StampaQuotidiana ,
Da
venti
anni
la
politica
interna
italiana
,
con
una
continuità
rara
nelle
cose
nostre
,
va
perseguendo
lo
scopo
di
placare
le
forze
sovversive
ed
antinazionali
,
di
trasformarle
,
di
attrarle
nell
'
orbita
dello
Stato
.
Questa
politica
è
frutto
di
un
disegno
meditato
,
o
non
piuttosto
è
una
manifestazione
di
radicale
incapacità
volitiva
nei
nostri
uomini
di
governo
?
A
noi
contemporanei
mancano
ancora
troppi
elementi
per
risolvere
un
simile
problema
.
Comunque
,
il
fatto
esiste
,
e
più
gli
anni
trascorrono
dal
giorno
in
cui
,
all
'
alba
del
nuovo
regno
,
l
'
on
.
Giolitti
,
ministro
dell
'
interno
,
inaugurò
il
sistema
delle
transazioni
,
delle
concessioni
e
delle
blandizie
verso
il
sovversivismo
socialista
,
e
più
netti
e
chiari
vanno
diventando
i
contorni
di
questa
politica
,
e
più
gravi
le
conseguenze
,
e
più
manifesti
gli
errori
.
In
realtà
,
il
proposito
di
disarmare
gli
elementi
ostili
alle
istituzioni
,
assimilandoli
e
facendoli
rientrare
nei
limiti
dell
'
azione
legale
e
costituzionale
,
è
antico
quanto
lo
Stato
italiano
.
Ma
,
le
forze
sovversive
,
a
cui
un
tal
politica
si
rivolgeva
,
oltre
a
rappresentare
una
piccola
minoranza
nel
paese
,
erano
i
residui
di
quel
partito
d
'
azione
,
che
aveva
avuto
,
durante
le
lotte
del
risorgimento
,
un
carattere
ed
una
funzione
francamente
nazionali
.
Era
pertanto
relativamente
facile
e
non
troppo
pericoloso
un
lavoro
di
approccio
,
diretto
ad
amalgamare
elementi
,
che
rimanevano
divisi
più
per
ragione
di
tradizioni
e
per
dissenso
di
metodi
,
che
per
diversità
di
fini
.
Al
contrario
,
le
masse
socialiste
,
che
si
erano
andate
formando
,
dopo
la
conquista
dell
'
unità
,
si
erano
,
fin
dal
principio
,
rivelate
eredi
non
già
del
vecchio
sovversivismo
mazziniano
e
patriottico
,
ma
delle
correnti
antinazionali
ed
anazionali
,
che
,
durante
tutto
il
risorgimento
,
erano
rimaste
indifferenti
ed
ostili
al
moto
per
l
'
indipendenza
e
l
'
unità
dell
'
Italia
.
Non
bisogna
dimenticare
,
infatti
,
che
il
risorgimento
italiano
fu
opera
di
una
minoranza
di
intellettuali
e
che
le
masse
operaie
e
contadine
,
quando
non
furono
francamente
contrarie
,
furono
tiepide
o
assenti
.
Operando
tra
queste
masse
,
in
cui
era
diffuso
il
vecchio
spirito
materialista
,
il
vecchio
egoismo
,
il
vecchio
orrore
per
il
sacrificio
ed
il
pericolo
dei
secoli
trascorsi
dall
'
Italia
nella
oppressione
straniera
e
nella
disgregazione
interiore
,
il
socialismo
italiano
fu
sempre
essenzialmente
antiitaliano
.
Esso
dunque
non
poteva
essere
ricondotto
nell
'
orbita
della
vita
nazionale
,
non
poteva
diventare
una
forza
viva
della
nazione
per
le
sue
stesse
origini
,
per
il
suo
stesso
carattere
,
per
la
sua
stessa
estensione
.
Appunto
perché
rappresentava
tutto
ciò
che
nella
storia
era
stato
l
'
Antitalia
,
era
assurdo
che
potesse
essere
indotto
a
lavorare
per
l
'
Italia
.
Quegli
elementi
isolati
del
socialismo
che
,
volta
a
volta
,
rientravano
nell
'
orbita
nazionale
,
uscivano
automaticamente
dal
socialismo
.
Questo
,
per
essere
,
doveva
rimanere
antiitaliano
,
perché
le
masse
,
su
cui
si
appoggiava
,
erano
,
per
tradizione
millenaria
,
insensibili
ed
ostili
all
'
idea
della
Patria
.
Il
lavoro
dunque
a
cui
la
politica
dell
'
assimilazione
si
dedicò
,
quando
,
per
opera
dell
'
on
.
Giolitti
,
si
rivolse
al
socialismo
,
fu
un
lavoro
da
Sisifo
.
Per
dieci
uomini
che
la
politica
nazionale
acquisiva
,
diecimila
sorgevano
dalle
masse
ad
accrescere
le
moltitudini
imprecanti
alla
Patria
ed
invocanti
la
confisca
dello
Stato
a
vantaggio
dei
loro
beni
materiali
.
E
man
mano
che
la
predicazione
socialista
si
intensificava
e
guadagnava
più
larghi
strati
della
popolazione
,
penetrando
fra
gli
impiegati
230e
i
funzionari
stessi
dello
Stato
,
divenne
ben
chiaro
che
le
parti
si
invertivano
:
che
non
lo
Stato
nazionale
assorbiva
e
trasformava
gli
elementi
antinazionali
,
ma
questi
assorbivano
,
disgregavano
,
distruggevano
lo
Stato
nazionale
.
