StampaPeriodica ,
Caro
Gobetti
,
Questi
che
ti
mando
sono
semplicemente
degli
appunti
.
Non
vogliono
essere
una
critica
della
Conferenza
di
Genova
,
e
neppure
il
solito
impressionismo
che
sul
nostro
foglio
sarebbe
una
stonatura
.
E
neppure
-
infine
-
sono
rivelazioni
di
retroscena
,
che
io
non
conosco
,
e
che
forse
non
ci
sono
stati
.
Appunti
:
e
nient
'
altro
.
Avendo
osservato
la
Conferenza
,
e
veduto
all
'
opera
qualche
personaggio
di
rilievo
,
ce
ne
ho
forse
tanto
da
fare
un
"
papier
"
non
privo
d
'
interesse
.
Ad
ogni
modo
,
servirà
di
diversivo
,
una
volta
tanto
,
ai
lettori
di
Rivoluzione
Liberale
.
Non
mi
propongo
altro
.
Perché
proprio
a
Genova
Io
mi
trovavo
presente
a
Cannes
,
all
'
Hotel
Carlton
,
quando
l
'
on
.
Bonomi
annunciò
ai
giornalisti
italiani
che
la
Conferenza
economica
europea
si
sarebbe
tenuta
a
Genova
.
Mi
par
di
vederlo
,
con
quella
sua
aria
imbambolata
:
"
E
noi
,
della
delegazione
italiana
abbiamo
pensato
che
Genova
sarebbe
la
città
più
adatta
...
per
il
suo
glorioso
passato
marinaro
...
E
poi
c
'
è
palazzo
San
Giorgio
...
"
.
Ma
insomma
,
si
capiva
che
la
scelta
di
Genova
aveva
una
storia
non
chiara
:
e
questa
storia
la
conobbi
dopo
,
durante
la
Conferenza
.
A
Cannes
,
nell
'
ultima
seduta
del
Consiglio
Supremo
,
Lloyd
George
aveva
varato
il
progetto
di
una
conferenza
da
tenersi
in
Italia
.
Bonomi
doveva
naturalmente
indicare
la
località
.
Il
buon
Bonomi
,
pensando
agli
alberghi
del
Lido
,
propose
formalmente
Venezia
.
Silenzio
imbarazzante
da
parte
di
Briand
,
che
si
ricordava
le
gazzarre
veneziane
contro
la
missione
militare
di
Fayolle
.
E
finalmente
se
ne
ricordò
anche
Bonomi
,
il
quale
però
non
sapeva
come
rimediare
alla
gaffe
.
Fu
allora
che
Lloyd
George
tirò
fuori
Genova
.
"
No
,
no
-
egli
disse
testualmente
-
Venezia
non
serve
.
A
Venezia
ci
vanno
tutte
le
coppie
in
viaggio
di
nozze
:
il
nostro
non
sarà
un
viaggio
di
nozze
.
Venezia
ci
renderebbe
ridicoli
.
Preferisco
Genova
"
.
E
fu
deciso
per
Genova
...
sperando
di
sfuggire
al
ridicolo
.
Il
Club
dei
potenti
Lloyd
George
concepì
la
Conferenza
come
una
specie
di
palingenesi
diplomatica
,
a
cui
si
dovesse
convitare
quanta
più
gente
fosse
possibile
.
Queste
sagre
della
diplomazia
son
indispensabili
per
gli
uomini
democratici
anglosassoni
:
quello
che
noi
stampiamo
su
sei
colonne
sui
nostri
giornali
:
"
Le
solenni
assise
della
ricostruzione
"
e
simile
roba
,
per
loro
è
una
necessità
rituale
,
in
cui
credono
fermamente
.
Inoltre
,
Lloyd
George
ha
l
'
assoluto
preconcetto
che
si
debba
trattare
soltanto
con
i
"
premiers
"
.
A
Genova
,
nei
primi
giorni
,
sorse
anzi
qualche
piccolo
inconveniente
rispetto
alla
delegazione
italiana
,
perché
Lloyd
George
non
si
poteva
capacitare
che
Facta
era
un
premier
...
con
cui
non
si
poteva
trattare
.
Egli
era
lievemente
irritato
quando
sapeva
che
qualche
primo
ministro
-
come
Schoeber
-
progettava
di
lasciare
Genova
per
qualche
giorno
.
Li
voleva
avere
tutti
,
tutti
,
-
anche
i
meno
importanti
,
-
presenti
alle
"
solenni
assise
"
,
pronti
a
servirgli
come
teste
di
turco
o
come
serviziali
da
adoperarsi
contro
terzi
,
come
fece
con
Stambulinski
.
Gli
uomini
vicini
a
Lloyd
George
si
affannano
a
vantare
l
'
arte
con
cui
questo
uomo
sa
risparmiare
il
proprio
tempo
:
ma
io
non
ne
credo
sillaba
.
Sir
Edward
Grigg
,
una
sera
,
annunciò
con
grande
serietà
che
"
ora
mai
il
signor
Lloyd
George
si
è
convinto
della
necessità
di
colloqui
informativi
precedenti
alle
grandi
riunioni
:
un
metodo
di
lavoro
di
cui
egli
si
trova
molto
soddisfatto
"
.
Questo
metodo
con
tanto
di
barba
che
Lloyd
George
crede
di
averlo
scoperto
lui
,
in
realtà
non
fu
mai
applicato
,
perché
il
ministro
inglese
di
colloqui
"
informativi
"
ne
teneva
perfino
quaranta
al
giorno
:
il
che
vuol
dire
non
informarsi
seriamente
di
niente
.
L
'
enorme
estensione
della
Conferenza
,
accresciuta
dalla
presenza
di
tutti
i
premiers
pronti
in
anticamera
,
rendeva
necessario
un
vero
caleidoscopio
di
visite
a
Villa
Albertis
.
Quindi
,
Lloyd
George
"
lavorava
"
solo
nelle
sedute
del
Club
più
ristretto
,
con
Cicerin
,
Barthou
,
Schanzer
.
Il
mondo
,
nelle
riunioni
di
questo
club
,
era
formulato
in
tante
entità
astratte
e
disseccato
in
tanti
pseudoconcetti
:
Ucraina
,
Germania
,
Galizia
orientale
,
Petrolio
,
Valuta
,
e
così
via
.
La
discussione
si
estendeva
a
perdita
di
fiato
intorno
a
questi
nomi
.
Per
certe
giornate
con
colloqui
di
otto
,
dieci
ore
,
sempre
fra
le
stesse
persone
"
alla
ricerca
di
una
formula
"
,
"
intente
ad
uno
sforzo
in
corso
"
,
era
assolutamente
impossibile
ricostruire
il
corso
delle
discussisi
,
ritrovare
la
vena
di
continuità
,
intravederne
lo
sbocco
.
Potevano
essere
come
le
interminabili
discussioni
degli
arabi
,
in
cui
ciascuno
sa
già
quello
che
l
'
altro
dice
per
disteso
,
e
tutti
continuano
a
parlare
a
turno
,
gravemente
,
immobili
sotto
il
sole
,
mentre
le
mosche
si
fermano
all
'
angolo
degli
occhi
dell
'
oratore
e
degli
ascoltatori
impassibili
...
Alle
otto
o
alle
nove
di
sera
si
vedeva
tornare
Visconti
Venosta
,
stanco
di
una
giornata
di
logomachie
,
esaurito
da
lunghe
ore
di
attesa
,
e
condannato
a
ricamare
sopra
un
canovaccio
miserabile
quelle
comunicazioni
che
la
mattina
seguente
sarebbero
comparse
diluite
su
tutta
una
pagina
di
giornale
.
Una
sera
,
il
marchese
arriva
più
stanco
e
sgangherato
che
mai
,
con
in
mano
una
grossa
valigia
di
cuoio
.
Siede
"
agli
accorrenti
cavalieri
in
mezzo
"
,
e
dopo
le
solite
cerimonie
,
apre
la
valigia
.
Dentro
c
'
era
un
unico
foglio
:
un
foglio
di
carta
da
scrivere
a
macchina
:
dico
uno
.
Il
riassunto
del
lavoro
della
giornata
,
compiuto
dal
Club
,
su
un
'
unica
cartucciella
,
racchiusa
in
una
valigia
.
Un
simbolo
impareggiabile
.
I
verbali
Un
resoconto
stenografico
di
queste
riunioni
,
a
poterlo
avere
,
dev
'
essere
esilarante
.
Ma
non
sr
può
avere
,
poiché
non
fu
mai
redatto
.
Si
fecero
soltanto
dei
verbali
:
e
non
sempre
.
Anzi
,
la
vera
ragione
della
ostentata
preferenza
di
Lloyd
George
per
i
colloqui
"
confidenziali
"
o
"
informativi
"
era
questo
:
che
non
se
ne
redigevano
verbali
.
Lloyd
George
è
nemico
dei
verbali
,
che
legano
,
impacciano
,
compromettono
...
Vero
è
che
anche
quando
il
verbale
c
'
è
,
Lloyd
George
ci
rimedia
.
Valga
per
tutti
questo
caso
.
In
una
conversazione
ristrettissima
,
a
tre
,
fra
Lloyd
George
,
Barthou
e
Schanzer
,
sorge
contestazione
fra
Barthou
e
Lloyd
George
su
una
frase
,
che
secondo
Barthou
,
Lloyd
George
avrebbe
detto
giorni
prima
.
Lloyd
George
negava
di
averla
detta
mai
.
Sì
no
,
sì
no
,
si
manda
a
pigliare
il
verbale
di
quella
tale
riunione
.
Lloyd
George
si
impadronisce
del
documento
,
e
lo
legge
.
Barthou
,
seduto
dall
'
altra
parte
della
tavola
,
ascoltava
:
Schanzer
,
in
piedi
accanto
a
Lloyd
George
,
seguiva
,
senza
parere
,
con
la
coda
dell
'
occhio
,
il
testo
inglese
.
Schanzer
rimase
fortemente
colpito
quando
vide
che
Lloyd
George
,
arrivato
al
punto
interessante
,
cambiava
completamente
il
testo
delle
sue
documentazioni
riportate
dal
verbale
,
sostituendole
con
altre
improvvisate
,
e
,
naturalmente
,
concordi
con
le
sue
recentissime
asserzioni
.
Barthou
-
sempre
dall
'
altra
parte
del
tavolo
-
continuava
ad
ascoltare
,
e
alla
fine
,
da
perfetto
gentiluomo
,
non
volle
controllare
e
ammise
di
avere
sbagliato
.
"
È
vero
:
voi
non
avete
mai
detto
quella
frase
"
...
Questo
episodio
è
autentico
:
fu
io
stesso
con
on
.
Schanzer
che
,
veramente
impressionato
,
non
seppe
tacerlo
ad
un
altro
membro
della
delegazione
italiana
.
Lloyd
George
e
la
stampa
Il
"
lavoro
"
del
club
procedeva
dunque
in
un
modo
abbastanza
bizzarro
.
Ma
non
era
su
di
esso
,
neppure
,
che
faceva
grande
assegnamento
Lloyd
George
.
Il
suo
mezzo
eroico
per
fare
avanzare
la
Conferenza
erano
le
dichiarazioni
alla
stampa
.
