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> autore_s:"TINO ADOLFO"
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I problemi base . Il ministro Corbino e il nuovo sottosegretario prof . Serpieri hanno avuto fin da principio una buona stampa : giusto omaggio alle riconosciute qualità d ' ingegno , di competenza , di carattere dei due uomini , spiegabile soddisfazione di vedere finalmente avvenuta una scelta che si sapeva oltremodo difficile e per molti versi interessava e preoccupava l ' opinione pubblica ; legittima speranza che uomini non logori dalla lotta politica e non legati alle vicende dei partiti portino nella soluzione dei gravi problemi loro affidati uno spirito di realistica visione dei fatti e di sapiente intuizione dell ' interesse integrale della Nazione . Certo il compito che il sen . Corbino in modo particolare affronta con tanta modestia e coraggio insieme , è difficile e molteplice . In primo luogo , è da augurare che egli sappia superare le divergenze , spesso gravi , di interessi tra agricoltura e industria cercando la soluzione del problema in un ordine di vedute superiore , nel quale gli opposti interessi trovino la loro conciliazione : trasformando cioè il problema di distribuzione dei gravami e delle protezioni in un problema di intensificazione generale della produzione . Di questo problema egli ha scorto uno degli aspetti tipici , cioè la necessità di vivificare l ' agricoltura nel Mezzogiorno e nelle Isole in modo da portarla al livello altissimo in cui è già nella maggior parte dell ' Italia settentrionale ; e possiede la chiave tecnica nella sua perfetta conoscenza e nella sua tenace opera di propaganda per l ' utilizzazione elettrica delle energie idrauliche del nostro paese . Il problema è di portare alla massima intensità e al massimo rendimento e buon mercato la produzione della sola energia fisica per la quale possiamo non essere tributari di paesi stranieri meglio favoriti dalla natura : l ' acqua . E questo è problema strettamente connesso con quelli del rimboschimento e risolto darà nuovo impulso ai lavori di bonifica e di irrigazione , in cui è il segreto della redenzione delle plaghe più infelici d ' Italia . V ' è poi il problema tecnico - politico delle tariffe doganali , sul quale il Corbino non ha voluto pronunciarsi nella prima intervista concessa al nostro giornale , ma che attende dalla sua competenza e dall ' energia e intuito dell ' on . Mussolini una soluzione adeguata : dovendo il Governo egualmente essere pronto a sacrificare grossi interessi privati qualora risultino parassitari dell ' economia nazionale , come a imporre al paese i sacrifici necessari qualora o le esigenze della difesa nazionale o la considerazione del vantaggio integrale dell ' economia stessa imponga di concedere a determinate forme di produzione protezioni singolarmente passive . Noi crediamo che difficilmente si potrà trovare la formula di questa utile distribuzione di pesi e delle protezioni , se il Ministro dell ' Economia Nazionale non sarà in grado , resistendo alla pressione abilissima e continua dei mille interessi particolari consumati nell ' arte di circuire i ministri di via XX Settembre , di prendere le sue decisioni avendo sotto mano , continuamente chiariti dall ' aperta discussione degli interessati , tutti gli elementi costitutivi della produzione nazionale . Il problema di creare organi consultivi in cui i diversi interessi possano , venendo ad aperto contradittorio , fornire al ministro responsabile una visione generale e una controllata conoscenza specifica delle questioni inerenti alle tariffe doganali , è fondamentale per il retto funzionamento dell ' importantissimo dicastero . Il quale , liquidati gli ultimi residui dell ' economia associata e dell ' intervenzionismo statale , deve riprendere le sue vere funzioni che sono essenzialmente di ispezione , di statistica , di studio , di incoraggiamento , di istruzione professionale , e il meno possibile di ingerenze nel meccanismo della produzione e nel giuoco della concorrenza . La vasta mole delle responsabilità che si concentrano nel nuovo ministro , è aumentata dall ' alta vigilanza che ad esso spetta sui problemi del lavoro e sulla legislazione sociale . È questo certo , nelle sue linee generali , un problema di politica generale la cui soluzione in ultima analisi risale alla Presidenza del Consiglio ; ma anche in questo campo , per ora pacificato , il contributo d ' una agile mente organizzatrice e d ' una conoscenza delle esigenze tecniche delle varie produzioni è necessaria e può essere preziosa . Ci sarebbe da dire infine delle difficoltà dell ' ambiente con cui certamente il ministro deve lottare prima di assicurarsi l ' efficace cooperazione di tutti i funzionari del riunificato dicastero , giacché in questo , più che in altri , fu sensibile l ' influenza del periodo in cui l ' Italia fu governata con criteri socialdemocratici . Ma l ' argomento è ampio e delicato , ed è preferibile per oggi limitarsi ad augurare al nuovo ministro che anche questa difficoltà egli sappia superare ottenendo da tutti , o almeno da tutti i migliori , quella collaborazione degli organi esecutivi , senza la quale la miglior buona volontà degli uomini chiamati al Governo non può tradursi in efficace azione per il bene concreto del Paese . In treno col nuovo Ministro – Il suo programma di azione Sulla Roma - Pisa . Si parte alle 17,30 . In una cabina della vettura - letto è il nuovo ministro dell ' Economia Nazionale , senatore Corbino , diretto a Sant ' Anna di Valdieri per prestare giuramento nelle mani del Re . Non mi è facile avvicinarlo : ma quando , superati felicemente tutti quei contrattempi – sempre , sotto ogni cielo e in ogni occasione , gli stessi ! – che fanno la delizia dell ' intervistatore ad ogni costo , mi son seduto di fronte a lui nella cabina , ormai l ' abbrivio era preso e l ' intervista assicurata . La conversazione s ' è subito sciolta d ' ogni impaccio . Il senatore Corbino parla breve e arguto e la frase , prima d ' esser detta , par che gli si muova negli occhi vivaci . – Sono un po ' stanco . Pensi che nel pomeriggio di ieri son partito da Bolzano ed ora mi tocca raggiungere subito Sant ' Anna di Valdieri e immediatamente ritornare a Roma . Ancora due giorni di viaggio e non facili : stanotte dovrò scendere a Savona e prendere il treno per Cuneo ; di qui in automobile continuare per Sant ' Anna . Prestato giuramento , ho da rifare la strada per Roma . – Ma quando , Eccellenza , ha avuto notizia dell ' altissimo incarico affidatole dall ' on . Mussolini ? – Le assicuro – mi risponde sorridendo il senatore Corbino – che , a ripensarci la cosa mi pare un po ' strana . Ero , con la mia famiglia , da qualche giorno a Cortina d ' Ampezzo in breve riposo . Venerdì da Verona improvvisamente fui informato che l ' on . Carnazza era in viaggio per vedermi . Andai ad incontrarlo a Bolzano e qui seppi che l ' on . Mussolini aveva intenzione di affidarmi il nuovo dicastero dell ' Economia Nazionale . Non le nascondo che fui sorpreso e lusingato . La sera stessa partii , in compagnia del ministro Carnazza , alla volta di Roma . Appena arrivati , senz ' altro ci dirigemmo a Palazzo Chigi e ... il resto è noto ... Il senatore Corbino continua a sorridere : e tutto il volto bruno ne ha luce : solo gli occhi , piccoli e neri , sotto la vasta fronte pensosa , sembrano indugiarsi nei recenti ricordi . La pausa è breve , ché io sono all ' agguato e incalzo : – Eccellenza , e i suoi propositi ? – Ho capito – mi risponde il Ministro . – Ho capito ... Siamo all ' argomento e lei non mi lascerà sfuggire ! ... Ancora una pausa , in cui il senatore Corbino pare raccogliersi e meditare . Poi continua secco e sicuro . – Non ho né posso avere programmi in saccoccia . Nella vita non mi son mai trovato preparato per nessuna cosa . Il che è un inconveniente grave , in quanto è prova e confessione di non eccessivo orgoglio : ma offre anche qualche vantaggio nel garantire al proprio spirito l ' assenza di preconcetti o di servitù a idee precedentemente sostenute . In questo senso , sono impreparatissimo all ' enorme e formidabile compito cui m ' ha chiamato la fiducia del Capo del Governo . Mi conforta , però , un pensiero : il dicastero che vado a reggere non ha tanto da esercitare funzioni attive di Stato , quanto invece da conoscere , vigilare e favorire il mirabile sviluppo dell ' attività privata in tutti i campi della produzione . Penso che lo Stato farebbe già molto se queste libere attività individuali non contrastasse né inceppasse con la sua azione . – Quanto ai problemi industriali , quali saranno le Sue direttive ? – Non mi è facile rispondere . Ma la mia via sarà ben presto chiara a tutti . Nel campo industriale l ' opera delle aziende private , che diede risultati sorprendenti durante la guerra , non poté essere proseguita con pari successo dopo la smobilitazione per molte ragioni politiche , sociali e fiscali . Non è d ' altra parte solo un problema interno il raggiungimento desiderato di una più energica attività industriale : ma per mille ragioni che sarebbe lungo elencare , esso si riconnette a problemi economici di carattere internazionale