StampaQuotidiana ,
Benvenuto
Ciampi
perché
ha
,
credo
,
una
memoria
antifascista
,
che
per
me
(
e
non
so
quanti
altri
)
resta
il
fondamento
della
democrazia
italiana
.
Ma
il
benvenuto
si
ferma
qui
.
È
stato
eletto
da
una
brutta
maggioranza
,
con
la
riserva
mentale
(
che
forse
è
un
altro
patto
della
crostata
)
di
liquidarlo
tra
due
anni
con
l
'
elezione
diretta
di
un
altro
personaggio
:
non
si
chiamerà
Massimo
D
'
Alema
ma
Silvio
Berlusconi
.
Che
è
lo
stesso
.
Forse
è
un
giudizio
precipitoso
.
Se
Ciampi
,
nel
suo
primo
messaggio
alla
nazione
,
reciterà
l
'
articolo
della
Costituzione
secondo
cui
l
'
Italia
ripudia
la
guerra
e
auspicherà
una
sospensiva
dei
bombardamenti
per
far
largo
al
negoziato
e
a
un
accordo
di
pace
,
farò
autocritica
.
Per
ora
ne
dubito
e
tutto
il
resto
mi
sembra
ininfluente
.
Credo
che
,
prima
o
poi
,
dovremo
coraggiosamente
prendere
atto
del
fatto
che
non
siamo
governati
da
uno
schieramento
di
centro
-
sinistra
ma
da
uno
schieramento
di
centro
-
destra
(
per
restare
nella
toponomastica
istituzionale
)
.
Da
quando
i
diessini
hanno
assunto
con
D
'
Alema
la
guida
del
governo
,
l
'
asse
politico
si
è
spostato
a
destra
e
le
decisioni
cruciali
-
quelle
che
definiscono
la
fisionomia
di
un
paese
-
hanno
avuto
questo
segno
negativo
.
Dalle
prime
decisioni
militari
in
Albania
fino
alla
guerra
guerreggiata
.
Ogni
politica
sociale
è
dismessa
perfino
nel
linguaggio
.
La
parola
«
occupazione
»
non
si
riferisce
oggi
al
lavoro
ma
a
un
'
eventuale
conquista
del
Kosovo
.
La
parola
«
mezzogiorno
»
non
si
riferisce
a
un
risanamento
civile
del
paese
ma
agli
inconvenienti
turistici
indotti
dalla
guerra
sulle
coste
adriatiche
.
I
listini
di
borsa
sono
l
'
unico
parametro
.
«
Forza
Italia
»
non
è
più
una
sigla
da
stadio
ma
un
comun
denominatore
culturale
.
Berlusconi
e
Fini
,
D
'
Alema
e
Veltroní
,
Amato
e
Fazio
,
Di
Pietro
e
l
'
ex
Prodi
,
Scognamiglio
e
la
Confindustria
,
sono
la
nostra
classe
dirigente
.
Manca
solo
la
Pivetti
.
Perfino
i
«
popolari
»
,
come
le
piccole
formazioni
governative
rosse
e
verdi
,
sono
(
meritatamente
)
azzerati
.
Esiste
ancora
una
generica
opinione
di
sinistra
che
ha
perso
però
1e
sue
radici
e
sembra
disposta
a
digerire
tutto
,
alienando
ogni
sensibilità
e
idealità
alle
convenienze
del
potere
.
Ed
esiste
una
sinistra
sociale
radicale
che
però
non
riesce
a
raccordarsi
su
una
linea
comune
per
tentare
,
anche
solo
tentare
,
di
risalire
la
corrente
.
Colpa
anche
nostra
.
Forse
non
osiamo
prendere
atto
di
come
stanno
veramente
le
cose
.
StampaQuotidiana ,
Se
reagisco
emotivamente
alla
sentenza
Priebke
provo
un
senso
di
pianto
.
Penso
alle
vittime
come
a
persone
vive
e
incredule
,
come
se
le
conoscessi
tutte
e
non
una
soltanto
.
Se
toccasse
a
me
di
informarle
,
portar
loro
la
notizia
nel
fondo
delle
cave
,
che
parole
troverei
?
Più
che
sofferenza
sento
però
vergogna
personale
.
Che
cosa
ho
fatto
in
questi
cinquant
'
anni
?
Sono
uno
di
quelli
che
debbono
a
un
certo
punto
domandarsi
,
secondo
Thomas
Mann
,
se
gli
resti
il
diritto
di
noverarsi
tra
le
persone
rispettabili
.
Provo
anche
dell
'
odio
e
altri
pessimi
sentimenti
.
So
che
non
si
deve
.
Ma
se
alla
fine
di
quel
processo
,
qualcuno
si
fosse
abbandonato
a
un
gesto
estremo
,
l
'
avrei
compreso
come
un
fratello
.
So
che
non
si
deve
.
Se
invece
reagisco
alla
sentenza
Priebke
razionalmente
,
con
un
criterio
politico
,
allora
resto
freddo
e
persuaso
.
La
trovo
logica
,
e
contro
la
logica
si
indignano
i
farisei
.
La
trovo
un
segno
dei
tempi
,
e
perciò
un
segno
di
verità
.
Da
molti
anni
i
fascismi
,
tutti
i
fascismi
,
sono
stati
rivalutati
.
