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> autore_s:"RUTA ENRICO"
I FIGLI DI DIO ( RUTA ENRICO , 1915 )
StampaPeriodica ,
Il primo assaggio del mondo è talmente ingrato , che alla persona favolosa del più sapiente dei re venne attribuito un libro amaro compendiato nel motto amarissimo : a Chi accresce la scienza accresce il dolore n . La prima impressione che riceve chi si dà a osservare intorno a sé le cose umane , non è posata e serena ; è passionale ; e si riassume nel pregiudizio , tanto più nobile quanto è più retto e generoso l ' animo dell ' osservatore , che le cose umane non sono come dovrebbero essere , non vanno come dovrebbero andare . L ' ingenuo osservatore non si accorge che , credendo d ' immergersi interamente nelle cose . col fatto ne fa astrazione , e si assorbe invece in se stesso , che è un falso sé stesso fuori delle cose . Stima di esplorare il mondo , e all ' opposto si smarrisce in un sé fittizio fuori del mondo . Perché il dover andare , il dover essere che desidera alle cose , è dentro di lui , o , meglio , dentro quel suo astratto sé stesso , e non è nelle cose , le quali vanno come vanno , sono come sono . Sono , cioè , la situazione storica ; vai quanto dire , non possono non andare come vanno , vanno per l ' appunto come devono andare . E la situazione storica s ' impone ; tanto che quel primo assaggio , quella prima impressione si risolverebbero in una condanna vuota , in una vana disadeguazione dalle cose , se non portassero naturalmente a una riadeguazione alle cose , a una riassoluzione del mondo . L ' astrarsi in una inutile maledizione contro il tutto , è un disumanarsi ; ma se quell ' astrarsi avviene , ed è , dunque , necessario , non è necessario se non perché implica una più intera e piena riumanazione . Riflettendo pacatamente , ragionando , ci persuadiamo che questo riumanarsi nel materno seno delle cose è un fatto continuo , altrimenti per gli uomini la società dei propri simili sarebbe impossibile e l ' homo homini lupus non si comporrebbe nel proximus tuus . Non ostante ciò anche ragionando , non ci è lecito di dissentire , che non meno continuo persiste dentro di noi qualcosa di tenace e d ' incoercibile , che non si acquieta , che non si abbandona alla corrente , che all ' andazzo anzi si oppone , e talvolta si solleva a tempesta contro le cose come sono e come vanno tenendosi all ' apparizione leggiadra e imperiosa di un come dovrebbero essere e dovrebbero andare . Donde nasce , dunque , e che cosa è mai cotesta potenza interiore , cotesta prepotenza dell ' anima ? Ognuno ne sente in sé , anche non pensandovi , anche ignorando affatto la spiegazione di Platone , la presenza ; ognuno ne segue , anche non rendendosene o non sapendo rendersene ragione , l ' impulso . Ne segue l ' impulso l ' ultimo zappatore , che desidera alleviata la sorte dei suoi figli ; il legislatore , che non si contenta delle leggi in vigore e ne medita di più rispondenti ; il condottiero di popoli e di nazioni , che vuole l ' inalzamento del suo popolo e della sua nazione ; e , il santo , che anela a una beatitudine senza confini di stati e di schiatta ripartita egualmente a tutti gli uomini , egualmente affrancati da ogni privazione . Anzi , la procella interna dalla quale , purtroppo , non a tutti i nati di donna è consentito di scampare incolumi o vittoriosi , è alimentata proprio da niente altro , che dal tormentoso sentimento del dover essere delle cose contrapposte al loro essere : qual ' è , se non cotesto , il soggetto del dramma che ogni . uomo vive dentro di sé ? Erra Schopenhauer , perché non lo risolve ; ma è l ' eterno dramma , che è commedia comune per l ' inetto , la cui inutile rassegnazione ai colpi impartitigli dalla fortuna a lui conforme si rivela alle sue