StampaPeriodica ,
La
coscienza
religiosa
è
lacerata
da
contraddizioni
insanabili
;
e
lo
dimostra
la
storia
degli
sforzi
poderosi
,
ma
vani
della
teodicea
.
Tutte
,
in
fondo
,
si
riducono
a
una
:
che
Dio
si
concepisce
insieme
come
spirito
e
come
il
suo
opposto
,
la
natura
.
La
forma
più
tormentosa
,
forse
,
e
più
evidente
di
questa
contraddizione
è
quella
studiata
da
Boezio
,
dal
Valla
e
dal
Leibniz
e
tanti
altri
,
del
conflitto
tra
la
prescienza
divina
e
la
libertà
umana
.
Dio
come
spirito
è
sapere
;
ed
è
sapere
assoluto
;
quindi
anche
prescienza
.
Ma
il
futuro
,
oggetto
di
prescienza
infallibile
,
è
già
fatalmente
determinato
;
e
perciò
ogni
azione
umana
è
predeterminata
ab
eterno
.
E
la
coscienza
religiosa
non
può
rinunziare
né
alla
prescienza
di
Dio
,
né
alla
libertà
dell
'
uomo
.
Ma
la
radice
della
difficoltà
non
è
in
questa
negazione
,
che
il
concetto
della
.
"
prescienza
porta
seco
.
La
predeterminazione
dell
'
oggetto
importa
che
il
soggetto
,
che
a
quest
'
oggetto
si
adegua
,
è
già
anch
'
esso
determinato
.
Ora
lo
spirito
,
il
pensiero
non
è
un
determinato
,
ma
un
determinarsi
.
Determinato
è
ciò
che
il
pensiero
pensa
come
altro
da
sé
,
la
natura
.
Sicché
la
prescienza
divina
annulla
lo
spirito
umano
perché
ha
già
annullato
lo
spirito
divino
.
La
contraddizione
è
insanabile
finché
l
'
uomo
contrappone
a
sé
Dio
;
giacche
il
contrapposto
dello
spirito
,
rispetto
allo
spirito
autore
della
contrapposizione
,
non
può
essere
se
non
natura
,
ancorché
battezzata
come
spirito
.
La
contraddizione
perciò
è
inevitabile
nella
coscienza
religiosa
,
che
è
caratterizzata
appunto
da
questa
proiezione
che
il
soggetto
fa
dell
'
oggetto
,
come
di
un
oggetto
assoluto
.
E
si
supera
soltanto
nel
concetto
dell
'
unità
dell
'
uomo
e
di
Dio
,
del
soggetto
e
dell
'
oggetto
,
onde
il
soggetto
come
assoluto
conoscere
,
non
conosce
altro
che
se
stesso
nel
suo
determinarsi
.
StampaPeriodica ,
Lebbra
d
'
oro
e
lebbra
d
'
argento
i
sobborghi
intorno
alla
città
.
Bivi
trivi
quadrivi
di
polvere
di
sudiciume
di
fango
come
tagli
saniosi
screpolature
lorde
rughe
incartapecorite
e
piazze
stagnanti
e
infuocate
come
aie
tra
case
segate
a
dadi
a
fette
con
dei
coltelli
sporchi
,
miseria
lancinante
dei
sobborghi
sempre
in
fermento
sempre
in
movimento
!
Solo
quando
l
'
ultimo
bar
ha
chiuso
i
suoi
vetri
gialli
come
zucchero
d
'
orzo
e
l
'
ultimo
ubbriaco
ha
finito
di
fare
i
suoi
esercizi
d
'
equilibrio
con
le
sue
gambe
elastiche
,
hanno
finalmente
un
po
'
di
pace
e
di
silenzio
.
Gli
unici
esseri
viventi
che
restan
nelle
vie
sono
i
fanali
a
gas
che
su
due
file
spettrali
,
simili
a
santi
fanatici
fanno
dei
gesti
folli
nella
loro
aureola
lilla
ingrandita
dalla
bruma
,
davanti
alle
case
ermeticamente
chiuse
e
glaciali
.
StampaPeriodica ,
a
Giuliano
.
Solo
chi
ci
vive
dentro
dovrebbe
sapere
che
la
famiglia
è
povera
.
Perché
i
figlioli
non
possono
andare
a
bottega
dove
si
riscote
il
sabato
,
ma
frequentano
le
scuole
che
costano
tanto
:
le
tasse
in
due
rate
,
aprile
e
luglio
,
i
libri
scolastici
che
alla
fine
dell
'
anno
si
vendon
per
nulla
e
al
principio
costano
un
occhio
.
"
Il
professore
vuole
l
'
ultima
edizione
:
sai
,
vuol
proprio
vederla
e
controlla
il
millesimo
"
.
In
questa
casa
tutti
lavorano
a
prolungare
la
vita
delle
cose
vecchie
,
a
moltiplicare
nel
tempo
l
'
utilità
delle
cose
buone
comprate
nei
negozi
dove
ora
non
s
'
entra
più
.
Le
cose
vecchie
hanno
delle
malattie
che
voglion
riguardi
.
Quando
uno
accende
il
lume
a
petrolio
va
guardingo
e
ascolta
mordere
la
meccanica
sulla
calza
:
io
non
vorrei
esser
quello
che
una
sera
sente
che
i
denti
non
attaccano
più
e
rimane
di
sasso
col
fiammifero
scottante
fra
le
dita
.
Oh
!
-
uno
dei
fratelli
è
stato
scoperto
alla
credenza
dove
non
deve
andare
nessuno
e
sopra
un
cucchiaino
c
'
era
l
'
appiccicaticcio
della
conserva
.
Hanno
regalato
dei
colletti
,
un
fascio
di
colletti
d
'
uno
ch
'
era
militare
;
ma
il
fratello
che
va
al
ginnasio
non
li
vorrebbe
mettere
:
sono
larghi
,
sfilaccicati
e
scempi
,
mentre
la
moda
,
che
cammina
come
se
non
ci
fossero
poveri
,
li
impone
doppi
.
È
quasi
peccato
che
i
ragazzi
crescano
e
scoprano
che
i
colletti
debbono
avere
una
misura
in
relazione
con
quella
del
collo
.
Anche
sui
vestiti
trova
da
ripetere
.
Sono
vestiti
scalati
dai
più
grandi
ai
più
piccoli
,
di
stoffe
fini
,
di
quando
si
andava
a
comprare
dei
tagli
d
'
abito
nei
negozi
perbene
e
si
prendevano
le
misure
e
si
faceva
la
prova
.
Ora
una
donnina
con
un
occhio
di
vetro
che
viene
a
lavorare
a
giornata
in
casa
(
bisogna
volerle
bene
perché
non
se
ne
trovano
più
)
accudisce
ai
vestiti
per
le
due
stagioni
dell
'
anno
:
inverno
-
estate
.
I
giorni
che
viene
in
casa
s
'
aprono
i
cassoni
dell
'
andito
e
quello
di
stanza
da
pranzo
che
ha
il
materassino
e
due
guanciali
imbottiti
di
crine
vegetale
-
così
duri
-
che
possono
servire
anche
di
letto
.
L
'
aria
è
drogata
di
naftalina
:
i
ragazzi
tornando
da
scuola
inciampano
nei
rotoli
di
cenci
,
ritagli
,
scampoli
che
datan
dalla
nascita
della
famiglia
,
serbati
,
custoditi
gelosamente
fin
a
uno
.
La
donnina
che
ispeziona
curvandosi
sempre
dalla
parte
dell
'
occhio
buono
e
palpando
colle
sue
mani
prensili
e
unghiute
ha
ingegno
e
passione
:
anche
la
bazza
tentennante
come
fosse
articolata
a
un
elastico
logoro
,
pare
frughi
con
lei
.
Fa
delle
scoperte
.
"
Per
il
maggiorino
,
vede
benedizione
,
si
possono
scorcire
questi
pantaloni
del
babbo
e
farglieli
abbottonati
,
come
costuma
ora
"
.
"
Già
;
ma
le
fodere
non
son
buone
con
queste
gore
di
sudato
....
"
.
"
Che
,
che
,
lo
so
,
ma
io
penso
a
quelle
della
sua
sottana
a
pippolini
....
"
.
"
Qui
si
fa
un
gallone
che
copra
l
'
occhiellatura
e
dietro
si
aggeggia
una
finta
"
.
"
Eh
!
se
non
fosse
tanto
difficile
!
ma
trova
sempre
qualcosa
da
ridire
"
.
Sì
,
trova
sempre
da
ridire
e
non
ha
accettato
il
dogma
di
casa
che
le
stoffe
hanno
due
facce
e
si
rivoltano
come
i
fogli
di
carta
quando
c
'
è
scritto
su
una
.
S
'
è
fatto
l
'
occhio
a
scuola
dove
i
compagni
s
'
accorgono
che
i
calzoni
dovevan
esser
lunghi
se
non
li
avesse
strozzati
lì
al
ginocchio
l
'
ostacolo
della
miseria
.
Così
quando
viene
la
sera
mentre
la
mamma
si
lusinga
d
'
aver
provveduto
e
la
donnina
che
ha
fatto
tardi
sguscia
con
soddisfazione
il
suo
occhio
lacrimoso
dall
'
orbita
vuota
per
riporlo
in
un
bicchier
d
'
acqua
tiepida
sul
comodino
,
lui
morde
il
lenzuolo
e
medita
la
ribellione
dell
'
indomani
.
Oh
!
i
vestiti
complicati
che
si
debbon
portare
con
tante
cautele
,
che
son
passabili
in
una
sola
posizione
.
Bisogna
salare
la
lezione
di
ginnastica
.
A
tredici
anni
il
mondo
è
già
tutto
fatto
di
negazioni
:
il
tiro
a
segno
che
costa
tre
lire
,
il
gruppo
fotografico
di
fine
d
'
anno
,
la
passeggiata
ginnastica
dove
bisogna
pagarsi
il
tranvai
.
Il
giorno
in
cui
venne
all
'
uscio
l
'
esattore
del
gioco
del
calcio
bisognò
pure
chiamare
la
mamma
e
la
mamma
disse
ancora
,
di
nuovo
,
sempre
,
ch
'
era
una
povera
vedova
con
sei
figliuoli
e
non
poteva
rispondere
dei
debiti
di
un
minorenne
.
C
'
è
di
più
.
La
famiglia
ha
serbato
relazione
con
quella
di
un
collega
del
babbo
.
È
un
signore
forestiero
ricco
e
pio
.
Si
vedono
,
in
chiesa
,
la
domenica
.
La
mamma
non
manca
mai
di
salutarlo
circondata
dalla
sua
coorte
di
figlioli
.
Anzi
li
dispone
per
la
parata
affinché
nessuno
manchi
ai
convenevoli
e
il
signore
abbia
una
veduta
d
'
insieme
.
Questo
signore
ha
una
figlia
;
la
mamma
la
chiama
la
signorina
.
Ma
per
il
ragazzo
che
fa
il
ginnasio
è
una
fanciulla
.
Sapete
cosa
può
essere
una
fanciulla
per
un
ragazzo
povero
che
fa
il
ginnasio
?
È
tanto
carina
con
quell
'
incarnato
di
miele
selvatico
,
gli
occhi
ignari
stellanti
sotto
l
'
arco
puro
dei
sopraccigli
,
i
capelli
arricciolati
,
spioventi
giù
per
le
spalle
.
A
volte
li
scuote
da
sventatella
come
un
carico
un
po
'
molesto
.
È
ancora
"
in
corto
"
come
si
dice
e
se
corre
l
'
orlo
bianco
smerlato
della
sottana
di
sotto
spumeggia
sopra
il
ginocchio
.
Tanto
carina
sì
;
e
aggraziata
nelle
mosse
:
quando
si
siede
con
garbo
per
non
sciupar
le
gonnelle
pieghettate
,
spianate
,
ripassate
al
ferro
caldo
;
quando
saltella
colle
gambine
secche
,
chiuse
nella
ragna
leggera
delle
calze
:
gambine
di
merlo
che
picchiettan
la
terra
come
due
bacchette
col
tacco
degli
scarpini
accollati
precisi
.
di
poche
parole
perché
non
sa
la
lingua
,
ma
il
ragazzo
la
trova
misteriosa
,
fantastica
di
qualche
grande
segreto
nella
sua
vita
e
trova
simpatiche
anche
le
sue
piccole
ritrosie
di
canto
scozzese
che
non
le
hanno
impedito
di
prendergli
la
mano
,
quando
imparavano
gl
'
inni
per
Natale
dell
'
"
Arpa
Evangelica
"
e
ricoverarla
nel
tepore
del
manicotto
.
Oh
!
quanto
vorrebbe
far
figura
presso
di
lei
!
Distinguersi
da
tutti
gli
altri
ragazzi
!
Ma
come
si
fa
colla
pettorina
della
marinara
che
s
'
ingoffa
al
colletto
come
se
nascondesse
i
gattoni
?
Tribolazione
delle
mattine
di
Domenica
piene
di
campane
e
di
preparativi
!
I
più
sottili
ritrovati
dell
'
esperienza
di
lustrascarpe
si
rivelano
impotenti
di
fronte
all
'
opposizione
della
spazzola
veterana
,
quasi
calva
,
unica
per
la
mota
,
per
la
polvere
,
per
la
tinta
.
Le
calze
lunghe
,
le
calze
nere
,
distinte
,
arricciano
una
pelurie
rossigna
dalle
grandi
strusciate
.
E
nella
casa
della
fanciulla
praticano
dei
floridi
ragazzi
inglesi
colle
calze
da
ciclista
pomellate
in
bianco
e
grigio
.
Potersi
almeno
ravviare
i
capelli
,
quei
bei
capelli
lunghi
,
ondulati
,
docili
;
-
c
'
è
una
sola
spazzola
in
casa
,
inglese
,
di
pelo
di
cignale
,
buona
,
unica
:
e
la
Domenica
mattina
è
impegnata
presso
la
mamma
,
le
sorelle
.
Tribolazione
delle
mattine
di
Domenica
piene
di
campane
e
di
preparativi
!
Rimarrebbe
far
figura
coll
'
intelligenza
;
ma
qui
interviene
la
mamma
:
"
sì
,
i
punti
son
discreti
,
ma
non
c
'
è
merito
,
non
studia
mai
"
.
I
punti
son
brutti
?
"
per
forza
,
non
fa
mai
nulla
;
è
così
svagato
e
svogliato
"
.
La
mamma
non
permette
di
far
figura
in
nessun
modo
.
Il
signore
forestiero
,
d
'
altronde
,
è
un
filantropo
.
