StampaQuotidiana ,
Suggerisco
al
presidente
Scalfaro
,
e
anche
al
presidente
Violante
,
una
visita
a
Cefalonia
,
poco
distante
da
Brindisi
.
Ci
sono
nell
'
isoletta
greca
un
modesto
monumento
e
una
lapide
all
'
interno
di
una
cava
ardeatina
che
ricordano
i
diecimila
soldati
,
sottufficiali
,
ufficiali
di
ogni
grado
della
divisione
Acqui
,
per
metà
uccisi
in
combattimento
e
per
metà
fucilati
dai
tedeschi
e
sepolti
in
mucchio
,
nel
settembre
del
1943
.
Era
un
pezzo
dell
'
esercito
italiano
,
ragazzi
di
Calabria
,
Sardegna
,
Friuli
e
chissà
dove
,
prima
mandati
allo
sbaraglio
da
Mussolini
e
poi
abbandonati
a
se
stessi
dal
Re
e
dai
capi
militari
,
dopo
l
'
armistizio
e
la
fuga
a
Brindisi
.
Ma
sì
,
rimpatriamo
le
salme
dei
Savoia
,
trasferendole
nel
cimitero
e
nell
'
ossario
italiano
di
Cefalonia
.
Questo
sì
sarebbe
un
rito
,
per
quanto
macabro
,
di
pacificazione
e
umiltà
nazionale
.
E
richiamiamo
dall
'
esilio
i
viventi
di
sangue
reale
,
con
fissa
dimora
a
Brindisi
:
quella
è
la
loro
capitale
elettiva
,
non
Roma
disertata
e
abbandonata
nelle
mani
di
Priebke
e
dei
ragazzi
di
Salò
.
Sono
passati
cinquantatré
anni
,
ma
è
come
se
queste
cose
fossero
accadute
ieri
,
per
chi
c
'
era
.
Certo
non
si
studiano
e
non
si
studieranno
mai
nelle
nostre
scuole
pubbliche
e
private
,
neanche
se
ministro
dell
'
istruzione
fosse
Federico
Engels
,
e
i
più
giovani
non
ne
sanno
nulla
.
Ma
è
tristissimo
che
ne
giunga
per
di
più
alle
loro
orecchie
un
'
eco
distorta
e
bugiarda
.
Poco
male
,
se
Scalfaro
e
Violante
parlassero
a
titolo
personale
,
il
male
è
che
rivestono
le
loro
parole
di
un
'
autorità
che
in
questa
materia
non
gli
compete
affatto
.
In
quei
giorni
non
andò
perduta
genericamente
l
'
identità
nazionale
,
come
pensa
il
prof.
Galli
della
Loggia
,
ma
si
celebrò
specificamente
il
fallimento
delle
classi
dirigenti
di
questo
paese
.
Se
qualcuno
vuol
celare
o
sminuire
quel
fallimento
e
ristabilire
una
continuità
statale
col
passato
monarco
-
fascista
,
stia
attento
:
non
colmerà
un
fossato
incolmabile
ma
seminerà
veleno
negli
animi
.
Ci
possono
essere
eccezioni
morali
più
profonde
di
quelle
territoriali
.
È
amaro
sentirsi
obbligati
a
prendere
la
penna
per
ripetere
verità
elementari
.
Almeno
questo
genere
di
testimonianze
potrebbe
esserci
risparmiato
.
StampaQuotidiana ,
Auguro
al
governo
dell
'
Ulivo
di
vincere
la
partita
Italia
-
Germania
,
intendo
la
partita
di
Manchester
non
quella
di
Maastricht
.
Non
è
che
i
nostri
governanti
scenderanno
direttamente
in
campo
,
come
contro
i
cantanti
,
ma
è
noto
che
tra
politica
e
sport
c
'
è
un
nesso
fortissimo
(
come
insegnano
l
'
Avvocato
,
il
Cavaliere
,
il
Ciclista
e
anche
le
Olimpiadi
di
Berlino
del
1936
)
.
Ha
già
fatto
due
o
tre
passi
falsi
,
il
governo
dell
'
Ulivo
,
che
Dio
perdoni
Rosi
Bindi
(
la
quale
fortunatamente
non
gioca
a
pallone
)
.
E
i
siciliani
gli
hanno
fatto
sgarbo
.
Perciò
ha
bisogno
di
ritrovare
la
pubblica
benevolenza
e
non
c
'
è
nulla
di
meglio
di
una
vittoria
sportiva
.
Per
una
volta
(
solo
una
,
rassicuro
Revelli
)
farò
il
tifo
per
Ravanelli
,
nonostante
il
nome
.
Di
solito
me
ne
infischio
,
sono
rimasto
ai
tempi
nazional
-
popolari
di
Combi
,
Rosetta
e
Caligaris
,
in
fatto
di
calcio
sono
xenofobo
e
con
queste
squadre
cosmopolite
non
so
mai
in
quale
parte
del
campo
giocano
gli
italiani
.
Eppoi
non
sopporto
i
loro
svarioni
,
se
penso
che
con
la
paga
di
uno
solo
«
il
manifesto
»
non
avrebbe
problemi
.
Ma
tiferò
per
un
'
altra
ragione
,
che
sono
arretrato
non
solo
nel
calcio
ma
anche
nella
politica
e
ho
una
vecchia
ruggine
contro
la
grande
Germania
.
Non
so
che
farci
,
se
sento
parlare
tedesco
alle
mie
spalle
ho
un
sobbalzo
e
adocchio
il
primo
portone
dove
imbucarmi
.
Se
scendessi
in
campo
,
sparerei
cannonate
immaginando
che
il
portiere
sia
il
nipote
di
Goering
.
