StampaQuotidiana ,
I
problemi
base
.
Il
ministro
Corbino
e
il
nuovo
sottosegretario
prof
.
Serpieri
hanno
avuto
fin
da
principio
una
buona
stampa
:
giusto
omaggio
alle
riconosciute
qualità
d
'
ingegno
,
di
competenza
,
di
carattere
dei
due
uomini
,
spiegabile
soddisfazione
di
vedere
finalmente
avvenuta
una
scelta
che
si
sapeva
oltremodo
difficile
e
per
molti
versi
interessava
e
preoccupava
l
'
opinione
pubblica
;
legittima
speranza
che
uomini
non
logori
dalla
lotta
politica
e
non
legati
alle
vicende
dei
partiti
portino
nella
soluzione
dei
gravi
problemi
loro
affidati
uno
spirito
di
realistica
visione
dei
fatti
e
di
sapiente
intuizione
dell
'
interesse
integrale
della
Nazione
.
Certo
il
compito
che
il
sen
.
Corbino
in
modo
particolare
affronta
con
tanta
modestia
e
coraggio
insieme
,
è
difficile
e
molteplice
.
In
primo
luogo
,
è
da
augurare
che
egli
sappia
superare
le
divergenze
,
spesso
gravi
,
di
interessi
tra
agricoltura
e
industria
cercando
la
soluzione
del
problema
in
un
ordine
di
vedute
superiore
,
nel
quale
gli
opposti
interessi
trovino
la
loro
conciliazione
:
trasformando
cioè
il
problema
di
distribuzione
dei
gravami
e
delle
protezioni
in
un
problema
di
intensificazione
generale
della
produzione
.
Di
questo
problema
egli
ha
scorto
uno
degli
aspetti
tipici
,
cioè
la
necessità
di
vivificare
l
'
agricoltura
nel
Mezzogiorno
e
nelle
Isole
in
modo
da
portarla
al
livello
altissimo
in
cui
è
già
nella
maggior
parte
dell
'
Italia
settentrionale
;
e
possiede
la
chiave
tecnica
nella
sua
perfetta
conoscenza
e
nella
sua
tenace
opera
di
propaganda
per
l
'
utilizzazione
elettrica
delle
energie
idrauliche
del
nostro
paese
.
Il
problema
è
di
portare
alla
massima
intensità
e
al
massimo
rendimento
e
buon
mercato
la
produzione
della
sola
energia
fisica
per
la
quale
possiamo
non
essere
tributari
di
paesi
stranieri
meglio
favoriti
dalla
natura
:
l
'
acqua
.
E
questo
è
problema
strettamente
connesso
con
quelli
del
rimboschimento
e
risolto
darà
nuovo
impulso
ai
lavori
di
bonifica
e
di
irrigazione
,
in
cui
è
il
segreto
della
redenzione
delle
plaghe
più
infelici
d
'
Italia
.
V
'
è
poi
il
problema
tecnico
-
politico
delle
tariffe
doganali
,
sul
quale
il
Corbino
non
ha
voluto
pronunciarsi
nella
prima
intervista
concessa
al
nostro
giornale
,
ma
che
attende
dalla
sua
competenza
e
dall
'
energia
e
intuito
dell
'
on
.
Mussolini
una
soluzione
adeguata
:
dovendo
il
Governo
egualmente
essere
pronto
a
sacrificare
grossi
interessi
privati
qualora
risultino
parassitari
dell
'
economia
nazionale
,
come
a
imporre
al
paese
i
sacrifici
necessari
qualora
o
le
esigenze
della
difesa
nazionale
o
la
considerazione
del
vantaggio
integrale
dell
'
economia
stessa
imponga
di
concedere
a
determinate
forme
di
produzione
protezioni
singolarmente
passive
.
Noi
crediamo
che
difficilmente
si
potrà
trovare
la
formula
di
questa
utile
distribuzione
di
pesi
e
delle
protezioni
,
se
il
Ministro
dell
'
Economia
Nazionale
non
sarà
in
grado
,
resistendo
alla
pressione
abilissima
e
continua
dei
mille
interessi
particolari
consumati
nell
'
arte
di
circuire
i
ministri
di
via
XX
Settembre
,
di
prendere
le
sue
decisioni
avendo
sotto
mano
,
continuamente
chiariti
dall
'
aperta
discussione
degli
interessati
,
tutti
gli
elementi
costitutivi
della
produzione
nazionale
.
Il
problema
di
creare
organi
consultivi
in
cui
i
diversi
interessi
possano
,
venendo
ad
aperto
contradittorio
,
fornire
al
ministro
responsabile
una
visione
generale
e
una
controllata
conoscenza
specifica
delle
questioni
inerenti
alle
tariffe
doganali
,
è
fondamentale
per
il
retto
funzionamento
dell
'
importantissimo
dicastero
.
Il
quale
,
liquidati
gli
ultimi
residui
dell
'
economia
associata
e
dell
'
intervenzionismo
statale
,
deve
riprendere
le
sue
vere
funzioni
che
sono
essenzialmente
di
ispezione
,
di
statistica
,
di
studio
,
di
incoraggiamento
,
di
istruzione
professionale
,
e
il
meno
possibile
di
ingerenze
nel
meccanismo
della
produzione
e
nel
giuoco
della
concorrenza
.
La
vasta
mole
delle
responsabilità
che
si
concentrano
nel
nuovo
ministro
,
è
aumentata
dall
'
alta
vigilanza
che
ad
esso
spetta
sui
problemi
del
lavoro
e
sulla
legislazione
sociale
.
È
questo
certo
,
nelle
sue
linee
generali
,
un
problema
di
politica
generale
la
cui
soluzione
in
ultima
analisi
risale
alla
Presidenza
del
Consiglio
;
ma
anche
in
questo
campo
,
per
ora
pacificato
,
il
contributo
d
'
una
agile
mente
organizzatrice
e
d
'
una
conoscenza
delle
esigenze
tecniche
delle
varie
produzioni
è
necessaria
e
può
essere
preziosa
.
Ci
sarebbe
da
dire
infine
delle
difficoltà
dell
'
ambiente
con
cui
certamente
il
ministro
deve
lottare
prima
di
assicurarsi
l
'
efficace
cooperazione
di
tutti
i
funzionari
del
riunificato
dicastero
,
giacché
in
questo
,
più
che
in
altri
,
fu
sensibile
l
'
influenza
del
periodo
in
cui
l
'
Italia
fu
governata
con
criteri
socialdemocratici
.
Ma
l
'
argomento
è
ampio
e
delicato
,
ed
è
preferibile
per
oggi
limitarsi
ad
augurare
al
nuovo
ministro
che
anche
questa
difficoltà
egli
sappia
superare
ottenendo
da
tutti
,
o
almeno
da
tutti
i
migliori
,
quella
collaborazione
degli
organi
esecutivi
,
senza
la
quale
la
miglior
buona
volontà
degli
uomini
chiamati
al
Governo
non
può
tradursi
in
efficace
azione
per
il
bene
concreto
del
Paese
.
In
treno
col
nuovo
Ministro
Il
suo
programma
di
azione
Sulla
Roma
-
Pisa
.
Si
parte
alle
17,30
.
In
una
cabina
della
vettura
-
letto
è
il
nuovo
ministro
dell
'
Economia
Nazionale
,
senatore
Corbino
,
diretto
a
Sant
'
Anna
di
Valdieri
per
prestare
giuramento
nelle
mani
del
Re
.
Non
mi
è
facile
avvicinarlo
:
ma
quando
,
superati
felicemente
tutti
quei
contrattempi
sempre
,
sotto
ogni
cielo
e
in
ogni
occasione
,
gli
stessi
!
che
fanno
la
delizia
dell
'
intervistatore
ad
ogni
costo
,
mi
son
seduto
di
fronte
a
lui
nella
cabina
,
ormai
l
'
abbrivio
era
preso
e
l
'
intervista
assicurata
.
La
conversazione
s
'
è
subito
sciolta
d
'
ogni
impaccio
.
Il
senatore
Corbino
parla
breve
e
arguto
e
la
frase
,
prima
d
'
esser
detta
,
par
che
gli
si
muova
negli
occhi
vivaci
.
Sono
un
po
'
stanco
.
Pensi
che
nel
pomeriggio
di
ieri
son
partito
da
Bolzano
ed
ora
mi
tocca
raggiungere
subito
Sant
'
Anna
di
Valdieri
e
immediatamente
ritornare
a
Roma
.
Ancora
due
giorni
di
viaggio
e
non
facili
:
stanotte
dovrò
scendere
a
Savona
e
prendere
il
treno
per
Cuneo
;
di
qui
in
automobile
continuare
per
Sant
'
Anna
.
Prestato
giuramento
,
ho
da
rifare
la
strada
per
Roma
.
Ma
quando
,
Eccellenza
,
ha
avuto
notizia
dell
'
altissimo
incarico
affidatole
dall
'
on
.
Mussolini
?
Le
assicuro
mi
risponde
sorridendo
il
senatore
Corbino
che
,
a
ripensarci
la
cosa
mi
pare
un
po
'
strana
.
Ero
,
con
la
mia
famiglia
,
da
qualche
giorno
a
Cortina
d
'
Ampezzo
in
breve
riposo
.
Venerdì
da
Verona
improvvisamente
fui
informato
che
l
'
on
.
Carnazza
era
in
viaggio
per
vedermi
.
Andai
ad
incontrarlo
a
Bolzano
e
qui
seppi
che
l
'
on
.
Mussolini
aveva
intenzione
di
affidarmi
il
nuovo
dicastero
dell
'
Economia
Nazionale
.
Non
le
nascondo
che
fui
sorpreso
e
lusingato
.
La
sera
stessa
partii
,
in
compagnia
del
ministro
Carnazza
,
alla
volta
di
Roma
.
Appena
arrivati
,
senz
'
altro
ci
dirigemmo
a
Palazzo
Chigi
e
...
il
resto
è
noto
...
Il
senatore
Corbino
continua
a
sorridere
:
e
tutto
il
volto
bruno
ne
ha
luce
:
solo
gli
occhi
,
piccoli
e
neri
,
sotto
la
vasta
fronte
pensosa
,
sembrano
indugiarsi
nei
recenti
ricordi
.
La
pausa
è
breve
,
ché
io
sono
all
'
agguato
e
incalzo
:
Eccellenza
,
e
i
suoi
propositi
?
Ho
capito
mi
risponde
il
Ministro
.
Ho
capito
...
Siamo
all
'
argomento
e
lei
non
mi
lascerà
sfuggire
!
...
Ancora
una
pausa
,
in
cui
il
senatore
Corbino
pare
raccogliersi
e
meditare
.
Poi
continua
secco
e
sicuro
.
Non
ho
né
posso
avere
programmi
in
saccoccia
.
Nella
vita
non
mi
son
mai
trovato
preparato
per
nessuna
cosa
.
Il
che
è
un
inconveniente
grave
,
in
quanto
è
prova
e
confessione
di
non
eccessivo
orgoglio
:
ma
offre
anche
qualche
vantaggio
nel
garantire
al
proprio
spirito
l
'
assenza
di
preconcetti
o
di
servitù
a
idee
precedentemente
sostenute
.
In
questo
senso
,
sono
impreparatissimo
all
'
enorme
e
formidabile
compito
cui
m
'
ha
chiamato
la
fiducia
del
Capo
del
Governo
.
Mi
conforta
,
però
,
un
pensiero
:
il
dicastero
che
vado
a
reggere
non
ha
tanto
da
esercitare
funzioni
attive
di
Stato
,
quanto
invece
da
conoscere
,
vigilare
e
favorire
il
mirabile
sviluppo
dell
'
attività
privata
in
tutti
i
campi
della
produzione
.
Penso
che
lo
Stato
farebbe
già
molto
se
queste
libere
attività
individuali
non
contrastasse
né
inceppasse
con
la
sua
azione
.
Quanto
ai
problemi
industriali
,
quali
saranno
le
Sue
direttive
?
Non
mi
è
facile
rispondere
.
Ma
la
mia
via
sarà
ben
presto
chiara
a
tutti
.
Nel
campo
industriale
l
'
opera
delle
aziende
private
,
che
diede
risultati
sorprendenti
durante
la
guerra
,
non
poté
essere
proseguita
con
pari
successo
dopo
la
smobilitazione
per
molte
ragioni
politiche
,
sociali
e
fiscali
.