stesse querimonie ; è divina commedia per l ' uomo di genio , che con l ' opera sua apre un ' epoca nuova ; è tragedia gaudiosa pel martire , che col proprio sacrifizio testimonia la realtà dell ' ideale . Come si fa a negarlo ? " Le cose non vanno come dovrebbero andare " . Questa specie di giudizio universale , con cui l ' anima degli uomini e delle genti butta il mondo nella geenna , e che sopravvive e si tien rannicchiato nella mente perfino del filosofo , giudice freddo , e conscio che le cose non possono non andare come vanno , non sarà , e infatti non è un giudizio , non è un atto della ragione , la quale non concepisce sé esistente fuori della coessenza della realtà . Ma che sia qualcosa di universale è innegabile , perché il negare la verità del dramma umano forma appunto un episodio dello stesso dramma di cui s ' impugna l ' esistenza . Qualcosa di universale , dunque , alimento primo dell ' attività mentale , chiamiamolo lirismo e sentimento , chiamiamolo fantasia e passione , chiamiamolo epos ed ethos , non nato d ' altronde che da sé stesso , congenito con sé stesso , è insomma il nucleo autogenetico , il focolare vivo per cui la niente non si sta all ' azione e alla conoscenza del fatto e lo trasmuta nel da farsi , non si ferma al passato che riassimila in sé riconformato nell ' avvenire , maledice come male il presente non ancora superato e ribenedetto come bene imminente . Perciò gli uomini che effettivamente sentirono fervere dentro di sé come una potenza dell ' universo l ' epos antico della stirpe e lo rivissero con la certezza e la virtù di un bene predestinato , preparato a rigenerarla , furono quelli il cui dramma intimo investì tutti e si trasfigurò nel dramma di tutti , il cui dramma individuale diventò nella storia della civiltà la missione dell ' epoca . Perché la potenza da cui si sentivano invasi e che illuminava e guidava il loro destino , essi l ' hanno creduta quella stessa , a cui attribuivano la creazione e l ' esistenza del mondo ; profondamente , con tutta l ' anima , veramente , con tutto l ' intelletto , l ' hanno creduta e l ' hanno pensata Dio . E furono davvero i " figli di Dio " , perché lo crearono . I figli di Dio furono i creatori di Dio . Anche quelli che comparvero sulla soglia dell ' antichità storica , come Hammurabi , come Amenhotep Chuenaten , come il leggendario Mosé , avevano alle spalle un ' antichità ben più remota , che per noi oggi si disfà nella nebbiosa astrattezza di un qualunque numero plurimillenario . E millenni e millenni prima di loro , perfino l ' umanità , di cui non abbiamo potuto rintracciare di meglio che vestigi fossili più o meno eloquenti , appunto perché umanità , ebbe essa pure un sentore della realtà universale , dell ' universalità della mente , fosse anche spezzettandola incosciamente e cacciandola ad abitare paurosamente o speranzosamente nella pioggia e nel sereno , nelle piante e nelle pietre di cui , come i selvaggi tuttora viventi e tuttora non viventi meglio dei progenitori paleoetnologici , si fingevano misteriosi esseri nemici o protettori . La realtà dello spirito può rimanere ignota , ma è la vita ; e l ' intensità con cui , gli uomini ignari la vivono , si palesa nella finzione degli spiriti e nel terrore o nella gioia della loro finzione . Gli spiriti buoni e cattivi , dunque , gli dèi e i demonii nacquero presto con gli uomini , a una nascita ; lo spirito o , meglio , l ' idea dello spirito , Dio , nacque tardi ; la realtà dello spirito , vale a dire , il giudizio reale , la scienza , è il dente del giudizio , è nata all ' ultimo . E per tirarlo su a nascere , c ' è voluto dolore , e subisso di tempo e di tempi . Basta pensare a questo , cioè al cammino che ha percorso la mente umana dalla finzione degli spiriti all ' idea