per la nostra scarsezza di materie prime . Ciò impone la ricerca , che già avviene spontaneamente nel mondo industriale , di quei tipi di produzione che implicano maggiore possibilità di sfruttamento delle qualità eccezionali di intelligenza dei nostri operai . Ma l ' intelligenza non basta : e per provvedere l ' operaio italiano della preparazione culturale indispensabile , occorrerà affrontare il problema dell ' insegnamento industriale di grado inferiore . Solo così sarà possibile sperare che si riesca a produrre bene e a buon mercato , come occorre per favorire l ' espansione anche all ' estero dei nostri prodotti . – E l ' agricoltura ? – Io considero l ' agricoltura la fondamentale industria del nostro paese , e i problemi relativi a questo campo di attività formeranno oggetto precipuo delle cure del mio Ministero , il quale potrà avvalersi dell ' opera preziosa e illuminata del Sottosegretario , prof . Serpieri , che l ' on . Mussolini , con geniale intuito , ha scelto come mio collaboratore . Altro non potrei aggiungere sui suoi propositi senza venir meno alla norma elementare di serietà che è imposta a chi , come me , deve sapere e apprezzare la necessità della silenziosa e meditata elaborazione del proprio pensiero . E qui il sen . Corbino ha mostrato di voler concludere . Ma Pisa è ancora lontana e la conversazione è facile ravvivarla . Si parla del fascismo , che ha salvato con energica cura il paese dall ' anarchia e lo Stato dalla rovina , della situazione internazionale che non accenna a chiarirsi , e infine del Mezzogiorno , alla cui economia non potranno non volgersi le cure del nuovo Ministro . – Io penso – mi ha detto a questo proposito l ' illustre interlocutore – che pur la mia qualità di meridionale non è stata estranea nella scelta del mio nome per il dicastero dell ' Economia Nazionale . Il cui problema fondamentale è l ' incremento della produzione nazionale e quindi l ' incoraggiamento a tutto ciò che può favorire lo sviluppo agricolo del Mezzogiorno . Ogni mio sforzo spiegherò perché questa regione che è una delle più nobili e più fattive del nostro paese , abbia un continuo e assiduo incoraggiamento per lo sviluppo e il perfezionamento industriale della sua agricoltura . Nel Mezzogiorno non mancano abili e intelligenti coltivatori : ma sono ancora insoluti i problemi della irrigazione , della bonifica agraria e dell ' impiego dei concimi artificiali a buon mercato . La mia qualità di ex presidente del Consiglio Superiore delle acque mi dà la speranza di poter affrontare questi problemi con qualche successo . – E sui problemi del lavoro , quali sono i suoi propositi ? – Ai problemi del lavoro ho pensato lungamente da cittadino : ma ciò è ben altra cosa che considerarli da ministro . Ho avuto , però , sempre l ' idea che per ragioni politiche contingenti si siano esagerati i contrasti tra i datori e gli assuntori di lavoro . La marcia all ' aumento progressivo e illimitato dei salari non può in ultima analisi che danneggiare i lavoratori , rendendo economicamente disastrosa la produzione e conducendo , perciò , all ' arresto d ' ogni progresso industriale . Ho detto altra volta che una guerra o una rivoluzione possono consentire il risorgere di un migliaio di nuovi millionari : ciò che richiede appena un miliardo ; ma non possono permettere a quaranta milioni d ' italiani di lavorare meno e guadagnare di più . Ciò può avvenire solo per il sorgere della possibilità di sfruttamento di una nuova forza naturale : così dopo la Rivoluzione Francese per la scoperta della macchina a vapore e dopo il 1900 per l ' impiego dell ' energia elettrica . Quando una di queste scoperte è matura , può la pressione d ' una classe rompere la crosta degli interessi formatisi intorno ai vecchi sistemi e spingere la classe industriale a ricorrere a nuovi processi tecnici . Ma è vano tentare di rompere il guscio dell ' uovo se non v ' è dentro il pulcino maturo . E purtroppo la guerra non ha ancora dato la grande scoperta tecnica capace di consentire a tutti gli uomini di lavorare meno e vivere meglio . Per queste ragioni – conclude il Ministro – io credo che operai e industriali finiranno per convincersi della necessità di collaborare nel loro interesse e in quello superiore della Nazione . E qui l ' intervista è veramente finita . Pisa è prossima e bisogna congedarsi .
INTERVISTA COL MINISTRO GENTILE ( TINO ADOLFO , 1923 )
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I problemi della scuola e la riforma universitaria . Giovanni Gentile è uno di quegli uomini , che nel traffico d ' ogni giorno , tra il continuo sopraffarsi di vanità e presunzioni , ha la segreta e incomparabile virtù di tenersi in disparte , e quasi nascondersi . Così , ieri , nella operosa solitudine dei suoi studi : così oggi , al governo della Pubblica Istruzione . E se , per caso , l ' eco della quotidiana battaglia riesce a raggiungerlo , egli le oppone un suo fresco sorriso bonario , che gli illumina gli occhi e tutto il volto di una linea di cordiale e saggia tranquillità . E lo stesso immancabile sorriso ch ' egli offre con dolce umiltà ai suoi visitatori , anche se questi sono due giornalisti ... male intenzionati . Musacchio si dà subito da fare ed io avvio la conversazione . Eccellenza , i padri di famiglia sono in grande allarme ... Capisco . La questione se pel prossimo anno scolastico vi saranno posti sufficienti per tutti gli alunni , a me pare utile e benefica , soprattutto perché ha contribuito a schiarire le idee attorno ai concetti fondamentali , o meglio attorno allo spirito della mia riforma . Alla domanda , un po ' irosa : Come si fa a trovar posto per tutti gli alunni ? , io rispondo : Non si deve trovar posto per tutti . E mi spiego . Lo spirito della riforma tende proprio a questo : a diminuire e ridurre la popolazione scolastica , che , negli ultimi anni , per universale riconoscimento , s ' era accresciuta sino a diventare pletorica con evidente danno , così degli studenti come degli stessi insegnanti . Poco fa leggevo in un giornale notizie statistiche significative : quest ' anno si sono laureati a Milano ben 1.500 ingegneri . Che cosa devono essi fare e dove possono impiegarsi ? Sino all ' anno scorso , la media annuale dei diplomi per maestri elementari era di 15.000 mentre il fabbisogno era per 2.000 o 3.000 . Naturalmente il numero esorbitante non faceva che premere nelle Amministrazioni pubbliche per trovare , comunque , impiego . Ora il criterio fondamentale della mia riforma è diretto proprio ad evitare simili perniciosi inconvenienti . Ma v ' è di più : c ' è anche una ragione didattica . Col « caos » delle classi aggiunte non esistevano più istituti che avessero un loro vero organismo . Non v ' era un liceo , un ginnasio che avesse un corpo di insegnanti proprio , perché , in genere , l ' insegnamento , date le necessità delle divisioni e suddivisioni delle classi aggiunte , finiva per essere affidato a un personale fluttuante . Sono fermamente convinto , che la fondazione dei nuovi istituti , ciascuno dei quali avrà un corso ben disciplinato di classi , e l ' inevitabile allontanamento della parte esuberante della popolazione scolastica , risolveranno il problema . La cui soluzione , d ' altra parte , comincia ad essere avviata anche per opera diretta dei padri di famiglia . Mai , come in quest ' anno , il problema dell ' educazione ha interessato così vivamente il nostro paese . Il Ministero è un continuo pellegrinaggio di sindaci , assessori , deputati , senatori che chiedono l ' istituzione di nuove scuole o la trasformazione di quelle vecchie e che , oltre particolari motivi , si mostrano veramente solleciti , con iniziative e proposte , del nuovo assetto scolastico . E pensare che , sino a ieri tutti si sono affidati all ' azione paterna dello Stato ! ... – E a proposito della riforma universitaria , Eccellenza , quali ne sono i criteri informatori ? – Spero nella prossima sessione del Consiglio dei Ministri di presentare lo schema della riforma universitaria . La quale mira ad attuare il più ampio e rigoroso sistema di autonomia didattica e amministrativa , riducendo il numero delle Università di Stato a circa una decina , o poco più , senza , peraltro , spegnere nessuno di quei focolari di cultura superiore che si sono storicamente formati da secoli nelle varie regioni . Anzi mi son deciso a crearne uno nuovo a Bari che , sia nell ' interesse proprio , sia nell ' interesse dell ' Università di Napoli , che sembra travagliata da un numero eccessivo di studenti , sia nello stesso interesse nazionale , che richiede , di fronte all ' altra sponda dell ' Adriatico un centro di attrazione di cultura superiore e professionale , merita una sua Università . La quale , per altro , non potrà da principio essere completa ma , son sicuro , è destinata , per le virtù morali e le capacità economiche della regione , a svilupparsi mirabilmente . Quanto alla riduzione degli Istituti superiori , io mi propongo di fare in modo che quelli che saranno scelti a continuare la loro preziosa attività vengano dotati più riccamente e possano avere quelle specializzazioni che sono condizioni indispensabili per il progresso scientifico della