StampaQuotidiana ,
San
Isidro
Futból
è
un
grazioso
racconto
messicano
di
Pino
Cacucci
edito
dalla
Granata
Press
.
Sempre
della
Granata
Press
,
¡
Viva
San
Isidro
!
è
un
volume
di
cento
pagine
a
25.000
lire
,
lustro
e
ricco
,
in
cui
l
'
avvocato
milanese
Gian
Marco
Feletti
,
scrittore
debuttante
,
spiega
come
nasca
un
film
senza
privarsi
di
nulla
:
istruzioni
per
l
'
uso
,
premessa
,
considerazioni
finali
,
disegni
dello
story
-
board
,
fotografie
,
citazioni
di
Truffaut
,
Godard
,
Hitchcock
,
Woody
Allen
,
interviste
e
tutto
quanto
.
¡
Viva
San
Isidro
!
è
il
film
in
questione
,
diretto
dal
debuttante
Alessandro
Cappelletti
(
39
anni
,
bolognese
)
,
interpretato
anche
da
Diego
Abatantuono
nella
parte
d
'
un
prete
somigliante
al
cangaçeiro
Antonio
das
Mortes
di
Glauber
Rocha
,
presentato
e
padrineggiato
da
Gabriele
Salvatores
:
trae
dal
racconto
di
Cacucci
la
storia
del
paesetto
messicano
di
San
Isidro
che
non
sonnecchia
soltanto
quando
tifa
per
la
sua
squadra
di
futból
,
svegliato
dall
'
apparizione
avventurosa
d
'
una
partita
di
cocaina
scambiata
per
fertilizzante
,
presto
riaddormentato
.
StampaQuotidiana ,
La
conosciamo
bene
,
la
difficoltà
di
raccontare
col
cinema
gli
scrittori
.
Una
battaglia
quasi
perennemente
perduta
:
o
lo
scrittore
ha
una
biografia
speciale
,
avventurosa
,
criminale
,
vitalista
,
e
allora
il
film
si
occupa
di
quelle
come
si
occuperebbe
d
'
ogni
altra
esistenza
interessante
,
lasciando
da
parte
l
'
opera
;
oppure
lo
scrittore
non
ha
fatto
nulla
di
straordinario
tranne
la
sua
opera
,
e
allora
il
film
affonda
tra
scrivanie
,
tasti
di
macchina
per
scrivere
,
fogli
di
carta
,
scenate
della
moglie
che
si
sente
trascurata
,
penne
,
matite
e
uffici
di
casa
editrice
.
Naturalmente
,
è
impossibile
raccontare
per
immagini
il
lavoro
creativo
dello
scrittore
:
ma
a
una
simile
realtà
il
cinema
rifiuta
d
'
arrendersi
.
Fra
i
tentativi
recenti
,
forse
due
si
salvano
,
perché
sperimentali
e
irrisolti
:
in
Il
pasto
nudo
,
David
Cronenberg
ha
affrontato
William
Burroughs
mescolandone
biografia
,
opera
e
incubi
drogati
,
visualizzandone
i
mostri
eloquenti
;
in
Malina
,
Werner
Schroeter
ha
trasposto
il
testo
più
dolorosamente
autobiografico
di
Ingeborg
Bachmann
,
espressione
della
schizofrenia
della
scrittrice
tra
natura
femminile
e
natura
maschile
,
narrazione
di
un
'
afasia
creativa
e
d
'
una
terribile
crisi
esistenziale
,
usando
alla
sua
maniera
il
barocco
e
l
'
eccesso
,
usando
l
'
intensità
nervosa
sempre
al
limite
dell
'
esplosione
di
Isabelle
Huppert
.
Alan
Rudolph
,
il
regista
americano
protegé
di
Robert
Altman
,
è
un
autore
assai
più
modesto
di
Cronenberg
o
Schroeter
:
e
non
ce
la
fa
,
in
Mrs
.
Parker
e
il
circolo
vizioso
,
a
rendere
la
storia
di
Dorothy
Parker
e
di
quel
gruppo
di
giovani
intellettuali
e
artisti
d
'
avanguardia
americani
che
si
riuniva
negli
anni
Venti
all
'
Hotel
Algonquin
di
New
York
.
Non
basta
che
uno
arrivi
gongolante
annunciando
«
O
'
Neill
ha
vinto
il
Nobel
!
»
o
che
un
'
altra
scriva
,
appallottoli
insoddisfatta
il
foglio
e
lo
getti
nel
cestino
:
anche
stavolta
gli
scrittori
risultano
degli
oziosi
e
dissipati
sbronzoni
,
dei
battutisti
che
ridono
troppo
delle
proprie
spiritosaggini
.
Se
gli
scrittori
sono
soggetti
difficili
,
gli
scrittori
spiritosi
sono
difficilissimi
:
le
battute
ricadono
grevi
come
pietre
.
Non
sempre
,
però
:
non
sono
male
«
La
tua
passione
per
l
'
infelicità
è
sconfinata
»
,
«
Non
ho
alcun
talento
nello
scrivere
,
ma
sono
troppo
famoso
per
smettere
»
;
non
è
male
la
scrittrice
Edna
Ferber
che
,
all
'
osservazione
di
un
amico
«
Sembri
un
uomo
»
,
rimbecca
pronta
:
«
Anche
tu
»
.
Va
peggio
con
la
protagonista
.