dello spirito , per comprendere il valore e la concretezza della missione adempiuta dai figli e creatori di Dio . Per comprendere , insieme , che crearono ciascuno il suo Dio , vale a dire il Dio conforme all ' epoca , alla natura del paese , alle tradizioni nazionali , al genio della stirpe , all ' ambiente e simili , tutte cose che , se hanno senso , significano precisamente , in una parola , la situazione storica . E appunto perché espresso dalla situazione storica , quello che essi crearono era per ciascuno il Dio unico , l ' unico e vero Dio . Dunque , si può obiettare , essi in verità non compresero Dio , che è l ' uno di tutti i tempi e luoghi , e non è quello particolare né , putacaso , di Zarathustra , né di Maometto , né di Enfantin . Ma che l ' obiezione non concluda , è provato dal fatto che , se esaminiamo proprio il Dio oggi confessato cattolicamente l ' uno e vero Eterno , dobbiamo riconoscere che non è concepito nello stesso modo dai medesimi credenti , padri e dottori e teologi , che ne hanno bandito pel mondo la verità . Costoro , anzi , lo pensano ognuno in una maniera altrettanto diversa , quanta è la diversità peculiare che rende inconfondibile Shamash con Aten , Jahvé con Allah , Ahura con Eli . Passiamo pure sulla storia dell ' eresia , che offrirebbe una prova troppo alla mano e comoda : nel seno stesso dell ' ortodossia non parlerebbe logicamente chi sostenesse che il Dio di San Paolo è il Dio di Sant ' Agostino , il Dio di San Domenico è il Dio di San Francesco , il Dio di San Tommaso è il Dio di Vico . Sono , al contrario , iddii così distinti , come sono distinti i rispettivi momenti storici . Tanto che l ' accorto teologo , il quale dalla variabilità storica del concetto di Dio , o svolgimento , volesse , come hanno fatto i gesuiti in partibus infidelium , inferirne giustamente la prova decisiva dell ' irrefragabile verità del Dio onnipotente , imperscrutabile e inaccessibile , è accessibile alla povera intelligenza umana solo per quel tanto che le concede della sua grazia , ebbene , a che cosa l ' accorto teologo concluderebbe ? Sostenendo l ' unità di Dio , uno e vero qualunque sia la maniera imperfetta con cui lo apprende l ' anima dei mortali , egli in sostanza conclude al vero uno , vale a dire all ' unità reale della mente umana , che è mente in tutti i luoghi e in tutti i tempi ; a quell ' unità in cui s ' identificano Ptah e Brama e Giove e il Signore e tutte le fantasie e le idee e i concetti e i voleri degli uomini , siano civili o selvaggi , deficienti o intelligenti , attivi o contemplativi . Che cosa dice Chuenaten ? " Tu sei nel mio cuore . Nessuno ti ha riconosciuto fuori di tuo figlio Chuenaten . Tu gli concedi la tua potenza . La terra è nelle tue mani perché tu l ' hai creata " . La mente è una : queste parole sono le medesime che , espresse o tacite , suonano nell ' animo di Vyasâ , di Ezra , di Gesù , di Lutero , degli apostoli e dei martiri e dei santi di ogni paese e favella . Nelle parole del re egiziano , l ' ispirato riformatore monoteista , si compendia l ' Imitazione di Cristo , si compendia il succo di quella grande apocalissi del mondo grecolatino germanico che è la Divina Commedia . Se non che , nessuno si fermerà alla lettera , e ne tirerà che dunque Chuenaten e , per esempio , il Nisseno pensavano la stessa cosa . Sotto la lettera , lo spirito è ben diverso ; perché lo spirito implica quel complesso specifico di problemi etici , la cui posizione e risoluzione distinguono l ' una dall ' altra le varie situazioni storiche delle quali il momento culminante si concentra nelle mentalità proprie di ciascuna , dette perciò " i geni rappresentativi " . Ma per questo stesso , tanto più emerge l ' unità : quali che fossero i problemi congeniti nel momento