Non
è
d
'
altra
parte
solo
un
problema
interno
il
raggiungimento
desiderato
di
una
più
energica
attività
industriale
:
ma
per
mille
ragioni
che
sarebbe
lungo
elencare
,
esso
si
riconnette
a
problemi
economici
di
carattere
internazionale
per
la
nostra
scarsezza
di
materie
prime
.
Ciò
impone
la
ricerca
,
che
già
avviene
spontaneamente
nel
mondo
industriale
,
di
quei
tipi
di
produzione
che
implicano
maggiore
possibilità
di
sfruttamento
delle
qualità
eccezionali
di
intelligenza
dei
nostri
operai
.
Ma
l
'
intelligenza
non
basta
:
e
per
provvedere
l
'
operaio
italiano
della
preparazione
culturale
indispensabile
,
occorrerà
affrontare
il
problema
dell
'
insegnamento
industriale
di
grado
inferiore
.
Solo
così
sarà
possibile
sperare
che
si
riesca
a
produrre
bene
e
a
buon
mercato
,
come
occorre
per
favorire
l
'
espansione
anche
all
'
estero
dei
nostri
prodotti
.
E
l
'
agricoltura
?
Io
considero
l
'
agricoltura
la
fondamentale
industria
del
nostro
paese
,
e
i
problemi
relativi
a
questo
campo
di
attività
formeranno
oggetto
precipuo
delle
cure
del
mio
Ministero
,
il
quale
potrà
avvalersi
dell
'
opera
preziosa
e
illuminata
del
Sottosegretario
,
prof
.
Serpieri
,
che
l
'
on
.
Mussolini
,
con
geniale
intuito
,
ha
scelto
come
mio
collaboratore
.
Altro
non
potrei
aggiungere
sui
suoi
propositi
senza
venir
meno
alla
norma
elementare
di
serietà
che
è
imposta
a
chi
,
come
me
,
deve
sapere
e
apprezzare
la
necessità
della
silenziosa
e
meditata
elaborazione
del
proprio
pensiero
.
E
qui
il
sen
.
Corbino
ha
mostrato
di
voler
concludere
.
Ma
Pisa
è
ancora
lontana
e
la
conversazione
è
facile
ravvivarla
.
Si
parla
del
fascismo
,
che
ha
salvato
con
energica
cura
il
paese
dall
'
anarchia
e
lo
Stato
dalla
rovina
,
della
situazione
internazionale
che
non
accenna
a
chiarirsi
,
e
infine
del
Mezzogiorno
,
alla
cui
economia
non
potranno
non
volgersi
le
cure
del
nuovo
Ministro
.
Io
penso
mi
ha
detto
a
questo
proposito
l
'
illustre
interlocutore
che
pur
la
mia
qualità
di
meridionale
non
è
stata
estranea
nella
scelta
del
mio
nome
per
il
dicastero
dell
'
Economia
Nazionale
.
Il
cui
problema
fondamentale
è
l
'
incremento
della
produzione
nazionale
e
quindi
l
'
incoraggiamento
a
tutto
ciò
che
può
favorire
lo
sviluppo
agricolo
del
Mezzogiorno
.
Ogni
mio
sforzo
spiegherò
perché
questa
regione
che
è
una
delle
più
nobili
e
più
fattive
del
nostro
paese
,
abbia
un
continuo
e
assiduo
incoraggiamento
per
lo
sviluppo
e
il
perfezionamento
industriale
della
sua
agricoltura
.
Nel
Mezzogiorno
non
mancano
abili
e
intelligenti
coltivatori
:
ma
sono
ancora
insoluti
i
problemi
della
irrigazione
,
della
bonifica
agraria
e
dell
'
impiego
dei
concimi
artificiali
a
buon
mercato
.
La
mia
qualità
di
ex
presidente
del
Consiglio
Superiore
delle
acque
mi
dà
la
speranza
di
poter
affrontare
questi
problemi
con
qualche
successo
.
E
sui
problemi
del
lavoro
,
quali
sono
i
suoi
propositi
?
Ai
problemi
del
lavoro
ho
pensato
lungamente
da
cittadino
:
ma
ciò
è
ben
altra
cosa
che
considerarli
da
ministro
.
Ho
avuto
,
però
,
sempre
l
'
idea
che
per
ragioni
politiche
contingenti
si
siano
esagerati
i
contrasti
tra
i
datori
e
gli
assuntori
di
lavoro
.
La
marcia
all
'
aumento
progressivo
e
illimitato
dei
salari
non
può
in
ultima
analisi
che
danneggiare
i
lavoratori
,
rendendo
economicamente
disastrosa
la
produzione
e
conducendo
,
perciò
,
all
'
arresto
d
'
ogni
progresso
industriale
.
Ho
detto
altra
volta
che
una
guerra
o
una
rivoluzione
possono
consentire
il
risorgere
di
un
migliaio
di
nuovi
millionari
:
ciò
che
richiede
appena
un
miliardo
;
ma
non
possono
permettere
a
quaranta
milioni
d
'
italiani
di
lavorare
meno
e
guadagnare
di
più
.
Ciò
può
avvenire
solo
per
il
sorgere
della
possibilità
di
sfruttamento
di
una
nuova
forza
naturale
:
così
dopo
la
Rivoluzione
Francese
per
la
scoperta
della
macchina
a
vapore
e
dopo
il
1900
per
l
'
impiego
dell
'
energia
elettrica
.
Quando
una
di
queste
scoperte
è
matura
,
può
la
pressione
d
'
una
classe
rompere
la
crosta
degli
interessi
formatisi
intorno
ai
vecchi
sistemi
e
spingere
la
classe
industriale
a
ricorrere
a
nuovi
processi
tecnici
.
Ma
è
vano
tentare
di
rompere
il
guscio
dell
'
uovo
se
non
v
'
è
dentro
il
pulcino
maturo
.
E
purtroppo
la
guerra
non
ha
ancora
dato
la
grande
scoperta
tecnica
capace
di
consentire
a
tutti
gli
uomini
di
lavorare
meno
e
vivere
meglio
.
Per
queste
ragioni
conclude
il
Ministro
io
credo
che
operai
e
industriali
finiranno
per
convincersi
della
necessità
di
collaborare
nel
loro
interesse
e
in
quello
superiore
della
Nazione
.
E
qui
l
'
intervista
è
veramente
finita
.
Pisa
è
prossima
e
bisogna
congedarsi
.
StampaQuotidiana ,
I
problemi
della
scuola
e
la
riforma
universitaria
.
Giovanni
Gentile
è
uno
di
quegli
uomini
,
che
nel
traffico
d
'
ogni
giorno
,
tra
il
continuo
sopraffarsi
di
vanità
e
presunzioni
,
ha
la
segreta
e
incomparabile
virtù
di
tenersi
in
disparte
,
e
quasi
nascondersi
.
Così
,
ieri
,
nella
operosa
solitudine
dei
suoi
studi
:
così
oggi
,
al
governo
della
Pubblica
Istruzione
.
E
se
,
per
caso
,
l
'
eco
della
quotidiana
battaglia
riesce
a
raggiungerlo
,
egli
le
oppone
un
suo
fresco
sorriso
bonario
,
che
gli
illumina
gli
occhi
e
tutto
il
volto
di
una
linea
di
cordiale
e
saggia
tranquillità
.
E
lo
stesso
immancabile
sorriso
ch
'
egli
offre
con
dolce
umiltà
ai
suoi
visitatori
,
anche
se
questi
sono
due
giornalisti
...
male
intenzionati
.
Musacchio
si
dà
subito
da
fare
ed
io
avvio
la
conversazione
.
Eccellenza
,
i
padri
di
famiglia
sono
in
grande
allarme
...
Capisco
.
La
questione
se
pel
prossimo
anno
scolastico
vi
saranno
posti
sufficienti
per
tutti
gli
alunni
,
a
me
pare
utile
e
benefica
,
soprattutto
perché
ha
contribuito
a
schiarire
le
idee
attorno
ai
concetti
fondamentali
,
o
meglio
attorno
allo
spirito
della
mia
riforma
.
Alla
domanda
,
un
po
'
irosa
:
Come
si
fa
a
trovar
posto
per
tutti
gli
alunni
?
,
io
rispondo
:
Non
si
deve
trovar
posto
per
tutti
.
E
mi
spiego
.
Lo
spirito
della
riforma
tende
proprio
a
questo
:
a
diminuire
e
ridurre
la
popolazione
scolastica
,
che
,
negli
ultimi
anni
,
per
universale
riconoscimento
,
s
'
era
accresciuta
sino
a
diventare
pletorica
con
evidente
danno
,
così
degli
studenti
come
degli
stessi
insegnanti
.
Poco
fa
leggevo
in
un
giornale
notizie
statistiche
significative
:
quest
'
anno
si
sono
laureati
a
Milano
ben
1.500
ingegneri
.
Che
cosa
devono
essi
fare
e
dove
possono
impiegarsi
?
Sino
all
'
anno
scorso
,
la
media
annuale
dei
diplomi
per
maestri
elementari
era
di
15.000
mentre
il
fabbisogno
era
per
2.000
o
3.000
.
Naturalmente
il
numero
esorbitante
non
faceva
che
premere
nelle
Amministrazioni
pubbliche
per
trovare
,
comunque
,
impiego
.
Ora
il
criterio
fondamentale
della
mia
riforma
è
diretto
proprio
ad
evitare
simili
perniciosi
inconvenienti
.
Ma
v
'
è
di
più
:
c
'
è
anche
una
ragione
didattica
.
Col
«
caos
»
delle
classi
aggiunte
non
esistevano
più
istituti
che
avessero
un
loro
vero
organismo
.
Non
v
'
era
un
liceo
,
un
ginnasio
che
avesse
un
corpo
di
insegnanti
proprio
,
perché
,
in
genere
,
l
'
insegnamento
,
date
le
necessità
delle
divisioni
e
suddivisioni
delle
classi
aggiunte
,
finiva
per
essere
affidato
a
un
personale
fluttuante
.
Sono
fermamente
convinto
,
che
la
fondazione
dei
nuovi
istituti
,
ciascuno
dei
quali
avrà
un
corso
ben
disciplinato
di
classi
,
e
l
'
inevitabile
allontanamento
della
parte
esuberante
della
popolazione
scolastica
,
risolveranno
il
problema
.
La
cui
soluzione
,
d
'
altra
parte
,
comincia
ad
essere
avviata
anche
per
opera
diretta
dei
padri
di
famiglia
.
Mai
,
come
in
quest
'
anno
,
il
problema
dell
'
educazione
ha
interessato
così
vivamente
il
nostro
paese
.
Il
Ministero
è
un
continuo
pellegrinaggio
di
sindaci
,
assessori
,
deputati
,
senatori
che
chiedono
l
'
istituzione
di
nuove
scuole
o
la
trasformazione
di
quelle
vecchie
e
che
,
oltre
particolari
motivi
,
si
mostrano
veramente
solleciti
,
con
iniziative
e
proposte
,
del
nuovo
assetto
scolastico
.
E
pensare
che
,
sino
a
ieri
tutti
si
sono
affidati
all
'
azione
paterna
dello
Stato
!
...
E
a
proposito
della
riforma
universitaria
,
Eccellenza
,
quali
ne
sono
i
criteri
informatori
?
Spero
nella
prossima
sessione
del
Consiglio
dei
Ministri
di
presentare
lo
schema
della
riforma
universitaria
.
La
quale
mira
ad
attuare
il
più
ampio
e
rigoroso
sistema
di
autonomia
didattica
e
amministrativa
,
riducendo
il
numero
delle
Università
di
Stato
a
circa
una
decina
,
o
poco
più
,
senza
,
peraltro
,
spegnere
nessuno
di
quei
focolari
di
cultura
superiore
che
si
sono
storicamente
formati
da
secoli
nelle
varie
regioni
.
Anzi
mi
son
deciso
a
crearne
uno
nuovo
a
Bari
che
,
sia
nell
'
interesse
proprio
,
sia
nell
'
interesse
dell
'
Università
di
Napoli
,
che
sembra
travagliata
da
un
numero
eccessivo
di
studenti
,
sia
nello
stesso
interesse
nazionale
,
che
richiede
,
di
fronte
all
'
altra
sponda
dell
'
Adriatico
un
centro
di
attrazione
di
cultura
superiore
e
professionale
,
merita
una
sua
Università
.
