StampaQuotidiana ,
Con
i
suoi
14
milioni
di
voti
la
Dc
ha
dato
il
20
giugno
una
nuova
prova
della
sua
forza
elettorale
.
Il
significato
di
questo
successo
non
va
sottovalutato
.
E
'
l
'
ennesima
riprova
che
al
messaggio
cristiano
è
riservato
un
grande
spazio
tra
le
forze
destinate
a
modellare
la
realtà
in
cui
viviamo
.
In
una
società
così
fortemente
competitiva
come
quella
capitalistica
,
dove
la
solitudine
esistenziale
nella
folla
senza
nome
è
per
molti
una
esperienza
drammatica
,
e
dove
sfide
sempre
nuove
nascono
ogni
giorno
dalla
scienza
,
dalla
tecnologia
,
dalla
crisi
dei
vecchi
valori
e
dalle
dimensioni
accresciute
della
vita
sociale
,
il
riferimento
religioso
è
per
molti
irrinunciabile
,
sul
piano
individuale
e
su
quello
collettivo
.
Solidarietà
e
carità
cristiana
acquistano
per
i
deboli
e
per
i
meno
fortunati
un
significato
che
si
traduce
in
un
livello
d
'
impegno
sociale
e
politico
spesso
ignoto
alle
formazioni
«
laiche
»
e
che
conferisce
un
preciso
contenuto
alla
caratterizzazione
«
popolare
»
della
Dc
.
Ma
se
queste
sono
realtà
innegabili
,
va
però
sottolineato
anche
che
la
Dc
ha
riscosso
il
grosso
dei
consensi
in
settori
della
società
italiana
assai
più
estesi
,
che
le
hanno
affidato
la
propria
rappresentanza
politica
al
di
fuori
di
ogni
motivazione
religiosa
.
Il
voto
di
questi
settori
per
la
Dc
è
solo
un
'
espressione
della
loro
scelta
per
il
modello
civile
occidentale
,
con
i
suoi
ordinamenti
economici
fondati
sull
'
impresa
e
la
sua
esaltazione
della
libera
personalità
individuale
.
Non
è
cosa
nuova
,
e
su
questa
scelta
la
Dc
ha
sempre
fondato
le
proprie
fortune
elettorali
.
Ma
adesso
le
esigenze
della
società
sono
cresciute
,
e
le
risposte
della
vecchia
Dc
non
bastano
più
.
Un
paese
dove
il
reddito
reale
per
abitante
è
tre
volte
superiore
a
quello
del
1951
,
con
una
popolazione
residente
nei
centri
con
oltre
50
mila
abitanti
pari
al
40
per
cento
del
totale
,
e
con
un
tasso
di
scolarità
e
d
'
informazione
incomparabilmente
più
alto
,
pone
alla
classe
politica
problemi
assai
diversi
da
quelli
affrontati
al
tempo
di
De
Gasperi
.
Più
elevate
disponibilità
di
reddito
significano
infatti
maggiore
larghezza
e
varietà
di
vita
,
possibilità
più
diversificate
,
attese
e
prospettive
più
ampie
di
accesso
ai
beni
e
ai
valori
del
mondo
:
che
sono
poi
i
contenuti
di
una
società
«
secolarizzata
»
con
i
quali
vengono
a
più
diretto
contatto
le
grandi
masse
investite
dai
moderni
processi
di
sviluppo
economico
.
E
questa
Italia
nuova
,
l
'
Italia
davvero
europea
,
che
alla
Dc
chiede
oggi
l
'
acquisizione
di
un
modo
diverso
di
far
politica
,
meno
legato
ai
moduli
della
vita
parrocchiale
e
più
a
quelli
dell
'
azienda
e
della
produzione
,
e
insieme
meglio
adatto
ad
accettare
e
a
promuovere
i
valori
e
il
costume
che
son
propri
della
nuova
realtà
.
