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Storie d'Italia ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Suggerisco al presidente Scalfaro , e anche al presidente Violante , una visita a Cefalonia , poco distante da Brindisi . Ci sono nell ' isoletta greca un modesto monumento e una lapide all ' interno di una cava ardeatina che ricordano i diecimila soldati , sottufficiali , ufficiali di ogni grado della divisione Acqui , per metà uccisi in combattimento e per metà fucilati dai tedeschi e sepolti in mucchio , nel settembre del 1943 . Era un pezzo dell ' esercito italiano , ragazzi di Calabria , Sardegna , Friuli e chissà dove , prima mandati allo sbaraglio da Mussolini e poi abbandonati a se stessi dal Re e dai capi militari , dopo l ' armistizio e la fuga a Brindisi . Ma sì , rimpatriamo le salme dei Savoia , trasferendole nel cimitero e nell ' ossario italiano di Cefalonia . Questo sì sarebbe un rito , per quanto macabro , di pacificazione e umiltà nazionale . E richiamiamo dall ' esilio i viventi di sangue reale , con fissa dimora a Brindisi : quella è la loro capitale elettiva , non Roma disertata e abbandonata nelle mani di Priebke e dei ragazzi di Salò . Sono passati cinquantatré anni , ma è come se queste cose fossero accadute ieri , per chi c ' era . Certo non si studiano e non si studieranno mai nelle nostre scuole pubbliche e private , neanche se ministro dell ' istruzione fosse Federico Engels , e i più giovani non ne sanno nulla . Ma è tristissimo che ne giunga per di più alle loro orecchie un ' eco distorta e bugiarda . Poco male , se Scalfaro e Violante parlassero a titolo personale , il male è che rivestono le loro parole di un ' autorità che in questa materia non gli compete affatto . In quei giorni non andò perduta genericamente l ' identità nazionale , come pensa il prof. Galli della Loggia , ma si celebrò specificamente il fallimento delle classi dirigenti di questo paese . Se qualcuno vuol celare o sminuire quel fallimento e ristabilire una continuità statale col passato monarco - fascista , stia attento : non colmerà un fossato incolmabile ma seminerà veleno negli animi . Ci possono essere eccezioni morali più profonde di quelle territoriali . È amaro sentirsi obbligati a prendere la penna per ripetere verità elementari . Almeno questo genere di testimonianze potrebbe esserci risparmiato .
Prima della partita ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Auguro al governo dell ' Ulivo di vincere la partita Italia - Germania , intendo la partita di Manchester non quella di Maastricht . Non è che i nostri governanti scenderanno direttamente in campo , come contro i cantanti , ma è noto che tra politica e sport c ' è un nesso fortissimo ( come insegnano l ' Avvocato , il Cavaliere , il Ciclista e anche le Olimpiadi di Berlino del 1936 ) . Ha già fatto due o tre passi falsi , il governo dell ' Ulivo , che Dio perdoni Rosi Bindi ( la quale fortunatamente non gioca a pallone ) . E i siciliani gli hanno fatto sgarbo . Perciò ha bisogno di ritrovare la pubblica benevolenza e non c ' è nulla di meglio di una vittoria sportiva . Per una volta ( solo una , rassicuro Revelli ) farò il tifo per Ravanelli , nonostante il nome . Di solito me ne infischio , sono rimasto ai tempi nazional - popolari di Combi , Rosetta e Caligaris , in fatto di calcio sono xenofobo e con queste squadre cosmopolite non so mai in quale parte del campo giocano gli italiani . Eppoi non sopporto i loro svarioni , se penso che con la paga di uno solo « il manifesto » non avrebbe problemi . Ma tiferò per un ' altra ragione , che sono arretrato non solo nel calcio ma anche nella politica e ho una vecchia ruggine contro la grande Germania . Non so che farci , se sento parlare tedesco alle mie spalle ho un sobbalzo e adocchio il primo portone dove imbucarmi . Se scendessi in campo , sparerei cannonate immaginando che il portiere sia il nipote di Goering . Gli esperti mi ricordano che in una partita storica contro la Germania ( non parlo del 25 aprile a Genova ) il goal decisivo fu di Rivera , oggi diniano . Quando scrissi che non avrei votato Dini neanche sotto tortura avevo dimenticato