StampaPeriodica ,
La
lunga
marcia
delle
riforme
ha
sinora
affrontato
,
alla
Camera
,
soltanto
due
nodi
:
quello
del
federalismo
(
forma
di
Stato
)
e
quello
del
presidenzialismo
(
forma
di
governo
)
.
Sul
primo
,
il
testo
concordato
in
Bicamerale
è
stato
ampiamente
modificato
;
sul
secondo
,
invece
,
è
stato
rispettato
.
Il
che
non
è
di
per
sé
riprovevole
o
irragionevole
.
Se
gli
accordi
della
Bicamerale
fossero
tutti
blindati
,
allora
l
'
esame
delle
Camere
non
avrebbe
senso
,
sarebbe
soltanto
pro
forma
.
Però
,
se
tutti
gli
accordi
della
Bicamerale
fossero
sblindati
,
cioè
tutti
da
rifare
,
allora
sarebbe
il
lavoro
della
commissione
costituente
a
risultare
inutile
.
Alla
domanda
se
i
patti
della
Bicamerale
saranno
rispettati
,
pertanto
,
per
il
momento
si
può
soltanto
rispondere
:
in
parte
sì
,
in
parte
no
.
Ma
siamo
ancora
ai
primissimi
passi
.
Perché
c
'
è
ancora
da
vedere
che
cosa
succederà
al
Senato
,
dove
la
riforma
presidenziale
approvata
a
Montecitorio
potrà
tenere
,
ma
dove
dubito
molto
sulla
tenuta
della
riforma
federale
.
Il
solo
punto
abbastanza
fermo
,
a
oggi
,
delle
riforme
è
dunque
quello
del
presidenzialismo
.
Vediamolo
.
In
passato
il
presidente
della
Repubblica
era
eletto
dalle
Camere
.
In
futuro
sarà
eletto
,
in
forza
dell
'
articolo
64
della
nuova
Costituzione
,
a
suffragio
universale
diretto
.
La
Camera
ha
anche
approvato
gli
articoli
che
ne
specificano
poteri
e
modalità
di
elezione
,
affrontando
per
ultimi
due
punti
:
le
prerogative
presidenziali
in
materia
di
politica
estera
e
di
difesa
(
art.
66
,
sub
a
)
e
il
potere
di
scioglimento
delle
Camere
(
art.
70
)
.
Sono
punti
importanti
,
e
controversi
per
questo
;
ma
non
abbastanza
importanti
da
modificare
la
valutazione
d
'
insieme
.
I
sistemi
genericamente
detti
presidenziali
sono
almeno
una
trentina
,
e
si
dividono
in
tre
tipi
:
il
sistema
presidenziale
puro
di
tipo
americano
,
il
sistema
semipresidenzíale
di
tipo
francese
,
i
sistemi
presidenziali
spuri
che
sono
tali
di
nome
più
che
di
fatto
.
Il
solo
denominatore
comune
di
tutti
questi
sistemi
è
l
'
elezione
popolare
del
capo
dello
Stato
.
Ma
la
sola
elezione
non
basta
a
rendere
un
sistema
presidenziale
diverso
da
un
sistema
parlamentare
.
Irlanda
,
Islanda
e
Austria
esibiscono
presidenti
eletti
a
suffragio
universale
,
ma
funzionano
in
tutto
e
per
tutto
come
sistemi
parlamentari
nei
quali
il
presidente
conta
poco
o
niente
.
Un
sistema
politico
è
davvero
presidenziale
,
allora
,
quando
il
presidente
conta
in
termini
di
potere
di
governo
.
Negli
Stati
Uniti
è
il
presidente
che
governa
e
che
riassume
in
sé
tutti
i
poteri
di
governo
.
Dunque
,
nel
sistema
presidenziale
puro
il
presidente
conta
moltissimo
.