La
sua
tattica
,
in
fondo
,
si
riassumeva
qui
:
con
l
'
imposizione
ai
capi
di
governo
europei
di
venire
a
Genova
,
richiamare
su
Genova
l
'
attenzione
di
tutto
il
mondo
;
e
valersi
poi
di
questa
attenzione
per
creare
un
piedistallo
reclamistico
alle
proprie
trovate
,
e
farle
così
passare
nelle
sedute
del
club
.
L
'
esempio
classico
di
questo
suo
sistema
di
superare
le
difficoltà
fu
il
primo
grande
meeting
della
stampa
a
Palazzo
S
.
Giorgio
.
Il
club
discuteva
già
da
tre
giorni
-
si
capisce
a
vuoto
-
sul
trattato
russo
-
tedesco
e
sulle
misure
da
prendersi
.
L
'
atteggiamento
di
Lloyd
George
,
a
questo
proposito
,
fu
variamente
discusso
:
fra
l
'
altro
un
giornale
di
Genova
,
basandosi
su
informazioni
tedesche
,
ne
aveva
dato
una
interpretazione
forse
troppo
pessimistica
e
maliziosa
.
La
cosa
richiamò
l
'
attenzione
del
signor
Mc
.
Clure
,
di
Sir
Grigg
e
di
altri
consiglieri
di
Lloyd
George
.
Occorreva
una
smentita
personale
del
premier
.
Il
giornalista
interessato
-
che
poi
ero
io
-
avrebbe
voluto
avere
una
smentita
particolare
:
come
successo
giornalistico
non
ci
sarebbe
stato
male
.
E
qualcosa
di
simile
gli
fu
promesso
.
Ma
alle
11
di
sera
,
una
telefonata
da
Villa
d
'
Albertis
mi
avvertiva
che
una
smentita
ad
hominem
era
parsa
pericolosa
al
premier
e
che
questi
aveva
deciso
di
fare
qualche
cosa
di
meglio
.
Infatti
,
all
'
indomani
,
è
preannunciato
il
grande
meeting
a
Palazzo
San
Giorgio
.
Cinquecento
,
mille
giornalisti
vi
accorsero
.
Le
persone
dell
'
entourage
di
Lloyd
George
,
che
mi
erano
state
benevole
di
quella
promessa
non
potuta
eseguire
,
mi
fecero
rilevare
che
nessun
mezzo
di
smentita
era
apparso
più
acconcio
di
questo
:
che
,
in
fondo
ero
io
il
suscitatore
nascosto
di
tanto
rumore
:
e
altre
cose
del
genere
.
Dovetti
convenire
che
esse
avevano
ragione
.
Ma
tutti
quanti
eravamo
ingannati
da
Lloyd
George
:
il
suo
fine
era
nascosto
,
e
diverso
da
quello
della
semplice
smentita
.
Infatti
,
gli
si
fanno
pervenire
le
prime
domande
scritte
.
La
prima
,
naturalmente
,
chiede
se
egli
era
o
no
a
conoscenza
del
trattato
:
egli
nega
:
la
smentita
è
data
a
tutta
la
stampa
del
mondo
.
Ma
non
basta
.
Egli
afferma
che
ormai
l
'
incidente
del
trattato
è
superato
.
Grande
sensazione
in
tutti
,
comprese
le
persone
dell
'
entourage
:
e
sensazione
giustificata
,
perché
l
'
affermazione
non
era
affatto
esatta
.
La
stampa
di
tutto
il
mondo
la
diede
ugualmente
.
Alla
delegazione
francese
ne
furono
stupiti
e
intimiditi
:
poche
ore
dopo
,
cedettero
.
Lloyd
George
aveva
convocato
il
meeting
per
questo
,
dando
ad
intendere
a
tutti
-
compresi
gli
intimi
-
che
lo
aveva
convocato
per
dare
la
smentita
.
Due
piccoli
particolari
.
1
)
In
questi
meetings
stampaioli
,
Lloyd
George
diceva
:
"
Io
sono
qui
per
rispondere
a
tutte
le
vostre
domande
:
però
,
le
voglio
scritte
"
.
Ebbene
,
nessuno
dei
biglietti
imbarazzanti
che
vidi
scrivere
da
giornalisti
francesi
ebbe
mai
una
risposta
.
Al
tavolo
della
presidenza
li
sopprimevano
...
con
dei
procurati
aborti
.
2
)
Rakowski
,
che
anche
lui
teneva
delle
conferenze
alla
stampa
,
la
sera
stessa
del
meeting
di
San
Giorgio
,
annunciò
ai
suoi
ascoltatori
che
avrebbe
ammesso
solo
domande
scritte
.
Il
levantino
aveva
capito
subito
la
malizia
.
L
'
episodio
di
Stambulinsky
Stambulinsky
,
il
primo
ministro
di
Bulgaria
,
è
indubbiamente
un
uomo
"
forte
"
,
un
dominatore
,
nella
politica
del
suo
paese
.
A
guardare
quel
suo
corpaccio
,
quel
suo
volto
di
contadino
bestiale
,
quella
fronte
ostinata
,
quelle
mascelle
da
uomo
che
non
molla
la
presa
:
a
osservare
quel
suo
silenzio
sospettoso
-
Stambulinsky
non
parla
e
non
comprende
che
il
bulgaro
-
mentre
l
'
interprete
traduce
:
a
fissare
quei
suoi
occhi
che
controllano
interprete
e
interlocutore
con
la
cattiveria
e
la
rabbia
del
sordomuto
:
a
cogliere
quella
sua
calma
mongolica
quando
sa
che
si
parla
di
cose
che
non
lo
interessano
-
si
capisce
subito
che
quello
è
un
uomo
forte
,
che
ha
in
mano
tutto
un
popolo
di
contadini
,
che
se
ne
infischia
della
ricostruzione
,
e
che
va
nei
congressi
internazionali
semplicemente
per
fare
dei
dispetti
agli
jugoslavi
.
Ma
Lloyd
George
sa
attaccare
al
suo
carro
-
anzi
alla
sua
....
charette
inglese
-
anche
uomini
"
forti
"
.
Egli
seppe
fare
"
funzionare
"
anche
Stambulinsky
.
Difatti
,
per
quasi
tutta
la
durata
della
Conferenza
,
il
buon
Stambulinsky
,
alloggiato
a
Pegli
,
se
ne
andò
a
fare
delle
automobilate
per
la
Riviera
.
Escluso
da
tutte
le
commissioni
,
si
dava
bel
tempo
.
Accompagnato
dalla
interprete
,
la
figlia
del
ministro
bulgaro
,
Stancioff
,
donna
di
intelligenza
eccezionale
,
dava
qualche
intervista
ai
giornalisti
;
e
queste
interviste
si
riassumevano
in
una
frase
tagliente
,
in
bulgaro
,
gettata
là
alla
signorina
Stancioff
:
"
Spiegate
al
signore
l
'
attuale
situazione
della
Bulgaria
"
.
La
Stancioff
pigliava
l
'
aire
,
e
faceva
una
conferenza
.
(
Come
tutti
i
contadini
,
Stambulinsky
aveva
la
venerazione
per
la
carta
scritta
,
per
lo
"
scrivare
"
.
Alla
sera
-
mi
hanno
detto
-
metteva
in
croce
tutti
i
membri
della
delegazione
bulgara
perché
mandassero
a
Sofia
,
ai
suoi
colleghi
più
istruiti
-
uomini
di
paglia
-
del
gabinetto
,
lunghe
relazioni
sull
'
attività
dei
delegati
bulgari
...
che
passavamo
delle
settimane
senza
fare
niente
,
il
niente
assoluto
)
.
Ma
venne
il
momento
buono
anche
per
Stambulinsky
.
Nell
'
ultima
settimana
della
Conferenza
,
quando
già
tutto
andava
a
rotoli
,
e
Lloyd
George
crede
di
legare
a
se
la
Piccola
Intesa
,
sollevando
la
questione
della
Galizia
orientale
,
di
Vilna
,
di
tutti
quei
paesi
inverosimili
,
e
di
cui
,
del
resto
egli
stesso
aveva
una
idea
assolutamente
sommaria
.
Il
colpo
,
come
è
noto
,
si
risolve
nel
risultato
opposto
a
quello
calcolato
:
gli
Stati
della
Piccola
Intesa
si
riaccostano
più
che
mai
alla
delegazione
francese
.
Allora
,
grande
amore
di
Lloyd
George
per
Stambulinsky
.
Il
contadinaccio
presenta
al
club
una
serqua
di
richieste
,
che
Lloyd
George
difende
nei
limiti
del
possibile
.
Non
basta
.
Per
fare
picca
ai
delegati
della
Piccola
Intesa
,
Lloyd
George
invita
il
contadinaccio
a
colazione
:
giovedì
18
al
Miramare
.
L
'
incontro
è
risaputo
:
era
il
primo
ministro
non
appartenente
a
Stati
invitanti
,
che
sedesse
alla
tavola
di
Lloyd
George
:
questo
fatto
provoca
infiniti
commenti
e
gelosie
di
Nincic
,
Bratianu
,
e
compagnia
.
La
conversazione
dei
due
premiers
si
svolse
in
questo
modo
:
Stambulinsky
invitò
la
Stancioff
a
"
informare
il
signor
ministro
sulle
condizioni
della
Bulgaria
"
.
Lloyd
G
.
si
sorbì
tutta
la
conferenza
:
non
solo
.
Ma
i
due
si
misero
anche
d
'
accordo
,
perché
l
'
indomani
nell
'
ultima
seduta
plenaria
,
Stambulinsky
portasse
formalmente
in
pubblico
,
nelle
solenni
assise
,
le
lamentele
della
Bulgaria
.
L
'
indomani
,
alla
seduta
,
il
contadino
se
ne
stava
accosciato
come
un
bue
sulla
sua
seggiola
.
Io
non
osservai
che
lui
era
veramente
imponente
.
Il
suo
occhio
vagava
sulle
statue
dei
signori
del
Banco
,
sugli
addobbi
,
sulle
tribune
,
sull
'
assemblea
con
una
indifferenza
da
ruminante
.
Quando
ci
fu
il
vivace
incidente
Colrat
-
Cicerin
,
egli
,
naturalmente
,
non
ne
capì
sillaba
perché
si
svolse
tutto
in
lingua
a
lui
perfettamente
sconosciuta
:
ma
non
si
voltò
nemmeno
verso
la
Stancioff
per
informarsi
di
quanto
accadeva
.
Finalmente
,
nei
discorsi
di
congedo
,
venne
il
turno
della
Bulgaria
.
Stambulisky
si
alzò
e
pronunciò
le
solite
quattro
parole
incomprensibili
.
La
Stancioff
prese
la
parola
come
sua
interprete
,
recitando
la
consueta
dissertazione
sulle
condizioni
della
Bulgaria
,
con
annessa
protesta
contro
i
vincitori
,
etc
.
Stambulinsky
sorvegliava
con
quei
suoi
occhi
l
'
interprete
:
Lloyd
George
dall
'
altro
lato
della
sala
,
faceva
finta
di
niente
,
e
intanto
,
attraverso
l
'
occhialetto
,
sbirciava
i
signori
delle
delegazioni
balcaniche
.