Nazione . Pertanto il nuovo sistema universitario renderà possibile una vita sana e prospera alle Università libere , le quali saranno messe in grado di gareggiare con quelle statali , senz ' essere , peraltro , sottratte ad ogni controllo dello Stato stesso , cui spetterà sempre una funzione superiore di garanzia e di eccitamento della vita scientifica della Nazione . – Ma quali sono i criteri della riforma ? – E in breve detto . Ciascuna Università , statale o libera , potrà organizzarsi in piena autonomia , anche per il quadro degli studi costitutivi di ciascuna facoltà . E basterà che le proposte , dai singoli corpi locali , siano esaminate e approvate dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione . Saranno aboliti gli esami speciali , i quali , d ' ordinario , si riducevano a prove di esercitazione mnemonica , sopra la materia dei corsi impartiti annualmente dai rispettivi professori ; e saranno sostituiti da esami per gruppi di materie , diretti ad accertare la cultura organica , dei giovani nei singoli rami della scienza . Questo sistema di ampia libertà esporrebbe , certamente , la cultura scientifica e professionale della Nazione ai più gravi rischi , senza l ' introduzione d ' un esame di Stato per l ' abilitazione all ' esercizio delle singole professioni . E come è evidente che l ' esame di Stato potrebbe minacciare gravemente la serietà degli studi , inducendo studenti e professori a considerare la propria funzione universitaria come una semplice preparazione alla prova dell ' esame di Stato , così è chiaro che questo sistema avrà un importante correttivo nella disposizione che pone come condizione imprescindibile per adire all ' esame di Stato , la laurea o il diploma scientifico conseguito nelle Università . Questo è in breve il complesso della riforma che presenterò al Consiglio e mi lusingo di aver cercato con essa di organizzare su basi nuove e più rispondenti all ' ambiente spirituale e morale della Nazione , i nostri studi universitari . Naturalmente si solleveranno critiche e polemiche : ma io non amo i pieni consensi . E nessuna cosa al mondo mi distrarrà dall ' opera , che mi sono imposta , e colla quale io aspiro a dare all ' Italia una scuola degna del suo avvenire e del suo destino . – Mi perdoni , Eccellenza , ma quale sarà la sorte delle Università abolite ? – Le Università attualmente di Stato e che cesseranno di esserlo , conserveranno un notevole contributo finanziario da parte dello Stato , col quale verrà assicurato il funzionamento di quelle facoltà , che nell ' ordinamento generale degli studi , si possano realmente considerare come utili strumenti di coltura e non pure e semplici sopravvivenze di antiche se pur gloriose tradizioni locali . L ' intervista è finita ed anche Musacchio dà gli ultimi colpi al lavoro , che Giovanni Gentile ammira lungamente , non tanto con complimentose parole di elogio , quanto con quel suo chiaro leggero sorridere , mirabilmente colto dalla « matita » di Musacchio .
INTERVISTA CON BENES ( TINO ADOLFO , 1923 )
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Il Ministro Benes è infaticabile . Dopo la giornata di ieri , che fu una lunga ininterrotta serie di colloqui , visite e ricevimenti , stamane si è levato di buon ' ora , e di buon ' ora mi ha ricevuto . Piccolo , magro , bruno , vivaci occhi neri che sembrano star lì , a vigilare sul suo pensiero , e quasi sulla sua frase , parla sobrio e netto con la evidente e continua preoccupazione di riuscir chiaro e persuasivo . Qua e là , ogni tanto , un breve gesto interrompe o ravviva e sottolinea il discorso . È il primo giornalista comincia col dirmi il Ministro Benes col quale ho l ' opportunità di parlare . E colgo l ' occasione per dichiararmi veramente lieto , non solo delle cordiali accoglienze che mi sono state fatte , ma soprattutto dei risultati che negli abboccamenti di ieri sono stati raggiunti . I miei colloqui con l ' on . Mussolini e i Ministri De Stefani e Corbino sono serviti a confermare e ribadire quei vincoli di sincera e sicura amicizia che legano la Ceco Slovacchia all ' Italia . Quali sono stati gli argomenti trattati con l ' on . Mussolini ? Naturalmente il primo e più importante argomento è stato quello che riguarda direttamente , e più da vicino , i due paesi . I rapporti tra l ' Italia e la Ceco - Slovacchia sono stati largamente e minutamente esaminati , e posso con piacere affermare che essi continueranno a svolgersi in quell ' ambiente di schietta e fervida amicizia , in cui dalla fine della guerra ad oggi si sono mantenuti e sviluppati . Molti altri argomenti sono stati toccati . Sulla situazione europea , in genere , l ' accordo più completo è stato confermato . E quanto alla Piccola Intesa , io ho sostenuto e sostengo che nessuna ragione esiste la quale possa comunque dividerci dall ' Italia . Anzi , se ben si guarda , gli stessi motivi che hanno determinato la nascita della Piccola Intesa concorrono a favorire una sempre maggiore intimità di rapporti con l ' Italia . Ma quali sono le direttive attuali della Piccola Intesa dopo il governo di Sinaja ? A Sinaja i rappresentanti dei tre Stati hanno fissato chiaramente gli scopi e le finalità dell ' alleanza , la quale si propone , innanzi tutto , di difendere , contro qualsiasi tentativo e nei limiti insuperabili dei trattati , il nuovo assetto uscito dalla guerra e quindi la pace . La questione ungherese , di cui molto si parla , va appunto riguardata da questo punto di vista , che è fondamentale e da cui la Piccola Intesa non devierà . L ' applicazione dei trattati : questo è quanto noi chiediamo all ' Ungheria . Ed è anche su questo argomento l ' on . Mussolini si è mostrato pienamente consenziente . D ' altra parte , lo ripeto , io sono fermamente convito che mille sono le ragioni che contribuiscono fatalmente a far coincidere gli interessi dell ' Italia con quelli della Piccola Intesa . Oltre le ragioni geografiche , che sono a tutti evidenti , esistono insopprimibili ragioni storiche e non meno importanti ragioni politiche , che spingono l ' Italia ad essere accanto a noi , su tutti quei problemi che abbiamo ereditato dalla guerra e dalla cui soluzione dipende uno stabile assetto di pace . – Si è detto che la Piccola Intesa si allargherà , comprendendo nuovi aderenti ? – Sì , ne hanno molto parlato i giornali . Ma sinora niente v ' è , che io sappia , di deciso o di fondato . La Piccola Intesa , limitata ai tre Stati che attualmente la compongono , ha una funzione anch ' essa limitata . Noi non amiamo abbandonarci al bluff . La Piccola Intesa , come ho detto , è stata creata da profonde necessità , che hanno giustificazione e chiarimento nella attuale situazione dell ' Europa centro – orientale . E però non si illude di cambiare il corso della storia o di bouleverser il mondo . Noi viviamo nella realtà e tutti i nostri sforzi sono proprio diretti a questo scopo : non perdere mai di vista o altrimenti esagerare , i termini della realtà . La Ceco - Slovacchia , la Rumenia e la Jugoslavia hanno una base comune di interessi economici e politici , che dispersi o separati , sarebbero stati altrettante ragioni , prossime o remote , di dissidio e che , coordinati , tendono a riassestare il più presto e il più facilmente possibile , l ' equilibrio , non rotto dalla guerra . In questi limiti e per assicurare ai nostri paesi un periodo di pace e di lavoro , noi abbiamo sinora agito e ci proponiamo di agire . – E della questione di Fiume , si è fatto cenno nei colloqui ? – Direttamente no . Però io sono convinto che una soluzione , soddisfacente le esigenze dei due Stati , sarà presto concordata . L ' Italia e la Jugoslavia hanno molti interessi comuni , sui quali potrà iniziarsi un periodo di attiva e fattiva collaborazione . – Sulla questione delle riparazioni , quale è la tesi che la Piccola Intesa sostiene ? – È in breve detto . La Piccola Intesa , che nei suoi riguardi difende l ' applicazione dei trattati , segue lo stesso criterio a proposito delle riparazioni . È necessario che un accordo tra Francia e Germania sia presto definito , perché un periodo di tranquillità e di lavoro si apra in Europa , la cui economia risente ancora e fortemente degli sconquassi della guerra . Pertanto la Piccola Intesa , essendosi la discussione sulle riparazioni limitata in questi ultimi tempi , soprattutto tra l ' Inghilterra , la Francia , il Belgio e la Germania , ha creduto opportuno rimanere fuori dalle polemiche . Ha seguito , in parte , l ' esempio dell ' Italia , la quale svolge una politica saggia e accorta e che attende con vigile senso della realtà il buon momento per intervenire . È cardine fondamentale della nostra politica seguire e secondare , nei sui scopi di pace , l ' indirizzo della Grande Intesa . La quale non ha affatto esaurita la sua funzione ma deve conservarsi forte ed unita , a difendere l ' equilibrio europeo . L ' Inghilterra , la Francia e l ' Italia non possono e non debbono separarsi . Ed è mia profonda convinzione che solo da una più stretta concordia dei tre grandi Stati potranno all ' Europa venire benefici e vantaggi incalcolabili . La Piccola Intesa si riconosce un po ' figlia della Grande e la loro azione comune è la