Ora
un
filantropo
è
un
uomo
che
fa
del
bene
alle
persone
che
corrispondono
alle
sue
idee
.
La
mamma
gli
presenta
appunto
la
famiglia
secondo
le
sue
idee
.
Se
il
filantropo
non
sente
che
è
una
povera
vedova
con
dei
figlioli
egoisti
sì
,
disubbidienti
,
ma
che
però
ascoltano
le
prediche
;
perversi
,
ma
con
ravvedimento
,
come
potrà
fare
del
bene
?
La
mamma
è
vivace
nel
raccontare
:
colorisce
spigliata
e
franca
,
s
'
accende
parlando
e
il
signore
si
diverte
un
mondo
;
sganascia
le
mascelle
dal
gran
ridere
(
il
minore
gli
conta
quanti
denti
d
'
oro
vero
)
quando
sente
la
storia
dei
vestiti
,
i
furti
alla
credenza
,
i
preparativi
della
Domenica
mattina
.
La
fanciulla
assiste
come
a
un
divertimento
dato
anche
un
poco
in
suo
onore
.
Ma
il
ragazzo
suda
e
trema
,
si
fa
torvo
e
aggrondato
e
non
parla
più
a
sua
madre
per
tutto
il
giorno
.
Come
si
fa
a
metter
tutte
le
loro
povere
cose
in
piazza
come
quando
si
sgombera
!
Allora
è
stupido
quando
ci
son
delle
visite
chiuder
tutte
le
porte
per
nascondere
la
sfilata
delle
stanze
squallide
.
Intanto
la
fanciulla
si
è
fatta
più
riservata
:
cresce
.
Il
ragazzo
trascina
la
sua
irrequieta
mestizia
di
domenica
in
domenica
,
finché
apprende
che
parte
.
Allora
si
esalta
,
prepara
la
lettera
che
deve
dirle
tutto
:
cosa
è
stata
per
lui
,
come
vuol
vivere
per
arrivare
alla
sua
altezza
e
perfezione
.
E
se
il
portiere
del
palazzo
si
rifiutasse
di
ricever
la
lettera
?
No
,
il
portiere
l
'
ha
presa
e
sale
a
portarla
subito
,
strisciando
il
suo
passo
tardo
per
gli
scalini
agevoli
del
palazzo
.
Ah
!
ecco
la
nota
d
'
organo
del
campanello
interno
,
il
fruscio
della
cameriera
così
corretta
,
lo
scricchiolio
dell
'
uscio
che
si
richiude
,
accompagnato
,
senza
rumore
.
Ma
ahimè
,
chi
risponde
è
il
padre
:
la
lettera
rimase
dimenticata
in
fondo
alla
paniera
della
biancheria
;
è
naturale
che
,
ritrovandola
,
la
fanciulla
ben
educata
l
'
abbia
consegnata
al
padre
.
E
il
padre
è
un
filantropo
:
ora
un
filantropo
è
un
uomo
che
fa
del
bene
alle
persone
corrispondenti
alle
sue
idee
,
e
le
sue
idee
sull
'
orfano
dabbene
sono
quelle
dello
Smiles
:
"
Il
Carattere
"
.
È
scandaloso
che
un
orfano
con
cinque
fratelli
minori
manifesti
delle
tendenze
alla
leggerezza
e
alla
sensualità
.
Il
ragazzo
non
ha
il
senso
di
aver
commesso
un
'
azione
cattiva
,
ma
rimane
come
un
mendicante
che
ha
infilato
il
viale
d
'
un
parco
pieno
di
promesse
e
si
ritrova
contro
il
divieto
d
'
un
cancello
altissimo
cifrato
d
'
oro
.
Bisogna
ritornare
sulle
strade
comuni
:
nel
mondo
aperto
tutti
i
giorni
e
non
solo
la
domenica
come
una
chiesa
protestante
,
nel
mondo
tumultuoso
che
non
bastano
a
spiegarlo
i
versetti
della
Bibbia
,
le
storie
dei
tre
nella
fornace
,
Elia
sul
carro
di
fuoco
,
e
la
parola
ch
'
era
in
principio
.
Le
cose
da
fanciullo
sono
dismesse
,
abbandonate
,
passate
al
crogiolo
di
fuoco
della
pubertà
che
s
'
avanza
.
S
'
avanza
la
pubertà
ch
'
è
una
revisione
del
corpo
e
dello
spirito
,
una
seconda
nascita
senza
ministerio
materno
,
una
matrice
da
cui
la
creatura
esce
con
una
sensibilità
nuova
e
attonita
come
il
crostaceo
molle
che
ha
spogliato
il
suo
tegumento
calcareo
.
Bisogna
abbandonare
tutte
le
idee
ricevute
,
pesare
il
mondo
coi
propri
pesi
,
fare
delle
esperienze
.
Così
la
pensa
Martino
,
il
compagno
di
scuola
che
è
socialista
rivoluzionario
,
è
per
il
libero
amore
e
per
tutte
le
libertà
.
Martino
è
figliolo
d
'
un
magnano
di
campagna
;
sa
di
terra
,
di
sudore
,
di
limatura
di
ferro
;
è
un
costolone
traverso
,
sanguigno
,
con
un
viso
colorito
da
parer
dipinto
e
una
rastrelliera
di
denti
sani
,
aguzzi
che
schizzano
fuor
degli
alveoli
.
La
callotta
bruna
dei
suoi
capelli
rasi
si
varia
qua
e
là
di
ritrose
animalesche
.
Martino
è
istintivo
,
brutale
,
ingordo
di
godimenti
;
sopra
tutto
ha
diciassett
'
anni
e
la
domenica
al
suo
paese
ha
coricato
delle
donne
e
le
ha
tenute
ferme
nell
'
erba
alta
.
Questo
gli
dà
importanza
.
Del
resto
è
un
compagno
sincero
e
franco
che
suda
a
ficcare
nel
suo
testone
di
popolano
la
cultura
classica
e
arde
di
simpatia
e
di
curiosità
per
la
figura
distinta
del
ragazzo
rivelatrice
d
'
una
lunga
tradizione
di
intelligenza
.
Non
bisogna
preoccuparsi
delle
idee
ma
riuscire
con
ogni
mezzo
al
piacere
,
pare
scritto
nel
musetto
di
faina
del
primo
della
classe
,
squarciato
da
un
'
enorme
bocca
sensuale
umida
e
verdigna
.
Sta
una
casa
tetra
,
puzzolente
di
vecchie
imbottiture
,
una
casa
volgare
dove
è
adorato
come
un
genio
e
sono
appese
in
cornice
e
dentro
quadri
di
velluto
stinto
tutte
le
menzioni
e
le
medaglie
conseguite
a
scuola
.
Nella
casa
tetra
c
'
è
una
serva
che
si
fa
tastare
le
poppe
per
un
soldo
.
Non
è
mistero
che
il
padre
s
'
alza
la
notte
dal
letto
diviso
col
figliolo
e
poi
rientra
al
buio
,
guardingo
come
un
ladro
.
Il
ragazzo
va
in
quella
casa
a
far
le
versioni
latine
ed
è
tormentato
dalle
conversazioni
lascive
,
dalle
imagini
,
dai
desideri
lubrichi
che
gli
s
'
infocolano
e
fermentano
dentro
-
come
una
lievitazione
malsana
.
Gli
altri
compagni
sono
stupidi
.
-
Frequenta
questi
due
perché
è
troppo
giovane
per
stare
solo
con
tante
interrogazioni
nuove
;
ma
ci
sono
dei
giorni
di
disgusto
in
cui
ha
bisogno
di
appartarsi
.
Sebbene
rifiuti
il
passato
,
le
idee
del
passato
,
le
idee
morte
sono
con
lui
,
vivono
in
lui
come
una
protezione
.
Dietro
le
sue
spalle
ribelli
ci
sono
le
nonne
calviniste
coi
capelli
lisci
spartiti
intorno
al
viso
austero
;
ci
sono
i
pastori
che
s
'
alzavano
sul
pulpito
rigidi
nella
toga
nera
e
lasciavan
cadere
sull
'
assemblea
genuflessa
l
'
invocazione
sicura
:
Notre
aide
est
au
nom
de
Dieu
.
La
fatica
delle
anime
loro
frutta
anche
nel
suo
sangue
.
Ci
sono
delle
ore
che
ha
bisogno
di
appartarsi
:
riaprendo
il
suo
Testamento
sul
comodino
,
si
atterrisce
d
'
essere
tanto
malvagio
,
ritorna
ai
racconti
morali
dove
c
'
è
sempre
uno
che
si
sacrifica
;
bagna
di
lacrime
il
suo
guanciale
,
solo
nel
nero
della
notte
e
i
fratelli
che
gli
dormono
accanto
si
spaventano
dei
suoi
singhiozzi
soffocati
.
Ma
il
giorno
ritorna
un
ragazzo
:
che
è
una
gran
forza
intatta
operante
da
sola
,
un
ragazzo
di
sangue
buono
,
riconosciuto
da
tutti
per
capitano
quando
al
gioco
della
sbarra
scatta
per
liberare
i
prigionieri
sulla
ghiaia
dei
giardini
pubblici
.
LA
MADRE
La
madre
che
guida
questa
famiglia
appartiene
a
un
'
altra
generazione
.
L
'
idea
della
sua
generazione
riguardo
ai
figlioli
era
che
essi
nascessero
per
esser
la
consolazione
dei
genitori
e
non
per
addentar
per
conto
loro
con
tanta
ingordigia
la
polpa
acerba
del
mondo
.
Ora
i
figlioli
,
invece
vogliono
esser
capiti
perché
hanno
scoperto
ch
'
è
corto
il
passo
tra
la
cosa
capita
,
la
cosa
ragionevole
,
la
cosa
ammessa
.
Si
lamentano
di
non
esser
capiti
.
Ma
la
madre
,
ch
'
è
una
madre
all
'
antica
,
non
le
importa
di
capire
,
ma
di
mandar
avanti
la
famiglia
e
perciò
le
sue
qualità
son
qualità
d
'
opposizione
,
le
qualità
di
un
principale
;
perché
una
famiglia
di
sei
figlioli
è
anzitutto
un
'
amministrazione
.
D
'
altronde
i
figlioli
che
voglion
esser
capiti
,
che
cosa
capiscono
alla
lor
volta
i
figlioli
che
vogliono
esser
capiti
?
I
figlioli
ignorano
che
quando
tutti
dormono
le
ore
buone
della
mattina
,
la
madre
ha
già
acceso
il
fuoco
,
aperto
al
lattaio
,
stabilito
il
suo
piano
strategico
per
la
giornata
;
che
è
tornata
di
mercato
colla
borsa
stivata
di
provviste
da
indolenzirle
il
braccio
,
dopo
aver
speso
tanti
sorrisi
e
tanto
fiato
,
per
tirar
nelle
compre
,
dopo
aver
resistito
tutta
la
via
alla
tentazione
di
salire
in
tranvai
,
perché
il
tranvai
costa
e
annulla
il
guadagno
.
Per
i
figlioli
trovar
la
tavola
apparecchiata
è
cosa
naturale
;
perché
si
dovrebbe
particolarmente
esserne
grati
?
La
tavola
apparecchiata
è
un
'
immancabile
necessità
.
Eh
!
-
han
l
'
aria
di
pensare
quando
la
madre
insinua
i
suoi
diritti
di
benemerenza
-
le
gioie
cominciano
oltre
il
cibo
!
Anzi
l
'
esplicazione
di
queste
virtù
domestiche
li
trova
spesso
freddi
e
riottosi
.
Spesso
la
madre
quando
porta
in
tavola
,
dopo
tanto
arrovellarsi
ai
fornelli
,
spia
,
trepidando
,
l
'
impressione
del
primo
boccone
e
aspetta
una
parola
:
ma
ecco
:
il
ragazzo
s
'
è
intestato
a
tener
aperto
vicino
alla
scodella
il
testo
latino
e
alterna
un
distico
a
un
morso
,
distrattamente
,
da
uomo
superiore
;
gli
altri
non
si
interessano
che
quando
fa
le
parti
:
allora
a
quello
non
piace
il
callo
,
l
'
altro
è
disgustato
del
grasso
e
le
imputa
di
non
essersene
ricordata
,
il
terzo
fa
il
delicato
e
le
raccomanda
:
poco
,
poco
....
come
se
un
brincello
di
pietanza
di
più
dovesse
rovinarlo
.
E
quando
manca
qualcosa
:
-
Le
frutta
,
oggi
non
c
'
è
frutta
-
E
quasi
non
bastasse
,
attaccano
perfino
i
capisaldi
su
cui
poggia
l
'
approvvigionamento
e
la
preparazione
del
desinare
:
secondo
loro
il
desinare
dovrebbe
esser
basato
non
su
quello
che
è
conveniente
,
non
su
quello
che
fa
comparita
,
non
su
quello
che
sazia
,
ma
su
quello
che
piace
.
-
Su
quello
che
piace
.
Al
posto
dell
'
uniformità
dei
gusti
avanzano
il
diritto
al
cibo
individuale
e
il
ragazzo
fa
sfoggio
di
cultura
per
sostituire
lo
zucchero
-
alimento
,
allo
zucchero
di
famiglia
,
condimento
festivo
,
condimento
domenicale
.
Hanno
sempre
una
lezione
da
ripassare
quando
c
'
è
da
apparecchiare
....
e
quando
c
'
è
da
sparecchiare
han
da
far
la
cartella
.
Questi
sono
i
figlioli
che
voglion
esser
capiti
.
Poi
filano
a
scuola
,
vuotano
la
casa
e
la
madre
rimane
triste
,
poggiando
i
gomiti
sulla
tavola
disordinata
,
da
disfare
come
la
mostra
d
'
un
negozio
l
'
estate
.
Valeva
la
pena
di
prodigar
le
cose
migliori
!
Triste
rimane
,
di
quel
suo
perpetuo
fare
e
disfare
senza
soddisfazione
,
e
le
riesce
più
pesante
rimettersi
in
cammino
.
Sopratutto
rigovernare
.
La
cucina
è
opprimente
nelle
ore
pomeridiane
:
invasa
dai
fumi
,
dagli
odori
nauseabondi
che
salgono
dai
piani
di
sotto
per
il
cortiletto
comune
:
di
vivande
,
di
orine
riscaldate
,
di
lenzuola
sordide
penzolanti
a
rifascio
dalla
finestra
del
malato
che
s
'
alza
a
mezzogiorno
.