questo particolare meritorio . Mi autocritico , esorto Sacchi a mettere direttamente l ' ex rospo saltatore a centrocampo : in fondo è un campionato europeo e un ministro degli Esteri farebbe la sua figura . Avevo un amico la cui massima aspirazione era fare la regina d ' Inghilterra . La mia sarebbe fare l ' Arrigo Sacchi . È un mestiere più divertente del mio , ne dipendono molte più cose compresi i destini nazionali almeno per due ore . Né potrei farlo peggio del mio , visto come va il giornale . Soprattutto , lui può decidere quel che vuole . Mi adopererei soprattutto a un fine : evitare gli sbalzi d ' umore che contraddistinguono i nostri giocatori e in genere il carattere degli italiani . Più professionalità e meno passionalità . Per favore , cerchiamo di non crollare al primo goal incassato . Vale anche per via Tomacelli . Auguriamoci piena vittoria . L ' Avvocato ha detto , dal ponte della sua barca da venti miliardi , che un governo di sinistra può fare « certe riforme » meglio di un governo di destra . Quali riforme ? Nautiche ? Calcistiche ? Pensionistico - salariali ? Auguriamoci piena sconfitta , in questo caso .
Palloni ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
L ' Ulivo ha perso il campionato europeo , nonostante la generosa prestazione di Mussi , capogruppo del Pds , la presenza in tribuna di Gianni Agnelli , e l ' espulsione del povero Strunz . Non rientreremo di conseguenza nello Sme ? Non è detto , in fondo contro gli überalles abbiamo pur sempre pareggiato . Il nostro tifo è andato sprecato , o perché portiamo sfortuna o perché ha ragione Revelli : non è il caso di tifare . Nelle tribune non c ' erano bombe ma neanche grandi applausi . D ' altronde , contrariamente alle nostre sollecitazioni , non c ' era neanche Ravanelli . Si è scaldato in panchina fino allo stremo ma non è entrato in campo , è chiaro che Arrigo Sacchi non legge « il manifesto » . Meritavamo la vittoria , non immaginavo che i tedeschi fossero dei palleggiatori all ' indietro , niente a che vedere con i panzer di cinquant ' anni fa . Ma chi dice di meritare la vittoria senza ottenerla suscita scherno . Come se noi dicessimo che meritiamo centomila lettori , cosa peraltro verissima . « Una maledizione ci insegue » , ha detto a un certo punto il telecronista , che ama l ' iperbole ed è l ' unico che giochi con vera passione . Ma un rigore sprecato non è una maledizione , è una cosa da ritiro in convento . Può capitare , a me capita di scrivere pezzi come questo , ma perché un pianista che sbaglia una nota su tremila di uno studio di Chopin viene bocciato e un calciatore che sbaglia un tiro da undici metri non fa una piega ? Credevo di distrarmi , ma questo calcio postmoderno ha un ' impressionante somiglianza con la politica corrente . Noiosetto . Enfatico . Inconcludente . C ' è chi perde ma nessuno vince . A parte la testa di un certo Bobic , che spuntava dappertutto come Scalfaro e Di Pietro , e un paio di portieri che sanno dove va la palla , nell ' arena si somigliano tutti e sono tutti interscambiabili . Meno Ravanelli naturalmente , che si distingueva perché non c ' era . Grande agonismo , dice il telecronista dopo un minuto di gioco e otto calci al pallone . Anticipo netto , quasi potesse darsi un anticipo ritardato . Bell ' aggancio di palla , come se lo stop non si imparasse da piccoli nei ricreatori parrocchiali . Durissimo attacco di D ' Alema a Veltroni . Di Pietro minaccia le dimissioni . Scontro Ciampi - Bankitalia . Sarà la TV , che riduce tutto in Coca - Cola . Vorrei che gli esperti mi spiegassero una cosa . Perché mai , al trentesimo del secondo tempo , una squadra che sta per essere eliminata e non ha più nulla da perdere salvo l ' onore non si butta allo sbaraglio , compreso il portiere a centrocampo ? Non passerebbe alla storia un portiere che segna il goal della vittoria ? Dite quel che volete , io sono per la formazione uno due tre cinque . Combi , Rosetta , Caligaris , Piziolo avanti , Bertolini ecc. Chi ha ben detto che la miglior difesa è l ' attacco ? Enrico Toti ? Umberto Bossi ? Caro Valentino , io seguirei questa linea , nella nostra assemblea di sabato .
