga
(
una
cosa
più
seria
)
.
Quella
ebbe
un
piglio
clerico
-
maccartista
,
questa
ha
una
furia
che
definirei
«
islamica
»
se
non
fosse
offensivo
per
i
maomettani
.
Quella
era
diretta
contro
il
pericolo
bolscevico
,
questa
vuole
azzerare
una
sinistra
moderata
e
socialmente
innocua
.
Quella
era
guidata
da
De
Gasperi
e
Scelba
,
questa
da
Berlusconi
,
Fini
e
Giannino
Riotta
.
Ma
la
novità
più
grande
,
il
paradosso
che
supera
la
fantasia
di
Kafka
e
Pirandello
,
è
che
allora
il
fronte
del
popolo
e
l
'
antifascismo
contrattaccavano
e
ressero
alla
sconfitta
,
mentre
D
'
Alema
e
Veltroni
,
gran
parte
del
loro
partito
e
dei
loro
alleati
concorrono
attivamente
alla
propria
umiliazione
.
Oggi
è
un
tranquillo
martedì
di
mezzo
ottobre
,
manca
tempo
alle
elezioni
suppletive
di
novembre
,
alle
elezioni
regionali
di
marzo
,
alle
elezioni
politiche
del
2001
(
a
cui
non
arriveremo
)
.
Senza
sfera
di
cristallo
,
ma
secondo
una
logica
elementare
,
si
può
già
dare
per
certa
un
'
umiliante
sconfitta
della
sinistra
e
della
sua
impresentabile
coalizione
.
Lo
scrivo
in
anticipo
senza
né
timore
né
speranza
di
una
smentita
dei
fatti
.
A
chi
si
rivolgono
,
quali
voti
pensano
di
conquistare
D
'
Alema
e
Veltroni
,
quando
rifiutano
l
'
eredità
del
Pci
come
parte
fondante
della
democrazia
italiana
e
si
presentano
come
figli
di
nessuno
?
Non
certo
quelli
dei
popolani
e
dei
democratici
che
hanno
un
'
altra
memoria
e
che
gli
hanno
già
voltato
le
spalle
nelle
elezioni
di
giugno
.
Vanteranno
forse
i
frutti
dell
'
azione
di
governo
?
Da
un
anno
in
qua
non
ce
ne
sono
,
l
'
unico
vistoso
è
stata
la
guerra
.
Tireranno
fuori
all
'
ultimo
minuto
un
programma
riformatore
di
cui
non
c
'
è
traccia
,
concordato
col
dott.
Fossa
e
col
sen.
Cossiga
?
O
con
l
'
impresentabile
Cossutta
?
O
con
un
certo
Castagnetti
,
che
giustamente
inneggia
al
cinquantennio
democristiano
,
come
esemplare
baluardo
anticomunista
e
modello
di
buon
governo
?
Chiederanno
il
soccorso
dei
poteri
forti
tradizionali
contro
il
liberismo
cialtrone
di
Berlusconi
e
la
destra
estrema
di
Fini
?
A
giudicare
dal
tono
dei
giornali
della
Fiat
,
i
poteri
forti
ritengono
di
aver
sfiancato
a
sufficienza
il
ronzino
del
centro
-
sinistra
e
cambiano
cavallo
.
Forse
la
Fiat
sarà
venduta
e
l
'
impero
di
Berlusconi
non
avrà
più
concorrenti
.
Oppure
credono
davvero
,
D
'
Alema
e
Veltroni
,
che
proclamando
il
comunismo
incompatibile
con
la
libertà
avranno
il
voto
encomiastico
dei
ceti
medioabbienti
?
Ma
questi
ceti
insaziabili
lo
sapevano
già
,
intendendo
per
comunismo
qualunque
limite
al
privilegio
.
E
sentirselo
dire
da
sinistra
gli
alleggerisce
la
coscienza
e
li
induce
a
votare
con
slancio
per
la
destra
che
glielo
ha
sempre
detto
.
Una
destra
ultralegittimata
:
se
l
'
ultimo
cinquantennio
è
ignominioso
,
unico
retroterra
storico
rimane
il
liberalismo
sabaudo
e
il
ventennio
fascista
.
Ben
scavato
,
giovani
talpe
.
StampaQuotidiana ,
Il
cardinal
Martini
ha
chiesto
alla
rivista
dei
gesuiti
di
aiutare
il
mondo
cattolico
e
i
cittadini
in
generale
a
decifrare
la
politica
italiana
.
Se
non
ci
riescono
loro
,
grandi
interpreti
di
codici
medievali
e
tessitori
di
intrighi
celebri
nella
storia
,
nessun
altro
può
riuscirci
.
Io
ci
ho
rinunciato
da
tempo
.
Tanto
più
in
quanto
i
geroglifici
della
politica
italiana
non
sono
egizi
per
cui
servirebbe
un
archeologo
,
ma
specificamente
democristiani
.