Eppure
bisogna
rigovernare
:
per
rigovernare
è
necessario
immergere
le
mani
nel
ranno
bollente
che
irruvidisce
la
pelle
e
poi
la
screpola
lasciandoci
le
sue
morsure
nere
.
Ci
vorrebbero
i
guanti
per
Domenica
,
ma
i
denari
per
i
guanti
non
ci
sono
.
Dunque
bisogna
rigovernare
-
l
'
acquaio
ammorba
colle
sue
tanfate
di
lezzo
rancido
.
Ahimè
!
che
bisogna
proprio
rigovernare
,
bisogna
sempre
rifarsi
da
capo
ogni
giorno
:
risciacquare
i
tegami
,
risbucciare
le
patate
,
rinettare
i
legumi
,
rirosolare
i
soffritti
,
riapparecchiare
,
riportare
in
tavola
col
sorriso
sulle
labbra
.
E
poi
rigovernare
ancora
:
ma
perfino
i
tegami
stanchi
non
rendono
più
,
e
traverso
le
screpolature
delle
vernici
bevono
gl
'
intingoli
;
lo
smalto
vetrino
delle
cazzeruole
s
'
è
scheggiato
in
piaghe
rugginose
,
la
dentiera
della
grattugia
è
rada
:
e
quei
figlioli
così
sconoscenti
non
capiscono
che
per
andar
avanti
ci
vuole
a
volte
una
parola
buona
come
a
un
cavallo
avvilito
.
Certamente
se
la
mamma
avesse
più
tempo
finirebbe
per
immergersi
negli
abissi
della
disperazione
.
Ma
la
provvidenza
ha
disposto
che
i
poveri
abbiano
poco
tempo
.
Ecco
lo
squillo
del
campanello
:
presto
a
aprire
alla
sorella
maggiore
che
se
rimane
giù
sulla
porta
nella
vampa
dei
muri
che
ribollono
,
si
sente
venir
meno
dopo
essersi
sgolata
tante
ore
a
far
lezione
.
Ha
poca
salute
la
sorella
maggiore
:
fa
le
scale
sostando
a
ogni
rampa
e
chi
la
vedesse
allora
rimarrebbe
impressionato
dei
suoi
occhi
così
cerchiati
,
delle
gote
esangui
,
della
dentatura
trasparente
nelle
gencive
sbiadite
e
più
dell
'
accorata
rassegnazione
del
viso
.
Ma
quando
s
'
accosta
all
'
uscio
di
casa
si
rasserena
per
incanto
,
compone
un
sorriso
incoraggiante
per
la
mamma
che
è
corsa
ad
aprirle
,
previene
il
suo
ansioso
:
come
va
,
informandosi
invece
di
lei
.
È
la
sorella
vestita
di
scuro
,
silenziosa
e
fiera
che
capisce
tutta
la
vita
della
casa
,
che
quando
scrive
al
fratello
sul
mare
gli
manda
a
dire
:
"
le
cose
qui
vanno
benino
"
.
È
confidente
della
mamma
e
le
dorme
accanto
in
uno
dei
gemelli
del
letto
matrimoniale
:
la
sera
ragionano
fitto
fitto
per
delle
ore
di
tutti
gli
interessi
di
casa
:
fanno
i
preventivi
dei
soldi
in
rapporto
ai
giorni
(
ahimè
i
soldi
finiscono
e
i
giorni
avanzan
sempre
)
discutono
le
inclinazioni
e
il
carattere
dei
ragazzi
e
pregano
insieme
.
È
la
sorella
che
segna
sulla
tastiera
ingiallita
del
vecchio
pianoforte
di
casa
gli
accordi
di
musica
sacra
che
pacificano
lo
spirito
inquieto
del
ragazzo
come
un
bagno
tiepido
distende
le
membra
rotte
da
una
marcia
.
Non
gli
dice
che
è
privilegiato
di
poter
studiare
,
non
gli
fa
sentire
che
si
aspetta
in
casa
la
sua
licenza
come
un
buono
d
'
acquisto
sul
mercato
del
mondo
.
Ma
sopratutto
è
la
sorella
che
capisce
la
madre
:
la
madre
che
ha
preso
una
casa
fuori
barriera
dove
ci
son
pochi
lampioni
e
pochi
marciapiedi
,
ma
l
'
aria
,
la
luce
e
l
'
esempio
della
vita
dura
di
chi
lavora
;
madre
che
seguita
a
mescere
nella
pentola
fumante
anche
la
manciata
di
minestra
dei
figlioli
lontani
,
che
lesina
il
centesimo
fino
a
farli
tremare
in
viaggio
che
non
ne
abbia
abbastanza
da
pagare
il
ritorno
,
madre
che
non
capisce
i
suoi
figlioli
,
ma
li
alleva
ripartendo
i
compiti
con
durezza
come
un
capitano
che
non
tien
conto
se
il
soldato
dormente
in
garretta
è
innamorato
.
Perché
una
famiglia
povera
con
sei
figlioli
è
sopratutto
un
'
amministrazione
.
IL
FRATELLO
MOZZO
Il
fratello
che
hanno
mandato
mozzo
a
quattordici
anni
perché
svoltava
male
,
è
arrivata
una
sua
lettera
con
un
francobollo
verde
del
Canadà
e
il
bollo
:
Bathurst
.
Ragazzi
,
tirate
fuori
l
'
atlante
.
Svoltava
male
perché
è
pericoloso
quando
ci
si
è
dati
a
scuola
-
esperimento
in
classe
-
camminare
contemporaneamente
sulla
banchina
del
fiume
.
Ora
cammina
scalzo
sulla
plancia
scabra
di
un
barco
genovese
a
tre
alberi
,
a
vela
.
un
tre
alberi
che
fa
acqua
,
un
tre
alberi
con
turno
alle
pompe
.
Ma
gli
è
che
il
ragazzo
svoltava
veramente
male
perché
anche
nel
fondaco
di
un
droghiere
svizzero
evangelico
dove
nel
sottosuolo
si
fabbrica
Marsala
e
Miele
delle
Alpi
,
è
disonesto
riscuotere
delle
fatture
per
andare
in
bicicletta
.
La
lettera
dice
:
"
il
bastimento
ha
preso
un
fortunale
....
"
Alla
prima
traversata
.
una
lettera
lunga
,
di
tanti
fogli
(
lui
che
non
passava
la
paginetta
di
componimento
)
,
chiazzata
di
lacrime
gialle
coll
'
orlo
d
'
inchiostro
americano
.
Tutti
i
fratelli
sono
ritti
intorno
alla
mamma
ad
ascoltar
la
lettura
:
-
Oh
mamma
,
riprendimi
e
sarò
buono
-
dice
tante
volte
come
in
un
penso
.
-
Allora
il
più
piccinuccio
(
che
cosa
può
capire
il
più
piccinuccio
?
)
rompe
in
singhiozzi
e
riversa
il
capo
in
grembo
alla
mamma
.
-
Anche
le
sorelle
piangono
flebilmente
.
-
I
lucciconi
silenziosi
rigano
il
viso
contratto
del
ragazzo
.
Eh
!
sui
bastimenti
si
fanno
tante
cose
-
rigovernare
,
spazzare
,
lavare
la
biancheria
coll
'
acqua
salmastra
crostosa
-
cose
che
non
son
dette
nei
libri
di
Salgari
,
ma
piuttosto
nelle
lettere
alle
mamme
.
Ecco
perché
la
mamma
non
poteva
prender
sonno
le
notti
di
vento
dal
pensiero
di
lui
,
solo
"
sulla
distesa
delle
acque
"
.
Cosa
faranno
,
sui
bastimenti
,
ai
mozzi
che
non
sanno
arrampicare
?
Perché
lui
,
il
mio
,
era
il
meno
rampichino
di
tutti
e
quella
volta
rimase
infilato
nella
forca
dei
rami
di
ciliegio
.
La
lettera
dice
ancora
che
ha
attaccato
sulla
sua
cuccetta
il
ritratto
del
babbo
morto
-
un
ritratto
buio
sur
una
lastrina
di
latta
,
fatto
per
scherzo
in
una
fiera
-
che
legge
la
Bibbia
tutte
le
sere
e
prega
avanti
di
addormentarsi
.
Questo
dice
la
lettera
che
ha
messo
molto
a
arrivare
:
e
intanto
il
mozzo
ha
imparato
a
reggersi
in
equilibrio
fino
in
cima
al
bompresso
sospeso
sull
'
acqua
nera
,
per
andar
a
fare
quel
che
fanno
i
marinai
in
cima
al
bompresso
.
E
ha
assaggiato
i
porti
:
Pensacola
-
Florida
-
e
Montevideo
dove
in
rada
a
incontrare
il
bastimento
viene
una
scialuppa
di
puttane
di
tutte
le
razze
-
anche
le
more
untuose
coi
labbroni
a
cul
di
gallina
che
fanno
dei
gestri
laidi
dietro
un
parasole
rosso
.
-
Vengono
per
l
'
acqua
febbrosa
in
una
scialuppa
di
nolo
,
prima
che
altre
scremino
gli
avventori
;
salgono
a
bordo
mentre
il
capitano
fa
i
fogli
al
consolato
,
per
sentir
se
i
marinai
si
vogliono
divertire
.
E
i
marinai
imbestiati
eccitano
il
mozzo
e
voglion
fargli
la
visita
.
I
porti
:
dove
gl
'
incettatori
di
mano
d
'
opera
per
le
fabbriche
dimostrano
che
se
in
America
il
dollaro
vale
una
lira
,
ritorna
cinque
lire
portato
in
Italia
.
Anche
il
mozzo
aveva
fissato
di
disertare
appena
si
chiudessero
le
cortine
basse
della
notte
oceanica
:
aveva
calato
una
cima
lungo
la
murata
,
sentito
battere
i
piedi
dell
'
ultimo
sul
ponte
caricatore
,
buttato
loro
i
sacchi
-
ma
poi
s
'
era
attopato
dietro
un
mucchio
di
cordami
tappandosi
gli
orecchi
per
non
sentire
i
richiami
di
quelli
di
sotto
.
È
tornato
,
dopo
trenta
mesi
di
navigazione
chiarificato
come
l
'
acqua
smeraldina
dei
grandi
fondi
.
C
'
è
una
grande
protezione
nella
carezza
delle
sue
mani
arrotate
dalle
sartie
,
quando
porta
a
spasso
il
piccinuccio
.
È
taciturno
e
sbanda
quando
cammina
;
a
volte
rimane
come
incantato
davanti
alla
finestra
passandosi
sulle
labbra
un
sonino
a
fiato
.
Ha
portato
cinquecento
lire
,
la
paga
di
trenta
mesi
;
ha
messo
in
casa
,
naturalmente
,
cinquecento
lire
,
la
paga
di
trenta
mesi
,
lui
che
non
ha
goduto
i
beni
della
casa
,
che
sta
sopra
una
casa
che
cammina
.
Sa
le
tre
lingue
del
mare
:
l
'
inglese
,
lo
spagnolo
,
il
genovese
;
sa
fare
una
cassa
di
teck
,
di
pitch
-
pine
,
tutta
legata
a
coda
di
rondine
,
senza
un
chiodo
,
intarsiata
dentro
di
stelle
,
arabescata
di
intagli
fantastici
;
la
cassa
che
è
apparsa
sulle
spalle
del
facchino
,
dietro
di
lui
quando
sulla
soglia
come
un
uomo
forestiero
,
come
un
uomo
di
tutti
i
giorni
ha
chiesto
,
entrando
,
a
suo
fratello
sbigottito
:
....
c
'
è
....
c
'
è
la
signora
?
I
QUATTRO
FRATELLI
A
mia
madre
.
Si
ritrovano
i
quattro
fratelli
-
nella
camera
a
infiorescenze
marrone
,
-
stampinate
su
fondo
rosa
.
E
ripiegano
-
i
quattro
fratelli
-
la
stinta
rovescia
cifrata
-
e
aprendo
bocca
ai
letti
,
-
riscoprono
i
lisi
lenzoli
.
Ridon
coi
verdi
visi
-
nella
vecchia
spera
appannata
.
Il
marinaio
ripone
-
nella
cassetta
sganasciata
.
Si
ritrovano
:
tutto
ritorna
nella
casa
rianimata
.
Marinaio
,
non
più
cuccetta
-
materasso
di
lana
cedente
completa
stesa
di
corpo
-
;
tabacco
a
portata
di
mano
.
Marinaio
,
non
più
rullìo
;
non
più
campana
d
'
alba
-
non
più
balzar
tra
gli
sfagli
:
in
coperta
.
Ma
dolce
sonno
-
a
volontà
-
tra
fresche
lenzuola
-
,
reliquiario
,
-
corredo
materno
-
Impacchetta
le
sue
robe
,
se
le
stiva
in
quattro
,
in
sei
,
-
le
dispone
come
vuole
-
Mentre
il
magro
intellettuale
,
arcangelo
esiliato
,
-
dai
suoi
panni
in
mucchietto
è
già
sguisciato
.
Nessuno
stato
malato
?
E
il
minore
quanto
ha
di
torace
?
Era
un
bebe
-
boccole
d
'
oro
-
gran
bisticci
a
portarselo
fuori
-
ora
cela
l
'
inguine
ombrato
.
Si
guardano
i
corpi
cresciuti
,
-
come
naufraghi
scampati
.
Chi
più
bravo
saltatore
?
-
Chi
al
braccio
di
ferro
migliore
?
Poi
nei
letti
che
accolgono
bene
-
letti
dei
sei
parti
felici
-
si
stendono
sudati
e
fieri
-
"
Quanto
sei
stato
a
tornare
-
al
tuo
posto
in
casa
serbato
-
"
"
Penso
a
voi
quando
cresce
il
mare
-
Allora
,
se
avessi
studiato
....
Ma
i
miei
fratelli
si
fanno
onore
-
Vi
conoscono
sul
vapore
"
E
attaccano
,
quattro
voci
,
-
i
loro
salmi
,
compagni
di
vita
.
"
Signor
da
questo
mondo
rio
"
"
Vo
,
recinto
d
'
insidie
funeste
"
Quattro
voci
nel
buio
si
cercano
,
-
e
si
stringono
come
mani
:
il
cupo
basso
di
stiva
-
il
soprano
campana
filata
-
il
contralto
,
ombra
rassegnata
d
'
irraggiungibile
nota
.
-
I
I
3
-
Alo
my
baby
O
yes
Alo
my
baby
O
o
yes
Pull
on
top
my
baby
O
yes
Pull
on
top
may
baby
O
o
yes
Mille
piroscafi
e
velieri
-
nella
baia
frescofogliuta
,
-
si
dondolano
a
pancia
vuota
.