Brutti ricordi ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Persone amiche mi hanno rimproverato per le cose che ho scritto in occasione dell ' incontro di calcio tra Italia e Germania . Non ne hanno affatto apprezzato il tono scherzoso e si sono sentite offese da mie sgradevoli battute . Perciò mi scuso , con loro e con me stesso . È vero che non bisogna scherzare con le cose serie . Non si può indulgere alla xenofobia , ancorché sportiva , tirare in ballo a sproposito il nipote virtuale di Goering , confondere il nazismo con i tedeschi e il passato con il presente . Certo non intendevo nulla di simile , ma le intenzioni non contano se si prestano all ' equivoco . È una dissonanza che mi confonde e mi fa riflettere . Evidentemente ho dei brutti ricordi . Questo è legittimo , ma dovrei tenermeli per me e non farli affiorare impropriamente in un editoriale del « manifesto » . Se per caso c ' è stato un periodo della vita , mia o di altri , in cui una voce o un accento erano immediatamente associati alla sensazione di un pericolo mortale , è una faccenda lontanissima e privata . Forse anche una patologia . Le esperienze individuali non si possono trasmettere , appunto perché sono individuali , neppure scrivendo un libro . Ciò non ha la minima importanza . Ma temo che qualcosa di simile valga anche per le esperienze collettive , cioè per le vicende della storia , e questo è un discorso più grave . Quel che noi chiamiamo revisionismo storico è un ' operazione intenzionale e politicamente finalizzata , ma è certamente favorita da un oblio , da un appannamento della memoria e degli eventi , che è quasi una legge di natura : un fenomeno fatale come il trascorrere del tempo , a cui non c ' è rimedio . Due righe di agenzia bastano oggi per confermare che un supermercato sorgerà ad Auschwitz . Quest ' idea , che neanche al peggiore degli uomini sarebbe venuta in mente in altre stagioni , non suscita neppure il blando stupore di un anno fa . Ammesso che l ' orrore di quel campo sia mai esistito , non può più essere percepito intimamente , è inconoscibile ai posteri , è al massimo una fredda nozione e per il papa romano un impaccio . Non so che cosa spinga Igor Man a seguire sul suo giornale il processo Priebke sforzandosi disperatamente di raccontare , di evocare , la mostruosità universale delle logiche naziste . Non può riuscirci , come non ci riescono le parole dei vecchi testimoni . Non è più una grande tragedia , ma una mediocre controversia giudiziaria . Dimenticare , dopotutto , è più semplice e generoso che riesumare . La memoria si accompagna spesso al risentimento . È o può ben sembrare gretto ricordare come aguzzini i ragazzi di Salò , sebbene lo fossero . E sinceramente invidio Bassolino che mangerebbe un ' innocente pizza con i giovani Savoia , i quali ignorano con pari innocenza le colpe degli antenati . Certo l ' oblio e la banalizzazione comportano un rischio , accantonare le tragedie della storia rende più facile che si ripetano . Ogni tanto accade , infatti . Ma noi abbiamo la fortuna di vivere in un ' epoca pacificata e rassicurante , dove si sa che i fascismi sono improbabili e le guerre irrilevanti .