Sottilmente
nelle
accademie
europee
,
nelle
nostre
aule
parlamentari
,
nel
senso
comune
.
Ora
grossolanamente
anche
nei
tribunali
.
Norimberga
non
fu
che
un
'
ipocrisia
dei
vincitori
.
Non
è
una
rivalutazione
storica
,
è
una
rivalutazione
politica
.
Non
riguarda
il
passato
,
riguarda
il
presente
.
Non
è
una
memoria
cancellata
,
è
una
memoria
ritrovata
.
I
fascismi
sono
stati
un
'
incarnazione
del
potere
e
una
teoria
del
dominio
a
cui
si
riconosce
un
merito
e
si
restituisce
un
onore
.
Perché
su
di
essi
si
può
fare
assegnamento
futuro
.
Così
ci
parla
nella
sua
miseria
la
sentenza
Priebke
,
anche
se
preferiamo
non
sentire
.
E
ci
dice
coerentemente
che
ogni
strage
,
ogni
crimine
contro
l
'
umanità
,
ogni
guerra
,
trova
legittimità
e
giustificazione
in
quanto
è
un
esercizio
del
potere
.
Questo
esercizio
insindacabile
non
è
più
un
'
eccezione
ma
una
consuetudine
,
è
la
nostra
normale
frequentazione
televisiva
.
Se
condannassimo
quel
passato
,
come
potremmo
assolvere
questo
presente
?
Lasciamo
dunque
che
il
buon
soldato
muoia
nel
suo
letto
con
la
donna
che
gli
ha
scritto
lettere
d
'
amore
.
E
apriamo
subito
anche
noi
,
come
ad
Auschwitz
,
un
supermercato
esemplare
al
posto
dell
'
ossario
in
disuso
,
anticipando
giubilei
e
nuove
costituzioni
.
StampaQuotidiana ,
Il
capitano
Priebke
è
un
uomo
fortunato
.
Non
solo
perché
per
cinquant
'
anni
non
ha
scontato
nessuna
pena
,
come
molti
suoi
amici
,
ma
perché
non
passa
giorno
senza
che
qualcuno
corra
in
sua
difesa
:
giornali
autorevoli
,
firme
rinomate
,
argomenti
di
ogni
genere
.
La
figura
del
capitano
si
staglia
,
sullo
sfondo
di
queste
divagazioni
,
non
proprio
come
quella
di
un
eroe
positivo
o
di
un
innocente
perseguitato
,
ma
come
quella
di
un
dignitoso
combattente
che
non
si
può
condannare
e
neppure
giudicare
senza
fargli
torto
e
senza
violentare
il
buon
diritto
e
la
civiltà
liberale
.
E
la
strage
delle
Ardeatine
decade
,
su
questo
sfondo
,
a
episodio
militare
banale
,
se
non
fosse
per
quel
sovrappiù
di
arianesimo
.
Non
può
essere
questa
l
'
intenzione
di
commentatori
come
Panebianco
,
Montanelli
,
Colletti
o
altri
,
ma
questo
è
il
risultato
che
ottengono
quando
sostengono
in
buon
ordine
tesi
di
questo
tipo
:
che
l
'
estradizione
del
capitano
è
stata
«
una
fregatura
»
alla
quale
conveniva
sottrarsi
,
che
il
capitano
ha
ovviamente
ubbidito
,
che
la
politica
agraria
di
Mao
ha
fatto
più
vittime
dell
'
Olocausto
,
e
altre
cose
così
.
È
probabile
che
il
fortunato
capitano
(
ma
ridiamogli
il
grado
tedesco
molto
più
eloquente
)
legga
nel
fresco
dell
'
infermeria
di
Regina
Coeli
i
giornali
italiani
.
Se
lo
fa
,
deve
divertirsi
moltissimo
e
provare
una
gran
bella
soddisfazione
.
Quando
era
un
piccolo
Gauleiter
che
imperversava
in
questo
paese
non
poteva
immaginare
che
anche
da
vecchio
avrebbe
creato
tanta
confusione
nei
tribunali
e
nell
'
intelligencija
dello
stesso
paese
.
Già
l
'
avrà
fatto
ringiovanire
l
'
idea
di
trovarsi
nel
carcere
romano
a
lui
ben
noto
.
È
da
quelle
celle
infatti
,
forse
anche
da
quell
'
infermeria
che
vennero
prelevate
selvaggiamente
molte
delle
335
vittime
designate
.
C
'
è
un
libro
recente
di
una
testimone
diretta
di
cui
varrebbe
la
pena
di
ripubblicare
qualche
pagina
,
anche
se
non
le
ha
scritte
De
Felice
.
Forse
il
fortunato
capitano
medita
di
scrivere
un
'
autobiografia
per
il
«
Corriere
della
Sera
»
e
chiederà
,
per
rinfrescarsi
la
memoria
,
di
ispezionare
quel
«
quarto
braccio
»
preferenziale
dove
ospitava
gli
ostaggi
e
i
morituri
.
Ma
l
'
idea
più
esilarante
,
per
l
'
ex
SS
,
dev
'
esser
quella
che
lo
dipinge
come
un
neutrale
esecutore
di
ordini
.