Gli
esperti
mi
ricordano
che
in
una
partita
storica
contro
la
Germania
(
non
parlo
del
25
aprile
a
Genova
)
il
goal
decisivo
fu
di
Rivera
,
oggi
diniano
.
Quando
scrissi
che
non
avrei
votato
Dini
neanche
sotto
tortura
avevo
dimenticato
questo
particolare
meritorio
.
Mi
autocritico
,
esorto
Sacchi
a
mettere
direttamente
l
'
ex
rospo
saltatore
a
centrocampo
:
in
fondo
è
un
campionato
europeo
e
un
ministro
degli
Esteri
farebbe
la
sua
figura
.
Avevo
un
amico
la
cui
massima
aspirazione
era
fare
la
regina
d
'
Inghilterra
.
La
mia
sarebbe
fare
l
'
Arrigo
Sacchi
.
È
un
mestiere
più
divertente
del
mio
,
ne
dipendono
molte
più
cose
compresi
i
destini
nazionali
almeno
per
due
ore
.
Né
potrei
farlo
peggio
del
mio
,
visto
come
va
il
giornale
.
Soprattutto
,
lui
può
decidere
quel
che
vuole
.
Mi
adopererei
soprattutto
a
un
fine
:
evitare
gli
sbalzi
d
'
umore
che
contraddistinguono
i
nostri
giocatori
e
in
genere
il
carattere
degli
italiani
.
Più
professionalità
e
meno
passionalità
.
Per
favore
,
cerchiamo
di
non
crollare
al
primo
goal
incassato
.
Vale
anche
per
via
Tomacelli
.
Auguriamoci
piena
vittoria
.
L
'
Avvocato
ha
detto
,
dal
ponte
della
sua
barca
da
venti
miliardi
,
che
un
governo
di
sinistra
può
fare
«
certe
riforme
»
meglio
di
un
governo
di
destra
.
Quali
riforme
?
Nautiche
?
Calcistiche
?
Pensionistico
-
salariali
?
Auguriamoci
piena
sconfitta
,
in
questo
caso
.
StampaQuotidiana ,
L
'
Ulivo
ha
perso
il
campionato
europeo
,
nonostante
la
generosa
prestazione
di
Mussi
,
capogruppo
del
Pds
,
la
presenza
in
tribuna
di
Gianni
Agnelli
,
e
l
'
espulsione
del
povero
Strunz
.
Non
rientreremo
di
conseguenza
nello
Sme
?
Non
è
detto
,
in
fondo
contro
gli
überalles
abbiamo
pur
sempre
pareggiato
.
Il
nostro
tifo
è
andato
sprecato
,
o
perché
portiamo
sfortuna
o
perché
ha
ragione
Revelli
:
non
è
il
caso
di
tifare
.
Nelle
tribune
non
c
'
erano
bombe
ma
neanche
grandi
applausi
.
D
'
altronde
,
contrariamente
alle
nostre
sollecitazioni
,
non
c
'
era
neanche
Ravanelli
.
Si
è
scaldato
in
panchina
fino
allo
stremo
ma
non
è
entrato
in
campo
,
è
chiaro
che
Arrigo
Sacchi
non
legge
«
il
manifesto
»
.
Meritavamo
la
vittoria
,
non
immaginavo
che
i
tedeschi
fossero
dei
palleggiatori
all
'
indietro
,
niente
a
che
vedere
con
i
panzer
di
cinquant
'
anni
fa
.
Ma
chi
dice
di
meritare
la
vittoria
senza
ottenerla
suscita
scherno
.
Come
se
noi
dicessimo
che
meritiamo
centomila
lettori
,
cosa
peraltro
verissima
.
«
Una
maledizione
ci
insegue
»
,
ha
detto
a
un
certo
punto
il
telecronista
,
che
ama
l
'
iperbole
ed
è
l
'
unico
che
giochi
con
vera
passione
.
Ma
un
rigore
sprecato
non
è
una
maledizione
,
è
una
cosa
da
ritiro
in
convento
.
Può
capitare
,
a
me
capita
di
scrivere
pezzi
come
questo
,
ma
perché
un
pianista
che
sbaglia
una
nota
su
tremila
di
uno
studio
di
Chopin
viene
bocciato
e
un
calciatore
che
sbaglia
un
tiro
da
undici
metri
non
fa
una
piega
?
Credevo
di
distrarmi
,
ma
questo
calcio
postmoderno
ha
un
'
impressionante
somiglianza
con
la
politica
corrente
.
Noiosetto
.
Enfatico
.
Inconcludente
.
C
'
è
chi
perde
ma
nessuno
vince
.
A
parte
la
testa
di
un
certo
Bobic
,
che
spuntava
dappertutto
come
Scalfaro
e
Di
Pietro
,
e
un
paio
di
portieri
che
sanno
dove
va
la
palla
,
nell
'
arena
si
somigliano
tutti
e
sono
tutti
interscambiabili
.
Meno
Ravanelli
naturalmente
,
che
si
distingueva
perché
non
c
'
era
.
Grande
agonismo
,
dice
il
telecronista
dopo
un
minuto
di
gioco
e
otto
calci
al
pallone
.
Anticipo
netto
,
quasi
potesse
darsi
un
anticipo
ritardato
.
Bell
'
aggancio
di
palla
,
come
se
lo
stop
non
si
imparasse
da
piccoli
nei
ricreatori
parrocchiali
.
Durissimo
attacco
di
D
'
Alema
a
Veltroni
.
Di
Pietro
minaccia
le
dimissioni
.
Scontro
Ciampi
-
Bankitalia
.
Sarà
la
TV
,
che
riduce
tutto
in
Coca
-
Cola
.
Vorrei
che
gli
esperti
mi
spiegassero
una
cosa
.