Dorothy
Rotschild
Parker
,
scrittrice
,
poetessa
,
saggista
,
critica
teatrale
e
giornalista
per
«
Vanity
Fair
»
e
«
The
New
Yorker
»
,
sceneggiatrice
a
Hollywood
in
coppia
con
il
marito
Alan
Campbell
,
morta
a
settantaquattro
anni
nel
1967
,
è
stata
una
figura
importante
della
cultura
americana
,
un
'
autrice
intelligentissima
e
anticonvenzionale
,
una
donna
promiscua
spesso
infelice
nei
rapporti
con
gli
uomini
,
un
'
alcolizzata
sempre
tentata
dal
suicidio
.
Il
suo
dono
di
leggerezza
e
di
fascino
ironico
,
lo
spirito
,
lo
stile
incantevole
e
divertente
,
il
temperamento
anticonformista
e
progressista
ne
fanno
anche
adesso
un
'
analista
dei
costumi
penetrante
e
brillante
,
capace
di
cogliere
nei
comportamenti
quotidiani
l
'
intera
crudeltà
esistenziale
e
sociale
.
Jennifer
Jason
Leigh
è
brava
,
ma
il
film
fa
del
personaggio
soprattutto
un
'
amara
scocciatrice
,
dà
agli
amanti
e
ai
mariti
un
'
importanza
sproporzionata
rispetto
al
lavoro
,
pasticcia
con
flashback
,
colore
e
bianconero
,
corse
in
avanti
e
scene
in
cui
l
'
immobile
Parker
recita
in
primo
piano
i
propri
versi
:
senza
arrivare
a
dare
un
'
idea
dell
'
eroina
,
né
del
suo
ambiente
.
StampaQuotidiana ,
Innocenza
,
immaginazione
e
ossessione
in
un
crimine
di
sangue
senza
colpevoli
:
è
la
definizione
d
'
un
film
anticonvenzionale
e
bello
fornita
dal
regista
Peter
Jackson
.
Questo
regista
ha
trentaquattro
anni
,
è
neozelandese
come
Jane
Campion
,
con
Creature
del
cielo
ha
concorso
all
'
Oscar
e
ha
vinto
un
Leone
d
'
argento
alla
Mostra
eli
Venezia
1994;
il
suo
primo
film
diretto
a
ventisette
anni
era
Bad
'
Paste
(
Cattivo
gusto
)
,
il
secondo
era
interpretato
da
pupazzi
animati
e
il
terzo
,
Brain
Dead
(
Splatters
-
Gli
schizzacervelli
)
era
uno
zombie
-
movie
;
è
cresciuto
guardando
la
tv
e
i
suoi
guru
cinematografici
,
dice
,
sono
King
Kong
,
i
Monty
Python
,
Buster
Keaton
;
il
suo
segreto
dev
'
essere
la
sceneggiatrice
fissa
Frances
Walsh
,
ex
musicista
in
band
universitarie
e
pure
lei
formatasi
con
la
televisione
.
Creature
del
cielo
ricostruisce
un
fatto
di
cronaca
nera
avvenuto
a
Christchurch
nel
1954
,
il
caso
Parker
-
Hulme
.
Due
ragazzine
quattordicenni
,
amiche
e
amanti
,
ammazzarono
a
colpi
di
mattone
in
testa
una
madre
decisa
a
separarle
;
suscitarono
in
Nuova
Zelanda
e
anche
in
Inghilterra
un
'
enorme
sensazione
,
affascinata
e
inorridita
,
nell
'
opinione
pubblica
che
le
giudicò
mostruose
quanto
in
Francia
la
ragazza
Violette
Nozière
assassina
della
sua
famiglia
;
vennero
condannate
per
omicidio
(
soltanto
l
'
età
evitò
loro
l
'
ergastolo
)
,
incarcerate
e
poi
rilasciate
a
condizione
che
non
s
'
incontrassero
mai
più
.
Il
film
fa
dell
'
episodio
soprattutto
un
racconto
d
'
amicizia
,
d
'
amore
e
di
fuga
dal
reale
,
nuovo
nello
stile
,
molto
divertente
,
psicologicamente
perfetto
,
interpretato
magnificamente
dalle
adolescenti
Melanie
Lynskey
e
Kate
Winslet
.
Le
due
amiche
sono
estremamente
intelligenti
,
saccenti
,
arroganti
,
snob
,
dotate
d
'
un
senso
dell
'
umorismo
acerbo
e
insolente
,
complici
.
StampaQuotidiana ,
Il
Bene
è
cupo
,
squadrato
,
serio
,
fedele
ai
«
veri
valori
»
:
e
si
libera
alla
fine
delle
proprie
nevrosi
.
Il
Male
è
scintillante
,
brillante
e
sardonico
come
Paolo
Poli
,
vestito
di
lamé
argenteo
,
loquace
,
battutista
e
ridanciano
quanto
un
presentatore
di
show
televisivo
,
seguace
della
massima
modernità
«
tecnologicamente
avanzata
»
:
e
finisce
in
manicomio
,
stretto
nella
camicia
di
forza
,
prigioniero
d
'
un
delirio
in
cui
crede
d
'
essere
il
Bene
.