Ma
davvero
non
sanno
più
,
gli
uomini
colti
del
2000
,
che
cos
'
erano
e
come
agivano
gli
ufficiali
nazisti
mezzo
secolo
fa
?
Non
lo
hanno
mai
saputo
?
Allora
ci
prestino
un
minimo
di
ascolto
,
per
favore
.
Le
SS
e
la
Gestapo
non
ubbidivano
,
comandavano
.
Le
SS
e
la
Gestapo
non
prendevano
ordini
,
li
impartivano
.
Furono
inventate
e
addestrate
proprio
per
questo
.
Non
era
un
ingrato
dovere
,
per
un
loro
ufficiale
,
sparare
alla
nuca
di
sottouomini
ebrei
o
comunisti
,
ma
un
onore
.
Un
onore
e
un
privilegio
personale
,
che
un
bravo
comandante
mai
avrebbe
lasciato
a
un
qualsiasi
Rottenfiihrero
alla
bassa
truppa
come
un
lavoro
sporco
.
È
vero
che
le
tecniche
di
annientamento
della
guerra
nazista
hanno
fatto
scuola
nel
mondo
,
ma
non
mi
pare
un
'
attenuante
.
Così
divagando
e
disquisendo
,
abbiamo
eretto
al
fortunato
capitano
un
monumento
di
sciocchezze
.
Anche
il
maresciallo
Kesselring
pretese
dagli
italiani
un
monumento
,
e
fu
Piero
Calamandrei
maestro
di
diritto
a
dettare
per
l
'
occasione
un
memorabile
epitaffio
.
Forse
l
'
imparziale
Panebianco
farebbe
bene
,
la
prossima
volta
,
a
citare
di
Calamandrei
anche
quell
'
epitaffio
.
È
anacronistico
ma
fa
ancora
rabbrividire
.
StampaQuotidiana ,
Si
sa
che
l
'
evasione
fiscale
è
arrivata
«
di
slancio
»
(
così
si
esprimono
sportivamente
gli
ispettori
del
fisco
)
alla
cifra
pazzesca
di
250
000
miliardi
.
È
quasi
il
doppio
del
disavanzo
statale
che
fa
piangere
i
governanti
.
Moltiplicata
per
vent
'
anni
(
dura
da
sempre
e
durerà
sempre
)
supera
il
totale
del
debito
pubblico
che
turba
i
nostri
sogni
europei
.
Questa
notizia
lascia
tutti
indifferenti
.
I
giornali
non
commentano
.
Gli
esperti
non
intervengono
.
Il
professor
Modigliani
non
è
apparso
in
televisione
.
L
'
avvocato
Agnelli
non
ci
ha
dato
i
suoi
consigli
.
Il
presidente
Scalfaro
non
ha
esternato
.
Il
parlamento
distilla
gli
emendamenti
autonomi
alla
legge
finanziaria
.
Eppure
è
una
notizia
affascinante
.
Vuol
dire
che
una
metà
della
ricchezza
nazionale
,
detta
anche
base
imponibile
,
sfugge
al
fisco
.
Vuoi
dire
che
una
buona
parte
della
popolazione
non
paga
come
dovrebbe
o
non
paga
affatto
,
né
direttamene
né
indirettamente
.
Vuoi
dire
che
solo
i
cittadini
a
reddito
fisso
pagano
senza
scampo
,
gli
stessi
a
cui
si
tagliano
le
pensioni
e
i
servizi
per
tappare
il
buco
aperto
nei
conti
pubblici
dall
'
evasione
dei
ceti
abbienti
.
È
un
meccanismo
geniale
,
che
non
merita
scandalo
ma
compiacimento
.
Siccome
il
carico
fiscale
è
teoricamente
eccessivo
,
l
'
evasione
serve
a
ridurlo
empiricamente
.
È
un
meccanismo
molto
più
sbrigativo
ed
efficiente
di
quanto
non
sarebbe
una
riforma
che
riequilibrasse
e
redistribuisse
il
carico
fiscale
con
misura
ed
equità
.
È
un
meccanismo
che
privatizza
,
per
così
dire
,
anche
le
tasse
,
lasciando
250
00o
miliardi
nelle
mani
di
chi
sa
farne
buon
uso
.
È
un
meccanismo
perfettamente
in
regola
con
la
filosofia
dominante
nell
'
economia
,
nella
società
e
nella
politica
nazionale
.
L
'
evasione
,
in
queste
proporzioni
,
cessa
di
essere
un
reato
o
un
danno
per
la
comunità
,
o
per
uno
Stato
castrato
e
immeritevole
.
Diventa
un
regolatore
e
un
incentivo
,
un
record
che
nessun
paese
europeo
può
vantare
e
che
ci
pone
all
'
avanguardia
del
liberismo
continentale
,
garantendo
consenso
e
stabilità
di
governo
.
È
perfino
strano
che
si
sia
fermata
a
quota
250
,
visto
che
non
è
in
alcun
modo
perseguita
e
non
si
rischiano
fotografie
in
flagranza
di
reato
.
È
perfino
strano
che
non
si
azzeri
ogni
prelievo
,
salvo
che
sulle
buste
paga
,
come
si
invoca
nelle
piazze
.
Proporrei
una
Commissione
bicamerale
.
