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PAROLE SEMPLICI ( VARESE CLAUDIO , 1930 )
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Quando alle pure parole di « cultura » , « intellettuale » , « scienza » , « arte » Si aggiunge l ' aggettivo impegnante di « fascista » spesso , per non dire quasi sempre , fiorisce sulle labbra dell ' ascoltatore scaltrito di ogni più esperta coltura un sorriso di compatimento se non proprio di disprezzo ; tantoché ancora oggi intellettuale fascista è per moltissimi sinonimo di facilone , di superficiale , di arruffone , o di ingenuo in buona fede . Perché capita agli intellettuali fascisti questa sorte poco benigna ? Si usa dire con una corrente formula che la coltura in quanto tale è disinteressata e vergine , di ogni politico e pratico contatto ; e che non si può sotto pena di vanificare il sostantivo , valersi dell ' aggettivo . Si usa dire troppo di frequente anche da molti uomini forniti di distintivo , che il Fascismo è anticultura , che il Fascismo non ha bisogno di idee , che gli intellettuali sono in quanto intellettuali tutti per lo meno sospetti di antifascismo , e che ogni preoccupazione a questo riguardo è inutile perché il vero fascista non deve navigare nel nebuloso cielo della teoria che non serve a nulla . Molti poi , che sono fascisti anche di limpida fede , usano tacere la loro qualità di fascisti quando agitano problemi culturali o peggio la dimenticano nella loro vita intellettuale anche se poi la ricordano in parole vane e sonore . Io voglio dire alcune semplici parole da studente universitario ai miei colleghi studenti universitari , parole che le osservazioni che mi son venuto formando nel considerare un po ' l ' ambiente nostro mi spingono a dire . È vero che la cultura è pura e che cioè nella sua libera consapevolezza non può essere pavesata di drappi e di fiamme nere e tricolori , ma è anche vero che quella cultura , se è fatta e attuata da uomini che sono intimamente fascisti , sarà necessariamente significativa del fascismo : anzi contro quella torbida vena di improvvisazione e di enfasi è bene riaffermare , secondo l ' esempio di parole che sono a noi care per la voce che le ha pronunciate , che anche nel contrasto culturale il Fascismo deve affermarsi sopra tutto come serietà e come chiara coscienza , senza confusioni e senza leggerezze . Non è necessario per chi sia nel fascismo con tutta la sua sincerità spirituale abbandonarsi , al termine di ogni indagine , a rettoriche gonfiezze e a sforzature falsamente patriottiche e ridicolosamente regimistiche . Quando S . E . Bottai ha con parola severa e con acume di studioso veramente fascista , tenuto a noi studenti quella lucida lezione di diritto corporativo , io ho pensato che se tanto si parla di stile fascista , stile fascista è quello che segna la linea del pensiero di S . E . Bottai e che significa ammonimento a parlare solo di quello che si è veramente pensato e capito : studiare , pensare , scrivere perché il Fascismo si valga del nostro lavoro e non pretendere che il nostro lavoro si valga del Fascismo per farsi stimare quello che non è . Se tutti i fascisti che lavorano a dissodare le terre della cultura non avranno ritegno né estrinseco né interiore a sentirsi nella temperie del fascismo , e se tutti quelli , che pur essendo fascisti di provata fede non sono preparati per una serietà di pensiero si ritireranno in uffici più adatti , non ci sarà più nessun rispetto umano che terrà lontano un intellettuale dal sentirsi intellettuale fascista ... Non vogliamo riagitare la questione che ha infierito su Riviste e Giornali non molto tempo fa a proposito del clima spirituale del Regime , della possibilità e del valore di un ' arte fascista e di una cultura fascista . Ma è certo che se esiste il Fascismo come un motivo storico che si sta svolgendo , noi che siamo nel Fascismo e che anzi siamo , tutti quanti , il fascismo , pensando , scrivendo , non potremo fare a meno di creare una cultura che sia del Fascismo espressione . Ma occorre però che noi , che bene o male studiamo e che siamo fascisti tesserati , non ci limitiamo alla esteriore accettazione del regime , e alla tessera , ma che ne sentiamo come interiori le necessità culturali , e che abbiamo l ' orgoglio intellettuale oltre che sentimentale di essere fascisti . Non è necessario perciò scalmanarsi in feroci esclusioni e in entusiastiche e vociferanti esaltazioni ; non è necessario per esempio dire che la cultura fascista non può essere che futurista e soltanto futurista , come non è necessario dire che non può essere che nazionalista e soltanto nazionalista . In quanto il fascismo è il fascismo e non il futurismo o nazionalismo , bisogna avvertire che la nuova cultura non può irrigidirsi su questi schemi che sono stati completati , trasformati , arricchiti e che debbono tutt ' al più restare solo con valore di particolari e legittime preferenze . Mi pare che occorra innanzitutto agire , lavorare , e che poi sarà facile e gradita opera andare rintracciando in quanto sarà stato raggiunto questo spunto più insistente o questo colore più acceso : una cosa sola è necessaria in questa nostra fatica che si svolge come fatica idealmente vibrante nella nostra storia fascista , e questa cosa necessaria si chiama tradizione italiana . Tradizione italiana che non dev ' essere schematizzazione , non deve essere passiva accettazione , ma dev ' essere ampiezza di orizzonti e spregiudicatezza assoluta senza quei timori che solo la fede malcerta ispira : tradizione italiana che deve farsi tale proprio nel contrasto con le altre tradizioni nazionali e con le altre culture delle quali bisogna tener conto perché non si possa all ' estero rimproverare come sempre si è fatto , che gli italiani non hanno più raggiunto il livello culturale europeo . Queste parole io dico come segno di una mia esigenza e come invito a me e ai miei colleghi , non come disconoscimento , ma come affermazione di quello che sin ' ora è stato fatto dai maggiori di noi .