Batman
e
l
'
Enigmista
,
Val
Kilmer
e
Jim
Carrey
,
nel
film
prodotto
da
Tim
Burton
sono
emblemi
del
conflitto
più
contemporaneo
,
realtà
-
irrealtà
,
società
-
rappresentazione
,
mondo
-
televisione
;
e
anche
del
moralismo
più
ovvio
.
Accanto
al
loro
estremismo
stanno
personaggi
di
replica
o
di
mediazione
.
Due
Facce
(
Tommy
Lee
Jones
)
,
che
ha
appunto
metà
del
viso
normale
,
l
'
altra
metà
orrendamente
sfigurata
,
e
a
questa
natura
dimezzata
obbedisce
pure
nei
comportamenti
;
Robin
(
Chris
O
'
Donnell
)
,
giovane
compagno
di
Batman
(
«
Non
sono
solo
un
amico
,
sono
un
partner
»
)
,
vestito
come
lui
da
pipistrello
e
come
lui
condizionato
dal
ricordo
di
genitori
uccisi
da
criminali
;
la
bionda
Nicole
Kidman
,
psicologa
innamorata
.
La
terza
puntata
delle
avventure
cinematografiche
recenti
dell
'
uomo
-
pipistrello
creato
per
i
fumetti
nel
1939
dal
disegnatore
americano
Bob
Kane
unisce
una
psicologia
-
ideologia
elementare
e
una
tecnica
-
tecnologia
stupefacente
.
Si
vedono
cose
gotico
-
barocche
davvero
straordinarie
:
stavolta
la
claustrofobica
Gotham
Cíty
è
meno
oscura
,
più
simile
alla
Los
Angeles
del
2019
immaginata
da
Ridley
Scott
in
Blade
Runner
;
si
mescolano
giocattoli
antiquati
e
strumenti
supertecnologici
,
statue
classiche
e
immensi
volti
sfingei
scolpiti
,
gruppi
musicali
in
costume
settecentesco
e
bande
metropolitane
con
lineamenti
e
armi
fosforescenti
,
automobili
d
'
epoca
e
neon
acido
,
poltrone
-
trono
sostenute
da
schiavi
-
sculture
,
esplosioni
,
scintille
,
vorticare
visionario
della
macchina
da
presa
.
Scenografie
e
costumi
bellissimi
,
stupenda
fotografia
di
Stephen
Goldblatt
:
ma
il
décor
schiaccia
l
'
avventura
,
l
'
arredamento
soffoca
il
romanzo
,
l
'
estetismo
uccide
i
personaggi
.
Pazienza
,
la
narrazione
edificante
cd
emblematica
non
ha
troppo
interesse
:
il
Male
inventa
una
macchina
che
manipola
le
onde
cerebrali
dei
telespettatori
così
da
trasformare
ogni
immagine
televisiva
in
un
'
esperienza
di
realtà
virtuale
,
e
che
nello
stesso
tempo
sottrae
loro
segreti
ed
energie
convogliati
nella
mente
dell
'
inventore
per
moltiplicarne
percezione
e
poteri
;
il
Bene
lotta
perché
non
trionfi
questa
teledittatura
che
per
i
telespettatori
è
pure
espropriazione
di
sé
,
e
vince
.
Nella
parte
di
Batman
,
quelle
poche
volte
che
appare
senza
maschera
,
Val
Kilmer
è
scipito
quanto
il
suo
predecessore
nei
due
Batman
diretti
da
Tim
Burton
,
Michael
Keaton
;
nel
personaggio
dell
'
Enigmista
,
Jim
Carrey
è
assolutamente
strepitoso
.
StampaQuotidiana ,
Prima
inquadratura
,
il
sedere
nudo
d
'
un
uomo
che
sta
pisciando
visto
di
spalle
.
Poi
,
la
prostituta
Angela
che
ha
timore
superstizioso
dello
sguardo
maligno
d
'
una
gallina
e
che
è
la
leader
naturale
d
'
un
piccolo
gruppo
di
colleghe
malconce
:
la
prima
è
precocemente
invecchiata
(
pelle
rugosa
,
capelli
grigi
)
dopo
uno
stupro
,
la
seconda
è
muta
(
per
i
clienti
esigenti
usa
in
playback
una
cassetta
con
parole
e
gemiti
registrati
)
,
la
terza
manca
di
tutt
'
e
due
le
mani
(
riesce
a
comprarsi
le
protesi
,
ma
gliele
rubano
subito
)
,
la
quarta
è
unilateralmente
innamorata
d
'
un
carcerato
,
tutte
lavorano
sulla
strada
provinciale
di
giorno
(
quand
'
è
il
crepuscolo
s
'
avviano
a
piedi
verso
il
paese
,
come
contadine
stanche
al
ritorno
dai
campi
)
e
sono
accompagnate
dal
protettivo
spicciafaccende
Chirone
,
rognoso
centauro
in
motorino
.
Poi
,
un
ragazzo
biondo
ossigenato
che
si
chiama
Adamo
come
il
primo
uomo
,
dolce
,
inconsapevole
e
trasognato
,
con
i
piedi
sporchi
,
le
scarpe
verdi
e
un
seducente
sorriso
serafico
,
autista
di
camion
per
il
trasporto
di
banane
marce
alla
discarica
,
incapace
di
fare
l
'
amore
con
le
donne
e
con
gli
uomini
(
«
non
m
'
è
mai
riuscito
»
)
ma
soddisfatto
se
può
masturbarsi
guardando
di
nascosto
la
prostituta
Angela
che
lo
fa
coi
clienti
.