Dove vai? ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Perché l ' on. D ' Alema maltratta volentieri l ' on. Prodi e il suo governo , fin dal dì natale ? L ' on. D ' Alema è considerato un uomo di sangue freddo che non cede al nervosismo e un tattico sopraffino che calcola ogni mossa . Perché dunque si agita e mostra verso l ' Ulivo più diffidenza che comprensione ? Prima risposta . L ' on. D ' Alema è convinto di essere il personaggio più potente d ' Italia , anche perché lo scrivono i giornali , e quindi mal sopporta che l ' on. Prodi e il suo governo considerino il Pds poco più che un portatore d ' acqua , così come considerano il Prc un donatore di sangue . E perciò alza la voce . Seconda risposta . L ' on. D ' Alema è convinto che il governo dell ' on. Prodi deluderà le attese popolari , com ' è probabile data la sua composizione ibrida , il suo modesto profilo programmatico , i paracarri europei e di mercato entro cui si muove , e come mostra in queste ore la collisione col sindacato . E perciò prende le distanze . Terza risposta . L ' on. D ' Alema teme di restare intrappolato nelle maglie del suo capolavoro elettorale . La volpe di Gallipoli è entrata vittoriosa nel pollaio , ma è circondata e stretta al centro da molti galli e fuori a destra ad aspettarla c ' è il fattore col fucile spianato . E perciò cerca un buco nella rete . Quarta risposta . L ' on. D ' Alema ha sempre considerato l ' Ulivo una cosa acrobatica e transitoria , buona per scalzare Berlusconi ma senza prospettiva , e ha già in tasca la soluzione . Che è quella di un sistema bipolare compiuto , presidenzialista con doppio turno , che elimini cespugli di destra e di sinistra , e di un partito socialdemotecnocratico che governi dopodomani in prima persona in alternanza con uno schieramento giscardiano . Queste quattro risposte si intrecciano benissimo tra loro , se poi ce n ' è anche una quinta non saprei . Il quadro che mi risulta non è felice , siamo lontanissimi dal clima più limpido che il successo del 21 aprile prometteva , e anche un mostro policefalo potrebbe resuscitare . L ' ipotesi tuttora più probabile è però che il governo dell ' Ulivo continui a vivacchiare per un tempo indefinito con clausole di salvaguardia di varia natura . La litigiosità e la mediocrità hanno fatto per molti anni la fortuna del sistema politico italiano , se non della società nel suo insieme . Può darsi che sia ancora così , tenuto conto che non viviamo , come sempre l ' on. D ' Alema ama ripetere , in tempi eroici e neppure tanto decorosi .
E con questo? ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Da un parcheggio affollato esce un ' auto . Manovrate per prendere posto ma qualcuno vi sfreccia davanti e occupa . Obiettate educatamente ma vi sentite rispondere : c ' era prima lei , e con questo ? O fate a cazzotti o abbozzate , una soluzione civile è esclusa . È una metafora della politica nazionale . Tutti lo vedono , lo dicono e lo scrivono , che il presidente Scalfaro tracima dalle sue funzioni costituzionali e governa impropriamente , anticipando un regime di tipo personale . E con questo ? È lui il primo a compiacersene e a esibire questo comportamento . Recita tutte le parti meno quella di un capo dello Stato che delle parti dovrebbe essere al di sopra . E con questo ? Non sarà Pannella , buffone di corte , a impicciarlo ( con la i ) . Tutti lo sanno , e lui per primo , che il presidente Dini aveva un incarico di governo limitato a quattro punti programmatici scaduti in giugno . Tuttavia non se n ' è andato allora e non se ne andrà oggi , non importa con chi resta , né per cosa né per quanto , 50 per cento tecnico e 50 per cento politico , coda di rospo e testa di principe o viceversa . È uno sberleffo , e con questo ? Non sarà Bertinotti , con venti deputati , a impedirlo . Silvio Berlusconi è sotto giudizio , andrà presto ( o no ? ) sotto processo , era detto incompatibile con le cariche pubbliche , invece esplora a cavallo di consorzi bancari le sorti della politica nazionale , con investitura e ringraziamenti del Quirinale . E con questo ? Non sarà Prodi , che non esplora più neppure in bicicletta , a intralciarlo . Massimo D ' Alema è il segretario di un partito della sinistra , anche questo lo sanno tutti , sebbene sia difficile crederci . Disse una volta di Silvio Berlusconi che il conflitto di interessi lo metteva fuori gioco anche se fosse stato plebiscitato dal popolo . Oggi contratta con lui un governo speciale e una revisione costituzionale privata , un compromesso storico interpersonale . E con questo ? È come cambiare appartamento . Comunque vadano le cose , cioè malissimo , il presidente Scalfaro può contare sulla democristianità diffusa e Berlusconi , D ' Alema e Fini sul 20 per cento circa dell ' elettorato per ciascuno , qualsiasi cosa facciano . Essi sfrecciano e occupano qualunque posto . È la classe dirigente , il potere . In definitiva questo paese ha avuto per un quarto di secolo un regime fascista e per mezzo secolo un regime democristiano , anche se con forti minoranze democratiche . I sedimenti del secondo prevalgono tuttora su quelli del primo , ma oggi andiamo verso un sistema inedito che li assomma e li mischia , e che meriterebbe di essere studiato antropologicamente . Servirebbe Gramsci , più di Marx .
