StampaQuotidiana ,
Una
campagna
elettorale
decente
?
Ecco
tre
idee
che
ci
possono
aiutare
.
Nel
confronto
non
ci
sono
nemici
,
solo
avversari
.
Le
regole
vanno
osservate
,
anche
quando
non
ci
piacciono
.
E
ci
vuole
rispetto
tra
i
competitori
.
Negli
anni
Trenta
del
secolo
scorso
Carlo
Rosselli
si
chiede
nel
suo
Socialismo
liberale
quale
fosse
la
natura
del
conflitto
politico
in
una
democrazia
.
Si
chiedeva
anche
perché
fosse
fondamentale
l
'
osservanza
del
"
metodo
liberale
o
democratico
di
lotta
politica
"
.
Vale
la
pena
di
riflettere
sulle
sue
risposte
.
Il
metodo
di
lotta
politica
è
quel
metodo
chi
"
per
la
intima
essenza
,
è
tutto
penetrato
dal
principio
di
libertà
.
E
ancora
:
"
Sul
terreno
politico
si
potrebbe
definire
come
un
complesso
di
regole
di
giuoco
che
tutte
le
parti
in
lotta
si
impegnano
a
rispettare
.
Prima
ancora
di
essere
un
sistema
di
meccanica
politica
,
esso
vuol
essere
una
sorta
patto
di
civiltà
che
gli
uomini
di
tutte
le
fedi
stringono
fra
loro
per
salvare
nella
lotta
gli
attributi
della
loro
umanità
"
.
Ci
sono
almeno
tre
idee
importanti
in
queste
parole
di
Rosselli
pensate
e
scritte
al
confino
di
Lipari
negli
anni
terribili
del
collasso
europeo
delle
democrazie
,
gli
anni
del
consolidamento
e
della
nascita
dei
regimi
totalitari
.
Tre
idee
che
possono
forse
aiutarci
a
fissare
i
minima
moralia
di
una
campagna
elettorale
decente
.
La
prima
riguarda
la
mutua
compatibilità
fra
la
condivisione
di
alcuni
valori
politici
di
base
e
la
sacrosanta
divisione
fra
idee
di
società
e
di
agenda
politica
alternative
fra
loro
.
In
parole
povere
,
non
c
'
è
alcuna
contraddizione
fra
quanto
ci
unisce
e
quanto
ci
divide
.
Dividendoci
nettamente
,
radicalmente
e
duramente
su
promesse
distinte
di
governo
,
noi
non
revochiamo
la
nostra
lealtà
civile
a
quanto
in
ogni
caso
ci
accomuna
.
E
accettare
questa
prima
idea
è
solo
un
atto
dovuto
per
chiunque
accetti
e
sostenga
la
priorità
della
libertà
delle
persone
come
valore
che
non
è
controverso
.
Come
valore
che
è
e
deve
essere
sottratto
alla
controversia
.
Questo
vuol
dire
che
nel
confronto
non
ci
sono
nemici
:
ci
sono
avversari
.
Ci
sono
competitori
,
punto
e
basta
.
Chi
si
confronti
con
gli
avversari
trattandoli
come
nemici
viene
meno
alla
prima
regola
aurea
del
metodo
e
non
prende
sul
serio
nei
fatti
la
priorità
della
libertà
delle
persone
,
per
quanto
liberale
si
dichiari
a
parole
.
Veniamo
alla
seconda
idea
:
essa
chiarisce
la
natura
propriamente
controversiale
della
democrazia
che
proprio
nella
fase
elettorale
assume
un
carattere
di
spicco
.
Non
c
'
è
democrazia
senza
conflitto
.
Il
patto
di
civiltà
,
di
cui
parlava
Carlo
Rosselli
nei
terribili
anni
Trenta
di
un
secolo
in
cui
,
come
si
dice
,
chiunque
desiderasse
una
vita
tranquilla
ha
fatto
male
a
nascere
,
regola
il
conflitto
.
A
che
cosa
servono
le
regole
per
la
competizione
,
le
famose
regole
del
gioco
?
Esse
stabiliscono
quali
mosse
siano
ammesse
e
quali
no
.