L
'
inconveniente
di
questa
formula
,
che
si
manifesta
appieno
in
America
Latina
,
è
duplice
:
da
un
lato
è
aperta
al
rischio
dell
'
eccesso
di
potere
,
dall
'
altro
lato
non
prevede
il
caso
che
viene
detto
della
«
maggioranza
divisa
»
,
cioè
del
presidente
che
si
trova
in
minoranza
in
Parlamento
.
In
Francia
,
invece
,
la
struttura
del
potere
esecutivo
è
diarchica
,
a
due
teste
;
ma
il
problema
di
una
conflittualità
o
paralisi
diarchica
è
risolto
dal
fatto
che
l
'
esercizio
effettivo
del
potere
passa
dal
capo
dello
Stato
al
capo
del
governo
-
e
viceversa
-
a
seconda
di
chi
si
trova
in
maggioranza
.
Il
semipresidenzialismo
francese
è
dunque
un
sistema
altamente
flessibile
che
non
si
incaglia
,
come
avviene
in
America
,
nelle
secche
della
maggioranza
divisa
.
In
Francia
il
presidente
a
volte
conta
molto
,
a
volte
conta
meno
;
ma
non
è
mai
un
presidente
che
non
presiede
nulla
,
la
cui
funzione
è
di
essere
soltanto
un
garante
.
Come
si
cerca
invece
di
renderlo
nel
presidenzialismo
all
'
italiana
.
Come
notavo
,
in
materia
di
poteri
presidenziali
esiste
ancora
un
contenzioso
aperto
.
Ma
ammettiamo
che
gli
articoli
66
e
70
resistano
agli
assalti
e
passino
nella
versione
proposta
dalla
Bicamerale
.
Anche
se
così
sarà
,
il
presidenzialismo
all
'
italiana
è
pur
sempre
da
ascrivere
alla
categoria
dei
presidenzialismi
spuri
e
mal
congegnati
;
che
talvolta
sono
soltanto
inutili
,
come
nella
citatissima
Austria
,
ma
che
possono
anche
essere
dannosi
.
Capisco
benissimo
chi
si
oppone
al
presidenzialismo
puro
.
Capisco
anche
,
seppur
meno
,
chi
nemmeno
vuole
il
semipresidenzialismo
.
Ma
l
'
argomento
vero
non
è
che
nel
modello
francese
si
annida
il
pericolo
di
una
tirannide
virtuale
,
come
gridano
,
comprensibilmente
spaventatissimi
,
Armando
Cossutta
e
Fausto
Bertinotti
;
e
nemmeno
il
pericolo
della
deriva
plebiscitaria
denunziato
dai
popolari
.
Chiamando
le
cose
con
il
loro
vero
nome
,
chi
diffida
di
qualsiasi
presidenzialismo
teme
l
'
elezione
popolare
diretta
.
Coma
fa
un
elettorato
che
di
politica
si
interessa
poco
,
e
sa
pochissimo
,
a
scegliere
una
persona
adatta
?
Diciamolo
senza
infingimenti
:
il
rischio
di
una
cattiva
scelta
,
di
una
scelta
sbagliata
,
è
un
rischio
da
mettere
in
conto
.
E
la
videopolitica
lo
accentua
.
In
Brasile
la
televisione
ha
portato
al
potere
Collor
,
un
pessimo
presidente
cacciato
per
corruzione
nel
1993
.
In
questo
momento
pare
che
dalle
elezioni
presidenziali
nelle
Filippine
esca
vincitore
un
ex
attore
(
come
Ronald
Reagan
,
ma
senza
il
suo
tirocinio
politico
)
e
che
in
Venezuela
la
candidata
più
forte
per
le
elezioni
presidenziali
di
dicembre
sia
Irene
Sàez
,
un
'
ex
Miss
Universo
di
36
anni
:
certo
una
gran
bella
ragazza
,
ma
che
cosa
c
'
entra
?
Dunque
il
presidenzialismo
comporta
un
rischio
che
l
'
elezione
parlamentare
del
presidente
riduce
.