La
quale
,
per
altro
,
non
potrà
da
principio
essere
completa
ma
,
son
sicuro
,
è
destinata
,
per
le
virtù
morali
e
le
capacità
economiche
della
regione
,
a
svilupparsi
mirabilmente
.
Quanto
alla
riduzione
degli
Istituti
superiori
,
io
mi
propongo
di
fare
in
modo
che
quelli
che
saranno
scelti
a
continuare
la
loro
preziosa
attività
vengano
dotati
più
riccamente
e
possano
avere
quelle
specializzazioni
che
sono
condizioni
indispensabili
per
il
progresso
scientifico
della
Nazione
.
Pertanto
il
nuovo
sistema
universitario
renderà
possibile
una
vita
sana
e
prospera
alle
Università
libere
,
le
quali
saranno
messe
in
grado
di
gareggiare
con
quelle
statali
,
senz
'
essere
,
peraltro
,
sottratte
ad
ogni
controllo
dello
Stato
stesso
,
cui
spetterà
sempre
una
funzione
superiore
di
garanzia
e
di
eccitamento
della
vita
scientifica
della
Nazione
.
Ma
quali
sono
i
criteri
della
riforma
?
E
in
breve
detto
.
Ciascuna
Università
,
statale
o
libera
,
potrà
organizzarsi
in
piena
autonomia
,
anche
per
il
quadro
degli
studi
costitutivi
di
ciascuna
facoltà
.
E
basterà
che
le
proposte
,
dai
singoli
corpi
locali
,
siano
esaminate
e
approvate
dal
Consiglio
Superiore
della
Pubblica
Istruzione
.
Saranno
aboliti
gli
esami
speciali
,
i
quali
,
d
'
ordinario
,
si
riducevano
a
prove
di
esercitazione
mnemonica
,
sopra
la
materia
dei
corsi
impartiti
annualmente
dai
rispettivi
professori
;
e
saranno
sostituiti
da
esami
per
gruppi
di
materie
,
diretti
ad
accertare
la
cultura
organica
,
dei
giovani
nei
singoli
rami
della
scienza
.
Questo
sistema
di
ampia
libertà
esporrebbe
,
certamente
,
la
cultura
scientifica
e
professionale
della
Nazione
ai
più
gravi
rischi
,
senza
l
'
introduzione
d
'
un
esame
di
Stato
per
l
'
abilitazione
all
'
esercizio
delle
singole
professioni
.
E
come
è
evidente
che
l
'
esame
di
Stato
potrebbe
minacciare
gravemente
la
serietà
degli
studi
,
inducendo
studenti
e
professori
a
considerare
la
propria
funzione
universitaria
come
una
semplice
preparazione
alla
prova
dell
'
esame
di
Stato
,
così
è
chiaro
che
questo
sistema
avrà
un
importante
correttivo
nella
disposizione
che
pone
come
condizione
imprescindibile
per
adire
all
'
esame
di
Stato
,
la
laurea
o
il
diploma
scientifico
conseguito
nelle
Università
.
Questo
è
in
breve
il
complesso
della
riforma
che
presenterò
al
Consiglio
e
mi
lusingo
di
aver
cercato
con
essa
di
organizzare
su
basi
nuove
e
più
rispondenti
all
'
ambiente
spirituale
e
morale
della
Nazione
,
i
nostri
studi
universitari
.
Naturalmente
si
solleveranno
critiche
e
polemiche
:
ma
io
non
amo
i
pieni
consensi
.
E
nessuna
cosa
al
mondo
mi
distrarrà
dall
'
opera
,
che
mi
sono
imposta
,
e
colla
quale
io
aspiro
a
dare
all
'
Italia
una
scuola
degna
del
suo
avvenire
e
del
suo
destino
.
Mi
perdoni
,
Eccellenza
,
ma
quale
sarà
la
sorte
delle
Università
abolite
?
Le
Università
attualmente
di
Stato
e
che
cesseranno
di
esserlo
,
conserveranno
un
notevole
contributo
finanziario
da
parte
dello
Stato
,
col
quale
verrà
assicurato
il
funzionamento
di
quelle
facoltà
,
che
nell
'
ordinamento
generale
degli
studi
,
si
possano
realmente
considerare
come
utili
strumenti
di
coltura
e
non
pure
e
semplici
sopravvivenze
di
antiche
se
pur
gloriose
tradizioni
locali
.
L
'
intervista
è
finita
ed
anche
Musacchio
dà
gli
ultimi
colpi
al
lavoro
,
che
Giovanni
Gentile
ammira
lungamente
,
non
tanto
con
complimentose
parole
di
elogio
,
quanto
con
quel
suo
chiaro
leggero
sorridere
,
mirabilmente
colto
dalla
«
matita
»
di
Musacchio
.
StampaQuotidiana ,
Il
Ministro
Benes
è
infaticabile
.
Dopo
la
giornata
di
ieri
,
che
fu
una
lunga
ininterrotta
serie
di
colloqui
,
visite
e
ricevimenti
,
stamane
si
è
levato
di
buon
'
ora
,
e
di
buon
'
ora
mi
ha
ricevuto
.
Piccolo
,
magro
,
bruno
,
vivaci
occhi
neri
che
sembrano
star
lì
,
a
vigilare
sul
suo
pensiero
,
e
quasi
sulla
sua
frase
,
parla
sobrio
e
netto
con
la
evidente
e
continua
preoccupazione
di
riuscir
chiaro
e
persuasivo
.
Qua
e
là
,
ogni
tanto
,
un
breve
gesto
interrompe
o
ravviva
e
sottolinea
il
discorso
.
È
il
primo
giornalista
comincia
col
dirmi
il
Ministro
Benes
col
quale
ho
l
'
opportunità
di
parlare
.
E
colgo
l
'
occasione
per
dichiararmi
veramente
lieto
,
non
solo
delle
cordiali
accoglienze
che
mi
sono
state
fatte
,
ma
soprattutto
dei
risultati
che
negli
abboccamenti
di
ieri
sono
stati
raggiunti
.
I
miei
colloqui
con
l
'
on
.
Mussolini
e
i
Ministri
De
Stefani
e
Corbino
sono
serviti
a
confermare
e
ribadire
quei
vincoli
di
sincera
e
sicura
amicizia
che
legano
la
Ceco
Slovacchia
all
'
Italia
.
Quali
sono
stati
gli
argomenti
trattati
con
l
'
on
.
Mussolini
?
Naturalmente
il
primo
e
più
importante
argomento
è
stato
quello
che
riguarda
direttamente
,
e
più
da
vicino
,
i
due
paesi
.
I
rapporti
tra
l
'
Italia
e
la
Ceco
-
Slovacchia
sono
stati
largamente
e
minutamente
esaminati
,
e
posso
con
piacere
affermare
che
essi
continueranno
a
svolgersi
in
quell
'
ambiente
di
schietta
e
fervida
amicizia
,
in
cui
dalla
fine
della
guerra
ad
oggi
si
sono
mantenuti
e
sviluppati
.
Molti
altri
argomenti
sono
stati
toccati
.
Sulla
situazione
europea
,
in
genere
,
l
'
accordo
più
completo
è
stato
confermato
.
E
quanto
alla
Piccola
Intesa
,
io
ho
sostenuto
e
sostengo
che
nessuna
ragione
esiste
la
quale
possa
comunque
dividerci
dall
'
Italia
.
Anzi
,
se
ben
si
guarda
,
gli
stessi
motivi
che
hanno
determinato
la
nascita
della
Piccola
Intesa
concorrono
a
favorire
una
sempre
maggiore
intimità
di
rapporti
con
l
'
Italia
.
Ma
quali
sono
le
direttive
attuali
della
Piccola
Intesa
dopo
il
governo
di
Sinaja
?
A
Sinaja
i
rappresentanti
dei
tre
Stati
hanno
fissato
chiaramente
gli
scopi
e
le
finalità
dell
'
alleanza
,
la
quale
si
propone
,
innanzi
tutto
,
di
difendere
,
contro
qualsiasi
tentativo
e
nei
limiti
insuperabili
dei
trattati
,
il
nuovo
assetto
uscito
dalla
guerra
e
quindi
la
pace
.
La
questione
ungherese
,
di
cui
molto
si
parla
,
va
appunto
riguardata
da
questo
punto
di
vista
,
che
è
fondamentale
e
da
cui
la
Piccola
Intesa
non
devierà
.
L
'
applicazione
dei
trattati
:
questo
è
quanto
noi
chiediamo
all
'
Ungheria
.
Ed
è
anche
su
questo
argomento
l
'
on
.
Mussolini
si
è
mostrato
pienamente
consenziente
.
D
'
altra
parte
,
lo
ripeto
,
io
sono
fermamente
convito
che
mille
sono
le
ragioni
che
contribuiscono
fatalmente
a
far
coincidere
gli
interessi
dell
'
Italia
con
quelli
della
Piccola
Intesa
.
Oltre
le
ragioni
geografiche
,
che
sono
a
tutti
evidenti
,
esistono
insopprimibili
ragioni
storiche
e
non
meno
importanti
ragioni
politiche
,
che
spingono
l
'
Italia
ad
essere
accanto
a
noi
,
su
tutti
quei
problemi
che
abbiamo
ereditato
dalla
guerra
e
dalla
cui
soluzione
dipende
uno
stabile
assetto
di
pace
.
Si
è
detto
che
la
Piccola
Intesa
si
allargherà
,
comprendendo
nuovi
aderenti
?
Sì
,
ne
hanno
molto
parlato
i
giornali
.
Ma
sinora
niente
v
'
è
,
che
io
sappia
,
di
deciso
o
di
fondato
.
La
Piccola
Intesa
,
limitata
ai
tre
Stati
che
attualmente
la
compongono
,
ha
una
funzione
anch
'
essa
limitata
.
Noi
non
amiamo
abbandonarci
al
bluff
.
La
Piccola
Intesa
,
come
ho
detto
,
è
stata
creata
da
profonde
necessità
,
che
hanno
giustificazione
e
chiarimento
nella
attuale
situazione
dell
'
Europa
centro
orientale
.
E
però
non
si
illude
di
cambiare
il
corso
della
storia
o
di
bouleverser
il
mondo
.
Noi
viviamo
nella
realtà
e
tutti
i
nostri
sforzi
sono
proprio
diretti
a
questo
scopo
:
non
perdere
mai
di
vista
o
altrimenti
esagerare
,
i
termini
della
realtà
.
La
Ceco
-
Slovacchia
,
la
Rumenia
e
la
Jugoslavia
hanno
una
base
comune
di
interessi
economici
e
politici
,
che
dispersi
o
separati
,
sarebbero
stati
altrettante
ragioni
,
prossime
o
remote
,
di
dissidio
e
che
,
coordinati
,
tendono
a
riassestare
il
più
presto
e
il
più
facilmente
possibile
,
l
'
equilibrio
,
non
rotto
dalla
guerra
.
In
questi
limiti
e
per
assicurare
ai
nostri
paesi
un
periodo
di
pace
e
di
lavoro
,
noi
abbiamo
sinora
agito
e
ci
proponiamo
di
agire
.
E
della
questione
di
Fiume
,
si
è
fatto
cenno
nei
colloqui
?
Direttamente
no
.
Però
io
sono
convinto
che
una
soluzione
,
soddisfacente
le
esigenze
dei
due
Stati
,
sarà
presto
concordata
.
L
'
Italia
e
la
Jugoslavia
hanno
molti
interessi
comuni
,
sui
quali
potrà
iniziarsi
un
periodo
di
attiva
e
fattiva
collaborazione
.
Sulla
questione
delle
riparazioni
,
quale
è
la
tesi
che
la
Piccola
Intesa
sostiene
?
È
in
breve
detto
.
La
Piccola
Intesa
,
che
nei
suoi
riguardi
difende
l
'
applicazione
dei
trattati
,
segue
lo
stesso
criterio
a
proposito
delle
riparazioni
.
È
necessario
che
un
accordo
tra
Francia
e
Germania
sia
presto
definito
,
perché
un
periodo
di
tranquillità
e
di
lavoro
si
apra
in
Europa
,
la
cui
economia
risente
ancora
e
fortemente
degli
sconquassi
della
guerra
.
Pertanto
la
Piccola
Intesa
,
essendosi
la
discussione
sulle
riparazioni
limitata
in
questi
ultimi
tempi
,
soprattutto
tra
l
'
Inghilterra
,
la
Francia
,
il
Belgio
e
la
Germania
,
ha
creduto
opportuno
rimanere
fuori
dalle
polemiche
.
