StampaPeriodica ,
Noi
stiamo
attraversando
in
pieno
l
'
inevitabile
periodo
intellettualistico
,
che
è
sempre
uno
fra
i
più
pericolosi
nella
vita
interna
delle
rivoluzioni
e
dei
movimenti
politici
e
sociali
.
Per
convincersene
basta
dare
un
'
occhiata
anche
superficiale
a
quelle
zone
,
a
quei
«
settori
»
che
più
facilmente
si
prestano
a
fornire
gli
elementi
per
un
giudizio
generale
abbastanza
preciso
.
Che
cos
'
è
l
'
intellettualismo
?
Bisogna
evitare
equivoci
a
questo
proposito
.
L
'
intellettualismo
è
una
specie
d
'
intelligenza
infeconda
,
un
'
intelligenza
senza
virilità
.
L
'
intellettualismo
è
una
malattia
dell
'
intelligenza
,
anzi
una
sua
parodia
,
perché
la
disumanizza
,
ne
fa
uno
strumento
di
giuoco
,
la
sottrae
alle
sue
naturali
funzioni
in
armonia
con
le
altre
forze
morali
dell
'
uomo
,
per
darle
un
'
artificiosa
autonomia
e
sovranità
.
L
'
intellettualismo
è
un
'
Internazionale
patologica
,
come
l
'
Internazionale
degli
invertiti
nel
sesso
,
o
degli
anarchici
che
sono
tali
soltanto
perché
la
natura
fu
loro
matrigna
.
Gli
intellettuali
sono
i
professionisti
,
gli
specializzati
,
i
raffinati
del
dilettantismo
,
ed
esercitano
sul
pubblico
,
che
li
scambia
per
artisti
e
per
pensatori
,
la
stessa
specie
di
fascino
che
certe
donne
infeconde
sui
giovani
inesperti
.
La
loro
funzione
è
infatti
femminile
,
ma
nel
senso
peggiore
,
di
femminilità
che
non
sarà
mai
maternità
.
Lo
stato
di
sostanziale
impotenza
in
cui
vivono
li
spinge
a
una
continua
ricerca
di
compensi
,
li
dota
di
una
particolare
astuzia
,
alimentata
dalle
loro
inappagabili
concupiscenze
.
Ottengono
perciò
straordinari
successi
,
altrettanto
brillanti
che
vani
,
ma
sempre
nocivi
altrui
.
La
loro
causa
non
è
mai
la
causa
della
vera
intelligenza
,
e
il
loro
intervento
,
che
non
conosce
divieti
né
limiti
,
è
sempre
fomite
di
confusioni
ovunque
si
effettui
.
Gli
argomenti
di
cui
si
impadroniscono
diventano
pretesti
del
loro
giuoco
dilettantesco
,
ed
essi
,
svincolati
come
sono
da
un
vero
interesse
spirituale
e
da
ogni
passione
sincera
,
li
sanno
adoperare
con
quella
disinvoltura
di
cui
la
malafede
è
maestra
.
Ora
noi
segnalando
questo
punto
non
diciamo
che
nel
nostro
movimento
prevalgano
o
siano
venuti
a
prevalere
costoro
e
i
loro
sistemi
,
cosa
del
resto
impossibile
col
carattere
popolare
della
Rivoluzione
fascista
e
con
la
sua
natura
storica
italiana
.
L
'
istinto
,
che
l
'
ha
prodotta
,
è
intatto
.
Le
esperienze
e
l
'
educazione
politica
non
l
'
hanno
corrotto
.
I
pericoli
,
che
ha
corso
,
ne
hanno
mostrata
la
forza
.
Noi
siamo
fra
coloro
che
lo
seguono
senza
tentennamenti
,
senza
alcuna
eccessiva
indulgenza
alle
analisi
eccessive
;
così
come
il
popolo
.
Il
nostro
«
gusto
della
rivoluzione
»
fa
capo
a
questo
istinto
,
non
è
un
prodotto
intellettuale
.
Come
ci
ribellammo
,
a
suo
tempo
,
ad
alcune
tesi
«
revisionistiche
»
,
per
lo
stesso
motivo
consideriamo
con
ostilità
non
tanto
le
pretese
e
le
divagazioni
degli
intellettuali
nei
nostri
riguardi
,
quanto
la
smania
,
moda
o
ossessione
intellettualistica
,
che
ha
preso
molti
di
noi
e
che
si
rispecchia
nei
loro
atteggiamenti
e
manifestazioni
.
Lasciamo
l
'
intellettualismo
agli
intellettuali
;
se
essi
giocano
a
fare
i
fascisti
e
i
rivoluzionari
,
la
cosa
ci
può
lasciare
tranquilli
,
se
non
indifferenti
,
almeno
finché
non
si
esageri
.
Né
è
il
caso
di
dolersi
se
l
'
intellettualismo
abbia
trovato
nuove
reclute
nelle
nuove
generazioni
;
il
fenomeno
,
è
contenibile
,
non
è
sopprimibile
.
Ma
a
coloro
che
intellettuali
non
sono
e
tali
cercano
sia
pure
inconfessatamente
di
apparire
,
quasi
vergognandosi
della
loro
salute
spirituale
perché
non
luccica
di
certi
falsi
splendori
,
consigliamo
di
non
insistere
troppo
e
di
fare
i
fascisti
specie
se
sono
dirigenti
naturalmente
,
semplicemente
,
decisamente
.
Il
Fascismo
non
è
un
'
accademia
di
dottrinarismi
,
di
teoricismi
,
di
snobismi
,
non
è
una
sorgente
di
pretesti
alle
divagazioni
politico
-
sociali
;
non
si
presta
ad
esperimenti
in
corpore
vili
;
non
è
qualcosa
da
scoprire
.
L
'
ha
già
scoperto
Mussolini
.