StampaQuotidiana ,
Assisi
,
29
luglio
.
La
discussione
sulla
relazione
morale
,
come
si
era
previsto
,
è
stata
una
discussione
programmatica
e
politica
.
I
discorsi
pronunciati
nelle
tre
sedute
hanno
chiaramente
indicato
e
svolto
gli
argomenti
sostanziali
su
cui
il
Congresso
deve
decidere
e
che
riguardano
direttamente
i
problemi
specifici
dell
'
attuale
situazione
politica
.
Le
due
questioni
che
sembrano
interessare
solo
e
particolarmente
i
combattenti
,
sono
l
'
unità
e
l
'
autonomia
dell
'
Associazione
,
e
la
discussione
finora
ha
voluto
toccare
,
esaminare
e
svolgere
i
modi
concreti
e
pratici
,
attraverso
cui
l
'
unità
può
e
deve
conseguirsi
e
l
'
autonomia
essere
garantita
e
difesa
.
L
'
unità
non
può
limitarsi
ad
essere
un
semplice
fatto
amministrativo
e
l
'
autonomia
una
pura
proclamazione
verbale
di
indipendenza
.
Perché
l
'
unità
possa
esistere
meglio
,
e
più
che
nella
tessera
negli
spiriti
,
bisogna
che
essa
sia
efficiente
,
dia
un
chiaro
segno
della
sua
vitalità
e
verità
e
si
realizzi
innanzi
tutto
nella
autonomia
.
I
due
termini
sono
inseparabili
e
il
primo
precede
l
'
altro
per
integrarsi
in
una
definitiva
azione
e
in
una
precisa
norma
direttiva
.
L
'
ordine
del
giorno
presentato
dall
'
avvocato
Bergmann
,
quasi
a
prefazione
del
dibattito
,
ha
avuto
il
merito
non
solo
di
porre
le
due
questioni
sullo
stesso
piano
,
quanto
di
uscire
da
certe
genericità
di
formule
da
cui
derivarono
all
'
Associazione
le
crisi
morali
e
politiche
che
la
hanno
agitata
negli
ultimi
tempi
;
ma
sopratutto
di
fissare
il
dibattito
perché
potesse
più
efficacemente
svolgersi
e
concretare
una
linea
direttiva
e
fondamentale
ed
un
'
organica
esposizione
dei
compiti
cui
l
'
Associazione
,
conquistata
e
consacrata
l
'
unità
e
l
'
autonomia
,
deve
assolvere
.
Non
si
tratta
naturalmente
di
compiti
e
funzioni
politiche
,
se
con
queste
parole
si
vuole
solo
accennare
a
soluzioni
e
atteggiamenti
prestabiliti
di
partito
:
i
combattenti
,
come
ho
detto
altra
volta
,
non
vogliono
e
non
credono
che
questa
sia
l
'
ora
di
tenere
a
battesimo
e
di
dar
vita
a
nuovi
partiti
,
ma
si
tratta
di
funzioni
squisitamente
ed
altamente
politiche
,
se
si
vuole
,
come
deve
essere
e
come
i
combattenti
vogliono
,
che
la
politica
non
si
esaurisca
tutta
e
solo
nelle
lotte
e
nelle
passioni
di
partito
,
ma
riassuma
ed
interpreti
gli
sforzi
di
volontà
le
aspirazioni
della
collettività
nazionale
.
In
questo
senso
,
che
ben
si
addice
per
il
suo
disinteresse
e
la
sua
nobiltà
e
che
l
'
Italia
conobbe
nella
dura
esperienza
della
trincea
e
da
quel
giorno
lo
ha
sempre
recato
nel
cuore
,
l
'
influenza
dei
combattenti
,
cioè
di
circa
un
milione
di
cittadini
devoti
alla
Patria
ed
ai
suoi
Istituti
liberali
,
potrà
essere
decisiva
.
La
discussione
di
ieri
ha
,
anche
su
questo
punto
,
raggiunto
risultati
notevoli
,
che
finiranno
per
essere
il
vero
e
sostanziale
risultato
del
Congresso
.
Tanto
l
'
avv
.
Bergmann
,
quanto
gli
on
.
Pirano
e
Biaggi
,
che
hanno
pronunciato
,
specie
il
primo
,
i
discorsi
più
inquadrati
e
più
organici
per
quanto
talune
considerazioni
non
sempre
concordi
,
hanno
con
buoni
argomenti
,
talvolta
aspramente
realistici
,
sostenuto
che
i
combattenti
,
non
potendosi
rifiutare
di
avere
un
pensiero
sulla
situazione
politica
,
debbono
chiaramente
esprimersi
e
uniformarsi
ad
una
sicura
norma
di
condotta
e
di
azione
.
Questa
norma
,
sopra
ed
oltre
i
convincimenti
dei
vani
oratori
,
è
l
'
atteggiamento
di
fronte
al
Governo
com
'
è
stato
da
tutti
concordemente
indicato
.
Restaurazione
della
legge
,
che
significa
ritorno
effettivo
alla
pratica
costituzionale
e
repressione
di
ogni
illegalismo
ed
ogni
violenza
,
fine
di
ogni
provvedimento
eccezionale
,
libertà
di
stampa
e
di
riunione
;
ecco
le
norme
che
i
combattenti
vogliono
seguire
e
che
il
Congresso
stasera
additerà
.
Le
mediocri
divisioni
partigiane
e
i
risentimenti
sono
stati
tutti
superati
:
i
combattenti
si
propongono
ancora
una
volta
d
'
interpretare
l
'
anima
della
Nazione
,
senza
tessera
e
senza
partito
,
perché
conquistata
la
vittoria
e
la
pace
,
abbia
il
suo
lavoro
e
la
sua
fortuna
.