La volpe del Tavoliere* ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
D ' Alema non lo sa ma qualcuno dovrebbe dirglielo , amichevolmente . Quando appare in televisione , cioè ogni minuto e mezzo , fa ormai pensare a una parodia , a un ' involontaria presa in giro di sé e degli altri . Somiglia sempre di più , con tutto il rispetto , a Peppino De Filippo . Se avessimo ancora qualche speranza che una coalizione democratica decorosa e una sinistra visibile ( ultima novità ) possano vincere un confronto elettorale con la destra dilagante , D ' Alema riesce a togliercela senza rimedio . Occhetto era altrettanto irritante , ma meno deprimente . Se esistesse , la dirigenza del Pds dovrebbe legare l ' attuale segretario , sia pure con quei guinzagli elastici che permettono un certo raggio d ' azione , invece di delegargli il potere di intorbidare ogni cosa . Ma per esistere , una dirigenza non dovrebbe essere fatta a immagine e somiglianza del principale , tanti occhettini e d ' alemini a seconda delle circostanze . Vien quasi da dubitare che un Pds esista , se non come area elettorale , tant ' è remissivo . E infatti Veltroni o chi per lui lo scioglierebbero volentieri , e prima o poi lo faranno . Le bolognine si tirano l ' un l ' altra , come le ciliege , e non finiscono mai . Quando si parte col piede sbagliato si ruzzola fino a rompersi l ' osso del collo , per legge di gravità . Un anno fa c ' era ancora qualche possibilità di rivincita o rivalsa sullo sciagurato voto del 27 marzo . Berlusconi era caduto malamente , la destra era presa in contropiede , un sussulto democratico era pur vagamente nell ' aria . Un leader politico minimamente dotato e coraggioso , una sinistra minimamente convinta , avrebbero colto l ' attimo , passato il Rubicone ( che poi è un fiumiciattolo ) , allargato il varco ed espugnato Saigon . Le elezioni in quel giugno ( quello passato , non quello venturo ) , sarebbero state una vittoria politica , anche se fossero risultate tecnicamente neutre . Ma scherziamo ? La volpe di Gallipoli e gli addetti all ' ingegneria e idraulica di Montecitorio sono molto più astuti di così . Hanno studiato la storia al liceo e hanno deciso di temporeggiare e logorare il nemico ( come Fabio Massimo ) , di reclutare in ogni dove banchieri e giustizieri simbolici nonché truppe cammellate padane ( come Scipione l ' Africano ) e di giocare a sottomuro con le figurine della Costituzione nei cortili del Quirinale . Col risultato che , dopo un anno , il logoro Berlusconi risplende come un lord protettore della politica nazionale e l ' imberbe Fini come punta di diamante della nuova Repubblica ( la III in ordine cronologico e gerarchico , la I essendo per lui quella di Salò ) . Ora lo scaltro D ' Alema , dopo questo capolavoro di tattica e strategia , ci rassicura in interviste giornaliere e incredule assemblee che non farà porcherie ma solo democratiche intese e governi conseguenti . Ma non ci aveva scritto poco fa che questi progetti erano nostre invenzioni calunniose ? Sì , ma è appunto con questi giochi di parole che si vendono i tappeti nei suq . Le farà , le porcherie , ne farà di crude e di cotte nel lungo brodo da caserma della crisi governativa e del semestre europeo . Non c ' è nessun bisogno di aspettare per credere , le ipotesi di crisi bicefale , governi a mezzadria , maggioranze cumulative e trasversali , commerci costituzionali e legislativi , mascherate presidenzialiste , sono porcherie già consumate per il solo fatto d ' essere formulate . Un ' orgia di craxismo ritardato , un credito dispensato a piene mani alle culture di destra di ogni specie . C ' è del metodo in questa follia , non è più una politica ma tutta una mentalità . Affrontare le elezioni significa ormai , per il leader minimo , una sconfitta campale . Per ritardarla sarà dunque opportuno mettere a repentaglio tutto , anche l ' onore come si diceva una volta , o semplicemente il decoro . Non quello personale , che è affar suo e di ciascuno , ma quello della sinistra e della democrazia , e questo non dovremmo permetterlo . Purtroppo , accade già nella realtà di ogni giorno , non c ' è di nuovo bisogno di aspettare per credere : se sbattiamo in galera gli immigrati clandestini , possiamo anche inserire questo sano principio nella Costituzione riformata .
