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> autore_s:"SIMONI RENATO"
NATURALEZZA DEL 'VOI' ( SIMONI RENATO , 1939 )
StampaPeriodica ,
Caro Gravelli Ti chiedo e ti prego di perdonarmi se dopo aver tanto tardato a mandarti l ' articolo ... non te lo mando . Eccone la ragione . Dopo il bellissimo articolo pubblicato da Giorgio Pasquali nel " Corriere della Sera , " quali ricerche filologiche e storiche che avessero sapore di originalità , avrei potuto fare io , povero untorello ? E occorrono poi prove e documentazioni della italianità , starei per dire della naturalezza , del " voi " ? Basta ripensare agli anni della nostra vita , che ci parevano tutti dialogati col " lei , " per accorgerci presto che anche in essi l ' uso del " voi " era spontaneo frequente agevole . Chi di noi dell ' Ottocento non ricorda con dolcezza maestri molto amati che ci trattavano con un " voi " pieno di protettrice e incoraggiante bontà , cui rispondevamo con un " voi " pieno di affettuoso rispetto ? Nella vita del teatro , poi , il " voi " si è sempre usato ; il " voi " o il " tu " ; il " lei " era , tra le quinte , raro , frigido , fuori clima . S ' è detto che in certe classi sociali l ' italianissimo " voi " era stato , un tempo , adottato per mimetismo esotico , per il gusto di imitare il tono conversativo francese o inglese ; ma sta di fatto che , in realtà , si tornava , invece , a un ' antica e pura tradizione italiana . Chi credeva di imitare gli stranieri , riprendeva agli stranieri ciò che essi avevano preso a noi ; come il Pasquali ha perfettamente dimostrato . E quanto alla bellezza del " voi , " ecco un piacevole esperimento da fare . Apriamo a caso i nostri libri più belli , e , nella più pura poesia o nella più viva prosa italiana , proviamo a sostituire con tanti " lei " i " voi " che vi troviamo : il risultato sarà comico , come di un abbassamento di tono , o della ricerca di un garbetto lustro cerimonioso e caricaturale . Mutiamo invece in " voi " il " lei " dove il " lei " è ; subito il " voi " si calerà entro il periodo senza alterarne lo stile , senza esservi anacronistico , senza sembrare una intarsiatura estranea a ciò che esso ha di più tipico e di più rappresentativo . Segno che il " voi , " oltre che di oggi , è di tutti i tempi . In verità chi si indugia ancora nell ' uso del " lei , " non può avere obiezioni serie da opporre al "voi." Una certa pigrizia mentale lo lega ancora alla consuetudine ; ma tra breve i " lei " superstiti , accerchiati da tanti " voi , " si arrenderanno e andranno a tenere compagnia ai " molto riveriti signori , " ai " padroni colendissimi " e ad altre ossequiosità pallide e impolverate del passato .