L
'
articolo
53
della
Costituzione
dice
che
«
tutti
sono
tenuti
a
concorrere
alle
spese
pubbliche
in
ragione
della
loro
capacità
contributiva
»
,
e
che
«
il
sistema
tributario
è
informato
a
criteri
di
progressività
»
.
È
tempo
di
abrogarlo
,
con
larghissima
intesa
.
StampaQuotidiana ,
Quando
scoppiò
la
seconda
guerra
mondiale
(
che
non
è
mai
finita
)
pochi
se
l
'
aspettavano
.
Credevano
che
si
sarebbe
fermata
,
prima
,
in
Spagna
oppure
in
Austria
o
in
Cecoslovacchia
.
Poi
credevano
che
la
pugnalata
di
Mussolini
alla
Francia
si
sarebbe
conclusa
con
tremila
morti
da
gettare
sul
tavolo
della
pace
.
E
gli
americani
tutto
potevano
immaginare
meno
che
l
'
attacco
giapponese
a
Pearl
Harbour
.
Non
è
per
dire
che
siamo
alla
vigilia
della
terza
guerra
mondiale
e
non
ce
ne
accorgiamo
.
I
rapporti
di
forza
mondiali
e
continentali
sono
cambiati
e
l
'
eventualità
di
un
conflitto
generalizzato
appartiene
ancora
al
futuro
.
Ma
siamo
già
entrati
e
viviamo
,
nel
presente
,
dentro
una
guerra
che
coinvolge
l
'
Europa
,
il
suo
territorio
e
le
sue
popolazioni
.
Quindici
giorni
fa
non
Io
sospettavamo
,
tra
quindici
giorni
che
cosa
accadrà
che
non
sospettiamo
?
Non
è
un
'
operazione
punitiva
o
di
dissuasione
,
è
una
guerra
che
vuole
l
'
avversario
in
ginocchio
.
Non
è
una
guerra
dichiarata
da
un
organismo
internazionale
né
dai
parlamenti
nazionali
ma
decisa
da
grandi
potenze
associate
in
un
patto
militare
che
scavalca
i
suoi
compiti
istituzionali
.
È
una
guerra
diretta
contro
un
paese
sovrano
,
una
nazione
,
a
cui
si
nega
sovranità
perché
ne
fa
cattivo
uso
.
È
una
guerra
che
dichiara
il
fine
umanitario
di
impedire
il
massacro
in
Kosovo
ma
non
lo
impedisce
e
somma
massacro
a
massacro
.
Mi
domando
come
i
serbi
giudichino
questa
guerra
che
devasta
le
loro
città
.
Probabilmente
hanno
un
ricordo
del
1939
più
preciso
del
nostro
.
Per
chiamare
alla
mobilitazione
e
alla
resistenza
,
la
propaganda
del
regime
di
Milosevi
?
diffonde
filmati
antinazisti
e
non
fa
appello
solo
al
sentimento
patriottico
ma
a
questa
memoria
.
Clinton
e
i
suoi
generali
d
'
acciaio
paragonano
a
Hitler
qualunque
nemico
,
ma
per
i
serbi
Hitler
pilota
oggi
i
bombardieri
tedeschi
ed
euroamericani
che
volano
sulle
loro
teste
.
Lo
pensano
solo
i
serbi
o
tutto
il
mondo
slavo
?
Non
si
sa
,
a
questo
punto
,
quale
sia
il
retroterra
mentale
degli
strateghi
americani
.
Se
la
Serbia
non
cadrà
in
ginocchio
a
implorare
pietà
,
fino
a
quando
e
fino
a
dove
porteranno
l
'
escalation
?
È
difficile
che
incassino
una
sconfitta
militare
e
politica
,
c
'
è
una
megalomania
e
un
impulso
di
onnipotenza
biblica
nel
loro
modo
di
agire
,
soprattutto
c
'
è
l
'
interesse
a
menomare
in
culla
l
'
Unione
Europea
,
dove
non
abita
nessun
De
Gaulle
.
Sbarcheranno
e
sbarcheremo
nei
Balcani
come
in
Normandia
?
L
'
Italia
è
in
prima
linea
in
questa
avventura
,
non
solo
per
ragioni
geografiche
ma
perché
ha
una
storia
nei
Balcani
(
non
una
bella
storia
)
.
Non
è
più
«
solo
»
una
portaerei
e
qualche
suo
ministro
si
spinge
a
ipotizzare
un
coinvolgimento
di
truppe
.
Ma
non
è
l
'
Italia
fascista
,
è
l
'
Italia
repubblicana
:
ecco
un
'
evoluzione
storica
che
non
immaginavamo
.
No
,
la
mozione
della
maggioranza
di
governo
non
tratterrà
i
Cruise
per
la
coda
:
forse
è
peggio
di
niente
,
perché
ci
attribuisce
un
protagonismo
che
ha
come
presupposto
il
consenso
incondizionato
alla
scelleratezza
della
guerra
.
Solo
un
'
insorgenza
dell
'
opinione
pubblica
può
cambiare
il
corso
delle
cose
e
impedire
che
finisca
in
un
inferno
per
tutti
.
È
difficile
,
ma
favorire
questa
presa
di
coscienza
è
l
'
unica
possibilità
che
abbiamo
.