Ha
seguito
,
in
parte
,
l
'
esempio
dell
'
Italia
,
la
quale
svolge
una
politica
saggia
e
accorta
e
che
attende
con
vigile
senso
della
realtà
il
buon
momento
per
intervenire
.
È
cardine
fondamentale
della
nostra
politica
seguire
e
secondare
,
nei
sui
scopi
di
pace
,
l
'
indirizzo
della
Grande
Intesa
.
La
quale
non
ha
affatto
esaurita
la
sua
funzione
ma
deve
conservarsi
forte
ed
unita
,
a
difendere
l
'
equilibrio
europeo
.
L
'
Inghilterra
,
la
Francia
e
l
'
Italia
non
possono
e
non
debbono
separarsi
.
Ed
è
mia
profonda
convinzione
che
solo
da
una
più
stretta
concordia
dei
tre
grandi
Stati
potranno
all
'
Europa
venire
benefici
e
vantaggi
incalcolabili
.
La
Piccola
Intesa
si
riconosce
un
po
'
figlia
della
Grande
e
la
loro
azione
comune
è
la
più
sicura
garanzia
di
pace
contro
minacce
e
tentativi
di
nuove
guerre
.
E
,
venendo
a
questioni
di
più
diretto
interesse
quali
sono
i
risultati
dei
colloqui
per
una
più
intima
collaborazione
tra
l
'
Italia
e
la
Ceco
Slovacchia
?
Come
ho
detto
,
sono
più
che
lieto
dei
risultati
raggiunti
.
Tanto
nel
colloquio
con
l
'
on
.
Mussolini
,
che
io
conosco
sin
dal
1918
quando
ero
in
Italia
esule
e
che
io
ammiro
per
la
sua
tenace
volontà
,
quanto
negli
abboccamenti
con
i
ministri
De
Stefani
e
Corbino
sono
state
gettate
le
basi
di
nuovi
accordi
economici
e
commerciali
che
saranno
la
condizione
d
'
una
più
intima
e
più
fervida
collaborazione
tra
i
due
paesi
.
Sin
dal
giorno
in
cui
trovai
in
Italia
aiuti
e
favori
per
costruire
e
organizzare
la
legione
ceco
slovacca
,
io
pensai
e
stabilii
in
cuor
mio
,
quali
dovevano
essere
i
rapporti
tra
l
'
Italia
e
la
nostra
repubblica
,
ch
'
era
allora
la
mia
fede
e
il
mio
sogno
.
Da
quel
giorno
io
non
ho
mai
mutato
e
mai
muterò
.
Ma
oltre
queste
ragioni
sentimentali
,
che
pur
servono
,
come
nessun
'
altra
ragione
a
creare
un
'
atmosfera
di
spirituale
fraternità
fra
i
due
paesi
,
ne
esistono
altre
che
vanno
consolidate
,
secondate
,
e
dirette
e
che
riguardano
la
vita
quotidiana
.
Io
sono
un
realista
e
credo
che
tra
due
popoli
,
i
quali
hanno
formidabili
e
indimenticabili
vincoli
sentimentali
,
è
necessario
questi
vincoli
ribadirli
sul
terreno
pratico
della
vita
economica
.
Ecco
perché
la
parte
più
proficua
dei
miei
colloqui
ha
trattato
di
quelle
questioni
attraverso
le
quali
si
potranno
realizzare
rapporti
commerciali
più
fervidi
e
più
intensi
.
Quando
si
pensa
che
l
'
anno
scorso
il
commercio
di
esportazione
e
d
'
importazione
tra
i
due
paesi
ha
raggiunto
il
miliardo
,
è
chiaro
che
esistono
le
condizioni
elementari
perché
queste
correnti
commerciali
,
cui
si
legano
tenacemente
interessi
di
migliaia
di
cittadini
,
siano
ravvivate
,
migliorate
perfezionate
e
soprattutto
meglio
coordinate
.
Questo
il
principale
risultato
dei
miei
colloqui
e
credo
che
con
esso
non
ho
solo
tutelato
gli
interessi
del
mio
paese
ma
ho
cercato
di
stringere
,
sempre
più
fortemente
,
quei
rapporti
che
la
guerra
e
la
vittoria
hanno
consacrato
tra
l
'
Italia
e
la
Repubblica
Ceco
Slovacchia
.
StampaQuotidiana ,
Questo
breve
sostanzioso
opuscolo
di
Armando
Zanetti
(
«
Dal
nazionalismo
al
liberalismo
»
a
cura
del
Gruppo
giovanile
liberale
Roma
)
merita
attenzione
,
non
tanto
e
solo
perché
chiarisce
un
fatto
personale
che
ha
l
'
andamento
appassionato
e
dibattuto
d
'
una
crisi
di
coscienza
,
nobilmente
sofferta
e
serenamente
risolta
,
ma
sopratutto
perché
ripropone
,
con
acutezza
e
sincerità
nuove
,
alle
più
giovani
generazioni
,
la
questione
dell
'
idea
e
dello
Stato
liberali
.
Non
si
preoccupa
,
qui
,
lo
scrittore
di
riprendere
,
nel
suo
svolgimento
storico
e
nelle
sue
successive
teorizzazioni
filosofiche
,
il
liberalismo
e
di
definirlo
:
altro
è
il
suo
scopo
e
meglio
determinato
e
certo
,
politicamente
,
più
concreto
.
In
confronto
dei
vari
partiti
,
in
cui
oggi
si
polarizza
la
lotta
politica
e
delle
soluzioni
che
essi
rispettivamente
propongono
alla
crisi
dello
Stato
nazionale
,
non
è
il
caso
di
dilungarsi
e
sperdersi
in
ricerche
sul
contenuto
etico
e
le
determinazioni
storiche
del
pensiero
liberale
per
mio
conto
ritengo
con
alcuni
giovani
studiosi
del
pensiero
liberale
,
che
il
liberalismo
,
essendo
solo
una
teoria
della
convivenza
sociale
non
può
pretendere
di
affrontare
i
grandi
problemi
etici
individuali
e
storici
che
esso
presuppone
,
risolve
e
supera
nella
realtà
delle
sue
creazioni
ma
basta
fissare
con
precisione
il
compito
e
le
funzioni
che
il
liberalismo
,
dottrina
e
arte
di
governo
,
quale
risulta
,
dalla
tradizione
,
dall
'
esperienza
,
negli
istituti
che
esso
ha
creato
e
nella
pratica
che
da
questi
si
è
svolta
,
può
e
deve
assolvere
nell
'
attuale
momento
.
La
politica
,
in
genere
,
e
quella
liberale
in
specie
,
proprio
perché
non
tende
né
pretende
risolvere
«
sub
specie
aeternitatis
»
i
problemi
della
storia
e
dello
spirito
,
ma
si
limita
a
operare
empiricamente
su
elaborazioni
e
sistemazione
provvisorie
della
realtà
,
deve
costantemente
riferirsi
a
determinate
e
concrete
situazioni
per
avvertirne
le
esigenze
e
le
antitesi
e
le
une
e
le
altre
poi
interpretare
e
comporre
nell
'
ordine
spirituale
e
giuridico
dello
Stato
.
Ora
,
nell
'
attuale
situazione
,
il
cosiddetto
problema
della
rinascita
liberale
,
più
che
attraverso
rivendicazioni
storiche
e
formule
filosofiche
come
taluni
,
con
lodevoli
propositi
,
fanno
va
posto
in
termini
obiettivi
e
per
così
dire
contingenti
:
è
attuale
il
metodo
liberale
?
e
se
è
attuale
perché
esso
non
interviene
a
proporre
le
sue
soluzioni
e
cioè
soluzioni
liberali
alla
crisi
che
ha
tentato
di
diroccare
dalle
fondamenta
la
costruzione
dello
Stato
liberale
prima
cogli
assalti
rivoluzionari
del
socialismo
e
recentemente
con
l
'
aspra
,
accanita
e
talora
astiosa
critica
del
fascismo
?
Questi
quesiti
,
Armando
Zanetti
li
ha
discussi
nel
suo
spirito
e
automaticamente
risolti
quando
,
concordata
la
fusione
e
l
'
inquadramento
delle
forze
nazionalistiche
nel
partito
fascista
,
non
solo
si
rifiutò
di
aderirvi
ma
dopo
qualche
mese
di
raccoglimento
e
di
meditazione
decise
di
inscriversi
nel
partito
liberale
.
Ma
ad
essi
risponde
più
chiaramente
e
direttamente
nello
scritto
che
ho
innanzi
quando
,
esaminate
le
posizioni
dei
partiti
,
le
loro
concezioni
dello
Stato
e
le
loro
possibilità
d
'
azione
e
di
sviluppo
nell
'
ambiente
storico
italiano
,
raccoglie
e
riassume
le
sue
conclusioni
:
«
A
meno
che
non
si
concepisca
egli
scrive
come
suscettibile
di
riapparire
o
di
durare
illimitatamente
nella
vita
d
'
una
grande
nazione
moderna
un
regime
di
illuminata
tirannia
o
di
larvata
dittatura
,
le
concezioni
e
le
forme
statali
che
oggi
si
contendono
il
governo
in
tutti
gli
Stati
europei
restano
sempre
due
,
e
sempre
quelle
:
la
borghese
-
individualista
,
intimamente
e
incontestabilmente
liberale
(
con
tutte
le
sfumature
dalla
più
conservatrice
alla
più
democratica
)
e
la
socialista
,
essenzialmente
collettivista
e
antindividualista
necessariamente
antiliberale
.
Tra
queste
due
forme
statali
moderne
,
il
fascismo
non
può
,
anche
se
lo
pretendesse
,
inserire
una
nuova
»
.
Ma
riconoscere
e
riaffermare
l
'
attualità
della
concezione
liberale
,
in
confronto
delle
altre
concezioni
concorrenti
e
fra
queste
vanno
pur
compresi
quei
tentativi
contraddittori
che
i
teorici
del
fascismo
,
alcuni
rifacendosi
a
San
Tommaso
altri
a
Hegel
e
a
Vico
vanno
faticosamente
accumulando
per
sistemare
,
comunque
,
le
loro
idee
e
le
loro
esperienze
sullo
Stato
ma
,
dicevo
,
riaffermare
l
'
attualità
della
concezione
liberale
non
basta
:
e
non
può
essere
l
'
unico
scopo
della
rinascita
liberale
.
Anzi
tale
risultato
sarebbe
nullo
,
o
press
'
a
poco
;
e
rimarrebbe
senza
alcuna
influenza
e
conseguenza
sulla
realtà
politica
dell
'
oggi
e
del
prossimo
domani
se
non
servisse
a
orientare
,
su
concrete
soluzioni
d
'
ordine
politico
,
e
quindi
attraverso
una
positiva
e
assidua
azione
pratica
,
le
forze
e
le
correnti
liberali
.
Anche
qui
,
Armando
Zanetti
vede
giusto
e
acutamente
.
È
necessario
egli
dice
costituire
e
rafforzare
in
Italia
la
solidarietà
cosciente
di
quella
massa
media
,
fattiva
ed
equilibrata
,
che
oggi
,
in
modo
più
o
meno
vario
e
disciplinato
,
compie
il
suo
dovere
di
fiancheggiare
l
'
opera
del
governo
di
Mussolini
,
ma
che
in
qualunque
momento
e
in
qualunque
evenienza
deve
essere
pronta
a
mettere
l
'
altolà
ad
ogni
reviviscenza
di
velleità
estremiste
che
mirassero
a
rigettare
la
nave
d
'
Italia
tra
i
marosi
delle
passate
tempeste
.
Sì
,
queste
forze
medie
,
disperse
e
,
per
così
dire
,
irregolari
,
che
si
sono
sottratte
sinora
alla
disciplina
e
alla
responsabilità
d
'
un
partito
ma
che
sempre
,
quando
i
pericoli
urgevano
dappresso
e
minacciavano
la
stabilità
o
le
conquiste
dello
Stato
liberale
,
hanno
fatto
sentire
la
loro
presenza
e
il
loro
peso
decisivo
;
tali
forze
bisogna
trarre
dall
'
oscurità
e
dall
'
inerzia
alla
luce
e
all
'
azione
della
lotta
politica
quotidiana
e
disciplinarle
,
organizzarle
,
educarle
.
Educarle
soprattutto
a
una
chiara
coscienza
dello
Stato
,
che
è
tradizione
e
continuità
storica
della
Nazione
,
per
sottrarle
alle
facili
e
funeste
suggestioni
di
certi
estremisti
.