Perché
mai
,
al
trentesimo
del
secondo
tempo
,
una
squadra
che
sta
per
essere
eliminata
e
non
ha
più
nulla
da
perdere
salvo
l
'
onore
non
si
butta
allo
sbaraglio
,
compreso
il
portiere
a
centrocampo
?
Non
passerebbe
alla
storia
un
portiere
che
segna
il
goal
della
vittoria
?
Dite
quel
che
volete
,
io
sono
per
la
formazione
uno
due
tre
cinque
.
Combi
,
Rosetta
,
Caligaris
,
Piziolo
avanti
,
Bertolini
ecc.
Chi
ha
ben
detto
che
la
miglior
difesa
è
l
'
attacco
?
Enrico
Toti
?
Umberto
Bossi
?
Caro
Valentino
,
io
seguirei
questa
linea
,
nella
nostra
assemblea
di
sabato
.
StampaQuotidiana ,
Persone
amiche
mi
hanno
rimproverato
per
le
cose
che
ho
scritto
in
occasione
dell
'
incontro
di
calcio
tra
Italia
e
Germania
.
Non
ne
hanno
affatto
apprezzato
il
tono
scherzoso
e
si
sono
sentite
offese
da
mie
sgradevoli
battute
.
Perciò
mi
scuso
,
con
loro
e
con
me
stesso
.
È
vero
che
non
bisogna
scherzare
con
le
cose
serie
.
Non
si
può
indulgere
alla
xenofobia
,
ancorché
sportiva
,
tirare
in
ballo
a
sproposito
il
nipote
virtuale
di
Goering
,
confondere
il
nazismo
con
i
tedeschi
e
il
passato
con
il
presente
.
Certo
non
intendevo
nulla
di
simile
,
ma
le
intenzioni
non
contano
se
si
prestano
all
'
equivoco
.
È
una
dissonanza
che
mi
confonde
e
mi
fa
riflettere
.
Evidentemente
ho
dei
brutti
ricordi
.
Questo
è
legittimo
,
ma
dovrei
tenermeli
per
me
e
non
farli
affiorare
impropriamente
in
un
editoriale
del
«
manifesto
»
.
Se
per
caso
c
'
è
stato
un
periodo
della
vita
,
mia
o
di
altri
,
in
cui
una
voce
o
un
accento
erano
immediatamente
associati
alla
sensazione
di
un
pericolo
mortale
,
è
una
faccenda
lontanissima
e
privata
.
Forse
anche
una
patologia
.
Le
esperienze
individuali
non
si
possono
trasmettere
,
appunto
perché
sono
individuali
,
neppure
scrivendo
un
libro
.
Ciò
non
ha
la
minima
importanza
.
Ma
temo
che
qualcosa
di
simile
valga
anche
per
le
esperienze
collettive
,
cioè
per
le
vicende
della
storia
,
e
questo
è
un
discorso
più
grave
.
Quel
che
noi
chiamiamo
revisionismo
storico
è
un
'
operazione
intenzionale
e
politicamente
finalizzata
,
ma
è
certamente
favorita
da
un
oblio
,
da
un
appannamento
della
memoria
e
degli
eventi
,
che
è
quasi
una
legge
di
natura
:
un
fenomeno
fatale
come
il
trascorrere
del
tempo
,
a
cui
non
c
'
è
rimedio
.
Due
righe
di
agenzia
bastano
oggi
per
confermare
che
un
supermercato
sorgerà
ad
Auschwitz
.
Quest
'
idea
,
che
neanche
al
peggiore
degli
uomini
sarebbe
venuta
in
mente
in
altre
stagioni
,
non
suscita
neppure
il
blando
stupore
di
un
anno
fa
.
Ammesso
che
l
'
orrore
di
quel
campo
sia
mai
esistito
,
non
può
più
essere
percepito
intimamente
,
è
inconoscibile
ai
posteri
,
è
al
massimo
una
fredda
nozione
e
per
il
papa
romano
un
impaccio
.
Non
so
che
cosa
spinga
Igor
Man
a
seguire
sul
suo
giornale
il
processo
Priebke
sforzandosi
disperatamente
di
raccontare
,
di
evocare
,
la
mostruosità
universale
delle
logiche
naziste
.
Non
può
riuscirci
,
come
non
ci
riescono
le
parole
dei
vecchi
testimoni
.
Non
è
più
una
grande
tragedia
,
ma
una
mediocre
controversia
giudiziaria
.
Dimenticare
,
dopotutto
,
è
più
semplice
e
generoso
che
riesumare
.
La
memoria
si
accompagna
spesso
al
risentimento
.
È
o
può
ben
sembrare
gretto
ricordare
come
aguzzini
i
ragazzi
di
Salò
,
sebbene
lo
fossero
.
E
sinceramente
invidio
Bassolino
che
mangerebbe
un
'
innocente
pizza
con
i
giovani
Savoia
,
i
quali
ignorano
con
pari
innocenza
le
colpe
degli
antenati
.
Certo
l
'
oblio
e
la
banalizzazione
comportano
un
rischio
,
accantonare
le
tragedie
della
storia
rende
più
facile
che
si
ripetano
.
Ogni
tanto
accade
,
infatti
.
Ma
noi
abbiamo
la
fortuna
di
vivere
in
un
'
epoca
pacificata
e
rassicurante
,
dove
si
sa
che
i
fascismi
sono
improbabili
e
le
guerre
irrilevanti
.
StampaQuotidiana ,
Perché
l
'
on.
D
'
Alema
maltratta
volentieri
l
'
on.
Prodi
e
il
suo
governo
,
fin
dal
dì
natale
?
L
'
on.