storico , e risoluti o da risolvere secondo le contingenze caratteristiche , i figli di Dio si unificano in un pensiero : nelle loro menti sfolgorò l ' idea dello spirito universale , e gli subordinarono il mondo ; essi rigettarono ogni forma di politeismo , distrussero dèi e demonii ; il loro genio non ammise che l ' unico e vero Dio , creò Dio . E creando l ' unico Dio signore del mondo al cui volere tutto il mondo doveva ubbidire , iniziarono con la sapienza della forza o con la forza della sapienza quel moto di umanizzazione dei popoli e delle stirpi , che attraverso il dolore e la morte e il sangue e la distruzione rivela agli uomini un contenuto sempre più profondo e un senso sempre migliore della vita , e fa felice anche la colpa e fa buono anche il male , perché ne cava scienza e virtù . Subordinarono il mondo a Dio , l ' essenza degl ' individui all ' essenza del tutto : umanizzarono il mondo con la forza irresistibile della legge morale . Siamo ritornati al punto donde siamo partiti , alla colpa , al male , ossia all ' essere delle cose contrapposto al dover essere . Sviluppando l ' antica formola tradizionale cinese , che la colpa è ciò che nuoce ai cinque hing , agli elementi del mondo , dice Confucio che il male è ciò che si oppone al tao , alla ragione universale . Pei figli di Dio , essenzialmente monoteisti come sono , si comprende che cosa è il male , che essi abominano con tanta più inesorabile abominazione , quanto più se lo sentono da presso , annidato proprio dentro al cuore : il male è ciò che si oppone a Dio . Creando Dio , necessariamente hanno creato il diavolo . Ecco il dramma . Chi dice : " Tu , Dio , sei nel mio cuore " , dice implicitamente : " Tu , diavolo , sei nel mio cuore " . Se Dio è l ' idea dello spirito universale , e risponde al bene del tutto , alla morale , il diavolo è l ' idea dello spirito individuale , e risponde al bene dell ' individuo contro al tutto , ossia all ' egoismo , che è il male . La ragione filosofica scopre e sistema assai tardi la dialettica animatrice delle cose , in virtù della quale gl ' infimi selvaggi non possono immaginare spiriti buoni senza spiriti malvagi : ma in quella sono maestri anche gli animali , per cui l ' appetire da una parte significa il fuggire o avversare dall ' altra . E la dialettica , che di necessità scinde il monoteismo deistico nel diteismo divino - diabolico , precisa nettamente i termini del dissidio in conformità della speciale situazione storica , che ha ispirato alla mente dell ' epoca , all ' uomo di genio , l ' idea dello spirito universale , l ' idea del sommo bene , e lo ha indotto a inventare il Dio conforme . Se , per esempio , Dio significa esclusivamente il creatore della terra per la stirpe e il protettore della nazione , il diavolo è il dio dello straniero . Se Dio significa l ' autore della luce , della creazione amica agli uomini , del benessere materiale e morale , della vita pura e gioconda , il diavolo è il Dio delle tenebre , della creazione ostile , della miseria e della malvagità e dell ' infermità e della morte . Se Dio significa il padre e custode dei buoni e dei poveri , il diavolo non è che il Dio dei malvagi e dei ricchi . Se Dio è il signore dei fedeli credenti , il diavolo è il Dio degl ' infedeli miscredenti ; e così di seguito . Così di seguito , con tutta la trama d ' infinite differenze e complessità e semplificazioni e varietà e sfumature che segnano lo sviluppo e il transito di un ' epoca in un ' altra , di una nazione in un ' altra , di un ' egemonia in un ' altra , di questo o quel momento storico precedente nei successivi . L ' idea , la realtà , secondo la vecchia immagine , è come il filugello che cava da sé il suo filo , e non si rinchiude nel bozzolo se non per sfarfallarne e per quell ' apparente riprincipiar da capo che è in verità un eterno continuare verso una meta che è , insieme , principio e fine . Non si dà sole senza tenebra , né state senza verno , né natura amena e amica di frutti senza natura di uragani e di desolazione , né ricchezza senza miseria , né salute senza infermità , né amicizia senza inimicizia , né credenza senza miscredenza , né bontà senza malvagità , né gioia senza dolore . Vale a dire , non si dà pensiero senza che sembri che ci sia un qualcosa che non è pensiero , ossia senza l ' errore , che , appunto col pensarlo , viene ridotto a pensiero ; e non si dà azione senza che sembri che ci sia un qualcosa di cieco e renitente , ossia il fatto di bruta natura , agendo sul quale lo si riduce al fine volontario appunto voluto dall ' azione . Solo che gli uomini non la sentono così ; e l ' egoismo cieco e irrazionale , che hanno congenito dentro , lo vedono fuori , nella malvagità del mondo o nell ' ostilità della natura ; come se le stesse meteore e i terremoti , che sembrano un maleficio a chi ne è colpito e che li giudica secondo il danno che ne porta , non.fossero una condizione di esistenza per la terra , che nell ' equilibrio dell ' economia generale connaturata alle sue forze endogene ed esogene , ne ha , dunque , bene . Ciò che è compreso dai credenti , i quali nelle grandi calamità parlano di imperscrutabili decreti della Provvidenza . Ma la ragione non è il sentimento ; e dunque la fantasia e la passione fanno un fascio delle tenebre e della miseria e dell ' infermità e della bruta natura e dell ' errore e del dolore e del male , e il fascio lo chiamano diavolo , soprintendente alle cose come vanno ; e fanno un fascio della ricchezza e della salute e della gioia e del dolore e della luce e della verità , e lo chiamano Dio , termine ideale delle cose come dovrebbero andare . Errore , male , dolore ; verità , bene , beatitudine : questi sono i termini della lotta combattuta di continuo , senza requie . Ed è guerra veramente senza quartiere sulla terra , e concludibile soltanto nella pace del cielo , quando si accetta come assioma o come verità dogmatica , che non è concesso agli uomini espellere del tutto il diavolo da questo mondo , e che la vittoria completa è destinata da Dio all ' altro mondo . Naturalmente la soluzione , che avviene in terra o in cielo o sotterra , varia col variare dei modi con cui , secondo i tempi e i luoghi , i termini sono impostati . Ma sia che prometta l ' affrancamento dal contatto straniero o dalla servitù , oppure da una casta divenuta esosa , oppure dal maligno influsso della miscredenza , oppure dalla natura materiale , oppure dal tedio del mondo stesso giudicato tutto intollerabile , o comunque altro si voglia , essa rivela la verità fondamentale : che , cioè , la lotta è intuita e sentita come un processo di liberazione . " Libera nos a malo " . Le ore tragiche dell ' umanità sono , in sostanza , quelle in cui l ' accumulamento di un passato morto , esausto di ogni senso e contenuto di utile e di bontà e di verità , sembra appesantirsi come una montagna di falsità e di menzogne sulle genti , e spegnere in loro ogni prezzo dell ' esistenza , ogni gusto della terra . L ' umanità , persuasa a proprie spese che " militia est vita hominis super terram " , sfiduciata e disfatta si chiede : " ma perché ? a che serve ? " . E l ' inerzia e il cinismo coprono perfino la disperazione . In tali crisi storiche , l ' immortalità della mente umana , lo spirito del mondo si concentra in un uomo , il figlio di Dio , che porta contro il cumulo del passato tutte le fiamme del cielo e dell ' inferno , tutte le fiamme della sua coscienza , e scioglie al fuoco e spiana il passato , e incenerisce il diavolo , e al suo popolo risollevato e richiamato