A
quest
'
opera
lenta
e
difficile
cui
debbono
rivolgersi
con
assiduità
e
fervore
i
giovani
liberali
e
che
è
condizione
indispensabile
perché
l
'
attualità
della
concezione
liberale
possa
tradursi
in
efficiente
ed
effettiva
azione
politica
,
possono
servire
come
degno
e
nobile
viatico
le
parole
con
le
quali
Antonio
Salandra
nel
1912
definiva
la
missione
del
partito
liberale
:
«
Non
ha
bisogno
il
liberalismo
italiano
d
'
essere
anticattolico
o
antisocialista
perché
non
può
disconoscere
gli
elementi
ideali
a
cui
cattolicismo
e
socialismo
debbono
il
loro
pertinace
vigor
di
vita
.
Ma
nell
'
orbita
dello
Stato
devono
prevalere
le
idealità
della
patria
e
il
sentimento
della
Nazione
.
A
chiunque
riconosca
queste
supremazie
la
Patria
non
contro
,
ma
prima
della
Chiesa
;
la
Patria
non
contro
,
ma
prima
dell
'
umanità
,
il
liberalismo
italiano
deve
essere
aperto
»
.
StampaQuotidiana ,
Assisi
,
26
luglio
.
Il
Congresso
dei
combattenti
assume
particolare
importanza
per
il
suo
significato
,
non
tanto
politico
quanto
morale
,
specie
dal
delicato
e
grave
momento
in
cui
è
stato
convocato
.
I
recenti
avvenimenti
che
hanno
turbato
e
commosso
la
coscienza
pubblica
,
provocando
orientazioni
nuove
e
nuove
possibilità
,
non
potevano
non
suscitare
ripercussioni
e
reazioni
nel
campo
dei
combattenti
,
dove
l
'
amore
della
Patria
e
l
'
attaccamento
alle
istituzioni
sono
fieramente
sentiti
e
fortemente
costoditi
.
La
voce
del
grande
veggente
,
Carlo
Delcroix
,
prima
alla
Camera
,
dopo
a
Fiume
,
interpretò
la
volontà
e
la
coscienza
dei
combattenti
,
e
indicò
al
Governo
e
all
'
opinione
pubblica
la
sola
via
quella
della
legge
e
della
giustizia
per
la
quale
l
'
Italia
può
e
deve
conquistare
la
sua
pace
,
il
suo
ordine
e
la
sua
fortuna
.
Il
Congresso
,
che
inizierà
domani
i
suoi
lavori
,
è
chiamato
a
dare
la
sua
solenne
sanzione
e
il
suo
imponente
consenso
alla
ammonitrice
e
severa
parola
di
Carlo
Delcroix
.
È
bene
dire
subito
che
s
'
ingannerebbero
di
grosso
coloro
che
dagli
osservatori
dei
vari
partiti
vigilano
,
attendendo
o
sollecitando
l
'
adesione
dei
combattenti
a
questa
o
a
quella
parte
politica
.
Come
s
'
ingannano
quanti
,
più
o
meno
apertamente
,
sperano
che
dal
Congresso
possa
venire
una
dichiarazione
di
guerra
al
Governo
.
Evidentemente
,
gli
uni
e
gli
altri
,
hanno
poco
o
niente
capito
dello
spirito
che
anima
e
guida
queste
gloriose
giovanili
falangi
che
,
avendo
fatto
la
loro
maggiore
esperienza
di
vita
nel
quotidiano
sacrificio
della
trincea
,
hanno
conquistato
,
fuori
d
'
ogni
retorica
,
la
divina
grazia
del
vero
e
sereno
amor
patrio
.
Tra
gli
uni
che
minacciano
nuove
rappresaglie
e
nuove
avventure
e
gli
altri
che
sfuggono
ostinatamente
,
ciechi
di
rancore
e
di
vendetta
,
a
ogni
senso
e
richiamo
del
dovere
nazionale
,
i
combattenti
non
hanno
preferenze
o
scelta
.
Anzi
,
tra
gli
uni
e
gli
altri
,
che
non
sanno
che
parole
di
guerra
e
di
odio
,
essi
vogliono
intervenire
per
dire
una
parola
di
pace
.
Troppo
gli
italiani
si
sono
dilaniati
e
troppo
odiati
.
L
'
Italia
di
Vittorio
Veneto
non
può
essere
e
non
dev
'
essere
l
'
Italia
delle
fazioni
inestinguibili
:
quella
fu
grande
per
volontà
di
concordia
e
di
fede
,
questa
si
è
umiliata
e
divisa
nei
contrasti
fraterni
e
nella
guerriglia
civile
,
perché
la
concordia
e
la
fede
furono
disertate
o
dimenticate
.
I
combattenti
,
in
quest
'
ora
in
cui
gli
odi
di
fazione
minacciano
ancora
una
volta
di
esplodere
,
si
leveranno
a
parlare
,
essi
i
sopravvissuti
,
in
nome
dei
nostri
seicentomila
Morti
per
richiamare
gli
Italiani
alla
concordia
e
alla
fede
.
Certo
questa
parola
,
che
non
è
solo
monito
ma
è
volontà
ferma
e
viva
degli
800
mila
iscritti
alla
Associazione
,
non
potrà
soddisfare
i
politicanti
e
gli
sconsigliati
dell
'
una
o
dell
'
altra
parte
.
Ma
non
a
questi
,
che
non
potranno
udirla
,
perché
ormai
irrimediabilmente
sordi
ad
ogni
pura
voce
,
essa
si
rivolgerà
:
ma
a
quanti
e
sono
milioni
e
sono
il
vero
sano
popolo
nostro
sapranno
intenderla
perché
hanno
serbato
e
custodito
,
nell
'
umiltà
dello
spirito
e
nel
silenzio
delle
opere
,
fede
all
'
Italia
e
alle
sue
fortune
.
StampaQuotidiana ,
Assisi
,
27
luglio
.
La
giornata
inaugurale
del
Congresso
ha
rivelato
,
immediatamente
e
interamente
,
lo
spirito
e
la
volontà
che
presiederanno
al
dibattito
politico
,
dove
non
si
scontreranno
frazioni
avverse
e
irriconciliabili
,
ma
si
misureranno
e
saggeranno
,
attorno
al
comune
programma
di
servire
la
Patria
,
orientamenti
e
tendenze
,
tutti
egualmente
rivolti
a
consolidare
l
'
unità
dell
'
Associazione
e
a
rafforzarne
la
efficienza
.
Si
è
detto
che
nella
discussione
finiranno
per
delinearsi
tre
tendenze
:
una
sinistra
,
una
destra
e
un
centro
;
di
queste
si
sono
anche
indicati
i
vari
leaders
ed
esposte
le
tesi
.
Qualcuno
,
infine
,
ha
voluto
sinanche
anticipare
le
decisioni
ed
ha
senz
'
altro
previsto
la
vittoria
del
centro
.
Non
mi
fermerò
a
dimostrare
la
esattezza
di
questa
topografia
politica
che
torna
automaticamente
in
ogni
Congresso
e
di
fronte
a
qualsiasi
avvenimento
politico
:
né
starò
a
riassumere
gli
elementi
che
caratterizzano
e
distinguono
le
tre
tendenze
.
Forse
,
a
una
prima
generica
occhiata
,
esse
si
rivelano
pur
reali
e
vitali
,
forti
ed
agguerrite
,
disposte
a
battersi
e
a
combattersi
lealmente
,
senza
ambiguità
e
senza
compromissioni
.
Ma
,
guardando
meglio
e
penetrando
lo
spirito
che
è
al
fondo
di
queste
divisioni
,
non
è
difficile
convincersi
che
essi
,
sì
,
esistono
ed
ognuna
con
le
sue
buone
motivazioni
e
con
le
sue
chiare
note
differenziatrici
ma
in
linea
puramente
contingente
e
per
ragioni
puramente
formali
.
I
destri
,
è
vero
,
sostengono
la
necessità
di
maggiori
e
più
stretti
rapporti
tra
l
'
Associazione
ed
il
Governo
contro
i
sinistri
che
pretendono
piena
ed
intera
autonomia
.
Ma
queste
posizioni
che
appaiono
antagoniste
automaticamente
si
riducono
e
scompaiono
allorché
cadono
in
giuoco
l
'
unità
e
l
'
indipendenza
dell
'
Associazione
.
Attorno
a
questi
due
cardini
fondamentali
i
dissidi
si
annullano
e
la
vera
grande
anima
dei
combattenti
si
ritrova
e
si
riconosce
,
fuori
da
ogni
particolare
atteggiamento
e
sopra
ad
ogni
altra
passione
,
nell
'
anima
della
Nazione
.
Da
qui
,
da
questa
subordinazione
di
ogni
personale
interesse
a
quello
nazionale
diventata
abito
naturale
e
inseparabile
in
chi
per
quattr
'
anni
praticò
ogni
giorno
senza
stanchezza
e
senza
ambizione
,
l
'
umiltà
e
il
sacrificio
,
procede
quello
spirito
essenziale
e
caratteristico
che
è
comune
a
tutti
i
combattenti
e
che
li
fa
i
fedeli
della
Nazione
.
Governi
e
partiti
sono
,
per
chi
guarda
e
crede
solo
alla
Patria
,
momenti
mutevoli
e
strumenti
transitori
della
sua
storia
:
valgono
e
servono
per
quello
che
essi
sanno
creare
e
dare
al
suo
accrescimento
e
alla
sua
potenza
.
I
combattenti
guardano
oggi
,
solo
e
soprattutto
all
'
Italia
:
e
all
'
Italia
essi
vogliono
che
sia
restituita
la
pace
e
l
'
ordine
nella
giustizia
e
nella
legge
.
L
'
atteggiamento
assunto
in
ispecie
dall
'
on
.
Paolucci
la
parola
del
quale
come
è
accaduto
nell
'
assemblea
,
avrà
certo
larga
risonanza
nella
Penisola
è
chiarissimo
.
Dal
delitto
commesso
contro
l
'
on
.
Matteotti
egli
ha
detto
oltre
che
un
'
opera
severa
di
giustizia
bisogna
derivarne
una
di
epurazione
.
Il
taglio
deve
farsi
netto
:
non
indulgenze
né
per
gli
esecutori
né
pei
preordinatori
.
E
andando
più
oltre
,
egli
ha
dichiarato
indispensabile
un
ritorno
all
'
ossequio
fecondo
per
i
valori
spirituali
,
i
soli
veramente
puri
e
rigeneratori
.
E
non
meno
esplicito
è
stato
il
Presidente
dell
'
Associazione
,
cui
spetta
la
gratitudine
nazionale
.
Egli
,
ripetendo
con
l
'
autorità
che
non
può
essergli
contesa
,
come
i
combattenti
non
abbiano
da
confondersi
coi
partiti
,
ma
di
starne
al
di
sopra
,
mirando
esclusivamente
alla
Patria
,
ha
con
nobile
eloquenza
affermata
la
necessità
della
pacificazione
in
ogni
paese
,
in
tutti
gli
animi
buoni
,
pacificazione
che
deve
essere
raggiunta
dal
Governo
mercé
la
forza
offertagli
dalla
osservanza
delle
leggi
.
Non
c
'
è
bisogno
di
ondate
seconde
e
terze
;
lo
Stato
è
forte
,
i
cittadini
desiderano
la
cessazione
di
qualsiasi
violenza
,
cessazione
che
non
va
soltanto
annunciata
o
promessa
.
Insomma
,
secondo
la
parola
di
due
autorevolissimi
interpreti
del
pensiero
diffuso
fra
i
gloriosi
superstiti
della
guerra
,
né
Destra
né
Sinistra
,
né
per
gli
uni
né
per
gli
altri
;
ma
per
la
Patria
,
e
per
ottenere
che
questa
consegua
il
raggiungimento
dei
suoi
voti
alti
e
urgenti
.
Il
Paese
abbisogna
di
riordinarsi
economicamente
e
spiritualmente
e
cioè
di
consolidare
,
nella
tranquillità
delle
opere
e
nella
concordia
delle
volontà
,
i
risultati
della
vittoria
:
e
se
ieri
a
salvarlo
dalla
estrema
perdizione
bolscevica
,
fu
necessario
che
la
gioventù
combattente
si
levasse
a
riprendere
le
armi
e
la
battaglia
,
qualunque
minaccia
tentasse
sconvolgerlo
ancora
una
volta
e
a
precipitarlo
nelle
lotte
fratricide
,
ritroverà
,
i
combattenti
,
pronti
e
presenti
,
a
difendere
lo
Stato
e
la
Nazione
.