I
buchi
neri
di
Pappi
(
Pasquale
)
Corsicato
,
35
anni
,
napoletano
,
già
autore
di
Libera
,
è
una
storia
d
'
amore
anomala
così
lieta
e
lieve
che
sembra
ideata
nell
'
estasi
dell
'
innamoramento
,
così
autentica
da
sopraffare
l
'
ambiente
in
cui
si
svolge
,
così
piena
da
lasciarsi
dietro
una
felicità
anche
se
finisce
.
La
prostituta
e
il
ragazzo
si
amano
alla
loro
maniera
mediata
e
voyeuristica
,
si
vogliono
bene
,
sono
amici
.
Quando
lui
smette
d
'
amarla
e
tradisce
anche
se
stesso
progettando
un
matrimonio
d
'
interesse
,
lei
soffre
,
sviene
.
Sente
una
voce
che
la
chiama
.
Lassù
,
un
immenso
uovo
d
'
argento
le
dice
:
«
Non
aver
paura
,
ora
che
hai
amato
non
sei
più
quella
di
prima
,
sei
un
angelo
»
.
Miracolosamente
avverte
una
calma
esultanza
,
miracolosamente
le
altre
prostitute
riacquistano
giovinezza
,
voce
,
mani
,
amore
ricambiato
,
e
nel
cielo
splende
un
sole
bellissimo
.
Sono
molto
rari
i
film
che
raccontano
l
'
amore
come
un
sentimento
non
borghese
né
«
civilizzato
»
,
non
convenzionalmente
romantico
,
erotico
,
delicato
,
violento
,
possessivo
o
promiscuo
,
ma
come
primordiale
fonte
di
gioia
vitale
e
mitica
trasformazione
del
mondo
.
Sono
altrettanto
rari
i
film
che
descrivono
un
ambiente
sociale
degradato
quanto
l
'
hinterland
napoletano
arso
dal
sole
,
giallo
di
stoppie
,
popolato
di
brutalità
e
povertà
,
senza
mutilare
l
'
ironia
di
sopravvivenza
degli
abitanti
,
senza
censurarne
una
normalità
di
vita
che
soltanto
gli
standard
piccolo
-
borghesi
possono
ritenere
impossibile
o
mostruosa
.
I
buchi
neri
ha
questi
meriti
,
e
altri
.
Magari
l
'
ideologia
è
primaria
(
«
Se
provaste
a
entrare
in
un
buco
nero
ritrovereste
la
purezza
assoluta
»
)
e
le
astrazioni
sono
sommarie
,
magari
sono
molti
i
prestiti
cinematografici
(
il
primo
Pasolini
,
il
Buñuel
messicano
,
anche
Improvvisamente
l
'
estate
scorsa
)
,
magari
possono
sconcertare
l
'
assenza
di
quel
«
sociale
»
sardonicamente
raccontato
in
Libera
e
il
realismo
fantastico
:
però
il
film
è
originale
,
interessante
,
anche
divertente
.
Il
coprotagonista
Vincenzo
Peluso
è
diretto
con
tale
amore
da
risultare
bravo
.
La
protagonista
Iaia
Forte
,
attrice
di
prosa
con
Mario
Martone
e
con
la
compagnia
napoletana
Teatri
Uniti
,
già
al
centro
di
Libera
,
è
ammirevole
per
forza
orgogliosa
,
sottigliezza
e
pathos
:
recitato
da
lei
è
convincente
anche
lo
scatto
repentino
con
cui
la
prostituta
apre
le
cosce
,
lasciando
scaturire
dal
sesso
fumi
bianchi
furiosi
,
nebbiosi
.
StampaQuotidiana ,
L
'
aggressione
sessuale
invertita
(
lei
dirigente
molesta
,
lui
dipendente
molestato
in
ufficio
)
è
da
ridere
,
la
lotta
carrieristico
-
aziendale
è
interessante
e
divertente
:
ancora
una
volta
la
campagna
promozionale
altera
il
senso
d
'
un
film
vendendo
fumo
agli
spettatori
,
ancora
una
volta
un
eventuale
tema
sociale
viene
usato
come
valore
pubblicitario
aggiunto
.
È
francamente
difficile
fare
a
meno
di
ridere
vedendo
lo
sciupacchiato
Michael
Douglas
,
incalzato
dalla
bellissima
Demi
Moore
,
semispogliato
,
eccitato
,
manipolato
da
lei
con
masturbazione
e
fellatio
,
attaccare
a
strepitare
:
«
No
,
no
,
ho
una
famiglia
,
smettila
,
non
voglio
»
,
e
scappare
via
inseguito
dalle
vendicative
minacce
di
lei
.
In
passato
i
due
sono
stati
amanti
molto
ardenti
.
Nel
presente
lei
è
stata
nominata
al
posto
di
lui
vicepresidente
della
società
e
,
dopo
esser
stata
rifiutata
,
lo
accusa
di
molestie
sessuali
,
rendendo
così
disagevole
la
permanenza
in
azienda
di
lui
che
controaccusa
deciso
a
difendersi
e
a
ristabilire
la
verità
dei
fatti
,
in
un
'
aspra
contesa
paragiudiziaria
.