Ma
il
guaio
è
che
in
Italia
i
nemici
del
presidenzialismo
sono
riusciti
a
depotenziarlo
senza
però
riuscire
a
evitare
l
'
elezione
diretta
(
per
ben
sei
anni
)
.
Il
che
rischia
di
produrre
un
presidenzialismo
reso
pericoloso
dalla
propria
impotenza
.
L
'
elezione
popolare
del
capo
dello
Stato
non
è
piccola
cosa
.
Tra
le
tante
,
troppe
elezioni
che
ci
affaticano
,
è
la
Grande
Elezione
.
Mobilita
un
paese
per
mesi
,
richiede
manovre
di
posizionamento
dei
candidati
per
anni
,
e
impiega
ingenti
energie
e
risorse
.
Dopo
di
che
,
e
soprattutto
,
crea
aspettative
.
In
Italia
-
se
mai
arriveremo
al
referendum
confermativo
della
nuova
Costituzione
-
l
'
elezione
del
presidente
verrà
strombazzata
come
una
grande
conquista
democratica
,
come
un
aumento
del
potere
popolare
.
Non
sarà
vero
,
sarà
un
imbrogliuccio
.
Ma
resta
vero
che
l
'
elezione
diretta
dà
legittimità
,
e
quindi
il
nuovo
presidente
potrà
parlare
più
di
ogni
altro
in
nome
del
popolo
.
E
se
sarà
un
tipo
battagliero
potrà
dare
battaglia
per
conquistare
i
poteri
che
la
Costituzione
gli
nega
,
ma
che
i
veri
presidenzialismi
gli
assegnerebbero
.
Una
battaglia
che
gli
verrà
facilitata
da
un
varco
che
i
nostri
costituenti
hanno
lasciato
sguarnito
senza
accorgersene
.
Nell
'
articolo
66
sub
e
,
approvato
pochi
giorni
fa
,
si
legge
che
il
presidente
della
Repubblica
«
autorizza
la
presentazione
alle
Camere
dei
disegni
di
legge
di
iniziativa
del
governo
»
.
E
vero
che
quel
disposto
ripete
l
'
articolo
87
della
Costituzione
del
1948
.
Ma
se
era
reso
aggirabile
,
in
passato
,
da
un
sistema
parlamentare
,
è
un
disposto
che
diventa
pericolosamente
offensivo
in
mano
a
un
presidente
a
elezione
popolare
.
Che
cosa
succede
se
il
presidente
non
autorizza
la
presentazione
di
un
disegno
di
legge
?
Dal
testo
si
evince
che
la
non
autorizzazione
è
un
atto
interamente
discrezionale
.
E
dunque
può
succedere
che
il
presidente
unto
dal
popolo
blocchi
,
volendo
,
quasi
tutto
il
governare
.
Bravi
davvero
,
Leopoldo
Elia
e
soci
.
Nel
combattere
il
presidenzialismo
,
i
popolari
hanno
ottenuto
un
presidenzialismo
impotente
sì
,
ma
aperto
ai
conflitti
istituzionali
assai
più
del
sistema
semipresidenziale
che
sono
riusciti
a
distruggere
.
In
Francia
la
potenziale
conflittualità
tra
capo
della
Stato
e
capo
del
governo
è
stata
disciplinata
,
e
a
tutt
'
oggi
non
è
mai
stata
dirompente
.
Il
presidenzialismo
all
'
italiana
,
invece
,
o
sarà
soltanto
di
facciata
,
oppure
sarà
contrassegnato
da
una
preoccupante
conflittualità
interna
.
Nella
prima
eventualità
,
quella
di
un
presidenzialismo
finto
e
soltanto
nominale
,
avremmo
fatto
molto
rumore
per
nulla
,
e
la
montagna
avrebbe
partorito
un
topolino
.
Nella
seconda
eventualità
,
ci
troveremmo
assai
più
mal
messi
di
prima
.
In
ogni
caso
,
chiamare
questo
coso
un
semipresidenzialismo
è
un
'
ingiuria
al
nome
.