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La coscienza religiosa è lacerata da contraddizioni insanabili ; e lo dimostra la storia degli sforzi poderosi , ma vani della teodicea . Tutte , in fondo , si riducono a una : che Dio si concepisce insieme come spirito e come il suo opposto , la natura . La forma più tormentosa , forse , e più evidente di questa contraddizione è quella studiata da Boezio , dal Valla e dal Leibniz e tanti altri , del conflitto tra la prescienza divina e la libertà umana . Dio come spirito è sapere ; ed è sapere assoluto ; quindi anche prescienza . Ma il futuro , oggetto di prescienza infallibile , è già fatalmente determinato ; e perciò ogni azione umana è predeterminata ab eterno . E la coscienza religiosa non può rinunziare né alla prescienza di Dio , né alla libertà dell ' uomo . Ma la radice della difficoltà non è in questa negazione , che il concetto della . " prescienza porta seco . La predeterminazione dell ' oggetto importa che il soggetto , che a quest ' oggetto si adegua , è già anch ' esso determinato . Ora lo spirito , il pensiero non è un determinato , ma un determinarsi . Determinato è ciò che il pensiero pensa come altro da sé , la natura . Sicché la prescienza divina annulla lo spirito umano perché ha già annullato lo spirito divino . La contraddizione è insanabile finché l ' uomo contrappone a sé Dio ; giacche il contrapposto dello spirito , rispetto allo spirito autore della contrapposizione , non può essere se non natura , ancorché battezzata come spirito . La contraddizione perciò è inevitabile nella coscienza religiosa , che è caratterizzata appunto da questa proiezione che il soggetto fa dell ' oggetto , come di un oggetto assoluto . E si supera soltanto nel concetto dell ' unità dell ' uomo e di Dio , del soggetto e dell ' oggetto , onde il soggetto come assoluto conoscere , non conosce altro che se stesso nel suo determinarsi .
I SOBBORGHI ( GOVONI CORRADO , 1915 )
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Lebbra d ' oro e lebbra d ' argento i sobborghi intorno alla città . Bivi trivi quadrivi di polvere di sudiciume di fango come tagli saniosi screpolature lorde rughe incartapecorite e piazze stagnanti e infuocate come aie tra case segate a dadi a fette con dei coltelli sporchi , miseria lancinante dei sobborghi sempre in fermento sempre in movimento ! Solo quando l ' ultimo bar ha chiuso i suoi vetri gialli come zucchero d ' orzo e l ' ultimo ubbriaco ha finito di fare i suoi esercizi d ' equilibrio con le sue gambe elastiche , hanno finalmente un po ' di pace e di silenzio . Gli unici esseri viventi che restan nelle vie sono i fanali a gas che su due file spettrali , simili a santi fanatici fanno dei gesti folli nella loro aureola lilla ingrandita dalla bruma , davanti alle case ermeticamente chiuse e glaciali .
LA FAMIGLIA POVERA ( JAHIER PIERO , 1915 )
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a Giuliano . Solo chi ci vive dentro dovrebbe sapere che la famiglia è povera . Perché i figlioli non possono andare a bottega dove si riscote il sabato , ma frequentano le scuole che costano tanto : le tasse in due rate , aprile e luglio , i libri scolastici che alla fine dell ' anno si vendon per nulla e al principio costano un occhio . " Il professore vuole l ' ultima edizione : sai , vuol proprio vederla e controlla il millesimo " . In questa casa tutti lavorano a prolungare la vita delle cose vecchie , a moltiplicare nel tempo l ' utilità delle cose buone comprate nei negozi dove ora non s ' entra più . Le cose vecchie hanno delle malattie che voglion riguardi . Quando uno accende il lume a petrolio va guardingo e ascolta mordere la meccanica sulla calza : io non vorrei esser quello che una sera sente che i denti non attaccano più e rimane di sasso col fiammifero scottante fra le dita . Oh ! - uno dei fratelli è stato scoperto alla credenza dove non deve andare nessuno e sopra un cucchiaino c ' era l ' appiccicaticcio della conserva . Hanno regalato dei colletti , un fascio di colletti d ' uno ch ' era militare ; ma il fratello che va al ginnasio non li vorrebbe mettere : sono larghi , sfilaccicati e scempi , mentre la moda , che cammina come se non ci fossero poveri , li impone doppi . È quasi peccato che i ragazzi crescano e scoprano che i colletti debbono avere una misura in relazione con quella del collo . Anche sui vestiti trova da ripetere . Sono vestiti scalati dai più grandi ai più piccoli , di stoffe fini , di quando si andava a comprare dei tagli d ' abito nei negozi perbene e si prendevano le misure e si faceva la prova . Ora una donnina con un occhio di vetro che viene a lavorare a giornata in casa ( bisogna volerle bene perché non se ne trovano più ) accudisce ai vestiti per le due stagioni dell ' anno : inverno - estate . I giorni che viene in casa s ' aprono i cassoni dell ' andito e quello di stanza da pranzo che ha il materassino e due guanciali imbottiti di crine vegetale - così duri - che possono servire anche di letto . L ' aria è drogata di naftalina : i ragazzi tornando da scuola inciampano nei rotoli di cenci , ritagli , scampoli che datan dalla nascita della famiglia , serbati , custoditi gelosamente fin a uno . La donnina che ispeziona curvandosi sempre dalla parte dell ' occhio buono e palpando colle sue mani prensili e unghiute ha ingegno e passione : anche la bazza tentennante come fosse articolata a un elastico logoro , pare frughi con lei . Fa delle scoperte . " Per il maggiorino , vede benedizione , si possono scorcire questi pantaloni del babbo e farglieli abbottonati , come costuma ora " . " Già ; ma le fodere non son buone con queste gore di sudato .... " . " Che , che , lo so , ma io penso a quelle della sua sottana a pippolini .... " . " Qui si fa un gallone che copra l ' occhiellatura e dietro si aggeggia una finta " . " Eh ! se non fosse tanto difficile ! ma trova sempre qualcosa da ridire " . Sì , trova sempre da ridire e non ha accettato il dogma di casa che le stoffe hanno due facce e si rivoltano come i fogli di carta quando c ' è scritto su una . S ' è fatto l ' occhio a scuola dove i compagni s ' accorgono che i calzoni dovevan esser lunghi se non li avesse strozzati lì al ginocchio l ' ostacolo della miseria . Così quando viene la sera mentre la mamma si lusinga d ' aver provveduto e la donnina che ha fatto tardi sguscia con soddisfazione il suo occhio lacrimoso dall ' orbita vuota per riporlo in un bicchier d ' acqua tiepida sul comodino , lui morde il lenzuolo e medita la ribellione dell ' indomani . Oh ! i vestiti complicati che si debbon portare con tante cautele , che son passabili in una sola posizione . Bisogna salare la lezione di ginnastica . A tredici anni il mondo è già tutto fatto di negazioni : il tiro a segno che costa tre lire , il gruppo fotografico di fine d ' anno , la passeggiata ginnastica dove bisogna pagarsi il tranvai . Il giorno in cui venne all ' uscio l ' esattore del gioco del calcio bisognò pure chiamare la mamma e la mamma disse ancora , di nuovo , sempre , ch ' era una povera vedova con sei figliuoli e non poteva rispondere dei debiti di un minorenne . C ' è di più . La famiglia ha serbato relazione con quella di un collega del babbo . È un signore forestiero ricco e pio . Si vedono , in chiesa , la domenica . La mamma non manca mai di salutarlo circondata dalla sua coorte di figlioli . Anzi li dispone per la parata affinché nessuno manchi ai convenevoli e il signore abbia una veduta d ' insieme . Questo signore ha una figlia ; la mamma la chiama la signorina . Ma per il ragazzo che fa il ginnasio è una fanciulla . Sapete cosa può essere una fanciulla per un ragazzo povero che fa il ginnasio ? È tanto carina con quell ' incarnato di miele selvatico , gli occhi ignari stellanti sotto l ' arco puro dei sopraccigli , i capelli arricciolati , spioventi giù per le spalle . A volte li scuote da sventatella come un carico un po ' molesto . È ancora " in corto " come si dice e se corre l ' orlo bianco smerlato della sottana di sotto spumeggia sopra il ginocchio . Tanto carina sì ; e aggraziata nelle mosse : quando si siede con garbo per non sciupar le gonnelle pieghettate , spianate , ripassate al ferro caldo ; quando saltella colle gambine secche , chiuse nella ragna leggera delle calze : gambine di merlo che picchiettan la terra come due bacchette col tacco degli scarpini accollati precisi . di poche parole perché non sa la lingua , ma il ragazzo la trova misteriosa , fantastica di qualche grande segreto nella sua vita e trova simpatiche anche le sue piccole ritrosie di canto scozzese che non le hanno impedito di prendergli la mano , quando imparavano gl ' inni per Natale dell ' " Arpa Evangelica " e ricoverarla nel tepore del manicotto . Oh ! quanto vorrebbe far figura presso di lei ! Distinguersi da tutti gli altri ragazzi ! Ma come si fa colla pettorina della marinara che s ' ingoffa al colletto come se nascondesse i gattoni ? Tribolazione delle mattine di Domenica piene di campane e di preparativi ! I più sottili ritrovati dell ' esperienza di lustrascarpe si rivelano impotenti di fronte all ' opposizione della spazzola veterana , quasi calva , unica per la mota , per la polvere , per la tinta . Le calze lunghe , le calze nere , distinte , arricciano una pelurie rossigna dalle grandi strusciate . E nella casa della fanciulla praticano dei floridi ragazzi inglesi colle calze da