I
governi
a
termine
,
balneari
o
natalizi
,
i
governi
bis
,
i
rimpasti
,
i
prontuari
per
la
ripartizione
dei
dicasteri
,
le
fluttuazioni
e
i
ricambi
delle
maggioranze
,
sono
una
tradizione
cinquantennale
,
un
abito
mentale
,
un
costume
,
una
particolarità
nazionale
che
la
giovane
sinistra
ha
ereditato
e
fatto
propria
senza
neanche
rendersene
conto
.
Prima
il
nuovo
Ulivo
o
prima
un
D
'
Alema
bis
?
Meno
Quercia
e
più
Asinello
?
Più
Pipì
o
meno
?
Mastella
o
Parisi
,
chi
tra
queste
due
eminenti
personalità
avrà
più
spicco
?
Scognamiglio
tornerà
al
Polo
?
Livia
Turco
e
Rosi
Bindi
si
dedicheranno
alla
famiglia
in
senso
stretto
?
Di
Pietro
farà
arrivare
i
treni
in
orario
?
Il
centro
-
sinistra
conserverà
il
trattino
di
congiunzione
o
farà
lo
strappo
?
Una
crisi
limpida
ed
entusiasmante
,
la
prima
volta
del
presidente
Ciampi
,
il
cui
esito
è
atteso
dalle
grandi
masse
con
la
stessa
apprensione
dell
'
estrazione
dell
'
Enalotto
.
Il
programma
è
top
secret
,
come
le
bombe
H
su
cui
resteremo
seduti
,
i
giornali
vanno
in
cerca
di
indiscrezioni
ma
l
'
unica
che
trovano
è
la
parità
scolastica
:
che
non
ha
bisogno
di
essere
decifrata
dai
gesuiti
.
Il
resto
lo
sta
redigendo
il
dott.
Fossa
.
Il
D
'
Alema
primo
è
durato
un
anno
,
il
D
'
Alema
secondo
sarebbe
meglio
che
non
nascesse
se
non
altro
per
ragioni
di
stile
.
Non
si
sa
neppure
chi
sia
il
padre
naturale
,
se
Massimo
o
Walter
(
oggi
gli
statisti
si
chiamano
per
nome
,
con
un
'
intimità
che
annuncia
micidiali
colpi
bassi
)
.
Se
è
così
che
vi
preparate
alle
elezioni
regionali
,
cari
amici
,
proclamando
per
inciso
che
non
c
'
è
trattino
tra
comunismo
e
libertà
,
Dio
non
ve
la
manderà
buona
.
Sarebbe
meglio
se
foste
voi
a
rompere
i
piatti
prima
di
farveli
rompere
sulla
testa
.
Ma
non
ne
siete
capaci
anche
perché
Boselletti
non
sarebbe
d
'
accordo
.
StampaQuotidiana ,
Speriamo
che
il
senatore
Andreotti
continui
a
scrivere
novelle
,
come
ha
detto
in
un
'
intervista
,
e
che
non
riprenda
a
tessere
le
sue
trame
oscure
.
Speriamo
ma
non
ci
crediamo
.
Assolto
due
volte
,
da
una
dubbia
accusa
di
omicidio
e
da
un
'
imputazione
di
complicità
mafiosa
politicamente
certa
,
questo
spiritoso
vecchio
può
ora
aspirare
alla
beatificazione
.
Come
un
padre
spirituale
della
patria
o
come
un
Belzebù
finalmente
riabilitato
dalla
giustizia
terrena
e
redento
da
quella
celeste
.
Le
sentenze
,
per
quanto
emesse
da
uomini
per
natura
fallaci
,
fanno
storia
.
I
procedimenti
giudiziari
contro
questo
eccellente
democristiano
sono
durati
sette
anni
,
anni
tormentosi
che
equivalgono
a
una
condanna
anche
per
un
imputato
con
sistema
nervoso
d
'
eccezione
.
Ottocentomila
pagine
processuali
(
800
000
)
che
non
significano
un
processo
accurato
ma
un
inestricabile
pasticcio
.
Processi
postumi
,
lontani
dai
reati
commessi
o
non
commessi
,
esposti
a
ogni
fluttuazione
del
clima
politico
.
Tale
è
il
nostro
sistema
politico
-
giudiziario
,
di
cui
non
è
male
(
biblicamente
)
che
anche
un
uomo
di
potere
abbia
fatto
esperienza
come
tanti
suoi
sudditi
.
Ma
ora
questo
esito
rimbalzerà
nel
peggior
modo
,
non
in
direzione
del
«
giusto
processo
»
ma
di
una
diffusa
impunità
per
qualsiasi
imputato
eminente
.
E
in
una
direzione
politica
ancora
peggiore
,
quella
di
una
glorificazione
del
cinquantennio
democristiano
che
non
solo
ha
difeso
la
libertà
dai
cosacchi
ma
è
immacolato
.
Una
strana
coppia
di
senatori
a
vita
,
Giulio
e
Francesco
,
ne
custodiscono
l
'
eredità
e
la
trasferiscono
nella
politica
corrente
.