più sicura garanzia di pace contro minacce e tentativi di nuove guerre . – E , venendo a questioni di più diretto interesse quali sono i risultati dei colloqui per una più intima collaborazione tra l ' Italia e la Ceco – Slovacchia ? – Come ho detto , sono più che lieto dei risultati raggiunti . Tanto nel colloquio con l ' on . Mussolini , che io conosco sin dal 1918 quando ero in Italia esule e che io ammiro per la sua tenace volontà , quanto negli abboccamenti con i ministri De Stefani e Corbino sono state gettate le basi di nuovi accordi economici e commerciali che saranno la condizione d ' una più intima e più fervida collaborazione tra i due paesi . Sin dal giorno in cui trovai in Italia aiuti e favori per costruire e organizzare la legione ceco – slovacca , io pensai e stabilii in cuor mio , quali dovevano essere i rapporti tra l ' Italia e la nostra repubblica , ch ' era allora la mia fede e il mio sogno . Da quel giorno io non ho mai mutato e mai muterò . Ma oltre queste ragioni sentimentali , che pur servono , come nessun ' altra ragione a creare un ' atmosfera di spirituale fraternità fra i due paesi , ne esistono altre che vanno consolidate , secondate , e dirette e che riguardano la vita quotidiana . Io sono un realista e credo che tra due popoli , i quali hanno formidabili e indimenticabili vincoli sentimentali , è necessario questi vincoli ribadirli sul terreno pratico della vita economica . Ecco perché la parte più proficua dei miei colloqui ha trattato di quelle questioni attraverso le quali si potranno realizzare rapporti commerciali più fervidi e più intensi . Quando si pensa che l ' anno scorso il commercio di esportazione e d ' importazione tra i due paesi ha raggiunto il miliardo , è chiaro che esistono le condizioni elementari perché queste correnti commerciali , cui si legano tenacemente interessi di migliaia di cittadini , siano ravvivate , migliorate perfezionate e soprattutto meglio coordinate . Questo il principale risultato dei miei colloqui e credo che con esso non ho solo tutelato gli interessi del mio paese ma ho cercato di stringere , sempre più fortemente , quei rapporti che la guerra e la vittoria hanno consacrato tra l ' Italia e la Repubblica Ceco – Slovacchia .
RINASCITA LIBERALE ( TINO ADOLFO , 1924 )
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Questo breve sostanzioso opuscolo di Armando Zanetti ( « Dal nazionalismo al liberalismo » a cura del Gruppo giovanile liberale Roma ) merita attenzione , non tanto e solo perché chiarisce un fatto personale che ha l ' andamento appassionato e dibattuto d ' una crisi di coscienza , nobilmente sofferta e serenamente risolta , ma sopratutto perché ripropone , con acutezza e sincerità nuove , alle più giovani generazioni , la questione dell ' idea e dello Stato liberali . Non si preoccupa , qui , lo scrittore di riprendere , nel suo svolgimento storico e nelle sue successive teorizzazioni filosofiche , il liberalismo e di definirlo : altro è il suo scopo e meglio determinato e certo , politicamente , più concreto . In confronto dei vari partiti , in cui oggi si polarizza la lotta politica e delle soluzioni che essi rispettivamente propongono alla crisi dello Stato nazionale , non è il caso di dilungarsi e sperdersi in ricerche sul contenuto etico e le determinazioni storiche del pensiero liberale per mio conto ritengo con alcuni giovani studiosi del pensiero liberale , che il liberalismo , essendo solo una teoria della convivenza sociale non può pretendere di affrontare i grandi problemi etici individuali e storici che esso presuppone , risolve e supera nella realtà delle sue creazioni ma basta fissare con precisione il compito e le funzioni che il liberalismo , dottrina e arte di governo , quale risulta , dalla tradizione , dall ' esperienza , negli istituti che esso ha creato e nella pratica che da questi si è svolta , può e deve assolvere nell ' attuale momento . La politica , in genere , e quella liberale in specie , proprio perché non tende né pretende risolvere « sub specie aeternitatis » i problemi della storia e dello spirito , ma si limita a operare empiricamente su elaborazioni e sistemazione provvisorie della realtà , deve costantemente riferirsi a determinate e concrete situazioni per avvertirne le esigenze e le antitesi e le une e le altre poi interpretare e comporre nell ' ordine spirituale e giuridico dello Stato . Ora , nell ' attuale situazione , il cosiddetto problema della rinascita liberale , più che attraverso rivendicazioni storiche e formule filosofiche come taluni , con lodevoli propositi , fanno va posto in termini obiettivi e per così dire contingenti : è attuale il metodo liberale ? e se è attuale perché esso non interviene a proporre le sue soluzioni e cioè soluzioni liberali alla crisi che ha tentato di diroccare dalle fondamenta la costruzione dello Stato liberale prima cogli assalti rivoluzionari del socialismo e recentemente con l ' aspra , accanita e talora astiosa critica del fascismo ? Questi quesiti , Armando Zanetti li ha discussi nel suo spirito e automaticamente risolti quando , concordata la fusione e l ' inquadramento delle forze nazionalistiche nel partito fascista , non solo si rifiutò di aderirvi ma dopo qualche mese di raccoglimento e di meditazione decise di inscriversi nel partito liberale . Ma ad essi risponde più chiaramente e direttamente nello scritto che ho innanzi quando , esaminate le posizioni dei partiti , le loro concezioni dello Stato e le loro possibilità d ' azione e di sviluppo nell ' ambiente storico italiano , raccoglie e riassume le sue conclusioni : « A meno che non si concepisca – egli scrive – come suscettibile di riapparire o di durare illimitatamente nella vita d ' una grande nazione moderna un regime di illuminata tirannia o di larvata dittatura , le concezioni e le forme statali che oggi si contendono il governo in tutti gli Stati europei restano sempre due , e sempre quelle : la borghese - individualista , intimamente e incontestabilmente liberale ( con tutte le sfumature dalla più conservatrice alla più democratica ) e la socialista , essenzialmente collettivista e antindividualista necessariamente antiliberale . Tra queste due forme statali moderne , il fascismo non può , anche se lo pretendesse , inserire una nuova » . Ma riconoscere e riaffermare l ' attualità della concezione liberale , in confronto delle altre concezioni concorrenti – e fra queste vanno pur compresi quei tentativi contraddittori che i teorici del fascismo , alcuni rifacendosi a San Tommaso altri a Hegel e a Vico vanno faticosamente accumulando per sistemare , comunque , le loro idee e le loro esperienze sullo Stato ma , dicevo , riaffermare l ' attualità della concezione liberale non basta : e non può essere l ' unico scopo della rinascita liberale . Anzi tale risultato sarebbe nullo , o press ' a poco ; e rimarrebbe senza alcuna influenza e conseguenza sulla realtà politica dell ' oggi e del prossimo domani se non servisse a orientare , su concrete soluzioni d ' ordine politico , e quindi attraverso una positiva e assidua azione pratica , le forze e le correnti liberali . Anche qui , Armando Zanetti vede giusto e acutamente . È necessario – egli dice – costituire e rafforzare in Italia la solidarietà cosciente di quella massa media , fattiva ed equilibrata , che oggi , in modo più o meno vario e disciplinato , compie il suo dovere di fiancheggiare l ' opera del governo di Mussolini , ma che in qualunque momento e in qualunque evenienza deve essere pronta a mettere l ' altolà ad ogni reviviscenza di velleità estremiste che mirassero a rigettare la nave d ' Italia tra i marosi delle passate tempeste . Sì , queste forze medie , disperse e , per così dire , irregolari , che si sono sottratte sinora alla disciplina e alla responsabilità d ' un partito ma che sempre , quando i pericoli urgevano dappresso e minacciavano la stabilità o le conquiste dello Stato liberale , hanno fatto sentire la loro presenza e il loro peso decisivo ; tali forze bisogna trarre dall ' oscurità e dall ' inerzia alla luce e all ' azione della lotta politica quotidiana e disciplinarle , organizzarle , educarle . Educarle soprattutto a una chiara coscienza dello Stato , che è tradizione e continuità storica della Nazione , per sottrarle alle facili e funeste suggestioni di certi estremisti . A quest ' opera lenta e difficile cui debbono rivolgersi con assiduità e fervore i giovani liberali e che è condizione indispensabile perché l ' attualità della concezione liberale possa tradursi in efficiente ed effettiva azione politica , possono servire come degno e nobile viatico le parole con le quali Antonio Salandra nel 1912 definiva la missione del partito liberale : « Non ha bisogno il liberalismo italiano d ' essere anticattolico o antisocialista perché non può disconoscere gli elementi ideali a cui cattolicismo e socialismo debbono il loro pertinace vigor di vita . Ma nell ' orbita dello Stato devono prevalere le idealità della patria e il sentimento della Nazione . A chiunque riconosca queste supremazie – la Patria non contro , ma prima della Chiesa ; la Patria non contro , ma prima dell ' umanità , il liberalismo italiano deve essere aperto » .