Là
,
niente
città
,
sapete
,
né
campanili
gugliati
che
sballottino
a
galla
di
nebbia
,
-
niente
segnale
al
pilota
.
Baracconi
di
deposito
,
magazzini
stipati
,
mille
aspettanti
partite
di
tronchi
numerati
-
squadre
che
smontano
e
montano
di
boscaioli
e
segatori
.
Niente
città
,
sapete
,
che
elettrici
bars
sputacchiati
-
dove
tracannano
fuoco
-
principio
di
giornata
-
e
ritracannano
fuoco
-
giornata
finita
-
Musica
nottegiorno
di
seghe
circolari
,
calabroni
infuriati
.
Poi
il
nostro
rosso
gregge
di
tronchi
cavicchiati
,
-
che
sottobordo
per
mare
ci
arriva
,
Cantilena
di
stivatori
-
agli
sportelli
imboccati
:
Port
side
my
baby
O
yes
!
Port
side
my
baby
O
o
yes
.
Starboard
side
my
baby
O
yes
Starboard
side
my
baby
O
o
yes
Così
cantano
i
quattro
fratelli
-
nella
camera
a
infiorescenze
marrone
,
stampinate
su
fondo
rosa
.
E
origlia
all
'
uscio
la
madre
stupita
,
-
di
averli
proprio
lei
rilevati
,
-
così
grandi
,
-
forti
alla
vita
.
Very
well
my
baby
O
o
yes
StampaPeriodica ,
Tutto
ciò
che
si
dice
dell
'
educatore
pare
una
amara
ironia
.
"
Maestro
"
,
"
fabbricatore
,
quasi
,
di
anime
"
,
"
pioniere
della
civiltà
"
,
"
uomo
di
avanguardia
"
,
"
iniziatore
di
nuova
vita
.
"
etc
.
etc
.
Così
si
dice
.
E
se
ognuno
pensa
che
il
compito
educativo
suo
è
limitato
ad
un
angustissimo
tempo
e
volta
per
volta
chiuso
entro
uffici
modestissimi
;
se
pensa
che
di
queste
anime
da
svegliare
,
nella
vita
di
maestro
ne
ha
mille
,
e
tutte
sono
per
lui
fugaci
apparizioni
;
e
in
ciascuna
ora
ne
ha
diverse
diecine
innanzi
a
sé
,
che
gli
si
svelano
solo
in
piccolissima
parte
;
se
pensa
che
le
immense
umane
conquiste
le
comunica
alle
falangi
dei
suoi
discepoli
solo
in
grado
minimo
,
insegnando
nelle
piccole
scuole
(
piccole
,
ahimè
,
anche
quando
si
dicono
superiori
!
)
entro
i
confini
della
propria
mente
inadeguatissima
all
'
ideale
e
delle
menti
rozze
e
ingenue
,
o
levigate
e
scipite
degli
scolari
;
se
,
anche
non
vecchio
,
dopo
molti
anni
di
lavoro
scolastico
riguarda
indietro
e
vede
sbiadite
e
quasi
del
tutto
cancellate
dalla
memoria
la
maggior
parte
delle
immagini
dei
suoi
scolari
;
e
spesso
non
ritrova
più
,
cercandoli
,
i
nomi
per
esse
,
o
,
se
li
riode
,
sono
un
vago
suono
che
non
gli
esprime
nulla
,
tranne
la
stessa
indeterminatezza
del
suo
ricordo
;
se
ogni
maestro
pensa
a
queste
tristi
cose
(
e
quale
maestro
non
ci
pensa
almeno
qualche
volta
nella
sua
vita
!
)
non
può
che
sentirsi
desolato
della
sua
VANITÀ
.
"
Io
educatore
?
"
,
deve
chiedersi
;
"
e
come
,
se
i
miei
discepoli
sono
creature
scomparse
,
appena
intraviste
?
Educatore
,
dunque
,
di
esseri
che
non
posso
nemmen
dire
di
conoscere
?
"
.
Ah
!
no
;
educatore
è
il
corso
del
mondo
,
è
la
vita
tutta
:
la
storia
,
che
ha
le
mille
voci
della
realtà
suggeritrici
di
pensieri
e
di
azioni
.
Io
non
posso
determinare
come
derivanti
da
me
nessuno
degli
effetti
,
chiamiamoli
così
,
che
si
sono
prodotti
nella
vita
dei
miei
"
educati
"
,
dopo
che
mi
lasciarono
;
non
posso
nemmeno
esser
certo
che
sieno
miei
gli
effetti
determinatisi
in
loro
mentre
li
educavo
,
perché
non
ero
io
solo
con
loro
,
e
su
di
essi
agivano
mille
altri
esseri
come
me
,
anche
se
non
,
come
me
,
dalla
cattedra
:
maestri
senza
investitura
,
ma
potenti
:
la
famiglia
,
la
città
,
gli
amici
;
i
giuochi
,
il
lavoro
,
gli
spettacoli
,
le
letture
;
l
'
agiatezza
e
la
sorridente
indulgente
bontà
,
o
la
miseria
,
la
fame
e
la
inconsapevole
malvagità
degli
uomini
miseri
....
Quanti
esseri
,
quante
cose
,
senza
di
me
!
Che
cosa
sono
io
di
fronte
a
questa
vasta
immensa
realtà
educatrice
?
Solo
chi
ha
l
'
anima
imbottita
di
retorica
può
gloriarsi
dell
'
opera
propria
di
maestro
.
Io
non
sono
educatore
a
un
titolo
maggiore
di
mille
altre
persone
;
nessuno
e
tutti
siamo
educatori
;
scuola
vera
e
piena
è
LA
VITA
.
Pure
,
malgrado
queste
considerazioni
velate
di
mestizia
,
il
senso
alto
della
parola
maestro
non
resta
meno
saldo
,
anzi
diventa
,
per
esse
,
più
solenne
,
quasi
religioso
.
Vero
è
:
la
vita
educa
;
ma
educa
in
quanto
ci
si
lascia
educare
,
in
quanto
gli
stimoli
che
essa
offre
all
'
attività
nostra
si
fanno
nostri
,
entrano
nella
nostra
coscienza
,
sono
accettati
da
noi
con
un
dato
valore
,
che
ci
sia
chiaro
e
ci
appaia
necessario
.
La
realtà
educa
;
ma
in
quanto
un
'
idea
la
governa
,
poiché
essa
è
nulla
se
non
entra
nel
mio
mondo
e
dal
mio
mondo
non
riceve
il
suo
colore
.
La
identica
realtà
(
astrattamente
identica
!
)
suggerisce
ad
uno
la
viltà
,
all
'
altro
l
'
eroismo
-
come
oggi
,
che
la
giusta
guerra
ci
attende
-
;
la
identica
realtà
trova
alcuni
proni
,
attaccati
ad
essa
per
strapparne
come
bruti
cibo
da
bruti
,
altri
diritti
ed
eretti
,
più
fieri
quanto
essa
è
più
abietta
,
più
soli
,
quanto
essa
è
più
accettata
dalla
folla
degli
umani
;
dalla
stessa
realtà
uno
vuol
farsi
schiacciare
piuttosto
che
cederle
,
l
'
altro
si
fa
turgido
.
La
realtà
non
è
dunque
un
dato
;
alcunché
di
esterno
,
ma
lo
stesso
nostro
fare
;
lo
spirito
dell
'
uomo
fa
la
sua
realtà
e
la
svolge
a
una
nuova
realtà
.
Togliete
l
'
attività
formatrice
di
sé
(
lo
spirito
)
e
la
realtà
vi
diventa
cieca
;
togliete
la
realtà
e
lo
spirito
vi
diventa
vuoto
.
Realtà
e
idea
hanno
un
'
unica
vita
;
non
c
'
è
idea
se
non
come
elaborazione
del
suo
reale
,
immersa
perciò
nella
storia
a
svolgitrice
della
storia
;
non
c
'
è
reale
,
né
storia
,
se
non
come
corso
dell
'
idea
,
che
essendo
attività
creatrice
non
può
cessar
mai
dal
creare
,
ed
è
perciò
sempre
un
reale
che
deve
ancor
farsi
ideale
,
una
storia
che
deve
essere
proseguita
,
cioè
rivissuta
,
appropriata
,
in
un
nuovo
grado
di
consapevolezza
.
Non
dunque
la
realtà
estranea
a
me
fa
l
'
educazione
del
mio
o
dei
mille
miei
scolari
.
La
sua
,
la
loro
anima
si
fanno
,
da
sé
,
elaborando
quella
realtà
,
che
tutta
-
buona
o
malvagia
,
può
aver
risonanza
e
seguito
in
lui
o
in
loro
.
Offriamo
ai
nostri
scolari
noi
stessi
,
nella
prima
sincerità
del
nostro
essere
,
facendoci
migliori
.
Essi
ci
prenderanno
,
se
sveglieremo
in
loro
le
affinità
profonde
che
ha
ogni
anima
con
ogni
altra
anima
.
Facendo
migliori
noi
stessi
,
educheremo
.
Gli
scolari
ci
conosceranno
e
ci
ricorderanno
:
un
'
ora
della
nostra
vita
migliore
,
svoltasi
sotto
i
loro
occhi
avidi
,
può
essere
decisiva
,
perché
trovino
essi
sé
stessi
.
Che
importa
se
non
ricordiamo
i
singoli
per
cui
abbiamo
avuto
valore
?
Essi
,
se
mai
,
debbono
ricordarci
.
Noi
non
abbiamo
lavorato
per
i
singoli
;
noi
siamo
stati
umanità
che
ha
lavorato
per
l
'
umanità
.
Gettiamo
la
semenza
e
non
godiamo
i
frutti
del
campo
?
Pare
.
Ma
i
frutti
li
troviamo
,
oh
come
!
,
in
noi
stessi
.
Se
un
maestro
è
più
contento
di
sé
e
si
trova
migliore
,
è
certo
che
ha
fatto
migliori
anche
gli
altri
.
E
la
mestizia
scompare
,
perché
la
coscienza
dell
'
umanità
trionfa
.
In
noi
:
cioè
anche
in
altri
,
perché
noi
non
siamo
mai
soli
.
StampaPeriodica ,
Ditemi
animuccie
sconosciute
che
abitate
la
via
sole
,
chi
fu
vostro
padre
?
E
aveste
un
giorno
una
madre
?
O
siete
figlie
perdute
trovatelli
e
trovatelle
?
Fratelli
e
sorelle
....
Dimmi
tu
,
bottoncino
di
madreperla
che
ho
incontrato
sul
lastrico
solo
,
minorenne
traviato
quale
fu
la
tua
vita
galante
?
Animuccie
perdute
,
state
attente
e
sentite
il
poeta
che
vi
ama
:
per
voi
ci
vuole
l
'
ospizio
la
vostra
ultima
casa
di
salute
:
sacrificate
un
po
'
di
libertà
e
ne
guadagnerà
la
moralità
.
La
forcina
e
lo
spillone
si
narreranno
nei
lunghi
meriggi
dello
scatolone
le
impressioni
di
gioventù
,
il
bottone
racconterà
la
vita
dell
'
alta
società
:
le
carte
straccie
terranno
conferenze
di
varietà
:
e
la
forcina
anche
si
curerà
la
sua
brutta
malattia
:
io
sarò
il
presidente
della
vostra
società
.
Perché
da
voi
io
m
'
aspetto
,
da
voi
,
risolto
il
problema
della
fratellanza
universale
.
StampaPeriodica ,
La
piccola
rivoluzione
avvenuta
in
Vaticano
,
dove
,
con
l
'
avvento
di
Benedetto
XV
,
è
cessata
la
lotta
contro
i
"
modernizzanti
"
e
sono
tornati
in
onore
uomini
e
metodi
che
Pio
X
aveva
proscritti
,
e
contro
i
quali
si
esercitava
quotidianamente
lo
zelo
dei
migliori
interpreti
del
suo
pensiero
,
è
passata
pressoché
inosservata
,
per
via
della
guerra
.
Essa
ha
assai
poco
interesse
diretto
per
i
modernisti
,
quelli
contro
i
quali
si
rivolsero
i
primi
e
più
fieri
colpi
di
Pio
X
,
sino
all
'
enciclica
Pascendi
,
e
che
erano
tutti
usciti
,
di
propria
iniziativa
o
cacciati
fuori
a
forza
,
dalla
Chiesa
;
poiché
gli
uomini
che
oggi
tornano
in
auge
sono
quelli
i
quali
avevano
diviso
la
loro
responsabilità
da
quella
dei
primi
colpiti
ed
accettato
di
subordinare
la
loro
attività
di
pensiero
e
di
opere
alle
limitazioni
ed
ai
fini
imposti
dal
Vaticano
.
Qualunque
sia
oggi
l
'
atteggiamento
di
quei
modernisti
di
fronte
alla
Chiesa
cattolica
,
essi
rappresentano
pur
sempre
idee
ed
aspirazioni
che
sono
in
risoluto
contrasto
con
quelle
del
papa
attuale
e
di
ogni
papa
oggi
prevedibile
;
poiché
si
tratta
,
in
sostanza
,
di
sostituire
alla
concezione
statica
e
dommatica
e
autoritaria
della
Chiesa
e
della
religione
una
concezione
storica
,
immanentistica
e
democratica
.
E
attendere
ed
adattarsi
e
secondare
queste
così
lente
ed
inconsapevoli
evoluzioni
che
la
curia
di
Roma
giunge
a
tollerare
o
a
subire
può
solo
chi
non
si
è
impossessato
di
questo
nuovo
punto
di
vista
e
riman
perplesso
.
Ma
ciò
non
toglie
che
quella
piccola
rivoluzione
abbia
la
sua
importanza
,
religiosa
e
politica
.
La
dialettica
della
storia
procede
per
tiri
assai
più
lunghi
e
lenti
che
quella
delle
coscienze
singole
;
poiché
in
queste
,
una
idea
,
un
metodo
possono
facilmente
costituirsi
come
interesse
fondamentale
e
assoluto
e
dominare
tutto
lo
sviluppo
del
pensiero
;
là
invece
si
tratta
di
istituzioni
che
nella
tradizione
e
nella
stabilità
,
quale
il
tempo
permette
,
trovano
la
maggior
parte
della
loro
forza
e
di
molteplici
interessi
concreti
che
si
dirizzano
istintivamente
contro
il
lavoro
delle
nuove
sintesi
.
Ma
,
fondamentalmente
,
il
processo
dello
spirito
,
nell
'
uno
e
nell
'
altro
caso
,
è
lo
stesso
.