Molti
ringraziano
Dio
e
ne
hanno
di
che
.
Dio
ha
anche
predisposto
l
'
assoluzione
in
contemporanea
del
divo
Giulio
e
della
diva
Ferrari
,
due
protagonisti
di
formula
uno
.
Sabato
23
ottobre
è
davvero
una
data
,
un
giorno
di
esultanza
nazionale
.
La
memoria
mi
riporta
inguaribilmente
all
'
Italia
del
dopoguerra
,
il
18
aprile
e
Bartali
.
Ma
io
parteggiavo
per
Coppi
ed
ero
fin
da
allora
colpevole
di
associazione
comunista
mafiosa
con
Girolamo
Li
Causi
,
noto
comandante
della
strage
di
Portella
della
Ginestra
.
StampaQuotidiana ,
Tutti
salvi
i
passeggeri
e
l
'
equipaggio
del
modernissimo
traghetto
greco
dov
'
è
scoppiato
un
incendio
mentre
navigava
verso
Ancona
.
Vero
.
Ma
nel
garage
del
traghetto
,
rintanati
dentro
i
camion
c
'
erano
I
2
(
o
13
,
o
18
)
clandestini
kurdo
-
iracheni
che
sono
morti
come
topi
,
perché
le
saracinesche
ad
alta
tecnologia
del
garage
si
sono
chiuse
automaticamente
per
circoscrivere
l
'
incendio
.
In
altri
tempi
erano
i
topi
in
senso
proprio
che
morivano
affogati
nelle
stive
se
non
facevano
in
tempo
ad
abbandonare
la
nave
.
Ora
sono
gli
emigranti
che
muoiono
asfissiati
anche
se
viaggiano
su
un
traghetto
d
'
avanguardia
invece
che
su
un
gommone
,
dove
muoiono
affogati
.
Meglio
gli
scafisti
,
in
fin
dei
conti
,
delle
compagnie
di
bandiera
.
Uomini
e
topi
era
un
romanzo
di
Steinbeck
,
adesso
è
una
tradizione
mediterranea
.
È
pittoresco
,
fantasioso
,
il
modo
di
morire
di
questi
emigranti
che
cercano
di
raggiungere
le
nostre
coste
per
sfuggire
alla
loro
condizione
miserabile
,
sperando
di
trovare
un
lavoro
nero
chissà
dove
,
di
pulire
i
nostri
cessi
o
di
spacciare
qualcosa
.
L
'
asfissia
o
l
'
annegamento
sono
solo
due
modi
,
ci
sono
quelli
che
muoiono
assiderati
nella
carlinga
di
un
aereo
o
attaccati
al
carrello
,
o
quelli
che
arrivano
dall
'
Est
per
via
terra
e
vengono
ritrovati
cadaveri
ai
bordi
delle
autostrade
.
Se
poi
arrivano
vivi
non
sono
benvenuti
,
mettono
paura
anche
quando
puliscono
i
parabrezza
.
Noi
non
abbiamo
scritto
«
tutti
salvi
»
,
sul
giornale
di
ieri
,
ma
«
moriranno
domani
»
.
Non
era
una
profezia
né
un
malaugurio
,
ma
un
triste
riferimento
alla
cadenza
quotidiana
di
questi
eventi
,
alla
tragedia
permanente
dell
'
immigrazione
in
questo
mondo
moderno
e
progredito
.
E
del
resto
ci
siamo
sbagliati
,
questi
ultimi
sono
morti
ieri
,
mentre
stampavamo
il
giornale
.
Una
coincidenza
.
Fino
al
1850
,
mi
pare
,
lo
schiavismo
era
legale
ed
era
parte
integrante
dell
'
economia
occidentale
,
soprattutto
del
capitalismo
americano
nascente
.
Allora
l
'
immigrazione
non
era
rifiutata
ma
imposta
,
i
negri
africani
venivano
strappati
a
forza
dalle
loro
terre
e
portati
in
catene
a
coltivare
il
cotone
e
a
tagliare
la
canna
da
zucchero
.
Ho
letto
che
tra
il
1800
e
il
185o
furono
importati
120
00o
schiavi
all
'
anno
,
e
i
morti
nella
traversata
sono
calcolati
in
due
milioni
.
Volete
mettere
con
12
(
o
13
)
kurdi
o
iracheni
e
qualche
altro
migliaio
in
ordine
sparso
?
È
proprio
cattivo
e
irriconoscente
,
questo
capitalismo
.
Non
i
capitalisti
e
neppure
i
negrieri
che
erano
gentiluomini
(
gli
olandesi
e
i
danesi
avevano
le
docce
nelle
stive
)
ma
il
meccanismo
.
Ha
trasferito
popolazioni
e
distrutto
etnie
alimentando
se
stesso
oltre
l
'
opulenza
,
oggi
non
vuole
più
gli
schiavi
tra
i
piedi
:
è
diventato
liberale
.
StampaQuotidiana ,
C
'
erano
tutti
,
nella
trasmissione
televisiva
che
celebrava
la
giornata
della
lotta
al
cancro
.