«
Siamo
ha
detto
Host
Venturi
cittadini
e
soldati
che
vogliono
difendere
la
Patria
per
l
'
avvenire
,
come
per
il
passato
»
.
Questo
è
il
programma
,
questo
lo
spirito
dei
combattenti
:
e
questa
la
loro
consapevole
,
risoluta
e
ferma
volontà
.
StampaQuotidiana ,
Assisi
,
29
luglio
.
La
discussione
sulla
relazione
morale
,
come
si
era
previsto
,
è
stata
una
discussione
programmatica
e
politica
.
I
discorsi
pronunciati
nelle
tre
sedute
hanno
chiaramente
indicato
e
svolto
gli
argomenti
sostanziali
su
cui
il
Congresso
deve
decidere
e
che
riguardano
direttamente
i
problemi
specifici
dell
'
attuale
situazione
politica
.
Le
due
questioni
che
sembrano
interessare
solo
e
particolarmente
i
combattenti
,
sono
l
'
unità
e
l
'
autonomia
dell
'
Associazione
,
e
la
discussione
finora
ha
voluto
toccare
,
esaminare
e
svolgere
i
modi
concreti
e
pratici
,
attraverso
cui
l
'
unità
può
e
deve
conseguirsi
e
l
'
autonomia
essere
garantita
e
difesa
.
L
'
unità
non
può
limitarsi
ad
essere
un
semplice
fatto
amministrativo
e
l
'
autonomia
una
pura
proclamazione
verbale
di
indipendenza
.
Perché
l
'
unità
possa
esistere
meglio
,
e
più
che
nella
tessera
negli
spiriti
,
bisogna
che
essa
sia
efficiente
,
dia
un
chiaro
segno
della
sua
vitalità
e
verità
e
si
realizzi
innanzi
tutto
nella
autonomia
.
I
due
termini
sono
inseparabili
e
il
primo
precede
l
'
altro
per
integrarsi
in
una
definitiva
azione
e
in
una
precisa
norma
direttiva
.
L
'
ordine
del
giorno
presentato
dall
'
avvocato
Bergmann
,
quasi
a
prefazione
del
dibattito
,
ha
avuto
il
merito
non
solo
di
porre
le
due
questioni
sullo
stesso
piano
,
quanto
di
uscire
da
certe
genericità
di
formule
da
cui
derivarono
all
'
Associazione
le
crisi
morali
e
politiche
che
la
hanno
agitata
negli
ultimi
tempi
;
ma
sopratutto
di
fissare
il
dibattito
perché
potesse
più
efficacemente
svolgersi
e
concretare
una
linea
direttiva
e
fondamentale
ed
un
'
organica
esposizione
dei
compiti
cui
l
'
Associazione
,
conquistata
e
consacrata
l
'
unità
e
l
'
autonomia
,
deve
assolvere
.
Non
si
tratta
naturalmente
di
compiti
e
funzioni
politiche
,
se
con
queste
parole
si
vuole
solo
accennare
a
soluzioni
e
atteggiamenti
prestabiliti
di
partito
:
i
combattenti
,
come
ho
detto
altra
volta
,
non
vogliono
e
non
credono
che
questa
sia
l
'
ora
di
tenere
a
battesimo
e
di
dar
vita
a
nuovi
partiti
,
ma
si
tratta
di
funzioni
squisitamente
ed
altamente
politiche
,
se
si
vuole
,
come
deve
essere
e
come
i
combattenti
vogliono
,
che
la
politica
non
si
esaurisca
tutta
e
solo
nelle
lotte
e
nelle
passioni
di
partito
,
ma
riassuma
ed
interpreti
gli
sforzi
di
volontà
le
aspirazioni
della
collettività
nazionale
.
In
questo
senso
,
che
ben
si
addice
per
il
suo
disinteresse
e
la
sua
nobiltà
e
che
l
'
Italia
conobbe
nella
dura
esperienza
della
trincea
e
da
quel
giorno
lo
ha
sempre
recato
nel
cuore
,
l
'
influenza
dei
combattenti
,
cioè
di
circa
un
milione
di
cittadini
devoti
alla
Patria
ed
ai
suoi
Istituti
liberali
,
potrà
essere
decisiva
.
La
discussione
di
ieri
ha
,
anche
su
questo
punto
,
raggiunto
risultati
notevoli
,
che
finiranno
per
essere
il
vero
e
sostanziale
risultato
del
Congresso
.
Tanto
l
'
avv
.
Bergmann
,
quanto
gli
on
.
Pirano
e
Biaggi
,
che
hanno
pronunciato
,
specie
il
primo
,
i
discorsi
più
inquadrati
e
più
organici
per
quanto
talune
considerazioni
non
sempre
concordi
,
hanno
con
buoni
argomenti
,
talvolta
aspramente
realistici
,
sostenuto
che
i
combattenti
,
non
potendosi
rifiutare
di
avere
un
pensiero
sulla
situazione
politica
,
debbono
chiaramente
esprimersi
e
uniformarsi
ad
una
sicura
norma
di
condotta
e
di
azione
.
Questa
norma
,
sopra
ed
oltre
i
convincimenti
dei
vani
oratori
,
è
l
'
atteggiamento
di
fronte
al
Governo
com
'
è
stato
da
tutti
concordemente
indicato
.
Restaurazione
della
legge
,
che
significa
ritorno
effettivo
alla
pratica
costituzionale
e
repressione
di
ogni
illegalismo
ed
ogni
violenza
,
fine
di
ogni
provvedimento
eccezionale
,
libertà
di
stampa
e
di
riunione
;
ecco
le
norme
che
i
combattenti
vogliono
seguire
e
che
il
Congresso
stasera
additerà
.
Le
mediocri
divisioni
partigiane
e
i
risentimenti
sono
stati
tutti
superati
:
i
combattenti
si
propongono
ancora
una
volta
d
'
interpretare
l
'
anima
della
Nazione
,
senza
tessera
e
senza
partito
,
perché
conquistata
la
vittoria
e
la
pace
,
abbia
il
suo
lavoro
e
la
sua
fortuna
.
StampaQuotidiana ,
Assisi
,
30
luglio
.
In
verità
la
giornata
di
ieri
che
pure
è
stata
decisiva
ha
mostrato
all
'
inizio
di
deviare
dagli
scopi
essenziali
che
alla
discussione
aveva
fissato
con
felice
intuito
della
situazione
politica
l
'
avvocato
Bergmann
.
I
due
forti
ed
eloquenti
discorsi
degli
onorevoli
Savelli
e
Rossini
riproposero
all
'
assemblea
con
sincerità
e
fermezza
,
fuori
di
certe
pericolose
ambiguità
che
minacciavano
di
compromettere
i
risultati
del
Congresso
,
i
termini
veri
e
reali
della
discussione
.
Affermate
pregiudizialmente
l
'
unità
e
l
'
autonomia
quali
fondamenti
assoluti
ed
inviolabili
della
compagine
della
Associazione
,
tanto
il
Savelli
quanto
il
Rossini
,
riassumendo
ed
interpretando
la
voce
e
la
volontà
che
i
rappresentanti
della
maggior
parte
delle
Federazioni
provinciali
avevano
espresso
nella
discussione
,
indicarono
e
precisarono
i
modi
che
l
'
Associazione
deve
imporsi
e
adottare
perché
i
suoi
propositi
possano
efficacemente
realizzarsi
.
Tali
propositi
che
non
è
inutile
ripeterlo
non
riguardavano
e
non
riguardano
nessuna
posizione
di
parte
,
che
anzi
riaffermano
anche
in
quelle
parti
comuni
al
programma
ed
alla
azione
di
alcune
correnti
politiche
,
la
loro
origine
di
piena
indipendenza
,
furono
raccolti
e
consacrati
nell
'
ordine
del
giorno
presentato
dalla
medaglia
d
'
oro
on
.
Viola
e
che
il
Congresso
ha
con
votazione
quasi
unanime
approvato
.
Non
è
difficile
,
anche
alla
semplice
lettura
di
quell
'
ordine
del
giorno
e
dimenticando
le
altre
manifestazioni
che
hanno
accompagnato
lo
sviluppo
della
discussione
,
non
percepire
quali
considerevoli
risultati
il
Congresso
ha
raggiunto
e
come
essi
interpretino
direttamente
e
immediatamente
non
tanto
e
solo
la
volontà
dei
combattenti
,
ma
soprattutto
la
coscienza
profonda
della
Nazione
,
in
confronto
dell
'
attuale
situazione
politica
.
Mentre
i
partiti
e
le
frazioni
refrattari
ad
ogni
senso
di
dovere
civico
,
si
ostinano
a
combattersi
senza
tregua
e
fanno
risuonare
parole
di
odio
e
di
vendetta
,
i
combattenti
hanno
creduto
loro
dovere
e
diritto
prendere
una
ferma
e
chiara
posizione
che
non
è
confondibile
con
nessun
'
altra
di
nessun
partito
e
che
vuole
essere
ed
è
sola
posizione
degna
dei
fedelissimi
della
Nazione
e
della
Patria
.
Tre
punti
in
special
modo
vanno
rilevati
nell
'
ordine
del
giorno
dell
'
on
.
Viola
,
i
quali
pur
essendo
svolti
da
una
fondamentale
unità
di
visione
e
di
valutazione
dell
'
attuale
realtà
politica
,
costituiscono
separatamente
i
tre
cardini
su
cui
si
è
raccolto
il
Congresso
,
senza
differenziazioni
di
tendenze
,
e
che
il
nuovo
Comitato
centrale
deve
imporre
alla
sua
azione
.
Trascrivo
le
stesse
parole
dell
'
ordine
del
giorno
:
1
.
ristabilimento
nella
sua
piena
ed
assoluta
efficienza
dell
'
impero
della
legge
;
2
.
separazione
netta
tra
Governo
e
partito
;
3
.
condanna
degli
illegalismi
superstiti
e
sovranità
esclusiva
dello
Stato
secondo
lo
spirito
e
le
tradizioni
del
nostro
risorgimento
.
Le
parole
sono
chiare
e
non
abbisognano
di
commenti
.
I
combattenti
fedeli
ai
concetti
ideali
scaturiti
da
Vittorio
Veneto
riconsacrati
dallo
spirito
che
condusse
al
potere
Mussolini
anche
queste
sono
frasi
testuali
dell
'
ordine
del
giorno
hanno
detto
la
loro
volontà
.
Né
opposizione
né
dedizione
incondizionata
al
Governo
.
Si
rifiutano
di
prestarsi
alle
speculazioni
delle
opposizioni
,
come
si
rifiutano
di
contentarsi
di
generiche
promesse
che
valgono
solo
per
la
volontà
che
è
decisa
ad
attuarle
.
Essi
non
hanno
partito
da
seguire
né
feticismi
da
adorare
.
Sono
stati
fino
ad
ieri
nelle
trincee
contro
il
nemico
e
sulle
piazze
contro
i
rinnegatori
della
vittoria
e
della
Patria
al
servizio
della
Patria
.
Oggi
rimangono
fedeli
alla
consegna
,
così
quando
rivendicano
contro
le
assurde
concezioni
dello
Stato
-
partito
,
le
tradizioni
liberali
del
risorgimento
,
come
quando
condannano
ogni
forma
di
illegalismo
e
chiedono
su
tutto
e
contro
tutti
l
'
impero
restaurato
della
legge
.
L
'
Italia
non
è
il
monopolio
di
nessun
partito
:
dal
risorgimento
alla
guerra
ed
alla
vittoria
,
si
è
sviluppata
e
accresciuta
di
potenza
e
di
volontà
per
lo
sforzo
concorde
e
tenace
del
suo
popolo
.
A
questo
popolo
di
cui
essi
sono
la
parte
più
eletta
,
i
combattenti
vogliono
che
ritorni
la
pace
e
l
'
ordine
nella
legge
e
nella
giustizia
.
StampaQuotidiana ,
Questo
libro
che
Vincenzo
Nitti
ha
scritto
,
a
illustrazione
,
chiarimento
e
rivendicazione
dell
'
opera
paterna
,
(
Vincenzo
Nitti
«
L
'
opera
di
Nitti
»
.
Piero
Gobetti
,
editore
,
Torino
)
,
merita
d
'
essere
letto
attentamente
.