Nell
'
evolversi
della
storia
,
si
saprà
che
l
'
accusa
di
molestie
sessuali
era
una
trappola
programmata
e
pianificata
dal
presidente
della
società
con
la
complicità
di
Demi
Moore
per
liberarsi
di
Douglas
,
professionista
onesto
e
serio
che
non
avrebbe
coperto
certi
pasticci
aziendali
combinati
per
spendere
meno
a
danno
dei
prodotti
,
capaci
,
se
rivelati
,
di
mettere
in
crisi
la
vantaggiosa
fusione
con
un
'
altra
società
.
Naturalmente
,
alla
fine
la
donna
cattiva
viene
sbugiardata
,
umiliata
,
sconfitta
:
e
l
'
uomo
virtuoso
vince
,
anche
grazie
a
un
'
altra
donna
dirigente
,
personaggio
che
serve
a
scansare
ogni
imputazione
di
misoginia
e
antifemminismo
.
Michael
Crichton
,
lo
scrittore
dal
cui
romanzo
edito
da
Garzanti
deriva
il
film
,
risulta
anche
stavolta
un
gran
narratore
di
intrighi
appassionanti
che
sommano
molti
elementi
d
'
attrazione
.
Se
il
sesso
è
risibile
,
il
conflitto
aziendale
e
il
confronto
ostile
sono
interessanti
.
È
suggestiva
l
'
azienda
altamente
tecnologica
,
collocata
in
una
scenografia
che
mescola
tradizione
e
ipermodernità
,
corredata
di
tutti
i
possibili
sistemi
e
gadget
elettronici
,
arricchita
da
un
'
apparecchiatura
di
realtà
virtuale
che
ha
importanza
decisiva
nella
vicenda
,
resa
eloquente
da
un
particolare
linguaggio
professionale
.
È
teso
il
rapporto
tra
Douglas
e
sua
moglie
,
è
bellissima
la
città
di
Seattle
,
è
strano
che
l
'
interprete
dell
'
avvocatessa
di
lui
si
chiami
Roma
Maffia
(
pseudonimo
?
Speriamo
)
.
È
abbastanza
fuori
del
comune
il
modo
diretto
in
cui
vengono
descritti
uno
speciale
cinismo
industriale
e
quel
duro
«
rapporto
d
'
uso
»
tra
persone
che
appare
sempre
più
dominante
.
StampaQuotidiana ,
Un
ristorante
chiamato
Eden
,
affacciato
sul
mare
bellissimo
,
circondato
da
terreni
abbandonati
rognosi
invasi
dai
rifiuti
.
Un
gruppo
di
camerieri
che
neppure
l
'
emergenza
e
il
rischio
della
disoccupazione
riescono
a
rendere
meno
rissosi
,
egocentrici
,
cialtroni
.
Un
gruppo
di
nuovi
padroni
riuniti
a
banchetto
,
volgarissimi
,
trucidi
,
forse
delinquenti
,
prepotenti
e
crudeli
con
i
dipendenti
.
Un
'
unica
speranza
per
i
lavoratori
:
affidata
al
caso
,
alla
vincita
al
Totocalcio
.
Sarà
mica
l
'
Italia
?
Leone
Pompucci
,
trentatré
anni
,
romano
,
ex
fotografo
,
già
autore
del
mediocre
Mille
bolle
blu
,
ha
fatto
un
film
non
senza
difetti
ma
assai
singolare
e
interessante
:
rinunciando
all
'
identificazione
complice
,
alla
facilità
,
alla
satira
compiacente
-
indulgente
,
all
'
ansia
di
piacere
abituali
della
commedia
o
della
comicità
italiane
,
ha
scelto
i
toni
d
'
un
grottesco
espressionista
aspro
,
sgradevole
e
umano
,
temperandoli
con
l
'
uso
intelligente
di
attori
popolari
bravi
e
con
la
fotografia
specialmente
bella
di
Massimo
Pau
.
Scritto
dal
regista
insieme
con
Filippo
Pichi
e
Paolo
Rossi
,
il
film
racconta
lo
squallore
brutale
d
'
una
domenica
di
alcuni
camerieri
e
un
cuoco
.
Sono
cinque
.
Paolo
Villaggio
,
magnifico
nel
personaggio
di
un
capocameriere
vanesio
e
cattivo
che
(
come
tanti
leader
della
vecchia
generazione
)
pretende
di
saper
fare
tutto
,
vanta
il
proprio
glorioso
passato
e
l
'
esperienza
,
disprezza
e
maltratta
i
più
giovani
,
ma
in
realtà
sbaglia
tutto
e
rischia
di
portare
il
gruppo
alla
rovina
.
Diego
Abatantuono
,
seducente
ex
calciatore
sedotto
dagli
oggetti
del
lusso
e
dalle
corse
dei
cani
,
giocatore
sfortunato
carico
di
debiti
,
pronto
a
derubare
donne
e
bambini
,
velleitario
ostinato
sognatore
d
'
un
futuro
radioso
.
Marco
Messeri
,
ex
suonatore
di
fisarmonica
,
artista
immaginario
e
quasi
pazzo
.
Enrico
Salimbeni
,
ragazzo
volenteroso
e
fiducioso
al
suo
primo
giorno
di
lavoro
,
sopraffatto
dalla
realtà
caotica
e
crudele
.
Antonio
Catania
,
cuoco
mitomane
,
devoto
della
Madonna
,
spietato
con
l
'
aiutante
filippino
quanto
i
padroni
sono
spietati
coi
camerieri
.
