StampaPeriodica ,
Quando
,
chi
scrive
,
è
la
gioventù
,
più
di
ogni
altra
cosa
,
bisogna
tenere
gli
occhi
ben
aperti
sulla
sincerità
con
la
quale
si
è
messa
al
lavoro
,
si
è
ascoltata
e
si
è
rivelata
a
sé
e
agli
altri
.
Perché
questa
sincerità
è
un
bisogno
prepotente
:
un
bisogno
creato
non
dall
'
incapacità
di
mentire
per
pochezza
d
'
anni
e
d
'
esperienze
,
ma
dall
'
ansia
di
una
verità
,
di
mettersi
a
nudo
cuore
e
anima
per
ritrovarsi
,
ognuno
,
il
suo
perché
di
vivere
e
di
morire
.
Ed
è
una
sincerità
senza
limiti
,
beffarda
,
spietata
,
che
scarna
ed
affina
sino
all
'
essenza
,
che
non
si
arresta
dinanzi
alle
ferite
e
alle
slabbrature
,
perché
il
dolore
,
a
vent
'
anni
,
ancora
non
spaventa
,
ma
esalta
il
cuore
.
Quindi
,
al
lume
di
tanta
innata
spontanea
brama
di
verità
,
i
libri
dei
giovani
hanno
spesso
il
valore
di
un
esame
di
coscienza
,
di
una
confessione
,
di
un
documento
puro
e
gioioso
della
nostra
giovinezza
,
del
nostro
sentire
,
dei
nostri
sfoghi
,
delle
nostre
ansie
,
battaglie
,
smarrimenti
e
vittorie
.
Che
cosa
cerca
e
che
cosa
vuole
questa
nostra
giovinezza
?
Innanzi
tutto
una
"
umanità
"
;
un
senso
nuovo
del
vivere
,
puro
,
virile
,
senza
debolezze
e
senza
compromessi
,
tutto
luce
e
fulgori
.
Una
umanità
che
gli
altri
i
papà
e
i
fratelli
maggiori
hanno
trovato
,
dal
canto
loro
,
sul
Carso
e
nello
squadrismo
,
e
che
l
'
Africa
potrebbe
darci
,
anche
se
ha
imposto
troppe
e
necessarie
esclusioni
...
StampaPeriodica ,
Il
20
dicembre
1923
,
nel
discorso
ormai
noto
sotto
il
nome
di
"
Discorso
di
Palazzo
Chigi
,
"
il
Duce
ribadiva
,
con
la
sua
classica
facoltà
di
sintesi
,
il
concetto
capitale
che
differenzia
sostanzialmente
la
prassi
fascista
dalla
prassi
marxista
:
"
L
'
errore
del
marxismo
è
quello
di
credere
che
vi
siano
due
classi
soltanto
.
Errore
maggiore
,
di
credere
che
esse
siano
in
perenne
contrasto
fra
di
loro
.
Il
contrasto
vi
può
essere
,
ma
è
di
un
momento
e
non
sistematico
.
L
'
antitesi
sistematica
,
sulla
quale
hanno
giocato
tutte
le
teorie
socialistiche
,
non
è
un
dato
della
realtà
.
La
collaborazione
è
in
atto
;
c
'
è
un
limite
per
il
capitale
e
un
limite
per
il
lavoro
.
Il
capitale
,
pena
il
suicidio
,
non
può
incidere
oltre
una
certa
cifra
sul
dato
lavoro
;
e
questo
non
può
andare
oltre
un
certo
segno
nei
confronti
del
capitale
.
"
"
Epperò
,
e
quando
esiste
la
lealtà
reciproca
,
è
possibile
discutere
e
venire
ad
una
conclusione
;
bisogna
evitare
che
sia
possibile
la
guerra
fra
le
classi
,
perché
essa
,
nell
'
interno
di
una
nazione
,
è
distruttiva
.
"
Pochi
mesi
prima
,
e
precisamente
il
2
giugno
1923
,
aveva
già
affermato
che
se
la
lotta
di
classe
può
presentarsi
nella
vicenda
di
un
popolo
,
in
un
determinato
periodo
di
scompenso
,
di
rottura
dell
'
equilibrio
fra
le
forze
economiche
e
le
forze
spirituali
,
essa
non
può
essere
più
di
un
episodio
,
mai
"
il
sistema
quotidiano
,
perché
significherebbe
la
distruzione
della
ricchezza
e
,
quindi
,
la
miseria
universale
.
"
Erano
gli
anni
ancora
della
dura
polemica
contro
le
teorie
sinistramente
fascinatrici
del
socialismo
scientifico
,
o
marxismo
o
comunismo
che
vedevano
una
soluzione
della
questione
sociale
mediante
una
collettivizzazione
della
ricchezza
,
anzi
dei
beni
,
e
la
attuazione
di
un
programma
radicale
quanto
livellatore
,
che
avrebbe
portato
all
'
unificazione
delle
classi
,
attraverso
il
trionfare
del
proletariato
su
tutte
le
altre
.