Nessuno
sapeva
spiegarsi
il
perché
della
sparata
bulgara
,
proprio
all
'
ultima
ora
:
l
'
arguto
Colrat
,
alludendo
alla
sproporzione
fra
il
breve
periodo
di
Stambulinsky
e
il
discorso
dell
'
interprete
,
disse
perfino
:
"
Mais
vous
savez
,
ce
bulgar
c
'
est
d
'
une
elasticité
terrible
!
...
"
-
Si
scoppiava
dal
caldo
:
veramente
la
Conferenza
si
liquefaceva
.
Di
vivo
e
di
vispo
,
in
quella
liquefazione
,
ci
restava
il
rancore
del
contadino
Stambulinsky
che
aveva
avuto
la
soddisfazione
aspettata
per
quaranta
giorni
,
e
il
dispetto
del
parlamentare
Lloyd
George
,
che
aveva
trovato
lo
sfogo
meditato
da
ventiquattrore
.
Casualmente
,
i
due
uomini
si
erano
incontrati
,
e
l
'
uno
si
era
servito
dell
'
altro
.
Dopo
di
che
,
Lloyd
George
lasciò
completamente
"
cadere
"
Stambulinskv
:
non
se
ne
ricordò
nemmeno
più
.
Lo
aveva
fatto
assurgere
per
un
giorno
all
'
empireo
della
Conferenza
:
e
poi
,
di
nuovo
,
plon
,
giù
negli
abissi
.
Lloyd
George
intende
le
"
solenni
assise
"
dei
popoli
così
,
e
vuole
che
i
premiers
le
presenziino
,
per
spremere
questa
"
collaborazione
"
.
Le
arrabbiature
a
freddo
del
sig
.
Lloyd
George
erano
amabili
,
perché
erano
argute
:
donde
taluno
ha
potuto
compiacersi
di
immaginare
un
Lloyd
George
sempre
buon
compagnone
,
così
com
'
egli
amava
comparire
nelle
sedute
pubbliche
o
nelle
riunioni
della
stampa
,
con
la
solita
provvista
di
metafore
(
del
resto
assai
poco
scintillanti
)
e
di
bons
mots
.
Ma
Lloyd
George
-
ciò
pare
inverosimile
-
si
arrabbiava
anche
sul
serio
,
nelle
riunioni
private
,
nel
club
:
e
allora
era
assai
poco
amabile
.
Così
,
per
esempio
,
in
una
riunione
che
fu
tenuta
al
penultimo
giorno
della
Conferenza
,
a
Villa
Spinola
,
con
i
diplomatici
italiani
e
iugoslavi
che
non
avevano
concluso
niente
dopo
aver
discorso
per
un
mese
.
Fu
allora
che
Lloyd
George
disse
chiaro
e
tondo
a
Schanzer
,
a
Tosti
,
a
Visconti
Venosta
,
che
"
le
domande
italiane
erano
esagerate
"
,
che
"
era
ora
di
definire
questa
curiosa
faccenda
"
:
insomma
ricompensò
con
una
inaspettata
sincerità
quelle
egregie
persone
,
che
per
quaranta
giorni
gli
avevano
usato
la
cortesia
di
far
finta
di
credere
ai
suoi
mutevoli
umori
.
È
vero
che
-
immediatamente
all
'
indomani
-
egli
mortificava
gli
iugoslavi
con
il
discorso
Stambulinsky
,
e
carezzava
gli
italiani
con
una
colazione
di
commiato
al
Miramare
,
in
cui
pronunciò
quel
discorso
del
"
muro
romano
"
,
pieno
di
moine
e
di
complimenti
,
che
li
fece
andar
tutti
in
visibilio
,
diplomatici
e
giornalisti
.
La
colazione
con
Thomas
.
C
'
è
un
episodio
,
nella
condotta
di
L
.
G
.
a
Genova
,
che
io
non
sono
riuscito
a
valutare
.
Si
tratta
di
una
lunga
e
desolata
conversazione
ch
'
egli
ebbe
il
sabato
13
maggio
con
Albert
Thomas
,
segretario
generale
del
Bureau
International
du
Travail
.
Non
so
se
quello
ch
'
egli
disse
allora
fosse
l
'
espressione
di
un
vero
scoraggiamento
,
sia
pure
passeggero
,
o
forse
,
più
perfidamente
,
una
circolare
destinata
...
alla
pubblicità
.
(
Lloyd
George
doveva
avere
,
quello
stesso
giorno
,
nel
pomeriggio
,
quel
colloquio
con
Barthou
,
in
cui
egli
cedette
sulle
condizioni
del
lavoro
all
'
Aja
,
e
,
sostanzialmente
,
liquidò
la
Conferenza
)
.
A
Thomas
,
fra
l
'
altro
,
egli
disse
:
"
Mio
buon
amico
,
la
Conferenza
è
fallita
.
L
'
Europa
è
incorreggibile
e
inguaribile
:
essa
non
vuole
essere
arrestata
sulla
strada
della
reazione
.
Tutti
gli
stati
nuovi
,
che
sono
sorti
dalla
guerra
,
sono
per
la
reazione
,
sono
dietro
la
Francia
"
.
Qui
Lloyd
George
fece
un
vero
elenco
delle
sue
delusioni
,
da
cui
risultava
che
l
'
Inghilterra
si
trovava
sola
,
con
l
'
Italia
.
"
La
mia
azione
alla
Conferenza
non
è
riuscita
a
niente
:
io
pago
il
fio
qui
,
e
forse
lo
ripagherò
in
Inghilterra
,
di
aver
voluto
spingere
l
'
Europa
verso
sinistra
.
Ma
vi
dico
formalmente
che
,
se
si
continua
a
sabotare
la
Conferenza
fino
all
'
ultimo
,
io
sono
deciso
a
lasciare
Genova
solo
dopo
una
solenne
vendetta
.
Io
voglio
pronunciare
all
'
ultima
seduta
un
grande
discorso
:
an
Europe
speech
,
in
cui
dirò
veramente
come
sono
andate
le
cose
e
proclamerò
il
fallimento
della
conferenza
e
le
colpe
dei
responsabili
.
Voglio
difendere
il
mio
nome
e
la
mia
posizione
fin
dove
mi
è
possibile
e
con
tutta
energia
.
Mio
caro
Thomas
,
sapete
qual
'
è
il
nostro
vero
torto
?
Che
noi
non
abbiamo
più
venti
anni
.
Soltanto
i
giovani
di
venti
anni
possono
sperare
di
assistere
alla
fioritura
di
una
Europa
di
sinistra
,
di
potervi
partecipare
e
di
poterne
profittare
!
"
.
Tutte
queste
frasi
:
"
Europa
di
destra
"
,
"
Europa
di
sinistra
"
sono
molto
lloydgeorgiane
,
e
dànno
una
idea
della
schematicità
da
gioco
di
scacchi
in
cui
Lloyd
George
riduce
,
per
suo
uso
e
consumo
,
tutta
la
crisi
europea
.
I
canonicati
.
Ma
può
anche
darsi
che
tutto
il
discorsetto
fosse
destinato
ad
impressionare
Thomas
,
la
cui
azione
,
alla
Conferenza
,
si
può
paragonare
a
quella
di
un
amplificatore
telefonico
ma
di
un
amplificatore
applicato
ad
una
quantità
di
apparecchi
.
L
'
argomento
usato
da
Lloyd
George
era
,
se
mai
,
veramente
ad
hominem
:
"
Solo
i
giovani
di
venti
anni
"
!
...
Immaginarsi
la
faccia
di
Alberto
Thomas
,
che
,
per
quanto
non
abbia
più
vent
'
anni
,
spera
di
profittare
-
e
come
!
-
di
una
Francia
di
sinistra
...
Alberto
Thomas
è
un
capolavoro
.
Bisognava
ascoltarlo
,
nella
splendida
sala
del
palazzo
Mackenzie
,
alla
Meridiana
,
mentre
spiegava
perché
egli
aveva
creduto
opportuno
di
assistere
davvicino
alla
Conferenza
!
Con
quale
tatto
egli
si
scusava
di
aver
accettato
l
'
offerta
di
una
splendida
sede
di
lavoro
(
?
)
;
con
quale
tempestività
gli
si
inumidivano
gli
occhi
al
ricordo
del
suo
collaboratore
italiano
Dott
.
Pardo
,
morto
in
Russia
;
con
quale
compunzione
parlava
della
documentazione
sulla
Russia
che
il
Bureau
International
metteva
a
disposizione
dei
diplomatici
:
con
qual
brio
si
faceva
rimproverare
dal
suo
segretario
Palma
di
Castiglione
per
la
sua
cattiva
pronuncia
italiana
!
Egli
è
il
francese
che
sa
meglio
sedurre
gli
italiani
:
se
le
intese
cordiali
con
la
Francia
hanno
probabilità
di
ricomparire
,
è
Thomas
che
le
varerà
,
una
volta
rientrato
nella
vita
politica
del
suo
paese
,
e
diventato
Presidente
del
Consiglio
,
com
'
egli
aspira
a
diventare
.
Agli
italiani
poi
Thomas
incontra
,
perché
fra
la
barba
,
gli
occhialoni
e
il
vestito
alla
buona
credono
che
egli
sia
diversissimo
dalla
gente
del
Quai
d
'
Orsay
,
che
mette
soggezione
per
la
sua
inimitabile
grand
'
aire
diplomatica
.
(
Carteron
,
Poncet
,
ecc
.
)
.
Ma
Thomas
,
da
latino
bonaccione
si
trasforma
spesso
in
gaulois
a
doppio
taglio
..
,
a
tavola
.
Thomas
,
a
Genova
,
diede
dei
pranzi
.
Pranzi
ai
pezzi
grossi
della
Confederazione
del
Lavoro
,
ma
pranzi
:
e
pranzi
solidi
.
E
,
a
tavola
,
fra
la
bonne
chère
e
la
conversazione
arguta
,
Thomas
prende
dei
saporiti
anticipi
sulle
soddisfazioni
che
un
giorno
egli
vuol
cogliere
in
Rue
de
Grenelle
o
al
Boulevard
Saint
-
Germain
.
Comunque
,
per
adesso
Thomas
ha
trovato
il
suo
posto
.
E
con
lui
lo
hanno
trovato
altri
uomini
di
indiscusso
valore
e
di
qualche
avvenire
politico
,
come
il
ministro
plenipotenziario
Attolico
.
Attolico
(
più
propriamente
:
Gr
.
Uff
.
Bernardo
Attolico
,
"
Sotto
-
Segretario
Generale
alla
Società
delle
Nazioni
,
incaricato
delle
questioni
di
transito
"
:
testuale
!
)
aveva
impiantato
non
so
quale
ufficio
della
Lega
delle
Nazioni
nel
Palazzo
dell
'
Università
,
e
frequentava
con
discrezione
e
discernimento
gli
ambienti
della
Conferenza
.
Questo
antico
professore
di
università
è
un
finissimo
osservatore
,
e
dev
'
essere
un
arguto
critico
:
dico
dev
'
essere
,
perché
da
lui
c
'
è
ben
poco
da
cavare
,
come
giudizi
.
