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I MODI DELLA DITTATURA ( TREVES CLAUDIO , 1913 )
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Ebbene , quanto ciò durerà , sei mesi ancora , un anno forse ? Ce ne sarà sempre abbastanza perché il regime ne vada crivellato . E discuteremo dopo se ciò sia un bene o sia un male , se a noi giova o a noi nuoce dare dei fieri colpi di temperino al regime parlamentare , quintessenza della epoca borghese . Confessiamo per il momento che non sapremmo che sostituire al regime rappresentativo , poiché alla democrazia diretta non credono neppure i compagni dell ' azione diretta . Or dunque , quanto durerà l ' agonia di questa Camera ? Quanto durerà la sfacciata onnipotenza di un uomo sulla paralisi del sistema ? L ' uomo non sarebbe un uomo se non ne usasse e non ne abusasse . Ma le circostanze della dittatura non sono da accagionarsi a lui . Perciò di lui non si può dire che abbia aspirato alla tirannide . Né questo eccesso di onore , né questa indegnità . La tirannide è venuta verso di lui ; si è data a lui come un ' amante , ed egli l ' ha presa . Non altro . La tirannide si chiama due volte la " fatalità storica " ! Prima fatalità storica , la guerra . La guerra porta alla dittatura , infallibilmente . Anche le guerre di liberazione sono dittatorie . Cesare è Cesare . Figurarsi le guerre di conquista ! La dittatura esce dal congegno della disciplina militare nell ' ora che questa esprime la sua più energica potenza di azione . Perciò la democrazia è per la pace ; è contro la guerra , sempre . Tranne la democrazia italiana ; tranne la democrazia napoleonica , plebiscitaria e imperiale . Il motivo è troppo vecchio , quasi stantio , perché occorra svilupparlo . La guerra di Libia era una cosa bastarda , mezzo guerra coloniale , mezzo guerra europea . Generalmente la guerra scoppia sul fallimento della diplomazia ed è sciolta da ogni rapporto con la diplomazia . Le sciabole hanno sconfitto gli spadini , i caschi , le parrucche , i cannoni , i protocolli . Generalmente . Ma noi siamo originali . La nostra guerra è stata dominata dai diplomatici . Ogni mossa ci fu comandata o proibita , sempre passata al vaglio delle cancellerie . Perciò ci mettemmo tredici mesi a conquistare un 1200 chilometri di lungo ed un 15 chilometri di profondo , sopra un milione e mezzo forse di chilometri quadrati , che avevamo dichiarato sulla carta di nostra sovranità ... E non l ' avremmo fatta finita se non ci si mettevano di mezzo i banchieri a sconfiggere generali e diplomatici . Però la guerra di Libia è stata una guerra abbastanza europea , perché il governo fosse legittimato , dalla soggezione alle cancellerie e dall ' imbarazzo verso le aspettazioni popolari , a chiudere la Camera ed esercitare il potere esecutivo , senza il controllo parlamentare . Preso l ' abbrivio , si è trovato che il sistema era comodo anche dopo fatta la pace , se la guerra continuava sui Balcani ! Il governo disse esplicitamente che la Camera riaperta era buona per gli affari interni ; per quelli esteri , non mai . Soccorreva forse all ' on . Giolitti la dottrina meravigliosa , svolta ai banchettanti di Torino , secondo cui la politica estera di un paese non influisce sulla sua politica interna . Oh ! no ! Ne domina soltanto tutta la politica militare e quella finanziaria . E , se è poco , scusate . La dittatura , nata dalla guerra nostra , si rinforzava della guerra altrui e della crisi europea ; si rinforzava uscendo dal tipo violento , straordinario , eccezionale dei pieni poteri e della Camera chiusa , per entrare nel tipo più mite , normale ed ordinario dei pieni poteri e della Camera aperta , ma non funzionante . Rinviate le discussioni incomode sulla crisi internazionale a tempo più opportuno , si metteva la Camera davanti alla maestà dei fatti compiuti , la guerra , la pace , il rinnovamento della Triplice Alleanza . La Camera non reagisce ; non può reagire , è felice di