ciclista pomellate in bianco e grigio . Potersi almeno ravviare i capelli , quei bei capelli lunghi , ondulati , docili ; - c ' è una sola spazzola in casa , inglese , di pelo di cignale , buona , unica : e la Domenica mattina è impegnata presso la mamma , le sorelle . Tribolazione delle mattine di Domenica piene di campane e di preparativi ! Rimarrebbe far figura coll ' intelligenza ; ma qui interviene la mamma : " sì , i punti son discreti , ma non c ' è merito , non studia mai " . I punti son brutti ? " per forza , non fa mai nulla ; è così svagato e svogliato " . La mamma non permette di far figura in nessun modo . Il signore forestiero , d ' altronde , è un filantropo . Ora un filantropo è un uomo che fa del bene alle persone che corrispondono alle sue idee . La mamma gli presenta appunto la famiglia secondo le sue idee . Se il filantropo non sente che è una povera vedova con dei figlioli egoisti sì , disubbidienti , ma che però ascoltano le prediche ; perversi , ma con ravvedimento , come potrà fare del bene ? La mamma è vivace nel raccontare : colorisce spigliata e franca , s ' accende parlando e il signore si diverte un mondo ; sganascia le mascelle dal gran ridere ( il minore gli conta quanti denti d ' oro vero ) quando sente la storia dei vestiti , i furti alla credenza , i preparativi della Domenica mattina . La fanciulla assiste come a un divertimento dato anche un poco in suo onore . Ma il ragazzo suda e trema , si fa torvo e aggrondato e non parla più a sua madre per tutto il giorno . Come si fa a metter tutte le loro povere cose in piazza come quando si sgombera ! Allora è stupido quando ci son delle visite chiuder tutte le porte per nascondere la sfilata delle stanze squallide . Intanto la fanciulla si è fatta più riservata : cresce . Il ragazzo trascina la sua irrequieta mestizia di domenica in domenica , finché apprende che parte . Allora si esalta , prepara la lettera che deve dirle tutto : cosa è stata per lui , come vuol vivere per arrivare alla sua altezza e perfezione . E se il portiere del palazzo si rifiutasse di ricever la lettera ? No , il portiere l ' ha presa e sale a portarla subito , strisciando il suo passo tardo per gli scalini agevoli del palazzo . Ah ! ecco la nota d ' organo del campanello interno , il fruscio della cameriera così corretta , lo scricchiolio dell ' uscio che si richiude , accompagnato , senza rumore . Ma ahimè , chi risponde è il padre : la lettera rimase dimenticata in fondo alla paniera della biancheria ; è naturale che , ritrovandola , la fanciulla ben educata l ' abbia consegnata al padre . E il padre è un filantropo : ora un filantropo è un uomo che fa del bene alle persone corrispondenti alle sue idee , e le sue idee sull ' orfano dabbene sono quelle dello Smiles : " Il Carattere " . È scandaloso che un orfano con cinque fratelli minori manifesti delle tendenze alla leggerezza e alla sensualità . Il ragazzo non ha il senso di aver commesso un ' azione cattiva , ma rimane come un mendicante che ha infilato il viale d ' un parco pieno di promesse e si ritrova contro il divieto d ' un cancello altissimo cifrato d ' oro . Bisogna ritornare sulle strade comuni : nel mondo aperto tutti i giorni e non solo la domenica come una chiesa protestante , nel mondo tumultuoso che non bastano a spiegarlo i versetti della Bibbia , le storie dei tre nella fornace , Elia sul carro di fuoco , e la parola ch ' era in principio . Le cose da fanciullo sono dismesse , abbandonate , passate al crogiolo di fuoco della pubertà che s ' avanza . S ' avanza la pubertà ch ' è una revisione del corpo e dello spirito , una seconda nascita senza ministerio materno , una matrice da cui la creatura esce con una sensibilità nuova e attonita come il crostaceo molle che ha spogliato il suo tegumento calcareo . Bisogna abbandonare tutte le idee ricevute , pesare il mondo coi propri pesi , fare delle esperienze . Così la pensa Martino , il compagno di scuola che è socialista rivoluzionario , è per il libero amore e per tutte le libertà . Martino è figliolo d ' un magnano di campagna ; sa di terra , di sudore , di limatura di ferro ; è un costolone traverso , sanguigno , con un viso colorito da parer dipinto e una rastrelliera di denti sani , aguzzi che schizzano fuor degli alveoli . La callotta bruna dei suoi capelli rasi si varia qua e là di ritrose animalesche . Martino è istintivo , brutale , ingordo di godimenti ; sopra tutto ha diciassett ' anni e la domenica al suo paese ha coricato delle donne e le ha tenute ferme nell ' erba alta . Questo gli dà importanza . Del resto è un compagno sincero e franco che suda a ficcare nel suo testone di popolano la cultura classica e arde di simpatia e di curiosità per la figura distinta del ragazzo rivelatrice d ' una lunga tradizione di intelligenza . Non bisogna preoccuparsi delle idee ma riuscire con ogni mezzo al piacere , pare scritto nel musetto di faina del primo della classe , squarciato da un ' enorme bocca sensuale umida e verdigna . Sta una casa tetra , puzzolente di vecchie imbottiture , una casa volgare dove è adorato come un genio e sono appese in cornice e dentro quadri di velluto stinto tutte le menzioni e le medaglie conseguite a scuola . Nella casa tetra c ' è una serva che si fa tastare le poppe per un soldo . Non è mistero che il padre s ' alza la notte dal letto diviso col figliolo e poi rientra al buio , guardingo come un ladro . Il ragazzo va in quella casa a far le versioni latine ed è tormentato dalle conversazioni lascive , dalle imagini , dai desideri lubrichi che gli s ' infocolano e fermentano dentro - come una lievitazione malsana . Gli altri compagni sono stupidi . - Frequenta questi due perché è troppo giovane per stare solo con tante interrogazioni nuove ; ma ci sono dei giorni di disgusto in cui ha bisogno di appartarsi . Sebbene rifiuti il passato , le idee del passato , le idee morte sono con lui , vivono in lui come una protezione . Dietro le sue spalle ribelli ci sono le nonne calviniste coi capelli lisci spartiti intorno al viso austero ; ci sono i pastori che s ' alzavano sul pulpito rigidi nella toga nera e lasciavan cadere sull ' assemblea genuflessa l ' invocazione sicura : Notre aide est au nom de Dieu . La fatica delle anime loro frutta anche nel suo sangue . Ci sono delle ore che ha bisogno di appartarsi : riaprendo il suo Testamento sul comodino , si atterrisce d ' essere tanto malvagio , ritorna ai racconti morali dove c ' è sempre uno che si sacrifica ; bagna di lacrime il suo guanciale , solo nel nero della notte e i fratelli che gli dormono accanto si spaventano dei suoi singhiozzi soffocati . Ma il giorno ritorna un ragazzo : che è una gran forza intatta operante da sola , un ragazzo di sangue buono , riconosciuto da tutti per capitano quando al gioco della sbarra scatta per liberare i prigionieri sulla ghiaia dei giardini pubblici . LA MADRE La madre che guida questa famiglia appartiene a un ' altra generazione . L ' idea della sua generazione riguardo ai figlioli era che essi nascessero per esser la consolazione dei genitori e non per addentar per conto loro con tanta ingordigia la polpa acerba del mondo . Ora i figlioli , invece vogliono esser capiti perché hanno scoperto ch ' è corto il passo tra la cosa capita , la cosa ragionevole , la cosa ammessa . Si lamentano di non esser capiti . Ma la madre , ch ' è una madre all ' antica , non le importa di capire , ma di mandar avanti la famiglia e perciò le sue qualità son qualità d ' opposizione , le qualità di un principale ; perché una famiglia di sei figlioli è anzitutto un ' amministrazione . D ' altronde i figlioli che voglion esser capiti , che cosa capiscono alla lor volta i figlioli che vogliono esser capiti ? I figlioli ignorano che quando tutti dormono le ore buone della mattina , la madre ha già acceso il fuoco , aperto al lattaio , stabilito il suo piano strategico per la giornata ; che è tornata di mercato colla borsa stivata di provviste da indolenzirle il braccio , dopo aver speso tanti sorrisi e tanto fiato , per tirar nelle compre , dopo aver resistito tutta la via alla tentazione di salire in tranvai , perché il tranvai costa e annulla il guadagno . Per i figlioli trovar la tavola apparecchiata è cosa naturale ; perché si dovrebbe particolarmente esserne grati ? La tavola apparecchiata è un ' immancabile necessità . Eh ! - han l ' aria di pensare quando la madre insinua i suoi diritti di benemerenza - le gioie cominciano oltre il cibo ! Anzi l ' esplicazione di queste virtù domestiche li trova spesso freddi e riottosi . Spesso la madre quando porta in tavola , dopo tanto arrovellarsi ai fornelli , spia , trepidando , l ' impressione del primo boccone e aspetta una parola : ma ecco : il ragazzo s ' è intestato a tener aperto vicino alla scodella il testo latino e alterna un distico a un morso , distrattamente , da uomo superiore ; gli altri non si interessano che quando fa le parti : allora a quello non piace il callo , l ' altro è disgustato del grasso e le imputa di non essersene ricordata , il terzo fa il delicato e le raccomanda : poco , poco .... come se un brincello di pietanza di più dovesse rovinarlo . E quando manca qualcosa : - Le frutta , oggi non c ' è frutta - E quasi non bastasse , attaccano perfino i capisaldi su cui poggia l ' approvvigionamento e la preparazione del desinare : secondo loro il desinare dovrebbe esser basato non su quello che