Ma
fa
piacere
incontrare
nelle
anticamere
delle
riunioni
internazionali
,
la
lunga
figura
occhialuta
di
Attolico
;
leggermente
impacciata
nel
tratto
e
nella
pronuncia
,
di
quell
'
impaccio
tutto
proprio
dei
meridionali
vissuti
a
lungo
nei
paesi
anglofoni
,
e
che
sono
riusciti
a
ricoprirsi
di
una
vernice
di
impossibilità
,
ma
soltanto
di
una
vernice
.
E
fa
piacere
udirlo
dire
,
riposato
e
tranquillo
:
"
Ah
,
io
sono
qui
del
tutto
a
coté
...
La
nostra
Lega
non
è
ufficialmente
rappresentata
...
"
oppure
:
"
La
nostra
Lega
non
ha
che
una
semplice
rappresentanza
tecnica
...
"
.
In
questi
momenti
si
ha
una
idea
assai
precisa
di
ciò
che
è
la
Lega
delle
Nazioni
.
"
In
stuol
d
'
amici
numerato
e
casto
fra
parco
e
delicato
al
desco
assido
e
la
splendida
turba
e
il
vano
fasto
lieto
derido
"
.
Parco
,
dicono
i
maligni
,
quel
desco
non
lo
è
tanto
.
Infatti
molto
spesso
si
lanciano
insinuazioni
poco
benevole
contro
le
prebende
di
cui
godono
Thomas
,
Attolico
e
i
signori
della
Società
delle
Nazioni
.
Io
credo
che
questi
sono
milioni
benissimo
spesi
.
Nel
modo
bestiale
con
cui
si
deve
svolgere
l
'
attività
politica
,
oggi
è
provvidenziale
che
ci
siano
delle
sinecure
dignitosissime
e
legalissime
,
da
poterle
donare
a
uomini
come
Thomas
o
Attolico
,
i
quali
,
per
una
ragione
o
per
l
'
altra
,
vogliono
per
qualche
anno
sottrarsi
alla
corrosione
della
vita
politica
attiva
.
Tanti
secoli
fa
,
agli
uomini
di
valore
che
si
trovavano
in
questa
condizione
si
usava
dar
titolo
e
piatto
cardinalizio
:
oggi
si
dà
un
impiego
presso
la
Società
delle
Nazioni
,
o
se
ne
darà
uno
presso
quell
'
altra
grande
fondazione
che
sarà
il
Consorzio
Internazionale
per
la
Russia
.
Gli
espedienti
sono
sempre
gli
stessi
.
Ma
intanto
,
S
.
E
.
Attolico
-
che
,
tra
parentesi
,
ha
lavorato
di
schiena
per
il
passato
-
viaggia
,
conosce
uomini
e
cose
,
indipendente
e
ben
pagato
:
condizioni
ideali
per
diventare
un
uomo
politico
stile
inglese
.
Da
qui
a
qualche
anno
sarà
colpevole
di
negligenza
grave
chi
,
essendo
alla
Consulta
,
non
si
ricorderà
di
lui
:
cioè
di
un
uomo
con
una
forte
esperienza
di
affari
internazionali
,
e
non
logoro
dalle
attese
romane
.
E
con
questi
possibili
risultati
,
volete
che
io
ripeta
le
accuse
contro
i
canonicati
?
Francia
aulica
e
accademica
.
Alberto
Thomas
,
nonostante
la
sua
posizione
inofficiel
ed
eterodossa
,
era
certo
un
po
'
la
lancia
spezzata
della
delegazione
francese
,
che
per
formazione
e
per
sistema
,
era
la
più
aulica
,
la
più
procedurale
,
la
meno
flessibile
fra
le
grandi
delegazioni
.
Ma
era
anche
la
più
chic
.
Due
subalterni
davano
il
tono
al
Savoy
e
mantenevano
in
briglia
giovani
addetti
,
giornalisti
francesi
,
dattilografe
e
forestieri
:
erano
M
.
Carteron
,
nominalmente
Chargé
des
Services
interieurs
in
effetto
capo
del
Cerimoniale
,
e
Poncet
,
capo
dell
'
Ufficio
stampa
.
Soltanto
pochi
hanno
sospettato
tutta
l
'
influenza
di
questi
due
signori
:
specialmente
del
signor
Carteron
,
accompagnatore
di
Briand
a
Cannes
,
di
Barthou
a
Genova
,
con
un
incarico
solo
apparentemente
formale
.
Ma
se
la
delegazione
Francese
ha
resistito
alla
crisi
interna
che
la
minava
,
se
ai
forestieri
essa
è
apparsa
sempre
senza
incrinature
di
opinioni
,
se
nulla
o
quasi
nulla
si
è
saputo
fuori
delle
loro
gravi
discussioni
fra
i
delegati
,
delle
ribellioni
rabbiose
di
Barthou
contro
Poincaré
,
delle
opinioni
frondiste
di
Seidoux
,
molto
si
deve
al
signor
Carteron
,
che
se
ne
stava
sempre
nell
'
hall
del
Savoy
come
in
un
salotto
,
alto
biondo
,
tirato
a
piombo
,
cortese
ma
a
distanza
con
gli
avversari
maliziosi
,
concedendo
il
"
privilegio
della
bella
signora
"
agli
amici
arrabbiati
,
sventando
interviste
e
soffocando
indiscrezioni
.
Tutta
la
delegazione
gli
era
intonata
.
M
.
Réné
Massigli
,
già
Segretario
Generale
della
Conferenza
degli
Ambasciatori
,
compilava
i
documenti
ufficiali
che
poi
erano
letti
nel
club
,
dando
ad
essi
una
forma
letteraria
addirittura
classicheggiante
,
non
priva
di
distinzione
e
di
significato
frammezzo
a
tutte
le
affrettate
banalità
scritte
e
dette
,
ma
sopratutto
dette
,
nel
club
.
Gli
esperti
davano
lezioni
di
bel
portamento
,
e
ostentavano
una
"
fiducia
ricostruttrice
"
a
tutta
prova
evidentemente
dietro
una
vera
parola
d
'
ordine
venuta
dall
'
alto
e
disciplinatamente
seguita
.
Più
di
una
delle
sedute
delle
Sottocommissioni
fu
una
.
vera
accademia
diretta
dai
francesi
,
che
facevano
finta
di
credere
alla
somma
importanza
di
una
miserabile
raccomandazione
.
Per
esempio
,
nella
Sottocommissione
per
i
trasporti
,
sezione
trasporti
di
terra
,
si
durò
due
ore
e
mezza
a
discutere
e
a
votare
una
cretineria
di
questo
genere
:
"
che
se
le
ferrovie
di
uno
stato
sono
in
cattive
condizioni
,
lo
stato
confinante
può
concedere
un
prestito
per
migliorarle
:
ma
che
,
se
lo
crede
,
può
anche
accertarsi
con
una
inchiesta
,
se
le
condizioni
sono
realmente
cattive
:
sempre
,
s
'
intende
,
d
'
accordo
con
lo
stato
vicino
"
.
Questa
proposizione
umoristica
(
del
resto
,
non
più
umoristica
di
tutte
le
altre
deliberazioni
delle
Commissioni
economiche
)
suscitò
le
proteste
vivaci
del
delegato
italiano
(
on
.
Canepa
)
,
il
quale
giustamente
osservò
che
non
c
'
era
spesa
a
riunire
una
conferenza
internazionale
per
votare
simili
banalità
.
Ma
il
rappresentante
francese
Du
Castel
rispose
subito
con
un
bel
discorsetto
,
facendo
presente
"
il
prestigio
enorme
che
una
tale
raccomandazione
avrebbe
ricevuto
dalla
sanzione
della
Conferenza
!
"
.
I
francesi
avevano
imparato
la
lezione
perfettamente
,
e
sorpassavano
gli
inglesi
quando
si
trattava
di
recitarla
,
unendo
alla
fraseologia
ricostruttrice
di
marca
anglo
sassone
,
la
compostezza
aulica
di
marca
francese
.
La
delegazione
francese
era
anche
-
si
noti
-
la
più
accademica
di
tutte
.
Ma
in
Francia
,
pare
,
i
professori
di
università
sono
persone
di
spirito
.
François
Poncet
è
professore
di
università
,
Massigli
è
un
normalien
,
Camerlinck
è
un
professore
di
università
,
Siegfried
e
Fromageot
,
rappresentanti
del
Ministero
degli
Affari
Esteri
,
erano
universitari
anch
'
essi
;
per
non
contare
poi
la
brillantissima
équipe
di
universitari
che
,
sotto
la
discreta
guida
di
M
.
François
Poncet
,
si
erano
divisi
il
compito
delle
informazioni
alla
stampa
straniera
:
Eisenmann
,
Rivet
,
Hazard
,
Hesnard
,
Leger
,
Crémieux
.
Nella
delegazione
tedesca
l
'
unico
effettivo
professore
....
faceva
l
'
interprete
!
Viceversa
,
come
vedremo
,
la
delegazione
tedesca
aveva
la
sua
venatura
speciale
nei
delegati
-
giornalisti
.
Basata
su
questo
reclutamento
mezzo
diplomatico
-
di
-
carriera
e
mezzo
universitario
,
con
evidente
postergazione
degli
uomini
di
affari
,
degli
alti
burocratici
e
dei
giornalisti
,
la
delegazione
francese
,
nel
funzionamento
dei
subalterni
,
apparve
ad
ogni
osservatore
spregiudicato
la
più
composta
,
la
più
aliena
da
dietroscena
affaristici
,
la
più
pronta
a
rispondere
al
minimo
cenno
dei
capi
.
Non
so
se
tutte
queste
siano
qualità
politiche
-
ricostruttrici
;
ma
so
che
qualche
ora
passata
al
Savoy
dava
un
'
idea
di
quel
complesso
di
qualità
che
i
francesi
indicano
con
la
locuzione
:
"
avoir
du
crâne
"
:
dava
un
'
idea
di
quello
che
può
essere
"
le
crâne
"
diplomatico
.
Isolata
in
mezzo
alla
Conferenza
,
circondata
da
osservatori
acuti
e
ostili
,
la
delegazione
francese
non
conta
;
-
neppure
da
parte
del
personale
in
sott
'
ordine
-
né
una
parola
disgraziata
,
né
una
scorrettezza
,
né
una
gaffe
,
né
una
esitazione
,
né
la
manifestazione
di
un
dissenso
.
Nei
primi
giorni
della
Conferenza
,
alcuni
giornalisti
berlinesi
,
basandosi
su
un
avviso
che
parlava
di
"
heures
de
réception
pour
M.M.
les
journalistes
de
langue
allemande
"
,
si
azzardarono
di
mettere
piede
al
Savoy
:
ma
l
'
accoglienza
dei
due
gran
maestri
François
Poncet
e
Carteron
non
lasciò
loro
dubbio
che
l
'
avviso
si
indirizzava
...
agli
svizzeri
e
agli
austriaci
:
e
come
per
una
parola
d
'
ordine
,
i
rapporti
furono
pressoché
interrotti
con
tutti
i
giornalisti
tedeschi
:
intendo
dire
anche
i
consueti
rapporti
di
cameratismo
,
che
i
tedeschi
sarebbero
stati
volenterosissimi
di
iniziare
.
Se
lo
stile
,
nelle
azioni
umane
,
ha
un
valore
,
la
delegazione
francese
-
compresa
la
stampa
relativa
,
e
anche
la
stampa
,
di
opposizione
-
era
la
prima
e
la
più
bella
,
delegazione
della
Conferenza
.