Per
tutti
intendo
le
autorità
a
cui
deleghiamo
la
nostra
vita
,
il
presidente
della
Repubblica
,
il
presidente
del
Consiglio
,
il
ministro
della
Sanità
,
le
autorità
scientifiche
più
qualificate
in
questo
campo
.
Mi
hanno
dato
un
'
informazione
che
non
avevo
e
nessuno
ha
,
per
ignoranza
.
È
colpita
da
questa
malattia
multiforme
,
prima
o
poi
,
una
persona
su
tre
,
cioè
tutti
noi
direttamente
o
indirettamente
(
congiunti
,
figli
e
genitori
,
amici
)
.
All
'
inizio
del
secolo
erano
uno
su
trenta
.
C
'
è
dunque
una
regressione
,
una
pestilenza
,
al
confronto
della
quale
le
epidemie
del
passato
impallidiscono
.
Dedicare
una
giornata
speciale
a
un
fenomeno
di
queste
proporzioni
è
una
cosa
ridicola
,
un
'
aberrazione
.
Ma
io
mi
domando
,
senza
trovare
risposta
,
che
cosa
hanno
nella
mente
e
nel
cuore
le
autorità
che
hanno
celebrato
questa
squallida
giornata
.
Dove
vivono
,
cosa
pensano
,
di
che
pasta
son
fatti
?
Il
prof.
Veronesi
,
che
ho
conosciuto
occasionalmente
per
ragioni
personali
,
sa
tutto
di
questo
universo
di
sofferenza
e
ha
lamentato
che
due
calciatori
valgono
più
di
quanto
lo
Stato
stanzi
contro
il
cancro
.
L
'
obiezione
è
stata
che
no
,
la
spesa
equivale
a
quattro
calciatori
.
Il
ministro
Bindi
ha
detto
che
solo
i
ricchi
possono
curarsi
.
Il
presidente
D
'
Alema
ha
detto
che
provvederà
.
Erano
tutti
contenti
e
preoccupati
di
lanciare
un
messaggio
ottimista
.
La
ricerca
,
finanziata
con
i
salvadanai
nei
bar
,
fa
passi
da
gigante
.
Conosciamo
quasi
tutto
di
questa
malattia
multiforme
,
delle
sue
cause
organiche
,
sociali
e
ambientali
.
Siamo
in
grado
di
prevenirla
,
di
diagnosticarla
,
di
curarla
e
di
guarirla
in
molti
casi
.
Ma
perché
,
almeno
voi
scienziati
,
non
dite
la
verità
?
Perché
non
dite
,
socraticamente
,
che
più
sapete
e
più
sapete
di
non
sapere
?
Si
può
ancora
confondere
un
mesotelioma
mortale
con
un
reumatismo
e
per
farsi
una
tac
bisogna
trasferirsi
dal
Forlanini
al
S
.
Camillo
.
Vi
lamentate
ma
non
gridate
allo
scandalo
,
perché
a
voi
non
capita
.
Tu
D
'
Alema
,
a
cui
auguro
una
vita
personale
e
familiare
felice
,
perché
non
fai
di
questo
paese
che
governi
un
modello
mondiale
nella
lotta
alla
sofferenza
e
nella
tutela
della
vita
?
Non
sei
calciatori
invece
di
quattro
,
ma
trentamila
miliardi
,
oppure
quindici
e
altrettanti
al
sistema
idrico
e
fognario
meridionale
.
Non
posso
impedirmi
di
dire
quello
che
penso
:
guardando
quella
trasmissione
ho
provato
repulsione
.
E
anche
invidia
:
queste
autorità
,
questa
classe
dirigente
è
felice
.
Ho
pensato
a
quanto
è
costata
la
guerra
del
Kosovo
e
che
la
signora
Clinton
non
ha
il
cancro
.
Ma
mi
sbaglio
.
Anche
il
principe
ereditario
della
Fiat
è
morto
giovane
di
questo
male
ma
non
per
questo
la
filosofia
e
la
gerarchia
di
valori
di
questo
mondo
è
cambiata
.
Se
potete
,
mettete
5000
lire
(
2,5
euro
)
invece
di
mille
nei
salvadanai
dei
bar
:
questa
è
la
sinistra
etica
.
StampaQuotidiana ,
Bettino
Craxi
dimostrerebbe
di
credere
alla
propria
innocenza
e
di
avere
stile
personale
e
politico
se
rifiutasse
,
senza
oscillazioni
,
di
tornare
in
Italia
per
favoritismo
e
sotterfugio
,
e
si
facesse
operare
in
terra
di
Francia
,
tradizionalmente
ospitale
verso
gli
esuli
o
i
latitanti
.
La
malattia
non
dovrebbe
impedirgli
questo
comportamento
,
anzi
dovrebbe
suggerirglielo
,
perché
qui
da
noi
non
sarà
un
malato
da
rispettare
al
di
là
dei
reati
che
ha
commesso
e
del
potere
di
cui
ha
abusato
,
ma
un
uomo
strumentalizzato
da
amici
e
avversari
,
un
oggetto
(
o
un
soggetto
)
di
speculazione
politica
.