è conveniente , non su quello che fa comparita , non su quello che sazia , ma su quello che piace . - Su quello che piace . Al posto dell ' uniformità dei gusti avanzano il diritto al cibo individuale e il ragazzo fa sfoggio di cultura per sostituire lo zucchero - alimento , allo zucchero di famiglia , condimento festivo , condimento domenicale . Hanno sempre una lezione da ripassare quando c ' è da apparecchiare .... e quando c ' è da sparecchiare han da far la cartella . Questi sono i figlioli che voglion esser capiti . Poi filano a scuola , vuotano la casa e la madre rimane triste , poggiando i gomiti sulla tavola disordinata , da disfare come la mostra d ' un negozio l ' estate . Valeva la pena di prodigar le cose migliori ! Triste rimane , di quel suo perpetuo fare e disfare senza soddisfazione , e le riesce più pesante rimettersi in cammino . Sopratutto rigovernare . La cucina è opprimente nelle ore pomeridiane : invasa dai fumi , dagli odori nauseabondi che salgono dai piani di sotto per il cortiletto comune : di vivande , di orine riscaldate , di lenzuola sordide penzolanti a rifascio dalla finestra del malato che s ' alza a mezzogiorno . Eppure bisogna rigovernare : per rigovernare è necessario immergere le mani nel ranno bollente che irruvidisce la pelle e poi la screpola lasciandoci le sue morsure nere . Ci vorrebbero i guanti per Domenica , ma i denari per i guanti non ci sono . Dunque bisogna rigovernare - l ' acquaio ammorba colle sue tanfate di lezzo rancido . Ahimè ! che bisogna proprio rigovernare , bisogna sempre rifarsi da capo ogni giorno : risciacquare i tegami , risbucciare le patate , rinettare i legumi , rirosolare i soffritti , riapparecchiare , riportare in tavola col sorriso sulle labbra . E poi rigovernare ancora : ma perfino i tegami stanchi non rendono più , e traverso le screpolature delle vernici bevono gl ' intingoli ; lo smalto vetrino delle cazzeruole s ' è scheggiato in piaghe rugginose , la dentiera della grattugia è rada : e quei figlioli così sconoscenti non capiscono che per andar avanti ci vuole a volte una parola buona come a un cavallo avvilito . Certamente se la mamma avesse più tempo finirebbe per immergersi negli abissi della disperazione . Ma la provvidenza ha disposto che i poveri abbiano poco tempo . Ecco lo squillo del campanello : presto a aprire alla sorella maggiore che se rimane giù sulla porta nella vampa dei muri che ribollono , si sente venir meno dopo essersi sgolata tante ore a far lezione . Ha poca salute la sorella maggiore : fa le scale sostando a ogni rampa e chi la vedesse allora rimarrebbe impressionato dei suoi occhi così cerchiati , delle gote esangui , della dentatura trasparente nelle gencive sbiadite e più dell ' accorata rassegnazione del viso . Ma quando s ' accosta all ' uscio di casa si rasserena per incanto , compone un sorriso incoraggiante per la mamma che è corsa ad aprirle , previene il suo ansioso : come va , informandosi invece di lei . È la sorella vestita di scuro , silenziosa e fiera che capisce tutta la vita della casa , che quando scrive al fratello sul mare gli manda a dire : " le cose qui vanno benino " . È confidente della mamma e le dorme accanto in uno dei gemelli del letto matrimoniale : la sera ragionano fitto fitto per delle ore di tutti gli interessi di casa : fanno i preventivi dei soldi in rapporto ai giorni ( ahimè i soldi finiscono e i giorni avanzan sempre ) discutono le inclinazioni e il carattere dei ragazzi e pregano insieme . È la sorella che segna sulla tastiera ingiallita del vecchio pianoforte di casa gli accordi di musica sacra che pacificano lo spirito inquieto del ragazzo come un bagno tiepido distende le membra rotte da una marcia . Non gli dice che è privilegiato di poter studiare , non gli fa sentire che si aspetta in casa la sua licenza come un buono d ' acquisto sul mercato del mondo . Ma sopratutto è la sorella che capisce la madre : la madre che ha preso una casa fuori barriera dove ci son pochi lampioni e pochi marciapiedi , ma l ' aria , la luce e l ' esempio della vita dura di chi lavora ; madre che seguita a mescere nella pentola fumante anche la manciata di minestra dei figlioli lontani , che lesina il centesimo fino a farli tremare in viaggio che non ne abbia abbastanza da pagare il ritorno , madre che non capisce i suoi figlioli , ma li alleva ripartendo i compiti con durezza come un capitano che non tien conto se il soldato dormente in garretta è innamorato . Perché una famiglia povera con sei figlioli è sopratutto un ' amministrazione . IL FRATELLO MOZZO Il fratello che hanno mandato mozzo a quattordici anni perché svoltava male , è arrivata una sua lettera con un francobollo verde del Canadà e il bollo : Bathurst . Ragazzi , tirate fuori l ' atlante . Svoltava male perché è pericoloso quando ci si è dati a scuola - esperimento in classe - camminare contemporaneamente sulla banchina del fiume . Ora cammina scalzo sulla plancia scabra di un barco genovese a tre alberi , a vela . un tre alberi che fa acqua , un tre alberi con turno alle pompe . Ma gli è che il ragazzo svoltava veramente male perché anche nel fondaco di un droghiere svizzero evangelico dove nel sottosuolo si fabbrica Marsala e Miele delle Alpi , è disonesto riscuotere delle fatture per andare in bicicletta . La lettera dice : " il bastimento ha preso un fortunale .... " Alla prima traversata . una lettera lunga , di tanti fogli ( lui che non passava la paginetta di componimento ) , chiazzata di lacrime gialle coll ' orlo d ' inchiostro americano . Tutti i fratelli sono ritti intorno alla mamma ad ascoltar la lettura : - Oh mamma , riprendimi e sarò buono - dice tante volte come in un penso . - Allora il più piccinuccio ( che cosa può capire il più piccinuccio ? ) rompe in singhiozzi e riversa il capo in grembo alla mamma . - Anche le sorelle piangono flebilmente . - I lucciconi silenziosi rigano il viso contratto del ragazzo . Eh ! sui bastimenti si fanno tante cose - rigovernare , spazzare , lavare la biancheria coll ' acqua salmastra crostosa - cose che non son dette nei libri di Salgari , ma piuttosto nelle lettere alle mamme . Ecco perché la mamma non poteva prender sonno le notti di vento dal pensiero di lui , solo " sulla distesa delle acque " . Cosa faranno , sui bastimenti , ai mozzi che non sanno arrampicare ? Perché lui , il mio , era il meno rampichino di tutti e quella volta rimase infilato nella forca dei rami di ciliegio . La lettera dice ancora che ha attaccato sulla sua cuccetta il ritratto del babbo morto - un ritratto buio sur una lastrina di latta , fatto per scherzo in una fiera - che legge la Bibbia tutte le sere e prega avanti di addormentarsi . Questo dice la lettera che ha messo molto a arrivare : e intanto il mozzo ha imparato a reggersi in equilibrio fino in cima al bompresso sospeso sull ' acqua nera , per andar a fare quel che fanno i marinai in cima al bompresso . E ha assaggiato i porti : Pensacola - Florida - e Montevideo dove in rada a incontrare il bastimento viene una scialuppa di puttane di tutte le razze - anche le more untuose coi labbroni a cul di gallina che fanno dei gestri laidi dietro un parasole rosso . - Vengono per l ' acqua febbrosa in una scialuppa di nolo , prima che altre scremino gli avventori ; salgono a bordo mentre il capitano fa i fogli al consolato , per sentir se i marinai si vogliono divertire . E i marinai imbestiati eccitano il mozzo e voglion fargli la visita . I porti : dove gl ' incettatori di mano d ' opera per le fabbriche dimostrano che se in America il dollaro vale una lira , ritorna cinque lire portato in Italia . Anche il mozzo aveva fissato di disertare appena si chiudessero le cortine basse della notte oceanica : aveva calato una cima lungo la murata , sentito battere i piedi dell ' ultimo sul ponte caricatore , buttato loro i sacchi - ma poi s ' era attopato dietro un mucchio di cordami tappandosi gli orecchi per non sentire i richiami di quelli di sotto . È tornato , dopo trenta mesi di navigazione chiarificato come l ' acqua smeraldina dei grandi fondi . C ' è una grande protezione nella carezza delle sue mani arrotate dalle sartie , quando porta a spasso il piccinuccio . È taciturno e sbanda quando cammina ; a volte rimane come incantato davanti alla finestra passandosi sulle labbra un sonino a fiato . Ha portato cinquecento lire , la paga di trenta mesi ; ha messo in casa , naturalmente , cinquecento lire , la paga di trenta mesi , lui che non ha goduto i beni della casa , che sta sopra una casa che cammina . Sa le tre lingue del mare : l ' inglese , lo spagnolo , il genovese ; sa fare una cassa di teck , di pitch - pine , tutta legata a coda di rondine , senza un chiodo , intarsiata dentro di stelle , arabescata di intagli fantastici ; la cassa che è apparsa sulle spalle del facchino , dietro di lui quando sulla soglia come un uomo forestiero , come un uomo di tutti i giorni ha chiesto , entrando , a suo fratello sbigottito : .... c ' è .... c ' è la signora ? I QUATTRO FRATELLI A mia madre . Si ritrovano i quattro fratelli - nella camera a infiorescenze marrone , - stampinate su fondo rosa . E ripiegano - i quattro fratelli - la stinta rovescia cifrata - e aprendo bocca ai letti , - riscoprono i lisi lenzoli . Ridon coi verdi visi - nella vecchia spera appannata . Il marinaio ripone - nella cassetta sganasciata . Si ritrovano : tutto ritorna nella casa rianimata . Marinaio , non più cuccetta - materasso di lana cedente completa stesa di corpo - ; tabacco a portata di mano . Marinaio , non più rullìo ; non più campana d ' alba - non più balzar tra gli sfagli : in coperta . Ma dolce sonno - a volontà - tra fresche lenzuola - , reliquiario , - corredo materno - Impacchetta le sue robe , se le stiva in quattro , in sei , - le dispone come vuole - Mentre il magro intellettuale , arcangelo esiliato , - dai suoi panni in mucchietto è già sguisciato . Nessuno stato malato ? E il minore quanto ha di torace ? Era un bebe - boccole d ' oro - gran bisticci a portarselo fuori - ora cela l ' inguine ombrato . Si guardano i corpi cresciuti , - come naufraghi scampati . Chi più bravo saltatore ? - Chi al braccio di ferro migliore ? Poi nei letti che accolgono bene - letti dei sei parti felici - si stendono sudati e fieri - " Quanto sei stato a tornare - al tuo posto in casa serbato - " " Penso a voi quando cresce il mare - Allora , se avessi studiato .... Ma i miei fratelli si fanno onore - Vi conoscono sul vapore " E attaccano , quattro voci , - i loro salmi , compagni di vita . " Signor da questo mondo rio " " Vo , recinto d ' insidie funeste " Quattro voci nel buio si cercano , - e si stringono come mani : il cupo basso di stiva - il soprano campana filata - il contralto , ombra rassegnata d ' irraggiungibile nota . - I I 3 - Alo my baby O yes Alo my baby O o yes Pull on top my baby O yes Pull on top may baby O o yes Mille piroscafi e velieri - nella baia frescofogliuta , - si dondolano a pancia vuota . Là , niente città , sapete , né campanili gugliati che sballottino a galla di nebbia , - niente segnale al pilota . Baracconi di deposito , magazzini stipati , mille aspettanti partite di tronchi numerati - squadre che smontano e montano di boscaioli e segatori . Niente città , sapete , che elettrici bars sputacchiati - dove tracannano fuoco - principio di giornata - e ritracannano fuoco - giornata finita - Musica nottegiorno di seghe circolari , calabroni infuriati . Poi il nostro rosso gregge di tronchi cavicchiati , - che sottobordo per mare ci arriva , Cantilena di stivatori - agli sportelli imboccati : Port side my baby O yes ! Port side my baby O o yes . Starboard side my baby O yes Starboard side my baby O o yes Così cantano i quattro fratelli - nella camera a infiorescenze marrone , stampinate su fondo rosa . E origlia all ' uscio la madre stupita , - di averli proprio lei rilevati , - così grandi , - forti alla vita . Very well my baby O o yes
LA MIA FEDE ( LOMBARDO_RADICE GIUSEPPE , 1915 )
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Tutto ciò che si dice dell ' educatore pare una amara ironia . " Maestro " , " fabbricatore , quasi , di anime " , " pioniere della civiltà " , " uomo di avanguardia " , " iniziatore di nuova vita . " etc . etc . Così si dice . E se ognuno pensa che il compito educativo suo è limitato ad un angustissimo tempo e volta per volta chiuso entro uffici modestissimi ; se pensa che di queste anime da svegliare , nella vita di maestro ne ha mille , e tutte sono per lui fugaci apparizioni ; e in ciascuna ora ne ha diverse diecine innanzi a sé , che gli si svelano solo in piccolissima parte ; se pensa che le immense umane conquiste le comunica alle falangi dei suoi discepoli solo in grado minimo , insegnando nelle piccole scuole ( piccole , ahimè , anche quando si dicono superiori ! ) entro i confini della propria mente inadeguatissima all ' ideale e delle menti rozze e ingenue , o levigate e scipite degli scolari ; se , anche non vecchio , dopo molti anni di lavoro scolastico riguarda indietro e vede sbiadite e quasi del tutto cancellate dalla memoria la maggior parte delle immagini dei suoi scolari ; e spesso non ritrova più , cercandoli , i nomi per esse , o , se li riode , sono un vago suono che non gli esprime nulla , tranne la stessa indeterminatezza del suo ricordo ; se ogni maestro pensa a queste tristi cose ( e quale maestro non ci pensa almeno qualche volta nella sua vita ! ) non può che sentirsi desolato della sua VANITÀ . " Io educatore ? " , deve chiedersi ; " e come , se i miei discepoli sono creature scomparse , appena intraviste ? Educatore , dunque , di esseri che non posso nemmen dire di conoscere ? " . Ah ! no ; educatore è il corso del mondo , è la vita tutta : la storia , che ha le mille voci della realtà suggeritrici di pensieri e di azioni . Io non posso determinare come derivanti da me nessuno degli effetti , chiamiamoli così , che si sono prodotti nella vita dei miei " educati " , dopo che mi lasciarono ; non posso nemmeno esser certo che sieno miei gli effetti determinatisi in loro mentre li educavo , perché non ero io solo con loro , e su di essi agivano mille altri esseri come me , anche se non , come me , dalla cattedra : maestri senza investitura , ma potenti : la famiglia , la città , gli amici ; i giuochi , il lavoro , gli spettacoli , le letture ; l ' agiatezza e la sorridente indulgente bontà , o la miseria , la fame e la inconsapevole malvagità degli uomini miseri .... Quanti esseri , quante cose , senza di me ! Che cosa sono io di fronte a questa vasta immensa realtà educatrice ? Solo chi ha l ' anima imbottita di retorica può gloriarsi dell ' opera propria di maestro . Io non sono educatore a un titolo maggiore di mille altre persone ; nessuno e tutti siamo educatori ; scuola vera e piena è LA VITA . Pure , malgrado queste considerazioni velate di mestizia , il senso alto della parola maestro non resta meno saldo , anzi diventa , per esse , più solenne , quasi religioso . Vero è : la vita educa ; ma educa in quanto ci si lascia educare , in quanto gli stimoli che essa offre all ' attività nostra si fanno nostri , entrano nella nostra coscienza , sono accettati da noi con un dato valore , che ci sia chiaro e ci appaia necessario . La realtà educa ; ma in quanto un ' idea la governa , poiché essa è nulla se non entra nel mio mondo e dal mio mondo non riceve il suo colore . La identica realtà ( astrattamente identica ! ) suggerisce ad uno la viltà , all ' altro l ' eroismo - come oggi , che la giusta guerra ci attende - ; la identica realtà trova alcuni proni , attaccati ad essa per strapparne come bruti cibo da bruti , altri diritti ed eretti , più fieri quanto essa è più abietta , più soli , quanto essa è più accettata dalla folla degli umani ; dalla stessa realtà uno vuol farsi schiacciare piuttosto che cederle , l ' altro si fa turgido . La realtà non è dunque un dato ; alcunché di esterno , ma lo stesso nostro fare ; lo spirito dell ' uomo fa la sua realtà e la svolge a una nuova realtà . Togliete l ' attività formatrice di sé ( lo spirito ) e la realtà vi diventa cieca ; togliete la realtà e lo spirito vi diventa vuoto . Realtà e idea hanno un ' unica vita ; non c ' è idea se non come elaborazione del suo reale , immersa perciò nella storia a svolgitrice della storia ; non c ' è reale , né storia , se non come corso dell ' idea , che essendo attività creatrice non può cessar mai dal creare , ed è perciò sempre un reale che deve ancor farsi ideale , una storia che deve essere proseguita , cioè rivissuta , appropriata , in un nuovo grado di consapevolezza . Non dunque la realtà estranea a me fa l ' educazione del mio o dei mille miei scolari . La sua , la loro anima si fanno , da sé , elaborando quella realtà , che tutta - buona o malvagia , può aver risonanza e seguito in lui o in loro . Offriamo ai nostri scolari noi stessi , nella prima sincerità del nostro essere , facendoci migliori . Essi ci prenderanno , se sveglieremo in loro le affinità profonde che ha ogni anima con ogni altra anima . Facendo migliori noi stessi , educheremo . Gli scolari ci conosceranno e ci ricorderanno : un ' ora della nostra vita migliore , svoltasi sotto i loro occhi avidi , può essere decisiva , perché trovino essi sé stessi . Che importa se non ricordiamo i singoli per cui abbiamo avuto valore ? Essi , se mai , debbono ricordarci . Noi non abbiamo lavorato per i singoli ; noi siamo stati umanità che ha lavorato per l ' umanità . Gettiamo la semenza e non godiamo i frutti del campo ? Pare . Ma i frutti li troviamo , oh come ! , in noi stessi . Se un maestro è più contento di sé e si trova migliore , è certo che ha fatto migliori anche gli altri . E la mestizia scompare , perché la coscienza dell ' umanità trionfa . In noi : cioè anche in altri , perché noi non siamo mai soli .
ANIME DI MARCIAPIEDE ( MOSCARDELLI NICOLA , 1915 )
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Ditemi animuccie sconosciute che abitate la via sole , chi fu vostro padre ? E aveste un giorno una madre ? O siete figlie perdute trovatelli e trovatelle ? Fratelli e sorelle .... Dimmi tu , bottoncino di madreperla che ho incontrato sul lastrico solo , minorenne traviato quale fu la tua vita galante ? Animuccie perdute , state attente e sentite il poeta che vi ama : per voi ci vuole l ' ospizio la vostra ultima casa di salute : sacrificate un po ' di libertà e ne guadagnerà la moralità . La forcina e lo spillone si narreranno nei lunghi meriggi dello scatolone le impressioni di gioventù , il bottone racconterà la vita dell ' alta società : le carte straccie terranno conferenze di varietà : e la forcina anche si curerà la sua brutta malattia : io sarò il presidente della vostra società . Perché da voi io m ' aspetto , da voi , risolto il problema della fratellanza universale .