La questione è posta ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
È ingiusto non ricordare i meriti delle persone cadute in disgrazia . Anche Cristoforo Colombo ebbe le sue pene , ma nessuno dimenticò la sua scoperta . Non si può dire lo stesso di Bettino Craxi , misconosciuto inventore del presidenzialismo come rimedio , oggi universalmente auspicato , ai nostri mali nazionali . Ricordo un suo precoce discorso nel parco buoi ( definizione sua ) di Montecitorio sulla madre di tutte le riforme , cioè l ' elezione diretta di un capo , dello Stato o dell ' Esecutivo fa lo stesso : non è matura ma , aggiunse solennemente , « la questione è posta » . È buffo come questa idea sia diventata senso comune e che se ne discuta come si trattasse di una tecnica anziché di una politica , senza valutarne la genesi , ma scimmiottando altri paesi e prescindendo ( come Totò ) dalle particolarità nazionali e dalla storia recente e remota di questo nostro paese . Abbiamo avuto quasi un secolo di monarchia e fascismo e mezzo secolo di democrazia bloccata a regime unico e quanto mai stabile , per non parlare dei poteri forti extraistituzionali che conosciamo . Non direi che abbiamo patito l ' anarchia . Che cos ' è allora questa sete di presidenzialismi , ricerca del nuovo o struggente nostalgia ? Ma lasciamo la storia e accontentiamoci della cronaca . Senza potere apparente e senza investitura diretta , il nostro Quirinale repubblicano ci ha fatto volentieri ascoltare rumore di sciabole ( Segni - De Lorenzo ) , nitriti di cavalli ( Gronchi - Tambroni ) , martellio di picconi ( Cossiga ) . Eppure erano bravi democratici . A palazzo Chigi abbiamo conquistato il record mondiale della stabilità con Giulio Andreotti e anche con Bettino Craxi . Pensate che cosa avrebbero combinato se fossero stati loro i beneficiari di un ' investitura diretta , non importa in quale palazzo , inamovibili per volontà popolare . Eppure erano ( sembravano ? ) bravi democratici , come per certo saranno ( sembreranno ? ) i loro successori . Non era forse Di Pietro un magistrato esemplare , prima di tracimare ? Eleggetelo pure ( lui o chi vi pare ) al Quirinale o come premier , senza poteri come in Austria o a imitazione dell ' Eliseo con un parlamento maggioritario . Qui nisciuno è austriaco , qui chi avrà venticinque milioni di voti farà un ' amnistia o un test nucleare come gli detterà l ' umore . Se c ' è un paese che avrebbe bisogno , ai suoi vertici , di più lacci e lacciuoli , pesi e contrappesi , controlli e revoche , decentramento e partecipazione , elasticità , insomma di più democrazia e meno autocrazia e arbitrio e immunità , questo paese siamo noi . Perciò facciamo il contrario . I saggi che scrissero la Costituzione commisero uno strano errore , stabilendo una procedura e una maggioranza speciale per le revisioni costituzionali ma non per le leggi elettorali . Così quel dannato referendum e il passaggio al sistema maggioritario ( già De Gasperi ci aveva profeticamente provato quarant ' anni prima ) hanno agito come un grimaldello e ora lo scasso procede al plastico . A che servono d ' altronde le elezioni senza riforme , se riconfermano lo stesso disordine e nulla cambia ? Anche questo argomento è diventato senso comune , e a me sembra l ' indice più eloquente del decadimento della politica e della sua riduzione a ragioneria . È il massimo del disarmo , della sfiducia , come dire che non si ha nulla da dire , un programma da proporre , una verità da affermare , una mobilitazione da promuovere , una sfida da lanciare , una speranza da alimentare , un consenso più alto da meritare .