Non
si
può
dunque
disconoscere
che
la
piccola
rivoluzione
avvenuta
in
Vaticano
è
,
dentro
limiti
quanto
si
voglia
modesti
,
una
vittoria
del
modernismo
.
La
Chiesa
ha
,
con
Pio
X
,
respinto
il
tutto
-
la
dose
letale
-
per
poter
poi
con
il
nuovo
papa
incominciare
a
prendere
il
"
veleno
"
modernista
a
dosi
tollerabili
.
La
illusione
dei
modernisti
-
illusione
necessaria
e
generatrice
di
energia
-
fu
quella
di
poter
agire
direttamente
sulla
Chiesa
,
come
istituto
,
e
poi
mediante
essa
.
E
in
ciò
non
erano
modernisti
;
non
intendevano
ancora
che
il
processo
religioso
,
oggi
,
è
di
laicizzazione
dell
'
attività
religiosa
,
non
di
"
ecclesializzazione
"
(
ci
si
perdoni
il
barbarismo
)
della
vita
sociale
.
Ma
in
quanto
il
loro
movimento
era
per
necessità
intima
destinato
ad
agire
ed
agiva
sulle
coscienze
direttamente
,
esso
ebbe
il
suo
pieno
risultato
.
Ad
es
.
,
rimise
nella
circolazione
della
vita
di
cultura
del
proprio
paese
una
quantità
di
giovani
-
e
chiunque
ha
avuto
che
fare
,
in
Italia
,
in
questi
ultimi
dieci
anni
,
con
movimenti
spirituali
lo
sa
-
;
creò
e
pose
per
numerose
coscienze
il
problema
del
modo
di
conciliare
il
cattolicismo
con
la
scienza
e
con
la
democrazia
;
maturò
e
preparò
-
e
questo
si
vedrà
meglio
più
tardi
-
una
nuova
e
più
piena
concezione
della
laicità
e
della
libertà
religiosa
.
Quanto
all
'
istituto
ecclesiastico
,
così
come
esso
è
e
funziona
oggi
,
quel
movimento
di
giovani
non
poteva
che
nuocergli
;
e
gli
nocque
molto
;
e
il
danno
fu
lo
stesso
antimodernismo
di
Pio
X
,
da
esso
direttamente
provocato
;
antimodernismo
che
ha
finito
con
il
creare
nell
'
interno
della
Chiesa
così
stridenti
antinomie
e
dissensi
e
conflitti
,
che
la
morte
di
Pio
X
è
parsa
a
tutti
gli
spiriti
più
intelligenti
una
liberazione
.
Poiché
il
richiamo
alla
più
rigida
interpretazione
della
dottrina
e
della
disciplina
cattolica
,
così
nella
vita
interna
della
Chiesa
come
nei
rapporti
con
le
altre
confessioni
cristiane
,
con
gli
Stati
e
con
la
società
in
generale
,
opposto
alle
idee
e
tendenze
dei
modernizzanti
,
non
poteva
non
creare
ai
cattolici
e
alla
Chiesa
stessa
difficoltà
e
imbarazzi
innumerevoli
,
ridurre
l
'
ortodossia
e
l
'
integralismo
ad
absurdum
.
Ed
è
appunto
lo
stato
di
cose
venutosi
così
creando
che
ha
aperto
al
cardinale
Della
Chiesa
la
via
del
pontificato
e
gli
impone
oggi
il
nuovo
programma
.
Programma
di
conciliazione
e
di
temporeggiamenti
ma
anche
di
ritorno
al
primo
atteggiamento
di
Leone
XIII
verso
la
democrazia
cristiana
di
allora
,
di
fiducia
nei
laici
,
di
un
poco
più
di
libertà
alla
stampa
,
di
azione
popolare
e
sociale
.
La
Chiesa
può
permettersi
oggi
questo
movimento
,
perché
lo
ha
rinnegato
ieri
e
costretto
a
rinnegarsi
esso
stesso
,
a
recidere
da
sé
le
energie
generatrici
di
ulteriori
sviluppi
.
Ma
quello
che
ha
poca
importanza
come
fatto
di
oggi
,
può
averne
domani
molta
come
indizio
ed
orientamento
e
come
metodo
.
E
qui
,
proseguendo
,
entreremmo
nel
campo
delle
previsioni
,
che
dovrebbero
essere
molto
caute
e
dubitative
,
e
non
interesserebbero
quindi
il
lettore
.
Questo
solo
diremo
,
che
assai
probabilmente
,
per
un
decennio
almeno
,
nuovi
e
vigorosi
moti
di
pensiero
e
di
iniziativa
non
è
probabile
che
abbiano
luogo
nel
seno
del
cattolicismo
;
e
che
,
del
resto
,
conviene
oramai
vincere
la
illusione
per
la
quale
questo
è
considerato
come
un
sistema
chiuso
,
nel
quale
chi
governa
detti
legge
;
mentre
bisogna
invece
considerare
il
cattolicismo
come
una
delle
facce
della
coscienza
religiosa
italiana
,
della
quale
l
'
altra
faccia
è
lo
scetticismo
,
la
miseria
morale
,
l
'
ateismo
dei
clericaleggianti
,
il
dommatismo
di
sedicenti
nemici
del
domma
,
la
flaccida
grossolanità
dello
spirito
italiano
.
Agitate
potentemente
,
anche
agendo
da
fuori
della
Chiesa
,
la
coscienza
religiosa
del
paese
e
voi
imporrete
a
quella
atteggiamenti
e
movenze
diverse
.
StampaPeriodica ,
Durante
questa
guerra
i
tedeschi
in
mancanza
di
capolavori
strategici
avranno
creato
i
loro
capolavori
letterarî
.
Il
commesso
viaggiatore
teutonico
che
celebra
in
un
italiano
molto
goffo
e
sgrammaticato
la
sua
pacottiglia
e
il
suo
Deutschtum
,
vale
centomila
volte
tutti
i
suoi
Kant
e
Hegel
con
tutti
gli
altri
Lasson
,
Eucken
e
simili
confusionarî
nel
vuoto
ed
è
pari
a
Schiller
e
appena
inferiore
a
Goethe
:
peccato
che
costui
abbia
scritto
alcune
parti
del
Faust
:
solo
per
queste
merita
di
essere
sceverato
dalla
compagnia
malvagia
e
scempia
.
Di
questi
commessi
viaggiatori
farneticanti
per
tedeschite
acuta
il
principe
(
principe
anche
per
volontà
di
Guglielmone
)
è
indiscutibilmente
von
Bülow
,
l
'
ex
-
cancelliere
.
Il
Popolo
romano
il
quale
è
,
come
tutti
sanno
,
disinteressatamente
devoto
alla
grande
causa
germanica
,
pubblicava
alcuni
giorni
fa
una
letterina
di
Bülow
a
un
qualunque
senatore
o
deputato
italiano
(
a
proposito
perché
non
cerca
l
'
ottimo
Bülow
di
esportare
nell
'
immensa
tedescheria
tutti
i
nostri
deputati
e
senatori
e
professori
e
ministri
?
sarebbe
un
ottimo
affare
per
noi
a
cui
quella
malagenia
toglie
soldi
e
riputazione
)
.
-
Ecco
,
dunque
,
questo
cimelio
buloffiano
,
almeno
nelle
sue
linee
essenziali
che
trascrivo
dall
'
ottimo
giornale
teuto
-
italiano
di
Roma
:
anche
se
fosse
una
spiritosa
invenzione
del
giornale
romano
,
resterebbe
sempre
altamente
caratteristico
e
interessante
,
essendo
di
una
verosimiglianza
molto
maggiore
del
vero
.
E
del
resto
,
non
si
presta
che
ai
ricchi
.
Così
suona
dunque
l
'
aureo
testo
:
"
Iddio
protegge
visibilmente
i
nostri
eserciti
.
Noi
abbiamo
riportato
belle
vittorie
e
altre
ne
riporteremo
ancora
....
Spero
molto
che
l
'
Italia
si
manterrà
saggia
.
Assalire
l
'
Austria
sua
alleata
durante
30
anni
e
la
Germania
,
pure
sua
alleata
,
sarebbe
un
delitto
e
una
follia
.
Mentre
con
un
atteggiamento
prudente
l
'
Italia
conserverà
integra
l
'
amicizia
della
Germania
"
.
Siamo
dunque
intesi
.
Come
dicono
Bülow
e
i
suoi
milioni
di
compari
,
l
'
Italia
seguiti
a
portarsi
bene
,
stia
quieta
,
docile
e
ossequente
e
non
le
mancherà
la
protezione
della
Germania
neanche
per
l
'
avvenire
.
Con
ciò
si
riassumono
perfettamente
quaranta
anni
di
politica
italiana
passata
e
forse
altri
quarant
'
anni
di
futura
politica
italiana
.
Quelle
parolette
del
rigattiere
von
Bülow
meritano
,
v
'
assicuro
,
d
'
essere
incise
nel
bronzo
o
in
qualchecosa
aere
perennius
.
La
cosiddetta
erede
di
Machiavelli
è
scesa
al
rango
di
servetta
goldoniana
e
vi
si
trova
benissimo
.
La
grossa
e
tronfia
Germania
può
pigliare
l
'
arie
di
padrona
sicura
del
fatto
suo
e
rimbrottare
e
castigare
la
proterva
servetta
se
questa
,
Dio
ci
guardi
,
avesse
delle
frasche
o
facesse
qualche
giretto
di
danza
in
territorio
proibito
.
La
signora
Germania
conta
già
delle
belle
vittorie
ed
altre
spera
di
poterne
contare
quanto
prima
.
Attenta
,
ohe
!
,
la
servetta
.
In
quarant
'
anni
di
felice
servitù
Germania
e
Italia
hanno
imparato
a
comandare
da
un
lato
e
a
ubbidire
dall
'
altro
,
alla
perfezione
.
Crispi
che
con
grande
compiacimento
dei
nostri
nazionalisti
rappresenta
l
'
acme
(
ovverosia
il
fondo
)
del
vassallaggio
italiano
durante
questi
ultimi
quarant
'
anni
,
era
gioioso
e
trionfante
quando
poteva
andare
a
Fridrichsruhe
a
infagottarsi
nel
palamidone
di
Bismarck
.
E
quando
tornava
,
non
si
teneva
dalla
contentezza
e
sarebbe
volentieri
salito
in
Campidoglio
per
ringraziare
gli
dei
e
sostituire
ai
trofei
di
Mario
il
tabarro
di
Bismarck
.
Quando
vi
dico
che
noi
siamo
gli
eredi
dei
Romani
!
Ed
ecco
perché
e
come
Bülow
è
nella
perfetta
tradizione
italiana
e
germanica
tutte
le
volte
che
piglia
l
'
Italia
per
il
ganascino
e
la
richiama
galantemente
al
dovere
.
Sonnino
che
è
stato
parecchi
anni
collega
di
Crispi
nel
governo
,
deve
ricordarsene
perfettamente
.
E
non
dubito
che
saprà
perfettamente
conformarvisi
anche
nell
'
attuale
momento
che
è
,
non
bisogna
dissimularselo
,
un
po
'
difficiluccio
.
La
grossa
Germania
ci
tiene
il
broncio
e
ci
minaccia
.
Per
carità
,
mi
raccomando
,
cerchiamo
di
non
disgustarcela
.
È
una
padrona
tanto
cara
e
così
garbata
!
StampaPeriodica ,
Ci
sono
stati
di
quelli
che
mi
hanno
guardato
come
si
guarda
il
vitello
squartato
sui
ganci
del
macellaro
;
e
altri
hanno
voltato
,
verso
i
vetri
aperti
nei
muri
,
i
risi
rattratti
nel
finto
soprappensiero
.
Ho
avvertito
ne
'
loro
tacchi
,
dietro
dietro
inciampicando
,
uno
scricco
di
più
,
quasi
un
singulto
risareccio
per
la
buona
riuscita
.
Eppure
,
eppure
!
Chi
vi
chiamò
intorno
a
me
se
non
quei
due
occhi
miei
così
ghiotti
dietro
gli
spazzolini
corti
de
'
cigli
,
quei
due
occhi
che
sotto
la
facciata
unita
della
fronte
ingoiano
tutti
i
momenti
le
cose
come
quelli
di
un
negro
?
Mi
bastano
,
nel
piazzone
guarnito
di
ragazzi
in
maglia
rossa
,
due
botte
di
tamburo
per
rifarmi
in
un
lampo
l
'
anima
che
sta
bene
al
deserto
.
L
'
anima
del
nero
che
sa
ballare
al
colore
del
sole
e
del
fuoco
.
Una
negra
soltanto
poteva
essere
la
donna
che
avrebbe
steso
sopra
le
mie
palpebre
grinzose
di
troppo
lume
lo
scialle
bianco
del
sonno
.
Sarò
,
nella
seconda
parte
del
mondo
,
un
buon
negro
di
romanzo
che
si
bagnerà
dopo
il
rinoceronte
e
avrà
una
religione
di
legno
scolpita
a
coltello
.
Oggi
,
cavallo
di
privata
scuderia
,
tagliata
a
striscie
la
pelle
dal
cuoio
lucente
,
col
muso
tra
il
fieno
che
non
vidi
verdeggiare
,
porto
a
spasso
nella
vettura
di
nolo
tutte
le
signore
delle
mie
immaginazioni
.
Un
salto
di
qua
e
uno
di
là
:
per
giorni
e
per
giorni
appena
un
raggio
la
mattina
,
eppoi
tutto
il
giorno
,
imbiancato
,
senza
sole
,
finiva
prima
di
sera
come
un
trasporto
per
carità
.
Laggiù
sarei
stato
proprietario
della
mia
spelonca
di
travi
colla
maschera
di
cinabro
inchiodata
alla
soglia
.
Dentoni
bianchi
di
conchiglie
avrei
messo
fra
labbro
e
labbro
a
inorridire
gli
spiriti
e
avrei
sorseggiato
il
rhum
cristiano
la
domenica
sera
,
di
nascosto
a
tutti
.
Mia
moglie
,
spalmata
d
'
olio
e
rasa
la
testa
,
avrebbe
guardato
,
alla
destra
della
stoia
coniugale
,
le
sue
cioccie
pendenti
a
guanciale
fino
al
bellico
,
il
suo
grasso
bellico
spiombante
a
grembiule
fin
sopra
le
cosce
.
Ora
aspetto
,
sull
'
ora
di
cena
,
chi
passa
nel
vento
e
nei
riflessi
della
gran
piazza
schiacciata
da
'
marmi
.
E
mi
sento
così
scompagnato
dalla
mia
razza
vestita
di
lana
,
così
intirizzito
di
freddo
e
d
'
incerto
dolore
!