LA FINE DELL'ANTIMODERNISMO ( MURRI ROMOLO , 1915 )
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La piccola rivoluzione avvenuta in Vaticano , dove , con l ' avvento di Benedetto XV , è cessata la lotta contro i " modernizzanti " e sono tornati in onore uomini e metodi che Pio X aveva proscritti , e contro i quali si esercitava quotidianamente lo zelo dei migliori interpreti del suo pensiero , è passata pressoché inosservata , per via della guerra . Essa ha assai poco interesse diretto per i modernisti , quelli contro i quali si rivolsero i primi e più fieri colpi di Pio X , sino all ' enciclica Pascendi , e che erano tutti usciti , di propria iniziativa o cacciati fuori a forza , dalla Chiesa ; poiché gli uomini che oggi tornano in auge sono quelli i quali avevano diviso la loro responsabilità da quella dei primi colpiti ed accettato di subordinare la loro attività di pensiero e di opere alle limitazioni ed ai fini imposti dal Vaticano . Qualunque sia oggi l ' atteggiamento di quei modernisti di fronte alla Chiesa cattolica , essi rappresentano pur sempre idee ed aspirazioni che sono in risoluto contrasto con quelle del papa attuale e di ogni papa oggi prevedibile ; poiché si tratta , in sostanza , di sostituire alla concezione statica e dommatica e autoritaria della Chiesa e della religione una concezione storica , immanentistica e democratica . E attendere ed adattarsi e secondare queste così lente ed inconsapevoli evoluzioni che la curia di Roma giunge a tollerare o a subire può solo chi non si è impossessato di questo nuovo punto di vista e riman perplesso . Ma ciò non toglie che quella piccola rivoluzione abbia la sua importanza , religiosa e politica . La dialettica della storia procede per tiri assai più lunghi e lenti che quella delle coscienze singole ; poiché in queste , una idea , un metodo possono facilmente costituirsi come interesse fondamentale e assoluto e dominare tutto lo sviluppo del pensiero ; là invece si tratta di istituzioni che nella tradizione e nella stabilità , quale il tempo permette , trovano la maggior parte della loro forza e di molteplici interessi concreti che si dirizzano istintivamente contro il lavoro delle nuove sintesi . Ma , fondamentalmente , il processo dello spirito , nell ' uno e nell ' altro caso , è lo stesso . Non si può dunque disconoscere che la piccola rivoluzione avvenuta in Vaticano è , dentro limiti quanto si voglia modesti , una vittoria del modernismo . La Chiesa ha , con Pio X , respinto il tutto - la dose letale - per poter poi con il nuovo papa incominciare a prendere il " veleno " modernista a dosi tollerabili . La illusione dei modernisti - illusione necessaria e generatrice di energia - fu quella di poter agire direttamente sulla Chiesa , come istituto , e poi mediante essa . E in ciò non erano modernisti ; non intendevano ancora che il processo religioso , oggi , è di laicizzazione dell ' attività religiosa , non di " ecclesializzazione " ( ci si perdoni il barbarismo ) della vita sociale . Ma in quanto il loro movimento era per necessità intima destinato ad agire ed agiva sulle coscienze direttamente , esso ebbe il suo pieno risultato . Ad es . , rimise nella circolazione della vita di cultura del proprio paese una quantità di giovani - e chiunque ha avuto che fare , in Italia , in questi ultimi dieci anni , con movimenti spirituali lo sa - ; creò e pose per numerose coscienze il problema del modo di conciliare il cattolicismo con la scienza e con la democrazia ; maturò e preparò - e questo si vedrà meglio più tardi - una nuova e più piena concezione della laicità e della libertà religiosa . Quanto all ' istituto ecclesiastico , così come esso è e funziona oggi , quel movimento di giovani non poteva che nuocergli ; e gli nocque molto ; e il danno fu lo stesso antimodernismo di Pio X , da esso direttamente provocato ; antimodernismo che ha finito con il creare nell ' interno della Chiesa così stridenti antinomie e dissensi e conflitti , che la morte di Pio X è parsa a tutti gli spiriti più intelligenti una liberazione . Poiché il richiamo alla più rigida interpretazione della dottrina e della disciplina cattolica , così nella vita interna della Chiesa come nei rapporti con le altre confessioni cristiane , con gli Stati e con la società in generale , opposto alle idee e tendenze dei modernizzanti , non poteva non creare ai cattolici e alla Chiesa stessa difficoltà e imbarazzi innumerevoli , ridurre l ' ortodossia e l ' integralismo ad absurdum . Ed è appunto lo stato di cose venutosi così creando che ha aperto al cardinale Della Chiesa la via del pontificato e gli impone oggi il nuovo programma . Programma di conciliazione e di temporeggiamenti ma anche di ritorno al primo atteggiamento di Leone XIII verso la democrazia cristiana di allora , di fiducia nei laici , di un poco più di libertà alla stampa , di azione popolare e sociale . La Chiesa può permettersi oggi questo movimento , perché lo ha rinnegato ieri e costretto a rinnegarsi esso stesso , a recidere da sé le energie generatrici di ulteriori sviluppi . Ma quello che ha poca importanza come fatto di oggi , può averne domani molta come indizio ed orientamento e come metodo . E qui , proseguendo , entreremmo nel campo delle previsioni , che dovrebbero essere molto caute e dubitative , e non interesserebbero quindi il lettore . Questo solo diremo , che assai probabilmente , per un decennio almeno , nuovi e vigorosi moti di pensiero e di iniziativa non è probabile che abbiano luogo nel seno del cattolicismo ; e che , del resto , conviene oramai vincere la illusione per la quale questo è considerato come un sistema chiuso , nel quale chi governa detti legge ; mentre bisogna invece considerare il cattolicismo come una delle facce della coscienza religiosa italiana , della quale l ' altra faccia è lo scetticismo , la miseria morale , l ' ateismo dei clericaleggianti , il dommatismo di sedicenti nemici del domma , la flaccida grossolanità dello spirito italiano . Agitate potentemente , anche agendo da fuori della Chiesa , la coscienza religiosa del paese e voi imporrete a quella atteggiamenti e movenze diverse .
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Durante questa guerra i tedeschi in mancanza di capolavori strategici avranno creato i loro capolavori letterarî . Il commesso viaggiatore teutonico che celebra in un italiano molto goffo e sgrammaticato la sua pacottiglia e il suo Deutschtum , vale centomila volte tutti i suoi Kant e Hegel con tutti gli altri Lasson , Eucken e simili confusionarî nel vuoto ed è pari a Schiller e appena inferiore a Goethe : peccato che costui abbia scritto alcune parti del Faust : solo per queste merita di essere sceverato dalla compagnia malvagia e scempia . Di questi commessi viaggiatori farneticanti per tedeschite acuta il principe ( principe anche per volontà di Guglielmone ) è indiscutibilmente von Bülow , l ' ex - cancelliere . Il Popolo romano il quale è , come tutti sanno , disinteressatamente devoto alla grande causa germanica , pubblicava alcuni giorni fa una letterina di Bülow a un qualunque senatore o deputato italiano ( a proposito perché non cerca l ' ottimo Bülow di esportare nell ' immensa tedescheria tutti i nostri deputati e senatori e professori e ministri ? sarebbe un ottimo affare per noi a cui quella malagenia toglie soldi e riputazione ) . - Ecco , dunque , questo cimelio buloffiano , almeno nelle sue linee essenziali che trascrivo dall ' ottimo giornale teuto - italiano di Roma : anche se fosse una spiritosa invenzione del giornale romano , resterebbe sempre altamente caratteristico e interessante , essendo di una verosimiglianza molto maggiore del vero . E del resto , non si presta che ai ricchi . Così suona dunque l ' aureo testo : " Iddio protegge visibilmente i nostri eserciti . Noi abbiamo riportato belle vittorie e altre ne riporteremo ancora .... Spero molto che l ' Italia si manterrà saggia . Assalire l ' Austria sua alleata durante 30 anni e la Germania , pure sua alleata , sarebbe un delitto e una follia . Mentre con un atteggiamento prudente l ' Italia conserverà integra l ' amicizia della Germania " . Siamo dunque intesi . Come dicono Bülow e i suoi milioni di compari , l ' Italia seguiti a portarsi bene , stia quieta , docile e ossequente e non le mancherà la protezione della Germania neanche per l ' avvenire . Con ciò si riassumono perfettamente quaranta anni di politica italiana passata e forse altri quarant ' anni di futura politica italiana . Quelle parolette del rigattiere von Bülow meritano , v ' assicuro , d ' essere incise nel bronzo o in qualchecosa aere perennius . La cosiddetta erede di Machiavelli è scesa al rango di servetta goldoniana e vi si trova benissimo . La grossa e tronfia Germania può pigliare l ' arie di padrona sicura del fatto suo e rimbrottare e castigare la proterva servetta se questa , Dio ci guardi , avesse delle frasche o facesse qualche giretto di danza in territorio proibito . La signora Germania conta già delle belle vittorie ed altre spera di poterne contare quanto prima . Attenta , ohe ! , la servetta . In quarant ' anni di felice servitù Germania e Italia hanno imparato a comandare da un lato e a ubbidire dall ' altro , alla perfezione . Crispi che con grande compiacimento dei nostri nazionalisti rappresenta l ' acme ( ovverosia il fondo ) del vassallaggio italiano durante questi ultimi quarant ' anni , era gioioso e trionfante quando poteva andare a Fridrichsruhe a infagottarsi nel palamidone di Bismarck . E quando tornava , non si teneva dalla contentezza e sarebbe volentieri salito in Campidoglio per ringraziare gli dei e sostituire ai trofei di Mario il tabarro di Bismarck . Quando vi dico che noi siamo gli eredi dei Romani ! Ed ecco perché e come Bülow è nella perfetta tradizione italiana e germanica tutte le volte che piglia l ' Italia per il ganascino e la richiama galantemente al dovere . Sonnino che è stato parecchi anni collega di Crispi nel governo , deve ricordarsene perfettamente . E non dubito che saprà perfettamente conformarvisi anche nell ' attuale momento che è , non bisogna dissimularselo , un po ' difficiluccio . La grossa Germania ci tiene il broncio e ci minaccia . Per carità , mi raccomando , cerchiamo di non disgustarcela . È una padrona tanto cara e così garbata !