Barthou
e
Pertinax
.
Barthou
era
del
resto
il
primo
"
sorvegliato
speciale
"
nell
'
ambiente
della
delegazione
.
Se
ne
temeva
la
impulsività
che
avrebbe
anche
potuto
tradursi
in
adesioni
e
accondiscendenze
pro
-
Conferenza
.
Per
dissimulare
il
suo
disagio
,
in
talune
riunioni
pronunziava
con
tono
vibratissimo
le
dichiarazioni
più
innocenti
.
Nell
'
ultima
seduta
pubblica
egli
pronunciò
con
tale
gallica
prosopopea
le
parole
di
pacifica
e
,
in
fondo
,
conciliativa
risposta
a
Rathenau
,
che
Wirth
,
il
quale
non
comprende
il
francese
,
chiese
tutto
allarmato
a
un
addetto
cosa
stava
succedendo
,
e
se
per
caso
la
Conferenza
non
finisse
a
male
parole
.
L
'
irritazione
di
Barthou
contro
Poincaré
era
profonda
:
e
convien
dire
che
Poincaré
non
gli
risparmiava
reprimende
ed
addirittura
mortificazioni
.
Alle
5
o
alle
6
del
mattino
,
Barthou
si
sentiva
chiedere
conto
da
Parigi
di
documenti
presentati
la
sera
precedente
alla
Segreteria
Generale
della
Conferenza
,
e
non
ancora
trasmessi
in
forma
ufficiale
alle
varie
delegazioni
:
questo
buongiorno
non
è
il
più
adatto
per
conferire
un
felice
umore
.
Di
più
,
a
Barthou
dispiacevano
vivamente
gli
attacchi
sui
giornali
,
anche
italiani
e
,
sbagliando
completamente
tattica
,
più
volte
(
come
in
occasione
della
sua
gita
a
Parigi
)
fece
,
per
mezzo
di
giornalisti
francesi
meno
legati
a
François
Poncet
,
intercedere
per
qualche
complimento
.
Tattica
completamente
sbagliata
,
perché
i
complimenti
dei
giornali
italiani
erano
altrettanti
capi
di
accusa
per
lui
.
E
l
'
accusatore
publico
,
per
Barthou
,
era
Pertinax
.
Ho
potuto
assistere
una
volta
a
un
dialogo
fra
Barthou
e
un
gruppo
di
giornalisti
francesi
,
fra
cui
Pertinax
.
Non
dimenticherò
l
'
aria
provocante
di
quella
faccia
da
bull
-
dog
di
Pertinax
,
uomo
dalle
mascelle
quadrate
e
dal
cattivo
sguardo
,
e
tutte
le
prevenienze
appena
dissimulate
di
Barthou
per
l
'
oracolo
dell
'
Echo
de
Paris
,
Pertinax
era
effettivamente
temuto
alla
delegazione
francese
:
e
molte
delle
sue
intonazioni
particolari
,
delle
boutades
da
lui
riferite
,
delle
botte
e
risposte
di
cui
egli
si
valeva
nei
resoconti
delle
sedute
più
riservate
,
erano
l
'
umile
omaggio
di
Barthou
o
di
qualche
altro
delegato
,
offerte
a
questo
individuo
"
dal
cattivo
sguardo
"
,
e
sostanzialmente
il
frutto
del
ricatto
continuato
in
danno
dei
diplomatici
.
Nessun
altro
giornalista
francese
ha
informazioni
di
prima
mano
come
questo
signore
,
convinto
di
mendacio
.
Egli
le
drammatizza
,
cioè
le
sa
far
valere
:
ma
sempre
,
nel
suo
papier
,
ci
sono
gli
spunti
da
lui
solo
conosciuti
,
e
predati
della
sua
spregiudicatezza
e
delle
sue
aspre
critiche
.
Il
fenomeno
Pertinax
è
interessante
per
conoscere
usi
e
costumi
della
stampa
francoitaliana
.
La
figura
del
giornalista
dei
giornali
d
'
ordine
,
anzi
nazionalistoidi
:
su
cui
aleggiano
sospetti
di
sovvenzioni
Governative
...
o
Consultive
:
e
che
lungi
per
questo
dal
servire
docilmente
il
pagatore
,
si
fa
temere
dal
personale
diplomatico
,
dai
Ministri
e
dal
delegati
,
ha
anche
da
noi
qualche
bellissimo
campione
.
E
siccome
,
per
ragioni
ovvie
,
non
posso
fare
noni
,
me
la
piglierò
un
po
'
con
l
'
on
.
Sforza
:
il
quale
fu
il
primo
nostro
ministro
che
avrebbe
potuto
evitare
il
ridicolo
che
la
Consulta
debba
pagare
i
critici
dei
ministri
,
e
i
telegrammi
stroncatori
spediti
dalle
riunioni
internazionali
;
e
non
lo
fece
:
non
lo
fece
per
quella
sua
strafottenza
mezza
da
toscanaccio
e
mezza
da
grand
seigneur
che
di
queste
cosaccie
se
ne
frega
.
L
'
onorevole
Schanzer
,
lui
non
é
proprio
il
tipo
da
fare
piazza
pulita
:
non
parliamo
dell
'
on
.
Tosti
sottosegretario
,
che
verso
i
Pertinax
nostrani
ha
addirittura
una
specie
di
timore
reverenziale
.
Ma
torniamo
a
Barthou
.
Le
bonhomme
Colrat
.
Nell
'
ambiente
del
Savoy
,
la
stampa
italiana
ci
bazzicava
poco
:
et
pour
cause
.
Paul
Hazard
,
addetto
ai
giornalisti
italiani
,
e
il
suo
successore
non
facevano
che
lamentare
1'assenteismo
quasi
completo
delle
persone
da
"
informare
"
.
Finché
,
l
'
ultimo
giorno
,
Barthou
decidette
di
prendere
congedo
con
un
ricevimento
offerto
ai
giornalisti
italiani
.
Anche
questo
ricevimento
fallì
.
Sotto
gli
occhi
indagatori
di
M.M.
Poncet
e
Carteron
si
intrufolò
nel
salone
del
Savoy
il
fiore
del
cafonismo
conferenziale
e
stampaiolo
.
Barthou
pronunciò
un
discorso
assai
sciocco
,
coi
soliti
ritornelli
dell
'
amore
per
l
'
Italia
:
ma
la
buona
educazione
più
elementare
imponeva
di
starlo
ad
ascoltare
.
Invece
ci
fu
un
tizio
che
cominciò
ad
approvare
,
gravemente
,
col
capo
:
un
altro
tizio
,
che
aveva
già
dato
saggi
cospicui
di
villaneria
,
replicò
al
primo
,
mentre
il
ministro
parlava
:
"
Ma
la
smetta
!
Non
mi
pare
che
in
questo
discorso
ci
sia
tanto
da
applaudire
!
...
"
II
povero
Barthou
fu
il
primo
a
ripigliare
fiato
dopo
questo
record
della
faccia
rotta
,
e
volgendosi
gentilmente
ai
due
interruttori
,
disse
:
"
vous
comprénez
,
Messieurs
,
que
nous
ne
sommes
pas
a
Palais
Bourbon
,
je
ne
peux
pas
répondre
à
des
polemiques
"
:
e
tirò
via
,
con
gran
sollievo
di
M
.
Carteron
,
che
aveva
per
un
minuto
temuto
uno
scatto
di
Barthou
.
Quando
,
pochi
minuti
dopo
,
l
'
incidente
fu
riferito
a
Colrat
,
l
'
altro
delegato
francese
,
questi
,
col
più
amabile
dei
suoi
sorrisi
,
commentò
la
risposta
di
Barhtou
così
:
"
On
voit
bien
que
la
failite
de
la
Conférence
lui
a
détendus
les
nerfs
"
.
Botta
che
coronò
degnamente
tutta
una
serie
di
motti
di
spirito
cui
M
.
Colrat
ebbe
cura
di
infiorare
i
"
lavori
"
della
Conferenza
.
Il
signor
Colrat
,
sottosegretario
alla
Presidenza
del
Consiglio
,
aveva
preso
il
suo
partito
fin
dal
primo
giorno
della
Conferenza
.
Egli
e
Barrère
rappresentarono
la
estrema
destra
della
Delegazione
:
ma
mentre
Barrère
,
incartapecorito
e
arido
,
mandava
avanti
il
lavoro
di
sabotaggio
con
mala
grazia
,
Colrat
rappresentava
veramente
,
di
fronte
alla
mitologia
conferenziale
e
ricostruttrice
,
le
bonhomme
Margaritis
di
Balzac
.
Quando
,
bien
repu
de
bartavelles
et
de
vin
de
Bourgogne
se
ne
usciva
verso
le
due
dal
Savoy
per
avviarsi
ai
lavori
della
commissione
economica
,
lo
stecchino
fra
le
labbra
,
godendosi
il
sole
,
era
assai
amichevole
e
alla
mano
,
e
parlava
volentieri
.
"
Ne
touchez
pas
cette
question
la
monsieur
:
quant
à
moi
,
je
réconstruis
l
'
Europe
(
e
qui
boccheggiava
comicamente
)
et
je
n
'
en
sais
rien
.
Vous
voyez
:
j
'
ai
travaillé
de
ce
matin
à
dix
heure
jusqu
'
à
midi
a
réconstruir
l
'
Europe
(
altro
vario
boccheggiamento
)
et
je
vais
maintenant
encore
à
cette
lourde
tache
"
.
Dopo
che
avevate
ascoltato
questi
frizzi
del
signor
Colrat
,
voi
eravate
fixés
sulle
sue
opinioni
.
Tutti
i
giorni
il
"
comunicato
Colrat
"
faceva
il
giro
di
circoli
discreti
,
e
dei
giornalisti
francesi
.
Sua
,
per
esempio
,
la
definizione
di
Cicerin
:
"
Il
me
parait
un
pion
de
collège
,
maltraité
par
les
camarades
"
;
una
definizione
che
esaurisce
tutta
la
posizione
e
tutta
l
'
azione
del
delegato
russo
alla
Conferenza
.
Ed
ancora
suo
il
motto
sintetico
della
situazione
,
quando
Lloyd
George
si
arrabattava
per
far
venire
Poincaré
a
Genova
:
"
Oh
oui
,
je
le
comprends
bien
:
après
nous
avoir
culbertés
,
nous
il
voudrait
culbertér
aussi
Poincaré
"
.
E
tanti
altri
,
che
non
ricordo
o
che
sarebbe
ozioso
aggiungere
.
Io
penso
che
nel
bonhomme
Colrat
Lloyd
George
abbia
avuto
,
in
Genova
,
il
suo
più
ostinato
e
più
forte
avversario
.
Colrat
riusciva
a
nascondere
tutto
il
vuoto
della
condotta
francese
,
tutta
la
meschinità
della
paura
,
tutte
le
miserie
del
misantropismo
francese
,
tutta
l
'
aura
antipatica
che
esalava
da
ogni
telegramma
di
Poincaré
.