Di
questa
politica
funesta
il
propugnatore
ed
il
realizzatore
più
conseguente
,
più
ancora
dello
stesso
on
.
Giolitti
,
che
la
creò
,
è
stato
,
indubbiamente
,
l
'
on
.
Nitti
.
Questi
sali
al
potere
con
un
programma
,
che
è
stato
sempre
la
meta
ed
il
sogno
di
tutta
la
sua
vita
politica
:
condurre
con
sé
al
governo
il
socialismo
ufficiale
.
Da
molti
e
molti
mesi
l
'
on
.
Nitti
non
nascondeva
il
suo
proposito
di
avere
con
sé
nel
ministero
gli
on
.
Turati
,
Treves
,
Modigliani
,
e
perché
no
?
perfino
l
'
on
.
Francesco
Ciccotti
e
l
'
on
.
Nicola
Bombacci
.
Un
uomo
accanto
a
lui
perseguiva
questo
disegno
,
tenendo
i
contatti
e
traendo
ispirazione
da
uomini
grossi
e
piccoli
del
socialismo
ufficiale
:
il
segretario
particolare
del
Presidente
del
Consiglio
,
comm
.
Magno
,
il
quale
riprendeva
quell
'
atteggiamento
e
quei
modi
che
erano
già
stati
tentati
dal
comm
.
Camillo
Corradini
durante
la
prima
permanenza
al
Ministero
dell
'
Interno
dell
'
on
.
Orlando
.
Li
riprendeva
,
con
lo
stesso
esito
sfortunato
.
Perché
,
come
già
nei
mesi
che
precedettero
Caporetto
,
il
socialismo
antiitaliano
,
anche
questa
volta
,
ha
approfittato
bensì
dell
'
aiuto
e
del
favore
che
il
Governo
gli
offriva
,
nella
fallace
illusione
di
trarlo
a
sé
e
di
farselo
prigioniero
,
ma
con
l
'
unico
scopo
e
con
il
solo
risultato
di
allargare
e
consolidare
le
sue
posizioni
,
di
proseguire
e
di
intensificare
la
sua
opera
di
disgregazione
della
società
e
dello
Stato
.
Questa
politica
,
che
nel
1917
condusse
alla
Caporetto
militare
,
nel
1919
condusse
alla
Caporetto
elettorale
e
oggi
conduce
alla
Caporetto
politica
della
dedizione
ai
postelegrafici
e
ai
ferrovieri
bolscevichi
.
Il
fallimento
non
potrebbe
essere
più
clamoroso
e
definitivo
.
È
,
questo
,
il
fallimento
non
di
un
uomo
solo
o
di
un
Ministero
,
ma
di
tutta
una
mentalità
e
di
tutta
una
politica
.
Mentalità
,
che
si
ricollega
direttamente
con
la
mentalità
liberale
,
funesta
eredità
che
l
'
Italia
moderna
ha
ricevuto
dal
risorgimento
,
e
che
pone
lo
Stato
in
una
condizione
spirituale
e
pratica
di
non
-
resistenza
di
fronte
ai
suoi
nemici
.
Politica
,
tutta
pervasa
dall
'
idea
di
ineluttabilità
dell
'
avvento
socialista
e
dalla
illusione
di
poterlo
guidare
e
incanalare
per
la
via
meno
pericolosa
,
mediante
le
blandizie
,
il
favore
e
la
concessione
.
Ogni
giorno
più
i
fatti
dimostrano
che
questa
mentalità
e
questa
politica
preparano
il
crollo
dello
Stato
,
la
disgregazione
della
vita
sociale
,
e
la
rovina
della
stessa
civiltà
.
Non
è
la
rivoluzione
,
tanto
temuta
dai
nostri
uomini
di
governo
,
ma
il
disfacimento
,
la
dissoluzione
,
la
putredine
.
Oramai
siamo
giunti
a
tale
,
che
,
continuando
per
questa
via
,
la
vita
nazionale
,
nel
campo
politico
come
in
quello
economico
,
s
'
incammina
fatalmente
verso
la
paralisi
.
Solo
una
volontà
ferrea
che
renda
impotenti
i
demagoghi
,
restauri
l
'
autorità
dello
Stato
,
tenga
fermi
i
vincoli
della
disciplina
civile
,
ristabilisca
la
gerarchia
dei
valori
sociali
,
può
salvare
l
'
Italia
.
Io
sono
convinto
che
si
sia
ancora
a
tempo
,
e
che
l
'
opinione
di
tutti
coloro
(
e
sono
la
grande
maggioranza
)
i
quali
desiderano
di
respirare
,
di
lavorare
,
di
vivere
la
vita
di
un
popolo
civile
e
non
quella
scomoda
,
primitiva
ed
angosciosa
che
stiamo
vivendo
da
alcuni
mesi
,
saluterà
con
gioia
il
giorno
in
cui
l
'
Italia
avrà
,
finalmente
,
un
Governo
che
governi
e
non
transiga
,
che
comandi
e
non
tratti
,
che
garantisca
,
con
la
sua
autorità
e
con
la
sua
forza
,
la
pace
interna
e
la
vita
economica
della
nazione
.
Solo
allora
,
on
.
Nitti
,
l
'
Italia
potrà
lavorare
e
produrre
,
e
avrà
alto
il
suo
credito
,
non
deprezzata
la
sua
moneta
,
non
disconosciuti
i
suoi
diritti
dagli
stranieri
,
non
esautorati
all
'
estero
i
suoi
rappresentanti
e
i
suoi
diplomatici
.