D
'
Alema
è
considerato
un
uomo
di
sangue
freddo
che
non
cede
al
nervosismo
e
un
tattico
sopraffino
che
calcola
ogni
mossa
.
Perché
dunque
si
agita
e
mostra
verso
l
'
Ulivo
più
diffidenza
che
comprensione
?
Prima
risposta
.
L
'
on.
D
'
Alema
è
convinto
di
essere
il
personaggio
più
potente
d
'
Italia
,
anche
perché
lo
scrivono
i
giornali
,
e
quindi
mal
sopporta
che
l
'
on.
Prodi
e
il
suo
governo
considerino
il
Pds
poco
più
che
un
portatore
d
'
acqua
,
così
come
considerano
il
Prc
un
donatore
di
sangue
.
E
perciò
alza
la
voce
.
Seconda
risposta
.
L
'
on.
D
'
Alema
è
convinto
che
il
governo
dell
'
on.
Prodi
deluderà
le
attese
popolari
,
com
'
è
probabile
data
la
sua
composizione
ibrida
,
il
suo
modesto
profilo
programmatico
,
i
paracarri
europei
e
di
mercato
entro
cui
si
muove
,
e
come
mostra
in
queste
ore
la
collisione
col
sindacato
.
E
perciò
prende
le
distanze
.
Terza
risposta
.
L
'
on.
D
'
Alema
teme
di
restare
intrappolato
nelle
maglie
del
suo
capolavoro
elettorale
.
La
volpe
di
Gallipoli
è
entrata
vittoriosa
nel
pollaio
,
ma
è
circondata
e
stretta
al
centro
da
molti
galli
e
fuori
a
destra
ad
aspettarla
c
'
è
il
fattore
col
fucile
spianato
.
E
perciò
cerca
un
buco
nella
rete
.
Quarta
risposta
.
L
'
on.
D
'
Alema
ha
sempre
considerato
l
'
Ulivo
una
cosa
acrobatica
e
transitoria
,
buona
per
scalzare
Berlusconi
ma
senza
prospettiva
,
e
ha
già
in
tasca
la
soluzione
.
Che
è
quella
di
un
sistema
bipolare
compiuto
,
presidenzialista
con
doppio
turno
,
che
elimini
cespugli
di
destra
e
di
sinistra
,
e
di
un
partito
socialdemotecnocratico
che
governi
dopodomani
in
prima
persona
in
alternanza
con
uno
schieramento
giscardiano
.
Queste
quattro
risposte
si
intrecciano
benissimo
tra
loro
,
se
poi
ce
n
'
è
anche
una
quinta
non
saprei
.
Il
quadro
che
mi
risulta
non
è
felice
,
siamo
lontanissimi
dal
clima
più
limpido
che
il
successo
del
21
aprile
prometteva
,
e
anche
un
mostro
policefalo
potrebbe
resuscitare
.
L
'
ipotesi
tuttora
più
probabile
è
però
che
il
governo
dell
'
Ulivo
continui
a
vivacchiare
per
un
tempo
indefinito
con
clausole
di
salvaguardia
di
varia
natura
.
La
litigiosità
e
la
mediocrità
hanno
fatto
per
molti
anni
la
fortuna
del
sistema
politico
italiano
,
se
non
della
società
nel
suo
insieme
.
Può
darsi
che
sia
ancora
così
,
tenuto
conto
che
non
viviamo
,
come
sempre
l
'
on.
D
'
Alema
ama
ripetere
,
in
tempi
eroici
e
neppure
tanto
decorosi
.
StampaQuotidiana ,
Da
un
parcheggio
affollato
esce
un
'
auto
.
Manovrate
per
prendere
posto
ma
qualcuno
vi
sfreccia
davanti
e
occupa
.
Obiettate
educatamente
ma
vi
sentite
rispondere
:
c
'
era
prima
lei
,
e
con
questo
?
O
fate
a
cazzotti
o
abbozzate
,
una
soluzione
civile
è
esclusa
.
È
una
metafora
della
politica
nazionale
.
Tutti
lo
vedono
,
lo
dicono
e
lo
scrivono
,
che
il
presidente
Scalfaro
tracima
dalle
sue
funzioni
costituzionali
e
governa
impropriamente
,
anticipando
un
regime
di
tipo
personale
.
E
con
questo
?
È
lui
il
primo
a
compiacersene
e
a
esibire
questo
comportamento
.
Recita
tutte
le
parti
meno
quella
di
un
capo
dello
Stato
che
delle
parti
dovrebbe
essere
al
di
sopra
.
E
con
questo
?
Non
sarà
Pannella
,
buffone
di
corte
,
a
impicciarlo
(
con
la
i
)
.
Tutti
lo
sanno
,
e
lui
per
primo
,
che
il
presidente
Dini
aveva
un
incarico
di
governo
limitato
a
quattro
punti
programmatici
scaduti
in
giugno
.
Tuttavia
non
se
n
'
è
andato
allora
e
non
se
ne
andrà
oggi
,
non
importa
con
chi
resta
,
né
per
cosa
né
per
quanto
,
50
per
cento
tecnico
e
50
per
cento
politico
,
coda
di
rospo
e
testa
di
principe
o
viceversa
.
È
uno
sberleffo
,
e
con
questo
?
Non
sarà
Bertinotti
,
con
venti
deputati
,
a
impedirlo
.
Silvio
Berlusconi
è
sotto
giudizio
,
andrà
presto
(
o
no
?
)
sotto
processo
,
era
detto
incompatibile
con
le
cariche
pubbliche
,
invece
esplora
a
cavallo
di
consorzi
bancari
le
sorti
della
politica
nazionale
,
con
investitura
e
ringraziamenti
del
Quirinale
.
E
con
questo
?