Durante
un
banchetto
di
nozze
d
'
oro
,
i
camerieri
dovrebbero
dar
prova
della
loro
perizia
ai
nuovi
padroni
che
possono
o
no
licenziarli
:
ma
sono
incapaci
,
distratti
,
casinisti
,
e
soltanto
la
fortuna
li
salverà
.
Cucce
abiette
in
cucina
per
il
sonno
dei
camerieri
,
scarafaggi
galoppanti
sul
pavimento
,
gran
discettare
sui
piedi
e
su
come
curarli
,
radio
accesa
sulle
partite
di
calcio
,
sterrati
pasoliniani
,
giochi
di
carte
,
furti
reciproci
.
E
tra
i
padroni
telefonini
,
cinismo
,
malvagità
mascherata
da
scherzo
,
turpiloquio
,
donne
scontente
ipertruccate
e
ingioiellate
,
sopraffazione
.
In
un
film
espressionista
non
è
il
caso
di
cercare
verosimiglianza
,
di
stupirsi
delle
esagerazioni
del
reale
né
di
chiedersi
come
mai
i
camerieri
quasi
mai
lavorino
:
i
difetti
stanno
piuttosto
nell
'
andamento
monocorde
senza
gran
sviluppi
drammaturgici
,
nell
'
impianto
rigidamente
teatrale
(
si
pensa
a
Nemico
di
classe
di
Nigel
o
a
Comedians
di
Griffith
nella
messa
in
scena
del
Teatro
dell
'
Elfo
con
la
regia
di
Gabriele
Salvatores
)
.
Il
capofamiglia
padrone
Carlo
Croccolo
e
suo
figlio
Antonello
Fassari
sono
efficacemente
laidi
;
Ciccio
Ingrassia
e
Sandra
Milo
,
in
brevi
apparizioni
malinconiche
,
sono
commoventi
.
StampaQuotidiana ,
Patrice
Leconte
è
il
singolare
regista
francese
di
film
comici
o
parodistici
,
di
L
'
insolito
caso
di
Mr
.
Hire
tratto
da
un
romanzo
di
Georges
Simenon
,
di
Il
marito
della
parrucchiera
che
rivelò
il
fascino
di
Anna
Galiena
.
Anche
stavolta
c
'
è
un
romanzo
,
Villa
triste
di
Patrick
Modiano
(
editore
Rusconi
)
,
anche
stavolta
c
'
è
una
nuova
giovane
attrice
:
Sandra
Majani
,
nata
a
Denden
in
Olanda
,
iscritta
al
Conservatorio
di
danza
classica
a
Rotterdam
,
modella
a
Parigi
anche
per
spot
pubblicitari
,
faccia
carina
,
corpo
straordinariamente
bello
.
Stavolta
non
c
'
è
un
'
ossessione
amorosa
,
ma
il
filtro
flou
della
memoria
,
la
malinconia
d
'
un
ricordo
persistente
come
un
forte
profumo
dolce
.
In
primo
piano
,
con
la
faccia
arrossata
dal
riverbero
del
fuoco
d
'
un
caminetto
,
con
un
'
espressione
meditabonda
variata
a
volte
da
un
sorrisetto
allusivo
,
il
protagonista
rievoca
l
'
estate
del
1958
«
in
cui
la
mia
vita
si
mise
ad
oscillare
»
:
quando
,
trovandosi
in
una
cittadina
turistica
francese
sul
lago
al
confine
con
la
Svizzera
,
sotto
falso
nome
,
in
una
condizione
precaria
e
clandestina
per
sottrarsi
al
richiamo
alle
armi
e
alla
guerra
d
'
Algeria
che
fa
da
inquieto
sfondo
alla
storia
,
aveva
incontrato
due
personaggi
indimenticati
.
La
bellissima
Yvonne
,
aspirante
attrice
,
civetta
e
misteriosa
,
amante
ardente
,
sfuggente
;
e
un
anziano
medico
omosessuale
accompagnatore
e
protettore
di
lei
,
un
uomo
brillante
,
generoso
,
nevrotico
,
inasprito
,
autodistruttivo
.
Il
protagonista
perde
la
ragazza
,
il
medico
perde
se
stesso
.
Non
si
perde
la
nostalgia
di
quella
estate
radiosa
,
insicura
,
sensuale
,
mondana
,
malinconica
.
Il
film
letterario
che
rischia
continuamente
il
ridicolo
è
reso
più
credibile
dal
corpo
magnifico
della
ragazza
e
dalla
disperazione
furente
dell
'
omosessuale
interpretato
bene
da
Jean
-
Pierre
Marielle
,
mentre
il
protagonista
rimane
una
opaca
figura
sfumata
di
testimone
:
pesa
su
tutto
un
'
atmosfera
antiquata
ed
elegante
,
non
spiacevole
ma
poco
interessante
.
StampaQuotidiana ,
Torna
la
coppia
di
vecchi
eroi
,
l
'
aristocratico
scienziato
barone
Victor
Frankenstein
divorato
dall
'
ambizione
di
creare
un
essere
umano
e
di
sconfiggere
la
morte
e
la
sua
Creatura
mostruosa
e
innocente
,
fortissima
e
patetica
,
che
uccide
quando
viene
privata
d
'
amore
e
respinta
.