Possiamo
permetterci
(
magari
ingenuamente
)
di
dare
all
'
ex
leader
socialista
questo
consiglio
,
perché
,
pur
se
siamo
stati
e
restiamo
assolutamente
anticraxiani
,
in
qualche
occasione
gli
abbiamo
dato
più
credito
di
quanto
meritasse
.
Specialmente
agli
inizi
della
sua
carriera
,
quando
non
era
nessuno
ma
sembrava
potesse
contribuire
a
rompere
il
monopolio
democristiano
del
potere
.
Ma
non
era
un
garibaldino
e
neanche
un
Ghino
di
Tacco
,
cosicché
il
suo
anticomunismo
viscerale
,
il
suo
rodomontismo
(
i
fischi
a
Berlinguer
,
la
volpe
andreottiana
in
pellicceria
)
,
le
sue
inclinazioni
plebiscitarie
e
presidenzialiste
,
ne
hanno
fatto
una
stampella
del
potere
democristiano
e
il
pioniere
di
una
seconda
Repubblica
che
aggiunge
nuovi
mali
ai
vecchi
.
Si
ha
la
fastidiosa
impressione
che
i
suoi
amici
o
epigoni
nella
maggioranza
e
fuori
,
e
i
suoi
ex
avversari
o
neodiscepoli
al
governo
non
attendano
Bettino
Craxi
ma
le
sue
spoglie
:
c
'
è
del
cinismo
in
questo
paese
,
soprattutto
nelle
alte
sfere
.
Commissione
di
inchiesta
o
no
,
questo
balletto
avverrà
attorno
a
un
letto
d
'
ospedale
.
Dopo
l
'
assoluzione
e
la
riabilitazione
di
Andreotti
,
dopo
la
messa
in
mora
dei
processi
,
dopo
l
'
archivio
anglo
-
russo
,
dopo
molte
altre
cose
,
l
'
indulgenza
compassionevole
per
l
'
ex
leader
socialista
si
iscrive
in
una
meticolosa
restaurazione
del
vecchio
regime
,
anzi
in
una
saldatura
del
vecchio
col
nuovo
:
oggi
il
regime
ulivista
,
domani
quello
berlusconiano
.
Se
fosse
un
atto
di
clemenza
,
potrebbe
piacerci
.
Ma
le
carceri
italiane
(
come
ogni
carcere
)
sono
ricolme
di
sofferenza
e
malattia
,
e
la
clemenza
non
le
ha
mai
frequentate
,
non
si
è
mai
seduta
alla
tavola
degli
uomini
comuni
che
le
abitano
.
I
muri
delle
città
italiane
sono
tappezzati
di
manifesti
che
proclamano
la
tolleranza
zero
e
invocano
per
i
piccoli
scippatori
pene
certe
e
severe
.
Non
lo
ricordo
per
provocazione
o
demagogia
,
ma
perché
una
volta
la
giustizia
era
raffigurata
con
la
bilancia
,
e
perché
la
bilancia
truccata
in
favore
del
potere
e
dei
potenti
è
per
ogni
onesto
cittadino
un
'
istigazione
a
delinquere
.
StampaQuotidiana ,
Amintore
Fanfani
è
stato
una
figura
centrale
del
cinquantennio
democristiano
,
un
personaggio
che
ha
ricoperto
ogni
carica
possibile
meno
la
presidenza
della
Repubblica
e
lo
ha
fatto
con
gran
lena
.
Di
lui
si
usava
dire
:
rieccolo
,
perché
cadeva
nella
polvere
e
rispuntava
sugli
altari
con
invidiabile
tenacia
.
E
tuttavia
,
nonostante
questa
sua
centralità
nella
politica
italiana
,
è
stato
un
democristiano
anomalo
per
origine
e
per
temperamento
.
Lo
dico
come
apprezzamento
,
non
per
il
rispetto
che
si
deve
ai
defunti
(
c
'
è
un
accenno
in
un
articolo
scritto
una
settimana
fa
per
il
prossimo
numero
della
nostra
rivista
mensile
)
.
Anomalo
non
solo
per
una
sua
rettitudine
ma
perché
,
per
quanto
amasse
il
potere
,
era
uno
intimamente
minoritario
.
Lo
abbiamo
combattuto
con
cattiveria
e
anche
con
successo
,
lui
e
il
suo
fanfascismo
,
contribuendo
a
impedire
la
sua
elezione
al
Quirinale
.
In
quella
circostanza
mi
convocò
al
Senato
,
si
informò
sullo
stato
di
salute
del
«
manifesto
»
e
dei
suoi
cinque
deputati
,
mi
disse
che
secondo
lui
avremmo
dovuto
aspettare
di
avere
un
seguito
prima
di
uscire
dal
Pci
.