StampaQuotidiana ,
Vorrei
sapere
se
il
pilota
americano
del
Cermis
,
il
boy
di
cui
abbiamo
dimenticato
il
nome
e
la
faccia
,
sta
in
queste
ore
bombardando
o
mitragliando
a
bassa
quota
Belgrado
.
Sarebbe
giusto
,
è
un
esperto
nei
voli
radenti
,
lo
abbiamo
addestrato
nelle
nostre
basi
,
e
ora
la
nostra
dignità
nazionale
offesa
dalla
sua
assoluzione
verrebbe
ripagata
se
quel
veterano
guidasse
questa
guerra
umanitaria
a
fianco
del
generale
Clark
e
del
ministro
Scognamiglio
.
Il
quale
ultimo
ha
un
pregio
,
quello
di
aver
detto
apertamente
una
verità
che
D
'
Alema
ancora
tace
goffamente
ma
che
era
chiara
fin
dall
'
inizio
:
che
anche
noi
pagheremo
presto
un
prezzo
di
sangue
,
come
ogni
paese
europeo
,
un
prezzo
incalcolabile
se
la
guerra
sfocerà
in
un
'
invasione
del
Kosovo
e
quindi
della
Serbia
e
dei
Balcani
,
da
parte
della
Nato
.
Nessuno
pensi
che
,
trattandosi
di
una
follia
,
non
si
verificherà
.
Bili
Jefferson
Clinton
,
che
si
fa
fotografare
in
queste
ore
mentre
gioca
a
golf
per
rimettersi
da
altre
fatiche
,
si
è
assegnato
una
missione
da
demiurgo
e
,
se
la
follia
non
è
una
categoria
della
politica
,
la
volontà
di
potenza
lo
è
.
L
'
idea
guida
è
una
sola
,
è
il
primato
militare
e
produttivo
americano
a
cui
tutto
dev
'
essere
subordinato
.
Non
Milosevi
?
,
che
è
solo
un
nazionalista
(
folle
?
)
,
non
la
Russia
che
muove
le
navi
ma
è
al
guinzaglio
del
Fondo
monetario
internazionale
,
bensì
l
'
Europa
vecchia
e
neonata
e
il
suo
euro
da
soffocare
in
culla
:
questa
è
la
strategia
americana
.
Se
la
guerra
sfocerà
nell
'
invasione
e
nell
'
occupazione
permanente
del
Kosovo
,
un
vulcano
in
perenne
eruzione
oltre
l
'
Adriatico
,
questa
non
sarà
un
'
escalation
improvvisata
ma
pianificata
fin
dall
'
inizio
.
Sarà
presentata
come
«
inevitabile
»
,
come
clamorosa
rappresaglia
all
'
inaudito
sequestro
di
tre
marines
americani
in
Macedonia
?
Ma
sarà
invece
il
frutto
di
un
freddo
calcolo
.
Non
so
se
i
governanti
europei
siano
stati
infinocchiati
o
fossero
informati
fin
dall
'
inizio
di
questa
opzione
finale
e
abbiano
mentito
ai
loro
popoli
.
E
non
so
quale
tra
queste
due
sia
l
'
ipotesi
peggiore
.
Che
differenza
farebbe
se
avessimo
l
'
on.
Berlusconi
a
capo
del
governo
?
Forse
i
toni
delle
televisioni
sarebbero
ancora
più
bellicosi
e
anche
lo
spirito
umanitario
sarebbe
più
enfatico
(
ricordate
l
'
uomo
di
Arcore
in
pianto
tra
gli
emigranti
albanesi
sul
molo
di
Brindisi
)
.
Ma
non
farebbe
gran
differenza
,
il
Polo
ha
già
al
governo
i
ministri
della
Difesa
e
degli
Esteri
.
Una
differenza
ci
sarebbe
in
senso
opposto
:
nel
senso
che
l
'
opinione
di
sinistra
ritroverebbe
se
stessa
e
la
sua
unità
nella
lotta
per
la
pace
e
la
protesta
riempirebbe
le
piazze
.
Di
fronte
a
questo
paradosso
e
a
questo
orrore
che
cresce
su
se
stesso
è
difficile
sottrarsi
a
un
senso
di
stordimento
e
di
impotenza
.
Perfino
la
voce
del
Papa
,
così
ascoltata
nella
sua
veemenza
profetica
contro
l
'
impero
del
male
,
è
flebile
e
ignorata
adesso
che
implora
la
pace
nel
giorno
di
Pasqua
.
Ma
è
una
ragione
di
più
perché
ciascuno
faccia
sentire
la
propria
voce
come
può
sperando
che
diventi
un
coro
.
StampaQuotidiana ,
La
sinistra
italiana
va
al
governo
.
C
'
è
già
stata
,
nei
due
annidi
fondazione
della
Repubblica
,
e
poi
ci
ha
girato
intorno
con
Nenni
,
con
Moro
,
con
i
recenti
governi
tecnici
.
Ma
è
tutta
un
'
altra
cosa
.
Ora
ci
va
per
investitura
diretta
del
popolo
,
con
una
coalizione
tecnicamente
maggioritaria
di
cui
è
parte
dominante
.
Dunque
finalmente
governerà
,
com
'
è
da
tempo
sua
aspirazione
,
e
dovrà
dimostrare
in
tempi
rapidi
di
saperlo
fare
bene
,
meglio
e
diversamente
da
tutti
i
governi
del
passato
remoto
e
recente
.