Non
sarà
Prodi
,
che
non
esplora
più
neppure
in
bicicletta
,
a
intralciarlo
.
Massimo
D
'
Alema
è
il
segretario
di
un
partito
della
sinistra
,
anche
questo
lo
sanno
tutti
,
sebbene
sia
difficile
crederci
.
Disse
una
volta
di
Silvio
Berlusconi
che
il
conflitto
di
interessi
lo
metteva
fuori
gioco
anche
se
fosse
stato
plebiscitato
dal
popolo
.
Oggi
contratta
con
lui
un
governo
speciale
e
una
revisione
costituzionale
privata
,
un
compromesso
storico
interpersonale
.
E
con
questo
?
È
come
cambiare
appartamento
.
Comunque
vadano
le
cose
,
cioè
malissimo
,
il
presidente
Scalfaro
può
contare
sulla
democristianità
diffusa
e
Berlusconi
,
D
'
Alema
e
Fini
sul
20
per
cento
circa
dell
'
elettorato
per
ciascuno
,
qualsiasi
cosa
facciano
.
Essi
sfrecciano
e
occupano
qualunque
posto
.
È
la
classe
dirigente
,
il
potere
.
In
definitiva
questo
paese
ha
avuto
per
un
quarto
di
secolo
un
regime
fascista
e
per
mezzo
secolo
un
regime
democristiano
,
anche
se
con
forti
minoranze
democratiche
.
I
sedimenti
del
secondo
prevalgono
tuttora
su
quelli
del
primo
,
ma
oggi
andiamo
verso
un
sistema
inedito
che
li
assomma
e
li
mischia
,
e
che
meriterebbe
di
essere
studiato
antropologicamente
.
Servirebbe
Gramsci
,
più
di
Marx
.
StampaQuotidiana ,
D
'
Alema
non
lo
sa
ma
qualcuno
dovrebbe
dirglielo
,
amichevolmente
.
Quando
appare
in
televisione
,
cioè
ogni
minuto
e
mezzo
,
fa
ormai
pensare
a
una
parodia
,
a
un
'
involontaria
presa
in
giro
di
sé
e
degli
altri
.
Somiglia
sempre
di
più
,
con
tutto
il
rispetto
,
a
Peppino
De
Filippo
.
Se
avessimo
ancora
qualche
speranza
che
una
coalizione
democratica
decorosa
e
una
sinistra
visibile
(
ultima
novità
)
possano
vincere
un
confronto
elettorale
con
la
destra
dilagante
,
D
'
Alema
riesce
a
togliercela
senza
rimedio
.
Occhetto
era
altrettanto
irritante
,
ma
meno
deprimente
.
Se
esistesse
,
la
dirigenza
del
Pds
dovrebbe
legare
l
'
attuale
segretario
,
sia
pure
con
quei
guinzagli
elastici
che
permettono
un
certo
raggio
d
'
azione
,
invece
di
delegargli
il
potere
di
intorbidare
ogni
cosa
.
Ma
per
esistere
,
una
dirigenza
non
dovrebbe
essere
fatta
a
immagine
e
somiglianza
del
principale
,
tanti
occhettini
e
d
'
alemini
a
seconda
delle
circostanze
.
Vien
quasi
da
dubitare
che
un
Pds
esista
,
se
non
come
area
elettorale
,
tant
'
è
remissivo
.
E
infatti
Veltroni
o
chi
per
lui
lo
scioglierebbero
volentieri
,
e
prima
o
poi
lo
faranno
.
Le
bolognine
si
tirano
l
'
un
l
'
altra
,
come
le
ciliege
,
e
non
finiscono
mai
.
Quando
si
parte
col
piede
sbagliato
si
ruzzola
fino
a
rompersi
l
'
osso
del
collo
,
per
legge
di
gravità
.
Un
anno
fa
c
'
era
ancora
qualche
possibilità
di
rivincita
o
rivalsa
sullo
sciagurato
voto
del
27
marzo
.
Berlusconi
era
caduto
malamente
,
la
destra
era
presa
in
contropiede
,
un
sussulto
democratico
era
pur
vagamente
nell
'
aria
.
Un
leader
politico
minimamente
dotato
e
coraggioso
,
una
sinistra
minimamente
convinta
,
avrebbero
colto
l
'
attimo
,
passato
il
Rubicone
(
che
poi
è
un
fiumiciattolo
)
,
allargato
il
varco
ed
espugnato
Saigon
.
Le
elezioni
in
quel
giugno
(
quello
passato
,
non
quello
venturo
)
,
sarebbero
state
una
vittoria
politica
,
anche
se
fossero
risultate
tecnicamente
neutre
.
Ma
scherziamo
?
La
volpe
di
Gallipoli
e
gli
addetti
all
'
ingegneria
e
idraulica
di
Montecitorio
sono
molto
più
astuti
di
così
.
Hanno
studiato
la
storia
al
liceo
e
hanno
deciso
di
temporeggiare
e
logorare
il
nemico
(
come
Fabio
Massimo
)
,
di
reclutare
in
ogni
dove
banchieri
e
giustizieri
simbolici
nonché
truppe
cammellate
padane
(
come
Scipione
l
'
Africano
)
e
di
giocare
a
sottomuro
con
le
figurine
della
Costituzione
nei
cortili
del
Quirinale
.
Col
risultato
che
,
dopo
un
anno
,
il
logoro
Berlusconi
risplende
come
un
lord
protettore
della
politica
nazionale
e
l
'
imberbe
Fini
come
punta
di
diamante
della
nuova
Repubblica
(
la
III
in
ordine
cronologico
e
gerarchico
,
la
I
essendo
per
lui
quella
di
Salò
)
.