Torna
nel
momento
in
cui
domina
l
'
antintellettualismo
,
in
cui
s
'
infittiscono
le
discussioni
sulla
bioetica
e
sulle
manipolazioni
genetiche
,
si
ripropongono
tutti
gli
antichi
interrogativi
che
oppongono
la
religiosità
alla
sperimentazione
scientifica
:
cosa
vuol
dire
,
cosa
comporta
creare
o
alterare
una
vita
,
è
giusto
o
ingiusto
,
abbiamo
il
diritto
?
Mary
Shelley
,
calma
bellezza
inglese
,
intelligentissima
figlia
del
pensatore
William
Goodwin
e
della
femminista
Mary
Wollestoncraft
,
amante
sedicenne
e
poi
moglie
del
poeta
Percy
Bysshe
Shelley
,
aveva
meno
di
vent
'
anni
quando
scrisse
per
scommessa
nel
1816
Frankenstein
o
il
Prometeo
moderno
,
tragedia
gotica
,
requiem
romantico
,
epopea
antiscientifica
e
antirazionalista
del
sapiente
maledetto
che
vuol
rubare
a
Dio
il
segreto
della
vita
per
il
bene
dell
'
umanità
e
che
per
il
suo
sacrilego
orgoglio
intellettuale
viene
punito
,
sepolto
tra
blocchi
di
ghiaccio
nel
gelo
dell
'
Oceano
Artico
.
Tra
gli
infiniti
film
ispirati
alla
coppia
infelice
,
questo
di
Branagh
,
come
indica
il
titolo
,
è
quello
che
vuoi
essere
più
fedele
(
ma
non
del
tutto
fedele
,
si
capisce
)
al
testo
ottocentesco
:
«
Avevo
visto
dei
Frankenstein
in
bianco
e
nero
,
con
scienziati
pazzi
assistiti
da
nani
gobbi
,
e
non
m
'
avevano
interessato
affatto
.
Il
romanzo
,
invece
,
m
'
ha
affascinato
:
non
riuscivo
a
capire
perché
nessuno
avesse
mai
tentato
l
'
impresa
di
farne
davvero
un
film
»
.
Quindi
ha
lasciato
perdere
ironia
,
parodia
,
revisioni
culturali
,
epistemologia
,
filtri
intellettuali
,
psicoanalisi
,
aggiornamenti
possibili
,
e
ha
semplicemente
filmato
il
romanzo
immergendolo
in
un
'
atmosfera
nera
,
avventurosa
e
fatale
:
navi
prigioniere
dei
ghiacci
come
nelle
vecchie
illustrazioni
dei
romanzi
di
Verne
,
figure
da
spavento
affioranti
dal
nulla
nebbioso
come
in
Nosferatu
,
ululati
nel
buio
,
tuoni
,
fulmini
,
saette
e
diluvi
,
immensi
saloni
spopolati
,
castelli
sperduti
,
scalee
,
alte
cime
nevose
di
quelle
Alpi
«
cattedrali
della
morte
e
del
gelo
»
che
impaurivano
i
turisti
inglesi
ottocenteschi
,
contadini
divorati
dalla
miseria
,
folle
furenti
pronte
ad
aggredire
bastonare
e
impiccare
,
esodi
e
cadaveri
dell
'
epidemia
di
colera
.
Kenneth
Branagh
ha
filmato
il
romanzo
senza
risparmiarsi
nulla
né
vergognarsi
di
niente
,
alla
sua
maniera
banale
e
seducente
.
Disperazione
?
I
personaggi
si
danno
pugni
in
testa
.
Felicità
?
Saltano
,
ridono
,
s
'
abbracciano
,
intrecciano
balli
.
Dramma
?
Corrono
a
perdifiato
o
galoppano
a
briglia
sciolta
.
S
'
era
già
visto
in
Molto
rumore
per
nulla
quanta
fiducia
abbia
il
teatrante
inglese
trentacinquenne
,
qui
regista
e
interprete
del
personaggio
di
Frankenstein
,
nel
dinamismo
,
nella
velocità
,
nella
semplificazione
,
nell
'
energia
.
Lo
confermano
la
rapidità
vignettistica
della
narrazione
e
la
grande
scena
della
creazione
,
tra
mito
arcaico
e
anticipazione
industriale
,
tra
fiamme
,
binari
e
catene
ferree
,
pulegge
,
ruote
,
vibrare
azzurro
di
pulsioni
elettriche
e
un
enorme
sarcofago
bronzeo
colmo
di
liquido
amniotico
,
con
Branagh
-
Frankenstein
che
si
affanna
quasi
pazzo
a
torso
nudo
esibendo
il
corpo
addestrato
e
muscolato
.
Ma
è
proprio
questa
visione
elementare
,
illustrativa
,
a
dare
al
film
un
fascino
particolare
,
una
suggestione
accattivante
.
E
poi
c
'
è
la
Creatura
,
naturalmente
.
Robert
De
Niro
è
irriconoscibile
con
la
faccia
e
il
corpo
attraversati
da
grosse
cuciture
nere
i
cui
punti
sembrano
non
dover
mai
cadere
e
da
cicatrici
incancellabili
,
sfigurato
da
un
occhio
diverso
dall
'
altro
,
sussultante
per
una
zoppia
molto
forte
:
mette
meno
spavento
del
suo
personaggio
in
Cape
Fear
di
Scorsese
,
ma
anche
abbrutito
dal
trucco
-
maschera
arriva
a
comunicare
il
dolore
della
solitudine
e
del
rifiuto
.