Il messaggio ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Si dice che non bisogna dipingere il diavolo più brutto di quello che è . Ma con la triplice intesa Fini - Berlusconi - D ' Alema e l ' annesso supergoverno presidenzialista non si corre questo rischio . È così brutto che anche chi vorrebbe amarlo chiude gli occhi . Se per parte nostra abbiamo contribuito a diffondere questo senso di rigetto possiamo rallegrarcene . Se ora Letta , Tatarella e Mussi entrassero fisicamente nel governo Maccanico , anche i bambini si accorgerebbero del punto a cui siamo arrivati . Perciò non accadrà , non per pudore ma per cautela . Che differenza fa ? Possiamo aspettarci in futuro anche di peggio , se non si spezza il patto scellerato . Questo patto d ' acciaio , o di latta che sia , è stato stretto dai protagonisti in lunghi conciliaboli segreti , mentre pubblicamente ci prendevano in giro con la bozza Fisichella . Una condotta così disonesta la dice lunga sul grado di intimità raggiunto dai tre e dal disdegno in cui tengono le forme democratiche . Se c ' è nel Pds chi si sente ferito dal nostro furore più che da simili comportamenti , mi dispiace per lui . Con i quali comportamenti è stato impostato un golpe originale a sei mani , bianco e freddo : con un governo politico di lunga durata ( nelle intenzioni ) , una maggioranza politica del tutto estranea alla volontà degli elettori , una revisione in blocco della Costituzione senza mandato popolare . Volete di più ? Ora è certo che i protagonisti di questa avventura faranno pesare i rispettivi retropensieri , che dovranno fare i conti con le proprie truppe stordite e i propri alleati vilipesi , che metteranno acqua o additivi nel loro vino . Ma la bottiglia è sturata e il brindisi imbandito ( se non gli va di traverso ) . È come se fosse rinato un gigantesco e multiforme Caf , nel cui seno la concorrenza di potere prende il posto di ogni idea di alternativa o perfino di alternanza significativa . Il messaggio che arriva alla grande opinione pubblica è di una semplicità disarmante . È che la democrazia è una perdita di tempo , che rappresentanza e partecipazione sono parole vuote , che il potere e anzi il comando dev ' essere concentrato e interamente delegato . Ed è che questa concezione del potere accomuna oggi , salvo sfumature per specialisti , la quasi totalità delle forze politiche , già pressoché indistinguibili sul terreno dei programmi . È un mistero , per me , come mai tanti democratici non sappiano immaginare l ' effetto moltiplicatore che questo messaggio susciterà in un paese già spostato a destra come il nostro , dove il partito di Fini non è lontano dal primato . E come possano pensare di controllare questo effetto e di avvantaggiarsene più e meglio di Berlusconi , che della manipolazione di massa è l ' inventore e il beneficiario naturale . Forse il mistero si spiega con la mitridatizzazione subita da tanta parte della sinistra ufficiale , cioè con la credenza che assumendo gradualmente dosi di veleno sempre più alte si diventa immuni e si sopravvive anche a dosi da cavallo . Ovvero con la sindrome del re Mida che affligge il suo gruppo dirigente , ossia con la pretesa di convertire in oro tutto ciò che si tocca , sebbene la leggenda insegni che così si muore di fame e sete . O ancora con la presunzione e la vertigine da mosca cocchiera del suo leader , la mosca che in groppa a neri stalloni galoppanti non dubita d ' esser lei a guidare e vincere la corsa .