Se
un
'
ora
di
gioia
smarrita
viene
a
visitarmi
,
vestita
a
lutto
come
il
prete
per
sempre
,
non
so
riceverla
in
casa
mia
.
Non
mi
appartiene
.
Da
nessuno
mi
fu
destinata
.
Viene
e
sparisce
senza
toccarmi
e
se
nel
polso
il
sangue
vuol
battere
la
misura
del
risorgimento
non
vien
risposta
dalla
parte
del
cuore
.
Nella
solitudine
,
invece
,
mi
sollevo
più
alto
di
me
come
il
giovane
vincitore
di
bronzo
sotto
gli
archi
della
loggia
.
Mi
crescono
intorno
ai
capelli
foglie
di
sempre
-
verdi
e
duri
fiori
d
'
inverno
.
Rido
col
mio
specchio
;
segno
il
passo
nel
vuoto
armonico
delle
dodici
scoccate
;
gusto
ed
assaggio
con
indicibile
raccoglimento
tutta
la
soavità
della
mia
tristezza
bastarda
.
Nessuno
può
prendermi
il
braccio
in
quell
'
ore
.
Si
spengono
i
lumi
e
si
vedon
meglio
le
strade
del
cielo
fra
palazzo
e
palazzo
e
il
getto
dell
'
acqua
nella
rotonda
fontana
dà
bianche
faville
di
goccie
sulla
brunità
della
pietra
invecchiata
.
Passo
e
ripasso
per
rivedere
quel
che
ho
visto
mezz
'
ora
fa
né
mi
stanco
di
questo
giro
di
cose
intorno
a
me
stesso
,
più
fresco
di
amore
che
al
momento
della
levata
.
Le
carrozze
son
ferme
e
chiuse
come
bare
d
'
epidemia
:
se
tutti
gli
orologi
dei
dintorni
suonano
,
l
'
un
dopo
l
'
altro
,
il
primo
tocco
del
nuovo
giorno
penso
con
fremiti
di
passione
alla
bellezza
dell
'
eternità
.
Non
svegliatemi
.
Ripenso
alla
donna
alta
e
matura
che
si
fece
guardare
da
me
verso
l
'
otto
,
tutta
chiusa
nei
suoi
grossi
vestiti
di
velluto
e
di
pelli
,
colla
faccia
nascosta
dietro
la
veletta
,
tesa
come
una
finestra
di
filo
tra
i
capelli
ed
il
mento
.
La
pelliccia
lunga
che
le
rimodellava
in
dolci
monti
il
corpo
grande
e
fasciato
mi
lasciò
un
cattivo
senso
di
fortezza
da
prendere
.
E
quando
mi
fu
lontana
fui
contento
più
del
momento
innanzi
.
Accesi
pronto
una
sigaretta
come
una
ricompensa
odorosa
.
Non
potrò
essere
un
negro
.
Se
questa
pelle
di
secca
recluta
che
consumò
camicie
troppo
fini
lustrasse
di
grana
mora
sotto
il
sole
d
'
Uganda
e
degli
occhi
non
si
vedesse
che
il
bianco
,
più
bianco
di
tutto
sopra
il
mio
naso
camuso
di
cane
,
non
avrei
,
né
alla
luce
né
al
buio
,
questi
amari
passatempi
.
Dormirei
come
un
ceppo
collo
scudo
sotto
la
parrucca
cresputa
come
i
primi
cavalieri
né
mi
sveglierebbe
infingarda
la
luce
bigia
degli
orti
.
Avrei
tanto
bisogno
d
'
esser
più
barbaro
!
E
di
stringere
al
mio
un
corpo
ubbidiente
con
diti
sudici
di
sangue
infedele
.
Partirò
,
partirò
qualche
mattina
.
Sarà
liscio
il
mare
come
la
saponata
nella
conca
e
sarà
il
cielo
tutto
disteso
e
tirato
come
una
pezza
di
seta
nuova
.
Partirò
senza
pianti
dal
granito
del
molo
e
navigherò
verso
il
calore
e
l
'
allegrezza
cantando
a
mezza
voce
tra
il
sorriso
de
'
mozzi
.
StampaPeriodica ,
Il
mese
di
marzo
è
stato
segnato
da
due
grandi
crisi
che
continuano
.
Da
un
lato
quella
sanguinosa
del
Kosovo
,
dall
'
altro
quella
politica
e
istituzionale
dell
'
Unione
Europea
.
Qui
,
certo
,
il
sangue
non
scorre
come
nel
Kosovo
.
I
15
paesi
,
in
attesa
di
diventare
20
o
22
,
ostentano
anzi
tra
loro
rapporti
pacifici
,
amichevoli
,
soccorrevoli
,
quasi
fraterni
.
Tuttavia
nel
cuore
transnazionale
dell
'
Unione
,
nel
limbo
burocratico
di
Bruxelles
,
si
sta
giocando
la
più
grossa
scommessa
continentale
di
fine
secolo
.
La
guerra
nel
Kosovo
è
guerra
vera
,
selvaggia
,
primordiale
,
combattuta
senza
pietà
e
senza
ipocrisie
umanitarie
.
Quel
che
avviene
a
Bruxelles
è
invece
un
'
insidiosa
guerriglia
civile
,
una
guerriglia
ipocrita
,
subdolamente
combattuta
nelle
cangianti
e
confuse
istituzioni
comunitarie
in
nome
di
ideali
nobilissimi
:
l
'
euro
,
il
mercato
unico
,
l
'
armonia
agricola
,
l
'
integrazione
federalistica
,
l
'
allargamento
ai
cugini
derelitti
dell
'
Europa
centrorientale
.
Cos
'
le
due
Europe
,
quella
della
guerra
aperta
nei
Balcani
,
l
'
altra
della
guerriglia
sotterranea
nel
quadrilatero
carolingio
,
danno
l
'
impressione
di
voler
approdare
insieme
al
Duemila
in
uno
stato
di
disfacimento
più
che
di
evoluzione
concorde
nell
'
ordine
e
nel
progresso
.
Non
credo
che
il
parallelismo
tra
il
virulento
inferno
balcanico
e
il
travagliato
limbo
euroccidentale
sia
cervellotico
o
forzato
.
La
verità
è
che
un
'
Europa
comunitaria
incapace
di
integrarsi
,
di
democratizzarsi
nelle
istituzioni
,
di
dare
a
queste
l
'
autonomia
e
la
presa
di
strumenti
preparatori
di
uno
stato
federale
,
sarà
sempre
più
un
'
Europa
allo
sbando
.
Malaticcia
e
velleitaria
,
dominata
da
una
burocrazia
pletorica
sottratta
a
controlli
e
verifiche
popolari
,
lacerata
da
scompensi
organici
e
da
faide
tecnocratiche
complicate
e
incomprensibili
:
una
simile
Europa
non
sarà
mai
in
grado
d
'
imporre
una
pace
energica
all
'
Europa
delle
guerre
calde
,
arcaiche
,
che
a
medio
termine
potrebbero
tracimare
dai
Balcani
e
lambire
perfino
l
'
Asia
mediterranea
.
Solo
una
robusta
e
convinta
stabilità
interna
all
'
Unione
,
un
'
integrazione
che
prolunga
il
mercato
della
moneta
e
del
commercio
unificati
nel
mercato
politico
delle
diplomazie
e
delle
difese
unificate
,
potranno
trovare
la
forza
con
cui
sedare
le
turbolenze
belliche
evitando
che
le
guerre
balcaniche
diventino
guerre
paneuropee
.
Premessa
di
tale
necessaria
stabilizzazione
o
ristrutturazione
euroccidentale
è
in
certi
caso
lo
scorrimento
,
in
altri
l
'
ampliamento
,
in
altri
ancora
il
deperimento
delle
funzioni
assegnate
alle
tre
principali
macchine
comunitarie
.
Il
Consiglio
,
che
rappresenta
i
governi
degli
stati
membri
e
si
comporta
come
il
sinedrio
collegiale
di
una
monarchia
assoluta
,
dovrebbe
deperire
diventando
un
organo
di
rappresentanza
e
di
testimonianza
storica
delle
nazioni
associate
.
La
Commissione
,
che
dai
tempi
di
Jacques
Delors
non
è
più
subalterna
ancella
del
Consiglio
intergovernativo
,
dovrebbe
assumere
il
connotato
di
un
vero
esecutivo
federale
europeo
.
Il
Parlamento
,
che
fino
all
'
altroieri
appariva
confinato
in
un
ruolo
consultivo
di
second
'
ordine
,
dovrebbe
estendere
i
suoi
poteri
nei
confronti
sia
della
Commissione
sia
del
Consiglio
.
In
sostanza
,
l
'
Europarlamento
dovrebbe
conquistare
ulteriori
prerogative
costituzionali
dopo
quelle
espugnate
,
pochi
giorni
orsono
,
con
le
dimissioni
imposte
alla
Commissione
.
Lo
scandalo
moralistico
,
'
nepotismi
'
e
'
irregolarità
'
,
c
'
entrano
poco
o
niente
con
la
bocciatura
inflitta
dai
parlamentari
all
'
organismo
esecutivo
dell
'
Unione
.
C
'
entra
,
invece
,
il
prolungato
scandalo
politico
che
per
decenni
impediva
all
'
Assemblea
di
fare
i
conti
con
i
ministri
posticci
della
Commissione
e
con
i
ministri
reali
del
Consiglio
.
Ora
,
la
Commissione
bocciata
sarà
certo
più
debole
nei
confronti
del
Parlamento
,
ma
,
da
questo
paradossalmente
legittimata
nella
reciproca
autonomia
del
Consiglio
,
sarà
anche
più
forte
nel
quadro
istituzionale
complessivo
.
Il
dado
è
tratto
.
Il
resto
è
in
arrivo
.
D
'
ora
in
avanti
,
il
Parlamento
potrà
esercitare
un
potere
di
ratifica
sulla
nomina
del
presidente
della
Commissione
,
potrà
censurare
le
sue
spese
e
i
suoi
errori
,
potrà
sostenerlo
e
assisterlo
nella
nomina
dei
commissari
,
una
volta
scelti
con
metodo
impositivo
dal
Consiglio
.
La
rivoluzione
liberale
in
atto
raggiungerà
il
giorno
più
alto
quando
il
Parlamento
europeo
diverrà
assemblea
costituente
europea
:
allora
la
monarchia
autocratica
del
Consiglio
,
che
già
perde
colpi
,
dovrà
trasformarsi
per
forza
in
monarchia
costituzionale
.
In
quel
caso
,
forse
non
lontano
,
l
'
Europa
ci
apparirà
alfine
pressoché
unita
,
pressoché
compatta
,
pressoché
pronta
a
riportare
pace
e
ordine
nelle
regioni
limitrofe
sconvolte
dall
'
odio
e
dalla
guerra
infinita
.
StampaPeriodica ,
Il
primo
assaggio
del
mondo
è
talmente
ingrato
,
che
alla
persona
favolosa
del
più
sapiente
dei
re
venne
attribuito
un
libro
amaro
compendiato
nel
motto
amarissimo
:
a
Chi
accresce
la
scienza
accresce
il
dolore
n
.
La
prima
impressione
che
riceve
chi
si
dà
a
osservare
intorno
a
sé
le
cose
umane
,
non
è
posata
e
serena
;
è
passionale
;
e
si
riassume
nel
pregiudizio
,
tanto
più
nobile
quanto
è
più
retto
e
generoso
l
'
animo
dell
'
osservatore
,
che
le
cose
umane
non
sono
come
dovrebbero
essere
,
non
vanno
come
dovrebbero
andare
.
L
'
ingenuo
osservatore
non
si
accorge
che
,
credendo
d
'
immergersi
interamente
nelle
cose
.
col
fatto
ne
fa
astrazione
,
e
si
assorbe
invece
in
se
stesso
,
che
è
un
falso
sé
stesso
fuori
delle
cose
.
Stima
di
esplorare
il
mondo
,
e
all
'
opposto
si
smarrisce
in
un
sé
fittizio
fuori
del
mondo
.
Perché
il
dover
andare
,
il
dover
essere
che
desidera
alle
cose
,
è
dentro
di
lui
,
o
,
meglio
,
dentro
quel
suo
astratto
sé
stesso
,
e
non
è
nelle
cose
,
le
quali
vanno
come
vanno
,
sono
come
sono
.
Sono
,
cioè
,
la
situazione
storica
;
vai
quanto
dire
,
non
possono
non
andare
come
vanno
,
vanno
per
l
'
appunto
come
devono
andare
.
E
la
situazione
storica
s
'
impone
;
tanto
che
quel
primo
assaggio
,
quella
prima
impressione
si
risolverebbero
in
una
condanna
vuota
,
in
una
vana
disadeguazione
dalle
cose
,
se
non
portassero
naturalmente
a
una
riadeguazione
alle
cose
,
a
una
riassoluzione
del
mondo
.
L
'
astrarsi
in
una
inutile
maledizione
contro
il
tutto
,
è
un
disumanarsi
;
ma
se
quell
'
astrarsi
avviene
,
ed
è
,
dunque
,
necessario
,
non
è
necessario
se
non
perché
implica
una
più
intera
e
piena
riumanazione
.
Riflettendo
pacatamente
,
ragionando
,
ci
persuadiamo
che
questo
riumanarsi
nel
materno
seno
delle
cose
è
un
fatto
continuo
,
altrimenti
per
gli
uomini
la
società
dei
propri
simili
sarebbe
impossibile
e
l
'
homo
homini
lupus
non
si
comporrebbe
nel
proximus
tuus
.
Non
ostante
ciò
anche
ragionando
,
non
ci
è
lecito
di
dissentire
,
che
non
meno
continuo
persiste
dentro
di
noi
qualcosa
di
tenace
e
d
'
incoercibile
,
che
non
si
acquieta
,
che
non
si
abbandona
alla
corrente
,
che
all
'
andazzo
anzi
si
oppone
,
e
talvolta
si
solleva
a
tempesta
contro
le
cose
come
sono
e
come
vanno
tenendosi
all
'
apparizione
leggiadra
e
imperiosa
di
un
come
dovrebbero
essere
e
dovrebbero
andare
.
Donde
nasce
,
dunque
,
e
che
cosa
è
mai
cotesta
potenza
interiore
,
cotesta
prepotenza
dell
'
anima
?
Ognuno
ne
sente
in
sé
,
anche
non
pensandovi
,
anche
ignorando
affatto
la
spiegazione
di
Platone
,
la
presenza
;
ognuno
ne
segue
,
anche
non
rendendosene
o
non
sapendo
rendersene
ragione
,
l
'
impulso
.