Ora
lo
scaltro
D
'
Alema
,
dopo
questo
capolavoro
di
tattica
e
strategia
,
ci
rassicura
in
interviste
giornaliere
e
incredule
assemblee
che
non
farà
porcherie
ma
solo
democratiche
intese
e
governi
conseguenti
.
Ma
non
ci
aveva
scritto
poco
fa
che
questi
progetti
erano
nostre
invenzioni
calunniose
?
Sì
,
ma
è
appunto
con
questi
giochi
di
parole
che
si
vendono
i
tappeti
nei
suq
.
Le
farà
,
le
porcherie
,
ne
farà
di
crude
e
di
cotte
nel
lungo
brodo
da
caserma
della
crisi
governativa
e
del
semestre
europeo
.
Non
c
'
è
nessun
bisogno
di
aspettare
per
credere
,
le
ipotesi
di
crisi
bicefale
,
governi
a
mezzadria
,
maggioranze
cumulative
e
trasversali
,
commerci
costituzionali
e
legislativi
,
mascherate
presidenzialiste
,
sono
porcherie
già
consumate
per
il
solo
fatto
d
'
essere
formulate
.
Un
'
orgia
di
craxismo
ritardato
,
un
credito
dispensato
a
piene
mani
alle
culture
di
destra
di
ogni
specie
.
C
'
è
del
metodo
in
questa
follia
,
non
è
più
una
politica
ma
tutta
una
mentalità
.
Affrontare
le
elezioni
significa
ormai
,
per
il
leader
minimo
,
una
sconfitta
campale
.
Per
ritardarla
sarà
dunque
opportuno
mettere
a
repentaglio
tutto
,
anche
l
'
onore
come
si
diceva
una
volta
,
o
semplicemente
il
decoro
.
Non
quello
personale
,
che
è
affar
suo
e
di
ciascuno
,
ma
quello
della
sinistra
e
della
democrazia
,
e
questo
non
dovremmo
permetterlo
.
Purtroppo
,
accade
già
nella
realtà
di
ogni
giorno
,
non
c
'
è
di
nuovo
bisogno
di
aspettare
per
credere
:
se
sbattiamo
in
galera
gli
immigrati
clandestini
,
possiamo
anche
inserire
questo
sano
principio
nella
Costituzione
riformata
.
StampaQuotidiana ,
È
ingiusto
non
ricordare
i
meriti
delle
persone
cadute
in
disgrazia
.
Anche
Cristoforo
Colombo
ebbe
le
sue
pene
,
ma
nessuno
dimenticò
la
sua
scoperta
.
Non
si
può
dire
lo
stesso
di
Bettino
Craxi
,
misconosciuto
inventore
del
presidenzialismo
come
rimedio
,
oggi
universalmente
auspicato
,
ai
nostri
mali
nazionali
.
Ricordo
un
suo
precoce
discorso
nel
parco
buoi
(
definizione
sua
)
di
Montecitorio
sulla
madre
di
tutte
le
riforme
,
cioè
l
'
elezione
diretta
di
un
capo
,
dello
Stato
o
dell
'
Esecutivo
fa
lo
stesso
:
non
è
matura
ma
,
aggiunse
solennemente
,
«
la
questione
è
posta
»
.
È
buffo
come
questa
idea
sia
diventata
senso
comune
e
che
se
ne
discuta
come
si
trattasse
di
una
tecnica
anziché
di
una
politica
,
senza
valutarne
la
genesi
,
ma
scimmiottando
altri
paesi
e
prescindendo
(
come
Totò
)
dalle
particolarità
nazionali
e
dalla
storia
recente
e
remota
di
questo
nostro
paese
.
Abbiamo
avuto
quasi
un
secolo
di
monarchia
e
fascismo
e
mezzo
secolo
di
democrazia
bloccata
a
regime
unico
e
quanto
mai
stabile
,
per
non
parlare
dei
poteri
forti
extraistituzionali
che
conosciamo
.
Non
direi
che
abbiamo
patito
l
'
anarchia
.
Che
cos
'
è
allora
questa
sete
di
presidenzialismi
,
ricerca
del
nuovo
o
struggente
nostalgia
?
Ma
lasciamo
la
storia
e
accontentiamoci
della
cronaca
.
Senza
potere
apparente
e
senza
investitura
diretta
,
il
nostro
Quirinale
repubblicano
ci
ha
fatto
volentieri
ascoltare
rumore
di
sciabole
(
Segni
-
De
Lorenzo
)
,
nitriti
di
cavalli
(
Gronchi
-
Tambroni
)
,
martellio
di
picconi
(
Cossiga
)
.
Eppure
erano
bravi
democratici
.
A
palazzo
Chigi
abbiamo
conquistato
il
record
mondiale
della
stabilità
con
Giulio
Andreotti
e
anche
con
Bettino
Craxi
.
Pensate
che
cosa
avrebbero
combinato
se
fossero
stati
loro
i
beneficiari
di
un
'
investitura
diretta
,
non
importa
in
quale
palazzo
,
inamovibili
per
volontà
popolare
.
Eppure
erano
(
sembravano
?
)
bravi
democratici
,
come
per
certo
saranno
(
sembreranno
?
)
i
loro
successori
.
Non
era
forse
Di
Pietro
un
magistrato
esemplare
,
prima
di
tracimare
?
Eleggetelo
pure
(
lui
o
chi
vi
pare
)
al
Quirinale
o
come
premier
,
senza
poteri
come
in
Austria
o
a
imitazione
dell
'
Eliseo
con
un
parlamento
maggioritario
.
Qui
nisciuno
è
austriaco
,
qui
chi
avrà
venticinque
milioni
di
voti
farà
un
'
amnistia
o
un
test
nucleare
come
gli
detterà
l
'
umore
.