SOSPIRI DI NEGRO ( PAPINI GIOVANNI , 1915 )
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Ci sono stati di quelli che mi hanno guardato come si guarda il vitello squartato sui ganci del macellaro ; e altri hanno voltato , verso i vetri aperti nei muri , i risi rattratti nel finto soprappensiero . Ho avvertito ne ' loro tacchi , dietro dietro inciampicando , uno scricco di più , quasi un singulto risareccio per la buona riuscita . Eppure , eppure ! Chi vi chiamò intorno a me se non quei due occhi miei così ghiotti dietro gli spazzolini corti de ' cigli , quei due occhi che sotto la facciata unita della fronte ingoiano tutti i momenti le cose come quelli di un negro ? Mi bastano , nel piazzone guarnito di ragazzi in maglia rossa , due botte di tamburo per rifarmi in un lampo l ' anima che sta bene al deserto . L ' anima del nero che sa ballare al colore del sole e del fuoco . Una negra soltanto poteva essere la donna che avrebbe steso sopra le mie palpebre grinzose di troppo lume lo scialle bianco del sonno . Sarò , nella seconda parte del mondo , un buon negro di romanzo che si bagnerà dopo il rinoceronte e avrà una religione di legno scolpita a coltello . Oggi , cavallo di privata scuderia , tagliata a striscie la pelle dal cuoio lucente , col muso tra il fieno che non vidi verdeggiare , porto a spasso nella vettura di nolo tutte le signore delle mie immaginazioni . Un salto di qua e uno di là : per giorni e per giorni appena un raggio la mattina , eppoi tutto il giorno , imbiancato , senza sole , finiva prima di sera come un trasporto per carità . Laggiù sarei stato proprietario della mia spelonca di travi colla maschera di cinabro inchiodata alla soglia . Dentoni bianchi di conchiglie avrei messo fra labbro e labbro a inorridire gli spiriti e avrei sorseggiato il rhum cristiano la domenica sera , di nascosto a tutti . Mia moglie , spalmata d ' olio e rasa la testa , avrebbe guardato , alla destra della stoia coniugale , le sue cioccie pendenti a guanciale fino al bellico , il suo grasso bellico spiombante a grembiule fin sopra le cosce . Ora aspetto , sull ' ora di cena , chi passa nel vento e nei riflessi della gran piazza schiacciata da ' marmi . E mi sento così scompagnato dalla mia razza vestita di lana , così intirizzito di freddo e d ' incerto dolore ! Se un ' ora di gioia smarrita viene a visitarmi , vestita a lutto come il prete per sempre , non so riceverla in casa mia . Non mi appartiene . Da nessuno mi fu destinata . Viene e sparisce senza toccarmi e se nel polso il sangue vuol battere la misura del risorgimento non vien risposta dalla parte del cuore . Nella solitudine , invece , mi sollevo più alto di me come il giovane vincitore di bronzo sotto gli archi della loggia . Mi crescono intorno ai capelli foglie di sempre - verdi e duri fiori d ' inverno . Rido col mio specchio ; segno il passo nel vuoto armonico delle dodici scoccate ; gusto ed assaggio con indicibile raccoglimento tutta la soavità della mia tristezza bastarda . Nessuno può prendermi il braccio in quell ' ore . Si spengono i lumi e si vedon meglio le strade del cielo fra palazzo e palazzo e il getto dell ' acqua nella rotonda fontana dà bianche faville di goccie sulla brunità della pietra invecchiata . Passo e ripasso per rivedere quel che ho visto mezz ' ora fa né mi stanco di questo giro di cose intorno a me stesso , più fresco di amore che al momento della levata . Le carrozze son ferme e chiuse come bare d ' epidemia : se tutti gli orologi dei dintorni suonano , l ' un dopo l ' altro , il primo tocco del nuovo giorno penso con fremiti di passione alla bellezza dell ' eternità . Non svegliatemi . Ripenso alla donna alta e matura che si fece guardare da me verso l ' otto , tutta chiusa nei suoi grossi vestiti di velluto e di pelli , colla faccia nascosta dietro la veletta , tesa come una finestra di filo tra i capelli ed il mento . La pelliccia lunga che le rimodellava in dolci monti il corpo grande e fasciato mi lasciò un cattivo senso di fortezza da prendere . E quando mi fu lontana fui contento più del momento innanzi . Accesi pronto una sigaretta come una ricompensa odorosa . Non potrò essere un negro . Se questa pelle di secca recluta che consumò camicie troppo fini lustrasse di grana mora sotto il sole d ' Uganda e degli occhi non si vedesse che il bianco , più bianco di tutto sopra il mio naso camuso di cane , non avrei , né alla luce né al buio , questi amari passatempi . Dormirei come un ceppo collo scudo sotto la parrucca cresputa come i primi cavalieri né mi sveglierebbe infingarda la luce bigia degli orti . Avrei tanto bisogno d ' esser più barbaro ! E di stringere al mio un corpo ubbidiente con diti sudici di sangue infedele . Partirò , partirò qualche mattina . Sarà liscio il mare come la saponata nella conca e sarà il cielo tutto disteso e tirato come una pezza di seta nuova . Partirò senza pianti dal granito del molo e navigherò verso il calore e l ' allegrezza cantando a mezza voce tra il sorriso de ' mozzi .
Le due guerre d'Europa ( Bettiza Enzo , 1999 )
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Il mese di marzo è stato segnato da due grandi crisi che continuano . Da un lato quella sanguinosa del Kosovo , dall ' altro quella politica e istituzionale dell ' Unione Europea . Qui , certo , il sangue non scorre come nel Kosovo . I 15 paesi , in attesa di diventare 20 o 22 , ostentano anzi tra loro rapporti pacifici , amichevoli , soccorrevoli , quasi fraterni . Tuttavia nel cuore transnazionale dell ' Unione , nel limbo burocratico di Bruxelles , si sta giocando la più grossa scommessa continentale di fine secolo . La guerra nel Kosovo è guerra vera , selvaggia , primordiale , combattuta senza pietà e senza ipocrisie umanitarie . Quel che avviene a Bruxelles è invece un ' insidiosa guerriglia civile , una guerriglia ipocrita , subdolamente combattuta nelle cangianti e confuse istituzioni comunitarie in nome di ideali nobilissimi : l ' euro , il mercato unico , l ' armonia agricola , l ' integrazione federalistica , l ' allargamento ai cugini derelitti dell ' Europa centrorientale . Cos ' le due Europe , quella della guerra aperta nei Balcani , l ' altra della guerriglia sotterranea nel quadrilatero carolingio , danno l ' impressione di voler approdare insieme al Duemila in uno stato di disfacimento più che di evoluzione concorde nell ' ordine e nel progresso . Non credo che il parallelismo tra il virulento inferno balcanico e il travagliato limbo euroccidentale sia cervellotico o forzato . La verità è che un ' Europa comunitaria incapace di integrarsi , di democratizzarsi nelle istituzioni , di dare a queste l ' autonomia e la presa di strumenti preparatori di uno stato federale , sarà sempre più un ' Europa allo sbando . Malaticcia e velleitaria , dominata da una burocrazia pletorica sottratta a controlli e verifiche popolari , lacerata da scompensi organici e da faide tecnocratiche complicate e incomprensibili : una simile Europa non sarà mai in grado d ' imporre una pace energica all ' Europa delle guerre calde , arcaiche , che a medio termine potrebbero tracimare dai Balcani e lambire perfino l ' Asia mediterranea . Solo una robusta e convinta stabilità interna all ' Unione , un ' integrazione che prolunga il mercato della moneta e del commercio unificati nel mercato politico delle diplomazie e delle difese unificate , potranno trovare la forza con cui sedare le turbolenze belliche evitando che le guerre balcaniche diventino guerre paneuropee . Premessa di tale necessaria stabilizzazione o ristrutturazione euroccidentale è in certi caso lo scorrimento , in altri l ' ampliamento , in altri ancora il deperimento delle funzioni assegnate alle tre principali macchine comunitarie . Il Consiglio , che rappresenta i governi degli stati membri e si comporta come il sinedrio collegiale di una monarchia assoluta , dovrebbe deperire diventando un organo di rappresentanza e di testimonianza storica delle nazioni associate . La Commissione , che dai tempi di Jacques Delors non è più subalterna ancella del Consiglio intergovernativo , dovrebbe assumere il connotato di un vero esecutivo federale europeo . Il Parlamento , che fino all ' altroieri appariva confinato in un ruolo consultivo di second ' ordine , dovrebbe estendere i suoi poteri nei confronti sia della Commissione sia del Consiglio . In sostanza , l ' Europarlamento dovrebbe conquistare ulteriori prerogative costituzionali dopo quelle espugnate , pochi giorni orsono , con le dimissioni imposte alla Commissione . Lo scandalo moralistico , ' nepotismi ' e ' irregolarità ' , c ' entrano poco o niente con la bocciatura inflitta dai parlamentari all ' organismo esecutivo dell ' Unione . C ' entra , invece , il prolungato scandalo politico che per decenni impediva all ' Assemblea di fare i conti con i ministri posticci della Commissione e con i ministri reali del Consiglio . Ora , la Commissione bocciata sarà certo più debole nei confronti del Parlamento , ma , da questo paradossalmente legittimata nella reciproca autonomia del Consiglio , sarà anche più forte nel quadro istituzionale complessivo . Il dado è tratto . Il resto è in arrivo . D ' ora in avanti , il Parlamento potrà esercitare un potere di ratifica sulla nomina del presidente della Commissione , potrà censurare le sue spese e i suoi errori , potrà sostenerlo e assisterlo nella nomina dei commissari , una volta scelti con metodo impositivo dal Consiglio . La rivoluzione liberale in atto raggiungerà il giorno più alto quando il Parlamento europeo diverrà assemblea costituente europea : allora la monarchia autocratica del Consiglio , che già perde colpi , dovrà trasformarsi per forza in monarchia costituzionale . In quel caso , forse non lontano , l ' Europa ci apparirà alfine pressoché unita , pressoché compatta , pressoché pronta a riportare pace e ordine nelle regioni limitrofe sconvolte dall ' odio e dalla guerra infinita .