Ne
segue
l
'
impulso
l
'
ultimo
zappatore
,
che
desidera
alleviata
la
sorte
dei
suoi
figli
;
il
legislatore
,
che
non
si
contenta
delle
leggi
in
vigore
e
ne
medita
di
più
rispondenti
;
il
condottiero
di
popoli
e
di
nazioni
,
che
vuole
l
'
inalzamento
del
suo
popolo
e
della
sua
nazione
;
e
,
il
santo
,
che
anela
a
una
beatitudine
senza
confini
di
stati
e
di
schiatta
ripartita
egualmente
a
tutti
gli
uomini
,
egualmente
affrancati
da
ogni
privazione
.
Anzi
,
la
procella
interna
dalla
quale
,
purtroppo
,
non
a
tutti
i
nati
di
donna
è
consentito
di
scampare
incolumi
o
vittoriosi
,
è
alimentata
proprio
da
niente
altro
,
che
dal
tormentoso
sentimento
del
dover
essere
delle
cose
contrapposte
al
loro
essere
:
qual
'
è
,
se
non
cotesto
,
il
soggetto
del
dramma
che
ogni
.
uomo
vive
dentro
di
sé
?
Erra
Schopenhauer
,
perché
non
lo
risolve
;
ma
è
l
'
eterno
dramma
,
che
è
commedia
comune
per
l
'
inetto
,
la
cui
inutile
rassegnazione
ai
colpi
impartitigli
dalla
fortuna
a
lui
conforme
si
rivela
alle
sue
stesse
querimonie
;
è
divina
commedia
per
l
'
uomo
di
genio
,
che
con
l
'
opera
sua
apre
un
'
epoca
nuova
;
è
tragedia
gaudiosa
pel
martire
,
che
col
proprio
sacrifizio
testimonia
la
realtà
dell
'
ideale
.
Come
si
fa
a
negarlo
?
"
Le
cose
non
vanno
come
dovrebbero
andare
"
.
Questa
specie
di
giudizio
universale
,
con
cui
l
'
anima
degli
uomini
e
delle
genti
butta
il
mondo
nella
geenna
,
e
che
sopravvive
e
si
tien
rannicchiato
nella
mente
perfino
del
filosofo
,
giudice
freddo
,
e
conscio
che
le
cose
non
possono
non
andare
come
vanno
,
non
sarà
,
e
infatti
non
è
un
giudizio
,
non
è
un
atto
della
ragione
,
la
quale
non
concepisce
sé
esistente
fuori
della
coessenza
della
realtà
.
Ma
che
sia
qualcosa
di
universale
è
innegabile
,
perché
il
negare
la
verità
del
dramma
umano
forma
appunto
un
episodio
dello
stesso
dramma
di
cui
s
'
impugna
l
'
esistenza
.
Qualcosa
di
universale
,
dunque
,
alimento
primo
dell
'
attività
mentale
,
chiamiamolo
lirismo
e
sentimento
,
chiamiamolo
fantasia
e
passione
,
chiamiamolo
epos
ed
ethos
,
non
nato
d
'
altronde
che
da
sé
stesso
,
congenito
con
sé
stesso
,
è
insomma
il
nucleo
autogenetico
,
il
focolare
vivo
per
cui
la
niente
non
si
sta
all
'
azione
e
alla
conoscenza
del
fatto
e
lo
trasmuta
nel
da
farsi
,
non
si
ferma
al
passato
che
riassimila
in
sé
riconformato
nell
'
avvenire
,
maledice
come
male
il
presente
non
ancora
superato
e
ribenedetto
come
bene
imminente
.
Perciò
gli
uomini
che
effettivamente
sentirono
fervere
dentro
di
sé
come
una
potenza
dell
'
universo
l
'
epos
antico
della
stirpe
e
lo
rivissero
con
la
certezza
e
la
virtù
di
un
bene
predestinato
,
preparato
a
rigenerarla
,
furono
quelli
il
cui
dramma
intimo
investì
tutti
e
si
trasfigurò
nel
dramma
di
tutti
,
il
cui
dramma
individuale
diventò
nella
storia
della
civiltà
la
missione
dell
'
epoca
.
Perché
la
potenza
da
cui
si
sentivano
invasi
e
che
illuminava
e
guidava
il
loro
destino
,
essi
l
'
hanno
creduta
quella
stessa
,
a
cui
attribuivano
la
creazione
e
l
'
esistenza
del
mondo
;
profondamente
,
con
tutta
l
'
anima
,
veramente
,
con
tutto
l
'
intelletto
,
l
'
hanno
creduta
e
l
'
hanno
pensata
Dio
.
E
furono
davvero
i
"
figli
di
Dio
"
,
perché
lo
crearono
.
I
figli
di
Dio
furono
i
creatori
di
Dio
.
Anche
quelli
che
comparvero
sulla
soglia
dell
'
antichità
storica
,
come
Hammurabi
,
come
Amenhotep
Chuenaten
,
come
il
leggendario
Mosé
,
avevano
alle
spalle
un
'
antichità
ben
più
remota
,
che
per
noi
oggi
si
disfà
nella
nebbiosa
astrattezza
di
un
qualunque
numero
plurimillenario
.
E
millenni
e
millenni
prima
di
loro
,
perfino
l
'
umanità
,
di
cui
non
abbiamo
potuto
rintracciare
di
meglio
che
vestigi
fossili
più
o
meno
eloquenti
,
appunto
perché
umanità
,
ebbe
essa
pure
un
sentore
della
realtà
universale
,
dell
'
universalità
della
mente
,
fosse
anche
spezzettandola
incosciamente
e
cacciandola
ad
abitare
paurosamente
o
speranzosamente
nella
pioggia
e
nel
sereno
,
nelle
piante
e
nelle
pietre
di
cui
,
come
i
selvaggi
tuttora
viventi
e
tuttora
non
viventi
meglio
dei
progenitori
paleoetnologici
,
si
fingevano
misteriosi
esseri
nemici
o
protettori
.
La
realtà
dello
spirito
può
rimanere
ignota
,
ma
è
la
vita
;
e
l
'
intensità
con
cui
,
gli
uomini
ignari
la
vivono
,
si
palesa
nella
finzione
degli
spiriti
e
nel
terrore
o
nella
gioia
della
loro
finzione
.
Gli
spiriti
buoni
e
cattivi
,
dunque
,
gli
dèi
e
i
demonii
nacquero
presto
con
gli
uomini
,
a
una
nascita
;
lo
spirito
o
,
meglio
,
l
'
idea
dello
spirito
,
Dio
,
nacque
tardi
;
la
realtà
dello
spirito
,
vale
a
dire
,
il
giudizio
reale
,
la
scienza
,
è
il
dente
del
giudizio
,
è
nata
all
'
ultimo
.
E
per
tirarlo
su
a
nascere
,
c
'
è
voluto
dolore
,
e
subisso
di
tempo
e
di
tempi
.
Basta
pensare
a
questo
,
cioè
al
cammino
che
ha
percorso
la
mente
umana
dalla
finzione
degli
spiriti
all
'
idea
dello
spirito
,
per
comprendere
il
valore
e
la
concretezza
della
missione
adempiuta
dai
figli
e
creatori
di
Dio
.
Per
comprendere
,
insieme
,
che
crearono
ciascuno
il
suo
Dio
,
vale
a
dire
il
Dio
conforme
all
'
epoca
,
alla
natura
del
paese
,
alle
tradizioni
nazionali
,
al
genio
della
stirpe
,
all
'
ambiente
e
simili
,
tutte
cose
che
,
se
hanno
senso
,
significano
precisamente
,
in
una
parola
,
la
situazione
storica
.
E
appunto
perché
espresso
dalla
situazione
storica
,
quello
che
essi
crearono
era
per
ciascuno
il
Dio
unico
,
l
'
unico
e
vero
Dio
.
Dunque
,
si
può
obiettare
,
essi
in
verità
non
compresero
Dio
,
che
è
l
'
uno
di
tutti
i
tempi
e
luoghi
,
e
non
è
quello
particolare
né
,
putacaso
,
di
Zarathustra
,
né
di
Maometto
,
né
di
Enfantin
.
Ma
che
l
'
obiezione
non
concluda
,
è
provato
dal
fatto
che
,
se
esaminiamo
proprio
il
Dio
oggi
confessato
cattolicamente
l
'
uno
e
vero
Eterno
,
dobbiamo
riconoscere
che
non
è
concepito
nello
stesso
modo
dai
medesimi
credenti
,
padri
e
dottori
e
teologi
,
che
ne
hanno
bandito
pel
mondo
la
verità
.
Costoro
,
anzi
,
lo
pensano
ognuno
in
una
maniera
altrettanto
diversa
,
quanta
è
la
diversità
peculiare
che
rende
inconfondibile
Shamash
con
Aten
,
Jahvé
con
Allah
,
Ahura
con
Eli
.
Passiamo
pure
sulla
storia
dell
'
eresia
,
che
offrirebbe
una
prova
troppo
alla
mano
e
comoda
:
nel
seno
stesso
dell
'
ortodossia
non
parlerebbe
logicamente
chi
sostenesse
che
il
Dio
di
San
Paolo
è
il
Dio
di
Sant
'
Agostino
,
il
Dio
di
San
Domenico
è
il
Dio
di
San
Francesco
,
il
Dio
di
San
Tommaso
è
il
Dio
di
Vico
.
Sono
,
al
contrario
,
iddii
così
distinti
,
come
sono
distinti
i
rispettivi
momenti
storici
.
Tanto
che
l
'
accorto
teologo
,
il
quale
dalla
variabilità
storica
del
concetto
di
Dio
,
o
svolgimento
,
volesse
,
come
hanno
fatto
i
gesuiti
in
partibus
infidelium
,
inferirne
giustamente
la
prova
decisiva
dell
'
irrefragabile
verità
del
Dio
onnipotente
,
imperscrutabile
e
inaccessibile
,
è
accessibile
alla
povera
intelligenza
umana
solo
per
quel
tanto
che
le
concede
della
sua
grazia
,
ebbene
,
a
che
cosa
l
'
accorto
teologo
concluderebbe
?
Sostenendo
l
'
unità
di
Dio
,
uno
e
vero
qualunque
sia
la
maniera
imperfetta
con
cui
lo
apprende
l
'
anima
dei
mortali
,
egli
in
sostanza
conclude
al
vero
uno
,
vale
a
dire
all
'
unità
reale
della
mente
umana
,
che
è
mente
in
tutti
i
luoghi
e
in
tutti
i
tempi
;
a
quell
'
unità
in
cui
s
'
identificano
Ptah
e
Brama
e
Giove
e
il
Signore
e
tutte
le
fantasie
e
le
idee
e
i
concetti
e
i
voleri
degli
uomini
,
siano
civili
o
selvaggi
,
deficienti
o
intelligenti
,
attivi
o
contemplativi
.
Che
cosa
dice
Chuenaten
?
"
Tu
sei
nel
mio
cuore
.
Nessuno
ti
ha
riconosciuto
fuori
di
tuo
figlio
Chuenaten
.
Tu
gli
concedi
la
tua
potenza
.
La
terra
è
nelle
tue
mani
perché
tu
l
'
hai
creata
"
.
La
mente
è
una
:
queste
parole
sono
le
medesime
che
,
espresse
o
tacite
,
suonano
nell
'
animo
di
Vyasâ
,
di
Ezra
,
di
Gesù
,
di
Lutero
,
degli
apostoli
e
dei
martiri
e
dei
santi
di
ogni
paese
e
favella
.
Nelle
parole
del
re
egiziano
,
l
'
ispirato
riformatore
monoteista
,
si
compendia
l
'
Imitazione
di
Cristo
,
si
compendia
il
succo
di
quella
grande
apocalissi
del
mondo
grecolatino
germanico
che
è
la
Divina
Commedia
.
Se
non
che
,
nessuno
si
fermerà
alla
lettera
,
e
ne
tirerà
che
dunque
Chuenaten
e
,
per
esempio
,
il
Nisseno
pensavano
la
stessa
cosa
.
Sotto
la
lettera
,
lo
spirito
è
ben
diverso
;
perché
lo
spirito
implica
quel
complesso
specifico
di
problemi
etici
,
la
cui
posizione
e
risoluzione
distinguono
l
'
una
dall
'
altra
le
varie
situazioni
storiche
delle
quali
il
momento
culminante
si
concentra
nelle
mentalità
proprie
di
ciascuna
,
dette
perciò
"
i
geni
rappresentativi
"
.
Ma
per
questo
stesso
,
tanto
più
emerge
l
'
unità
:
quali
che
fossero
i
problemi
congeniti
nel
momento
storico
,
e
risoluti
o
da
risolvere
secondo
le
contingenze
caratteristiche
,
i
figli
di
Dio
si
unificano
in
un
pensiero
:
nelle
loro
menti
sfolgorò
l
'
idea
dello
spirito
universale
,
e
gli
subordinarono
il
mondo
;
essi
rigettarono
ogni
forma
di
politeismo
,
distrussero
dèi
e
demonii
;
il
loro
genio
non
ammise
che
l
'
unico
e
vero
Dio
,
creò
Dio
.
E
creando
l
'
unico
Dio
signore
del
mondo
al
cui
volere
tutto
il
mondo
doveva
ubbidire
,
iniziarono
con
la
sapienza
della
forza
o
con
la
forza
della
sapienza
quel
moto
di
umanizzazione
dei
popoli
e
delle
stirpi
,
che
attraverso
il
dolore
e
la
morte
e
il
sangue
e
la
distruzione
rivela
agli
uomini
un
contenuto
sempre
più
profondo
e
un
senso
sempre
migliore
della
vita
,
e
fa
felice
anche
la
colpa
e
fa
buono
anche
il
male
,
perché
ne
cava
scienza
e
virtù
.
Subordinarono
il
mondo
a
Dio
,
l
'
essenza
degl
'
individui
all
'
essenza
del
tutto
:
umanizzarono
il
mondo
con
la
forza
irresistibile
della
legge
morale
.
Siamo
ritornati
al
punto
donde
siamo
partiti
,
alla
colpa
,
al
male
,
ossia
all
'
essere
delle
cose
contrapposto
al
dover
essere
.
Sviluppando
l
'
antica
formola
tradizionale
cinese
,
che
la
colpa
è
ciò
che
nuoce
ai
cinque
hing
,
agli
elementi
del
mondo
,
dice
Confucio
che
il
male
è
ciò
che
si
oppone
al
tao
,
alla
ragione
universale
.