E
se
i
partecipanti
vogliono
giocare
a
quel
gioco
,
vogliono
vincere
quella
partita
,
vogliono
prevalere
sugli
avversari
con
un
punteggio
superiore
che
,
fino
a
prova
contraria
,
consiste
nell
'
ammontare
di
fiducia
che
ottengono
dai
votanti
.
Chiunque
sgarri
rispetto
alle
regole
,
le
violi
o
le
usi
opportunisticamente
si
tira
fuori
,
defeziona
dalla
controversia
democratica
.
Contravviene
ai
fondamentali
della
moralità
politica
ed
è
semplicemente
degno
di
biasimo
.
L
'
insofferenza
per
le
regole
è
un
brutto
segnale
.
E
non
vale
l
'
argomento
per
cui
non
ci
piacciono
le
regole
e
,
quindi
,
non
siamo
tenuti
a
osservarle
.
Al
critico
delle
regole
si
dovrà
replicare
che
c
'
è
un
solo
modo
nella
controversia
democratica
,
per
ottenere
il
cambiamento
delle
regole
o
la
loro
abolizione
,
se
è
il
caso
.
E
'
quello
di
far
crescere
il
consenso
e
la
fiducia
a
favore
della
propria
posizione
che
deve
misurarsi
lealmente
con
quella
degli
avversari
.
Osservo
di
sfuggita
che
per
misurarsi
con
gli
avversari
è
sfortunatamente
necessario
che
ci
si
confronti
,
davanti
a
un
uditorio
,
con
gli
avversari
.
Se
no
,
di
che
diavolo
di
confronto
democratico
parliamo
?
E
perché
tirare
in
ballo
la
solenne
natura
controversiale
della
democrazia
?
Che
Berlusconi
insista
nel
rífiutarsi
a
un
confronto
con
Rutelli
è
intrinsecamente
sbagliato
.
Uno
potrebbe
obiettare
:
perché
è
sbagliato
?
Che
male
c
'
è
?
Non
è
forse
libero
di
scegliere
il
leader
della
Casa
delle
libertà
?
Per
replicare
,
ci
viene
in
soccorso
la
terza
idea
sui
minima
moralia
di
una
campagna
elettorale
decente
.
La
terza
idea
è
quella
del
mutuo
riconoscimento
o
dell
'
eguale
rispetto
dovuto
a
chiunque
sia
un
partecipante
alla
competizione
.
L
'
espressione
"
eguale
rispetto
"
è
terribilmente
vaga
.
E
'
curioso
che
noi
sappiamo
benissimo
spiegare
in
quali
circostanze
proviamo
l
'
esperienza
del
deficit
o
della
mancanza
del
rispetto
da
parte
di
altri
e
facciamo
più
fatica
a
chiarire
le
cose
in
positivo
.
Rispettare
una
persona
non
vuol
dire
esprimere
stima
nei
confronti
di
quella
persona
.
La
stima
è
variabile
,
dipende
dal
merito
o
dal
valore
di
mercato
di
una
persona
per
le
sue
capacità
,
le
sue
competenze
o
le
sue
abilità
in
un
qualche
campo
.
L
'
egualitarismo
con
la
stima
fa
dei
brutti
scherzi
.
Ma
il
rispetto
deve
essere
invece
distribuito
ugualmente
:
perché
,
almeno
in
democrazia
,
ciascuno
vale
almeno
quanto
ciascun
altro
.
Mancare
di
rispetto
allora
vuol
dire
o
ritenere
che
le
persone
abbiano
solo
un
valore
di
mercato
o
ritenere
di
valere
,
per
qualche
misteriosa
ragione
,
più
o
molto
più
degli
altri
.
Queste
credenze
sono
del
tutto
legittime
in
molti
campi
della
nostra
vita
individuale
e
collettiva
,
in
amore
,
in
affari
,
in
cucina
e
nello
sport
.
Ma
non
hanno
diritto
di
cittadinanza
nella
sfera
pubblica
della
controversia
democratica
.
E
questo
ce
lo
suggeriscono
le
nostre
tre
idee
a
proposito
dell
'
abc
della
moralità
politica
.