Pirro ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Bisogna andare all ' interno dell ' isola di Corfù per trovare degli ulivi fronzuti come quello che vincerà le elezioni del 21 aprile . La sua ombra si è dilatata a dismisura e al suo riparo c ' è di tutto , dalla sinistra estrema alla destra classica . La sua vittoria è aritmeticamente certa , anche se non sempre l ' aritmetica coincide con la politica . Fatto sta che le forze di discendenza comunista ( chiedo scusa al Pds ) possono contare su un serbatoio che con altre forze minori comprende più di un terzo dell ' elettorato , e che quasi tutto il vecchio pentapartito assemblato nel centro governativo di Dini può colmare facilmente la differenza . Al confronto , il Polo di destra appare piuttosto come un palo piallato , magari biforcuto ma spoglio di rami , fronde e festoni . Ammesso che Fini e Berlusconi conservino il consenso di un 40 per cento di elettori , non si vede dove altro possano pescare . Un ' impennata fascista ( chiedo scusa ) è sempre un ' eventualità , ma non sembrano crederci neppure loro . Annusano lo scacco e non nascondono l ' impaccio . Non è poi vero che la Lega corre sola , ha accordi di desistenza occulti e questo accresce ancora i margini di sicurezza dell ' ulivo di Corfù ? Se è lecito scherzare , la garanzia definitiva della nostra prevalenza viene dalla candidatura avversaria di Colletti , che in politica ( lo dico con sincero apprezzamento ) ha sempre perso per vocazione . Siccome alle elezioni , come anche alle Olimpiadi malgrado il marchese fondatore , non ci si va per partecipare ma per vincere con ogni mezzo , benissimo così . Ci sentiamo tranquillizzati , al riparo dai rischi di catastrofe , e quindi esentati una volta tanto dall ' obbligo di entusiasmarci e di imbrogliarci per pompare una vittoria già largamente assicurata dalla Fiat . Diciamo allora senza infingimenti che , trattandosi di una vittoria altamente drogata , sarà a rischio di squalifica un ' ora dopo . Battuti sul campo , Fini e Berlusconi siederanno di nuovo con tutti gli onori al tavolo delle riforme presidenzialiste già pattuite . Il pavone megalomane che stampa il suo nome a lettere cubitali sulle schede farà la ruota , e tornerà a fare l ' arbitro che s ' intende venduto . Anemizzato dalle desistenze e con una rappresentanza sminuita , il Pds sarà accerchiato da torme di centristi rinvigoriti e declassato da donatore di sangue a portatore d ' acqua , nel momento stesso in cui gli parrà di coronare il lungo sogno governativo . E all ' opposizione avremo cinquanta deputati . Più o meno questo sarà lo scenario postelettorale , che sarebbe arduo interpretare come una sconfitta della destra e una vittoria della sinistra . Il re dell ' Epiro passò infelicemente alla storia per vittorie di questo tipo , e conviene saperlo prima per essere meglio attrezzati dopo . Pazienza se ci arrivassimo senza una qualche visibilità e distinzione di sostanza e di fisionomia , il peggio è che ci arriviamo avendo accreditato fatalmente forme e meccanismi della politica che sono della politica una parodia e della democrazia una negazione . Quando ci si curva sotto queste forche caudine è poi molto faticoso raddrizzare la schiena e ricominciare « da sinistra » , anche dando a questa parola il significato più blando .