Pei
figli
di
Dio
,
essenzialmente
monoteisti
come
sono
,
si
comprende
che
cosa
è
il
male
,
che
essi
abominano
con
tanta
più
inesorabile
abominazione
,
quanto
più
se
lo
sentono
da
presso
,
annidato
proprio
dentro
al
cuore
:
il
male
è
ciò
che
si
oppone
a
Dio
.
Creando
Dio
,
necessariamente
hanno
creato
il
diavolo
.
Ecco
il
dramma
.
Chi
dice
:
"
Tu
,
Dio
,
sei
nel
mio
cuore
"
,
dice
implicitamente
:
"
Tu
,
diavolo
,
sei
nel
mio
cuore
"
.
Se
Dio
è
l
'
idea
dello
spirito
universale
,
e
risponde
al
bene
del
tutto
,
alla
morale
,
il
diavolo
è
l
'
idea
dello
spirito
individuale
,
e
risponde
al
bene
dell
'
individuo
contro
al
tutto
,
ossia
all
'
egoismo
,
che
è
il
male
.
La
ragione
filosofica
scopre
e
sistema
assai
tardi
la
dialettica
animatrice
delle
cose
,
in
virtù
della
quale
gl
'
infimi
selvaggi
non
possono
immaginare
spiriti
buoni
senza
spiriti
malvagi
:
ma
in
quella
sono
maestri
anche
gli
animali
,
per
cui
l
'
appetire
da
una
parte
significa
il
fuggire
o
avversare
dall
'
altra
.
E
la
dialettica
,
che
di
necessità
scinde
il
monoteismo
deistico
nel
diteismo
divino
-
diabolico
,
precisa
nettamente
i
termini
del
dissidio
in
conformità
della
speciale
situazione
storica
,
che
ha
ispirato
alla
mente
dell
'
epoca
,
all
'
uomo
di
genio
,
l
'
idea
dello
spirito
universale
,
l
'
idea
del
sommo
bene
,
e
lo
ha
indotto
a
inventare
il
Dio
conforme
.
Se
,
per
esempio
,
Dio
significa
esclusivamente
il
creatore
della
terra
per
la
stirpe
e
il
protettore
della
nazione
,
il
diavolo
è
il
dio
dello
straniero
.
Se
Dio
significa
l
'
autore
della
luce
,
della
creazione
amica
agli
uomini
,
del
benessere
materiale
e
morale
,
della
vita
pura
e
gioconda
,
il
diavolo
è
il
Dio
delle
tenebre
,
della
creazione
ostile
,
della
miseria
e
della
malvagità
e
dell
'
infermità
e
della
morte
.
Se
Dio
significa
il
padre
e
custode
dei
buoni
e
dei
poveri
,
il
diavolo
non
è
che
il
Dio
dei
malvagi
e
dei
ricchi
.
Se
Dio
è
il
signore
dei
fedeli
credenti
,
il
diavolo
è
il
Dio
degl
'
infedeli
miscredenti
;
e
così
di
seguito
.
Così
di
seguito
,
con
tutta
la
trama
d
'
infinite
differenze
e
complessità
e
semplificazioni
e
varietà
e
sfumature
che
segnano
lo
sviluppo
e
il
transito
di
un
'
epoca
in
un
'
altra
,
di
una
nazione
in
un
'
altra
,
di
un
'
egemonia
in
un
'
altra
,
di
questo
o
quel
momento
storico
precedente
nei
successivi
.
L
'
idea
,
la
realtà
,
secondo
la
vecchia
immagine
,
è
come
il
filugello
che
cava
da
sé
il
suo
filo
,
e
non
si
rinchiude
nel
bozzolo
se
non
per
sfarfallarne
e
per
quell
'
apparente
riprincipiar
da
capo
che
è
in
verità
un
eterno
continuare
verso
una
meta
che
è
,
insieme
,
principio
e
fine
.
Non
si
dà
sole
senza
tenebra
,
né
state
senza
verno
,
né
natura
amena
e
amica
di
frutti
senza
natura
di
uragani
e
di
desolazione
,
né
ricchezza
senza
miseria
,
né
salute
senza
infermità
,
né
amicizia
senza
inimicizia
,
né
credenza
senza
miscredenza
,
né
bontà
senza
malvagità
,
né
gioia
senza
dolore
.
Vale
a
dire
,
non
si
dà
pensiero
senza
che
sembri
che
ci
sia
un
qualcosa
che
non
è
pensiero
,
ossia
senza
l
'
errore
,
che
,
appunto
col
pensarlo
,
viene
ridotto
a
pensiero
;
e
non
si
dà
azione
senza
che
sembri
che
ci
sia
un
qualcosa
di
cieco
e
renitente
,
ossia
il
fatto
di
bruta
natura
,
agendo
sul
quale
lo
si
riduce
al
fine
volontario
appunto
voluto
dall
'
azione
.
Solo
che
gli
uomini
non
la
sentono
così
;
e
l
'
egoismo
cieco
e
irrazionale
,
che
hanno
congenito
dentro
,
lo
vedono
fuori
,
nella
malvagità
del
mondo
o
nell
'
ostilità
della
natura
;
come
se
le
stesse
meteore
e
i
terremoti
,
che
sembrano
un
maleficio
a
chi
ne
è
colpito
e
che
li
giudica
secondo
il
danno
che
ne
porta
,
non.fossero
una
condizione
di
esistenza
per
la
terra
,
che
nell
'
equilibrio
dell
'
economia
generale
connaturata
alle
sue
forze
endogene
ed
esogene
,
ne
ha
,
dunque
,
bene
.
Ciò
che
è
compreso
dai
credenti
,
i
quali
nelle
grandi
calamità
parlano
di
imperscrutabili
decreti
della
Provvidenza
.
Ma
la
ragione
non
è
il
sentimento
;
e
dunque
la
fantasia
e
la
passione
fanno
un
fascio
delle
tenebre
e
della
miseria
e
dell
'
infermità
e
della
bruta
natura
e
dell
'
errore
e
del
dolore
e
del
male
,
e
il
fascio
lo
chiamano
diavolo
,
soprintendente
alle
cose
come
vanno
;
e
fanno
un
fascio
della
ricchezza
e
della
salute
e
della
gioia
e
del
dolore
e
della
luce
e
della
verità
,
e
lo
chiamano
Dio
,
termine
ideale
delle
cose
come
dovrebbero
andare
.
Errore
,
male
,
dolore
;
verità
,
bene
,
beatitudine
:
questi
sono
i
termini
della
lotta
combattuta
di
continuo
,
senza
requie
.
Ed
è
guerra
veramente
senza
quartiere
sulla
terra
,
e
concludibile
soltanto
nella
pace
del
cielo
,
quando
si
accetta
come
assioma
o
come
verità
dogmatica
,
che
non
è
concesso
agli
uomini
espellere
del
tutto
il
diavolo
da
questo
mondo
,
e
che
la
vittoria
completa
è
destinata
da
Dio
all
'
altro
mondo
.
Naturalmente
la
soluzione
,
che
avviene
in
terra
o
in
cielo
o
sotterra
,
varia
col
variare
dei
modi
con
cui
,
secondo
i
tempi
e
i
luoghi
,
i
termini
sono
impostati
.
Ma
sia
che
prometta
l
'
affrancamento
dal
contatto
straniero
o
dalla
servitù
,
oppure
da
una
casta
divenuta
esosa
,
oppure
dal
maligno
influsso
della
miscredenza
,
oppure
dalla
natura
materiale
,
oppure
dal
tedio
del
mondo
stesso
giudicato
tutto
intollerabile
,
o
comunque
altro
si
voglia
,
essa
rivela
la
verità
fondamentale
:
che
,
cioè
,
la
lotta
è
intuita
e
sentita
come
un
processo
di
liberazione
.
"
Libera
nos
a
malo
"
.
Le
ore
tragiche
dell
'
umanità
sono
,
in
sostanza
,
quelle
in
cui
l
'
accumulamento
di
un
passato
morto
,
esausto
di
ogni
senso
e
contenuto
di
utile
e
di
bontà
e
di
verità
,
sembra
appesantirsi
come
una
montagna
di
falsità
e
di
menzogne
sulle
genti
,
e
spegnere
in
loro
ogni
prezzo
dell
'
esistenza
,
ogni
gusto
della
terra
.
L
'
umanità
,
persuasa
a
proprie
spese
che
"
militia
est
vita
hominis
super
terram
"
,
sfiduciata
e
disfatta
si
chiede
:
"
ma
perché
?
a
che
serve
?
"
.
E
l
'
inerzia
e
il
cinismo
coprono
perfino
la
disperazione
.
In
tali
crisi
storiche
,
l
'
immortalità
della
mente
umana
,
lo
spirito
del
mondo
si
concentra
in
un
uomo
,
il
figlio
di
Dio
,
che
porta
contro
il
cumulo
del
passato
tutte
le
fiamme
del
cielo
e
dell
'
inferno
,
tutte
le
fiamme
della
sua
coscienza
,
e
scioglie
al
fuoco
e
spiana
il
passato
,
e
incenerisce
il
diavolo
,
e
al
suo
popolo
risollevato
e
richiamato
al
pensiero
e
all
'
azione
addita
il
segno
e
la
legge
di
una
nuova
esistenza
.
La
sua
legge
è
immedesimazione
e
compenetrazione
dell
'
individuo
col
tutto
;
è
vita
e
assunzione
in
Dio
;
la
guerra
che
egli
riaccende
nel
mondo
è
guerra
all
'
egoismo
,
che
è
arrivato
all
'
estremo
,
cioè
al
termine
in
cui
l
'
egoismo
diventa
divoratore
di
sé
stesso
;
la
legge
è
il
dovere
,
e
il
dovere
è
il
diritto
del
sacrifizio
.
Perciò
il
furore
e
l
'
odio
contro
le
cose
come
vanno
egli
li
risolve
in
incantamento
e
in
amore
alle
cose
come
devono
andare
.
E
spinge
gli
uomini
un
gradino
più
su
per
la
scala
della
verità
e
della
volontà
,
in
cima
alla
quale
inferno
e
terra
e
cielo
si
fondono
e
si.concludono
in
liberazione
dell
'
anima
redentrice
di
sé
a
sé
stessa
e
signora
del
proprio
destino
.
In
cima
alla
scala
è
l
'
ideale
,
che
è
la
stessa
realtà
;
è
la
beatitudine
,
che
è
la
stessa
volontà
.
Tale
fu
l
'
opera
dei
Figli
di
Dio
;
opera
d
'
incivilimento
,
di
progresso
,
di
umanizzazione
della
bruta
natura
,
di
umanizzazione
dell
'
uomo
all
'
uomo
,
di
addomesticamento
e
di
educazione
del
destino
ricondotto
ad
abitare
sotto
la
fronte
e
sotto
la
mano
dell
'
uomo
.
Opera
di
fervore
e
di
fermento
verso
una
meta
che
si
tocca
sempre
,
perché
non
vi
si
arriva
mai
;
verso
il
fine
,
il
cui
esser
fine
consiste
nel
non
essere
mai
raggiunto
;
verso
il
dover
essere
,
che
non
esiste
fuori
del
come
avviene
.
In
questo
gaudioso
e
tremendo
lavoro
di
sviluppo
e
di
avanzata
senza
sosta
né
riposo
,
in
questo
facimento
e
rifacimento
implacabile
,
in
cui
generazioni
su
generazioni
e
popoli
su
popoli
sono
assorbiti
come
materia
di
elaborazione
per
un
prodotto
perfettibile
,
non
mai
perfetto
,
il
genio
prescelse
solo
quei
pochi
uomini
a
testimoniare
la
ragione
per
cui
le
stirpi
e
le
genti
si
sono
tanto
affaticate
,
a
comprovare
la
sostanza
di
verità
e
di
utilità
nella
quale
si
esaurirono
,
a
dimostrare
per
quale
virtù
profonda
la
transitorietà
della
loro
opera
,
che
può
sembrare
talvolta
affatto
dimenticata
o
sparita
,
si
perpetua
nell
'
attualità
della
nostra
.
E
tra
quei
pochi
ce
n
'
è
uno
,
a
cui
dalla
parte
più
colta
e
fattiva
dell
'
umanità
furono
sanciti
gli
altari
,
e
anche
oggi
l
'
inanità
degli
altari
non
ci
offende
,
perché
egli
stesso
avrebbe
perdonato
alle
turbe
l
'
incapacità
di
comprenderlo
come
vero
uomo
,
come
l
'
uomo
migliore
che
fino
a
oggi
sia
passato
per
la
milizia
della
terra
,
inerme
affatto
di
ogni
cura
di
sé
,
armato
di
passione
al
povero
prossimo
suo
,
armato
di
devozione
al
sacrifizio
.
Ed
è
quello
che
li
riassume
tutti
,
tanto
la
verità
dell
'
ideale
e
la
sostanza
eterna
della
bontà
umana
s
'
identificano
nel
suo
nome
;
tanto
egli
è
presente
e
vivo
dentro
di
noi
,
e
ci
conforta
e
aiuta
a
guardare
dal
dolore
e
dall
'
odio
la
nostra
fatica
e
a
preservare
dal
male
il
nostro
pane
quotidiano
e
a
serbare
dignità
nella
miseria
e
mansuetudine
nella
fortuna
:
tanta
fu
la
dolcezza
con
cui
si
sforzò
di
far
confessare
alle
genti
,
che
il
vero
Satana
insidiatore
della
vita
dell
'
anima
è
l
'
egoismo
.
Tanto
egli
con
le
sue
lacrime
e
col
suo
sangue
ha
connaturato
in
noi
la
certezza
,
che
non
da
altrove
che
dal
nostro
sangue
e
dalle
nostre
lacrime
ci
è
dato
di
cavare
la
forza
di
redimerci
dal
peso
di
noi
stessi
,
e
di
assaporare
l
'
esistenza
come
una
continua
liberazione
dell
'
animo
nella
pienezza
della
realtà
.
E
sul
petto
di
lui
,
che
riassume
in
sé
tutti
i
figli
di
Dio
,
l
'
umanità
china
con
consolazione
il
capo
travagliato
.
Perché
solo
nel
battito
del
suo
cuore
,
che
seppe
uscire
rinfiammato
di
fede
e
di
affetto
dalla
tragedia
combattuta
tra
il
cielo
e
l
'
abisso
,
ella
ritrova
tutta
intera
e
riconosce
a
pieno
la
tragedia
propria
,
che
combatte
con
sé
stessa
dal
principio
del
mondo
per
stabilire
sulla
terra
il
regno
dell
'
uomo
.