Per
lui
,
il
fallimento
della
Conferenza
é
stato
qualche
cosa
di
sicuro
,
fin
dal
primo
giorno
:
e
,
comunque
andassero
le
cose
,
egli
era
tanto
saldo
nel
suo
convincimento
,
che
riusciva
a
diffonderlo
attorno
a
sé
,
senza
lunghi
discorsi
,
col
prestigio
di
un
buon
senso
apparentemente
terra
terra
,
e
con
l
'
arma
di
una
arguzia
bonaria
e
di
buona
lega
.
Apparentemente
,
la
delegazione
tedesca
era
molto
meno
inquadrata
e
molto
meno
stilizzata
di
quella
francese
.
Mancava
in
essa
la
pattuglia
di
universitari
che
c
'
era
nella
francese
,
e
anche
i
diplomatici
provenienti
dalla
vecchia
diplomazia
guglielmina
erano
pochi
:
von
Simon
,
segretario
di
Stato
alla
Wilhelmplatze
,
von
Mahlzahn
,
di
cui
parlerò
dopo
,
e
von
Prittwitz
,
diplomatico
dal
nome
fredericiano
ma
di
orientamenti
molto
anglofili
.
Due
o
tre
altri
von
contavano
assai
poco
.
Così
,
molti
giornalisti
restavano
sconcertati
dalla
mediocrità
dell
'
ufficio
stampa
impiantato
al
Bavaria
,
e
diretto
dal
Frhr
.
von
Tucher
il
quale
parlava
un
po
'
l
'
italiano
ma
non
sapeva
mai
niente
.
Tutta
la
stampa
italiana
non
desiderava
di
meglio
che
le
"
suggestioni
"
tedesche
,
ma
i
tedeschi
erano
troppo
prudenti
per
impiantare
un
servizio
aulico
di
informazioni
come
funzionava
presso
i
francesi
.
Preferivano
lavorare
in
altro
modo
.
Ministerialdirektor
Müller
Direttore
vero
e
ufficiale
dell
'
ufficio
stampa
era
il
Dottor
Oscar
Müller
.
Io
lo
avevo
conosciuto
di
passata
a
Berlino
,
nell
'
inverno
del
'20
,
quando
egli
era
ancora
corrispondente
dalla
capitale
tedesca
per
la
Frankfurter
Zeitung
.
Chiamato
nell
'
autunno
del
'21
ad
occupare
stabilmente
una
posizione
nell
'
alta
burocrazia
,
il
Müller
giunse
a
Genova
,
con
una
parte
di
prima
importanza
:
fu
l
'
unico
direttore
di
Ufficio
stampa
che
partecipasse
alle
riunioni
dei
capi
della
sua
delegazione
:
e
spesse
volte
vere
deliberazioni
furono
prese
dalla
terna
Wirth
-
Rathenau
-
Müller
.
Il
marchese
Visconti
Venosta
e
Sir
Edward
Grigg
,
che
poi
avevano
niente
da
fare
con
l
'
Ufficio
stampa
,
mettevano
molta
compiacenza
a
comparire
nelle
riunioni
quotidiane
dei
giornalisti
della
nazionalità
rispettiva
:
Oscar
Müller
,
al
contrario
,
non
amava
affatto
le
comunicazioni
coram
populo
.
Egli
parlava
con
pochi
giornalisti
tedeschi
di
polso
,
e
per
mezzo
di
essi
tirava
nella
scia
governativa
e
rathenauesca
tutti
i
pesci
piccoli
,
tedeschi
e
...
italiani
.
Questo
gli
era
facilitato
dalla
presenza
a
Genova
di
due
giornalisti
berlinesi
,
Theodor
Wolff
del
Berliner
Tageblatt
e
Georg
Bernhardt
della
Vossische
,
che
hanno
nel
giornalismo
tedesco
un
'
autorevolezza
come
nessun
giornalista
italiano
ha
,
corrispondentemente
,
nella
nostra
stampa
:
senza
essere
ufficiosi
,
si
noti
.
Da
noi
,
i
due
o
tre
giornalisti
romani
che
hanno
le
loro
grandi
e
piccole
entrate
alla
Consulta
,
e
che
a
Genova
potevano
,
per
esempio
,
parlare
con
Schanzer
quando
lo
avessero
voluto
,
non
sono
neppure
essi
ufficiosi
,
ma
tanto
meno
autorevoli
:
anzi
sono
riconosciuti
come
emeriti
fanfaroni
.
Il
Bernhardt
faceva
parte
,
in
qualità
di
perito
,
della
Delegazione
:
e
si
vedeva
meno
.
Ma
Theodor
Wolff
riprese
finalmente
a
Genova
il
suo
ruolo
di
menager
della
stampa
forestiera
.
Le
sue
informazioni
erano
sempre
precise
,
controllate
,
raramente
e
,
se
mai
,
discretissimamente
tendenziose
:
e
,
regalate
così
com
'
erano
da
un
"
eminente
collega
"
nessuno
sapeva
resistere
alla
tentazione
di
tenerne
conto
nel
compito
serale
.
In
questo
risultato
finale
ed
essenziale
,
si
chiariva
tutta
la
superiorità
dell
'
accaparramento
tedesco
sugli
"
uffici
"
francesi
dell
'
Hotel
Savoy
.
Un
altro
giornalista
contava
la
delegazione
,
Hilferding
:
ma
l
'
ex
-
direttore
della
Freiheit
era
perito
finanziario
effettivamente
e
faceva
poca
politica
,
anche
per
il
fatto
che
Hillferding
si
esprime
con
vero
stento
tanto
in
francese
che
...
in
tedesco
;
pare
che
le
parole
se
le
tiri
su
con
la
carrucola
dal
fondo
dello
stomaco
:
solo
i
congressi
socialisti
tedeschi
hanno
la
sopportazione
necessaria
per
un
parlatore
simile
.
Del
resto
,
quei
tre
primi
erano
sufficienti
alla
bisogna
;
la
delegazione
tedesca
era
quella
in
cui
l
'
opinione
dei
grandi
giornali
arrivava
ufficialmente
nelle
più
ristrette
riunioni
per
mezzo
del
Müller
,
e
le
direttive
ai
giornalisti
erano
impresse
con
maggior
sicurezza
per
mezzo
di
Bernhardt
e
Wolff
.
L
'
imprenditore
Rathenau
L
'
atto
principale
della
delegazione
tedesca
a
Genova
-
il
trattato
di
Rapallo
-
è
stato
il
risultato
di
una
combinazione
fra
i
sentimenti
e
i
risentimenti
di
Rathenau
,
da
una
parte
,
e
le
opinioni
ben
salde
e
circoscritte
del
Freiherr
von
von
Mahlzahn
,
capo
dell
'
Ost
-
Abteilung
al
Ministero
degli
Esteri
tedesco
,
dall
'
altra
parte
.
I
due
uomini
si
incontrarono
,
e
,
ciascuno
in
base
a
motivi
personali
diversi
,
decisero
di
compiere
quel
gesto
.
Vediamo
come
ci
si
sia
deciso
Rathenau
.
Egli
venne
a
Genova
per
compiervi
"
qualche
cosa
"
.
Rathenau
è
rimasto
quale
venti
anni
di
attività
industriale
lo
hanno
foggiato
:
un
grande
intraprenditore
moderno
.
L
'
"
affare
"
industriale
ha
semplicemente
ceduto
il
posto
,
nella
giornata
di
quest
'
uomo
,
all
'
"
affare
"
diplomatico
:
il
bisogno
primitivo
,
direi
infantile
,
dell
'
azione
,
che
è
in
fondo
ad
ogni
intraprenditore
di
razza
,
egli
lo
ha
portato
entro
il
campo
della
sua
attività
diplomatica
.
L
'
errore
inevitabile
in
cui
Rathenau
è
caduto
è
stato
precisamente
questo
:
ha
creduto
che
la
posizione
del
grande
imprenditore
e
del
grande
diplomatico
rispetto
al
guadagno
,
fossero
identiche
.
Scrive
Rathenau
in
un
suo
vecchio
libro
(
Reflexionen
)
:
"
Io
non
ho
mai
conosciuto
un
vero
uomo
d
'
affari
,
per
il
quale
il
guadagno
rappresentasse
la
principale
preoccupazione
:
e
potrei
affermare
che
chi
è
attaccato
al
guadagno
personale
di
denaro
,
non
può
essere
un
grande
uomo
d
'
affari
"
.
Consideriamo
come
sua
questa
riflessione
di
Rathenau
imprenditore
.
E
pensiamo
che
quest
'
uomo
,
per
venti
anni
,
dalla
sua
attività
professionale
è
stato
disciplinato
a
stimare
autentici
il
successo
industriale
di
grande
portata
,
ed
il
guadagno
in
stretto
senso
(
cioè
il
successo
immediato
,
controllabile
dall
'
oggi
al
domani
)
;
che
quest
'
uomo
ha
continuato
a
pensare
che
per
essere
lungimirante
,
fecondo
,
bahnbrecher
,
occorreva
,
prima
di
tutto
,
saper
concentrare
l
'
interesse
sulla
intrapresa
:
"
L
'
obbietto
,
su
cui
l
'
uomo
d
'
affari
accumula
il
suo
lavoro
e
le
sue
preoccupazioni
,
il
suo
orgoglio
e
i
suoi
desiderii
,
è
l
'
intrapresa
in
sé
,
qualunque
essa
sia
:
fabbrica
,
banca
,
armamento
,
teatro
,
ferrovia
.
L
'
uomo
di
affari
non
conosce
alcun
'
altra
aspirazione
,
all
'
infuori
di
questa
:
trasformare
l
'
intrapresa
in
un
fiorente
e
forte
organismo
...
"
(
Reflexionen
)
.
Ebbene
:
quest
'
uomo
è
messo
a
dirigere
la
politica
estera
di
un
grande
paese
,
è
inviato
ad
una
grande
adunanza
internazionale
.
Qual
'
é
il
guadagno
di
un
diplomatico
,
in
questo
caso
?
Ottenere
libertà
di
incontri
,
di
discussioni
,
di
combinazioni
:
ottenere
la
fiducia
dei
concorrenti
:
conservare
la
seggiola
al
tavolo
,
con
su
scritto
il
proprio
nome
.
Questo
"
guadagno
"
immediato
,
precisamente
,
e
non
altro
,
Lloyd
George
serbava
alla
Germania
alla
Conferenza
:
e
questo
guadagno
,
precisamente
,
Rathenau
era
dispostissimo
a
neglettere
o
ad
abbandonare
,
per
concentrare
il
suo
interesse
sull
'
impresa
concreta
cui
da
tempo
attendeva
von
Mahlzhan
:
la
conclusione
di
un
totale
e
clamoroso
-
indispensabile
quest
'
ultima
qualità
!
-
e
clamoroso
accordo
con
i
Soviet
.
La
storia
di
un
appuntamento
A
questa
predisposizione
generica
,
si
aggiunsero
le
mortificazioni
ricevute
,
specialmente
da
Lloyd
George
.
Rathenau
è
israelita
.
Del
giudaismo
,
questo
gli
è
rimasto
:
la
vanità
.