UNA PAROLA DI PACE ( TINO ADOLFO , 1924 )
StampaQuotidiana ,
Assisi , 26 luglio . Il Congresso dei combattenti assume particolare importanza per il suo significato , non tanto politico quanto morale , specie dal delicato e grave momento in cui è stato convocato . I recenti avvenimenti che hanno turbato e commosso la coscienza pubblica , provocando orientazioni nuove e nuove possibilità , non potevano non suscitare ripercussioni e reazioni nel campo dei combattenti , dove l ' amore della Patria e l ' attaccamento alle istituzioni sono fieramente sentiti e fortemente costoditi . La voce del grande veggente , Carlo Delcroix , prima alla Camera , dopo a Fiume , interpretò la volontà e la coscienza dei combattenti , e indicò al Governo e all ' opinione pubblica la sola via quella della legge e della giustizia per la quale l ' Italia può e deve conquistare la sua pace , il suo ordine e la sua fortuna . Il Congresso , che inizierà domani i suoi lavori , è chiamato a dare la sua solenne sanzione e il suo imponente consenso alla ammonitrice e severa parola di Carlo Delcroix . È bene dire subito che s ' ingannerebbero di grosso coloro che dagli osservatori dei vari partiti vigilano , attendendo o sollecitando l ' adesione dei combattenti a questa o a quella parte politica . Come s ' ingannano quanti , più o meno apertamente , sperano che dal Congresso possa venire una dichiarazione di guerra al Governo . Evidentemente , gli uni e gli altri , hanno poco o niente capito dello spirito che anima e guida queste gloriose giovanili falangi che , avendo fatto la loro maggiore esperienza di vita nel quotidiano sacrificio della trincea , hanno conquistato , fuori d ' ogni retorica , la divina grazia del vero e sereno amor patrio . Tra gli uni che minacciano nuove rappresaglie e nuove avventure e gli altri che sfuggono ostinatamente , ciechi di rancore e di vendetta , a ogni senso e richiamo del dovere nazionale , i combattenti non hanno preferenze o scelta . Anzi , tra gli uni e gli altri , che non sanno che parole di guerra e di odio , essi vogliono intervenire per dire una parola di pace . Troppo gli italiani si sono dilaniati e troppo odiati . L ' Italia di Vittorio Veneto non può essere e non dev ' essere l ' Italia delle fazioni inestinguibili : quella fu grande per volontà di concordia e di fede , questa si è umiliata e divisa nei contrasti fraterni e nella guerriglia civile , perché la concordia e la fede furono disertate o dimenticate . I combattenti , in quest ' ora in cui gli odi di fazione minacciano ancora una volta di esplodere , si leveranno a parlare , essi i sopravvissuti , in nome dei nostri seicentomila Morti per richiamare gli Italiani alla concordia e alla fede . Certo questa parola , che non è solo monito ma è volontà ferma e viva degli 800 mila iscritti alla Associazione , non potrà soddisfare i politicanti e gli sconsigliati dell ' una o dell ' altra parte . Ma non a questi , che non potranno udirla , perché ormai irrimediabilmente sordi ad ogni pura voce , essa si rivolgerà : ma a quanti – e sono milioni e sono il vero sano popolo nostro – sapranno intenderla perché hanno serbato e custodito , nell ' umiltà dello spirito e nel silenzio delle opere , fede all ' Italia e alle sue fortune .
PER LA PACIFICAZIONE ( TINO ADOLFO , 1924 )
StampaQuotidiana ,
Assisi , 27 luglio . La giornata inaugurale del Congresso ha rivelato , immediatamente e interamente , lo spirito e la volontà che presiederanno al dibattito politico , dove non si scontreranno frazioni avverse e irriconciliabili , ma si misureranno e saggeranno , attorno al comune programma di servire la Patria , orientamenti e tendenze , tutti egualmente rivolti a consolidare l ' unità dell ' Associazione e a rafforzarne la efficienza . Si è detto che nella discussione finiranno per delinearsi tre tendenze : una sinistra , una destra e un centro ; di queste si sono anche indicati i vari leaders ed esposte le tesi . Qualcuno , infine , ha voluto sinanche anticipare le decisioni ed ha senz ' altro previsto la vittoria del centro . Non mi fermerò a dimostrare la esattezza di questa topografia politica che torna automaticamente in ogni Congresso e di fronte a qualsiasi avvenimento politico : né starò a riassumere gli elementi che caratterizzano e distinguono le tre tendenze . Forse , a una prima generica occhiata , esse si rivelano pur reali e vitali , forti ed agguerrite , disposte a battersi e a combattersi lealmente , senza ambiguità e senza compromissioni . Ma , guardando meglio e penetrando lo spirito che è al fondo di queste divisioni , non è difficile convincersi che essi , sì , esistono – ed ognuna con le sue buone motivazioni e con le sue chiare note differenziatrici – ma in linea puramente contingente e per ragioni puramente formali . I destri , è vero , sostengono la necessità di maggiori e più stretti rapporti tra l ' Associazione ed il Governo contro i sinistri che pretendono piena ed intera autonomia . Ma queste posizioni che appaiono antagoniste automaticamente si riducono e scompaiono allorché cadono in giuoco l ' unità e l ' indipendenza dell ' Associazione . Attorno a questi due cardini fondamentali i dissidi si annullano e la vera grande anima dei combattenti si ritrova e si riconosce , fuori da ogni particolare atteggiamento e sopra ad ogni altra passione , nell ' anima della Nazione . Da qui , da questa subordinazione di ogni personale interesse a quello nazionale diventata abito naturale e inseparabile in chi per quattr ' anni praticò ogni giorno senza stanchezza e senza ambizione , l ' umiltà e il sacrificio , procede quello spirito essenziale e caratteristico che è comune a tutti i combattenti e che li fa i fedeli della Nazione . Governi e partiti sono , per chi guarda e crede solo alla Patria , momenti mutevoli e strumenti transitori della sua storia : valgono e servono per quello che essi sanno creare e dare al suo accrescimento e alla sua potenza . I combattenti guardano oggi , solo e soprattutto all ' Italia : e all ' Italia essi vogliono che sia restituita la pace e l ' ordine nella giustizia e nella legge . L ' atteggiamento assunto in ispecie dall ' on . Paolucci la parola del quale come è accaduto nell ' assemblea , avrà certo larga risonanza nella Penisola è chiarissimo . Dal delitto commesso contro l ' on . Matteotti egli ha detto oltre che un ' opera severa di giustizia bisogna derivarne una di epurazione . Il taglio deve farsi netto : non indulgenze né per gli esecutori né pei preordinatori . E andando più oltre , egli ha dichiarato indispensabile un ritorno all ' ossequio fecondo per i valori spirituali , i soli veramente puri e rigeneratori . E non meno esplicito è stato il Presidente dell ' Associazione , cui spetta la gratitudine nazionale . Egli , ripetendo con l ' autorità che non può essergli contesa , come i combattenti non abbiano da confondersi coi partiti , ma di starne al di sopra , mirando esclusivamente alla Patria , ha con nobile eloquenza affermata la necessità della pacificazione in ogni paese , in tutti gli animi buoni , pacificazione che deve essere raggiunta dal Governo mercé la forza offertagli dalla osservanza delle leggi . Non c ' è bisogno di ondate seconde e terze ; lo Stato è forte , i cittadini desiderano la cessazione di qualsiasi violenza , cessazione che non va soltanto annunciata o promessa . Insomma , secondo la parola di due autorevolissimi interpreti del pensiero diffuso fra i gloriosi superstiti della guerra , né Destra né Sinistra , né per gli uni né per gli altri ; ma per la Patria , e per ottenere che questa consegua il raggiungimento dei suoi voti alti e urgenti . Il Paese abbisogna di riordinarsi economicamente e spiritualmente e cioè di consolidare , nella tranquillità delle opere e nella concordia delle volontà , i risultati della vittoria : e se ieri a salvarlo dalla estrema perdizione bolscevica , fu necessario che la gioventù combattente si levasse a riprendere le armi e la battaglia , qualunque minaccia tentasse sconvolgerlo ancora una volta e a precipitarlo nelle lotte fratricide , ritroverà , i combattenti , pronti e presenti , a difendere lo Stato e la Nazione . « Siamo ha detto Host Venturi cittadini e soldati che vogliono difendere la Patria per l ' avvenire , come per il passato » . Questo è il programma , questo lo spirito dei combattenti : e questa la loro consapevole , risoluta e ferma volontà .