I FIGLI DI DIO ( RUTA ENRICO , 1915 )
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Il primo assaggio del mondo è talmente ingrato , che alla persona favolosa del più sapiente dei re venne attribuito un libro amaro compendiato nel motto amarissimo : a Chi accresce la scienza accresce il dolore n . La prima impressione che riceve chi si dà a osservare intorno a sé le cose umane , non è posata e serena ; è passionale ; e si riassume nel pregiudizio , tanto più nobile quanto è più retto e generoso l ' animo dell ' osservatore , che le cose umane non sono come dovrebbero essere , non vanno come dovrebbero andare . L ' ingenuo osservatore non si accorge che , credendo d ' immergersi interamente nelle cose . col fatto ne fa astrazione , e si assorbe invece in se stesso , che è un falso sé stesso fuori delle cose . Stima di esplorare il mondo , e all ' opposto si smarrisce in un sé fittizio fuori del mondo . Perché il dover andare , il dover essere che desidera alle cose , è dentro di lui , o , meglio , dentro quel suo astratto sé stesso , e non è nelle cose , le quali vanno come vanno , sono come sono . Sono , cioè , la situazione storica ; vai quanto dire , non possono non andare come vanno , vanno per l ' appunto come devono andare . E la situazione storica s ' impone ; tanto che quel primo assaggio , quella prima impressione si risolverebbero in una condanna vuota , in una vana disadeguazione dalle cose , se non portassero naturalmente a una riadeguazione alle cose , a una riassoluzione del mondo . L ' astrarsi in una inutile maledizione contro il tutto , è un disumanarsi ; ma se quell ' astrarsi avviene , ed è , dunque , necessario , non è necessario se non perché implica una più intera e piena riumanazione . Riflettendo pacatamente , ragionando , ci persuadiamo che questo riumanarsi nel materno seno delle cose è un fatto continuo , altrimenti per gli uomini la società dei propri simili sarebbe impossibile e l ' homo homini lupus non si comporrebbe nel proximus tuus . Non ostante ciò anche ragionando , non ci è lecito di dissentire , che non meno continuo persiste dentro di noi qualcosa di tenace e d ' incoercibile , che non si acquieta , che non si abbandona alla corrente , che all ' andazzo anzi si oppone , e talvolta si solleva a tempesta contro le cose come sono e come vanno tenendosi all ' apparizione leggiadra e imperiosa di un come dovrebbero essere e dovrebbero andare . Donde nasce , dunque , e che cosa è mai cotesta potenza interiore , cotesta prepotenza dell ' anima ? Ognuno ne sente in sé , anche non pensandovi , anche ignorando affatto la spiegazione di Platone , la presenza ; ognuno ne segue , anche non rendendosene o non sapendo rendersene ragione , l ' impulso . Ne segue l ' impulso l ' ultimo zappatore , che desidera alleviata la sorte dei suoi figli ; il legislatore , che non si contenta delle leggi in vigore e ne medita di più rispondenti ; il condottiero di popoli e di nazioni , che vuole l ' inalzamento del suo popolo e della sua nazione ; e , il santo , che anela a una beatitudine senza confini di stati e di schiatta ripartita egualmente a tutti gli uomini , egualmente affrancati da ogni privazione . Anzi , la procella interna dalla quale , purtroppo , non a tutti i nati di donna è consentito di scampare incolumi o vittoriosi , è alimentata proprio da niente altro , che dal tormentoso sentimento del dover essere delle cose contrapposte al loro essere : qual ' è , se non cotesto , il soggetto del dramma che ogni . uomo vive dentro di sé ? Erra Schopenhauer , perché non lo risolve ; ma è l ' eterno dramma , che è commedia comune per l ' inetto , la cui inutile rassegnazione ai colpi impartitigli dalla fortuna a lui conforme si rivela alle sue stesse querimonie ; è divina commedia per l ' uomo di genio , che con l ' opera sua apre un ' epoca nuova ; è tragedia gaudiosa pel martire , che col proprio sacrifizio testimonia la realtà dell ' ideale . Come si fa a negarlo ? " Le cose non vanno come dovrebbero andare " . Questa specie di giudizio universale , con cui l ' anima degli uomini e delle genti butta il mondo nella geenna , e che sopravvive e si tien rannicchiato nella mente perfino del filosofo , giudice freddo , e conscio che le cose non possono non andare come vanno , non sarà , e infatti non è un giudizio , non è un atto della ragione , la quale non concepisce sé esistente fuori della coessenza della realtà . Ma che sia qualcosa di universale è innegabile , perché il negare la verità del dramma umano forma appunto un episodio dello stesso dramma di cui s ' impugna l ' esistenza . Qualcosa di universale , dunque , alimento primo dell ' attività mentale , chiamiamolo lirismo e sentimento , chiamiamolo fantasia e passione , chiamiamolo epos ed ethos , non nato d ' altronde che da sé stesso , congenito con sé stesso , è insomma il nucleo autogenetico , il focolare vivo per cui la niente non si sta all ' azione e alla conoscenza del fatto e lo trasmuta nel da farsi , non si ferma al passato che riassimila in sé riconformato nell ' avvenire , maledice come male il presente non ancora superato e ribenedetto come bene imminente . Perciò gli uomini che effettivamente sentirono fervere dentro di sé come una potenza dell ' universo l ' epos antico della stirpe e lo rivissero con la certezza e la virtù di un bene predestinato , preparato a rigenerarla , furono quelli il cui dramma intimo investì tutti e si trasfigurò nel dramma di tutti , il cui dramma individuale diventò nella storia della civiltà la missione dell ' epoca . Perché la potenza da cui si sentivano invasi e che illuminava e guidava il loro destino , essi l ' hanno creduta quella stessa , a cui attribuivano la creazione e l ' esistenza del mondo ; profondamente , con tutta l ' anima , veramente , con tutto l ' intelletto , l ' hanno creduta e l ' hanno pensata Dio . E furono davvero i " figli di Dio " , perché lo crearono . I figli di Dio furono i creatori di Dio . Anche quelli che comparvero sulla soglia dell ' antichità storica , come Hammurabi , come Amenhotep Chuenaten , come il leggendario Mosé , avevano alle spalle un ' antichità ben più remota , che per noi oggi si disfà nella nebbiosa astrattezza di un qualunque numero plurimillenario . E millenni e millenni prima di loro , perfino l ' umanità , di cui non abbiamo potuto rintracciare di meglio che vestigi fossili più o meno eloquenti , appunto perché umanità , ebbe essa pure un sentore della realtà universale , dell ' universalità della mente , fosse anche spezzettandola incosciamente e cacciandola ad abitare paurosamente o speranzosamente nella pioggia e nel sereno , nelle piante e nelle pietre di cui , come i selvaggi tuttora viventi e tuttora non viventi meglio dei progenitori paleoetnologici , si fingevano misteriosi esseri nemici o protettori . La realtà dello spirito può rimanere ignota , ma è la vita ; e l ' intensità con cui , gli uomini ignari la vivono , si palesa nella finzione degli spiriti e nel terrore o nella gioia della loro finzione . Gli spiriti buoni e cattivi , dunque , gli dèi e i demonii nacquero presto con gli uomini , a una nascita ; lo spirito o , meglio , l ' idea dello spirito , Dio , nacque tardi ; la realtà dello spirito , vale a dire , il giudizio reale , la scienza , è il dente del giudizio , è nata all ' ultimo . E per tirarlo su a nascere , c ' è voluto dolore , e subisso di tempo e di tempi . Basta pensare a questo , cioè al cammino che ha percorso la mente umana dalla finzione degli spiriti all ' idea dello spirito , per comprendere il valore e la concretezza della missione adempiuta dai figli e creatori di Dio . Per comprendere , insieme , che crearono ciascuno il suo Dio , vale a dire il Dio conforme all ' epoca , alla natura del paese , alle tradizioni nazionali , al genio della stirpe , all ' ambiente e simili , tutte cose che , se hanno senso , significano precisamente , in una parola , la situazione storica . E appunto perché espresso dalla situazione storica , quello che essi crearono era per ciascuno il Dio unico , l ' unico e vero Dio . Dunque , si può obiettare , essi in verità non compresero Dio , che è l ' uno di tutti i tempi e luoghi , e non è quello particolare né , putacaso , di Zarathustra , né di Maometto , né di Enfantin . Ma che l ' obiezione non concluda , è provato dal fatto che , se esaminiamo proprio il Dio oggi confessato cattolicamente l ' uno e vero Eterno , dobbiamo riconoscere che non è concepito nello stesso modo dai medesimi credenti , padri e dottori e teologi , che ne hanno bandito pel mondo la verità . Costoro , anzi , lo pensano ognuno in una maniera altrettanto diversa , quanta è la diversità peculiare che rende inconfondibile Shamash con Aten , Jahvé con Allah , Ahura con Eli . Passiamo pure sulla storia dell ' eresia , che offrirebbe una prova troppo alla mano e comoda : nel seno stesso dell ' ortodossia non parlerebbe logicamente chi sostenesse che il Dio di San Paolo è il Dio di Sant ' Agostino , il Dio di San Domenico è il Dio di San Francesco , il Dio di San Tommaso è il Dio di Vico . Sono , al contrario , iddii così distinti , come sono distinti i rispettivi momenti storici . Tanto che l ' accorto teologo , il quale dalla variabilità storica del concetto di Dio , o svolgimento , volesse , come hanno fatto i gesuiti in partibus infidelium , inferirne giustamente la prova decisiva dell ' irrefragabile verità del Dio onnipotente , imperscrutabile e inaccessibile , è accessibile alla povera intelligenza umana solo per quel tanto che le concede della sua grazia , ebbene , a che cosa l ' accorto teologo concluderebbe ? Sostenendo l ' unità di Dio , uno e vero qualunque sia la maniera imperfetta con cui lo apprende l ' anima dei mortali , egli in sostanza conclude al vero uno , vale a dire all ' unità reale della mente umana , che è mente in tutti i luoghi e in tutti i tempi ; a quell ' unità in cui s ' identificano Ptah e Brama e Giove e il Signore e tutte le fantasie e le idee e i concetti e i voleri degli uomini , siano civili o selvaggi , deficienti o intelligenti , attivi o contemplativi . Che cosa dice Chuenaten ? " Tu sei nel mio cuore . Nessuno ti ha riconosciuto fuori di tuo figlio Chuenaten . Tu gli concedi la tua potenza . La terra è nelle tue mani perché tu l ' hai creata " . La mente è una : queste parole sono le medesime che , espresse o tacite , suonano nell ' animo di Vyasâ , di Ezra , di Gesù , di Lutero , degli apostoli e dei martiri e dei santi di ogni paese e favella . Nelle parole del re egiziano , l ' ispirato riformatore monoteista , si compendia l ' Imitazione di Cristo , si compendia il succo di quella grande apocalissi del mondo grecolatino germanico che è la Divina Commedia . Se non che , nessuno si fermerà alla lettera , e ne tirerà che dunque Chuenaten e , per esempio , il Nisseno pensavano la stessa cosa . Sotto la lettera , lo spirito è ben diverso ; perché lo spirito implica quel complesso specifico di problemi etici , la cui posizione e risoluzione distinguono l ' una dall ' altra le varie situazioni storiche delle quali il momento culminante si concentra nelle mentalità proprie di ciascuna , dette perciò " i geni rappresentativi " . Ma per questo stesso , tanto più emerge l ' unità : quali che fossero i problemi congeniti nel momento storico , e risoluti o da