Il
che
è
difficile
,
perché
difficili
e
numerosi
sono
i
problemi
da
affrontare
.
Ma
non
poi
tanto
,
perché
il
consenso
ottenuto
è
sufficiente
ed
esigente
e
perché
siamo
stati
governati
così
male
che
fare
meglio
e
dare
un
segnale
di
novità
,
non
miracoloso
ma
chiaro
e
distinto
,
non
è
un
'
impresa
titanica
.
Penso
che
si
debba
deporre
ogni
diffidenza
,
non
certo
lo
spirito
critico
che
è
un
'
altra
cosa
,
e
che
senza
scetticismi
o
euforie
fuori
luogo
si
debba
concedere
il
massimo
credito
a
questa
esperienza
.
Non
mi
è
piaciuta
la
strada
seguita
per
arrivare
al
traguardo
,
ma
ora
mi
sembra
secondario
.
Non
salgo
sul
carro
del
vincitore
perché
non
mi
appartiene
,
ma
consiglio
di
farlo
.
Ho
scritto
cinquanta
giorni
fa
di
una
probabile
vittoria
di
Pirro
,
cioè
costosa
ed
effimera
,
ma
è
un
dubbio
da
accantonare
e
semmai
una
ragione
di
più
per
consolidarne
il
risultato
.
L
'
analisi
del
voto
è
molto
ardua
,
molte
sono
le
cose
che
si
prestano
a
diverse
interpretazioni
o
addirittura
non
si
capiscono
.
Fatto
sta
che
,
sebbene
una
maggioranza
della
società
sia
ancora
orientata
variamente
a
destra
,
ha
prevalso
politicamente
una
concezione
della
democrazia
e
dello
stato
sociale
che
è
patrimonio
della
sinistra
.
È
che
conta
più
di
un
programma
.
Senonché
non
si
tratta
più
,
adesso
,
di
predicare
attorno
ai
valori
della
partecipazione
e
della
solidarietà
ma
di
renderli
operanti
,
anzi
governanti
.
Fino
a
farli
diventare
,
con
pragmatismo
ma
con
determinazione
e
anche
con
fantasia
,
un
messaggio
di
civiltà
.
Una
sinistra
non
può
andare
al
governo
(
e
neppure
un
centro
-
sinistra
)
senza
ambizioni
pari
alle
attese
che
suscita
.
Cittadinanza
,
lavoro
,
istruzione
,
ambiente
,
fisco
,
non
sono
un
elenco
di
comparti
con
portafogli
ministeriali
annessi
,
ma
un
tutto
.
Non
credo
che
porre
questo
tutto
al
centro
di
un
'
azione
innovativa
di
governo
comporti
il
ribaltamento
delle
compatibilità
di
sistema
,
può
bastare
molto
meno
.
Comporta
una
«
riforma
intellettuale
e
morale
»
,
semmai
,
che
non
ha
prezzo
.
In
fondo
,
il
generale
De
Gaulle
è
passato
alla
storia
anche
perché
fece
reimbiancare
Parigi
.
Da
noi
mi
accontenterei
di
riverniciare
scuole
e
ospedali
.
E
se
al
posto
della
leva
militare
si
istituisse
un
servizio
civile
altrettanto
perentorio
,
sarebbe
una
rivoluzione
.
Nessuno
torna
indietro
.
Se
lo
faremo
,
dando
prova
di
mediocrità
,
lo
pagheremo
a
carissimo
prezzo
non
tra
cinque
anni
ma
molto
prima
.
StampaQuotidiana ,
Non
riusciremo
a
processare
con
dignità
,
e
a
condannare
con
severità
e
clemenza
,
questo
vecchio
criminale
nazista
di
nome
Priebke
?
Non
pagheremo
questo
debito
morale
che
abbiamo
con
i
335
italiani
,
ebrei
e
non
ebrei
,
massacrati
alle
Ardeatine
?
E
che
abbiamo
,
più
in
generale
,
con
i
caduti
della
Liberazione
e
con
la
storia
di
questo
paese
?
Così
pare
,
se
è
vero
che
questo
processo
si
svolge
in
un
'
aula
indecorosa
anche
per
una
pretura
di
paese
,
con
un
imputato
non
intenerito
dall
'
età
,
glaciale
e
altezzoso
a
cospetto
dei
familiari
delle
sue
vittime
,
ospiti
accalcati
e
ingombranti
.
Ma
di
che
pasta
sono
,
le
istituzioni
militari
e
giudiziarie
di
questo
paese
?
Se
Priebke
è
un
dignitoso
soldato
,
accompagnatelo
in
un
sopralluogo
alle
Ardeatine
per
vedere
come
saluta
quelle
tombe
.
Già
il
più
famoso
giornalista
italiano
,
che
ha
fatto
inconsapevolmente
il
suo
dovere
nella
guerra
chimica
in
Abissinia
,
ha
scritto
che
Priebke
è
solo
un
nazista
consapevole
che
ha
doverosamente
ubbidito
agli
ordini
.
E
ieri
un
giornale
milanese
ha
di
nuovo
indicato
come
colpevoli
della
strage
i
partigiani
di
via
Rasella
,
con
l
'
accusa
supplementare
dell
'
uccisione
di
un
ragazzo
.
