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GAZZETTINO ( IL SELVAGGIO N. 1 , 1933 )
StampaPeriodica ,
Noi stiamo attraversando in pieno l ' inevitabile periodo intellettualistico , che è sempre uno fra i più pericolosi nella vita interna delle rivoluzioni e dei movimenti politici e sociali . Per convincersene basta dare un ' occhiata anche superficiale a quelle zone , a quei « settori » che più facilmente si prestano a fornire gli elementi per un giudizio generale abbastanza preciso . Che cos ' è l ' intellettualismo ? Bisogna evitare equivoci a questo proposito . L ' intellettualismo è una specie d ' intelligenza infeconda , un ' intelligenza senza virilità . L ' intellettualismo è una malattia dell ' intelligenza , anzi una sua parodia , perché la disumanizza , ne fa uno strumento di giuoco , la sottrae alle sue naturali funzioni in armonia con le altre forze morali dell ' uomo , per darle un ' artificiosa autonomia e sovranità . L ' intellettualismo è un ' Internazionale patologica , come l ' Internazionale degli invertiti nel sesso , o degli anarchici che sono tali soltanto perché la natura fu loro matrigna . Gli intellettuali sono i professionisti , gli specializzati , i raffinati del dilettantismo , ed esercitano sul pubblico , che li scambia per artisti e per pensatori , la stessa specie di fascino che certe donne infeconde sui giovani inesperti . La loro funzione è infatti femminile , ma nel senso peggiore , di femminilità che non sarà mai maternità . Lo stato di sostanziale impotenza in cui vivono li spinge a una continua ricerca di compensi , li dota di una particolare astuzia , alimentata dalle loro inappagabili concupiscenze . Ottengono perciò straordinari successi , altrettanto brillanti che vani , ma sempre nocivi altrui . La loro causa non è mai la causa della vera intelligenza , e il loro intervento , che non conosce divieti né limiti , è sempre fomite di confusioni ovunque si effettui . Gli argomenti di cui si impadroniscono diventano pretesti del loro giuoco dilettantesco , ed essi , svincolati come sono da un vero interesse spirituale e da ogni passione sincera , li sanno adoperare con quella disinvoltura di cui la malafede è maestra . Ora noi segnalando questo punto non diciamo che nel nostro movimento prevalgano o siano venuti a prevalere costoro e i loro sistemi , cosa del resto impossibile col carattere popolare della Rivoluzione fascista e con la sua natura storica italiana . L ' istinto , che l ' ha prodotta , è intatto . Le esperienze e l ' educazione politica non l ' hanno corrotto . I pericoli , che ha corso , ne hanno mostrata la forza . Noi siamo fra coloro che lo seguono senza tentennamenti , senza alcuna eccessiva indulgenza alle analisi eccessive ; così come il popolo . Il nostro « gusto della rivoluzione » fa capo a questo istinto , non è un prodotto intellettuale . Come ci ribellammo , a suo tempo , ad alcune tesi « revisionistiche » , per lo stesso motivo consideriamo con ostilità non tanto le pretese e le divagazioni degli intellettuali nei nostri riguardi , quanto la smania , moda o ossessione intellettualistica , che ha preso molti di noi e che si rispecchia nei loro atteggiamenti e manifestazioni . Lasciamo l ' intellettualismo agli intellettuali ; se essi giocano a fare i fascisti e i rivoluzionari , la cosa ci può lasciare tranquilli , se non indifferenti , almeno finché non si esageri . Né è il caso di dolersi se l ' intellettualismo abbia trovato nuove reclute nelle nuove generazioni ; il fenomeno , è contenibile , non è sopprimibile . Ma a coloro che intellettuali non sono e tali cercano sia pure inconfessatamente di apparire , quasi vergognandosi della loro salute spirituale perché non luccica di certi falsi splendori , consigliamo di non insistere troppo e di fare i fascisti specie se sono dirigenti naturalmente , semplicemente , decisamente . Il Fascismo non è un ' accademia di dottrinarismi , di teoricismi , di snobismi , non è una sorgente di pretesti alle divagazioni politico - sociali ; non si presta ad esperimenti in corpore vili ; non è qualcosa da scoprire . L ' ha già scoperto Mussolini .