Gli
risposi
che
non
eravamo
usciti
ma
ci
avevano
cacciato
,
e
il
nostro
stato
di
salute
era
pessimo
ma
che
non
contasse
sui
nostri
cinque
voti
.
Ma
Amintore
Fanfani
è
stato
vittima
del
suo
partito
assai
più
che
dei
suoi
avversari
.
La
congiura
nel
convento
delle
suore
dorotee
lo
mise
in
angolo
(
insieme
al
suo
pessimo
amico
Tambroni
)
.
Il
ruolo
di
erede
di
De
Gasperi
non
gli
fu
mai
riconosciuto
né
da
Moro
né
da
Andreotti
(
che
lo
disistimava
)
né
dai
grandi
notabili
.
La
sconfitta
elettorale
sul
divorzio
fu
definitiva
come
Waterloo
.
Era
anomalo
,
Amintore
Fanfani
,
anche
rispetto
a
Dossetti
e
La
Pira
a
cui
fu
associato
in
gioventù
come
professorino
.
Non
era
un
teocratico
ma
uno
statalista
un
po
'
affetto
da
«
lorianesimo
»
:
come
quando
scopriva
nei
pozzi
neri
del
Sud
una
possibile
fonte
di
energia
alternativa
al
petrolio
.
Era
un
combattente
presuntuoso
ma
,
forse
,
anche
ingenuo
.
Chissà
se
,
in
questi
anni
di
vecchiaia
,
ha
invidiato
i
Craxi
e
i
Berlusconi
.
Forse
no
,
e
forse
preferirebbe
essere
ricordato
come
pittore
più
che
come
statista
.
Ci
prende
la
nostalgia
e
ora
ci
appare
,
salutando
la
sua
scomparsa
,
meno
antipatico
dei
suoi
successori
.
StampaQuotidiana ,
In
fondo
è
bene
che
un
gruppetto
di
neonazisti
(
o
un
gruppo
?
o
pochi
teppisti
?
o
un
'
organizzazione
?
)
abbia
messo
una
bomba
al
museo
della
Liberazione
in
via
Tasso
.
Così
qualcuno
si
ricorderà
che
c
'
è
stata
la
Resistenza
antifascista
in
Italia
e
a
Roma
,
che
in
via
Tasso
c
'
era
una
feroce
prigione
tedesca
dove
molte
persone
sono
state
rinchiuse
,
torturate
e
uccise
.
Se
no
,
per
ricordarsene
,
bisogna
andare
in
una
cineteca
a
rivedere
Roma
città
aperta
.
I
gruppi
di
azione
patriottica
romani
(
Gap
)
avevano
un
piano
per
attaccare
il
covo
di
via
Tasso
e
liberare
i
prigionieri
ma
non
fu
possibile
realizzarlo
.
Mi
vien
da
pensare
che
,
se
lo
avessero
fatto
,
ci
sarebbe
stata
una
terribile
rappresaglia
e
qualche
giudice
tenterebbe
oggi
di
incriminare
i
combattenti
della
libertà
,
come
per
via
Rasella
.
Peccato
,
sarebbe
stata
una
bella
e
onorevole
impresa
.
Avevo
diciotto
anni
,
allora
,
e
mi
ricordo
di
via
Tasso
come
di
un
incubo
.
Per
mia
fortuna
non
sono
capitato
in
quella
prigione
,
ma
nel
suo
omologo
italiano
in
via
Romagna
,
nella
pensione
Jaccarino
governata
dal
tenente
Koch
(
tedesco
di
nome
ma
italiano
di
stirpe
)
e
dalla
sua
banda
paramilitare
.
Anche
qui
c
'
erano
forme
di
tortura
elementare
,
calci
,
pugni
e
bastoni
,
e
come
celle
una
carbonaia
e
un
cesso
.
Ma
eravamo
fortunati
al
confronto
,
e
la
nostra
più
grande
paura
non
era
la
fucilazione
annunciata
ma
di
essere
trasferiti
in
via
Tasso
.
Chi
sono
oggi
questi
dissennati
che
celebrano
simbolicamente
,
con
una
bomba
,
le
gesta
degli
aguzzini
nazisti
?
Si
dirà
che
sono
solo
teppisti
,
cani
sciolti
come
quelli
degli
stadi
,
come
i
profanatori
di
lapidi
e
cimiteri
.
Ma
attenzione
,
le
svastiche
sono
tornate
di
moda
e
sporcano
i
muri
di
molte
città
e
tornano
senza
infingimenti
anche
in
qualche
parlamento
europeo
.
Il
fascismo
,
non
come
regime
politico
ma
come
modo
di
essere
,
come
pulsione
antropologica
,
come
volontà
di
dominio
e
sopraffazione
,
è
una
brutta
bestia
che
si
riproduce
alimentata
dalla
violenza
del
mondo
moderno
.
Sarebbe
bene
non
dimenticare
mai
la
metafora
di
Jaurès
:
il
capitalismo
porta
in
sé
il
fascismo
e
la
guerra
come
la
nube
la
tempesta
.
È
sproporzionato
,
lo
so
.