risolvere secondo le contingenze caratteristiche , i figli di Dio si unificano in un pensiero : nelle loro menti sfolgorò l ' idea dello spirito universale , e gli subordinarono il mondo ; essi rigettarono ogni forma di politeismo , distrussero dèi e demonii ; il loro genio non ammise che l ' unico e vero Dio , creò Dio . E creando l ' unico Dio signore del mondo al cui volere tutto il mondo doveva ubbidire , iniziarono con la sapienza della forza o con la forza della sapienza quel moto di umanizzazione dei popoli e delle stirpi , che attraverso il dolore e la morte e il sangue e la distruzione rivela agli uomini un contenuto sempre più profondo e un senso sempre migliore della vita , e fa felice anche la colpa e fa buono anche il male , perché ne cava scienza e virtù . Subordinarono il mondo a Dio , l ' essenza degl ' individui all ' essenza del tutto : umanizzarono il mondo con la forza irresistibile della legge morale . Siamo ritornati al punto donde siamo partiti , alla colpa , al male , ossia all ' essere delle cose contrapposto al dover essere . Sviluppando l ' antica formola tradizionale cinese , che la colpa è ciò che nuoce ai cinque hing , agli elementi del mondo , dice Confucio che il male è ciò che si oppone al tao , alla ragione universale . Pei figli di Dio , essenzialmente monoteisti come sono , si comprende che cosa è il male , che essi abominano con tanta più inesorabile abominazione , quanto più se lo sentono da presso , annidato proprio dentro al cuore : il male è ciò che si oppone a Dio . Creando Dio , necessariamente hanno creato il diavolo . Ecco il dramma . Chi dice : " Tu , Dio , sei nel mio cuore " , dice implicitamente : " Tu , diavolo , sei nel mio cuore " . Se Dio è l ' idea dello spirito universale , e risponde al bene del tutto , alla morale , il diavolo è l ' idea dello spirito individuale , e risponde al bene dell ' individuo contro al tutto , ossia all ' egoismo , che è il male . La ragione filosofica scopre e sistema assai tardi la dialettica animatrice delle cose , in virtù della quale gl ' infimi selvaggi non possono immaginare spiriti buoni senza spiriti malvagi : ma in quella sono maestri anche gli animali , per cui l ' appetire da una parte significa il fuggire o avversare dall ' altra . E la dialettica , che di necessità scinde il monoteismo deistico nel diteismo divino - diabolico , precisa nettamente i termini del dissidio in conformità della speciale situazione storica , che ha ispirato alla mente dell ' epoca , all ' uomo di genio , l ' idea dello spirito universale , l ' idea del sommo bene , e lo ha indotto a inventare il Dio conforme . Se , per esempio , Dio significa esclusivamente il creatore della terra per la stirpe e il protettore della nazione , il diavolo è il dio dello straniero . Se Dio significa l ' autore della luce , della creazione amica agli uomini , del benessere materiale e morale , della vita pura e gioconda , il diavolo è il Dio delle tenebre , della creazione ostile , della miseria e della malvagità e dell ' infermità e della morte . Se Dio significa il padre e custode dei buoni e dei poveri , il diavolo non è che il Dio dei malvagi e dei ricchi . Se Dio è il signore dei fedeli credenti , il diavolo è il Dio degl ' infedeli miscredenti ; e così di seguito . Così di seguito , con tutta la trama d ' infinite differenze e complessità e semplificazioni e varietà e sfumature che segnano lo sviluppo e il transito di un ' epoca in un ' altra , di una nazione in un ' altra , di un ' egemonia in un ' altra , di questo o quel momento storico precedente nei successivi . L ' idea , la realtà , secondo la vecchia immagine , è come il filugello che cava da sé il suo filo , e non si rinchiude nel bozzolo se non per sfarfallarne e per quell ' apparente riprincipiar da capo che è in verità un eterno continuare verso una meta che è , insieme , principio e fine . Non si dà sole senza tenebra , né state senza verno , né natura amena e amica di frutti senza natura di uragani e di desolazione , né ricchezza senza miseria , né salute senza infermità , né amicizia senza inimicizia , né credenza senza miscredenza , né bontà senza malvagità , né gioia senza dolore . Vale a dire , non si dà pensiero senza che sembri che ci sia un qualcosa che non è pensiero , ossia senza l ' errore , che , appunto col pensarlo , viene ridotto a pensiero ; e non si dà azione senza che sembri che ci sia un qualcosa di cieco e renitente , ossia il fatto di bruta natura , agendo sul quale lo si riduce al fine volontario appunto voluto dall ' azione . Solo che gli uomini non la sentono così ; e l ' egoismo cieco e irrazionale , che hanno congenito dentro , lo vedono fuori , nella malvagità del mondo o nell ' ostilità della natura ; come se le stesse meteore e i terremoti , che sembrano un maleficio a chi ne è colpito e che li giudica secondo il danno che ne porta , non.fossero una condizione di esistenza per la terra , che nell ' equilibrio dell ' economia generale connaturata alle sue forze endogene ed esogene , ne ha , dunque , bene . Ciò che è compreso dai credenti , i quali nelle grandi calamità parlano di imperscrutabili decreti della Provvidenza . Ma la ragione non è il sentimento ; e dunque la fantasia e la passione fanno un fascio delle tenebre e della miseria e dell ' infermità e della bruta natura e dell ' errore e del dolore e del male , e il fascio lo chiamano diavolo , soprintendente alle cose come vanno ; e fanno un fascio della ricchezza e della salute e della gioia e del dolore e della luce e della verità , e lo chiamano Dio , termine ideale delle cose come dovrebbero andare . Errore , male , dolore ; verità , bene , beatitudine : questi sono i termini della lotta combattuta di continuo , senza requie . Ed è guerra veramente senza quartiere sulla terra , e concludibile soltanto nella pace del cielo , quando si accetta come assioma o come verità dogmatica , che non è concesso agli uomini espellere del tutto il diavolo da questo mondo , e che la vittoria completa è destinata da Dio all ' altro mondo . Naturalmente la soluzione , che avviene in terra o in cielo o sotterra , varia col variare dei modi con cui , secondo i tempi e i luoghi , i termini sono impostati . Ma sia che prometta l ' affrancamento dal contatto straniero o dalla servitù , oppure da una casta divenuta esosa , oppure dal maligno influsso della miscredenza , oppure dalla natura materiale , oppure dal tedio del mondo stesso giudicato tutto intollerabile , o comunque altro si voglia , essa rivela la verità fondamentale : che , cioè , la lotta è intuita e sentita come un processo di liberazione . " Libera nos a malo " . Le ore tragiche dell ' umanità sono , in sostanza , quelle in cui l ' accumulamento di un passato morto , esausto di ogni senso e contenuto di utile e di bontà e di verità , sembra appesantirsi come una montagna di falsità e di menzogne sulle genti , e spegnere in loro ogni prezzo dell ' esistenza , ogni gusto della terra . L ' umanità , persuasa a proprie spese che " militia est vita hominis super terram " , sfiduciata e disfatta si chiede : " ma perché ? a che serve ? " . E l ' inerzia e il cinismo coprono perfino la disperazione . In tali crisi storiche , l ' immortalità della mente umana , lo spirito del mondo si concentra in un uomo , il figlio di Dio , che porta contro il cumulo del passato tutte le fiamme del cielo e dell ' inferno , tutte le fiamme della sua coscienza , e scioglie al fuoco e spiana il passato , e incenerisce il diavolo , e al suo popolo risollevato e richiamato al pensiero e all ' azione addita il segno e la legge di una nuova esistenza . La sua legge è immedesimazione e compenetrazione dell ' individuo col tutto ; è vita e assunzione in Dio ; la guerra che egli riaccende nel mondo è guerra all ' egoismo , che è arrivato all ' estremo , cioè al termine in cui l ' egoismo diventa divoratore di sé stesso ; la legge è il dovere , e il dovere è il diritto del sacrifizio . Perciò il furore e l ' odio contro le cose come vanno egli li risolve in incantamento e in amore alle cose come devono andare . E spinge gli uomini un gradino più su per la scala della verità e della volontà , in cima alla quale inferno e terra e cielo si fondono e si.concludono in liberazione dell ' anima redentrice di sé a sé stessa e signora del proprio destino . In cima alla scala è l ' ideale , che è la stessa realtà ; è la beatitudine , che è la stessa volontà . Tale fu l ' opera dei Figli di Dio ; opera d ' incivilimento , di progresso , di umanizzazione della bruta natura , di umanizzazione dell ' uomo all ' uomo , di addomesticamento e di educazione del destino ricondotto ad abitare sotto la fronte e sotto la mano dell ' uomo . Opera di fervore e di fermento verso una meta che si tocca sempre , perché non vi si arriva mai ; verso il fine , il cui esser fine consiste nel non essere mai raggiunto ; verso il dover essere , che non esiste fuori del come avviene . In questo gaudioso e tremendo lavoro di sviluppo e di avanzata senza sosta né riposo , in questo facimento e rifacimento implacabile , in cui generazioni su generazioni e popoli su popoli sono assorbiti come materia di elaborazione per un prodotto perfettibile , non mai perfetto , il genio prescelse solo quei pochi uomini a testimoniare la ragione per cui le stirpi e le genti si sono tanto affaticate , a comprovare la sostanza di verità e di utilità nella quale si esaurirono , a dimostrare per quale virtù profonda la transitorietà della loro opera , che può sembrare talvolta affatto dimenticata o sparita , si perpetua nell ' attualità della nostra . E tra quei pochi ce n ' è uno , a cui dalla parte più colta e fattiva dell ' umanità furono sanciti gli altari , e anche oggi l ' inanità degli altari non ci offende , perché egli stesso avrebbe perdonato alle turbe l ' incapacità di comprenderlo come vero uomo , come l ' uomo migliore che fino a oggi sia passato per la milizia della terra , inerme affatto di ogni cura di sé , armato di passione al povero prossimo suo , armato di devozione al sacrifizio . Ed è quello che li riassume tutti , tanto la verità dell ' ideale e la sostanza eterna della bontà umana s ' identificano nel suo nome ; tanto egli è presente e vivo dentro di noi , e ci conforta e aiuta a guardare dal dolore e dall ' odio la nostra fatica e a preservare dal male il nostro pane quotidiano e a serbare dignità nella miseria e mansuetudine nella fortuna : tanta fu la dolcezza con cui si sforzò di far confessare alle genti , che il vero Satana insidiatore della vita dell ' anima è l ' egoismo . Tanto egli con le sue lacrime e col suo sangue ha connaturato in noi la certezza , che non da altrove che dal nostro sangue e dalle nostre lacrime ci è dato di cavare la forza di redimerci dal peso di noi stessi , e di assaporare l ' esistenza come una continua liberazione dell ' animo nella pienezza della realtà . E sul petto di lui , che riassume in sé tutti i figli di Dio , l ' umanità china con consolazione il capo travagliato . Perché solo nel battito del suo cuore , che seppe uscire rinfiammato di fede e di affetto dalla tragedia combattuta tra il cielo e l ' abisso , ella ritrova tutta intera e riconosce a pieno la tragedia propria , che combatte con sé stessa dal principio del mondo per stabilire sulla terra il regno dell ' uomo .