Riconoscere
che
questa
è
la
sfida
che
la
Dc
è
chiamata
a
fronteggiare
non
significa
auspicarne
la
trasformazione
in
un
partito
laico
e
«
liberale
»
.
Ci
piaccia
o
non
ci
piaccia
,
l
'
ultimo
mezzo
secolo
di
storia
italiana
ha
relegato
i
partiti
laici
non
socialisti
a
un
ruolo
minoritario
e
assegnato
un
peso
determinante
al
partito
cattolico
.
Ma
la
Dc
deve
ugualmente
raccogliere
quella
sfida
,
se
vuole
restare
fedele
alla
sua
vocazione
interclassista
in
termini
adeguati
alle
esigenze
di
oggi
.
E
potrà
farlo
senza
chiedere
nessuna
rinuncia
a
quelli
fra
i
suoi
militanti
che
derivano
dalla
coscienza
religiosa
le
motivazioni
ultime
del
proprio
impegno
politico
.
Nel
quadro
di
un
'
ispirazione
cristiana
i
valori
della
società
libera
e
democratica
trovano
giustificazioni
certamente
diverse
da
quelle
che
si
richiamano
invece
alla
cultura
laica
:
ma
è
proprio
nell
'
ispirazione
religiosa
che
le
forze
più
autentiche
del
cristianesimo
hanno
trovato
durante
gli
ultimi
decenni
le
motivazioni
più
profonde
della
loro
scelta
per
la
libertà
e
contro
il
totalitarismo
,
al
di
qua
e
al
di
là
della
cortina
di
ferro
.
Certo
,
questi
sono
problemi
interni
al
mondo
cattolico
e
,
più
in
particolare
,
al
partito
della
Dc
.
Ma
sono
problemi
ai
quali
non
può
restare
indifferente
il
mondo
laico
:
che
ha
un
innegabile
interesse
a
tutto
ciò
che
tende
a
conferire
una
fisionomia
di
maggiore
modernità
al
più
grande
partito
dello
schieramento
democratico
,
e
dunque
a
tutto
il
sistema
politico
del
paese
.
Nell
'
ineliminabile
differenza
delle
motivazioni
ultime
sul
piano
culturale
,
esiste
un
vasto
terreno
comune
sul
quale
le
forze
democratiche
di
ogni
estrazione
ideologica
sono
chiamate
a
incontrarsi
.
Ed
è
stato
un
errore
assai
grave
delle
forze
laiche
non
avere
finora
guardato
con
la
necessaria
attenzione
a
quei
settori
del
mondo
cattolico
che
sono
più
aperti
ai
valori
di
cui
la
cultura
liberal
-
democratica
si
vanta
di
essere
portatrice
.
Il
«
dialogo
»
con
i
cattolici
è
così
rimasto
monopolio
dei
comunisti
,
da
sempre
campioni
di
ineguagliata
spregiudicatezza
in
questa
materia
.
Non
è
affatto
detto
che
questa
linea
risulterà
vincente
nella
Dc
.
E
possibile
che
i
suoi
dirigenti
,
dall
'
alto
della
propria
forza
elettorale
,
ritengano
invece
che
nulla
vi
sia
da
mutare
nelle
vecchie
ricette
politico
-
ideologiche
;
e
che
di
fatto
esse
bastino
ad
assicurare
al
partito
cattolico
,
anche
in
avvenire
(
se
non
interveranno
fattori
eccezionali
di
crisi
)
,
successi
analoghi
a
quelli
del
passato
.
Resta
tuttavia
da
vedere
se
un
voto
con
valore
meramente
numerico
,
non
sostenuto
da
quel
concreto
e
fattivo
ricambio
con
la
società
civile
in
cui
si
concreta
una
moderna
vita
politica
,
possa
essere
sufficiente
oggi
,
quando
il
Pci
è
ormai
a
un
soffio
dal
traguardo
del
potere
.