CONTRO OGNI VIOLENZA ( TINO ADOLFO , 1924 )
StampaQuotidiana ,
Assisi , 29 luglio . La discussione sulla relazione morale , come si era previsto , è stata una discussione programmatica e politica . I discorsi pronunciati nelle tre sedute hanno chiaramente indicato e svolto gli argomenti sostanziali su cui il Congresso deve decidere e che riguardano direttamente i problemi specifici dell ' attuale situazione politica . Le due questioni che sembrano interessare solo e particolarmente i combattenti , sono l ' unità e l ' autonomia dell ' Associazione , e la discussione finora ha voluto toccare , esaminare e svolgere i modi concreti e pratici , attraverso cui l ' unità può e deve conseguirsi e l ' autonomia essere garantita e difesa . L ' unità non può limitarsi ad essere un semplice fatto amministrativo e l ' autonomia una pura proclamazione verbale di indipendenza . Perché l ' unità possa esistere meglio , e più che nella tessera negli spiriti , bisogna che essa sia efficiente , dia un chiaro segno della sua vitalità e verità e si realizzi innanzi tutto nella autonomia . I due termini sono inseparabili e il primo precede l ' altro per integrarsi in una definitiva azione e in una precisa norma direttiva . L ' ordine del giorno presentato dall ' avvocato Bergmann , quasi a prefazione del dibattito , ha avuto il merito non solo di porre le due questioni sullo stesso piano , quanto di uscire da certe genericità di formule da cui derivarono all ' Associazione le crisi morali e politiche che la hanno agitata negli ultimi tempi ; ma sopratutto di fissare il dibattito perché potesse più efficacemente svolgersi e concretare una linea direttiva e fondamentale ed un ' organica esposizione dei compiti cui l ' Associazione , conquistata e consacrata l ' unità e l ' autonomia , deve assolvere . Non si tratta naturalmente di compiti e funzioni politiche , se con queste parole si vuole solo accennare a soluzioni e atteggiamenti prestabiliti di partito : i combattenti , come ho detto altra volta , non vogliono e non credono che questa sia l ' ora di tenere a battesimo e di dar vita a nuovi partiti , ma si tratta di funzioni squisitamente ed altamente politiche , se si vuole , come deve essere e come i combattenti vogliono , che la politica non si esaurisca tutta e solo nelle lotte e nelle passioni di partito , ma riassuma ed interpreti gli sforzi di volontà le aspirazioni della collettività nazionale . In questo senso , che ben si addice per il suo disinteresse e la sua nobiltà e che l ' Italia conobbe nella dura esperienza della trincea e da quel giorno lo ha sempre recato nel cuore , l ' influenza dei combattenti , cioè di circa un milione di cittadini devoti alla Patria ed ai suoi Istituti liberali , potrà essere decisiva . La discussione di ieri ha , anche su questo punto , raggiunto risultati notevoli , che finiranno per essere il vero e sostanziale risultato del Congresso . Tanto l ' avv . Bergmann , quanto gli on . Pirano e Biaggi , che hanno pronunciato , specie il primo , i discorsi più inquadrati e più organici per quanto talune considerazioni non sempre concordi , hanno con buoni argomenti , talvolta aspramente realistici , sostenuto che i combattenti , non potendosi rifiutare di avere un pensiero sulla situazione politica , debbono chiaramente esprimersi e uniformarsi ad una sicura norma di condotta e di azione . Questa norma , sopra ed oltre i convincimenti dei vani oratori , è l ' atteggiamento di fronte al Governo com ' è stato da tutti concordemente indicato . Restaurazione della legge , che significa ritorno effettivo alla pratica costituzionale e repressione di ogni illegalismo ed ogni violenza , fine di ogni provvedimento eccezionale , libertà di stampa e di riunione ; ecco le norme che i combattenti vogliono seguire e che il Congresso stasera additerà . Le mediocri divisioni partigiane e i risentimenti sono stati tutti superati : i combattenti si propongono ancora una volta d ' interpretare l ' anima della Nazione , senza tessera e senza partito , perché conquistata la vittoria e la pace , abbia il suo lavoro e la sua fortuna .
LA VOCE DELLA NAZIONE ( TINO ADOLFO , 1924 )
StampaQuotidiana ,
Assisi , 30 luglio . In verità la giornata di ieri che pure è stata decisiva ha mostrato all ' inizio di deviare dagli scopi essenziali che alla discussione aveva fissato con felice intuito della situazione politica l ' avvocato Bergmann . I due forti ed eloquenti discorsi degli onorevoli Savelli e Rossini riproposero all ' assemblea con sincerità e fermezza , fuori di certe pericolose ambiguità che minacciavano di compromettere i risultati del Congresso , i termini veri e reali della discussione . Affermate pregiudizialmente l ' unità e l ' autonomia quali fondamenti assoluti ed inviolabili della compagine della Associazione , tanto il Savelli quanto il Rossini , riassumendo ed interpretando la voce e la volontà che i rappresentanti della maggior parte delle Federazioni provinciali avevano espresso nella discussione , indicarono e precisarono i modi che l ' Associazione deve imporsi e adottare perché i suoi propositi possano efficacemente realizzarsi . Tali propositi che – non è inutile ripeterlo – non riguardavano e non riguardano nessuna posizione di parte , che anzi riaffermano anche in quelle parti comuni al programma ed alla azione di alcune correnti politiche , la loro origine di piena indipendenza , furono raccolti e consacrati nell ' ordine del giorno presentato dalla medaglia d ' oro on . Viola e che il Congresso ha con votazione quasi unanime approvato . Non è difficile , anche alla semplice lettura di quell ' ordine del giorno e dimenticando le altre manifestazioni che hanno accompagnato lo sviluppo della discussione , non percepire quali considerevoli risultati il Congresso ha raggiunto e come essi interpretino direttamente e immediatamente non tanto e solo la volontà dei combattenti , ma soprattutto la coscienza profonda della Nazione , in confronto dell ' attuale situazione politica . Mentre i partiti e le frazioni refrattari ad ogni senso di dovere civico , si ostinano a combattersi senza tregua e fanno risuonare parole di odio e di vendetta , i combattenti hanno creduto loro dovere e diritto prendere una ferma e chiara posizione che non è confondibile con nessun ' altra di nessun partito e che vuole essere ed è sola posizione degna dei fedelissimi della Nazione e della Patria . Tre punti in special modo vanno rilevati nell ' ordine del giorno dell ' on . Viola , i quali pur essendo svolti da una fondamentale unità di visione e di valutazione dell ' attuale realtà politica , costituiscono separatamente i tre cardini su cui si è raccolto il Congresso , senza differenziazioni di tendenze , e che il nuovo Comitato centrale deve imporre alla sua azione . Trascrivo le stesse parole dell ' ordine del giorno : 1 . ristabilimento nella sua piena ed assoluta efficienza dell ' impero della legge ; 2 . separazione netta tra Governo e partito ; 3 . condanna degli illegalismi superstiti e sovranità esclusiva dello Stato secondo lo spirito e le tradizioni del nostro risorgimento . Le parole sono chiare e non abbisognano di commenti . I combattenti fedeli ai concetti ideali scaturiti da Vittorio Veneto riconsacrati dallo spirito che condusse al potere Mussolini – anche queste sono frasi testuali dell ' ordine del giorno – hanno detto la loro volontà . Né opposizione né dedizione incondizionata al Governo . Si rifiutano di prestarsi alle speculazioni delle opposizioni , come si rifiutano di contentarsi di generiche promesse che valgono solo per la volontà che è decisa ad attuarle . Essi non hanno partito da seguire né feticismi da adorare . Sono stati fino ad ieri nelle trincee contro il nemico e sulle piazze contro i rinnegatori della vittoria e della Patria al servizio della Patria . Oggi rimangono fedeli alla consegna , così quando rivendicano contro le assurde concezioni dello Stato - partito , le tradizioni liberali del risorgimento , come quando condannano ogni forma di illegalismo e chiedono su tutto e contro tutti l ' impero restaurato della legge . L ' Italia non è il monopolio di nessun partito : dal risorgimento alla guerra ed alla vittoria , si è sviluppata e accresciuta di potenza e di volontà per lo sforzo concorde e tenace del suo popolo . A questo popolo di cui essi sono la parte più eletta , i combattenti vogliono che ritorni la pace e l ' ordine nella legge e nella giustizia .