Nella
limpida
esposizione
sono
già
stigmatizzate
le
false
e
dissolvitrici
conseguenze
di
una
filosofia
materialistica
,
tipicamente
orientale
e
semitica
,
che
fa
risalire
tutti
i
fenomeni
sociali
(
dal
morale
,
al
religioso
,
al
giuridico
)
al
fenomeno
economico
e
quindi
che
il
determinismo
possa
spiegare
tutte
le
azioni
umane
:
così
come
è
già
esposto
il
programma
di
collaborazione
,
di
integrazione
,
fra
le
classi
.
La
"
classe
"
invero
non
è
sopprimibile
.
Lo
stesso
bolscevismo
aveva
negli
ultimi
anni
creato
de
facto
se
non
de
jure
la
classe
burocratica
,
la
classe
degli
specialisti
,
la
classe
degli
stakanovisti
,
con
effettivi
privilegi
sugli
altri
.
Questa
suddivisione
è
una
necessità
staremmo
per
dire
naturale
,
comunque
imposta
dal
progresso
sempre
più
tendente
a
una
specializzazione
delle
attività
individuali
.
Occorre
bensì
che
non
corrano
fra
di
esse
contrasti
ed
inasprimenti
,
sia
di
natura
economica
quanto
di
natura
,
diciamo
,
morale
;
ma
sopratutto
occorre
che
sia
ben
chiaro
nelle
coscienze
di
ciascuno
il
carattere
di
interdipendenza
strettamente
corrente
fra
l
'
una
e
l
'
altra
,
nella
indispensabile
collaborazione
"
fra
chi
lavora
e
chi
dà
lavoro
,
fra
chi
dà
le
braccia
e
chi
dà
il
cervello
,
"
in
una
innegabile
quanto
insopprimibile
gerarchia
.
In
effetti
se
ne
deve
svuotare
il
contenuto
di
arma
,
di
mezzo
offensivo
e
difensivo
,
per
assumere
carattere
di
categoria
produttrice
.
Ora
come
raggiungere
questa
effettiva
collaborazione
?
Il
marxismo
limitandosi
a
considerare
la
cruda
realtà
del
conflitto
sociale
nei
suoi
aspetti
immanentistici
nelle
sue
manifestazioni
economiche
,
auspicava
e
il
bolscevismo
,
attuazione
pratica
della
dottrina
marxista
realizzava
l
'
abolizione
totale
della
classe
,
come
abbiamo
già
detto
,
unificando
la
ricchezza
ed
abolendo
lo
Stato
che
sulle
basi
precettistiche
della
rivoluzione
francese
si
manifestava
agnostico
;
veniva
a
rappresentare
la
causa
dello
sfruttamento
capitalistico
.
Ora
,
con
le
recenti
parole
di
Giuseppe
Bottai
(
"
Nuova
Antologia
,
"
1
ottobre
1941
)
,
ci
si
chiede
:
"
come
è
pensabile
una
collettività
che
,
all
'
infuori
dello
Stato
e
del
diritto
,
automaticamente
viva
,
si
sviluppi
,
produca
senza
contrasti
e
senza
lotte
?
Come
può
non
degenerare
in
anarchia
?
Quale
è
,
dunque
,
il
senso
dell
'
affermazione
marxista
che
,
scomparso
lo
Stato
,
sarà
possibile
il
libero
sviluppo
di
tutti
?
"
Non
c
'
è
chi
non
vede
il
tragico
paradosso
di
questa
soluzione
:
un
capitale
che
si
moltiplica
e
ingigantisce
in
uno
sbocco
unilaterale
della
ricchezza
,
inasprendo
quindi
la
sua
feroce
facoltà
di
sfruttamento
,
da
individuale
ad
anonimamente
collettivo
(
cioè
la
sempre
icastica
definizione
mussoliniana
di
"
supercapitalismo
di
Stato
"
)
;
un
anti
-
stato
che
nella
sua
brama
di
dissoluzione
si
trova
realizzato
come
un
organismo
mastodontico
,
assumatore
e
distributore
di
tutte
le
attività
.
Per
questo
il
Fascismo
,
come
condanna
lo
Stato
liberale
,
guardiano
notturno
di
quiete
pubblica
,
avversa
l
'
anti
-
stato
di
Marx
ugualitario
e
pachidermico
,
affermando
la
necessità
di
uno
stato
unitario
,
espressione
della
Nazione
inquadrata
e
organizzata
nei
suoi
fattori
produttivi
ed
extra
-
economici
,
elementi
questi
costitutivi
e
non
dissolvitori
dello
Stato
dove
il
concetto
di
massa
non
è
più
di
contrapposizione
ma
di
complementarità
individuale
.
Ma
dove
soprattutto
il
benessere
collettivo
non
rappresenta
il
solo
fine
della
propria
estrinsecazione
:
"
Lo
Stato
,
così
come
il
Fascismo
lo
concepisce
e
attua
,
è
un
fatto
spirituale
e
morale
,
perché
concreta
la
organizzazione
politica
,
giuridica
ed
economica
della
Nazione
;
e
tale
organizzazione
è
,
nel
suo
sorgere
e
nel
suo
sviluppo
,
una
manifestazione
dello
spirito
"
(
Mussolini
,
"
Dott
.
d
.
Fascismo
"
)
.