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> autore_s:"STEFANINI LUIGI"
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Certo misticismo dell ' azione , che imperversa nella filosofia e nella prassi d ' oltralpe e d ' oltreoceano , nasce , come quello di cui si è fatto cenno , da un dispregio di ogni coerenza razionale e di ogni disciplina ideale . Radicato anch ' esso nei fondi ancestrali dell ' inconscio e nutrito d ' impulsi istintivi , pretende sollecitare la vita ad affermazioni energiche e costruttive , riducendo il pensiero ad un ' accessoria funzione di controllo per la riuscita dell ' impresa : impresa il cui successo non viene calcolato in base ad una direttiva morale o ideale , ma commisurato sull ' utilità ch ' essa arreca . Anche questo misticismo come l ' altro congeniale del passato legittima l ' arbitrio individuale e nasconde sotto la dignità del nome la sostanza vera d ' una democrazia nutrita di edonismo e di utilitarismo . Contro di esso bisogna salvare lo stile di un misticismo a noi affidato dalla tradizione italica . Non è impossibile rintracciare la coerenza di questo stile attraverso le inevitabili influenze ed intrusioni che intaccano un organismo secolare . Ma , discorrendo di vetta in vetta e congiungendo con sguardo sintetico i vertici della nostra spiritualità , si coglie una costante storica , la persistenza d ' un carattere inconfondibile per cui il nostro misticismo , più che da un dispettoso rifiuto della razionalità , nasce da una riforma del concetto stesso di ragione . La razionalità , non estrinseca nell ' atto e quindi alla passione umana , vi appare invece la coerenza dell ' atto umano , integro di veggenza , di volizione e di passione : secondo la parola del DUCE del Fascismo , " atto di vita , " nel quale la vita si gode , si possiede e , nello stesso tempo , si disciplina , salvandosi dall ' arbitrio e dalla dispersione . L ' affetto , tutto compreso nella pienezza dell ' atto , non ha bisogno di sfrenarsi capricciosamente fuori di esso , ma vi si nutre e si soddisfa . Da questo punto di vista se il vigore del pensiero resta intrinseco al nostro misticismo , come suo nerbo è possibile parlare di antirazionalismo e di un antintellettualismo della nostra tradizione , in quanto si pensa alla diffida data costantemente alla ragione che gira su se stessa , battendo il vuoto delle astrazioni , invece di macinare il buon grano dell ' esperienza ; e all ' intelletto quale capacità specchiale di riflettere la realtà nell ' inerzia e nell ' apatia dello spirito .