Perché
lo
chiamiamo
revisionismo
storico
?
Chi
pensa
e
scrive
queste
cose
è
in
perfetta
continuità
col
passato
.
Pensa
e
scrive
che
la
guerra
nazista
e
l
'
occupazione
tedesca
a
Roma
,
come
in
Europa
,
erano
normali
,
che
l
'
anomalia
stava
in
chi
resisteva
.
Pensa
e
scrive
che
la
criminalità
(
achtung
,
banditen
)
stava
negli
improvvisati
attentati
partigiani
,
la
legalità
nella
rappresaglia
dei
buoni
soldati
del
Reich
.
Personalmente
sono
convinto
che
la
guerra
,
ogni
guerra
,
è
di
per
sé
un
crimine
contro
l
'
umanità
,
o
meglio
un
crimine
dell
'
umanità
contro
se
stessa
.
Ma
questo
non
mi
fa
dimenticare
che
c
'
era
un
abisso
fra
l
'
animo
di
chi
combatteva
quella
guerra
per
la
propria
e
altrui
libertà
e
l
'
animo
di
chi
la
combatteva
per
la
supremazia
e
il
dominio
,
tra
quei
giovani
che
andavano
allo
sbaraglio
e
le
funeste
divise
del
Reich
.
Il
clima
torbido
che
si
vuoi
creare
attorno
a
un
processo
che
dovrebbe
essere
semplice
ed
esemplare
mi
conferma
purtroppo
in
un
'
altra
convinzione
che
ogni
tanto
incautamene
esprimo
,
su
quanto
siano
profonde
e
non
recise
nella
storia
italiana
le
radici
del
fascismo
.
Del
fascismo
in
senso
puro
.
StampaQuotidiana ,
Mi
domando
come
mai
i
ragazzi
e
le
ragazze
di
Salò
siano
venuti
in
mente
a
Luciano
Violante
nell
'
anno
1996
,
nel
giorno
della
sua
elezione
alla
presidenza
della
Camera
.
Non
trovo
risposta
.
Non
mi
pare
che
ci
sia
un
'
emergenza
,
che
viviamo
tempi
di
antifascismo
attivo
e
persecutorio
da
scoraggiare
.
Oggi
è
riconosciuta
a
Priebke
più
dignità
che
alle
sue
vittime
.
E
se
qualcuno
deve
difendersi
dall
'
insulto
di
giornali
e
volantini
,
si
tratta
di
qualche
vecchio
partigiano
.
Non
direi
neppure
che
i
fascisti
o
postfascisti
abbiano
bisogno
di
risarcimenti
supplementari
.
Sono
non
solo
del
tutto
riabilitati
e
innocenti
ma
gratificati
da
un
vasto
consenso
,
e
per
poco
non
sono
al
governo
dell
'
Italia
.
Un
clima
persecutorio
contro
i
vinti
non
c
'
è
mai
stato
neanche
in
passato
.
Ci
fu
un
'
amnistia
e
nessuna
epurazione
né
in
basso
né
in
alto
.
L
'
unico
processato
e
fucilato
dopo
la
guerra
fu
mi
pare
Pietro
Koch
,
giovane
capo
della
banda
omonima
,
un
patriota
che
ho
conosciuto
.
Fin
dall
'
inizio
il
Msi
,
erede
della
Rsi
,
fu
legittimato
come
forza
politica
ausiliaria
e
utilizzato
in
alleanze
elettorali
e
parlamentari
.
Parallelamente
,
la
Resistenza
nella
sua
componente
comunista
fu
denigrata
dai
governi
democristiani
e
dai
corpi
dello
Stato
con
molto
zelo
,
in
coerenza
con
la
guerra
fredda
.
Più
in
generale
,
la
storia
è
stata
riscritta
in
questi
anni
non
solo
in
Italia
ma
in
Europa
e
le
parti
sono
state
ribaltate
.
Non
parificate
o
conciliate
,
ma
ribaltate
.
È
senso
comune
che
l
'
olocausto
sia
un
'
esagerazione
e
che
la
gioventù
hitleriana
,
come
i
militi
della
Rsi
,
avesse
alti
ideali
.
Un
caduto
o
un
decorato
della
Resistenza
sono
invece
controversi
o
retorici
,
garibaldini
ritardati
.
Erano
miei
compagni
di
scuola
,
i
ragazzi
e
le
ragazze
di
Salò
.
Non
erano
misteriosi
,
erano
figli
del
fascismo
e
hanno
continuato
a
fare
ciò
che
gli
era
stato
insegnato
.
Oppure
erano
coscritti
,
dopo
l'8
settembre
non
c
'
erano
le
truppe
americane
ma
le
accoglienti
divisioni
tedesche
.
Di
fronte
al
Senato
ho
rivisto
per
caso
alzando
gli
occhi
la
lapide
che
ricorda
Persichetti
,
un
ragazzo
di
Porta
S
.
Paolo
.
Questo
sì
che
è
un
mistero
,
come
gli
sarà
venuto
in
mente
di
andare
a
morire
da
solo
contro
un
intero
esercito
?
Tutto
per
lui
era
perduto
in
quei
giorni
,
come
avrà
fatto
a
ritrovare
l
'
identità
?