Se
c
'
è
un
paese
che
avrebbe
bisogno
,
ai
suoi
vertici
,
di
più
lacci
e
lacciuoli
,
pesi
e
contrappesi
,
controlli
e
revoche
,
decentramento
e
partecipazione
,
elasticità
,
insomma
di
più
democrazia
e
meno
autocrazia
e
arbitrio
e
immunità
,
questo
paese
siamo
noi
.
Perciò
facciamo
il
contrario
.
I
saggi
che
scrissero
la
Costituzione
commisero
uno
strano
errore
,
stabilendo
una
procedura
e
una
maggioranza
speciale
per
le
revisioni
costituzionali
ma
non
per
le
leggi
elettorali
.
Così
quel
dannato
referendum
e
il
passaggio
al
sistema
maggioritario
(
già
De
Gasperi
ci
aveva
profeticamente
provato
quarant
'
anni
prima
)
hanno
agito
come
un
grimaldello
e
ora
lo
scasso
procede
al
plastico
.
A
che
servono
d
'
altronde
le
elezioni
senza
riforme
,
se
riconfermano
lo
stesso
disordine
e
nulla
cambia
?
Anche
questo
argomento
è
diventato
senso
comune
,
e
a
me
sembra
l
'
indice
più
eloquente
del
decadimento
della
politica
e
della
sua
riduzione
a
ragioneria
.
È
il
massimo
del
disarmo
,
della
sfiducia
,
come
dire
che
non
si
ha
nulla
da
dire
,
un
programma
da
proporre
,
una
verità
da
affermare
,
una
mobilitazione
da
promuovere
,
una
sfida
da
lanciare
,
una
speranza
da
alimentare
,
un
consenso
più
alto
da
meritare
.
StampaQuotidiana ,
Si
dice
che
non
bisogna
dipingere
il
diavolo
più
brutto
di
quello
che
è
.
Ma
con
la
triplice
intesa
Fini
-
Berlusconi
-
D
'
Alema
e
l
'
annesso
supergoverno
presidenzialista
non
si
corre
questo
rischio
.
È
così
brutto
che
anche
chi
vorrebbe
amarlo
chiude
gli
occhi
.
Se
per
parte
nostra
abbiamo
contribuito
a
diffondere
questo
senso
di
rigetto
possiamo
rallegrarcene
.
Se
ora
Letta
,
Tatarella
e
Mussi
entrassero
fisicamente
nel
governo
Maccanico
,
anche
i
bambini
si
accorgerebbero
del
punto
a
cui
siamo
arrivati
.
Perciò
non
accadrà
,
non
per
pudore
ma
per
cautela
.
Che
differenza
fa
?
Possiamo
aspettarci
in
futuro
anche
di
peggio
,
se
non
si
spezza
il
patto
scellerato
.
Questo
patto
d
'
acciaio
,
o
di
latta
che
sia
,
è
stato
stretto
dai
protagonisti
in
lunghi
conciliaboli
segreti
,
mentre
pubblicamente
ci
prendevano
in
giro
con
la
bozza
Fisichella
.
Una
condotta
così
disonesta
la
dice
lunga
sul
grado
di
intimità
raggiunto
dai
tre
e
dal
disdegno
in
cui
tengono
le
forme
democratiche
.
Se
c
'
è
nel
Pds
chi
si
sente
ferito
dal
nostro
furore
più
che
da
simili
comportamenti
,
mi
dispiace
per
lui
.
Con
i
quali
comportamenti
è
stato
impostato
un
golpe
originale
a
sei
mani
,
bianco
e
freddo
:
con
un
governo
politico
di
lunga
durata
(
nelle
intenzioni
)
,
una
maggioranza
politica
del
tutto
estranea
alla
volontà
degli
elettori
,
una
revisione
in
blocco
della
Costituzione
senza
mandato
popolare
.
Volete
di
più
?
Ora
è
certo
che
i
protagonisti
di
questa
avventura
faranno
pesare
i
rispettivi
retropensieri
,
che
dovranno
fare
i
conti
con
le
proprie
truppe
stordite
e
i
propri
alleati
vilipesi
,
che
metteranno
acqua
o
additivi
nel
loro
vino
.
Ma
la
bottiglia
è
sturata
e
il
brindisi
imbandito
(
se
non
gli
va
di
traverso
)
.
È
come
se
fosse
rinato
un
gigantesco
e
multiforme
Caf
,
nel
cui
seno
la
concorrenza
di
potere
prende
il
posto
di
ogni
idea
di
alternativa
o
perfino
di
alternanza
significativa
.
Il
messaggio
che
arriva
alla
grande
opinione
pubblica
è
di
una
semplicità
disarmante
.
È
che
la
democrazia
è
una
perdita
di
tempo
,
che
rappresentanza
e
partecipazione
sono
parole
vuote
,
che
il
potere
e
anzi
il
comando
dev
'
essere
concentrato
e
interamente
delegato
.
Ed
è
che
questa
concezione
del
potere
accomuna
oggi
,
salvo
sfumature
per
specialisti
,
la
quasi
totalità
delle
forze
politiche
,
già
pressoché
indistinguibili
sul
terreno
dei
programmi
.
È
un
mistero
,
per
me
,
come
mai
tanti
democratici
non
sappiano
immaginare
l
'
effetto
moltiplicatore
che
questo
messaggio
susciterà
in
un
paese
già
spostato
a
destra
come
il
nostro
,
dove
il
partito
di
Fini
non
è
lontano
dal
primato
.
E
come
possano
pensare
di
controllare
questo
effetto
e
di
avvantaggiarsene
più
e
meglio
di
Berlusconi
,
che
della
manipolazione
di
massa
è
l
'
inventore
e
il
beneficiario
naturale
.