È
ridicolo
quando
s
'
intenerisce
di
fronte
alla
famigliola
misera
e
coraggiosa
spiando
la
quale
impara
a
parlare
e
a
leggere
,
quando
la
aiuta
provvedendo
alle
necessità
(
taglia
e
accatasta
legna
,
strappa
alla
terra
gelata
rape
e
patate
,
mette
tutto
in
ordine
come
Biancaneve
nella
casetta
dei
sette
nani
)
.
È
fantastico
quando
s
'
infuria
e
uccide
,
quando
strappa
il
cuore
palpitante
dal
petto
della
moglie
di
Frankenstein
,
quando
s
'
immola
morendo
sul
pack
insieme
con
il
suo
Creatore
.
Molti
,
in
un
coro
di
rimpianti
,
hanno
detto
di
preferire
il
vecchio
Boris
Karloff
:
ma
forse
è
la
nostalgia
tenace
riservata
ai
giocattoli
perduti
dell
'
infanzia
.
StampaQuotidiana ,
Se
un
film
italiano
troppo
lungo
,
ben
recitato
e
noioso
venisse
a
rivelarci
che
Lascia
o
raddoppia
?
fin
dall
'
inizio
era
truccato
,
che
a
Lando
Degoli
,
a
Marianini
o
a
Paola
Bolognani
venivano
comunicate
in
anticipo
le
domande
con
relative
risposte
esatte
,
che
ansie
e
tensioni
in
cabina
erano
finte
,
troveremmo
la
forza
d
'
indignarci
,
quando
da
quarant
'
anni
si
parla
del
potere
di
mistificazione
e
dell
'
uso
politico
della
tv
,
quando
sappiamo
adesso
che
alla
tv
persino
i
casi
umani
sono
recitati
a
pagamento
?
Magari
no
.
Quiz
Show
rievoca
,
con
la
proba
ingenuità
tipica
del
suo
regista
Robert
Redford
,
un
telescandalo
americano
che
nel
1958
provò
la
natura
fraudolenta
di
Twenty
-
One
(
Ventuno
)
,
gioco
televisivo
a
quiz
nozionistici
allora
di
massimo
successo
,
trasmesso
in
diretta
dalla
rete
televisiva
National
Broadcasting
Corporation
(
NBC
)
:
i
concorrenti
conoscevano
prima
di
andare
in
onda
domande
e
risposte
,
vincevano
o
perdevano
e
si
alternavano
non
per
merito
o
demerito
ma
a
seconda
delle
esigenze
spettacolari
o
delle
necessità
commerciali
dello
sponsor
;
l
'
imbroglio
che
coinvolgeva
tanto
la
tv
quanto
i
concorrenti
si
estese
all
'
intero
sistema
,
anche
giudiziario
;
l
'
indagine
condotta
da
un
avvocato
del
Comitato
del
Congresso
sul
controllo
legislativo
chiarì
la
truffa
ma
non
rovinò
il
concorrente
più
popolare
,
Charles
Van
Doren
,
bel
giovane
di
buona
famiglia
d
'
intellettuali
che
salvò
la
faccia
confessando
la
verità
,
pentendosi
e
chiedendo
perdono
con
un
bel
discorso
.
Redford
ha
continuato
a
ripetere
che
l
'
episodio
«
segnò
la
fine
dell
'
innocenza
nella
storia
sociale
americana
»
,
cancellò
la
fiducia
popolare
nella
televisione
:
però
dirlo
non
basta
.
Si
intuiscono
i
significati
simbolici
e
sociali
attribuiti
al
vecchio
fatto
di
cronaca
,
il
bluff
rappresentato
dalla
fede
americana
nel
merito
individuale
,
la
morale
calpestata
dalla
corruzione
che
tocca
tutti
,
la
solidarietà
nel
peggio
dell
'
establishment
,
il
dominio
dei
soldi
e
della
vanità
:
ma
sono
espressi
troppo
primariamente
e
sommariamente
per
risultare
drammatici
,
per
dare
all
'
episodio
uno
spessore
etico
-
politico
convincente
,
e
non
s
'
aspettava
certo
Quiz
Show
per
sapere
che
la
tv
mistifica
e
che
i
privilegiati
cascano
sempre
in
piedi
.
Nel
racconto
scolastico
manca
l
'
emozione
,
grava
spesso
il
tedio
.
Le
qualità
del
film
stanno
piuttosto
nella
recitazione
eccellente
di
John
Turturro
,
di
Ralph
Fiennes
,
di
Paul
Scofield
,
di
tutti
gli
interpreti
compresi
,
in
piccole
parti
,
i
registi
Martin
Scorsese
e
Barry
Levinson
;
nella
ricostruzione
d
'
epoca
,
in
un
'
aria
semplice
e
semplificata
degli
anni
Cinquanta
il
cui
merito
va
soprattutto
ai
toni
scelti
dal
direttore
della
fotografia
Michael
Ballhaus
;
nel
ritratto
convenzionale
ma
bello
d
'
una
famiglia
altoborghese
di
intellettuali
con
le
sue
eleganti
abitudini
di
vita
,
la
sua
sobrietà
,
la
sua
spietata
certezza
di
superiorità
.