al pensiero e all ' azione addita il segno e la legge di una nuova esistenza . La sua legge è immedesimazione e compenetrazione dell ' individuo col tutto ; è vita e assunzione in Dio ; la guerra che egli riaccende nel mondo è guerra all ' egoismo , che è arrivato all ' estremo , cioè al termine in cui l ' egoismo diventa divoratore di sé stesso ; la legge è il dovere , e il dovere è il diritto del sacrifizio . Perciò il furore e l ' odio contro le cose come vanno egli li risolve in incantamento e in amore alle cose come devono andare . E spinge gli uomini un gradino più su per la scala della verità e della volontà , in cima alla quale inferno e terra e cielo si fondono e si.concludono in liberazione dell ' anima redentrice di sé a sé stessa e signora del proprio destino . In cima alla scala è l ' ideale , che è la stessa realtà ; è la beatitudine , che è la stessa volontà . Tale fu l ' opera dei Figli di Dio ; opera d ' incivilimento , di progresso , di umanizzazione della bruta natura , di umanizzazione dell ' uomo all ' uomo , di addomesticamento e di educazione del destino ricondotto ad abitare sotto la fronte e sotto la mano dell ' uomo . Opera di fervore e di fermento verso una meta che si tocca sempre , perché non vi si arriva mai ; verso il fine , il cui esser fine consiste nel non essere mai raggiunto ; verso il dover essere , che non esiste fuori del come avviene . In questo gaudioso e tremendo lavoro di sviluppo e di avanzata senza sosta né riposo , in questo facimento e rifacimento implacabile , in cui generazioni su generazioni e popoli su popoli sono assorbiti come materia di elaborazione per un prodotto perfettibile , non mai perfetto , il genio prescelse solo quei pochi uomini a testimoniare la ragione per cui le stirpi e le genti si sono tanto affaticate , a comprovare la sostanza di verità e di utilità nella quale si esaurirono , a dimostrare per quale virtù profonda la transitorietà della loro opera , che può sembrare talvolta affatto dimenticata o sparita , si perpetua nell ' attualità della nostra . E tra quei pochi ce n ' è uno , a cui dalla parte più colta e fattiva dell ' umanità furono sanciti gli altari , e anche oggi l ' inanità degli altari non ci offende , perché egli stesso avrebbe perdonato alle turbe l ' incapacità di comprenderlo come vero uomo , come l ' uomo migliore che fino a oggi sia passato per la milizia della terra , inerme affatto di ogni cura di sé , armato di passione al povero prossimo suo , armato di devozione al sacrifizio . Ed è quello che li riassume tutti , tanto la verità dell ' ideale e la sostanza eterna della bontà umana s ' identificano nel suo nome ; tanto egli è presente e vivo dentro di noi , e ci conforta e aiuta a guardare dal dolore e dall ' odio la nostra fatica e a preservare dal male il nostro pane quotidiano e a serbare dignità nella miseria e mansuetudine nella fortuna : tanta fu la dolcezza con cui si sforzò di far confessare alle genti , che il vero Satana insidiatore della vita dell ' anima è l ' egoismo . Tanto egli con le sue lacrime e col suo sangue ha connaturato in noi la certezza , che non da altrove che dal nostro sangue e dalle nostre lacrime ci è dato di cavare la forza di redimerci dal peso di noi stessi , e di assaporare l ' esistenza come una continua liberazione dell ' animo nella pienezza della realtà . E sul petto di lui , che riassume in sé tutti i figli di Dio , l ' umanità china con consolazione il capo travagliato . Perché solo nel battito del suo cuore , che seppe uscire rinfiammato di fede e di affetto dalla tragedia combattuta tra il cielo e l ' abisso , ella ritrova tutta intera e riconosce a pieno la tragedia propria , che combatte con sé stessa dal principio del mondo per stabilire sulla terra il regno dell ' uomo .