Vanità
di
uomo
superiore
,
ma
che
si
tradisce
ugualmente
nell
'
accuratezza
un
tantino
ricercata
e
non
sempre
fine
delle
fogge
di
vestire
,
nel
penchant
alle
comparse
sensazionali
in
mezzo
ad
una
folla
convocata
apposta
per
sentire
le
sue
parole
,
nell
'
abitudine
,
anche
quando
è
en
petit
comité
,
a
non
poter
fare
due
dichiarazioni
senza
il
pulpito
di
una
seggiola
,
di
una
scalinata
,
di
un
tavolo
;
nella
compiacenza
manifesta
di
usare
con
padronanza
assoluta
le
lingue
estere
:
guardate
che
,
mentre
parla
,
egli
continua
a
darsi
all
'
aplomb
della
giacca
e
dei
pantaloni
diligentissimamente
stirati
...
(
Ancora
un
riscontro
di
Cannes
.
Quando
Rathenau
-
primo
ministro
tedesco
che
si
presentasse
al
Consiglio
Supremo
non
in
condizione
di
accusato
-
espose
in
gennaio
,
dinanzi
a
Lloyd
George
,
Bonomi
e
Briand
,
la
situazione
economica
della
Germania
,
cominciò
con
queste
frasi
testuali
:
"
Tralascerò
di
usare
della
mia
lingua
,
il
tedesco
,
per
risparmio
di
tempo
,
evitando
l
'
interprete
:
e
solo
per
questa
ragione
.
Mi
esprimerò
dunque
direttamente
in
inglese
,
e
poi
tradurrò
io
stesso
in
francese
.
Solo
per
risparmio
di
tempo
,
ancora
una
volta
-
continuò
rivolto
all
'
on
.
Bonomi
-
credo
opportuno
astenermi
dalla
traduzione
in
italiano
chiedendone
scusa
all
'
onorevole
Primo
Ministro
d
'
Italia
"
.
Non
si
sa
se
rimanere
più
storditi
dalla
esibizione
luzzattiana
di
questa
prontezza
poliglotta
,
o
dalla
...
squisitezza
di
tenere
un
tale
discorso
dinanzi
a
due
uomini
notoriamente
e
disperatamente
monoglotti
,
come
Lloyd
George
...
e
Bonomi
!
)
La
vanità
di
Rathenau
,
nelle
prime
giornate
di
Genova
,
non
fu
risparmiata
.
Tre
volte
egli
chiese
un
colloquio
a
Lloyd
George
,
ma
questi
,
ingolfato
nelle
discussioni
del
Club
,
gli
fece
tenere
delle
risposte
in
cui
,
stringi
,
stringi
,
c
'
era
questo
:
"
Adesso
non
ho
tempo
"
.
L
'
ultima
richiesta
e
l
'
ultima
ripulsa
furono
scambiate
il
venerdì
14
aprile
.
Già
in
precedenza
,
Teodoro
Wolff
aveva
invitato
i
maggiori
giornalisti
inglesi
ad
un
ricevimento
intimo
nella
Villa
Croce
-
Sonnemberg
,
a
Nervi
.
Non
è
verosimile
che
questo
ricevimento
a
uomini
legatissimi
a
Lloyd
George
sia
stato
indetto
,
nella
previsione
di
burlarsi
di
loro
e
del
loro
patrono
entro
le
24
ore
.
Rathenau
passò
ancora
in
attesa
la
giornata
di
sabato
,
vigilia
di
Pasqua
.
Proprio
alla
sera
,
e
proprio
durante
il
ricevimento
,
da
persone
vicinissime
a
Lloyd
George
,
fra
l
'
altro
da
M
.
r
Garwin
,
Rathenau
venne
a
sapere
che
all
'
indomani
il
Premier
inglese
aveva
intenzione
di
solennizzare
la
festa
integralmente
:
messa
e
benedizione
,
partita
a
"
golf
"
in
giardino
,
gita
in
automobile
lungo
la
Riviera
,
nientissimo
di
politica
:
si
noti
che
chi
dava
queste
informazioni
era
anche
M
.
r
Garwin
,
compagno
ordinario
di
queste
réjouissances
domenicali
.
Credo
che
nella
serata
,
Rathenau
si
sia
lasciato
convincere
a
firmare
il
trattato
:
e
all
'
indomani
,
Pasqua
,
andò
a
Rapallo
.
Nelle
spiegazioni
sulla
propria
condotta
che
Lloyd
George
dovette
dare
in
seguito
a
Barthou
,
nel
Club
,
egli
disse
fra
l
'
altro
:
"
Io
tentai
di
combinare
un
incontro
con
il
Cancelliere
del
Reich
e
con
il
Dottor
Rathenau
nella
giornata
di
Pasqua
:
ma
la
assenza
del
D
.
r
Rathenau
,
che
si
trovava
già
a
Rapallo
,
lo
impedì
"
.
Questa
versione
,
Lloyd
George
la
ripeté
poi
varie
volte
,
anche
in
pubblico
,
e
anche
,
il
15
giugno
scorso
,
alla
Camera
dei
Comuni
:
ed
è
esatta
,
ma
disastrosa
per
la
serietà
,
o
per
la
riputazione
di
serietà
,
del
suo
autore
.
Il
ministro
Rathenau
fece
colazione
all
'
Eden
,
a
Genova
:
e
non
partì
da
Genova
prima
del
tòcco
,
anzi
delle
14
.
Lloyd
George
fece
telefonare
all
'
Eden
per
avere
un
abboccamento
con
i
ministri
tedeschi
verso
quest
'
ora
,
e
non
prima
:
non
nella
mattinata
.
Perché
non
lo
fece
prima
?
Oh
,
mio
Dio
:
soltanto
al
tòcco
aveva
incominciato
a
piovere
come
Dio
la
mandava
:
e
durò
tutto
il
pomeriggio
di
Pasqua
.
Lloyd
George
-
secondo
le
solite
relazioni
degli
intimi
,
ricercate
come
bollettini
della
salute
della
Conferenza
-
aveva
passato
la
mattinata
secondo
il
programma
festivo
stabilito
:
ma
il
tempaccio
maledetto
gli
fece
rinunziare
al
resto
delle
sue
distrazioni
pasquali
,
con
suo
grande
disappunto
.
Conclusione
:
visto
che
,
per
colpa
dell
'
acqua
,
la
gita
in
Riviera
era
impossibile
,
e
che
bisognava
rimanere
bloccati
a
Villa
d
'
Albertis
,
Lloyd
George
si
decise
a
"
combinare
un
incontro
con
il
Cancelliere
e
con
il
D
.
r
Rathenau
"
.
"
Ormai
-
avrà
detto
il
Premier
-
ormai
la
giornata
è
sprecata
...
Tanto
vale
sentire
un
po
'
cosa
vuol
dirci
colui
,
che
per
tre
volte
mi
ha
seccato
con
le
sue
richieste
di
colloqui
...
"
.
Ma
Rathenau
era
già
a
Rapallo
.
Con
questa
diligenza
e
con
questa
previggenza
,
Lloyd
George
affrontò
l
'
eventualità
,
a
lui
notissima
,
dell
'
accordo
russo
-
tedesco
!
...
Il
funzionario
Von
-
Mahlzahn
Rathenau
-
secondo
me
-
stette
indeciso
fino
alla
vigilia
della
firma
dell
'
accordo
.
Ma
v
'
era
nella
delegazione
tedesca
un
altro
uomo
che
,
al
contrario
,
fu
decisissimo
a
concludere
fino
dal
primo
giorno
.
Quest
'
uomo
era
il
Freiherr
von
Mahlzahn
,
presente
alla
Conferenza
in
qualità
di
Segretario
della
Presidenza
del
Reich
,
l
'
autore
vero
del
trattato
,
e
il
personaggio
forse
più
interessante
della
delegazione
.
Vidi
diverse
volte
il
Mahlzahn
dopo
la
conclusione
dell
'
accordo
di
Rapallo
:
egli
era
difficilmente
accessibile
,
perché
,
com
'
egli
stesso
diceva
,
ormai
quasi
disoccupato
.
Alto
,
biondo
,
sakko
anzug
,
nessuna
cicatrice
studentesca
che
deturpi
il
viso
regolare
e
calmo
,
nessuna
abitudine
a
stringere
le
mascelle
,
a
spalancare
gli
occhi
alla
maniera
di
Federico
il
grande
,
come
non
è
difficile
che
faccia
qualche
consigliere
segreto
dell
'
austro
regime
;
per
darsi
un
"
tono
"
.
Mahlzahn
è
"
schlicht
"
:
è
semplice
.
Più
che
diplomatico
,
egli
si
picca
di
essere
un
"
menager
"
politico
di
grandi
affari
internazionali
:
e
certo
gli
pare
che
questa
sua
forma
di
attività
sia
quella
che
più
conviene
agli
affari
dei
suo
paese
:
perché
,
da
buon
tedesco
liberale
,
Mahlzahn
ha
una
viva
ammirazione
per
l
'
Inghilterra
,
una
vivissima
per
l
'
America
,
e
per
i
sistemi
diplomatico
-
affaristici
degli
Anglosassoni
.
Ma
egli
rimane
tuttavia
radicato
alla
Wilhelmplatz
:
è
prima
di
tutto
un
moderno
funzionario
prussiano
,
poliglotta
,
specializzatosi
nello
studio
della
Russia
,
dei
diplomatici
russi
,
delle
possibilità
di
affari
in
Russia
,
che
ha
percorso
nell
'
ambasciata
di
Pietroburgo
parecchi
gradi
della
sua
carriera
,
e
che
adesso
vuole
spremere
fino
all
'
ultimo
succo
tutta
la
sua
esperienza
di
russiches
hand
und
heute
.
Egli
vuole
tanto
-
ormai
-
tirare
le
somme
,
che
non
ha
neppure
sentito
il
bisogno
di
andare
in
Russia
dopo
la
rivoluzione
:
Mahlzahn
ha
catalogato
la
Russia
,
i
suoi
campi
e
le
sue
miniere
,
e
ha
portato
il
catalogo
a
Berlino
,
Ost
-
Abteilung
(
Divisione
Orientale
del
Ministero
degli
esteri
)
.
A
Berlino
,
l
'
accanito
giovanotto
che
,
dieci
anni
fa
viaggiava
in
Russia
ammucchiando
appunti
nelle
sue
tasche
e
nel
suo
cervello
,
ha
ricevuto
una
patina
di
Berlinertums
,
di
"
berlinesismo
"
,
é
diventato
un
sedentario
,
ha
preso
un
tantino
il
gusto
a
giocare
il
ruolo
di
Holstein
del
nuovo
regime
,
conosciuto
e
apprezzato
da
pochi
,
potente
ad
influire
sulle
sorti
dei
molti
:
convinto
che
nella
riparata
oscurità
della
centrale
della
Wilhelmplatz
,
ci
sono
più
saporite
soddisfazioni
che
non
nella
legazione
ad
Atene
,
dov
'
egli
andò
per
non
lungo
tempo
,
e
donde
tornò
via
contentissimo
.
E
poi
a
Berlino
,
città
di
diplomatici
,
ci
passa
tanta
gente
:
ci
passa
,
per
esempio
,
anche
"
il
signor
Boggiano
-
Pico
,
incaricato
diplomatico
italiano
per
la
Russia
,
di
cui
io
ho
potuto
apprezzare
tutta
la
conoscenza
di
cose
nuove
,
e
che
,
sono
certo
,
a
Pietrogrado
avrà
compiuto
opera
assai
efficace
"
come
dice
il
signor
Freiherr
,
scrutandosi
bene
,
per
vedere
se
avete
un
sospetto
almeno
di
quello
che
sia
il
Witz
berlinese
,
la
maniera
sorniona
di
canzonare
la
gente
.