IL LIBRO DI UN FIGLIO ( TINO ADOLFO , 1924 )
StampaQuotidiana ,
Questo libro che Vincenzo Nitti ha scritto , a illustrazione , chiarimento e rivendicazione dell ' opera paterna , ( Vincenzo Nitti – « L ' opera di Nitti » . Piero Gobetti , editore , Torino ) , merita d ' essere letto attentamente . Non perché da esso risulti , attraverso rivelazioni d ' indole politica o diplomatica , una diversa valutazione di quel singolare momento politico in cui ebbe parte direttiva l ' on . Nitti , ma soprattutto perché l ' indagine documentata di quel periodo può offrire oggi , di fronte a problemi non meno interessanti e vitali , consigli , ammonimenti ed esperienze , degni d ' essere considerati e meditati . Il libro , proprio perché l ' autore s ' è proposto di esaminare l ' opera dell ' on . Nitti secondo un abile disegno che associa l ' esatto ordine cronologico dei fatti al loro sostanziale e più vero ordine politico , presenta un quadro sintetico dell ' ambiente italiano e della lotta politica nel periodo che va dalla dichiarazione della guerra fino al biennio 19-20 . Naturalmente la figura che in questo quadro , quale l ' ha composto l ' autore e i cui brevi limiti di tempo pur comprendono fatti e avvenimenti di enorme importanza storica , ha principale e particolare rilievo è quella dell ' on . Nitti . Anzi l ' autore , con ogni cura , ha cercato , per quanto gli era possibile , e per quanto consentivano gli avvenimenti in esame , di isolarla per poterla meglio e più efficacemente studiare . Ma se ciò ha reso all ' autore più agevole il suo compito , ha in definitiva ridotto notevolmente l ' importanza dello studio ; il cui interesse è anche diminuito da una certa mal celata intenzione apologetica . Ma si tratta di un figlio ... Accanto a questi vizi , per così dire , formali del libro e che , per molta parte , possono essere anche giustificabili , sono evidenti altri vizi ed errori di ben altra specie , che riguardano soprattutto la sostanza politica della tesi propostasi e svolta minutamente dal Nitti , sulla traccia delle accuse rivolte all ' opera paterna . Se si toglie il capitolo che riassume felicemente ed efficacemente l ' azione energica ed illuminata dell ' on . Nitti quale ministro del Tesoro nel Ministero Orlando durante il periodo più grave e decisivo della nostra guerra – opera che è stata sempre apprezzata e lodata anche da quelli che in altre occasioni combatterono con fermezza la politica dell ' on . Nitti , – se si toglie questo capitolo , tutti gli altri che esaminano con eccessivi dettagli i momenti e gli avvenimenti più discussi della pratica di governo dell ' on . Nitti , risultano condotti più che da seria e serena volontà di critica storica e politica da una appassionata reazione anch ' essa polemica alle accuse e agli attacchi polemici degli avversari . È vero che i capitoli della cosiddetta amnistia ai disertori e sulla proporzionale assieme a quello sulla questione di Fiume sono accortamente documentati e che da essi molti punti che la passione di parte aveva oscurato o confusi , escono chiariti ; ma non sono i minuti particolari di questo o quest ' altro episodio , che possono far rivedere o correggere il giudizio che l ' opinione pubblica ha dato dell ' opera politica dell ' on . Nitti . Non è possibile seguire passo passo , nel lungo minuzioso esame , le rivendicazioni particolari dalle quali , secondo il disegno dell ' autore , dovrebbe uscire la piena e generale rivendicazione politica dell ' on . Nitti . Ma , a voler trarre da questo libro le necessarie conclusioni , le deficienze politiche e psicologiche – che irrimediabilmente compromisero la concezione e la condotta di governo dell ' on . Nitti , risultano confermate . Molti anzi degli errori particolari non avrebbero avuto quella diffusione e ripercussione che ebbero nell ' opinione pubblica del paese , se non avessero assunto automaticamente , quasi fatalmente , un significato e un ' indicazione rappresentativi della politica nittiana . Che cosa v ' era in fondo a quelle due accuse che Nitti , non senza un ' ampia documentazione , impugna di infondatezza – e cioè l ' amnistia ai disertori e l ' accordo con i socialisti per la Repubblica – se non l ' avvertimento ormai diffuso nella coscienza popolare e quindi esagerato sino ad aspre forme di passionalità , che da una parte l ' on . Nitti non valutasse in senso politico come doveva e quanto meritavano , le forze morali e materiali dei combattenti e dall ' altra secondasse , per un giuoco politico , le opposte forze socialiste , rivoluzionarie a parole e nella sostanza accaparratrici di privilegi e di concessioni statali ? Si potrebbe anzi affermare che la politica nittiana , che pure pretendeva d ' essere d ' equilibrio e di conservazione fallì ai suoi obiettivi proprio perché non seppe , tra il combattentismo forte di motivi ideali e il socialismo forte di appetiti e di masse , svolgere un ' azione mediana che assumendo il combattentismo a positivo valore politico , potesse successivamente premere sul blocco socialista e distaccarne la frazione riformista che fin d ' allora si volgeva , attraverso gli istituti sindacali , verso una pacifica e costituzionale politica del lavoro . Invece l ' on . Nitti trascurò del tutto il combattentismo quale efficace fattore politico e preferì poggiarsi sui popolari e sui socialisti . I risultati di questo orientamento son ben noti e per molta parte agiscono e influiscono tuttora sulla situazione politica . In conclusione il libro di Vincenzo Nitti , che ripeto , merita d ' essere letto , anche perché l ' amore filiale non è disgiunto da una certa velleità critica dell ' opera paterna ( e in questo è il suo carattere singolare ) , non chiarisce né giustifica la visione e la concezione fondamentali dalle quali discesero inevitabilmente tutti gli errori , le deviazioni e le lacune della politica nittiana .
LO SFORZO BULGARO ( TINO ADOLFO , 1925 )
StampaQuotidiana ,
Sofia , 21 aprile . Domenica e lunedì gli avvenimenti sono precipitati e la situazione si è chiarita . Il Governo ha proclamato lo stato di assedio ed ha iniziato subito rigorose indagini e repressioni per scoprire l ' organizzazione terroristica che dopo l ' attentato contro Re Boris compì il massacro con l ' ordigno infernale nella chiesa di Santa Nedelia , dove 157 persone , tra cui 14 generali , due ex - ministri , deputati , moltissimi ufficiali superiori , molte donne e bambini vennero uccisi e 300 persone furono ferite . La folla atterrita cercò di guadagnare la salvezza fuggendo , mentre il sacerdote impavido continuava l ' officio . Cinque persone impazzirono . I risultati delle indagini hanno rivelato fatti e complicità gravi , sulle quali il Governo mantiene il riserbo . Sembrano accertate le responsabilità straniere , che avrebbero sovvenzionato e armato l ' organizzazione terroristica . Frattanto gli avvenimenti possono ricostruirsi sommariamente così : il Partito comunista e quello agrario dal settembre del 1923 avevano fatta causa comune per condurre la lotta contro il Governo di Zankoff e impossessarsi del potere . Dopo gli episodi terroristici , nei quali trovarono la morte numerosi esponenti dell ' intesa democratica e vani generali , fu stabilito un minuzioso piano di azione , che fu iniziato con l ' attentato contro Re Boris e l ' assassinio del generale Gheorgheff e doveva culminare nel massacro dell ' intero Governo , riunito per i funerali del generale Gheorgheff nella chiesa di Santa Nedelia . Il disegno terroristico era concepito e organizzato con grandissima abilità . Si deve al caso se non ha conseguito gli obbiettivi . La sorte di Zankoff e di altri ministri sarebbe stata decisa , se i loro posti nella chiesa fossero stati spostati di un solo metro . A questo proposito l ' Agenzia Telegrafica bulgara apprende che nello scorso mese di marzo gli ex - ufficiali Yankoff e Minkoff ispezionarono a varie riprese il soffitto della chiesa , dove doveva essere posto l ' esplosivo . La macchina infernale era stata collocata sulla base della cupola principale centrale alle ore 7.30 del giorno in cui avvenne lo scoppio . Varii pacchetti di esplosivi erano stati deposti in altri punti della cattedrale . Una automobile attendeva nelle vicinanze il giovane che diede fuoco alla miccia ed il sagrestano , per trasportarli in una determinata località della Bulgaria settentrionale , donde i due speravano di riuscire a riparare all ' estero . Il piano fallì in seguito ai provvedimenti presi rapidamente per impedire a chiunque l ' uscita dalla città . Quasi tutti i capi delle organizzazioni comuniste e agrarie sono nelle mani del Governo . Molti sono stati uccisi dopo un giudizio sommario davanti alla Corte marziale . La polizia ha scoperto tutto il complotto che mirava a conquistare il potere . I rivoluzionari avevano il proposito di proclamare la repubblica e avevano già formato il nuovo Governo . Inoltre la polizia , dopo le perlustrazioni in tutta la città , ha scoperto gli autori del massacro di Santa Nedelia . Come fu ucciso Minkoff . Ieri