Forse
il
mistero
si
spiega
con
la
mitridatizzazione
subita
da
tanta
parte
della
sinistra
ufficiale
,
cioè
con
la
credenza
che
assumendo
gradualmente
dosi
di
veleno
sempre
più
alte
si
diventa
immuni
e
si
sopravvive
anche
a
dosi
da
cavallo
.
Ovvero
con
la
sindrome
del
re
Mida
che
affligge
il
suo
gruppo
dirigente
,
ossia
con
la
pretesa
di
convertire
in
oro
tutto
ciò
che
si
tocca
,
sebbene
la
leggenda
insegni
che
così
si
muore
di
fame
e
sete
.
O
ancora
con
la
presunzione
e
la
vertigine
da
mosca
cocchiera
del
suo
leader
,
la
mosca
che
in
groppa
a
neri
stalloni
galoppanti
non
dubita
d
'
esser
lei
a
guidare
e
vincere
la
corsa
.
Pirro ( Pintor Luigi , 1996 )
StampaQuotidiana ,
Bisogna
andare
all
'
interno
dell
'
isola
di
Corfù
per
trovare
degli
ulivi
fronzuti
come
quello
che
vincerà
le
elezioni
del
21
aprile
.
La
sua
ombra
si
è
dilatata
a
dismisura
e
al
suo
riparo
c
'
è
di
tutto
,
dalla
sinistra
estrema
alla
destra
classica
.
La
sua
vittoria
è
aritmeticamente
certa
,
anche
se
non
sempre
l
'
aritmetica
coincide
con
la
politica
.
Fatto
sta
che
le
forze
di
discendenza
comunista
(
chiedo
scusa
al
Pds
)
possono
contare
su
un
serbatoio
che
con
altre
forze
minori
comprende
più
di
un
terzo
dell
'
elettorato
,
e
che
quasi
tutto
il
vecchio
pentapartito
assemblato
nel
centro
governativo
di
Dini
può
colmare
facilmente
la
differenza
.
Al
confronto
,
il
Polo
di
destra
appare
piuttosto
come
un
palo
piallato
,
magari
biforcuto
ma
spoglio
di
rami
,
fronde
e
festoni
.
Ammesso
che
Fini
e
Berlusconi
conservino
il
consenso
di
un
40
per
cento
di
elettori
,
non
si
vede
dove
altro
possano
pescare
.
Un
'
impennata
fascista
(
chiedo
scusa
)
è
sempre
un
'
eventualità
,
ma
non
sembrano
crederci
neppure
loro
.
Annusano
lo
scacco
e
non
nascondono
l
'
impaccio
.
Non
è
poi
vero
che
la
Lega
corre
sola
,
ha
accordi
di
desistenza
occulti
e
questo
accresce
ancora
i
margini
di
sicurezza
dell
'
ulivo
di
Corfù
?
Se
è
lecito
scherzare
,
la
garanzia
definitiva
della
nostra
prevalenza
viene
dalla
candidatura
avversaria
di
Colletti
,
che
in
politica
(
lo
dico
con
sincero
apprezzamento
)
ha
sempre
perso
per
vocazione
.
Siccome
alle
elezioni
,
come
anche
alle
Olimpiadi
malgrado
il
marchese
fondatore
,
non
ci
si
va
per
partecipare
ma
per
vincere
con
ogni
mezzo
,
benissimo
così
.
Ci
sentiamo
tranquillizzati
,
al
riparo
dai
rischi
di
catastrofe
,
e
quindi
esentati
una
volta
tanto
dall
'
obbligo
di
entusiasmarci
e
di
imbrogliarci
per
pompare
una
vittoria
già
largamente
assicurata
dalla
Fiat
.
Diciamo
allora
senza
infingimenti
che
,
trattandosi
di
una
vittoria
altamente
drogata
,
sarà
a
rischio
di
squalifica
un
'
ora
dopo
.
Battuti
sul
campo
,
Fini
e
Berlusconi
siederanno
di
nuovo
con
tutti
gli
onori
al
tavolo
delle
riforme
presidenzialiste
già
pattuite
.
Il
pavone
megalomane
che
stampa
il
suo
nome
a
lettere
cubitali
sulle
schede
farà
la
ruota
,
e
tornerà
a
fare
l
'
arbitro
che
s
'
intende
venduto
.
Anemizzato
dalle
desistenze
e
con
una
rappresentanza
sminuita
,
il
Pds
sarà
accerchiato
da
torme
di
centristi
rinvigoriti
e
declassato
da
donatore
di
sangue
a
portatore
d
'
acqua
,
nel
momento
stesso
in
cui
gli
parrà
di
coronare
il
lungo
sogno
governativo
.
E
all
'
opposizione
avremo
cinquanta
deputati
.
Più
o
meno
questo
sarà
lo
scenario
postelettorale
,
che
sarebbe
arduo
interpretare
come
una
sconfitta
della
destra
e
una
vittoria
della
sinistra
.
Il
re
dell
'
Epiro
passò
infelicemente
alla
storia
per
vittorie
di
questo
tipo
,
e
conviene
saperlo
prima
per
essere
meglio
attrezzati
dopo
.
Pazienza
se
ci
arrivassimo
senza
una
qualche
visibilità
e
distinzione
di
sostanza
e
di
fisionomia
,
il
peggio
è
che
ci
arriviamo
avendo
accreditato
fatalmente
forme
e
meccanismi
della
politica
che
sono
della
politica
una
parodia
e
della
democrazia
una
negazione
.
Quando
ci
si
curva
sotto
queste
forche
caudine
è
poi
molto
faticoso
raddrizzare
la
schiena
e
ricominciare
«
da
sinistra
»
,
anche
dando
a
questa
parola
il
significato
più
blando
.