Non
perché
da
esso
risulti
,
attraverso
rivelazioni
d
'
indole
politica
o
diplomatica
,
una
diversa
valutazione
di
quel
singolare
momento
politico
in
cui
ebbe
parte
direttiva
l
'
on
.
Nitti
,
ma
soprattutto
perché
l
'
indagine
documentata
di
quel
periodo
può
offrire
oggi
,
di
fronte
a
problemi
non
meno
interessanti
e
vitali
,
consigli
,
ammonimenti
ed
esperienze
,
degni
d
'
essere
considerati
e
meditati
.
Il
libro
,
proprio
perché
l
'
autore
s
'
è
proposto
di
esaminare
l
'
opera
dell
'
on
.
Nitti
secondo
un
abile
disegno
che
associa
l
'
esatto
ordine
cronologico
dei
fatti
al
loro
sostanziale
e
più
vero
ordine
politico
,
presenta
un
quadro
sintetico
dell
'
ambiente
italiano
e
della
lotta
politica
nel
periodo
che
va
dalla
dichiarazione
della
guerra
fino
al
biennio
19-20
.
Naturalmente
la
figura
che
in
questo
quadro
,
quale
l
'
ha
composto
l
'
autore
e
i
cui
brevi
limiti
di
tempo
pur
comprendono
fatti
e
avvenimenti
di
enorme
importanza
storica
,
ha
principale
e
particolare
rilievo
è
quella
dell
'
on
.
Nitti
.
Anzi
l
'
autore
,
con
ogni
cura
,
ha
cercato
,
per
quanto
gli
era
possibile
,
e
per
quanto
consentivano
gli
avvenimenti
in
esame
,
di
isolarla
per
poterla
meglio
e
più
efficacemente
studiare
.
Ma
se
ciò
ha
reso
all
'
autore
più
agevole
il
suo
compito
,
ha
in
definitiva
ridotto
notevolmente
l
'
importanza
dello
studio
;
il
cui
interesse
è
anche
diminuito
da
una
certa
mal
celata
intenzione
apologetica
.
Ma
si
tratta
di
un
figlio
...
Accanto
a
questi
vizi
,
per
così
dire
,
formali
del
libro
e
che
,
per
molta
parte
,
possono
essere
anche
giustificabili
,
sono
evidenti
altri
vizi
ed
errori
di
ben
altra
specie
,
che
riguardano
soprattutto
la
sostanza
politica
della
tesi
propostasi
e
svolta
minutamente
dal
Nitti
,
sulla
traccia
delle
accuse
rivolte
all
'
opera
paterna
.
Se
si
toglie
il
capitolo
che
riassume
felicemente
ed
efficacemente
l
'
azione
energica
ed
illuminata
dell
'
on
.
Nitti
quale
ministro
del
Tesoro
nel
Ministero
Orlando
durante
il
periodo
più
grave
e
decisivo
della
nostra
guerra
opera
che
è
stata
sempre
apprezzata
e
lodata
anche
da
quelli
che
in
altre
occasioni
combatterono
con
fermezza
la
politica
dell
'
on
.
Nitti
,
se
si
toglie
questo
capitolo
,
tutti
gli
altri
che
esaminano
con
eccessivi
dettagli
i
momenti
e
gli
avvenimenti
più
discussi
della
pratica
di
governo
dell
'
on
.
Nitti
,
risultano
condotti
più
che
da
seria
e
serena
volontà
di
critica
storica
e
politica
da
una
appassionata
reazione
anch
'
essa
polemica
alle
accuse
e
agli
attacchi
polemici
degli
avversari
.
È
vero
che
i
capitoli
della
cosiddetta
amnistia
ai
disertori
e
sulla
proporzionale
assieme
a
quello
sulla
questione
di
Fiume
sono
accortamente
documentati
e
che
da
essi
molti
punti
che
la
passione
di
parte
aveva
oscurato
o
confusi
,
escono
chiariti
;
ma
non
sono
i
minuti
particolari
di
questo
o
quest
'
altro
episodio
,
che
possono
far
rivedere
o
correggere
il
giudizio
che
l
'
opinione
pubblica
ha
dato
dell
'
opera
politica
dell
'
on
.
Nitti
.
Non
è
possibile
seguire
passo
passo
,
nel
lungo
minuzioso
esame
,
le
rivendicazioni
particolari
dalle
quali
,
secondo
il
disegno
dell
'
autore
,
dovrebbe
uscire
la
piena
e
generale
rivendicazione
politica
dell
'
on
.
Nitti
.
Ma
,
a
voler
trarre
da
questo
libro
le
necessarie
conclusioni
,
le
deficienze
politiche
e
psicologiche
che
irrimediabilmente
compromisero
la
concezione
e
la
condotta
di
governo
dell
'
on
.
Nitti
,
risultano
confermate
.
Molti
anzi
degli
errori
particolari
non
avrebbero
avuto
quella
diffusione
e
ripercussione
che
ebbero
nell
'
opinione
pubblica
del
paese
,
se
non
avessero
assunto
automaticamente
,
quasi
fatalmente
,
un
significato
e
un
'
indicazione
rappresentativi
della
politica
nittiana
.
Che
cosa
v
'
era
in
fondo
a
quelle
due
accuse
che
Nitti
,
non
senza
un
'
ampia
documentazione
,
impugna
di
infondatezza
e
cioè
l
'
amnistia
ai
disertori
e
l
'
accordo
con
i
socialisti
per
la
Repubblica
se
non
l
'
avvertimento
ormai
diffuso
nella
coscienza
popolare
e
quindi
esagerato
sino
ad
aspre
forme
di
passionalità
,
che
da
una
parte
l
'
on
.
Nitti
non
valutasse
in
senso
politico
come
doveva
e
quanto
meritavano
,
le
forze
morali
e
materiali
dei
combattenti
e
dall
'
altra
secondasse
,
per
un
giuoco
politico
,
le
opposte
forze
socialiste
,
rivoluzionarie
a
parole
e
nella
sostanza
accaparratrici
di
privilegi
e
di
concessioni
statali
?
Si
potrebbe
anzi
affermare
che
la
politica
nittiana
,
che
pure
pretendeva
d
'
essere
d
'
equilibrio
e
di
conservazione
fallì
ai
suoi
obiettivi
proprio
perché
non
seppe
,
tra
il
combattentismo
forte
di
motivi
ideali
e
il
socialismo
forte
di
appetiti
e
di
masse
,
svolgere
un
'
azione
mediana
che
assumendo
il
combattentismo
a
positivo
valore
politico
,
potesse
successivamente
premere
sul
blocco
socialista
e
distaccarne
la
frazione
riformista
che
fin
d
'
allora
si
volgeva
,
attraverso
gli
istituti
sindacali
,
verso
una
pacifica
e
costituzionale
politica
del
lavoro
.
Invece
l
'
on
.
Nitti
trascurò
del
tutto
il
combattentismo
quale
efficace
fattore
politico
e
preferì
poggiarsi
sui
popolari
e
sui
socialisti
.
I
risultati
di
questo
orientamento
son
ben
noti
e
per
molta
parte
agiscono
e
influiscono
tuttora
sulla
situazione
politica
.
In
conclusione
il
libro
di
Vincenzo
Nitti
,
che
ripeto
,
merita
d
'
essere
letto
,
anche
perché
l
'
amore
filiale
non
è
disgiunto
da
una
certa
velleità
critica
dell
'
opera
paterna
(
e
in
questo
è
il
suo
carattere
singolare
)
,
non
chiarisce
né
giustifica
la
visione
e
la
concezione
fondamentali
dalle
quali
discesero
inevitabilmente
tutti
gli
errori
,
le
deviazioni
e
le
lacune
della
politica
nittiana
.
StampaQuotidiana ,
Sofia
,
21
aprile
.
Domenica
e
lunedì
gli
avvenimenti
sono
precipitati
e
la
situazione
si
è
chiarita
.
Il
Governo
ha
proclamato
lo
stato
di
assedio
ed
ha
iniziato
subito
rigorose
indagini
e
repressioni
per
scoprire
l
'
organizzazione
terroristica
che
dopo
l
'
attentato
contro
Re
Boris
compì
il
massacro
con
l
'
ordigno
infernale
nella
chiesa
di
Santa
Nedelia
,
dove
157
persone
,
tra
cui
14
generali
,
due
ex
-
ministri
,
deputati
,
moltissimi
ufficiali
superiori
,
molte
donne
e
bambini
vennero
uccisi
e
300
persone
furono
ferite
.
La
folla
atterrita
cercò
di
guadagnare
la
salvezza
fuggendo
,
mentre
il
sacerdote
impavido
continuava
l
'
officio
.
Cinque
persone
impazzirono
.
I
risultati
delle
indagini
hanno
rivelato
fatti
e
complicità
gravi
,
sulle
quali
il
Governo
mantiene
il
riserbo
.
Sembrano
accertate
le
responsabilità
straniere
,
che
avrebbero
sovvenzionato
e
armato
l
'
organizzazione
terroristica
.
Frattanto
gli
avvenimenti
possono
ricostruirsi
sommariamente
così
:
il
Partito
comunista
e
quello
agrario
dal
settembre
del
1923
avevano
fatta
causa
comune
per
condurre
la
lotta
contro
il
Governo
di
Zankoff
e
impossessarsi
del
potere
.
Dopo
gli
episodi
terroristici
,
nei
quali
trovarono
la
morte
numerosi
esponenti
dell
'
intesa
democratica
e
vani
generali
,
fu
stabilito
un
minuzioso
piano
di
azione
,
che
fu
iniziato
con
l
'
attentato
contro
Re
Boris
e
l
'
assassinio
del
generale
Gheorgheff
e
doveva
culminare
nel
massacro
dell
'
intero
Governo
,
riunito
per
i
funerali
del
generale
Gheorgheff
nella
chiesa
di
Santa
Nedelia
.
Il
disegno
terroristico
era
concepito
e
organizzato
con
grandissima
abilità
.
Si
deve
al
caso
se
non
ha
conseguito
gli
obbiettivi
.
La
sorte
di
Zankoff
e
di
altri
ministri
sarebbe
stata
decisa
,
se
i
loro
posti
nella
chiesa
fossero
stati
spostati
di
un
solo
metro
.
A
questo
proposito
l
'
Agenzia
Telegrafica
bulgara
apprende
che
nello
scorso
mese
di
marzo
gli
ex
-
ufficiali
Yankoff
e
Minkoff
ispezionarono
a
varie
riprese
il
soffitto
della
chiesa
,
dove
doveva
essere
posto
l
'
esplosivo
.
La
macchina
infernale
era
stata
collocata
sulla
base
della
cupola
principale
centrale
alle
ore
7.30
del
giorno
in
cui
avvenne
lo
scoppio
.
Varii
pacchetti
di
esplosivi
erano
stati
deposti
in
altri
punti
della
cattedrale
.
Una
automobile
attendeva
nelle
vicinanze
il
giovane
che
diede
fuoco
alla
miccia
ed
il
sagrestano
,
per
trasportarli
in
una
determinata
località
della
Bulgaria
settentrionale
,
donde
i
due
speravano
di
riuscire
a
riparare
all
'
estero
.
Il
piano
fallì
in
seguito
ai
provvedimenti
presi
rapidamente
per
impedire
a
chiunque
l
'
uscita
dalla
città
.
Quasi
tutti
i
capi
delle
organizzazioni
comuniste
e
agrarie
sono
nelle
mani
del
Governo
.
Molti
sono
stati
uccisi
dopo
un
giudizio
sommario
davanti
alla
Corte
marziale
.
La
polizia
ha
scoperto
tutto
il
complotto
che
mirava
a
conquistare
il
potere
.
I
rivoluzionari
avevano
il
proposito
di
proclamare
la
repubblica
e
avevano
già
formato
il
nuovo
Governo
.
Inoltre
la
polizia
,
dopo
le
perlustrazioni
in
tutta
la
città
,
ha
scoperto
gli
autori
del
massacro
di
Santa
Nedelia
.
Come
fu
ucciso
Minkoff
.
Ieri
numerose
truppe
hanno
circondato
la
villa
dove
era
nascosto
il
capitano
Minkoff
,
comunista
e
ufficiale
di
Stato
maggiore
,
colui
che
depose
la
macchina
infernale
nella
cupola
della
chiesa
.
L
'
assedio
durò
tre
ore
.
Il
capitano
Minkoff
era
ricercato
da
lungo
tempo
.