numerose truppe hanno circondato la villa dove era nascosto il capitano Minkoff , comunista e ufficiale di Stato maggiore , colui che depose la macchina infernale nella cupola della chiesa . L ' assedio durò tre ore . Il capitano Minkoff era ricercato da lungo tempo . Egli era stato testé a Mosca , dove sicuramente aveva avuto rapporti coi capi bolscevichi . Recentemente aveva assunto la carica di direttore della sezione per la preparazione degli attentati del Comitato segreto comunista . È stato inoltre accertato che il Minkoff aveva scritto le istruzioni necessarie sulla manipolazione degli esplosivi , istruzioni recentemente sequestrate dalla polizia e che erano state clandestinamente distribuite ai terroristi bulgari . ... e come Yankoff . Quando il capitano si vide scoperto e senza possibilità di salvezza , si barricò entro la villa , rifiutandosi di arrendersi . Combatté con disperazione sino a quando l ' attacco delle truppe del Governo non ebbe ragione di lui . Ferito continuò a resistere e alla fine cadde sfracellato da una bomba . Maggiore resistenza ha opposto questa notte il capitano Yankoff , che assieme al capitano Minkoff aveva organizzato il massacro di Santa Nedelia . Dalle 6 del pomeriggio fino alle 2 del mattino si svolse l ' accanita battaglia . Il capitano Yankoff era nascosto in una villa che si trova alla periferia di Sofia e che era abitata dal colonnello Kogeikoff . La polizia cominciò con l ' arrestare il colonnello che negò recisamente la presenza del capitano Yankoff nella sua villa ; ma le indagini successive confermarono la notizia della polizia . Nel pomeriggio di ieri la villa fu circondata dalle truppe . Il capitano Yankoff aveva disposto la resistenza ad oltranza . Le truppe aprirono il fuoco , cui rispose l ' assediato , che lanciò numerose bombe . Durante i tentativi per convincere Yankoff ad arrendersi la polizia incaricò il colonnello Kogeikoff a persuadere l ' assediato a rinunciare alla lotta . Il Kogeikoff , recatosi presso lo Yankoff , fece invece causa comune con lui e così la polizia dovette raddoppiare i suoi sforzi per impadronirsi dei due cospiratori . Dopo due ore di battaglia il capitano Yankoff apparve sulla terrazza della villa e chiese di vedere la moglie . Gli ufficiali la fecero chiamare e il maggiore le rivolse l ' invito di avvicinarsi per un ultimo saluto . Avendo gli ufficiali impedito alla signora di entrare nella villa , il capitano Yankoff cominciò ad urlare e a bestemmiare , lanciando bombe contro gli assalitori . Si iniziò l ' ultima fase della battaglia , che continuò durante la notte e tenne la città in preda ad una viva ansia . Verso le 2 Yankoff e il suo compagno , stremati dalle ferite e colpiti da due bombe , caddero tra le macerie della villa che fu incendiata . L ' aspetto di Sofia . Stamane Sofia presenta un aspetto grave . Le entrate in città sono guardate da picchetti . Gli ambienti ufficiali smentiscono che in provincia siano avvenuti episodi rivoluzionari e assicurano che il Governo è padrone della situazione . Si sa soltanto che oltre a Sofia sono stati operati arresti a centinaia anche in provincia . Da tutte le parti del Regno e dall ' estero , specialmente dall ' Italia , dalla Jugoslavia e dall ' Austria , giungono telegrammi di simpatia per la nazione bulgara . Dai risultati dell ' inchiesta giudiziaria , è confermato che i banditi che attaccarono l ' automobile del Re sembravano persone di una certa cultura e si ritiene che fossero giunte circa una settimana prima dell ' attentato dalla Serbia . Ad un contadino arrestato da costoro due ore prima dell ' aggressione , i banditi dichiararono di essere venuti dalla Serbia per mettere l ' ordine nel paese . I banditi ripetevano sovente le parole « noi comunisti » . La banda era composta di cinque uomini armati di carabine . La convocazione della Sobranje . La convocazione della Sobranje ha assunto un notevole significato . Il Governo ha voluto dare una prova seria della sua forza . La seduta è durata due ore . Vi hanno partecipato anche i deputati dell ' opposizione liberale e socialista . Il Governo , appena entrato nell ' aula , fu salutato da grandi applausi . Con voce commossa il Presidente del Consiglio Zankoff stigmatizza gli attentati terroristici commessi quando il Governo stava esaminando proprio una misura di clemenza dopo le amnistie già ripetutamente accordate e di cui avevano beneficiato gli autori dei delitti commessi precedentemente . « Lungi dal comprendere l ' atteggiamento conciliante del Governo – dice il Presidente – i fautori di disordini hanno commesso un delitto di una crudeltà inaudita , che ha imposto la necessità di ricorrere allo stato d ' assedio » . Zankoff esprime quindi la speranza che gli sforzi fatti dalla Bulgaria per mantenere l ' ordine saranno giustamente apprezzati all ' estero . Il discorso del Presidente è accolto da lunghissimi applausi . Prende quindi la parola il Ministro dell ' Interno Rousseff , il quale espone alla Camera le manovre comuniste e rileva che la domanda della Bulgaria per aumentare gli effettivi della milizia tende unicamente a tutelare la pace e a mantenere l ' ordine . Il Ministro della Guerra , domandando l ' approvazione del Decreto sullo stato d ' assedio , dichiara che la fiducia che sarà riposta nell ' esercito sta al disopra di ogni partito politico e dimostrerà l ' unanimità del paese , facilitando il compito che il Ministro si è imposto . Vari oratori appartenenti a diversi gruppi politici , e fra questi due agrari , biasimano vivamente gli attentati terroristici e promettono di appoggiare il Governo nei provvedimenti per il mantenimento dell ' ordine pubblico . Lo stato d ' assedio . Il capo del gruppo democratico Malinoff , dice : « Noi siamo stati sempre e saremo anche in avvenire amici del Governo . Come in tempo di guerra tutti i buoni cittadini si tendono la mano per aiutarsi a vicenda , così anche oggi noi ci aiuteremo reciprocamente per tutelare il paese e difenderlo contro tutti i nemici » . Il Presidente del Consiglio stringe calorosamente la mano a Malinoff , fra i vivi applausi della Camera . La legge che sancisce lo stato d ' assedio viene approvata in prima lettura da tutti i gruppi , eccetto che il socialdemocratico , il quale è contrario , per principio , a tutti i provvedimenti di carattere straordinario . Il Ministro della Guerra ha diramato all ' esercito un ordine del giorno nel quale si rileva il compito che ad esso spetta per garantire la pace al paese . Dopo aver ricordato l ' attentato commesso contro la amata persona del Re e l ' abbominevole delitto nella cattedrale , dove hanno trovato la morte vittime innocenti , uomini , donne , fanciulli , l ' ordine del giorno constata che l ' esercito è stato dolorosamente provato dalla perdita di quattordici generali , fra cui un ex - ministro e un comandante d ' armata , e numerosi comandanti di divisione . L ' ordine del giorno soggiunge che con la proclamazione dello stato d ' assedio la nazione affida le sue sorti all ' esercito e alle sue istituzioni , che sono chiamate a garantire la sicurezza della patria e a tutelare ad ogni costo le persone ed i beni dei cittadini . « Mostriamoci degni della fiducia che il popolo nutre verso di noi e mettiamo al servizio del compito affidatoci tutta la nostra energia , la nostra volontà , il sentimento di giustizia e di disciplina , allo scopo di giustificare le speranze del popolo e del Sovrano . Per meglio compiere la nobile e delicata missione , che spetta all ' esercito , dobbiamo fare appello a tutti i buoni patrioti bulgari . Invitiamo gli avversari a desistere dalle loro insensate provocazioni , le quali , senza raggiungere alcun altro scopo , possono soltanto aumentare il numero delle vittime innocenti » . Quello che ci dice il Ministro Kalkoff . Dopo le ore 20 venne impedita la circolazione . Il Governo ha radunato le truppe volontarie e regolari nelle località dove si temono attentati . Le Corti marziali hanno iniziato i processi . Ho avuto una breve conversazione dopo la seduta della Sobranje col Ministro degli Esteri Kalkoff , il quale mi ha dichiarato quanto segue : « I recenti avvenimenti debbono persuadere i Governi dell ' Europa della necessità di aiutare la Bulgaria . Le indagini del Governo hanno accertato essere comunisti e agrari fortemente organizzati e aiutati finanziariamente da Mosca . Pericoli seri minacciano la pace balcanica ed europea . Durante due mesi Mosca ha inviato ai comunisti bulgari due milioni di rubli - oro . Il Governo , interprete della volontà del paese , chiede alle nazioni europee un aumento del contingente del suo esercito . Le attuali forze armate contano 33.000 uomini . Con tali forze il Governo non può assicurare la pace al paese e la pace balcanica . Credo che l ' interesse della Bulgaria coincide in ciò coll ' interesse europeo . Rafforzando il nostro Governo , soprattutto l ' Italia trarrà vantaggi notevoli per lo sviluppo della sua economia . Confido che il Governo e l ' opinione pubblica italiana aiuteranno la Bulgaria » .