Ma
preferisco
peccare
per
eccesso
che
per
difetto
.
Così
non
ho
dimenticato
l
'
omaggio
di
Reagan
ai
cimiteri
delle
SS
.
Non
ho
dimenticato
la
rivalutazione
del
nazismo
operata
da
dotti
e
rispettati
storici
tedeschi
.
Non
dimentico
l
'
ultimo
voto
in
Austria
.
Non
dimentico
neppure
l
'
equazione
,
la
bestemmia
,
nazismo
-
comunismo
,
l
'
antitesi
comunismo
-
libertà
gettata
sul
tavolo
verde
delle
politiche
di
palazzo
.
Scherzando
col
fuoco
ci
si
brucia
.
Mentre
il
male
trionfava
in
via
Tasso
,
una
strada
che
stava
in
tutta
Europa
,
la
libertà
vinceva
a
Stalingrado
.
Ma
perché
un
giovane
non
dovrebbe
confondersi
e
invertire
la
verità
,
se
i
primi
a
farlo
sono
degli
ex
giovani
smemorati
,
investiti
di
autorità
,
immeritata
?
StampaQuotidiana ,
Ho
visto
recentemente
in
televisione
un
documentario
sull
'
invasione
tedesca
dell
'
Unione
Sovietica
e
sulla
tragedia
del
corpo
di
spedizione
italiano
sul
Don
.
Belle
testimonianze
di
sopravvissuti
,
immagini
epiche
e
dolorose
.
Penso
che
bisognerebbe
raccogliere
e
proiettare
tutto
il
materiale
relativo
alla
guerra
sul
fronte
orientale
,
compresi
i
film
di
propaganda
:
lì
è
andato
in
scena
il
più
grande
spettacolo
del
mondo
e
lì
sta
la
chiave
della
storia
del
nostro
secolo
.
Ho
pensato
,
guardando
le
immagini
sconnesse
di
quel
documentario
e
ascoltando
il
commento
parlato
,
che
soltanto
chi
ha
più
di
settant
'
anni
conserva
una
memoria
diretta
di
quel
tempo
.
È
un
'
avventura
ma
un
grande
privilegio
.
Tutto
quello
che
io
so
,
per
poco
che
sia
,
l
'
ho
imparato
in
quei
due
o
tre
anni
.
E
la
menzogna
in
cui
oggi
siamo
immersi
e
in
cui
vivono
le
giovani
generazioni
suona
alle
mie
orecchie
come
un
insulto
a
cui
è
vano
opporre
la
memoria
individuale
.
Tutto
era
perduto
in
quei
giorni
e
anni
,
le
democrazie
europee
erano
crollate
sul
campo
come
cartapesta
,
le
armate
corazzate
del
Terzo
Reich
e
le
croci
uncinate
dilagavano
sul
continente
e
oltre
senza
colpo
ferire
,
il
fascismo
e
il
terrore
non
conoscevano
più
ostacoli
.
Meno
uno
,
il
solo
al
di
qua
dell
'
Atlantico
e
dei
mari
del
Nord
e
del
Sud
:
uno
strano
paese
,
che
aveva
fatto
una
sua
rivoluzione
solitaria
,
che
oggi
è
piombato
nella
corruzione
e
nella
decadenza
,
ed
è
in
guerra
con
se
stesso
,
ma
allora
si
alzò
in
piedi
come
un
gigante
che
spezza
ogni
catena
.
Dirà
qualche
anno
più
tardi
nell
'
aula
del
parlamento
italiano
un
esponente
del
governo
di
allora
:
di
certo
Stalin
è
stato
un
uomo
su
cui
Dio
ha
impresso
la
sua
impronta
.
Metafisica
a
parte
,
come
saranno
uscite
dalle
acciaierie
oltre
gli
Urali
quei
cannoni
e
quei
carri
pesanti
capaci
di
respingere
e
di
frantumare
la
macchina
di
guerra
tedesca
?
Come
avranno
fatto
quei
contadini
ucraini
,
quegli
operai
leningradesi
,
quegli
uomini
di
marmo
di
ogni
provincia
,
quei
giovani
tartari
,
uzbeki
,
mongoli
,
ceceni
,
a
formare
un
solo
grande
esercito
per
salvare
la
propria
terra
e
la
nostra
?
Come
ha
potuto
quella
guerra
patriottica
,
senza
i
Kutuzov
e
i
Tucha
?
evskij
,
saldarsi
con
l
'
antifascismo
mondiale
e
l
'
ideale
di
libertà
di
ogni
popolo
?
Come
fu
possibile
trarre
questa
forza
da
molte
privazioni
e
sofferenze
sotto
un
regime
rozzo
e
sprezzato
dai
posteri
?
C
'
era
qualcuno
,
forse
,
che
aveva
visto
più
lontano
degli
altri
.
Il
comunismo
ci
ha
rimesso
ma
noi
no
,
e
forse
dovremmo
ringraziare
.