non reagire ; tripudia della sua decadenza , della sua abbiezione , perché è sotto l ' impero della seconda " fatalità storica ” , che fa la dittatura ; la fatalità di essere , non una Camera di deputati , ma una Camera di candidati . E supplichevoli ! ... Inutile insistere ! Di questi 508 , non meno forse di 450 hanno fatto il maggior sacrifizio di sé , approvando la riforma elettorale . L ' hanno approvata in una fede cieca che il dittatore avrebbe sempre , in ogni caso , salvato i suoi fedeli . Come ? Non se lo domandano nemmeno . Il governo ha tanti mezzi sul suffragio universale o semiuniversale che sia ! La fiducia elettorale di costoro nel governo , in genere , nell ' on . Giolitti , in ispecie , tocca i limiti della religione , del misticismo , del feticismo . È vano contestare che tal fiducia è il più insigne oltraggio alla onestà del governo . Essi sanno meglio di noi che debbono pensare al riguardo . Essi adorano il Nume ; non importa loro di rispettarlo . L ' onorevole Giolitti è il Mosè che li tirerà dalla dura terra di Egitto e farà loro passare , a piedi asciutti , il mar Rosso del suffragio universale . Come se la caverà Mosè , è affar suo ; ad essi basta sapere che Mosè compirà il miracolo . Ma lo compirà , s ' intende , soltanto per i meritevoli , cioè , per coloro che avranno sempre tutto approvato senza nulla domandare , anzi senza mai discutere : né la guerra , né la pace , né l ' estero , né l ' interno ; né la polizia , né la finanza ; nulla . Meglio ancora ; che avranno tutto approvato , facendo intendere ad altrui che il discutere è il crimenlese parlamentare più vero e maggiore . Così guadagnata l ' onnipotenza e paralizzato il controllo , la dittatura cresce , alimentandosi di se stessa . Ed ecco i sintomi di quella malattia che lo psichiatra tedesco definiva la cesarite . Cesare , convinto di essere Domeneddio , in ogni estremo solitario censore vede il congiurato da castigarsi in guisa esemplare . Un senatore , fruendo della invidiabile posizione per cui non può più essere candidato , ricordando di essere un ammiraglio ed un uomo di guerra , accenna nella Camera vitalizia a formulare qualche censura sulle operazioni di guerra ? Taccia l ' anarchico , non si vergogna il senza - patria ? E il richiamo è così offensivo della personale dignità , che l ' ammiraglio non ci regge e si rimette a sedere - Un deputato , uno dei pochi fuori della schiera , pure essendo ligio come non si potrebbe essere di più alle “ patrie istituzioni ” , ardisce censurare il provvedimento per cui si aumenta la ricchezza pubblica aumentando la circolazione dei biglietti ( teorica del torchietto ! ) ; e il ministro non mancherà bellamente di invitarlo a stare zitto , poiché errò in certi calcoli consegnati qualche anno prima in una intervista con un giornale ! L ' insofferenza del controllo diventa impertinenza . È nel rito . La dittatura si inebria di sé : convinta di tutto potere , non rifugge , nel suo puntiglio di onnipotenza , da proporsi l ' impossibile . Credere , per esempio , che il bilancio italiano comporti senza prestiti o senza nuove imposte , il dispendio di oltre un miliardo per la guerra , è , evidentemente , ubbia cesarea . Il governo la insegue , vi si infervora , e contribuirà al dissesto assoluto del bilancio per il puntiglio di ostentare che non mette imposte e non fa debiti . Naturalmente , perché la realtà è insopprimibile , esso fa debiti e mette imposte : ma debiti e imposte sono coverti da finzioni che non ingannano gli esperti , e sono il portato dei pieni poteri . Così , vere “ nuove imposte " per impero dittatorio sono gli aumenti negli accertamenti , comandati agli esattori , oltre quel limite di onesta transazione tra l ' imponibile potenziale e quello reale , che faceva legge tra il contribuente e il fisco . E veri debiti e vere imposte insieme sono gli anticipi degli istituti di emissione e l ' aumento della circolazione cartacea , che spinge all ' aggio , deprezzando la moneta . Ma questa forma di imposta , colpisce particolarmente i salari dei lavoratori , che veggono , per lo stesso tasso , scemare la potenza acquisitiva del denaro ricevuto per la settimana di lavoro ... E allora , dal chiuso campo borghese , chi ha interesse a rivoltarsi ad una dittatura , che si fa pesare specialmente sul proletariato ; ad una dittatura di classe ? La " democrazia " no , per centomila buoni motivi , di cui basta addurre il primo : che la democrazia non c ' è . Non è infatti democrazia quel miserando avanzo nazionalista che inneggia alla guerra e , per coerenza , ai postulati della guerra , che sono la blague , il bluff , la vanità dei chilometri quadrati e del bilancio nazionale , da cui sono stornati tutti gli stanziamenti per opere di civiltà , allo scopo di vantare la guerra fatta senza debiti e senza imposte : storia da fare sprofondare dalla invidia la nostra cara alleata , l ' Austria , che , più candida , ha ordinato , con la mobilitazione , un onesto prestito di 250 milioni di corone ! Ah ! la democrazia è “ irredentista ” , sebbene non si arrischi a parlare contro la anticipazione del rinnovamento della Triplice ! Ma la democrazia conferisce alla dittatura , con la speranza , che essa divide con la maggioranza , di essere tratta in salvo nel gran cimento elettorale dall ' on . Giolitti . E questo è altro dei miracoli che si attendono dal dittatore , che egli faccia vincere i deputati clericali e moderati che hanno votato per lui ed anche i loro avversari democratici e , magari , socialisti - riformisti . Per intanto , tutti , dai clericali ai socialisti riformisti , gli stanno attorno , supplici , adoranti . Non fosse per qualche socialista ( senza qualifiche ! ) e per qualche ultimo repubblicano meno di tre dozzine di deputati in tutto la Camera italiana darebbe lo spettacolo , unico al mondo da che esistono parlamenti , della unanimità . Ora , una dittatura , che si esprime con una semi - universalità di consensi parlamentari , non infama sé , infama il regime parlamentare . Essa sfrutta la situazione ; l ' usa e ne abusa . È umano . Se di suo aggiunge l ' espressione di un non celato fastidio verso cotesti elemosinanti ; se , a cagion d ' esempio , ha creduto di sopprimere la tradizionale ora di udienza ai deputati , di chi la colpa ? Non si può dire che i modi della dittatura , onde agonizza il sistema rappresentativo , siano balzati interamente dalla mente del capo del governo ; è tutta la classe borghese che ama prostrarsi in sua viziosa libidine , in sua sadica esaltazione nazionalista , ai piedi del conquistatore , il quale non trattiene neppure l ' ingiuria pubblica alla gente di Borsa , che della gente borghese è così gran parte ! Ma la donna che ama , tutto perdona , e dai mali trattamenti tira materia di nuovo ardore , di altre concupiscenze . È l ' uomo forte che le promette gioie violente e trionfi clamorosi sul nemico esterno e , più , sul nemico interno , il proletariato , che la femmina borghesia adora nel grosso montanaro , sicuro di sé , che fa ballare a suo talento deputati e senatori . Perciò questa dittatura è veramente “ di classe ” . Se il regime rappresentativo rovina , è la borghesia che rovinato lo vuole . Noi potremo discutere a nostro agio , se ciò è un bene od un male , e se noi sapremmo sostituire di meglio al regime parlamentare , quintessenza dell ' epoca borghese . Oggi non v ' ha dubbio la dittatura va combattuta dal proletariato come l ' espressione storica più agguerrita della possanza borghese . Se c ' è contraddizione nei termini tanto peggio per la dialettica . Nella realtà della vita , contro la borghesia e contro la dittatura il proletariato deve anelare di ricostituire , col suffragio universale , nei venturi comizi , il regime rappresentativo , ricreando dentro di esso l ' integrazione di una potente , decisa , formidabile opposizione . Opposizione al governo ; opposizione alla classe ! Al lavoro !