E
poi
,
a
Berlino
c
'
è
maggiore
probabilità
di
tirare
le
somme
del
lavoro
compiuto
.
Se
c
'
è
il
Freiher
von
Mahlzahn
con
una
esperienza
così
solida
in
materia
russa
,
se
c
'
è
una
Ost
-
Abteilung
affidata
a
lui
,
il
coronamento
inevitabile
dev
'
essere
il
trattato
con
la
Russia
,
in
sé
e
per
sé
,
che
io
,
Mahlzahn
,
ho
il
dovere
di
funzionario
di
preparare
tecnicamente
,
senza
preoccuparmi
di
ciò
che
non
è
del
mio
réssort
,
di
ciò
che
non
è
meine
sache
,
affare
dell
'
Ost
-
Abteilung
:
sia
quel
che
voglio
,
magari
l
'
invasione
francese
,
das
ist
nicht
meine
Sache
.
Verrà
,
deve
venire
il
momento
in
cui
il
trattato
sarà
firmato
:
compito
mio
,
punto
d
'
onore
mio
,
è
di
affrettare
quel
momento
.
La
conferenza
di
Genova
,
le
predisposizioni
di
Rathenau
a
fare
qualche
atto
clamoroso
,
e
la
prontezza
di
Mahlzahn
ad
approfittare
della
vanità
offesa
di
Rathenau
,
diedero
partita
vinta
al
funzionario
,
e
il
trattato
fu
firmato
.
Durante
tutta
la
durata
della
Conferenza
,
il
nome
di
Mahlzahn
comparve
una
sola
volta
sui
giornali
tedeschi
:
in
una
specie
di
spiegazione
tecnica
del
trattato
,
ch
'
egli
diede
qualche
giorno
dopo
la
firma
ai
giornalisti
del
suo
paese
.
Sui
giornali
italiani
non
comparve
mai
.
La
stampa
llyodgeorgiana
lo
trascurò
,
eccetto
M
.
r
Garwin
,
che
lo
chiamò
addirittura
un
farabutto
,
cosa
di
cui
il
Mahlzahn
parlava
senza
neppure
una
venatura
di
quella
compiacenza
che
le
ingiurie
sogliono
pur
suscitare
nelle
persone
insensibili
alle
lodi
.
Per
questo
superbo
,
per
questo
uomo
del
retroscena
,
la
vendetta
più
squisita
contro
le
male
parole
di
Garwin
consistette
nelle
preghiere
che
da
Villa
d
'
Albertis
gli
furono
rivolte
dal
"
principale
"
di
Garwin
perché
nei
periodi
di
tensione
con
la
delegazione
russa
,
egli
intervenisse
a
Rapallo
:
e
questa
vendetta
se
la
assaporò
per
quindici
lunghi
giorni
,
negli
incontri
quotidiani
cogli
esperti
alleati
,
che
lo
cercavano
,
lui
,
lo
"
sleale
"
secondo
Lloyd
Gecrge
:
il
"
farabutto
"
secondo
M
.
r
Garwin
.
Mahlzahn
amava
questo
compito
di
sensale
nascosto
e
indispensabile
in
diplomazia
e
nei
grandi
affari
.
Ricordo
con
che
sapiente
ironia
parlava
dell
'
inutilità
dell
'
intervento
dello
Stato
,
con
i
suoi
uffici
,
per
invogliare
i
capitalisti
a
imprese
russe
.
"
Non
è
questo
che
occorre
.
Io
non
ho
mai
trattato
di
questi
affari
nel
mio
ufficio
.
Se
a
Berlino
c
'
è
qualche
industriale
che
ha
delle
idee
per
la
Russia
,
io
lo
metto
a
contatto
con
le
persone
adatte
facendoli
trovare
,
che
so
io
?
a
colazione
.
Da
me
vengono
:
mi
conoscono
.
Ma
non
verrebbero
nel
mio
ufficio
.
Forse
,
però
gli
industriali
italiani
saranno
meno
diffidenti
dei
tedeschi
:
io
questo
non
lo
so
,
signore
...
"
.
I
giudizi
di
Mahlzahn
sui
delegati
bolscevichi
erano
singolari
,
e
diversissimi
da
quelli
più
accreditati
.
Fu
l
'
unico
da
cui
udii
dire
che
Litvinoff
fosse
l
'
uomo
più
forte
della
delegazione
,
quello
con
cui
bisognava
stare
in
buona
.
Che
gli
inglesi
avessero
grande
stima
di
Krassin
non
lo
meravigliava
,
ma
lo
divertiva
il
grande
conto
che
ne
facevano
:
"
Krassin
è
troppo
inglese
:
è
poco
utile
trattare
con
lui
"
.
All
'
infuori
di
questi
e
simili
,
apprezzamenti
generici
,
non
era
però
possibile
saperne
di
più
.
Von
Mahlzahn
è
uno
splendido
esempio
di
funzionario
prussiano
antico
stile
,
trapiantato
in
mezzo
alla
americanizzazione
crescente
a
vista
d
'
occhio
,
della
vita
politica
ed
economica
tedesca
e
berlinese
.
Il
trapianto
,
nel
suo
caso
personale
,
è
riuscito
,
e
ha
dato
un
uomo
in
cui
l
'
antica
discrezione
e
limitatezza
del
funzionario
prussiano
sono
riuscite
a
rimanere
tenaci
accanto
a
una
grande
capacità
affaristica
.
Nei
diplomatici
tedeschi
di
qui
a
cinquant
'
anni
quella
discrezione
e
quella
limitatezza
prussiana
saranno
scomparse
e
sarà
tanto
peggio
per
tutti
.
Anglofilia
diffusa
E
quanto
fosse
diffusa
,
nelle
persone
dirigenti
della
delegazione
tedesca
,
lo
osservai
per
la
prima
volta
al
vivo
,
nel
ricevimento
cui
ho
già
accennato
,
offerto
da
Theodor
Wolff
a
Nervi
,
nel
giardino
della
villa
Croce
-
Sonnenberg
,
la
vigilia
di
Pasqua
,
alla
stampa
inglese
e
americana
.
Queste
cose
si
capiscono
meglio
del
modo
di
farsi
presentare
la
gente
o
dal
modo
di
porgere
la
guantiera
ad
una
tavola
imbandita
,
che
da
cento
discorsi
reticenti
e
falsi
.
Mr
.
Garwin
,
il
direttore
dell
'
Observer
e
l
'
amico
di
Lloyd
George
,
era
il
vero
protagonista
di
quella
grande
riunione
,
e
Rathenau
cercò
di
fare
una
vera
captazione
di
simpatie
da
parte
del
giornalista
di
confidenza
del
Premier
.
C
'
era
una
ben
grave
umiliazione
in
questo
ripiego
,
di
far
la
corte
al
giornalista
,
non
potendo
parlare
con
l
'
uomo
di
Stato
!
Qui
alla
Villa
Croce
conobbi
il
Keynes
,
oggetto
di
una
vera
adulazione
da
parte
di
tutti
i
capi
della
delegazione
tedesca
.
Il
Keynes
,
un
perticone
inodoro
,
incolore
,
insaporo
,
dall
'
aria
ammoscita
peggio
della
finanza
mondiale
,
è
però
inglesissimo
in
questo
:
nell
'
accettare
i
complimenti
e
le
adorazioni
tedesche
come
una
specie
di
tributo
obbligatorio
.
Durante
quel
ricevimento
,
egli
se
ne
stette
quasi
sempre
zitto
e
svogliato
,
mentre
inutilmente
Rathenau
e
la
signora
von
Prittwitz
conducevano
inutilmente
la
conversazione
in
inglese
,
e
tutti
attendevano
che
l
'
oracolo
aprisse
la
bocca
e
sentenziasse
almeno
,
come
l
'
antico
Seneca
,
che
i
salami
non
sono
salsiccie
.
In
fondo
,
il
beneficio
che
Maynard
Keynes
ha
ricevuto
dalla
enorme
reclame
stamburatagli
dai
tedeschi
,
è
immensamente
superiore
ai
benefici
che
i
tedeschi
hanno
ricavato
dai
suoi
pagatissimi
e
inutilissimi
articoli
.
Avevo
già
veduto
Rabinadrath
Tagore
godersi
l
'
adorazione
delle
quarant
'
ore
da
parte
degli
intellettuali
di
Berlino
:
a
Nervi
vidi
Keynes
godersi
l
'
adorazione
delle
five
o
'
clok
da
parte
dei
diplomatici
.
Nessuno
,
come
i
tedeschi
,
venera
così
le
proprie
invenzioni
.
La
delegazione
tedesca
,
durante
tutta
la
conferenza
,
adorò
una
invenzione
ad
essa
carissima
:
che
gli
inglesi
fossero
particolarmente
ben
disposti
verso
la
Germania
.
L
'
unico
,
forse
,
fra
i
delegati
,
che
fosse
meno
propenso
a
questa
anglofilia
,
e
più
vicino
,
tendenzialmente
,
alla
politica
continentale
sostenuta
dallo
scarso
e
malinconico
gruppo
che
fa
capo
alle
Sozialistische
Monatshelfe
,
era
il
Cancelliere
Wirth
.
Lloyd
George
dovette
capirlo
,
perché
negli
ultimi
quindici
giorni
della
Conferenza
volle
avere
dei
colloqui
con
lui
senza
Rathenau
:
e
chissà
quali
balle
gli
avrà
raccontato
.
Ma
Wirth
ha
pochi
ganci
cui
quell
'
altro
si
possa
attaccare
.
Anche
nel
personale
subalterno
,
si
trovava
qualche
elemento
più
diffidente
verso
le
manovre
inglesi
:
così
,
per
esempio
,
lo
Hilferding
,
che
portava
a
Genova
le
vedute
del
Salon
Cassirer
di
Berlino
,
il
diffamato
focolaio
del
riavvicinamento
franco
-
tedesco
.
Ma
erano
isolati
.
Gli
esperti
e
gli
emissarii
inglesi
erano
gli
ospiti
più
graditi
dell
'
Hotel
Eden
,
e
Lloyd
George
ce
li
mandava
a
stormi
.
Quando
sorse
la
polemica
se
e
,
nel
caso
,
chi
dell
'
entourage
di
Lloyd
George
era
stato
preavvertito
delle
trattative
con
i
russi
condotta
dal
Mahlzahn
,
io
commisi
l
'
imprudenza
di
pubblicare
il
nome
di
M
.
r
Sidebothon
.
Ma
il
giorno
dopo
,
avrò
avuto
altri
cinque
o
sei
nomi
di
persone
diverse
,
e
a
me
sconosciute
,
della
delegazione
britannica
,
che
mi
venivano
comunicati
,
in
tutta
confidenza
,
da
inglesi
che
speravano
di
poter
fare
,
per
mezzo
del
giornale
locale
,
il
pettegolezzo
personale
.
Non
pubblicai
più
niente
:
ma
rimasi
persuaso
di
questo
:
che
per
lo
meno
venti
persone
compresissimo
Lloyd
George
erano
tenute
regolarmente
al
corrente
dell
'
affare
che
si
covava
a
Rapallo
.