Prima
ringraziare
e
poi
revisionare
e
anche
ribaltare
la
storia
:
tanto
è
lontana
mille
anni
e
nessuno
può
eccepire
.
Vicino
a
Mosca
commemorano
ogni
tanto
una
battaglia
dell
'
età
napoleonica
mimandola
sul
terreno
,
e
c
'
è
anche
un
museo
scenografico
che
la
fa
rivivere
agli
spettatori
come
ne
fossero
i
protagonisti
.
Ma
sulle
sponde
del
placido
Don
non
c
'
è
,
che
io
sappia
,
nessuna
Disneyland
che
onori
la
più
grande
vittoria
militare
del
XX
secolo
.
StampaQuotidiana ,
Non
credo
che
Massimo
D
'
Alema
,
qualche
giorno
fa
,
sia
salito
al
Quirinale
per
dimettersi
e
sia
stato
dissuaso
da
Ciampi
perché
bisogna
prima
approvare
la
legge
finanziaria
.
Avrebbe
potuto
comunque
rassegnare
le
dimissioni
e
farsi
rinviare
alle
Camere
,
lasciando
alla
sua
squinternata
maggioranza
l
'
onere
e
l
'
onore
di
restituirgli
la
fiducia
o
negargliela
,
e
rigettando
sull
'
intero
parlamento
,
come
si
conviene
,
la
responsabilità
di
approvare
o
meno
la
legge
finanziaria
.
Non
credo
che
Massimo
D
'
Alema
abbia
questo
stile
,
uno
che
rientra
da
Helsinki
per
andare
a
Fiuggi
a
farsi
fischiare
dal
partito
inesistente
di
Boselli
Enrico
non
ha
questo
stile
.
E
non
credo
neppure
che
Massimo
D
'
Alema
sia
stanco
di
farsi
cuocere
a
fuoco
lento
e
preferisca
assumere
un
altro
ruolo
.
Ha
fatto
cose
turche
per
entrare
a
palazzo
Chigi
e
dipingerne
a
nuovo
la
facciata
e
farà
cose
turche
per
restarci
.
Non
corre
alcun
rischio
di
farsi
cuocere
a
fuoco
lento
perché
l
'
operazione
è
già
avvenuta
nel
breve
giro
di
un
anno
,
e
la
lepre
di
Gallipoli
è
già
uno
stracotto
servito
in
tavola
.
Secondo
le
logiche
della
politica
corrente
,
come
le
abbiamo
imparate
a
suo
tempo
,
è
giunta
l
'
ora
di
Walter
Veltroni
.
È
lui
la
carta
su
cui
puntano
le
frattaglie
della
maggioranza
(
Cossiga
Francesco
,
Mastella
non
so
,
Boselli
Enrico
ecc
.
)
per
far
fuori
i
bolscevichi
dal
palazzo
d
'
inverno
di
piazza
Colonna
.
E
non
c
'
è
in
giro
nell
'
area
del
centro
-
sinistra
,
e
forse
neppure
del
centro
-
destra
,
un
anticomunista
più
dichiarato
dell
'
attuale
segretario
dei
Ds
.
Non
faccia
velo
il
particolare
che
i
due
leader
in
questione
fanno
parte
dello
stesso
partito
:
nelle
conversazioni
private
i
due
si
chiamano
reciprocamente
«
quello
là
»
,
e
il
modo
come
Occhetto
fece
fuori
Natta
e
D
'
Alema
fece
fuori
Occhetto
è
diventata
una
scuola
di
pensiero
che
troverà
conferma
nella
successione
prossima
ventura
.
L
'
armata
brancaleone
del
centro
-
sinistra
governativo
può
permettersi
di
far
fuori
il
suo
incauto
comandante
e
inventore
,
cioè
Brancaleone
in
persona
,
ma
non
può
ancora
aspirare
a
cancellare
la
primazia
diessina
.
La
mortadella
prodiana
è
inacidita
,
una
controfigura
istituzionale
vorrebbe
dire
la
resa
incondizionata
della
residua
sinistra
governativa
.
Perciò
o
D
'
Alema
resta
a
penzolare
ancora
per
qualche
settimana
o
mese
,
o
è
l
'
ora
dell
'
altro
quello
là
.
Confesso
che
tutto
questo
non
presenta
per
me
,
e
penso
per
la
pubblica
opinione
in
generale
,
nessun
interesse
.
Potrebbe
essere
interessante
e
promettente
se
una
crisi
si
aprisse
,
non
si
risolvesse
inutilmente
e
malamente
,
e
si
andasse
alle
elezioni
generali
(
e
regionali
)
in
primavera
.
Con
una
legge
elettorale
democratica
,
cioè
proporzionalista
,
con
tutti
gli
sbarramenti
che
volete
alla
tedesca
.
Forse
allora
una
formazione
o
coalizione
di
sinistra
potrebbe
trovare
uno
spazio
dignitoso
e
una
parte
dei
cittadini
che
non
ne
possono
più
potrebbero
tornare
a
votare
,
fuori
dal
polo
nord
dal
polo
sud
.