Tra
i
miei
compagni
di
scuola
c
'
era
anche
un
certo
Serra
,
che
come
gappista
partecipò
indirettamente
a
via
Rasella
,
poi
fu
arrestato
,
poi
si
arruolò
nell
'
esercito
volontario
e
fu
ucciso
da
un
obice
sulla
linea
gotica
.
Era
un
vincitore
nato
,
poco
interessante
.
Non
sentivo
il
bisogno
,
lo
confesso
,
di
una
menzione
speciale
dei
ragazzi
e
delle
ragazze
di
Salò
.
Non
sentivo
il
bisogno
neppure
di
un
'
ovazione
fascista
.
Ma
forse
è
questa
l
'
arte
di
governo
.
Forse
serve
a
formare
un
fronte
unico
contro
chi
attenta
al
cuore
dello
Stato
.
StampaQuotidiana ,
Sul
primo
governo
di
centro
-
sinistra
della
storia
repubblicana
,
quello
Moro
-
Nenni
,
sventolò
la
bandiera
della
nazionalizzazione
dell
'
energia
elettrica
,
costosissima
e
infruttuosa
.
Sul
nuovissimo
governo
di
centro
-
sinistra
dell
'
Ulivo
proponiamo
che
sventoli
la
bandiera
di
una
nazionalizzazione
inedita
,
gratuita
e
altamente
produttiva
,
la
nazionalizzazione
del
Giubileo
.
Un
Giubileo
non
apostolico
-
romano
ma
apostolico
-
peninsulare
,
o
semplicemente
apostolico
,
senza
con
ciò
far
torto
né
al
sindaco
Rutelli
né
al
nome
di
battesimo
del
presidente
del
Consiglio
.
Indirizziamo
e
incanaliamo
equamente
i
40
milioni
di
pellegrini
,
desiderosi
di
santificare
il
z000
,
verso
le
molte
città
sante
d
'
Italia
,
ciascuna
delle
quali
può
vantare
un
insigne
patrono
e
basiliche
e
romitaggi
famosi
.
Grande
giovamento
ne
trarrebbero
:
a
)
la
fede
;
b
)
le
opere
pubbliche
,
con
o
senza
carabinieri
;
c
)
lo
spirito
ad
un
tempo
nazionale
e
federale
della
penisola
.
Preghiera
,
devozione
,
penitenza
,
indulgenza
,
oboli
,
pervaderebbero
ogni
borgo
dalle
Alpi
al
mare
,
dal
Nord
-
Est
al
profondo
Sud
,
fino
alla
cattedrale
di
Noto
che
risorgerebbe
ad
opera
dei
giubilanti
.
Che
la
sede
di
Pietro
e
anche
quella
di
Di
Pietro
siano
in
Roma
non
è
un
impedimento
,
anzi
:
il
Pontefice
ama
seguire
il
gregge
nelle
migrazioni
,
l
'
eccesso
di
romanità
non
giova
all
'
unità
delle
Chiese
cristiane
,
e
il
ministro
e
i
suoi
carabinieri
eserciterebbero
a
tutto
campo
la
delega
per
le
aree
urbane
di
cui
sono
titolari
.
La
malapianta
della
simonia
e
del
mercimonio
,
che
né
la
Riforma
luterana
né
il
Concilio
di
Trento
,
né
i
canoni
1441
,
1465
e
2371
del
Codice
di
diritto
canonico
hanno
mai
del
tutto
estirpato
,
attecchirebbe
meno
facilmente
se
decentrata
e
sottratta
al
monopolio
dei
palazzinari
e
campioni
olimpici
metropolitani
.
Dilatando
e
nazionalizzando
l
'
evento
,
il
rapporto
virtuoso
tra
investimenti
e
rendimento
verrebbe
incrementato
,
i
pellegrini
e
penitenti
raddoppierebbero
fino
a
Zoo
milioni
,
si
potrebbe
cominciare
subito
e
andare
oltre
il
2000
.
Come
ha
detto
autorevolmente
il
cardinale
Ratzinger
,
non
bisogna
formalizzarsi
sulla
data
.
E
neppure
sui
luoghi
,
dunque
.
In
un
Giubileo
diluito
,
perpetuato
,
nazionalizzato
e
federalizzato
,
non
solo
S
.
Pietro
ma
anche
S
.
Francesco
d
'
Assisi
e
S
.
Antonio
da
Padova
e
S
.
Gennaro
ospiterebbero
degnamente
i
fedeli
.
E
molti
sindaci
e
vescovi
affiancherebbero
volentieri
il
sovraffaticato
Rutelli
.
E
il
presidente
del
Consiglio
vedrebbe
valorizzato
il
suo
ruolo
primario
.
E
a
Roma
sarebbero
ecologicamente
risparmiate
40
milioni
di
pizze
a
taglio
e
lattine
di
birra
giornaliere
per
credenti
e
miscredenti
giapponesi
.
È
vero
,
tutto
oggi
è
privatizzato
ad
eccezione
di
gratta
e
vinci
.
Facciamo
del
Giubileo
una
più
alta
ed
ecumenica
eccezione
.
Se
l
'
on.
Pannella
fosse
sopravvissuto
alle
elezioni
,
potrebbe
indire
un
referendum
.