Egli
era
stato
testé
a
Mosca
,
dove
sicuramente
aveva
avuto
rapporti
coi
capi
bolscevichi
.
Recentemente
aveva
assunto
la
carica
di
direttore
della
sezione
per
la
preparazione
degli
attentati
del
Comitato
segreto
comunista
.
È
stato
inoltre
accertato
che
il
Minkoff
aveva
scritto
le
istruzioni
necessarie
sulla
manipolazione
degli
esplosivi
,
istruzioni
recentemente
sequestrate
dalla
polizia
e
che
erano
state
clandestinamente
distribuite
ai
terroristi
bulgari
.
...
e
come
Yankoff
.
Quando
il
capitano
si
vide
scoperto
e
senza
possibilità
di
salvezza
,
si
barricò
entro
la
villa
,
rifiutandosi
di
arrendersi
.
Combatté
con
disperazione
sino
a
quando
l
'
attacco
delle
truppe
del
Governo
non
ebbe
ragione
di
lui
.
Ferito
continuò
a
resistere
e
alla
fine
cadde
sfracellato
da
una
bomba
.
Maggiore
resistenza
ha
opposto
questa
notte
il
capitano
Yankoff
,
che
assieme
al
capitano
Minkoff
aveva
organizzato
il
massacro
di
Santa
Nedelia
.
Dalle
6
del
pomeriggio
fino
alle
2
del
mattino
si
svolse
l
'
accanita
battaglia
.
Il
capitano
Yankoff
era
nascosto
in
una
villa
che
si
trova
alla
periferia
di
Sofia
e
che
era
abitata
dal
colonnello
Kogeikoff
.
La
polizia
cominciò
con
l
'
arrestare
il
colonnello
che
negò
recisamente
la
presenza
del
capitano
Yankoff
nella
sua
villa
;
ma
le
indagini
successive
confermarono
la
notizia
della
polizia
.
Nel
pomeriggio
di
ieri
la
villa
fu
circondata
dalle
truppe
.
Il
capitano
Yankoff
aveva
disposto
la
resistenza
ad
oltranza
.
Le
truppe
aprirono
il
fuoco
,
cui
rispose
l
'
assediato
,
che
lanciò
numerose
bombe
.
Durante
i
tentativi
per
convincere
Yankoff
ad
arrendersi
la
polizia
incaricò
il
colonnello
Kogeikoff
a
persuadere
l
'
assediato
a
rinunciare
alla
lotta
.
Il
Kogeikoff
,
recatosi
presso
lo
Yankoff
,
fece
invece
causa
comune
con
lui
e
così
la
polizia
dovette
raddoppiare
i
suoi
sforzi
per
impadronirsi
dei
due
cospiratori
.
Dopo
due
ore
di
battaglia
il
capitano
Yankoff
apparve
sulla
terrazza
della
villa
e
chiese
di
vedere
la
moglie
.
Gli
ufficiali
la
fecero
chiamare
e
il
maggiore
le
rivolse
l
'
invito
di
avvicinarsi
per
un
ultimo
saluto
.
Avendo
gli
ufficiali
impedito
alla
signora
di
entrare
nella
villa
,
il
capitano
Yankoff
cominciò
ad
urlare
e
a
bestemmiare
,
lanciando
bombe
contro
gli
assalitori
.
Si
iniziò
l
'
ultima
fase
della
battaglia
,
che
continuò
durante
la
notte
e
tenne
la
città
in
preda
ad
una
viva
ansia
.
Verso
le
2
Yankoff
e
il
suo
compagno
,
stremati
dalle
ferite
e
colpiti
da
due
bombe
,
caddero
tra
le
macerie
della
villa
che
fu
incendiata
.
L
'
aspetto
di
Sofia
.
Stamane
Sofia
presenta
un
aspetto
grave
.
Le
entrate
in
città
sono
guardate
da
picchetti
.
Gli
ambienti
ufficiali
smentiscono
che
in
provincia
siano
avvenuti
episodi
rivoluzionari
e
assicurano
che
il
Governo
è
padrone
della
situazione
.
Si
sa
soltanto
che
oltre
a
Sofia
sono
stati
operati
arresti
a
centinaia
anche
in
provincia
.
Da
tutte
le
parti
del
Regno
e
dall
'
estero
,
specialmente
dall
'
Italia
,
dalla
Jugoslavia
e
dall
'
Austria
,
giungono
telegrammi
di
simpatia
per
la
nazione
bulgara
.
Dai
risultati
dell
'
inchiesta
giudiziaria
,
è
confermato
che
i
banditi
che
attaccarono
l
'
automobile
del
Re
sembravano
persone
di
una
certa
cultura
e
si
ritiene
che
fossero
giunte
circa
una
settimana
prima
dell
'
attentato
dalla
Serbia
.
Ad
un
contadino
arrestato
da
costoro
due
ore
prima
dell
'
aggressione
,
i
banditi
dichiararono
di
essere
venuti
dalla
Serbia
per
mettere
l
'
ordine
nel
paese
.
I
banditi
ripetevano
sovente
le
parole
«
noi
comunisti
»
.
La
banda
era
composta
di
cinque
uomini
armati
di
carabine
.
La
convocazione
della
Sobranje
.
La
convocazione
della
Sobranje
ha
assunto
un
notevole
significato
.
Il
Governo
ha
voluto
dare
una
prova
seria
della
sua
forza
.
La
seduta
è
durata
due
ore
.
Vi
hanno
partecipato
anche
i
deputati
dell
'
opposizione
liberale
e
socialista
.
Il
Governo
,
appena
entrato
nell
'
aula
,
fu
salutato
da
grandi
applausi
.
Con
voce
commossa
il
Presidente
del
Consiglio
Zankoff
stigmatizza
gli
attentati
terroristici
commessi
quando
il
Governo
stava
esaminando
proprio
una
misura
di
clemenza
dopo
le
amnistie
già
ripetutamente
accordate
e
di
cui
avevano
beneficiato
gli
autori
dei
delitti
commessi
precedentemente
.
«
Lungi
dal
comprendere
l
'
atteggiamento
conciliante
del
Governo
dice
il
Presidente
i
fautori
di
disordini
hanno
commesso
un
delitto
di
una
crudeltà
inaudita
,
che
ha
imposto
la
necessità
di
ricorrere
allo
stato
d
'
assedio
»
.
Zankoff
esprime
quindi
la
speranza
che
gli
sforzi
fatti
dalla
Bulgaria
per
mantenere
l
'
ordine
saranno
giustamente
apprezzati
all
'
estero
.
Il
discorso
del
Presidente
è
accolto
da
lunghissimi
applausi
.
Prende
quindi
la
parola
il
Ministro
dell
'
Interno
Rousseff
,
il
quale
espone
alla
Camera
le
manovre
comuniste
e
rileva
che
la
domanda
della
Bulgaria
per
aumentare
gli
effettivi
della
milizia
tende
unicamente
a
tutelare
la
pace
e
a
mantenere
l
'
ordine
.
Il
Ministro
della
Guerra
,
domandando
l
'
approvazione
del
Decreto
sullo
stato
d
'
assedio
,
dichiara
che
la
fiducia
che
sarà
riposta
nell
'
esercito
sta
al
disopra
di
ogni
partito
politico
e
dimostrerà
l
'
unanimità
del
paese
,
facilitando
il
compito
che
il
Ministro
si
è
imposto
.
Vari
oratori
appartenenti
a
diversi
gruppi
politici
,
e
fra
questi
due
agrari
,
biasimano
vivamente
gli
attentati
terroristici
e
promettono
di
appoggiare
il
Governo
nei
provvedimenti
per
il
mantenimento
dell
'
ordine
pubblico
.
Lo
stato
d
'
assedio
.
Il
capo
del
gruppo
democratico
Malinoff
,
dice
:
«
Noi
siamo
stati
sempre
e
saremo
anche
in
avvenire
amici
del
Governo
.
Come
in
tempo
di
guerra
tutti
i
buoni
cittadini
si
tendono
la
mano
per
aiutarsi
a
vicenda
,
così
anche
oggi
noi
ci
aiuteremo
reciprocamente
per
tutelare
il
paese
e
difenderlo
contro
tutti
i
nemici
»
.
Il
Presidente
del
Consiglio
stringe
calorosamente
la
mano
a
Malinoff
,
fra
i
vivi
applausi
della
Camera
.
La
legge
che
sancisce
lo
stato
d
'
assedio
viene
approvata
in
prima
lettura
da
tutti
i
gruppi
,
eccetto
che
il
socialdemocratico
,
il
quale
è
contrario
,
per
principio
,
a
tutti
i
provvedimenti
di
carattere
straordinario
.
Il
Ministro
della
Guerra
ha
diramato
all
'
esercito
un
ordine
del
giorno
nel
quale
si
rileva
il
compito
che
ad
esso
spetta
per
garantire
la
pace
al
paese
.
Dopo
aver
ricordato
l
'
attentato
commesso
contro
la
amata
persona
del
Re
e
l
'
abbominevole
delitto
nella
cattedrale
,
dove
hanno
trovato
la
morte
vittime
innocenti
,
uomini
,
donne
,
fanciulli
,
l
'
ordine
del
giorno
constata
che
l
'
esercito
è
stato
dolorosamente
provato
dalla
perdita
di
quattordici
generali
,
fra
cui
un
ex
-
ministro
e
un
comandante
d
'
armata
,
e
numerosi
comandanti
di
divisione
.
L
'
ordine
del
giorno
soggiunge
che
con
la
proclamazione
dello
stato
d
'
assedio
la
nazione
affida
le
sue
sorti
all
'
esercito
e
alle
sue
istituzioni
,
che
sono
chiamate
a
garantire
la
sicurezza
della
patria
e
a
tutelare
ad
ogni
costo
le
persone
ed
i
beni
dei
cittadini
.
«
Mostriamoci
degni
della
fiducia
che
il
popolo
nutre
verso
di
noi
e
mettiamo
al
servizio
del
compito
affidatoci
tutta
la
nostra
energia
,
la
nostra
volontà
,
il
sentimento
di
giustizia
e
di
disciplina
,
allo
scopo
di
giustificare
le
speranze
del
popolo
e
del
Sovrano
.
Per
meglio
compiere
la
nobile
e
delicata
missione
,
che
spetta
all
'
esercito
,
dobbiamo
fare
appello
a
tutti
i
buoni
patrioti
bulgari
.
Invitiamo
gli
avversari
a
desistere
dalle
loro
insensate
provocazioni
,
le
quali
,
senza
raggiungere
alcun
altro
scopo
,
possono
soltanto
aumentare
il
numero
delle
vittime
innocenti
»
.
Quello
che
ci
dice
il
Ministro
Kalkoff
.
Dopo
le
ore
20
venne
impedita
la
circolazione
.
Il
Governo
ha
radunato
le
truppe
volontarie
e
regolari
nelle
località
dove
si
temono
attentati
.
Le
Corti
marziali
hanno
iniziato
i
processi
.
Ho
avuto
una
breve
conversazione
dopo
la
seduta
della
Sobranje
col
Ministro
degli
Esteri
Kalkoff
,
il
quale
mi
ha
dichiarato
quanto
segue
:
«
I
recenti
avvenimenti
debbono
persuadere
i
Governi
dell
'
Europa
della
necessità
di
aiutare
la
Bulgaria
.
Le
indagini
del
Governo
hanno
accertato
essere
comunisti
e
agrari
fortemente
organizzati
e
aiutati
finanziariamente
da
Mosca
.
Pericoli
seri
minacciano
la
pace
balcanica
ed
europea
.
Durante
due
mesi
Mosca
ha
inviato
ai
comunisti
bulgari
due
milioni
di
rubli
-
oro
.
Il
Governo
,
interprete
della
volontà
del
paese
,
chiede
alle
nazioni
europee
un
aumento
del
contingente
del
suo
esercito
.
Le
attuali
forze
armate
contano
33.000
uomini
.
Con
tali
forze
il
Governo
non
può
assicurare
la
pace
al
paese
e
la
pace
balcanica
.
Credo
che
l
'
interesse
della
Bulgaria
coincide
in
ciò
coll
'
interesse
europeo
.
Rafforzando
il
nostro
Governo
,
soprattutto
l
'
Italia
trarrà
vantaggi
notevoli
per
lo
sviluppo
della
sua
economia
.
Confido
che
il
Governo
e
l
'
opinione
pubblica
italiana
aiuteranno
la
Bulgaria
»
.